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E.ROMAGNA: RICERCA, GEMELLAGGIO CON GIAPPONE

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Un gemellaggio tra Regione Emilia-Romagna e Tsukuba, in Giappone, sede di uno dei più grandi tecnopoli al mondo, il Tsukuba Science City. Sarà questa una delle tappe più significative della missione, che inizia domani, sabato 17 agosto, di Patrizio Bianchi, assessore regionale alla Ricerca e al Coordinamento delle politiche Ue allo sviluppo dell’Emilia-Romagna. Lo rende noto la Regione.
“Andiamo in Giappone a presentare la nostra esperienza – spiega l’assessore -, il lavoro fatto in questi anni dalla Regione, insieme alle nostre Università, all’industria, ai centri di ricerca: di fatto stiamo agendo come driver per tutto il Paese, perché da Bologna può partire realmente il riposizionamento dell’Italia nel contesto produttivo mondiale, dove i Big data costituiscono il nuovo sistema della conoscenza”.
Nel mese di giugno, ricorda l’assessore, a pochi giorni di distanza dall’assegnazione all’Italia e a Bologna del supercomputer europeo Leonardo, l’Assemblea legislativa regionale ha approvato il progetto di legge della Giunta che consentirà di ospitare nel tecnopolo bolognese le grandi infrastrutture di ricerca e di istituire la Fondazione Big Data for Human Development, “catalizzatrice” di grandi istituzioni scientifiche regionali, nazionali, internazionali e di imprese.

“Bologna e l’Emilia-Romagna diventano realmente il nodo del sistema europeo della ricerca sui Big data e sull’intelligenza artificiale – aggiunge Patrizio Bianchi -, grazie alla capacità che abbiamo avuto in questi anni nell’organizzare e riunire tutti coloro che studiano questi temi. Approfondire la più avanzata realtà giapponese del settore e intraprendere nuove forme di collaborazione con il Sol Levante non può che essere positivo, per entrambi”.
Dopo l’arrivo a Tokyo, l’assessore si recherà dunque a Tsukuba (prefettura di Ibaraki), a 70 chilometri circa dalla capitale: la “città della scienza” è sede di università, istituti di ricerca e di uno dei principali tecnopoli a livello mondiale. Patrizio Bianchi tornerà poi a Tokyo, per visitare il centro Ibm sul quantum computing (i computer “quantistici”), e chiuderà infine la missione a Kyoto.

VENETO: IRAS ROVIGO, ZAIA “REGIONE PARTE LESA”

La Regione Veneto si costituirà come ‘parte offesa’ nella vicenda Iras di Rovigo, pronta, qualora si arrivi a processo nei confronti dei nove operatori inquisiti, a costituirsi anche come parte civile. Lo annuncia il presidente del Veneto, Luca Zaia, in merito alle denunce di maltrattamenti agli ospiti, che hanno portato alla sospensione e all’interdizione lavorativa di nove dipendenti dell’Ipab polesana. Il Tribunale di Rovigo ha infatti sospeso con misura cautelare personale e il divieto temporaneo di svolgere attività professionale sette Oss dipendenti dell’Iras e due operatori di una cooperativa addetta del servizio di pulizia. La Regione Veneto, per parte propria, ha già costituito d’urgenza una commissione tecnica per un’analisi dettagliata su quanto accaduto, acquisire ogni informazione utile dal punto di vista amministrativo, organizzativo e gestionale e indicare i possibili provvedimenti amministrativi da adottare.

“I fatti accaduti a Rovigo ci inquietano profondamente – sottolinea il presidente del Veneto – Non possiamo tollerare che nei confronti di persone deboli e fragili, come anziani non autosufficienti, siano perpetrati comportamenti offensivi, umiliazioni e atti di violenza, lesivi della dignità delle persone”.

“Andremo fino in fondo perché sia fatta chiarezza, in tutte le direzioni”, assicura Zaia. “E qualora qualcuno abbia sbagliato e le responsabilità siano acclarate con sentenza dai giudici, saremo a chiedere il massimo delle pene previste”.

TOSCANA: CECCARELLI A TONINELLI “DISAGI DA AV'”

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“Gentile Ministro, le assicuro che risulta estremamente frustrante scriverle una nuova lettera, ma sento forte il dovere di rappresentare le istanze di decine di migliaia di utenti del servizio regionale che, come già spiegato nelle mie precedenti comunicazioni, stanno pagando il prezzo conseguente al proliferare senza soluzione di continuità di servizi alta velocità (Av)”. Comincia così la lettera inviata al ministro Danilo Toninelli (oltre che al Gruppo Fs e alle Autorità per la Regolazione dei Trasporti e per la Concorrenza) dall’assessore a infrastrutture e trasporti Vincenzo Ceccarelli, per esprimergli nuovamente le difficoltà e i disagi incontrati dagli utenti a causa del moltiplicarsi dei treni ad Alta Velocità. “Da mesi – prosegue l’assessore – continuo a recepire segnalazioni da parte di cittadini e di amministratori pubblici, che evidenziano i danni prodotti dal proliferare sfrenato dei servizi ad alta velocità. Ad ogni cambio orario i servizi regionali nel Nodo fiorentino si piegano alle esigenze dell’Alta Velocità. Sulla linea Aretina il servizio cadenzato con orario mnemonico, su cui si era faticosamente costruito un sistema integrato ferro-gomma in tante stazioni, è stato smantellato, perdendo le corrispondenze fra i vari vettori, i treni modificati nell’orario non si contano più, da quelli come il 6604 Chiusi CT-Pistoia, che dal Valdarno porta a Firenze quasi un migliaio di persone, a treni apparentemente meno significativi, come il 6583 Prato Centrale-Firenze Campo Marte, che, posticipato di soli 5 minuti, ha messo in crisi decine di lavor atori impossibilitati ad entrare in orario al lavoro”. “Proprio per poter affrontare in modo costruttivo una riflessione sui temi accennati – ricorda L’assessore Ceccarelli – le ho scritto nello scorso mese di giugno, per chiedere un incontro da estendere anche ai comitati dei pendolari, anche e soprattutto in considerazione delle molte dichiarazioni da lei rilasciate, nelle quali ha sempre ribadito la centralità dei diritti dei pendolari nelle strategie del governo in tema di trasporto pubblico, con particolare riferimento a quello su ferro. A questa lettera – sottolinea – non ho ricevuto, come di consueto, alcuna risposta. E questo mi sembra ancor più grave, visto che le avevo scritto anche in nome e per conto dei comitati dei pendolari”. “Se il Ministero continuerà ad essere sordo rispetto alle nostre sollecitazioni e le autorità competenti continueranno a consentire questo che ormai è lecito definire un sopruso ai danni dei più deboli – fa sapere Ceccarelli -, credo che non resterà altro da fare se non assumere iniziative meno istituzionali, per essere ascoltati”.

VENETO, UN PIANO PER ASSUMERE 500 GIOVANI MEDICI

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La Regione Veneto ha deciso di giocare una carta “pesante” nella difficile partita del reperimento dei medici necessari al miglior funzionamento dei suoi ospedali, a fronte di una carenza ormai tanto storica, quanto preoccupante.

Con due delibere approvate oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, è stato infatti dato il via libera all’assunzione con contratti autonomi di 500 giovani medici, laureati e abilitati, ma non ancora in possesso della specializzazione, che frequenteranno un corso di formazione pratico e teorico, al termine del quale, con il tutoraggio di colleghi strutturati, 320 verranno introdotti al lavoro nell’area del Pronto Soccorso e 180 in quella della Medicina Internistica (Medicina Generale e Geriatria). L’operazione avrà un costo annuo di circa 25 milioni, la quasi totalità legati agli stipendi dei nuovi assunti.

“Arrendersi non è nel nostro dna – dice il presidente Luca Zaia – e per questo abbiamo tradotto in azioni concrete quanto già avevamo previsto nel Piano Socio Sanitario 2019-2023. Si tratta di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, che sono un obbligo costituzionale al quale non intendiamo sottrarci. Lo facciamo a modo nostro, cioè garantendo la qualità dei professionisti e la sicurezza dei pazienti con un percorso formativo sia teorico che pratico, al termine del quale, grazie anche al tutoraggio dei colleghi più esperti, avremo medici sì giovani, ma già ben formati e sicuramente bravi”.

 

“Stiamo agendo in un quadro di programmazione nazionale sbagliata, che è la causa di questa situazione, con meno borse di specializzazione rispetto al numero annuo di laureati e con un cammino di studi molto più lungo di quelli negli altri Stati europei. Ci saranno gli immancabili esperti che storceranno il naso – ha detto anche Zaia – e se ci saranno ricorsi resisteremo in ogni sede. Se ci sono alternative concrete a quanto fatto dalla Regione, non le ho ancora viste. E comunque l’unica alternativa che non prenderemo mai in considerazione è di tagliare o chiudere i reparti”.

“Sono delibere coraggiose che non abbiamo inventato oggi, ma sulle quali abbiamo lavorato mesi – ha detto l’assessore Lanzarin – così come coraggioso, e lungimirante, è stato prevedere queste possibilità all’interno del Piano Socio Sanitario 2019-2023. Non dimentichiamo che il Piano è legge e che, a suo tempo, il Governo non la impugnò, dando di conseguenza il suo benestare a tutto quanto indicato all’interno. Sono iniziative – ha aggiunto la Lanzarin – che abbiamo inserito anche nel documento che, su iniziativa del Presidente Zaia, il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, porrà all’attenzione della Conferenza dei Presidenti delle Regioni in una seduta monotematica. Lo stesso stiamo facendo nella discussione in atto sul futuro Patto Nazionale per la Salute, dove c’è un capitolo imponente proprio sulla formazione dei medici e sulle modalità di reclutamento”.

 

L’operazione approvata oggi, secondo gli atti assunti, avverrà dopo aver espletato tutti i tentativi di rinforzare gli organici per le vie tradizionali, a cominciare dai numerosissimi concorsi avviati da Azienda Zero che però, in molti casi, vedono un’adesione anche di molto inferiore ai fabbisogni segnalati dai direttori generali delle Ullss; per arrivare alla possibilità per le aziende di conferire in via eccezionale a medici incarichi individuali con contratto di lavoro autonomo a patto che siano accertate l’impossibilità di utilizzare risorse umane interne, l’assenza di graduatorie pubbliche valide a cui attingere, il rifiuto all’assunzione del personale in graduatoria utile.

Per quanto riguarda l’area internistica, una rilevazione effettuata in aprile, ha indicato una carenza di 180 medici, nelle unità operative di medicina e geriatria.

Il percorso formativo che precederà la fase dell’inserimento negli ospedali sarà curato dalla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica e comprenderà 92 ore di formazione d’aula e un’attività di tirocinio pratico, con tutoraggio, di due mesi consecutivi, che sarà svolta all’interno dei reparti di area internistica. La Fondazione pubblicherà, entro il 15 ottobre 2019, un avviso rivolto ai medici non specializzati per raccogliere le adesioni.

 

Per quanto riguarda la carenza nei Pronto Soccorso, la delibera regionale rende noto che Azienda Zero ha già pubblicato tre bandi di concorso per 192 posti, ma che, a conclusione delle procedure concorsuali,  risultano in graduatoria solo 22 specialisti e 24 specializzandi all’ultimo anno.

Anche in questo caso, come in quello dell’area internistica, una volta espletati tutti gli altri tentativi di reperire il personale necessario a garantire l’erogazione dei LEA, considerata la necessità urgente di risposta alle esigenze dei reparti di Accettazione e Pronto Soccorso, la Regione Veneto ha deciso di procedere anche al reclutamento di giovani medici non specializzati, tramite linee d’indirizzo regionali con le modalità d’inserimento nei reparti e l’individuazione degli ambiti di autonomia esercitabili con tutoraggio del personale strutturato. Anche in questo caso, l’attività teorica e pratica di formazione è stata affidata alla Fondazione Scuola di Sanità Pubblica che, entro il 15 settembre 2019, pubblicherà un avviso rivolto ai medici non specializzati interessati.

 

FVG: LAVORO, SALDO POSITIVO IN II TRIMESTRE

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“Anche nel secondo trimestre del 2019 il rapporto tra le assunzioni e le cessazioni dei contratti di lavoro si è chiuso con un saldo positivo. A fronte di 57.000 cessazioni le assunzioni sono state infatti 61.358, fissando il bilancio a più 4.358 unità. Un risultato positivo, che conferma l’efficacia degli strumenti messi in campo dalla Regione in tale ambito ed è stato ottenuto anche grazie all’attività svolta dai centri per l’impiego, ai quali oggi le aziende si rivolgono anche per l’individuazione di personale di medio e alto profilo”.  Lo ha dichiarato l’assessore regionale a Lavoro e formazione, Alessia Rosolen, che ha rimarcato “la centralità dei Cpi che, come dimostrano le quasi 121.000 prestazioni erogate e gli oltre 3.200 tirocini attuati nel 2018, si stanno impegnando su molti fronti per dare una risposta complessiva alle aziende, alle esigenze produttive del nostro territorio. Si tratta di un servizio che la Regione ha deciso, pur collaborando con le agenzie per il lavoro, di mantenere pubblico e di rafforzare in maniera rilevante attraverso 73 assunzioni, delle quali 52 a tempo indeterminato e 21 determinato, e l’arrivo di 46 ‘navigator’, che proprio oggi hanno iniziato il percorso formativo per fornire adeguato supporto al personale dei centri regionali ed ampliare la gamma dei servizi offerti ad utenti ed imprese. Inoltre, a settembre verranno contattati i giovani diplomati di quest’anno per fornire loro assistenza nella scelta del percorso formativo o lavorativo che vorranno intraprendere”. L’assessore ha quindi annunciato che “l’intervento regionale a sostegno dell’occupazione sarà ulteriormente potenziato con le variazioni di bilancio di ottobre di ulteriori 2,8 milioni di euro e raggiungerà quindi i 13 milioni di euro all’anno, contro i 4 destinati a queste iniziative nel 2016. Risorse più che triplicate, quindi, per dare risposte concrete allo oltre 5.000 domande pervenute alla Regione, il 95 per cento delle quali riguarda stabilizzazioni. Si tratta dell’ulteriore dimostrazione dell’attenzione posta da questa Amministrazione all’occupazione e alle imprese”. Rosolen ha infine ribadito che “queste misure si affiancano all’ampio ventaglio di azioni messe in campo sul fronte della formazione, tra cui i corsi specifici che favoriscono il ricollocamento e recruiting day attuati dalle aziende in collaborazione con la Regione e i Cpi. Inoltre, l’Agenzia lavoro & sviluppo impresa avrà infatti il compito di predisporre, in accordo con i parchi scientifici e realtà industriali, il piano triennale dei bisogni formativi e assunzionali delle aziende del Friuli Venezia Giulia. In tale modo potremo rispondere in maniera efficace e mirata alle richieste di Confindustria e delle sigle sindacali”.

E.ROMAGNA: BANDO DA 2 MLN PER PMI

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La competitività delle piccole e medie imprese diventa più forte quando possono investire. Per rafforzare la capacità di innovare delle Pmi regionali, dal 18 novembre 2019 sarà possibile presentare domanda per il nuovo bando a sostegno dei servizi innovativi , che mette a disposizione 2 milioni di euro di Fondi europei Por Fesr 2014-2020. Saranno finanziabili progetti di innovazione tecnologica e diversificazione dei prodotti e/o servizi, con l’obiettivo di accrescere la quota di mercato o di entrare in nuovi mercati. L’intervento mira in particolare a sostenere quelle imprese che necessitino di acquisire all’esterno i servizi innovativi necessari e le competenze per completare, anche dal punto di vista manageriale, i processi di innovazione per la loro introduzione sul mercato. “Solo puntando sull’innovazione continua di prodotti e servizi si può essere competitivi sul mercato- commenta Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive–. Il sostegno regionale arriva anche alle imprese attive nelle aree montane e svantaggiate, per assicurare lo sviluppo di tutto il nostro sistema produttivo e valorizzarne le eccellenze. Uno dei pilastri della nostra manifattura sono le piccole e medie imprese. Per questo continuiamo a investire su di loro, con premialità per le imprese giovanili, femminili e quelle che nascono in montagna”. Il bando mette a disposizione 2 milioni di euro di risorse europee Por Fesr 2014-2020 per sostenere le piccole e medie imprese impegnate in percorsi di innovazione tecnologica e diversificazione di prodotti e servizi. I progetti possono variare da un costo minimo di 20.000 euro a un massimo di 80.000 euro. Le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo alla spesa, nella misura del 50% delle spese ammissibili. Le iniziative progettuali dovranno riguardare interventi di ampliamento della gamma dei prodotti e/o servizi; la loro significativa ridefinizione tecnologica e funzionale in senso innovativo; l’introduzione di contenuti e processi digitali e di innovazione di servizio in grado di modificare in modo sostanziale il rapporto con clienti e stakeholders; la ricaratterizzazione dei prodotti e dei servizi verso la sostenibilità ambientale, l’inclusione e la qualità di vita, la cultura e la società dell’informazione. Le domande potranno essere trasmesse dal 18 novembre al 18 dicembre 2019 attraverso il portale Sfinge2020. Con questo stesso bando, nel 2016 erano stati finanziati 107 progetti per  4,895 milioni di risorse impegnate, nel 2017 invece 105 progetti per 2,830 milioni. Complessivamente sono stati sostenuti nel biennio 212 progetti corrispondenti a 212 Pmi, perchè chi è stato finanziato dal primo bando non ha potuto partecipare al secondo (e non potrà concorrere a quello appena uscito). Sempre per le piccole e medie imprese, l’ulteriore bando regionale a sostegno degli investimenti produttivi, nel biennio 2018-19 ha destinato a 380 Pmi regionali contributi a fondo perduto per oltre 26 milioni di euro di risorse europee Por Fesr e regionali per le aree montane. A questi contributi si integrano i finanziamenti a medio e lungo termine erogati dal sistema bancario, con garanzia diretta dei Confidi e controgaranzia di Cassa depositi e Prestiti (Fondo EuReCa). Con questa misura nel complesso sono attivati 100 milioni di euro di investimenti nel biennio 2018/19, destinati soprattutto all’acquisto di nuovi macchinari, impianti, attrezzature per generare innovazioni di prodotto, servizio e processo. Tra le imprese finanziate, 88 hanno sede nelle aree montane regionali. A esse andranno contributi per 7,5 milioni di euro, generando 23 milioni di investimenti. Sono 11 le Pmi agevolate con sede nelle aree svantaggiate del piacentino e del ferrarese, 18 le imprese giovanili e 41 quelle femminili. Tra le priorità del bando rientra la nuova occupazione, presente nel 60,5% dei progetti ammessi. 

FVG: PIZZIMENTI “MODIFICHE A LEGGE APPALTI”

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L’assessore alle Infrastrutture e territorio Graziano Pizzimenti ha incontrato il presidente Roberto Contessi e una folta delegazione di Ance Fvg, associazione che rappresenta le imprese edili del settore delle opere pubbliche, dell’edilizia abitativa e commerciale industriale, della promozione edilizia.  “È stata una riunione importante con gli operatori del settore – ha rilevato Pizzimenti – dove ho illustrato le ultime novità derivanti dal recente assestamento di bilancio, in particolare la norma sugli interventi edilizi di particolare pregio architettonico. Mi sono confrontato quindi con l’associazione ascoltando proposte e osservazioni da parte degli operatori e ho ribadito ad Ance la necessità di rivedere la normativa regionale in merito di appalti pubblici, posizione peraltro condivisa dagli operatori presenti all’incontro”.
I rappresentanti di Ance hanno evidenziato la situazione del settore e condiviso l’impostazione proposta dall’assessore sulle procedure e sulle modalità di confronto, relativamente alle prossime azioni che la Regione andrà a intraprendere. “Un incontro proficuo – ha concluso l’assessore – in quanto intendiamo proseguire, come metodo, nel costante confronto con i soggetti interessati, in particolare proprio quando si intendono proporre interventi legislativi, importanti per le imprese e gli Enti locali”.

E.ROMAGNA: I PLASTICI DI TANGE IN ASSEMBLEA

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I “plastici di Tange” trovano casa in Assemblea legislativa. Il Parlamento regionale “salva” così la storia di Bologna. Si tratta dei plastici originali e delle loro riduzioni in scala realizzati dall’architetto giapponese di fama mondiale Kenzo Tange in occasione della progettazione di Fiera District, il quartiere del capoluogo emiliano in cui, tra gli altri, hanno sede la Regione Emilia-Romagna, l’Expo bolognese, alcune tra le più importanti associazioni di categoria del mondo economico nonché attività commerciali e del terziario avanzato della città. Questo prezioso materiale, che racconta degli anni d’oro della Bologna del secondo dopoguerra, è di proprietà di Finanziaria Bologna Metropolitana, società in liquidazione. Grazie a un comodato gratuito tra Fbm e l’Assemblea legislativa i “plastici di Tange” saranno conservati e valorizzati dal Parlamento regionale che, non appena ricevuto il materiale, ha già esposto alcuni dei plastici in scala ridotta nei propri spazi pubblici in modo che i cittadini e i visitatori dell’Assemblea possano vederli. Più precisamente il plastico del progetto originario di Fiera District è allocato nella Sala Polivalente Guido Fanti, la sala convegni di viale Aldo Moro intitolata al primo Presidente della Regione Emilia-Romagna, mentre quello più complessivo dell’intero quadrante è esposta nella Sala Manzi, il polo didattico dell’Assemblea legislativa in cui ogni anni migliaia di bambini e ragazzi partecipano alle attività culturali organizzate dall’Assemblea. “Grazie alla collaborazione con Fbm e i soci della stessa società (Comune e Città Metropolitana di Bologna, Università, Camera di Commercio di Bologna e Regione Emilia-Romagna, ndr) è stato possibile arrivare a un accordo che permette di ridare il giusto spazio e la giusta attenzione a questi importanti tasselli della nostra storia condivisa”, spiega Simonetta Saliera, presidente dell’Assemblea legislativa regionale, che, raccogliendo l’appello venuto da più parti a dare la giusta attenzione ai “plastici di Tange”, ha fortemente voluto “l’operazione di salvataggio” dei modellini della Bologna anni ’70 progettata dall’architetto giapponese su indicazione dell’allora sindaco e poi primo presidente della Regione Emilia-Romagna Guido Fanti.