Più controlli attraverso lo scambio in tempo reale di informazioni tra le Forze di Polizia, grazie anche alla interconnessione con le sale operative della Polizia locale, e aggiornamento professionale condiviso. Integrazione dei sistemi di videosorveglianza, con la sperimentazione di piattaforme intelligenti capaci, ad esempio, di leggere le targhe interfacciandosi con le banche dati del Viminale, visto un obiettivo in particolare: prevenire e contrastare i furti in appartamento, imprese ed esercizi commerciali, e le rapine, reati sempre di più realizzati da soggetti in arrivo da fuori città. E ancora, progetti di inclusione sociale, prevenzione ambientale e rigenerazione urbana, in particolare valorizzando gli interventi regionali volti alla riqualificazione di grandi complessi edilizi o di aree degradate e ad alto rischio, così come le esperienze sostenute dal sistema degli enti locali come assistenti civici e controllo di comunità. Infine, programmazione e monitoraggio congiunto sull’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. E’ il nucleo dell’Accordo triennale per la promozione della sicurezza integrata siglato oggi tra la Prefettura di Bologna e la Regione Emilia-Romagna nella sede del Palazzo del Governo, in piazza Roosevelt. A firmare l’intesa il prefetto Patrizia Impresa e il presidente Stefano Bonaccini. Un Accordo che ha come oggetto l’individuazione dei progetti e delle modalità operative per la promozione della sicurezza che il Ministero dell’Interno, con il sistema delle Prefetture e la Regione Emilia-Romagna, si impegnano a realizzare in collaborazione con gli Enti locali interessati. “Con questo accordo definiamo il quadro di riferimento per una collaborazione importante, che ha l’obiettivo di migliorare la sicurezza nelle città dell’Emilia-Romagna- ha affermato il presidente Bonaccini-. Un’esigenza fortemente sentita dalla Regione, tanto che abbiamo raddoppiato gli stanziamenti dell’anno scorso, mettendo a bilancio oltre 2 milioni di euro per la sicurezza integrata del territorio, a sostegno di nuovi progetti che puntano soprattutto a recuperare spazi urbani. Ma l’importanza di questa intesa è nella collaborazione istituzionale, convinti che il miglioramento della sicurezza può essere solo il risultato di interventi convergenti delle istituzioni nazionali e locali. Controllo e prevenzione, rispetto delle leggi, inclusione, garanzia dei diritti e dei doveri, non sono un elenco di obiettivi astratti, ma gli elementi indispensabili per risolvere specifici problemi. Per questo come Regione abbiamo avviato, in questa legislatura, una nuova fase delle politiche regionali di sicurezza. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di integrarle sempre più con quelle politiche di settore che, pur avendo diverse finalità, possono tuttavia esercitare una significativa influenza sul livello complessivo di sicurezza di una comunità, misure preventive tutte giustamente ricomprese nel protocollo che firmiamo oggi. In un quadro di collaborazione che con le Prefetture e le forze di polizia abbiamo rafforzato già a partire dalla ricostruzione post sisma, sulla quale, insieme, in questi anni abbiamo ottenuto ottimi risultati sul fronte della legalità, della trasparenza e della prevenzione- ha chiuso Bonaccini-, così come dello smascheramento di coloro che avevano ingiustamente ricevuto contributi”. Nell’intesa si prevede: condivisione dei dati sull’andamento della criminalità; interconnessione delle sale operative della Polizia locale e delle Forze statali di Polizia, con reciproco scambio informativo avvalendosi anche dei nuovi sistemi tecnologici richiesti dall’introduzione del numero unico di emergenza europeo 112; uso in comune dei sistemi di videosorveglianza; aggiornamento professionale integrato per gli operatori di polizia nazionale, locale e di altre professionalità, specializzate nei settori di prevenzione dei fenomeni di devianza sociale o nel campo della mediazione interculturale. E ancora, attivazione di progetti di inclusione sociale, al fine di migliorare la qualità della vita e la riqualificazione socioculturale delle aree interessate, oltre allo sviluppo di progetti di prevenzione ambientale e rigenerazione urbana per favorire condizioni di maggiore sicurezza degli spazi pubblici. Infine, promozione delle attività di programmazione e monitoraggio congiunto delle azioni di valorizzazione dell’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. L’accordo intende valorizzare gli interventi regionali volti alla riqualificazione urbana di grandi complessi edilizi o di aree urbane ad alto rischio di criminalità e di degrado. Si tratta di una prevenzione basata sulla progettazione ambientale finalizzata a ridurre al minimo fenomeni quali la frammentazione urbana, l’isolamento, il degrado e l’esistenza di quartieri monofunzionali. Questo principio si è tradotto in investimenti regionali a sostegno di interventi a livello territoriale per la rigenerazione urbana e il recupero dei contenitori dismessi, sulla base di indirizzi e linee guida volti a incoraggiare la mescolanza sociale e funzionale e a favorire il recupero innovativo di spazi e edifici. Per quanto attiene poi lo scambio di dati, verranno avviate sperimentazioni di crime mapping, peraltro già testate proprio da Prefettura di Bologna e Regione Emilia-Romagna sulla base di precedenti intese, che hanno fatto da apripista a metodi innovativi di analisi territoriale e valutazione di impatto di politiche pubbliche di prevenzione e sicurezza urbana. Sarà promosso un incremento strategico dei sistemi di videosorveglianza esistenti, anche allo scopo di costituire reti integrate e tecnologicamente compatibili di scambio e condivisione di informazioni ed immagini. Verrà privilegiata la sperimentazione di sistemi di videosorveglianza intelligenti, capaci della rilevazione dei transiti e di lettura delle targhe interfacciandosi con la banca dati del Sistema centralizzato nazionale targhe e transiti del Ministero dell’Interno e con quello di videosorveglianza cittadino a supporto delle Forze di Polizia (Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale). L’intervento tecnologico di videosorveglianza integrata, così concepito, intende prevenire e contrastare i reati e in particolare i furti in appartamento e a danno di attività economiche e le rapine, che sempre più spesso vengono perpetrati da soggetti che provengono da fuori città. Verrà promossa la collaborazione con le associazioni di volontariato per la rivitalizzazione sociale delle aree urbane, valorizzando le esperienze sostenute dalla Regione Emilia-Romagna e dal sistema degli Enti locali come le figure degli assistenti civici e le diverse forme di controllo di comunità.
VENETO: CONVENZIONI CON 8 COMUNI
L’assessore regionale per Lavori Pubblici, Infrastrutture e Trasporti, Elisa De Berti, ha firmato oggi con gli amministratori di otto enti locali del Veneto le convenzioni per la realizzazione di otto tratti di piste ciclabili: si va dal terzo stralcio della pista ciclabile di Legnaro, lungo la Romea, alla progettata connessione delle piste ciclabili di pregio ambientale nel Camposampierese, tra Muson dei Sassi e Tergola, dalla valorizzazione della destra fluviale dell’Adige nel comune di Rovigo, al collegamento ciclopedonale a Verona tra le piste dei canali Biffis e Camuzzoni. I cantieri prenderanno il via tra il 2020 ed il 2021. Gli otto progetti valgono complessivamente 14.425.000 euro e beneficiano di un finanziamento totale assegnato di 10.665.000 euro, grazie alle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, programmazione 2014-2020 (FSC 14-20); la quota rimanente resta in capo agli enti beneficiari. Con la realizzazione delle nuove otto tratte ciclabili in sede propria, la rete degli itinerari pedalabili del Veneto salirà a circa 1600 chilometri, contribuendo così a fare del Veneto una delle regioni più amiche delle due ruote d’Italia. “La maggior parte sono progetti già da tempo programmati dalla Giunta regionale, per i quali i Comuni attendevano la conferma del finanziamento, originariamente previsto e poi tagliato dalla Stato”, precisa l’assessore De Berti. “Sin dal mio insediamento, avevo dato la mia parola ai Comuni già inseriti nella programmazione 2007-2013, che avevano subito il taglio delle risorse da parte dello Stato, che la Regione avrebbe trovato le risorse per la copertura finanziaria delle opere. La promessa è stata mantenuta!”.
E.ROMAGNA: FRASCHINI RIPARTE DALLA MOTOR VALLEY
Dopo 70 anni, riparte dall’Emilia-Romagna lo storico marchio milanese Isotta-Fraschini. Nata all’ombra della Madonnina nel 1900, la casa automobilistica insedierà due nuovi stabilimenti lungo la Via Emilia, uno a Bologna e uno a Modena, per progettare e realizzare autovettura elettriche “intelligenti” ad elevatissime prestazioni. Ma nella Motor Valley emiliana continueranno a investire in ricerca la Lamborghini di Sant’Agata Bolognese, la Ferrari di Maranello e la Vrm (storica casa produttrice di sospensioni moto), prevedendo centinaia di nuove assunzioni di alto livello. Questo in una terra che può contare su professionalità formate nella Motorvehicle University of Emilia-Romagna (MUNER), voluta dalla Regione Emilia-Romagna mettendo insieme i quattro atenei del territorio emiliano-romagnolo e le case motoristiche che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy nel mondo, con le loro radici storiche qui, nel territorio: Automobili Lamborghini, Dallara, Ducati, Ferrari, Haas F1 Team, HPE Coxa, Magneti Marelli, Maserati e Toro Rosso. E poi anche la realizzazione di due nuovi centri di ricerca (entrambi nel modenese), uno per lo sviluppo di tecnologie sul riutilizzo di scarti dei prodotti lignei e vegetali e l’altro per sistemi oleodinamici. Ma anche rilevanti investimenti nel settore biomedicale, dell’intelligenza artificiale, del risparmio energetico, della mobilità sostenibile e della logistica. Sono gli investimenti che saranno realizzati in Emilia-Romagna – fra Bologna, Modena e Reggio Emilia – per oltre 56 milioni di euro con un cofinanziamento a fondo perduto della Regione pari a quasi 22 milioni di euro e l’assunzione di 521 nuovi lavoratori di cui quasi la metà laureati. I progetti presentati da 17 imprese (di cui 5 con proprietà straniera), e approvati dalla Giunta regionale, sono stati selezionati attraverso il terzo bando per l’attrattività, misura prevista dalla legge regionale 14 del 2014 sulla “Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna”, uno strumento normativo che porta a procedure definite e tempi certi, puntando sulla collaborazione fra istituzioni e imprese. “Siamo di fronte a realtà imprenditoriali importanti che decidono di potenziare la loro presenza nella nostra regione, o che scelgono di venire qui- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Gruppi che in Emilia-Romagna trovano le condizioni per crescere, soprattutto in settori ad alto valore aggiunto, nei quali come Regione abbiamo investito puntando su formazione, ricerca e sviluppo, oltre alla rete regionale dei Tecnopoli, basata sul forte collegamento fra i nostri atenei e il mondo produttivo. In una logica di sistema che è quella del Patto per il Lavoro siglato con tutte le parti sociali: una concertazione sulle scelte per una crescita sostenibile che ci consente di essere fra le aree più innovative e attrattive nel Paese e a livello internazionale. Le 17 imprese che intendono puntare sui nostri territori, dimostrano anche la validità degli strumenti normativi che mettiamo in campo, a partire dalla legge regionale per promuovere gli investimenti in Emilia-Romagna, che consente di avere procedure definite e tempi certi, puntando sulla collaborazione fra istituzioni e imprese. Tutto questo con l’obiettivo primario di creare nuovi posti di lavoro, qualificati e stabili, contrastando la precarietà ed estendendo i diritti”. Le aziende che realizzeranno gli investimenti sono: Automobili Lamborghini Spa, Bellco Srl, Datalogic, Elettric 80 (3 progetti), Eurosets Srl, Ferrari (3 progetti), Fev Italia Srl, Imal (1 progetto e 1 centro di ricerca), Injenia, Isotta Fraschini, Iungo Spa, Mind Srl, Nier Ingegneria Spa, Qura (5 progetti), System Logistics Spa, Vis Hydraulics Srl (1 progetto e 1 centro ricerche) e Vrm Srl. Nelle prossime settimane saranno sottoscritti gli “Accordi regionali di insediamento e sviluppo delle imprese” che daranno il via ai progetti d’investimento fissando, nel dettaglio, le modalità di intervento. Nel prossimo autunno, la Regione aprirà una seconda finestra dello stesso bando con a disposizione ulteriori 12 milioni di euro di finanziamenti a fondo perduto per nuovi investimenti in Emilia-Romagna.“Il parterre dei Gruppi che hanno investito in Emilia-Romagna negli ultimi anni, anche grazie alla legge regionale sulla promozione degli investimenti, è cospicuo sia numeri sia nella qualità della proposta- aggiunge l’assessore alle Attività produttive, Palma Costi-. E la risposta a questo terzo bando rafforza lo sviluppo del sistema produttivo e territoriale dell’Emilia-Romagna, nell’ottica di creare nuovo lavoro e buona occupazione, generando anche ricadute significative nelle filiere delle piccole e medie imprese, asse portante e fiore all’occhiello del nostro sistema economico”. I 17 programmi di investimento (su un totale di 23 presentati) ammessi a finanziamento, per la metà riguardano il settore automotive (31,2 milioni di euro), il 25% il comparto delle tecnologie per la salute, il biomedicale, (circa 14 milioni di euro) e il 15% la meccanica e l’elettronica (8,5 milioni di euro). Il 13% degli investimenti previsti è realizzato in aree montane per complessivi di 7 milioni di euro di interventi e un contributo della Regione di quasi 3 milioni. Si avvieranno due nuovi centri di ricerca dove le imprese potranno acquisire competenze e tecnologie in particolare nei settori della valorizzazione degli scarti di produzione (Vis Hydraulics a Serramazzoni, in provincia di Modena) e della sensoristica per sistemi oleodinamici (Imal a Modena). I progetti dell’automotive puntano su attività di ricerca capaci di incrementare la competitività del settore e di collocarlo nei segmenti produttivi più avanzati. Presentate proposte per la realizzazione di super car che si orientino verso una maggiore sostenibilità e la possibilità di incrementare le prestazioni con l’utilizzo di tecnologie predittive. Previsti investimenti nella ricerca sui materiali che consentano un loro alleggerimento e un conseguente incremento dell’autonomia dei motori elettrici e ibridi. Per quanto riguardo le tecnologie predittive di assistenza alla guida, ricerca e investimenti si orientano verso la connettività ovvero la capacità di acquisire e condividere informazioni da parte delle diverse componenti del mezzo e verso la modalità e traduzione in comandi delle informazioni acquisite. Analogamente, i programmi di investimento del settore biomedicale mirano al posizionamento sul mercato di nuovi prodotti: gli investimenti proposti riguarderanno la ricerca e la prototipazione di device e tecnologie. Gli Accordi regionali di insediamento e sviluppo accompagneranno le imprese nell’incremento della loro competitività aumentando, al contempo, la dotazione tecnologica del sistema regionale. Anche nell’edizione 2019, viene confermata la vocazione del sistema produttivo regionale verso i settori della meccanica e delle apparecchiature ma anche la rilevanza degli investimenti nelle applicazioni tecnologiche nella gestione e nella movimentazione delle merci, così come nelle tecnologie per l’industria del legno. Presenti anche progetti in ambito informatico orientati allo sviluppo dell’Artificial intelligence attraverso i sistemi di machine learning. Sommando le precedenti analoghe misure di promozione degli investimenti in Emilia-Romagna (una nel 2016 e una nel 2017) a quella appena approvata, gli investimenti realizzati salgono complessivamente a quasi 218 milioni di euro (con un contributo della Regione di circa 75 milioni) con 1.720 le nuove assunzioni e 35 programmi di investimento (13 progetti nel 2016, 5 nel 2017 e 17 nel 2019).
FVG TERZA REGIONE PER FATTURATO LEGNO-ARREDO
Nella partita nazionale del legno e dell’arredo, la regione Friuli Venezia Giulia gioca fra i protagonisti del settore: si posiziona, infatti, al terzo posto in Italia per fatturato. A dichiararlo è stato questa mattina Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo, in occasione della terza tappa di “Fla incontra”, il tour sul territorio italiano promosso dalla federazione per creare sinergie sui temi cruciali e per la crescita del comparto.
“Il fatturato prodotto dalla filiera Legno-Arredo in Friuli Venezia Giulia ammonta a 3,6 miliardi di euro (nel 2018) di cui, nello specifico, il 75% è relativo all’arredo e il 25% al legno – ha spiegato Orsini -. Il peso del comparto sulla manifattura friulana è significativo: è pari al 14%, il più alto in Italia. Dato che ne conferma l’importanza nell’economia regionale. Si tratta, inoltre, della quarta regione della filiera per numero di addetti, che sono oltre 18 mila. Per crescere è necessario fare squadra”.
Dopo aver incontrato alcuni imprenditori del territorio, all’appuntamento a Palazzo Torriani (a Udine), nella sede di Confindustria, per presentare i dati che descrivono lo stato dell’arte del settore sono intervenuti anche Franco di Fonzo, presidente della sezione Legno-Arredo di Confindustria Udine, Alessandro Calcaterra, presidente Fedecomlegno, Roberto Snaidero, past-president Federlegno Arredo e Paolo Fantoni, presidente Epf.
“Il dinamismo e la tecnologia apportano alto valore aggiunto alle imprese friulane del manifatturiero, che ho l’orgoglio di rappresentare come presidente di Confindustria Udine – ha fatto sapere Anna Mareschi Danieli -. È lo stesso orgoglio che mi porta a evidenziare come Udine si collochi tra le prime 6 province in Italia per l’export del comparto Lego-Mobili-Arredo. Nel primo trimestre 2019 le esportazioni targate Fvg sono cresciute del +5,2%, passando da 382 a 482 milioni di euro: il settore sta vincendo la sfida competitiva con il mondo globalizzato, forte di 2 mila e 500 sedi produttive regionali”. Una sfida, questa affrontata dal settore, rilanciata anche a seguito dei danni arrecati dal ciclone Vaia, che lo scorso ottobre ha colpito le foreste del Nord Italia. In Friuli, già in primavera oltre due terzi degli alberi abbattuti nei boschi erano stati recuperati, già prelevati oppure prossimi ad esserlo: 500 mila metri cubi in tutto sui 700 mila complessivamente caduti a terra.
“Una prova che ha riacceso i riflettori sul legno e sulla possibilità di restituire slancio all’intera filiera del legno Fvg – ha detto Franco di Fonzo -. Alla situazione di emergenza ha fatto seguito una rinnovata coscienza di competenza, strategia e riutilizzo della materia prima. Il Friuli Venezia Giulia è contraddistinto da squilibri: solo il 20% della crescita boschiva viene utilizzato, a fronte di una media del 70% delle altre regioni. L’implementazione tecnologica contribuirà a stabilizzare il sistema”.
Il Fvg nutre una vocazione all’export: è anche al terzo posto per valore di esportazioni nel settore arredo con un valore pari a 1,6 miliardi di euro, in crescita del +3,8% rispetto all’anno precedente. I paesi con i quali la regione intrattiene maggiori relazioni sono Germania, Regno Unito e Francia. Slovenia, Regno Unito ed Emirati Arabi Uniti sono i territori in cui il legno viene principalmente esportato dal Friuli Venezia Giulia, mentre la regione importa il materiale soprattutto da Austria, Croazia e Slovenia.
Inoltre, secondo i dati aggiornati a giugno dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, le abitazioni compravendute in regione nel 2018 sono state circa 14 mila (+3,6% rispetto al 2017), e Pordenone si afferma la provincia più dinamica. Oltre 1.100 sono stati i permessi di costruire richiesti per nuove abitazioni nel 2017: un fenomeno anch’esso in crescita sul 2016.
E.ROMAGNA: REGIONE SPEGNE INCENERITORE RAVENNA
L’Emilia-Romagna spegne l’inceneritore di Ravenna: a fine anno, infatti, avra’ fine il conferimento dei rifiuti urbani nell’impianto. E’ il primo degli obiettivi raggiunti ed evidenziati nella relazione di chiusura del monitoraggio intermedio del Piano regionale dei rifiuti, che ne verifica lo stato di attuazione a tre anni dalla sua approvazione. E’ il frutto del lavoro di squadra di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna ed Hera che insieme hanno definito la road map che portera’ allo stop: il periodo da qui a fine anno servira’ per gli adempimenti tecnici e organizzativi. Questo senza compromettere l’autosufficienza della regione nella gestione e nello smaltimento dei rifiuti, che sara’ garantita da un lato attraverso l’efficace utilizzo degli altri impianti presenti nel territorio, secondo la programmazione definita, e dall’altro, in particolare, dall’aumento della raccolta differenziata, sulla quale, come annunciato la scorsa settimana, si sta centrando l’obiettivo del 73% entro il 2020 previsto sempre dal Piano, essendo arrivata al 68% nel 2018 (+3,7% sull’anno precedente). Lo ha deciso la Giunta regionale: l’Emilia-Romagna e’ sempre piu’ impegnata a difesa dell’ambiente e del mare, con azioni concrete per favorire l’economia circolare. Le novità sono state annunciate dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, nel corso di una conferenza stampa a Bologna con l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo e il sindaco del Comune di Ravenna, Michele De Pascale. “Quando tre anni fa abbiamo approvato il Piano regionale dei rifiuti- afferma Bonaccini- l’avevamo detto in modo chiaro: volevamo una svolta ecologica nella nostra regione con un progressivo spegnimento degli inceneritori e un aumento sensibile della raccolta differenziata. Stiamo centrando gli obiettivi. La settimana scorsa i dati positivi della differenziata con la forte crescita avuta nel 2018 e oggi la chiusura dell’Ire di Ravenna. Un passo vero e concreto che va nella direzione del superamento dei termovalorizzatori, reso possibile dalla volonta’ e dall’impegno dell’amministrazione ravennate, dai tecnici di Hera e quelli che hanno lavorato al Piano, e che ringrazio. E soprattutto grazie ai cittadini che, cambiando le loro abitudini, stanno rendendo possibile quello che fino a pochi anni fa non era pensabile: riciclare sempre piu’ per azzerare i rifiuti indifferenziati”. Lo sforzo fatto dai cittadini dell’Emilia-Romagna va nella direzione giusta. Gia’ 81 Comuni nel 2018 hanno adottato sistemi di tariffazione puntuale che consente di misurare il rifiuto prodotto e di pagare per quanto si butta come prevede la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare di cui il Piano dei rifiuti e’ strumento attuatore. La riduzione dei rifiuti urbani indifferenziati, del 6,8% rispetto al 2017, e’ addirittura superiore alle previsioni. La raccolta differenziata ha raggiunto il record del 68% e i conferimenti in discarica sono al 4,9%, gia’ sotto l’obiettivo del 10% fissato dall’Europa per il 2035.
FEDRIGA “ATTENZIONE INTERNAZIONALE SU FVG”
“C’è grande attenzione internazionale sul Friuli Venezia Giulia e molti Stati esteri ci vedono come una reale opportunità. Il momento estremamente positivo va sfruttato al meglio ed è in questa direzione che si muove sempre più compatto un Sistema Regione che ha riaperto il cordone degli investimenti pubblici finalizzati allo sviluppo produttivo”. Intervenendo al centro congressi Stazione Marittima di Trieste al convegno “La forza del gruppo – Le infrastrutture per lo sviluppo della Regione Fvg”, il governatore Massimiliano Fedriga ha citato Logistica, Trasporti e Ricerca applicata come i tre asset di maggiore riferimento per l’internazionalizzazione di una regione “che sta favorendo importanti azioni sinergiche al fine di presentarsi compatta sul mercato globale”. “Sul porto di Trieste si stanno indirizzando investimenti di alto livello da parte di soggetti che portano crescita reale per il nostro territorio”, ha affermato Fedriga, riferendosi all’impegno della Cina per inserire lo scalo giuliano tra gli snodi della Via della Seta così come all’imminente accordo con l’Ungheria, desiderosa di garantirsi uno sbocco privilegiato sul mare che, ha spiegato il governatore, interessa pure ad Austria e Baviera “con le quali il dialogo è in fase avanzata”. “Stiamo lavorando su un deciso cambio di passo per il Friuli Venezia Giulia”, ha evidenziato Fedriga, parlando di una piattaforma logistica integrata “fondamentale per essere competitivi sui mercati di riferimento che sono quelli del Centro Europa”. A questo proposito, ha confermato come “sia già a regime il blocco unico costituito dagli interporti di Trieste e Cervignano, un obiettivo che si vuole raggiungere anche con Gorizia e Pordenone”. In un contesto di logistica avanzata, il governatore ha inserito anche Trieste Airport, “l’unico aeroporto in Italia collegato direttamente con la fermata dei Frecciarossa e Frecciargento di Trenitalia. Uno scalo – ha commentato – pienamente attrezzato e sempre più rivolto all’apertura di nuove tratte di rilievo con l’acquisizione del 55 per cento delle quote da parte di un player che gestisce il 40 per cento dei voli in Italia”. Al riutilizzo del Porto Vecchio di Trieste, Fedriga ha dedicato la riflessione conclusiva, sottolineando che le grandi scelte strategiche dovranno essere valutate e identificate insieme agli investitori, consci di una regia che vede in prima fila Regione, Autorità portuale e Comune.
E.ROMAGNA: BANDO DA 2,4 MLN PER START UP
Torna per il quarto anno consecutivo il bando regionale a sostegno delle start up innovative, che mette a disposizione 2,4 milioni di euro di Fondi europei – Por Fesr per il 2019. Per partecipare è possibile presentare domanda dall’8 luglio all’11 ottobre 2019 seguendo le istruzioni sul sito Por Fesr.Il bando è rivolto a promuovere e far crescere start up in grado di generare nuove nicchie di mercato attraverso prodotti, servizi e sistemi di produzione innovativi, creando opportunità occupazionali. il bando stanzia risorse per i progetti delle giovani imprese dedicati ai principali settori dell’Emilia-Romagna, come agroalimentare, edilizia e costruzioni, meccatronica e motoristica, industria della salute e del benessere, industrie culturali e creative, innovazione nei servizi. Vuole inoltre favorire la nascita e il consolidamento di start up in grado di aprire nuovi spazi di mercato, ideando prodotti, servizi, sistemi di produzione innovativi, in grado di creare nuova occupazione. Le risorse dell’edizione 2019 di questo bando Por Fesr sono destinate in particolare alle spese per macchinari, attrezzature, brevetti, consulenze, spese promozionali e di costituzione. Possono fare domanda micro e piccole imprese regolarmente costituite dopo l’1 gennaio 2016 per progetti di avvio delle attività e dopo l’8 luglio 2014 per progetti di espansione.“Stiamo sostenendo con continuità la forza innovativa della nuova imprenditoria in Emilia-Romagna utilizzando al meglio i Fondi europei Por Fesr- commenta Palma Costi, assessore regionale alle Attività produttive–. Crescita e buona occupazione vanno di pari passo con la competitività del nostro sistema produttivo, che ha bisogno di progetti ad alto contenuto tecnologico e innovativo in tutti i settori produttivi della Regione”. Nel triennio 2016-2018 sono stati stanziati quasi 13 milioni di euro di Fondi europei – Por Fesr per sostenere 110 startup innovative in Emilia-Romagna, per un totale di circa 10,7 milioni di euro. L’Emilia-Romagna è tra le regioni con le politiche più avanzate in termini di start up innovative. Qui si trova una start up su dieci tra tutte quelle italiane iscritte al Registro delle Camere di Commercio (914 in Emilia-Romagna su un totale in Italia di 10.369). Inoltre, è sede di 160 spin-off universitari (il 13% del totale di 1.190 attivi in Italia) e ospita 4 Incubatori certificati dal Ministero. L’Emilia-Romagna è inoltre dotata di una rete strutture di supporto alle start up composta da oltre 80 soggetti attivi sul territorio, il tutto raccordato da www.emiliaromagnastartup.it, portale che offre servizi on e off line alle giovani imprese emiliano-romagnole.
FVG: MERCATONE UNO, ACCORDO CON BCC
Potrà essere utilizzato il Protocollo tra Regione FVG, Parti Sociali e Federazione Regionale delle Banche di Credito Cooperativo per anticipare la cassa integrazione ai 69 lavoratori della Mercatone Uno di Sacile, Monfalcone e Reana del Rojale. Ne dà notizia l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen, “ad ulteriore conferma della costante attenzione con cui l’Amministrazione regionale sta seguendo la situazione delle lavoratrici e dei lavoratori tornati nei giorni scorsi in carico all’amministrazione straordinaria della Mercatone Uno (nei tre punti vendita di Monfalcone, Sacile e Reana Del Rojale)”. Rosolen nei giorni scorsi ha preso i contatto con il presidente della Federazione regionale delle BCC Luca Occhialini per individuare le modalità operative migliori possibili rispetto al Protocollo sottoscritto il 10 ottobre 2018, che proroga a tutto il 2019 la possibilità di richiedere l’anticipo agli Istituti di credito cooperativo del trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria. “Il Protocollo – ricorda Rosolen – conferma di essere uno strumento importantissimo per il territorio regionale, in quanto contribuisce a dare sollievo ai lavoratori in situazioni assai complesse come è quella della procedura Mercatone Uno. Inoltre,
la disponibilità immediatamente manifestatami dal presidente Occhialini conferma la grande sensibilità sociale che la Federazione regionale della BCC ha sempre dimostrato nei confronti delle persone e del territorio con il Protocollo in questione, il cui avvio ho condiviso con la Federazione e le Parti Sociali nel 2009. Esprimo sincera gratitudine nei confronti della Federazione della Bcc per l’attenzione dimostrata anche in questa circostanza come già, recentemente, in occasione della vicenda di Pasta Zara”.









