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ROSSI “RITORNARE A UN’EUROPA SOCIALE”

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 “L’Europa si è spostata troppo sul versante del mercato, del capitale, della finanza, ha bisogno di riguadagnare sul terreno dei diritti sociali”. Lo ha dichiarato il presidente della regione Toscana Enrico Rossi, a Bruxelles, sul futuro dell’Europa, in vista delle prossime elezioni europee a maggio 2019. “Penso – prosegue Rossi – che questa sia l’unica risposta per mantenere il traguardo di un’Europa veramente federale, sociale e in questo modo fermare il nazionalpopulismo che si sta sviluppando un po’ in tutti i Paesi”. Sugli obiettivi da inseguire per la politica di coesione Rossi afferma che “occorre destinare risorse alla formazione sia dei giovani, ma anche alle persone che sono dentro o che vengono espulsi dai processi produttivi”. E continua: “Credo che ci sia bisogno di intensificare la lotta alla povertà attraverso fondi che stimolino interventi nei singoli paesi: ci sarebbe davvero bisogno di un piano europeo per il lavoro”. “Le politiche di austerità hanno visto negli ultimi anni un impoverimento dei ceti medi e dei ceti popolari e un arricchimento per le categorie dei ceti più alti: l’obiettivo di un equilibrio sociale deve ritornare ad essere un obiettivo europeo” conclude il presidente toscano.

 

 

FVG: TURISMO, A RIMINI NUOVI PERCORSI E IDEA SLOW

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Il Friuli Venezia Giulia si presenta alla 55.edizione di Ttg Incontri, il principale marketplace del turismo B2B in corso di svolgimento alla fiera di Rimini, con uno stand curato da PromoturismoFvg che ospita 27 operatori in rappresentanza di tutti i segmenti turistici regionali, dal mare alla montagna, dai consorzi alle strutture ricettive e alle agenzie di incoming.
“La presenza a Ttg – ha spiegato l’assessore Fvg al Turismo, Sergio Bini, oggi a Rimini assieme al neo direttore generale di PromoturismoFvg, Lucio Gomiero – permette al nostro braccio operativo di illustrare le novità della prossima stagione invernale, quelle legate allo sci ma anche ai percorsi che fanno parte della nuova Strada del Vino e dei Sapori. Stiamo puntando convintamente – ha aggiunto Bini – anche sulle esperienze di turismo slow, segmento primario nella nuova strategia Fvg”.

“È il momento – ha aggiunto l’assessore che, nel corso della giornata, ha anche condiviso visioni e opportunità con il ministro del Turismo, Gian Marco Centinaia – di consolidare i risultati raggiunti e fidelizzare i turisti. Per riuscirci, occorrono azioni strutturali che la Regione sta opportunamente cantierando”.
“Occorre però – ha concluso Bini – che il sistema turistico e i settori connessi con le attività di settore siano animati dalla consapevolezza delle potenzialità a disposizione del Friuli Venezia Giulia”.
Dopo Rimini, la promozione turistica del territorio regionale proseguirà al World Travel Market di Londra (5-7 novembre) dove, il giorno precedente alla fiera londinese, PromoTurismoFvg e i seller regionali prenderanno parte a un workshop che vedrà il Friuli Venezia Giulia nel ruolo di regione partner, ottima occasione per incontrare gli addetti ai lavori del turismo nel Regno Unito.

Dal 22 al 24 novembre, invece, sarà la volta della fiera Tour and Travel di Varsavia, una presenza attiva volta al consolidamento dei mercati del Centro Est Europa.
Nei prossimi mesi, inoltre, PromoturismoFvg organizzerà workshop strutturati a Palermo, Catania, Messina e Napoli per promuovere la destinazione Fvg nei confronti di associazioni e agenzie di viaggio del Sud Italia.

FVG: COLLABORAZIONE TRA IRCSS BURLO GAROFOLO E GASLINI

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L’attuazione di una collaborazione concreta, che vede uniti i due Istituti italiani di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) materno infantile: il Burlo Garofolo di Trieste e il Gaslini di Genova. Il percorso tracciato e’ mirato alla costituzione di un gruppo di lavoro multidisciplinare per unconfronto tra i diversi modelli organizzativi, definendo le linee di attivita’ e di progettualita’ da sviluppare coerentemente alle programmazioni regionali. Questi i contenuti dell’accordo siglato a Trieste tra gli Irccs Burlo Garofolo di Trieste e Gaslini di Genova, alla presenza dei vicegovernatori delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Liguria Riccardo Riccardi e Sonia Viale. Come ha rimarcato Riccardi, il confronto operativo tra due esperienze cosi’ prestigiose e portatrici di grandi competenze nell’ambito della pediatria non potra’ che portare un arricchimento a entrambe le strutture. Guardando in avanti, Riccardi ha tracciato una prospettiva nella quale in futuro l’accordo potra’ essere esteso ad altre aree, come ad esempio alla governance di sistema, con riferimenti a un’Azienda sovraordinata che ha gia’ trovato applicazione in Liguria e che “rappresenta un modello analogo a quello che intendiamo adottare in Friuli Venezia Giulia”. Da parte sua, il vicegovernatore ligure con delega alla Sanita’ ha espresso la propria soddisfazione per la rinnovata alleanza tra i due Istituti. “Un rapporto – lo ha definito – finalizzato a uno  scambio di reciproche conoscenze su temi importanti come i modelli gestionali. Spero che sia il primo di una serie di accordi futuri con la Regione Friuli Venezia Giulia sulla sanita’”. Come hanno spiegato Gianluigi Scannapieco e Paolo Petralia, rispettivamente direttori generali del Burlo e del Gaslini, questa collaborazione parte dall’accordo quadro sottoscritto tra i due Istituti nel 2016. Da domani – hanno detto – il lavoro comune si concentrera’ sugli aspetti gestionali, partendo dall’esperienza di una Regione, come la Liguria, che nel recente passato ha compiuto un processo importante di riforma del sistema sanitario, lo stesso che sta compiendo in questa fase il Friuli Venezia Giulia”. Nel corso della giornata Riccardi e Viale sono intervenuti al convegno “Le reti pediatriche”, organizzato dall’Irccs Burlo Garofolo, nel corso del quale e’ stato analizzato lo stato della ricerca in ambito pediatrico e adolescenziale, approfondendo il ruolo indispensabile del lavoro a rete e dell’integrazione fra ospedale e territorio da una parte e fra assistenza e ricerca dall’altra.

 

 

E.ROMAGNA: TURISMO, LA TRE GIORNI “DESTINAZIONE” A PARMA

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Da “Città creativa della Gastronomia “Unesco a “Capitale italiana della cultura 2020”. Un nuovo riconoscimento arrivato a Parma, e con essa a tutto il territorio regionale, nel cuore di un comprensorio – quello che comprende anche le province di Reggio Emilia e Piacenza – che presenta uno straordinario concentrato di attrazioni e tradizioni culturali, musicali ed enogastronomiche. E che vede premiata sempre più la propria eccellenza anche sul piano turistico, con le presenze in crescita nei primi sette mesi del 2018 del +8,7% rispetto all’anno precedente, per 1.766.276 pernottamenti complessivi, secondo i dati diffusi da Destinazione Emilia, il nuovo organismo che riunisce proprio le tre province per una più efficace attività di promozione.

Segno più confermato anche dai dati Istat relativi alle presenze nel periodo gennaio-agosto in ciascuna delle tre località: +10,6% di Parma e provincia (+4,6% gli arrivi); +2,3% nel Reggiano (+2% gli arrivi); +6,2% del Piacentino (+4,6% gli arrivi). Il punto è stato fatto oggi a Parma in occasione della terza e ultima giornata di “Destinazione Emilia-Romagna: tre giorni di viaggio, ascolto e proposte”, il tour che ha visto il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l’assessore al Turismo, Andrea Corsini, impegnati in numerosi incontri con gli operatori turistici e con gli amministratori locali, per un confronto a tutto campo sulle prospettive di un settore che già oggi vale oltre l’11% del Pil regionale.

“Occorre fare gioco di squadra, spingendo sulla collaborazione con i privati da un lato e tra i territori dall’altro. Solo lavorando insieme possiamo rafforzare il nostro posizionamento anche turistico sugli scenari globali – ha detto il presidente Bonaccini -. L’appuntamento di Parma capitale italiana della cultura 2020 può essere un’opportunità importante in questa direzione. Per questo abbiamo previsto nel bilancio regionale 1,5 milioni di euro per interventi di qualificazione del patrimonio immobiliare nel Parco della Musica. Ma non solo: un altro milione e mezzo sarà messo a disposizione nel biennio 2019-2020 per sostenere le iniziative e le manifestazioni che verranno realizzate in occasione di un appuntamento così importante, coinvolgendo, oltre al territorio parmense, anche quello reggiano e piacentino”.
Soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Parma, Federico Pizzarotti. “Per noi Destinazione Emilia – ha rimarcato il primo cittadino – è una grande opportunità di lavoro corale con tutti i territori delle tre province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia e con i Comuni del nostro territorio e quindi della provincia di Parma, con l’obiettivo di aumentare ulteriormente la presenze turistiche”

Lo stanziamento di 1,5 milioni di euro per interventi di tipo strutturale è relativo al triennio 2018-2020 e prevede 150 mila euro nel 2018, 850 mila nel 2019 e 500 mila nel 2020.
“Parma Capitale italiana della cultura 2020 può e deve essere un’opportunità per tutta l’Emilia-Romagna, a partire dalle altre due province occidentali. – ha spiegato l’assessore Corsini- il nostro lavoro, insieme ai territori, va in questa direzione, convinti che sia questa la strada più efficace da percorrere per affermarsi anche su un piano internazionale. L’impegno per la qualificazione dell’offerta turistica è stato uno degli obiettivi di questa legislatura e i risultati ci stanno dando ragione come confermano tutti i principali indicatori in crescita, anche rispetto a un eccezionale 2017 che aveva messo a segno il dato record di 57 milioni di presenze”.

Le dichiarazioni dell’assessore Casa (Comune Parma) e della presidente Maramotti (Destinazione Emilia)

“Le premesse c’erano tutte, ora anche i primi dati confermano il valore del progetto Destinazione Emilia. Parliamo di una terra straordinaria che può tranquillamente essere definita come la Food Valley per le sue eccellenze che, nel tempo, sono state create, sviluppate e tramandate. Siamo riusciti a fare squadra in maniera straordinaria tra tre Comuni capoluogo – commenta l’assessore al Turismo, progetto Unesco e agricoltura del Comune di Parma, Cristiano Casa – e la preparazione all’appuntamento di Parma Capitale della Cultura 2020 è un banco di prova molto incoraggiante. In questo percorso è, e sarà fondamentale, la presenza della Regione Emilia-Romagna per sostenerci in questo progetto e per far conoscere, sempre più, l’Emilia, nel mondo, come la Food Valley e come una meravigliosa destinazione di turismo culturale e naturalistico”.

“Collaborazione e autenticità: sono due parole strategiche per l’operato di Destinazione turistica Emilia- afferma Natalia Maramotti presidente della Destinazione e assessore al Turismo del comune di Reggio Emilia – collaborazione tra territori, tra imprese turistiche, istituzioni, cultura, produttori eno-gastronomici e autenticità dei prodotti, dei luoghi e dell’accoglienza. Questo è ‘il mantra’ che riteniamo possa portare l’Emilia a posizionarsi in modo sempre più ambizioso come Destinazione a livello internazionale. I primi numeri positivi confortano in questo indirizzo”.

Gennaio-agosto 2018: crescono le Città d’arte, l’Appennino e le Terme

Secondo i dati dell’Osservatorio turistico regionale di Unioncamere elaborati da Trademark Italia, continua l’ottima stagione del turismo regionale, con 47,6 milioni di presenze tra gennaio e agosto 2018 in crescita del 3,3%. Se la Riviera in termini assoluti si conferma il comparto di maggior peso con quasi 37 milioni di presenze (+1,5%) e oltre 6 milioni di arrivi (+1,6%), sono proprio gli altri settori turistici a registrare le più alte percentuali di crescita.

A partire dalle Città d’arte, con 5.030.000 presenze (+10,1%) e 2.316.000 arrivi (+12%); passando per l’Appennino con 1.393.000 presenze (+6,5%) e 326 mila arrivi (+4,5%) e arrivando alle Località termali con 845 mila presenze (+6,7%) e 305 mila arrivi (+15,5%).

Un interesse che appare confermato anche dalle “Altre località”, la voce introdotta nei monitoraggi dal 2016, che comprende i comuni che non rientrano, per le loro caratteristiche, nei prodotti turistici tradizionali, come ad esempio Carpi e Fidenza, oppure Sassuolo e Imola: 3.447.000 le presenze (in crescita del 13%) e 1.298.000 gli arrivi (+8,3%).

Performance che hanno trovato un ulteriore riscontro nel riconoscimento da parte di Lonely Planet, una delle guide turistiche più importanti al mondo, dell’Emilia-Romagna quale migliore destinazione europea nel 2018.

Da Rimini a Piacenza per valorizzare le identità e le potenzialità dei territori

Nel pomeriggio il tour di Bonaccini e Corsini continuerà a Reggio Emilia dove è prevista un’iniziativa presso la Collezione Maramotti con il sindaco Luca Vecchi, la presidente della Destinazione Emilia e assessore comunale di Reggio, Natalia Maramotti, la vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Ilenia Malavasi, la presidente di Federalberghi Reggio Emilia, Francesca Lombardini, il presidente della Fondazione Palazzo Magnani, Davide Zanichelli. Si concluderà presso il Castello di Rivalta di Gazzola (Pc) con il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, il presidente della provincia di Piacenza e sindaco di Vigolzone Francesco Rolleri, Isabella Perzoli tour operator, Cristina Ferrari, direttrice artistica del Teatro municipale di Piacenza.

La prima giornata del tour lunedì 15 ha fatto tappa a Ferrara, Ravenna e Rimini, mentre il 16 ottobre è stata la volta di Bologna, Modena e Sestola.

E.ROMAGNA: DOPO 75 ANNI RINASCE IL TEATRO GALLI

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Sono stati presentati oggi i lavori che hanno riportato, dopo 75 anni, all’antico splendore il teatro Amintore Galli di Rimini. Che è diventato un vero e proprio gioiello, con 850 posti a sedere e nove sale nelle quali sarà possibile davvero curare la cultura a 360 gradi.
Il teatro, distrutto dai bombardamenti del 1943, è stato ricostruito sul progetto originale “all’italiana”, realizzato a metà Ottocento da Luigi Poletti, con il miglioramento degli spazi e le correzioni necessarie a garantire ottima acustica e visibilità. Opere per le quali sono stati investiti oltre 36 milioni di euro, 31,7 dei finanziati con risorse comunali. La Regione ha contribuito con 4,7 milioni provenienti da Fondi europei Por Fesr 2007-2013, oltre allo stanziamento di un contributo straordinario di 400 mila euro per la realizzazione della programmazione artistica. E il cartellone per la riapertura al pubblico è davvero di primissimo livello.

Madrina d’eccezione dell’inaugurazione del Teatro sarà il mezzosoprano Cecilia Bartoli. La cantante italiana, nata a Roma ma di origini riminesi, debutta al Galli con “La Cenerentola” di Gioachino Rossini, nella versione semiscenica, su strumenti storici, prodotta dall’Opéra de Monte-Carlo con Le Musiciens du Prince diretti da Gianluca Capuano e il coro maschile dell’Opéra di Monte-Carlo.
Tra i grandi appuntamenti di apertura c’è sicuramente lo spettacolo di Roberto Bolle. Incontrastata star della danza, capace di entusiasmare le platee di tutto il mondo e conquistare anche il pubblico televisivo, l’étoile sarà per la prima volta a Rimini sabato 3 novembre alle ore 20, con un’eccezionale tappa di “Roberto Bolle and Friends”, l’emozionante viaggio nell’universo del balletto che coinvolge artisti prestigiosi provenienti da tutto il mondo.

Da segnalare anche i tre concerti della Sagra Musicale Malatestiana: mercoledi 21 e domenica 25 novembre è ospite l’Orchestra e il Coro del Teatro Comunale di Bologna con la direzione di Michele Mariotti . Venerdì 30 novembre e sabato 1 dicembre è la volta dell’Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino con Manlio Benzi direttore per un Gala Verdi – Wagner. Mercoledì 5 e giovedì 6 dicembre sono ospiti i musicisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini con l’etoile Svetlana Zakharova e il violinista Vadim Repin violin con lo spettacolo Pas de deux for Toes and Fingers. Ancora l’opera è protagonista, lunedì 10 e martedi 11 dicembre 2018, con Valerij Gergiev e l’Orchestra del Teatro Mariinskij impegnati nel Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, con la regia di Andrea de Rosa, i costumi di Alessandro Lai e le luci di Pasquale Mari.
Per quanto riguarda i restauri i lavori di ricostruzione del Teatro Galli sono stati divisi in cinque appalti: un intervento di natura archeologica preliminare e propedeutico; uno di carattere generale costruttivo della struttura e delle opere; fornitura e posa in opera di apparati decorativi e arredi; meccanica di scena; completamento luci di sala e impianti speciali audio video.

Un primo intervento sul foyer del Teatro, non toccato dai bombardamenti del 1943, è stato eseguito tra il 1997 e il 2001. I lavori di completamento del foyer sono stati eseguiti tra il 2010 e il 2015, con opere di consolidamento strutturale prima e di finitura, pavimentazioni e arredi poi. E’ stata inoltre realizzata una sala a livello del secondo sottotetto, prevista dall’architetto Poletti, ma incompleta dal 1857.
Dal 2010 al 2013 sono state realizzate opere di consolidamento strutturale delle volte, dei solai e delle murature, nel rispetto delle regole del restauro conservativo. Sono stati anche installati gli impianti meccanici ed elettrici per adeguare l’edificio alle normative vigenti. Nel secondo intervento, avviato nel 2014, sono state realizzate le opere di finitura (pavimentazioni, intonaci, tinteggiature, infissi, illuminazione, dispositivi antincendio, servizi igienici).

Ha aperto la presentazione l’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti: ““Con il Galli la regione Emilia-Romagna si arricchisce di un nuovo teatro di tradizione, un gioiello unico anche all’interno dei teatri ‘all’italiana’, considerato tra le opere migliori dell’architetto Poletti. Un investimento coraggioso, in un momento di crisi, da parte dell’amministrazione riminese, frutto di un’idea di città che ricongiunge le sedi della cultura: dal recupero del castello (che ospiterà il museo Fellini) al cinema Fulgor, tornato al suo splendore. Il Teatro Galli completa questo quadro: una strategia che si innesta a pieno titolo in un sistema di ‘EnERgie Diffuse’, rappresentazione di una regione dove creatività e cultura si basano sul policentrismo e dove Rimini è un punto di eccellenza”. E’ stata poi la volta del sindaco di Rimini Andrea Gnassi: “Il Teatro Galli è rinato grazie soprattutto alle forze e al sacrificio dei riminesi ed è per questo che la sua inaugurazione non sarà limitata ad un evento speciale, ma sarà una festa lunga due mesi, alternando i grandi nomi del panorama internazionale, con appuntamenti dedicati alle eccellenze musicali di Rimini. L’ambizione è quella di far sì che il Galli, l’unico teatro ‘all’italiana’ costruito nel dopoguerra, possa diventare una fabbrica di cultura 365 giorni all’anno, restando popolare ma aprendosi alle divagazioni contemporanee”.

Ha chiuso il presidente della regione Stefano Bonaccini: “La riapertura del Teatro Galli ha in sé una eccezionale importanza per tutta la comunità regionale, italiana e internazionale. Rimini ritrova un bene architettonico di grande valore, un edificio che faceva parte della sua anima profonda, e l’Emilia-Romagna un altro luogo recuperato lungo la strada degli investimenti in cultura, che abbiamo triplicato. Ma soprattutto, un elemento identitario per i suoi cittadini. Il restauro del teatro è un esempio positivo di valorizzazione dell’investimento pubblico e di promozione della ricca tradizione artistica regionale. Per sottolineare l’importanza dell’avvenimento, la Regione ha voluto contribuire anche alla realizzazione di una programmazione di grande levatura, in grado di richiamare e riproporre il clima di straordinaria vitalità teatrale e musicale dell’epoca della prima inaugurazione.”.

 

TOSCANA, AL CLIMATOLOGO MARACCHI IL PEGASO D’ORO ALLA MEMORIA

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Grande scienziato, assertore dei cambiamenti climatici di cui ha iniziato ad occuparsi trenta anni fa quando il tema non era ancora nell’agenda di molti. Ma anche gran divulgatore, capace di spiegare con parole semplici fenomeni molto complessi. Questo era il climatologo Giampiero Maracchi,  onorato alla memoria nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze con il conferimento della medaglia d’oro Pegaso da parte della giunta regionale, un riconoscimento già attribuito negli anni a Franco Scaramuzzi, Giacomo Tachis, Enzo Catarsi ma anche al Comando regionale del Corpo forestale dello Stato, ai Vigili del fuoco, all’Esercito italiano e alla Legione Carabinieri Toscana.

Sempre disponibile verso le istituzioni
Ci hanno pensato Antonio Raschi, Simone Orlandini e Bernardo Gozzini, tutti suoi allievi o collaboratori, a ricordare l’uomo e lo studioso, scomparso all’improvviso il marzo scorso all’età di 75 anni. Un ritratto a tutto tondo. “Un tributo dovuto non solo per i suoi studi ma anche per la grande disponibilità sempre dimostrata verso le istituzioni” sottolinea il presidente della Toscana Enrico Rossi, in sala Pegaso con l’assessore all’agricoltura Remaschi. “Una persona rara, quanto a intelligenza e genialità – aggiunge il presidente –: sempre pronto nei confronti della Regione, ma senza che da quell’offerta ripetuta di un contributo alle soluzione dei problemi dei cambiamenti climatici mai sia scaturita una richiesta di un incarico”. 

Uno scienziato che sapeva parlare alla gente
Maracchi, con la sua barbetta sbarazzina, fiorentino appassionato, era per molti (e rimarrà tale) “l’uomo del tempo”, quello che sugli schermi del Tg3 regionale parlava il sabato del clima mettendo a confronto la visione scientifica con gli antichi detti contadini,  i quali, ricordava senza fare presuntuoso, nascono sempre  da annotazioni empiriche esatte. “Se fosse vissuto trenta o quaranta anni più tardi sarebbe stato un blogger di successo” scherza Tommaso, uno dei tre figli, che stamani ha ritirato il premio. Ed è così.

Maracchi raccontava il clima in mutamento in modo semplice. L’ha fatto anche nell’ebook “E’ tutto un altro clima” realizzato nel 2012 da Toscana Notizie, l’agenzia di informazione della giunta regionale. Credeva, dice Antonio Raschi, nella “ricerca applicata non fine a stessa ma portata al pubblico”.  Dell’interdisciplinarità e della lettura di dati raccolti da più fonti faceva il suo metodo di lavoro, applicato nel 1990 ai cambiamenti climatici e apprezzato anche all’estero come un avanzamento deciso verso il futuro.

L’alluvione e il Lamma
I suoi primi passi li aveva mossi alla facoltà di agraria, dove nel 1968 si è laureato con una tesi sulle concimazioni e poi, dal 1973, ha iniziato ad insegnare proprio climatologia. Nel 1980 ha promosso la nascita dello Iata, embrione del futuro istituto di biometeorologia che conta oggi sedi a Firenze, Bologna, Sassari e Roma. La prima casa dello Iata è stata presso l’Osservatorio di Arcetri. Poi è arrivata l’alluvione della Garfagnana del 19 giugno 1996: 4500 sfollati, quattordici morti. Fu una “bomba d’acqua”, un neologismo per il tempo che Maracchi contribuì a coniare. Quell’alluvione nessuno l’aveva prevista e l’anno dopo, nel 1997, su impulso e da un’idea ancora di Maracchi, nasce il Lamma, il corsorzio metà Regione e metà Cnr a cui ancora oggi sono affidate le previsioni del tempo. “Si trattava di quel complicato ultimo miglio che porta la ricerca ad occuparsi e a misurarsi con problemi di tutti i giorni” spiega Gozzini, direttore oggi del laboratorio.  

Le giacche all’inglese e le scarpe ‘fai da te’
Fin qui lo studioso: con il coraggio delle proprie idee, la passione per il saper fare, l’abilità nel coinvolgere gli attori del territorio. Ma nella cerimonia asciutta di stamani a Palazzo Strozzi Sacrati c’è stato tempo anche per ricordare l’uomo: il suo umorismo, la mania per quelle giacche all’inglese “che   indossava sempre e comunque – ricorda Simone Orlandini – , anche quando fuori il freddo e il vento consigliavano magari un giubotto”, la sua abitudine ad andare a letto presto la sera e svegliarsi altrettanto presto la mattina, alle sette già in ufficio. 

Scrutava il cielo ogni giorno, ma era anche un appassionato di artigianato. Fabbricava i mobili in casa sua, produceva oggetti in ferro battuto e realizzava da sé pure le scarpe che portava ai piedi. Uno scienziato in tutto e per tutto, insomma, ben ancorato a terra.

VENEZIA, ACCORDO PROGRAMMA PER AREA CRISI INDUSTRIALE

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E’ stato firmato a Roma, nella sede del Ministero dello Sviluppo Economico, l’Accordo di Programma per l’attuazione del “Progetto di riconversione e riqualificazione industriale” (PRRI) dell’area di crisi industriale complessa del territorio del Comune di Venezia. La firma è stata apposta dal ministro e vicepremier Luigi Di Maio e dal presidente della Regione del Veneto Luca Zaia. All’Accordo di Programma partecipano anche la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Comune e la Città metropolitana di Venezia, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale e, per presa visione, anche l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A. (Invitalia) che gestisce l’intervento agevolativo nazionale e gli strumenti agevolativi operativi nell’area sulla base delle competenze già attribuite o che le saranno attribuite in relazione a nuovi regimi di aiuto.

L’Accordo è finalizzato alla promozione di iniziative imprenditoriali per la riqualificazione del tessuto produttivo esistente, all’attrazione di nuovi investimenti anche finalizzati alla diversificazione produttiva e al reimpiego dei lavoratori appartenenti a uno specifico bacino di riferimento.

La firma si colloca al termine del processo di definizione del programma di interventi, degli appositi strumenti agevolativi e delle risorse finanziarie che saranno resi disponibili sul territorio per lo sviluppo industriale e per l’occupazione. Nello specifico il Mise interviene con 20 milioni di euro concedibili, per sostenere i progetti di investimento industriale di entità compresa tra 1,5 e 20 milioni di euro. La Regione si impegna a destinare all’area ulteriori 6,7 milioni di euro per gli interventi a sostegno dell’occupazione, della riqualificazione e dell’adeguamento professionale dei lavoratori. A questo si aggiunge la previsione, in parte già applicata, di una premialità per le piccole e medie imprese dei settori manifatturiero e dei servizi alle imprese nei bandi POR FESR della Regione per i progetti destinati allo sviluppo di quest’area di crisi industriale complessa.

Nell’ambito delle azioni destinate all’area di crisi nel periodo 2018-2020, il Ministero dello Sviluppo Economico e la Regione valuteranno inoltre il sostegno di eventuali progettualità industriali di grandi dimensioni (superiori ai 20 milioni di euro) e con rilevanti impatti occupazionali, con la formula dei contratti di sviluppo, come già avvenuto nel caso dello stabilimento Pilkington di Porto Marghera. 

“E’ il risultato del buon lavoro che è stato fatto e dell’ottima collaborazione con il Mise – ha detto al termine il presidente Zaia – che, grazie alla call promossa di Invitalia, ha misurato l’alto grado di attrattività che l’area riveste per possibili nuovi investimenti da parte delle aziende. Ringrazio tutte le istituzioni nazionali e locali, che hanno fattivamente collaborato per arrivare alla sottoscrizione dell’accordo di programma. Dopo il necessario passaggio alla Corte dei Conti, partirà la fase di realizzazione degli interventi destinati a creare le condizioni per una nuova fase di crescita del tessuto industriale di Venezia e di Porto Marghera”.

 

E.ROMAGNA: EXPO DUBAI 2020, INCONTRO CON MINISTRO OMAR AL OLAMA

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Collaborazione in vista tra la Regione Emilia-Romagna e il Ministero dell’Intelligenza artificiale degli Emirati Arabi Uniti. L’IA, le eccellenze universitarie dell’Emilia-Romagna in materia di formazione e ricerca, il Tecnopolo, sono stati i temi al centro dell’incontro che si è svolto ieri a Dubai tra la delegazione dell’Emilia-Romagna, condotta da dall’assessore alle Attività produttive Palma Costi e all’Agricoltura Simona Caselli, e il ministro per l’Intelligenza artificiale degli Emirati Arabi uniti, Omar Al Olama, in vista dell’Expo che si svolgerà nella capitale araba nel 2020. 
Erano presenti all’incontro anche la console Valentina Setta e il direttore di ICE Dubai Bruno Gianpaolo, le università regionali e due esperte in super calcolo Daniela Galletti del Cineca e la direttrice del Laboratorio nazionale Cini AIIS (Artificial Intelligence and Intelligent Systems) e docente dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Rita Cucchiara.

Il Ministro e il suo staff sono simbolo della proiezione degli Emirati Arabi Uniti nel futuro e promotori della rivoluzione digitale. Gli Emirati stanno investendo ingenti risorse per garantire il passaggio del paese all’era digitale, con una visione di sviluppo sostenibile e di apertura a collaborazioni nei confronti di altri stati del Golfo e delle comunità scientifiche ed i talenti del mondo sulle tematiche di intelligenza artificiale, big data e Internet of Things (l’internet applicato agli oggetti).
“È stata l’occasione per presentare il nostro tecnopolo dedicato ai big data e al super calcolo- ha commentato l’assessore Palma Costi -, le eccellenze universitarie presenti in Emilia-Romagna in materia di formazione e ricerca e l’importanza di un tessuto imprenditoriale su settori manifatturieri all’ avanguardia, dove le nuove tecnologie sono realtà e lavorano start up innovative di altissimo contenuto scientifico. L’incontro ha permesso di condividere l’importanza della collaborazione tra la nostra rete regionale di alta tecnologia e gli Emirati, ed è stata l’occasione per invitare il ministro in Emilia-Romagna nel 2019, per stringere rapporti che possano permettere alla regione Emilia-Romagna di essere protagonista ad Expo Dubai 2020”.

Cucchiara ha spiegato, in particolare il lavoro di alta qualità che si sta svolgendo a Modena sulla intelligenza artificiale e l’importanza del centro nazionale di cui è direttrice. 
Tra l’altro è stato bandito proprio ieri il concorso internazionale per la progettazione del Padiglione Italia che, dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021, rappresenterà il nostro Paese all’Esposizione Universale. L’obiettivo del concorso è quello di dar vita a un Padiglione all’avanguardia sotto dal punto di vista innovativo, fortemente attrattivo nei confronti dei visitatori e in grado di esprimere una Italia contemporanea senza dimenticare l’ideale umanistico e lo stile di vita mediterraneo.