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E.ROMAGNA: INTERVENTI RISCHIO IDROGEOLOGICO

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Opere già cantierabili, pronte a partire entro il 2019. Un pacchetto di 89 interventi, del valore di 102 milioni di euro, di prevenzione del rischio idrogeologico e messa in sicurezza del territorio e che riguardano tutte le province, da Piacenza a Rimini. Sono elencati nella lettera inviata dalla Regione Emilia-Romagna al ministero dell’Ambiente per il riconoscimento dei fondi necessari all’avvio dei lavori, così come stabilito nell’accordo con il Governo di poco più di tre settimane fa, tempo utilizzato dagli uffici regionali per chiudere l’istruttoria e mandare al dicastero il materiale richiesto. Così come previsto nell’intesa, la Regione indica tutti gli interventi: dal consolidamento di versanti in frana alla riapertura di strade comunali e provinciali chiuse a causa di cedimenti e dissesti, da nuove arginature alla realizzazione di casse di espansione, dai tagli della vegetazione nei corsi d’acqua al rifacimento di scogliere e opere a protezioni del litorale. Per quanto riguarda la provincia di Bologna, sono previsti 4 progetti per un totale di 2 milioni e 750 mila euro. Si tratta di opere prioritarie per la sicurezza del territorio che, una volta avvenuta l’assegnazione delle risorse, potranno essere appaltate entro il prossimo dicembre e quindi in tempi rapidi, grazie appunto all’attività di progettazione svolta dalle strutture tecniche già nei mesi scorsi. In particolare, per 20 cantieri – valore totale pari a circa 24 milioni e 300 mila euro – si propone l’assegnazione dei fondi stanziati con la legge di bilancio nazionale e già nelle disponibilità del ministero. Per i restanti 69 cantieri, da oltre 77 milioni e 600 mila euro, la Regione chiede invece l’attivazione di ulteriori canali di finanziamento, dando seguito all’impegno assunto dallo stesso ministero lo scorso 19 marzo, incontrando le Regioni. Nel dettaglio, sono previsti 9 interventi a Piacenza (16 milioni 185 mila e 500 euro); 10 a Parma (10 milioni e 630 mila euro); 10 a Reggio Emilia (4 milioni e 700 mila euro); 17 a Modena (20 milioni e 150 mila euro); 21 a Ferrara (18 milioni e 40 mila euro), 4 a Ravenna (12 milioni e 200 mila euro), 8 a Forlì-Cesena (11 milioni e 250 mila euro) e 6 a Rimini (6 milioni e 50 mila euro).

VENETO: REGIONE CRESCE CON MARCIA IN PIU’

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Il Veneto marcia piu’ spedito del resto del Paese quanto ad occupazione, export, vitalita’ di impresa e consumi di energia. L’ultimo numero del bollettino socio-economico della Regione, in rete da domani (http://statistica.regione.veneto.it/), fotografa i segni della ripresa che, in particolare per lavoro e occupazione, raggiungono e superano i livelli pre-crisi. Il Pil veneto nel 2018 e’ cresciuto dell’1,1 per cento, due decimali in piu’ rispetto a quello nazionale; in crescita anche i consumi delle famiglie (piu’ 0,8 rispetto al 2018, a fronte di un piu’ 0.7 nazionale), e gli investimenti fissi (piu’ 4,3 per cento a fronte di un incremento nazionale del 3,4). A crescere e’ stato soprattutto l’export, nonostante il rallentamento del commercio mondiale: nel 2018 il Veneto ha esportato per 63,3 miliardi di euro, il 2,8 % in piu’ rispetto all’anno precedente, toccando il massimo storico. I settori piu’ dinamici sono stati la meccanica, i metalli e i prodotti del comparto moda. Nel settore agroalimentare, che ha esportato per 6,8 miliardi di euro, il leader indiscusso e’ il vino con 2,2 miliardi di euro esportati nel 2018, pari al 37% del totale nazionale. In termini economici il turismo nel 2018 ha segnato una annata da record, con un ulteriore aumento di visitatori (19,6 milioni, piu’ 2,2 %) e di presenze (69,2 milioni, piu’ 0,2 %). Nel 2018 in Veneto l’occupazione e’ cresciuta portando il tasso di occupazione dal 66 % del 2017 al 66,6 %, mentre il tasso di disoccupazione rimane stabile (6,4 %). Il Veneto si trova in condizione di vantaggio rispetto alle altre regioni italiane anche per quanto riguarda i Neet (14,8 %) e la disoccupazione giovanile (21 %): nel 2018 il Veneto e’ la quarta regione italiana per i livelli piu’ bassi di disoccupazione dei 15-24enni e la terza per i Neet, i giovani che non studiano e non lavorano. Un segnale positivo viene anche dal numero dei fallimenti di impresa, che sono calati del 13% rispetto all’anno precedente. In crescita anche i consumi di energia, che hanno superato i 30 mila GWh, recuperando per la prima volta dopo 10 anni i livelli raggiunti nel 2008. Sono aumentati anche il numero delle compravendite immobiliari per uso abitativo (piu’ 8 %, indice doppio rispetto alla media nazionale) e i mutui con ipoteca immobiliare (piu’ 11 %, a fronte del 7 per cento del resto d’Italia). In contrazione, invece, la dinamica imprenditoriale: le imprese artigiane sono diminuite del’1,4 %, cosi’ pure quelle dell’edilizia e costruzioni; in flessione anche le imprese agricole (meno 0,7 %), stabili con lieve tendenza al rialzo quelle dei servizi.

 

UMBRIA, MARINI SI DIMETTE

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La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, si è dimessa. Lo ha comunicato con una lettera inviata alla presidente dell’Assemblea Legislativa, Donatella Porzi.

“Io sono una persona perbene, per me la politica è sempre stata ‘fare l’interesse generale’, da Sindaco della mia Città, da Europarlamentare, ed in questi anni da Presidente di Regione. Quello che sta accadendo non solo mi addolora, ma mi sconvolge e sono sicura che ne uscirò personalmente a testa alta, perché – credetemi – io non ho niente a che fare con pratiche di esercizio del potere che non siano rispettose delle regole e della trasparenza, rifuggendo sempre da consorterie e gruppi di potere – scrive Marini nella lettera di dimissioni, che fa riferimento all’inchiesta sulla sanità umbra -. Le Istituzioni vengono prima delle persone che le guidano e non possono avere ombre che rafforzerebbero il già difficile rapporto di fiducia con i cittadini. Ritengo doloroso, ma giusto, rassegnare ora le mie dimissioni da Presidente della Regione Umbria, perché ritengo di tutelare così l’Istituzione che ho avuto l’onore di guidare, salvaguardare l’immagine della mia regione e della mia comunità, e al tempo stesso avere la libertà di dimostrare la mia correttezza come persona e come amministratore pubblico”.

 

STORIA GAZZETTA DEL POPOLO IN MOSTRA A TORINO

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“La storia del giornalismo, non soltanto torinese ma nazionale, scorre nelle pagine e nelle testimonianze della Gazzetta che vediamo in questa mostra. Non possiamo permettere che un patrimonio storico e culturale di questo genere vada disperso: troviamo una sede che possa ospitare questi preziosi materiali”. 
Con questo appello Luca Rolandi, giornalista e curatore del progetto, ha concluso la presentazione della mostra “Gazzetta del Popolo 135 anni tra storia, giornalismo, cultura” che si è aperta il 18 aprile alla presenza di numerosi giornalisti, grafici, fotografi che lavorarono in quel giornale. 
La mostra storica sul quotidiano torinese che per 135 anni, dal 1848 al 1983, ha raccontato l’attualità italiana è stata introdotta dagli interventi dei molti soggetti che hanno partecipato alla realizzazione del progetto: il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Sergio Soave e Alessandro Bollo presidente e direttore del Polo del ‘900, Daniela Orta responsabile ricerche Museo Nazionale del Risorgimento, Alberto Sinigaglia presidente Ordine dei giornalisti del Piemonte, Stefano Tallia Associazione Stampa Subalpina, Gianfranco Morgando Fondazione Donat-Cattin, Iole Scamuzzi e Mauro Forno Università di Torino.

La realizzazione della mostra è stata possibile grazie alla collaborazione di: Consiglio regionale del Piemonte, Museo Nazionale del Risorgimento, Polo del ‘900, Fondazione Donat-Cattin, Ordine dei Giornalisti, Centro Pestelli, Museo della stampa di Mondovì, Archivio storico della Città di Torino, Università di Torino e la preziosa raccolta del collezionista Giorgio Coraglia.
La mostra “Gazzetta del Popolo. 135 anni tra storia, giornalismo, cultura” – a ingresso gratuito – è articolata in tre sezioni storiche e tematiche:
Al Museo Nazionale del Risorgimento dall’anno della fondazione nel 1848 fino all’intervento dell’Italia nella Grande Guerra nel 1915. In esposizione litografie, prime pagine, bozzetti, inserti, caricature, oggetti che documentano i primi 67 anni di vita del giornale. 
Orario: sempre aperto dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17). Chiuso lunedì 6 e 13 maggio.
Chiusura della mostra: 19 maggio 2019. 

A Palazzo Lascaris gli anni dal 1916 al 1945, il periodo in cui il giornale era allineato con il governo fascista, fino alla Gazzetta d’Italia. In esposizione le pagine del Diorama letterario, i supplementi tematici, le vignette satiriche. Una parte è dedicata alla crisi del giornale del 1974 che portò alla prima sospensione della tiratura, crisi in cui il Consiglio regionale del Piemonte ebbe un importante ruolo di mediazione svolto dal presidente Aldo Viglione.
Orario: dal lunedì al venerdì 9 – 17. Chiuso nei giorni festivi.
Chiusura della mostra: 6 maggio 2019.
Al Polo del ‘900 il periodo tra il 1946 e il 1983. Sono presentate le interviste a chi lavorò alla Gazzetta tra gli anni ‘60 e ‘80, le prime pagine relative ai grandi eventi dal 1945 al 1983, i documenti delle crisi aziendali del 1974, 1981 e del 1983 e il periodo dell’autogestione.
Orario: dal martedì alla domenica 10-18, giovedì 14-22. Lunedì chiuso

Chiusura della mostra: 19 maggio 2019 

In tutte le tre sedi sono presentati video con le interviste a 15 tra giornalisti e grafici, le immagini storiche concesse dalla Teche Rai e dall’Archivio cinematografico della Resistenza sull’inaugurazione della sede in corso Valdocco del 1930, le gite sociali e la crociera con i lettori, il lavoro alla Gazzetta negli anni ’60.

Il catalogo della mostra, coordinato da Alicubi, raccoglie i contributi di: Sergio Soave, Claudio Donat-Cattin, Alberto Sinigaglia, Luca Rolandi, Umberto Levra, Mauro Forno, Bartolo Gariglio, Iole Scamuzzi, Dino Aloi, Ezio Mauro, Giampaolo Boetti, Piero Bianucci, Salvatore Tropea, Gian Mario Ricciardi, Beppe Fossati, Cesare Martinetti, Cenzino Mussa, Giampiero Gramaglia, Lorenzo Gigli, Franco Piccinelli.

Tre momenti di approfondimento arricchiscono il progetto culturale anche in occasione della Giornata della Libertà di Stampa:
Giovedì 2 maggio, alle 21, al Teatro Vittoria (via Gramsci 4 a Torino), lo spettacolo teatrale “NELLIE BLY – a cosa servono le donne” mette in scena la storia di Elizabeth Jane Cochran, in arte Nellie Bly. Giornalista d’inchiesta statunitense di fine ‘800. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria, mail: liberipensatoripaulvalery.com   tel. 349.7808023 – 340.2254582

Lunedì 6 maggio dall 9 alle 13, si svolgerà a Palazzo Lascaris (via Alfieri 15 a Torino) un convegno dal titolo: “LIBERI DI INFORMARE? Dalla Gazzetta del Popolo al City Journalism”, rivolto al pubblico ed ai giornalisti iscritti alla piattaforma Sigef.

Martedì 14 maggio alle 18, nella sede del Coworking Copernico in corso Valdocco 3 a Torino – negli stessi spazi occupati fino al 1981 dalla Gazzetta del Popolo – si terrà un incontro con i testimoni del tempo dal titolo: “LA CASA DELLA GAZZETTA DEL POPOLO: una storia da raccontare”.

VENETO: 400 DOMANDE BANDO IMPRENDITORIA FEMMINILE

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La fase di presentazione delle domande relative al bando rivolto alle donne imprenditrici e alle imprese a prevalente partecipazione femminile approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 235 dell’8 marzo 2019, su proposta dell’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione del Veneto, si e’ chiusa il 18 aprile. Il bando, che prevede uno stanziamento di oltre tre milioni di euro nel 2019, ha registrato piu’ di 400 domande da parte delle imprenditrici venete. “Una straordinaria partecipazione – commenta l’Assessore regionale allo Sviluppo Economico, Roberto Marcato – a dimostrazione che abbiamo colto nel segno rispetto a quanto ci hanno chiesto le associazioni di categoria. Lo scorso anno era stato un successo con oltre 300 domande, ma quest’anno siamo tupiti e molto soddisfatti del riscontro. Soprattutto abbiamo la dimostrazione che il bando offre risposta ad una esigenza concreta delle imprenditrici venete. Questo e’ davvero il nostro 8 marzo nei fatti”. “Si tratta di un segnale importante – sottolinea l’Assessore – espressione della vitalita’ e della voglia di innovarsi dell’imprenditoria femminile veneta, considerato che l’investimento minimo richiesto dal bando e’ di 30mila euro.” L’iniziativa vuole rafforzare e arricchire il tessuto imprenditoriale della Regione nei settori dell’artigianato, dell’industria, del commercio e dei servizi e offre un sostegno concreto e sostanzioso alla capacita’ imprenditoriale delle donne in Veneto, aiutandole a fare impresa.  Il contributo a fondo perduto, per l’acquisto di macchinari, impianti produttivi e altre tipologie di investimenti, rappresenta una buona leva per incentivare i progetti di consolidamento e crescita delle imprese venete a prevalente partecipazione femminile. In Veneto le imprenditrici rappresentano il 27,3 per cento degli imprenditori operativi: una percentuale in continua crescita negli ultimi anni, grazie anche alle politiche regionali.A tal proposito si ricorda il bando a favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile del 2017 e rifinanziato con ulteriori risorse nel 2018, che ha permesso il finanziamento di 307 imprese per un totale di contributi concessi pari ad oltre 5milioni di euro.

 

VENETO: BONIFICA SITI INQUINATI, UN BANDO DA 1 MLN

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Su proposta dell’assessore all’ambiente, la Giunta regionale del Veneto ha approvato un bando attraverso il quale si prevede l’assegnazione di risorse per la bonifica e il ripristino ambientale di siti inquinati. “Riproponiamo l’iniziativa gia’ lanciata lo scorso anno con grandi riscontri – spiega l’assessore Gianpaolo Bottacin – con cui finanziamo un fondo di rotazione destinato ai Comuni veneti che si trovino ad affrontare impellenti e sopravvenute criticita’ ambientali”. Per il 2019 con stanziamenti in la Giunta mette a disposizione un milione di euro, risorse che consentiranno di avviare interventi di bonifica,  di messa in sicurezza di siti di piccola entita’, forma di finanziamento da 50.000 fino a 200.000 euro per azione. “L’obiettivo che ci siamo posti con questo fondo – precisa l’assessore – e’ garantire una rapida ed efficace azione di supporto ai Comuni alle prese con criticita’ ambientali che, pur richiedendo interventi di bonifica o messa in sicurezza contenuti, spesso oggi le amministrazioni non sono in grado di sostenere economicamente”. Gli interventi candidati al finanziamento, che dovranno essere ultimati entro due anni dalla stipula della convenzione collegata, potranno riguardare sia aree di proprieta’ del Comune richiedente il finanziamento, sia aree private ove il Comune territorialmente competente intervenga in sostituzione del soggetto obbligato inadempiente.  Le domande di contributo dovranno essere trasmesse entro 30 giorni dalla data di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Veneto alla Direzione Ambiente, a cui ci si potra’ rivolgere anche per ulteriori informazioni in merito ai contenuti del bando (041.2792143 – [email protected] ). “Si tratta di una delle diverse azioni ambientali che abbiamo programmato per il 2019 – conclude l’assessore -, attraverso cui vogliamo essere vicini alle amministrazioni comunali, certi che questi nostri interventi possano rappresentare un importante boccata d’ossigeno in tempi non facilissimi per le casse di qualsiasi ente pubblico”.

 

E.ROMAGNA: BONACCINI IN VISITA AD APPENNINO FORLIVESE

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La Regione Emilia-Romagna rilancia il proprio impegno a favore dei cittadini che stanno subendo le conseguenze della chiusura del viadotto Puleto sulla E45 e nei prossimi giorni invierà al Governo la richiesta di convocare un tavolo con le tre Regioni interessate – oltre all’Emilia-Romagna anche Toscana e Umbria –  i Comuni e le parti sociali. L’annuncio è stato dato a San Piero in Bagno dal Presidente della Regione Stefano Bonaccini in occasione di un incontro con sindaci, aziende e sindacati convocato proprio per fare il punto sulle iniziative future, dopo il no del Governo a riconoscere lo stato di emergenza nazionale e il mancato stanziamento dei previsti 8 milioni di euro per gli ammortizzatori sociali. Al momento, le uniche risorse arrivate sul territorio restano i 500mila euro già stanziati dalla Giunta regionale per gli indennizzi a quanti – studenti, imprenditori e lavoratori – hanno dovuto fare i conti con maggiori spese o minori introiti per la chiusura della strada. Il relativo bando è stato pubblicato l’11 aprile da parte delle Unioni dei Comuni Valle del Savio e Romagna Forlivese d’intesa con la Regione e per le domande c’è tempo fino al 13 maggio. Non solo: la Regione ha deciso di estendere lo sconto sull’Irap (fino al 50%) a favore delle imprese dei Comuni montani anche a quelle dei Comuni colpiti dall’emergenza: si applicherà a tutte le aziende danneggiate dalla chiusura della E45, che potranno godere automaticamente del beneficio sull’imposta del 2018. L’incontro sulla E45 è stato uno degli appuntamenti della visita nell’Appennino forlivese e cesenate compiuta oggi del presidente della Regione Stefano Bonaccini  insieme al sottosegretario alla Presidenza, nuova tappa di un tour nei territori montani che nelle scorse settimane ha toccato le province di Modena, Reggio Emilia, Parma e Piacenza oltre a Bologna. Un’occasione di confronto con cittadini e istituzioni per rilanciare lo sviluppo di questi territori che devono fare i conti con i rischi di abbandono e spopolamento. Ambiente, viabilità, servizi, ma anche le opportunità legate alle agevolazioni fiscali varate con il Bilancio 2019-2021 approvato dalla Regione, alcuni dei temi al centro degli incontri a Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna, San Piero in Bagno, Santa Sofia, Rocca San Casciano, Portico.  E proprio la riduzione dell’Irap fino al 50% per le aziende e gli esercizi commerciali che operano nei Comuni montani, oltre all’azzeramento per tre anni per quelli di nuova costituzione e le startup, è stata illustrata nel corso dell’incontro con le categorie economiche che si è tenuto a Portico in conclusione della giornata. Un provvedimento interamente coperto da risorse regionali, 36 milioni in tre anni, che guarda proprio alle difficoltà di chi fa impresa in montagna, svolgendo peraltro un ruolo fondamentale di presidio del territorio, a beneficio dell’intera comunità regionale. Il rilancio degli investimenti nei territori Appenninici passa anche dal turismo. Entro l’estate uscirà il bando che stanzia 25 milioni di euro – su tutto il territorio regionale – per la riqualificazione delle strutture ricettive e turistico-ricreative e la costituzione di un fondo di garanzia. I contributi a fondo perduto potranno arrivare fino a un massimo del 20% del costo del progetto, elevabile al 25% per gli operatori delle zone montane.  Uno straordinario concentrato di biodiversità, bellezze naturalistiche e paesaggistiche, che nel 2017 ha ottenuto il riconoscimento Unesco per le Foreste vetuste di faggio (tra le più antiche in Europa) e la Riserva integrale di Sasso Frattino. Ma, anche, un importante strumento di valorizzazione sul piano economico del territorio. E’ il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, che dalla fine del 2018 è privo del direttore e dal luglio scorso anche del presidente. Una nomina in capo al ministero dell’Ambiente che Emilia-Romagna e Toscana hanno sollecitato, proponendo la riconferma del presidente uscente, senza però ottenere alcun riscontro. E proprio i temi legati alla gestione dell’area protetta sono stati al centro di un incontro – a Santa Sofia – con i sindaci dei comuni del Parco e delle Vallate del Ronco-Rabbi, imprenditori e associazioni di categoria. Tra i progetti che puntano a sostenere le opportunità turistiche legate al Parco, Vias animae finanziato dalla Regione con oltre 1,8 milioni di euro (fondi Por Fesr) su un costo totale di 3,3 milioni. Gli interventi, in corso di realizzazione, si concentrano sull’ampia trama di sentieri che si snoda tra il centro abitato di Bagno di Romagnae quello diPremilcuore, passando per Santa Sofia. Previsti anche alcuni interventi strutturali nei centri abitati, tra cui a Bagno di Romagna la riqualificazione dei giardini pubblici del Centro termale, oltre alla rigenerazione della Piazza di Palazzo del Capitano e alla realizzazione di un percorso ciclopedonale per collegare il centro storico alla Fonte del Chiardovo.  Si farà la Casa della Salute di Santa Sofia. Grazie a economie sui precedenti interventi programmati, la Regione finanzierà la realizzazione della struttura: è di 500mila euro lo stanziamento nell’ambito del Programma regionale di sviluppo rurale (interventi per le strutture sociosanitarie nelle aree montane) che permetterà di coprire le spese di ristrutturazione dell’ex casa di riposo. La nuova struttura pubblica offrirà alla popolazione servizi qualificati e comodi da raggiungere.  Il progetto prevede in particolare la realizzazione di un polo unico per i medici di base; l’assistenza anziani; l’attività di assistenza sociale area famiglie, adulti, minori e disabili; lo sportello sociale per persone in difficoltà, l’Informagiovani. Verrà anche realizzato un emporio solidale in collaborazione con associazioni di volontariato e cooperative sociali per la raccolta e la distribuzione di generi alimentari e vestiario a favore di famiglie in difficoltà.Primo appuntamento della giornata, la visita alla scuola secondaria di primo grado “Zappi” a Mercato Saraceno, dove sono in corso gli interventi di adeguamento sismico e riqualificazione energetica sostenuti dalla Regione con uno stanziamento pari a oltre 800mila euro  su un costo complessivo di 1,7 milioni di euro.   L’intervento rientra in un più generale impegno della Regione per la riqualificazione degli edifici scolastici, che da inizio legislatura ha permesso di realizzare quasi 900 interventi su tutto il territorio regionale con un investimento di 350 milioni di euro. Proprio a Mercato Saraceno partirà a maggio l’intervento di messa in sicurezza, adeguamento sismico ed efficientamento energetico della scuola primaria “Ricchi”, anche questo sostenuto da un finanziamento di oltre 800mila euro su un costo di 1,8 milioni. Tra gli interventi che interessano l’Appennino forlivese-cesenate anche quelli nella palestra presso la sede distaccata del Liceo scientifico “Righi” a Bagno di Romagna (560mila euro su oltre 800mila) e sempre a Bagno il progetto per la realizzazione della nuova scuola “Valgimigli” (oltre 2,8 milioni su un importo di 4,2 milioni). Tre, infine, gli interventi di manutenzione straordinaria e adeguamento strutturale finanziati a Sarsina, alle scuole “Plauto”, “Giovanni XXIII” (nell’abitato di Ranchio)e “Giovanni Paolo II”. 

FVG: UN BANDO DA 5,6 MLN PER INNOVAZIONE

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Oltre 5,6 milioni di euro a favore delle imprese per investimenti in innovazione e industrializzazione dei risultati di ricerca. Li ha deliberati la giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, su proposta dell’assessore alle attività produttive, Sergio Emidio Bini nel corso dell’ultima seduta dell’esecutivo apportando una modifica al Programma operativo regionale 2014-2020.  Il provvedimento riguarda lo storno di risorse finanziarie dall’originaria linea di intervento 1.4.a del Por-Fesr, destinate inizialmente alla costituzione di un fondo di venture capital per le start up innovative, a favore invece dell’azione 1.2 “interventi di innovazione e industrializzazione della ricerca”. Questa modifica è legata al fatto che si sta prefigurando un rischio di mancato utilizzo delle risorse, a seguito delle difficoltà nel reperire sul mercato un gestore del Fondo.  La modifica assicura così l’assorbimento dell’intera posta, che verrà poi messa a disposizione attraverso un nuovo bando di prossima emissione. Le risorse verranno destinate ad un ambito strategico molto rilevate quale quello degli investimenti in innovazione e industrializzazione dei risultati della ricerca.  I 5,6 milioni andranno quindi ad aggiungersi a quanto già inizialmente previsto nella linea “gemella” 1.4.b; in essa erano già stati stanziati dapprima 1,5 milioni di euro, diventati in seguito 3,9 milioni, per gli aiuti a fondo perduto sugli investimenti e il sostegno ai costi di avvio delle attività delle imprese innovative.