Giovedì 5 luglio alle 17 a Palazzo Lascaris si inaugura la mostra fotografica MigrEye, un occhio aperto sulle migrazioni del passato e del presente.
L’esposizione presenta circa 80 fotografie scelte tra le immagini più significative scattate da Mauro Raffini in Piemonte negli ultimi quarant’anni, sulle migrazioni di ieri e di oggi. E’ stata realizzata in collaborazione con l’AMMI (Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali).
L’esposizione è suddivisa in tre sezioni e mostra il fenomeno migratorio degli ultimi cinquant’anni attraverso gli occhi attenti al particolare del fotografo d’attualità.
Un viaggio a ritroso che parte dai volti a colori in primissimo piano dei migranti di oggi che vivono nei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) e dei mediatori culturali, per arrivare agli “extracomunitari” che giungevano dai paesi dell’Est e dall’Africa settentrionale negli anni ’90, fino alle immagini degli italiani che negli anni Settanta arrivavano a Torino dal profondo sud e vivevano nelle case fatiscenti di Porta Palazzo o dell’estrema periferia della città.
La mostra è visitabile a Palazzo Lascaris (via Alfieri 15 a Torino) dal 6 luglio al 7 settembre 2018 (escluso il 16 e 17 agosto)
Ingresso gratuito.
Orario: dal lunedì al venerdi 9 -17
Giovedì 5 luglio alle 17 all’inaugurazione partecipano:
Nino Boeti, presidente del Consiglio regionale del Piemonte
Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione, Blenti Shehaj, presidente Associazione Multietnica dei Mediatori Interculturali (AMMI), Donatella Giunti, funzionaria Area Immigrazione Prefettura di Torino,Mauro Raffini, fotografo autore della mostra.
PIEMONTE: MOSTRE, “MIGREYE – UN OCCHIO APERTO SULLE MIGRAZIONI”
ROSSI LANCIA A BRUXELLES APPELLO CONTRO RAZZISMO
L’Europa faccia proprio l’appello contro il razzismo partito da Firenze. E’ questo l’invito che il presidente della regione Toscana Enrico Rossi ha lanciato oggi a Bruxelles nel corso della seduta del Comitato delle regioni, ricevendo subito le prime autorevoli adesioni: quella di Juan Espadas Cejas, Sindaco di Siviglia e di Francois Decoster, presidente della delegazione francese al Comitato delle Regioni.
Rossi, rivolgendosi direttamente al presidente dell’assemblea Karl Heinz Lambert, ha anche chiesto di dedicare al tema della lotta al razzismo una delle prossime sessioni plenarie del comitato delle regioni: “E’ molto importante – ha detto – dedicare una riflessione corale al tema della lotta al razzismo e ai valori fondanti dell’Unione europa per non tornare, in forme nuove, a rivivere quel passato che credevamo archiviato per sempre”.
Nel suo intervento Rossi ha poi rapidamente illustrato i contenuti dell’appello lanciato la settimana scorsa insieme al sindaco di Firenze Dario Nardella: “Contro il razzismo e l’estrema destra bisogna reagire con coraggio. Questo appello è un invito a mobilitarci tutti insieme”.
Il presidente ha evidenziato, all’origine di questo intervento, “i pericoli di campagne e slogan sempre più dilaganti che in Europa strumentalizzano le ansie, le paure, le fragilità dei cittadini, spingendoli verso l’odio e il disprezzo degli altri, in particolare degli immigrati, che individuano i capri espiatori in una o in un’altra etnia, che vedono nelle frontiere e nei muri da alzare una soluzione”. “Il razzismo è la radice di questo fenomeno ” ha sintetizzato.
Il presidente ha poi ricordato come all’appello partito da Firenze abbiano già aderito tantissimi cittadini, esponenti della politica e della cultura e tanti sindaci.
E.ROMAGNA: ALLEANZA REGIONE E SLOW FOOD
Si consolida e arricchisce di nuovi contenuti la collaborazione tra Regione Emilia-Romagna e Slow Food per recuperare e promuovere le produzioni agroalimentari locali di qualità a rischio di scomparsa e valorizzare il patrimonio di tradizioni enogastronomiche locali. Un’alleanza ad ampio raggio, quella tra la Regione e l’associazione internazionale del “cibo buono, pulito e giusto per tutti”, che fa perno anche sui temi della salvaguardia della biodiversità e dell’agricoltura sostenibile e destinata a trovare nuova spinta dalla costituzione nelle prossime settimane di un gruppo di lavoro misto che avrà il compito di definire il programma delle iniziative da realizzare insieme nel prossimo biennio. Intanto, però, altri quattro Presidi di Slow Food vanno ad aggiungersi ai tredici riconosciuti in Emilia-Romagna, piccoli ma preziosissimi gioielli dell’agroalimentare di qualità: la Pecora cornigliese di Parma, il Carciofo violetto di San Luca, nel bolognese, la Ciliegia Moretta di Vignola (Mo) e la Pesca dal buco incavato di Massa Lombarda (Ra). Le iniziative comuni che verranno decise seguiranno a quelle già previste dal protocollo di intesa siglato nella primavera scorsa. Un documento che, accanto allo studio di progetti comuni per far conoscere al grande pubblico e ampliare il patrimonio dei prodotti tradizionali di alta qualità, i cosiddetti “Presidi Slow Food”, mette l’accento anche sulla formazione professionale, per consentire ai piccoli produttori di acquisire un bagaglio di conoscenze ed esperienze necessario per confrontarsi con il mercato globale, oltre ad insistere sull’educazione dei giovani.
Al riguardo è già stato definito un calendario di incontri negli istituti agrari per sensibilizzare gli studenti sull’importanza della biodiversità e della sostenibilità delle produzioni. E tra le prossime iniziative c’è la partecipazione della Regione all’edizione 2018 di Terra Madre – Salone del gusto, la maxi-kermesse internazionale organizzata da Slow Food che si svolgerà dal 20 al 24 settembre al Lingotto di Torino. Obiettivi della collaborazione e progetti in cantiere sono stati illustrati dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e dal fondatore e presidente dell’associazione internazionale, Carlo Petrini, in una conferenza stampa che si è svolta questa mattina in viale Aldo Moro, a Bologna. All’incontro hanno partecipato anche l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, e il presidente regionale di Slow Food Emilia-Romagna, Raffaela Donati. “L’Emilia-Romagna- ha sottolineato Bonaccini- è la regione italiana ed europea con il più ricco paniere di produzioni di qualità, per un fatturato alla produzione che nel 2016, secondo il rapporto Qualivita-Ismea, ha sfiorato i 2,75 miliardi di euro. In più possiamo vantare circa 400 specialità iscritte nell’elenco dei prodotti tradizionali, dalle paste fresche alla biscotteria, per finire con i formaggi, le carni e i condimenti. Nessuno più di noi è quindi titolato per candidarsi ad esercitare un ruolo guida nelle politiche a sostegno delle specialità artigianali di altissimo pregio, in grado di arricchire la nostra già amplissima offerta di produzioni a marchio Ue”.
“L’obiettivo – si legge ancora – è quello di lanciarli e promuoverli sui mercati nazionali ed internazionali, facendoli conoscere ed apprezzare dai consumatori, anche perché l’Emilia-Romagna può vantare un binomio forte – agricoltura e cibo – che va nel solco della tradizione, secondo modelli di produzione sostenibili che da sempre sono rispettosi del sapere artigiano, della salvaguardia dell’ambiente e di una migliore qualità della vita. Senza dimenticare l’impegno più generale e globale, per noi essenziale, contro il cambiamento climatico, che vede l’Emilia-Romagna insieme a numerosi governi locali a livello internazionale”. “La collaborazione con la Regione Emilia-Romagna- ha rimarcato Petrini- è per noi un passo ambizioso. Da un lato per informare e coinvolgere sempre di più e meglio i consumatori, dall’altro perché vuol dare risalto a due figure fondamentali: i produttori agroalimentari e i giovani. Senza dimenticare l’esigenza di un diverso rapporto tra città e campagna e di un’agricoltura rispettosa delle risorse ambientali, della biodiversità e del benessere animale. Oggi parlare di cibo vuol dire tutto questo. Siamo contenti di avere come interlocutore privilegiato la Regione Emilia-Romagna, per far sì che le idee del nostro movimento possono camminare anche su gambe altrui”. (ITALPRESS).
VENETO: SCREENING MAMMELLA PERSONALIZZATO
La Regione Veneto, come annunciato recentemente dal Presidente Luca Zaia, compie un significativo passo avanti verso una ancora maggiore incisività dell’attività di screening contro il tumore alla mammella, puntando alla personalizzazione della prevenzione con un Progetto Pilota (“screening taylored”) che sarà realizzato dall’Istituto Oncologico Veneto-IOV e coinvolgerà inizialmente 10.000 donne giovani, tra i 45 e 46 anni, residenti nelle Ullss 5 Polesana e 6 Euganea. Lo ha deciso oggi la Giunta regionale, approvando una delibera proposta dall’Assessore alla Sanità Luca Coletto, che stanzia anche 100.000 euro per il 2018 e 100.000 per il 2019. “E’ un progetto biennale – dice Coletto – dal quale trarremo indicazioni di risultato per poter eventualmente decidere l’estensione temporale dell’età coinvolta e l’allargamento ad altri ambiti regionali, non escludendo nemmeno la copertura totale del nuovo metodo preventivo se, come mi auguro, ne emergeranno la reale efficacia e la sostenibilità organizzativa. Già oggi, abbinando prevenzione e cura, in Veneto raggiungiamo tassi di guarigione superiori al 90%, ma se possiamo aggredire e abbassare quel 10% che manca non ci tireremo indietro”. Il monitoraggio dei risultati raggiunti dallo screening personalizzato (“taylored”) sarà a cura della Direzione Prevenzione della Regione, che si avvarrà dell’Unità Operativa Complessa Screening e Valutazione Impatto Ambientale di Azienda Zero, in capo alla quale è posta la somma da erogare allo IOV.
“Puntiamo – precisa Coletto – a superare i limiti della mammografia tradizionale, pur presenti, nelle mammelle tecnicamente definite ‘dense’, integrando l’imaging mammografico con l’ecografia e poi applicando a ogni singola donna sei diversi protocolli personalizzati e abbinati a una valutazione di rischio aggiornata ad ogni accesso della donna”. La stratificazione del rischio è suddivisa in diversi profili: profilo zero (rischio inferiore al 17%); profilo uno (rischio tra 17% e 30%); profilo due (rischio pari o superiore al 30%); profili tre e quattro (alto rischio genetico). I protocolli di screening personalizzati saranno sei. Profilo zero, tomosintesi ogni due anni; profilo uno e mammella adiposa, tomosintesi ogni due anni; profilo uno e mammella densa, tomosintesi ed ecografia annuali; profilo due e mammella adiposa, tomosintesi ed ecografia annuali; profilo due e mammella densa, mammografia, ecografia e risonanza annuali; profili tre e quattro, mammografia, ecografia e risonanza annuali.
FVG: IMMIGRAZIONE, FEDRIGA “BENE CONTROLLI CONFINI”
Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, si dichiara “molto soddisfatto per l’avvio dei controlli straordinari in prossimità degli ex valichi di confini nelle provincie di Trieste e Gorizia”. “Il proficuo dialogo instaurato con il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, gli ottimi rapporti con la Slovenia e il prezioso quanto puntale contributo di tutte le Forze dell’Ordine coinvolte – evidenzia Fedriga – ha portato al rafforzamento delle operazioni di verifica nei punti di possibile maggiore ingresso e transito del flusso migratorio irregolare”. “Riteniamo – aggiunge il governatore – che sia stata imboccata la strada giusta per garantire sicurezza ai nostri cittadini e minore pressione su un territorio, il nostro, già messo a dura prova dalla presenza di migliaia di richiedenti asilo”. “Ora – conclude Fedriga – si tratta di proseguire con tutte le iniziative da porre in atto per fronteggiare questo fenomeno che, con il blocco in atto sulla rotta Mediterranea, potrebbe pericolosamente rilanciare la via dei Balcani”. “Se è vero – conclude il governatore, facendo anche riferimento alla linea dura annunciata dalla neo insediata presidenza austriaca del Consiglio Ue – che si deve arrivare all’eliminazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari, si deve lavorare pure allo smantellamento dell’attuale modello di accoglienza, promuovendo l’apertura di centri per il rimpatrio che non consentano la libera circolazione di chi vi permane”.
FVG: PIANO LAVORO SICURO PROROGATO AL 2020
Prorogato fino al 31 dicembre 2020 il Piano straordinario lavoro sicuro, varato dalla giunta nel gennaio 2014, in seguito alla tragedia accaduta il 1° dicembre 2013 in un’azienda del macrolotto di Prato, in cui persero la vita sette lavoratori di origine cinese. La proroga è stata decisa dalla giunta, con una delibera approvata nel corso di una delle ultime sedute. L’investimento dal 2018 al 2020 sarà di oltre 10 milioni.
Il Piano straordinario lavoro sicuro era stato varato nel gennaio 2014, con scadenza il 31 marzo 2017. Già a fine 2016 era emersa la necessità di dare continuità al Piano e proseguire con i controlli e le azioni messe in atto. La fase 2 ha avuto inizio nel maggio 2017, con scadenza il 31 marzo 2019. La delibera di recente approvata lo proroga di ulteriori 21 mesi, fino al 31 dicembre 2020. Il Piano straordinario lavoro sicuro aveva fatto seguito all’impegno assunto dalla Regione Toscana in seguito, appunto, alla tragedia del macrolotto di Prato del 1° dicembre 2013. Un episodio gravissimo, in un contesto imprenditoriale caratterizzato da un diffuso profilo di illegalità a partire dalle carenze per la sicurezza dei lavoratori collegate a ricorrenti situazioni di promiscuità tra ambienti di vita e di lavoro, con intere famiglie che dormivano e mangiavano accanto al posto di lavoro. Occorreva quindi mettere in campo un’azione straordinaria, capace di innescare rapidamente un processo di progressiva legalizzazione, partendo dal tema cruciale della sicurezza nell’area centrale della Toscana dove si concentra la gran parte di queste aziende (l’88,9% delle imprese a conduzione cinese presenti in Toscana nel 2014, corrispondenti in base al censimento condotto tramite le Camere di Commercio a 7.700, di cui 4.000 nel territorio pratese, 2.100 in quello fiorentino, 1.300 nell’empolese, 300 nel pistoiese).
“Dopo il rogo di Teresa Moda del 2013 abbiamo voluto affrontare in maniera decisa la situazione di illegalità di molte imprese, soprattutto nella zona di Prato – dice il presidente Enrico Rossi – Abbiamo assunto operatori qualificati, fatto controlli a tappeto, e siglato un’intesa con la Prefetture di Firenze, Prato e Pistoia per il coordinamento delle attività di controllo svolte dalle Asl con quella delle foze dell’ordine e di tutti gli altri soggetti che hanno competenza in materia di controllo nei luoghi di lavoro. E’ stata un’azione congiunta, una sinergia che ha dato buoni risultati, sia in termini di emersione dal sommerso e dal nero, chiusura delle attività illegali, superamento delle condizioni di pericolo e insicurezza per i lavoratori, che di sanzioni pagate e nuove entrate per lo Stato – sottolinea Rossi -; processi che stanno avendo un importante effetto di resilienza per l’intero comparto del pron to moda e di consolidamento dell’integrazione e della convivenza della comunità cinese di Prato, della piana e della Toscana centrale. Per questo abbiamo deciso di prorogare il Piano fino alla fine del 2020”. Nella prima fase del progetto, che ha preso il via il 2 settembre 2014 e si è conclusa il 31 marzo 2017, sono stati assunti a tempo determinato 74 tecnici della prevenzione (che hanno frequentato appositi corsi di formazione) e sono state controllate 8.257 imprese a conduzione cinese, a fronte delle 7.700 programmate. Nell’aprile 2017 è partita la fase 2: dal 1° aprile al 31 dicembre 2017 sono state ispezionate 1.765 imprese.
I controlli eseguiti finora hanno mostrato la necessità di proseguire con i controlli, per consolidare i risultati raggiunti. Il bilancio di questi primi quattro anni è sostanzialmente positivo, emerge senz’altro una significativa tendenza al miglioramento. Tendenza che però appare ancora fragile, perché nella maggior parte dei casi la messa in regola non è preventiva, ma conseguente ai controlli, e quindi non si è ancora pienamente affermata una vera responsabilizzazione degli addetti, che solo dopo i controlli si mettono in regola, pagando le sanzioni (3.140.000 euro la somma incassata nel 2017). Da qui la decisione di prorogare la durata del Piano fino al 31 dicembre 2020, anche in coerenza con la conclusione dell’anno solare dell’attuale legislatura, con la durata del Piano strategico regionale 2016-2020 per la sicurezza sul lavoro, e con la durata del protocollo d’intesa tra Regione Toscana e Procure della Repubblica siglato a supporto del Piano lavoro sicuro. In questo periodo sarà mantenuta l’intensità di controllo già prevista per la fase 2.Il piano finanziario per la copertura dei controlli fino al 31 dicembre 2020 è di 10.341.000, di cui: 8.880.000 spese per il personale, 1.281.000 mediazione culturale e linguistica, 180.000 noleggio mezzi di servizio. Al 31 dicembre 2017 nelle casse dalle Asl Toscana centro ci sono ancora 2.688.146 euro; quindi la somma che Regione Toscana metterà per concludere il Piano entro il 31 dicembre 2020 è di 7.652.854. (ITALPRESS).
VENETO, 6 MLN PER DISOCCUPATI E OVER 50
VENEZIA (ITALPRESS) – Sei milioni di euro anti-poverta’: questo il significato del provvedimento approvato oggi dalla Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore al lavoro Elena Donazzan, per l’inclusione sociale e l’inserimento lavorativo di disoccupati di lunga durata, in particolare gli ultra cinquantenni a bassa qualifica e con reddito minimo o che percepiscono il Rei, il reddito minimo di inserimento. La Giunta regionale mette a bando risorse del Fondo sociale europeo – 6 milioni di euro a valere sul biennio 2018-20 – per sostenere progetti integrati di partenariato tra enti, finalizzati a creare percorsi e opportunita’ di lavoro per chi un lavoro non ce l’ha piu’ ed e’ a rischio poverta’. “Si tratta di azioni integrate di coesione territoriale che il Veneto ha collaudato, incentivando il connubio tra la responsabilita’ sociale di impresa e la capacita’ dei territori di fare squadra – dichiara l’assessore Donazzan – Enti di formazione, amministrazioni comunali, fondazioni bancarie, cooperative sociali, aziende sanitarie e realta’ profit e non profit dei diversi territori provinciali uniscono le forze e le risorse e creano progetti di partenariato che offrono una opportunita’ di formazione e di lavoro a disoccupati di lunga durata. La Regione contribuisce, attingendo alle risorse del Fondo sociale europeo per l’inclusione sociale”. Dall’inizio della sperimentazione, avvenuta nel corso della programmazione FSE 2007-2013, sono stati finanziati complessivamente 25 progetti per un totale di circa 17 milioni che hanno visto il coinvolgimento di 2.293 partner di cui 416 Comuni e unioni di Comuni e 1.311 aziende. I soggetti svantaggiati coinvolti sono stati circa 2.500. Il bando, che sara’ reso pubblico alla fine del mese di luglio, dettagliera’ la tipologia di interventi finanziabili, la durata e le misure di supporto, la quota minima di cofinanziamento da parte dei soggetti privati e le modalita’ di presentazione dei progetti da parte degli enti accreditati, i quali avranno a disposizione ottanta giorni di tempo per avanzare le proposte. “I sette progetti che andremo a finanziare (uno per provincia) potranno prevedere – anticipa l’assessore – tirocini lavorativi, progetti di formazione e di ri-orientamento che accompagnino ad una vera occupazione, idee di autoimprenditorialita’, servizi alle imprese per aiutarle ad assumere persone disabili, borse di lavoro per occupazioni socialmente utili: i progetti territoriali saranno misurati sulla base dei costi-standard e valutati per la loro ricaduta occupazionale e sociale. L’obiettivo e’ offrire dignita’ e lavoro ai disoccupati senza reddito, superando il mero contributo assistenziale e stimolando percorsi personali e sociali di promozione e di responsabilita’”. (ITALPRESS).
TOSCANA, AL VIA PROGETTO PER REGIONE PIÙ “CARDIOPROTETTA”
I dati parlano chiaro: ad oggi in Toscana su una popolazione di poco piu’ di 3 milioni e mezzo di persone, gli arresti cardiaci sono stati nel 2017 oltre 3.000, di cui
quelli portati in ospedale in vita sono circa il 23%. I tempi di intervento delle strutture del 118, 15 minuti per una realta’ orograficamente complessa come quella Toscana, sono allineati a valori di alta qualita’ e inferiori alla media nazionale fissata dai Lea in 18 minuti. Nonostante questo ottimo livello, stiamo investendo in organizzazione al fine di migliorarli, ma questo
sappiamo che non sara’ mai sufficiente al fine di garantire un esito positivo a questi eventi di arresto cardiaco”. Cosi’ l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Stefania
Saccardi, che stamani ha aperto i lavori dello start up meeting del progetto regionale “iCuore”, nella tenuta di San Rossore a Pisa. “La strategia regionale – ha detto ancora l’assessore –
punta alla cardio protezione del territorio, investendo in due direzioni fra loro collegate, la formazione dei cittadini al fine di creare le condizioni di facile intervento da parte di personale
non sanitario nei casi di arresto cardiaco, la diffusione e geo-localizzazione degli apparati di defibrillazione semiautomatici. Il binomio persone formate e disponibilita’ dei defibrillatori e’ elemento fondamentale per poter garantire, sotto la regia del 118, interventi rapidi e capaci di ridurre i danni da arresto cardiacoVogliamo aumentare in modo sensibile il livello di
cardio protezione della Toscana e questo po tremo farlo solo attraverso una piena collaborazione con tutti i soggetti”. iCuore rappresenta un modello organizzativo di coinvolgimento dei cittadini negli interventi del 118 in caso di arresto cardiaco improvviso, aumentando la probabilita’ di sopravvivenza attraverso l’utilizzo dei defibrillatori. Attraverso una piattaforma digitale integrata, iCuore consente di gestire il processo di accreditamento dei soggetti che svolgono la formazione (Provider), l’organizzazione dell’offerta formativa, l’esecuzione dei corsi per cittadini e sanitari, il rilascio degli attestati e la creazione di una banca dati degli esecutori sia laici che sanitari. All’interno dello stesso sistema viene gestito il ciclo di vita degli apparati di defibrillazione (DAE) dalla loro distribuzione sul territorio alla gestione e utilizzo in caso di evento. La Regione, con la legge regionale 68 del 2015, ha
introdotto l’obbligo dei defibrillatori in tutti gli impianti sportivi e la compresenza di personale abilitato al loro utilizzo e ha varato il regolamento 38/r del 22 Giugno 2016 in attuazione
della legge. Inoltre e’ stata promossa su tutto il territorio la formazione di personale non sanitario attraverso l’accreditamento di soggetti formatori. Ad oggi le persone formate sono oltre 50.000 ed i soggetti formatori privati accreditati sono 69. Si sta procedendo a iniziative tese alla diffusione dei defibrillatori, alla loro geo referenziazione e gestione del loro ciclo di vita
dalla installazione al loro utilizzo, consentendo di tenere sotto controllo la loro reale disponibilita’. iCuore rappresenta per la Regione la strada per migliorare il livello di cardio protezione della Toscana, nella convinzione che piu’ persone formate, piu’ disponibilita’ dei defibrillatori sul territorio voglia dire maggiore possibilita’ di sopravvivenza e qualita’ nella vita delle persone oggetto di arresto cardiaco. Quella di oggi a San Rossore e’ stata una prima iniziativa di avvio del progetto, ulteriori iniziative saranno promosse e avviate per diffondere una nuova cultura di intervento precoce in casi di arresto cardiaco. Saranno oggetto di intervento i settori prioritari della scuola, dello sport e dei gestori dei luoghi ad alta affluenza di pubblico. Nella consapevolezza che in grande maggioranza gli arresti cardiaci avvengono nelle abitazioni, la Regione promuovera’ campagne di sensibilizzazioni mirate. Il Comune di Firenze e la citta’ metropolitana hanno aderito alla iniziativa regionale iCuore, mettendo a disposizione risorse e competenze, come esempio di collaborazione istituzionale al servizio della salute dei cittadini.









