“Sono convinto che sia utilissimo condividere in futuro con i soggetti di riferimento nel campo del diritto e della giustizia amministrativa la trattazione di temi che corrispondono alle esigenze della Regione”.
È il messaggio che l’assessore ad Autonomie locali, Sicurezza e Politiche comunitarie del Friuli Venezia Giulia, Pierpaolo Roberti, ha rivolto a Trieste, nel palazzo della Regione, al Tar regionale, all’associazione degli Avvocati amministrativisti e al mondo accademico del territorio (in questo caso l’Università di Udine), organizzatori del convegno “Cure all’estero? Per un servizio sanitario pubblico transfrontaliero nell’Euroregione Nord Adriatico”.
“Non intendiamo limitarci a ospitare convegni importanti come questo – ha osservato Roberti, intervenendo nell’assise – ma avviare una collaborazione che porti a uno scambio di conoscenze condivise su un’ampia gamma di temi che si riflettono sulla vita dei cittadini, come la sanità”.
Il convegno, condotto da Umberto Zuballi, già presidente del Tar Fvg, conta su relatori provenienti da Italia, Slovenia e Croazia.
Come ha spiegato Marcello Fracanzani, docente dell’Università di Udine e giudice della Corte di Cassazione, “lo scenario è la creazione nell’area dell’Euroregione altoadriatica di un sistema di cure sanitarie transfrontaliere a costi sostenibili e qualità eccellente, capace di ottimizzare i presidi esistenti”. A titolo di esempio, ha detto Fracanzani, “diventa più facile investire in impianti costosi negli ospedali d’area quando si fa riferimento a un bacino più ampio composto da almeno 3 milioni di pazienti italiani, sloveni e croati”.
Proprio nel corso del convegno, la presidente del Tar Fvg, Oria Settesoldi, ha reso noto che “il Tar ha ottenuto il beneplacito formale del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa a entrare a far parte della costituenda associazione che porterà avanti lo studio comparato di diritto amministrativo tra Italia e Paesi confinanti”.
Se i presupposti normativi per la sanità transfrontaliera risiedono, come ha ricordato Marcella Gola dell’Università di Bologna, nei principi della libera circolazione delle persone e dei servizi, il professor Leopoldo Coen dell’Università di Udine ha osservato che il Friuli Venezia Giulia è in una posizione favorevole grazie all’autonomia del proprio servizio sanitario regionale, cui si aggiunge l’ampia autonomia goduta per statuto dalle Aziende di assistenza sanitaria che consente loro “di stipulare accordi direttamente con aziende d’oltre confine”.
Coen si è soffermato sull’esperienza del punto nascita di Nova Gorica, che fa da riferimento anche per i pazienti di Gorizia, e in generale alla sperimentazione della sanità transfrontaliera isontina che, ha evidenziato, fronteggia modelli disomogenei tra Italia e Slovenia sotto il profilo assicurativo ai fini dei rimborsi e sotto il profilo dell’accreditamento delle strutture.
Nuovi interventi normativi, in questa fase, sono sconsigliabili secondo Coen, perché “spesso imputiamo alle leggi ciò che in realtà è deficit di organizzazione”.
Il convegno odierno ha goduto anche del patrocinio del Comune di Trieste, rappresentato dall’assessore ai Servizi e alle Politiche sociali, Carlo Grilli.
FVG: ROBERTI “PIÙ SCAMBI CONOSCENZE CON SOGGETTI DIRITTO”
EMILIA ROMAGNA, 55 MLN PER SISTEMA PRODUTTIVO
In arrivo 55 milioni per investimenti e progetti a sostegno del sistema economico produttivo e della ricerca dell’area colpita dal sisma del 2012. Il presidente della Regione e commissario delegato alla Ricostruzione, Stefano Bonaccini, nelle prossime settimane adotterà gli atti necessari per destinare e utilizzare queste risorse, derivate da risparmi realizzati in questi anni durante la ricostruzione stessa.
Ad annunciare la disponibilità dei fondi è l’assessore regionale alle Attività produttive e alla Ricostruzione, Palma Costi, durante il convegno “Fare impresa. Ricostruzione, innovazione e comunità” oggi a Mirandola, in provincia di Modena.
“Si tratta di un’ulteriore spinta a un territorio che ha saputo in meno di sei anni ricreare le basi per rilanciare la propria identità e l’economia per affrontare le sfide future. Con queste nuove risorse- sottolineano il presidente Bonaccini e l’assessore Costi- finanzieremo ulteriormente la ricerca industriale ma anche le piccole medie imprese, l’artigianato, il commercio e il turismo e le libere professioni con priorità per le attività nei centri storici. Nel suo complesso, l’intera area del sisma è oggetto di un piano strategico che la mette in condizione di continuare ad avere un ruolo importante nel sistema economico e territoriale regionale, nelle reti nazionali e internazionali della competitività”.
A sei anni dal terremoto che nel 2012 ha colpito l’Emilia, la due giorni di studio a Mirandola è stata l’occasione per raccontare come il sistema economico abbia avuto capacità di reazione e progettazione, riflettendo anche sui fattori specifici della ricostruzione per renderla replicabile e applicabile in altri territori con analoghe situazioni d’emergenza. Istituzioni regionali, nazionali e internazionali, professionisti, tecnici, rappresentanti del mondo imprenditoriale locale si sono confrontati non solo sullo stato d’avanzamento del processo di ricostruzione ma soprattutto sulle trasformazioni e le innovazioni che hanno modificato il sistema produttivo.
Oltre 40 milioni di euro, la maggior parte delle risorse messe in campo, saranno destinati attraverso un apposito bando a favorire la rivitalizzazione delle aree colpite col rilancio economico e produttivo. Saranno ammessi interventi finalizzati al rientro e/o al riavvio delle attività economiche già esistenti al momento del sisma, oppure di riconversione, qualificazione, ampliamento, realizzati da imprese insediate anche successivamente al sisma, che abbiano l’obiettivo di aumentare il grado di attrattività dell’area. I contributi saranno a fondo perduto, con una percentuale minima del 35% della spesa ammissibile, elevabile al 45% in particolari casi. Circa 15 milioni di euro andranno a sostenere gli investimenti nella ricerca per le imprese che intendano creare o sviluppare un laboratorio di ricerca e sviluppo al proprio interno, o che gestiscano direttamente un laboratorio di ricerca a servizio di altre imprese per incentivare progetti di ricerca e sviluppo delle Pmi. L’obiettivo è quello di stimolare l’attività di ricerca per interventi finalizzati alla qualificazione e ammodernamento di laboratori esistenti o realizzare nuovi laboratori di ricerca e sviluppo.
Infine, una quota di risorse servirà a finanziare ulteriori 23 progetti scorrendo la graduatoria del bando turismo, commercio e cultura (approvato nel 2016 e finanziato con risorse europee del Por Fesr) che si sommano ai 210 progetti già finanziati lo scorso anno, con oltre 22,5 milioni di euro.
Le nuove risorse sono destinate a progetti che riguardino i Comuni del cratere, già destinatari in passato di risorse analoghe.
VENETO: RIFIUTI, COLLABORAZIONE CON CARABINIERI E ARPAV
La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’assessore all’Ambiente, ha deliberato oggi la prosecuzione del rapporto di collaborazione tra la Regione, l’ARPAV e il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente in materia di attività di vigilanza e controllo sul trasporto dei rifiuti.
“Si tratta di un provvedimento – spiega l’assessore – con cui confermiamo lo schema del Protocollo d’Intesa, con validità triennale, che avevamo già approvato a dicembre, per un miglior coordinamento rispetto alle azioni da intraprendere in materia di trasporto dei rifiuti. L’iniziativa, partita qualche anno fa con l’obiettivo di agevolare e intensificare la collaborazione tra enti nelle varie operazioni di controllo, ha già avuto degli indubbi esiti positivi conseguiti grazie alla sinergica attività di vigilanza e controllo messa organicamente in atto. Con il nuovo protocollo perfezioniamo ulteriormente tale collaborazione già rodata nel tempo con l’obiettivo di combattere ogni tipo di illecito nella gestione dei rifiuti”.
“In Veneto sono oltre un migliaio le aziende del settore – prosegue l’assessore – e in tal senso è fondamentale sviluppare appositi programmi oltre che di controllo anche in materia di prevenzione, tra cui i rischi che possono derivare dagli incendi, come nel caso avvenuto ieri a Sant’Angelo di Piove di Sacco. Per questo, oltre al rapporto con i NOE e ARPAV, ho voluto nei mesi scorsi avviare un tavolo di lavoro che coinvolgesse anche i vigili del fuoco, l’Università di Padova e i sindaci, tramite l’Anci. Oltre all’individuazione delle cause e delle responsabilità, è infatti fondamentale il coordinamento tra i soggetti istituzionalmente preposti all’attuazione delle procedure di emergenza, garantendo così interventi più efficaci e tempestivi ed un’informazione coerente nei confronti della popolazione”.
“Ma non solo, vogliamo altresì dotare le amministrazioni comunali di apposite linee guida – conclude l’assessore – attraverso cui tenere informati i cittadini nelle emergenze ambientali e sanitarie che riguardano il loro territorio”.
FVG, FEDRIGA: “DIFENDERE SPECIFICITA”
Orgogliosa valorizzazione della specificità del Friuli Venezia Giulia, ma anche apertura a sinergie con altre regioni italiane e Paesi esteri, sicurezza, salute, welfare più snello, sviluppo economico e infrastrutturale, controllo dei flussi migratori. Questi i punti cardinali dell’attività della nuova Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, illustrati stamattina dal Governatore Massimiliano Fedriga al Consiglio Regionale. “La difesa delle specificità passa anche attraverso la capacità di fare rete. Mettere in campo sinergie con Austria, Slovenia e Veneto non implica affatto cedere quote di mercato, ma è prerogativa utile a disegnare strategie più ampie e condivise a beneficio del territorio. Innanzitutto, potenziando le infrastrutture, che devono da un lato offrire sbocchi al sistema economico e dall’altro stringere la presa in chiave turistica”.
Parlando di salute e protezione sociale, Fedriga è stato deciso. “Il benessere delle persone sarà al centro della nostra azione. Parlando di salute, qualsiasi intervento deve essere conseguenza di una precisa definizione delle risorse economiche da destinare al Sistema sanitario regionale. Tutto ciò prevedendo un unico punto di governo per la pianificazione, il coordinamento ed il controllo del Servizio sanitario regionale”. Sotto il profilo delle misure di protezione sociale, “l’inclusione sociale non deve essere sinonimo di assistenzialismo. Penso a un welfare leggero, articolato in sei punti, a partire dalla ridefinizione dei criteri di accesso ai servizi sociali e all’edilizia agevolata, attribuendo il giusto peso agli anni di residenza in Friuli Venezia Giulia”.
E ancora, immigrazione e sicurezza, due argomenti che a Fedriga stanno molto a cuore. “Area di confine con numerosi punti nevralgici, questo è un territorio che necessita di maggiori attenzioni per prevenire che insorgano e, ove opportuno, vengano tempestivamente soppresse criticità che pongano a repentaglio la sicurezza dei cittadini. In tale prospettiva – ha proseguito – la Regione può giocare la propria partita, attraverso la valorizzazione della Polizia locale con il rispristino e il potenziamento degli standard minimi di servizio funzionali alla copertura di almeno tre turni, modulati sulle 24 ore per i Corpi che dispongano di più di 100 operatori, per 365 giorni all’anno”. Polizia locale armata, peraltro: “E’ inevitabile, così come l’installazione di telecamere, l’agevolazione delle attività di controllo del territorio, la creazione di sale operative, anche intercomunali, attive sulle 24 ore. Un mosaico che ritengo essenziale affinché ogni cittadino del Friuli Venezia Giulia si senta davvero libero in casa propria”.
E.ROMAGNA: SI CHIUDE MANDATO DIFENSORE CIVICO GARDINI
L’eredità di Gianluca Gardini, il difensore civico regionale prossimo alla chiusura del proprio mandato (scadrà a luglio), verrà raccolta dalla commissione Parità e diritti. Oggi stesso infatti la presidente Roberta Mori chiederà l’invio della bozza di testo di legge (uscita dal lavoro di un gruppo misto di tecnici di Assemblea e Giunta) con cui la Regione si propone di istituire nel prossimo futuro un Garante regionale della salute. Una figura più volte invocata durante il proprio mandato da Gardini. “Ne discuteremo in commissione- ha spiegato la presidente- approfondiremo questa bozza. Non è infatti nello stile dell’Emilia-Romagna istituire una nuova figura lasciandola priva di contenuti e senza le dovute riflessioni”. La presa d’impegno è arrivata al termine della relazione sull’attività del Difensore civico in cui, oltre a fornire i dati relativi alle istanze presentate nel 2017, Gardini ha voluto tracciare un quadro generale di questi cinque anni di attività rimarcando, una volta di più, le sue proposte. Prima fra tutte quella dell’istituzione di un Ombudsman nazionale. “È evidente come sia necessario- ha spiegato Gardini in apertura- la creazione di un Garante nazionale dei diritti dei cittadini. Un Ombudsman, come previsto da altri paesi dell’Unione europea. Le Regioni dovrebbero impegnarsi e svolgere un’azione coordinata e sinergica per ottenere l’impegno del nuovo Parlamento a colmare una lacuna che da troppi anni segna il nostro ordinamento”. Legato a questo primo invito c’è anche quello di “potenziare tutte le iniziative su base regionale e nazionale per estendere modalità informali, rapide e stragiudiziali di soluzione delle controversie tra cittadino e Pubblica amministrazione”.
A questo si aggiunge l’auspicio di “attribuire al Difensore civico un potere di intervento in ambito regionale- ha sottolineato Gardini- a tutela di tutti i diritti fondamentali della persona, in particolare delle persone che non sono in grado di provvedere in modo autonomo”, e la condivisione del “riconoscimento di un ruolo specifico al Difensore civico in ambito sanitario e sociosanitario, estendendo a questa figura la funzione di Garante della salute dei cittadini, cui spetta il compito di promuovere l’effettivo rispetto della dignità umana”. I dati. Nel 2017 sono 624 le istanze presentate. La provincia che, con il suo 4,3% di istanze sul totale, è quella che “usa” di meno il Difensore civico è quella di Piacenza, ma i dati evidenziano il raddoppio delle istanze arrivate dal suo territorio rispetto all’anno precedente. Il maggior numero arriva da Bologna (249), seguita da Modena (74), Ferrara (56), Forlì-Cesena (41), Parma (38), Ravenna e Rimini (35 a testa). Nel 2017 c’è stato un forte incremento dei ricorsi contro il diniego di accesso. L’ambito che riguarda la contestazione di tributi e sanzioni è, invece, in forte calo rispetto al precedente anno (85 istanze 2017 contro le 135 del 2016). L’insieme di Sanità e Disabilità cresce, mentre sono in calo le istanze in materia ambientale, così come quelle finalizzate all’accertamento della responsabilità civile della PA in caso di danni. I commenti. A chiedere delucidazioni riguardo la bozza di progetto di legge redatta dal gruppo tecnico misto è stato il vicepresidente della commissione Daniele Marchetti, specificando come già in passato aveva sollevato il tema con un’interrogazione. Mentre è stata la consigliera del Partito democratico Francesca Marchetti a invitare alla non sovrapposizione di competenze tra un possibile futuro Garante dei diritti e le altre figure di garanzia presenti in Regione, il Garante dei detenuti e quello per l’infanzia. Sollecitazione raccolta da Gardini che ha specificato come quelle competenze specifiche rimarrebbero in capo alle figure già presenti.
Il Difensore civico ha poi sottolineato come l’attuale momento sia opportuno per pensare a una figura di garanzia per i diritti tout court, vista la sua scadenza imminente. Infine è stata Giulia Gibertoni (M5s) a complimentarsi per il lavoro svolto da Gardini per il rispetto della parità di genere nelle giunte dei comuni: “Dispiace che non sia possibile vincolare quelle amministrazioni che hanno deciso di non rispondere all’invito del Difensore”. E su questo tema la presidente Mori ha chiosato: “La lettera di Gardini spedita ai sindaci ha fatto scuola: è stata copiata da tutt’Italia”. Il secondo invito della consigliera pentastellata ha invece riguardato la commissione: “La politica deve fare l’ultimo miglio per portare a termine il lavoro di Gardini, soprattutto per l’istituzione di un Garante per la salute”.
TOSCANA: SICUREZZA STRADALE, STANZIATI 180MILA EURO PER INDAGINI
Con 180.000 euro è stato finanziato dalla Regione Toscana l’avvio della sezione ‘Studi e ricerche’ del Centro di monitoraggio regionale per la sicurezza stradale, un progetto condiviso da Regione e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT). Il Centro avrà come scopo quello di realizzare indagini che aiutino a stabilire l’effettiva priorità ed urgenza degli interventi sulla rete stradale, soprattutto quelle non appartenenti alla rete TEN (rete transeuropea, già prioritaria).
La sezione ‘Studi e ricerche’ del Centro di monitoraggio regionale per la sicurezza stradale vede la collaborazione di due Dipartimenti universitari, necessari per acquisire elementi scientifici di supporto.
“La sicurezza stradale è prioritaria per la Regione – ha detto l’assessore alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, dopo aver presentato in Giunta la delibera che prevede lo stanziamento – e da anni ci impegniamo per trovare, nonostante le ristrettezze di bilancio che caratterizzano questo periodo, risorse da destinare alla messa in sicurezza o alla manutenzione straordinaria della viabilità regionale, ma non solo. In questo senso abbiamo destinato 180.000 euro all’avvio delle attività della sezione ‘Studi e ricerche’ del Centro di monitoraggio perché credo sia necessario creare una metodologia operativa di programmazione degli interventi di manutenzione, vista anche l’estensione della rete stradale regionale. Vogliamo una procedura chiara, replicabile ed efficace nei risultati, in modo da stabilire dei criteri oggettivi per individuare punti critici e poi intervenire”.
E.ROMAGNA, CON TRENI A VAPORE TURISMO SLOW
Un ritorno all’antico, con il fumo dei treni a vapore e l’entusiasmo di bambini increduli davanti alla vaporiera. E ancora oltre due ore e mezza per attraversare la montagna con soste divertenti. E’ la proposta fatta per conoscere meglio i paesi dell’Alto Reno grazie anche al treno.
Per l’assessore ai Trasporti della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini “è un’emozione unica andare su un treno a vapore con tanti bambini entusiasti che salgono su una macchina tanto antica e possono vivere sensazioni tanto particolari”. Sono quelle che dà l’iniziativa di riscoprire le bellezze naturali e paesaggistiche dell’Appennino bolognese lungo la storica Ferrovia Porrettana, una delle prime grandi infrastrutture dell’Italia unita completata nel 1864 e che arriva fino a Pistoia, viaggiando su treni e carrozze del primo Novecento. Il tutto all’insegna di un turismo slow, distante dai ritmi frenetici dei nostri tempi e desideroso di rivivere emozioni dal sapore antico, in occasione di tre eventi speciali in programma a Porretta Terme che propongono un ricco calendario di appuntamenti musicali, teatrali e letterari.
A organizzare i viaggi sui treni a vapore, messi a disposizione dalla Fondazione Fs Italiane che fa capo al Gruppo Ferrovie dello Stato, è la Regione Emilia-Romagna insieme a Fer (Ferrovie Emilia-Romagna), la società partecipata che gestisce la rete ferroviaria regionale, in collaborazione con il Comune di Alto Reno Terme, che ha messo in cantiere i tre appuntamenti di cui il primo, il Festival internazionale dell’Acqua, giunto alla 4^ edizione, è in programma dal 22 al 24 giugno a Porretta in concomitanza con la “Notte Celeste” del termalismo emiliano-romagnolo. Le altre due corse saranno effettuate il 13 ottobre e l’8 dicembre.
Il costo è di 15 euro per gli adulti e gratuito per i bambini fino a 12 anni. Il ricavato andrà a favore dell’associazione Bimbo tu. I biglietti sono acquistabili sul sito di Bologna Welcome ([email protected], tel. 051-2231454).
Durante la conferenza di presentazione l’assessore Donini ha poi aggiunto: “Con questo progetto intendiamo dare un contributo alla promozione del turismo ferroviario, che sta conoscendo un autentico boom tra famiglie e giovani, e affiancare alla ‘cura del ferro’, intesa come massima attenzione alla qualità del servizio di trasporto regionale, anche una ‘cultura del ferro’, come occasione per riscoprire e godere della bellezza di luoghi e paesaggi del nostro Appennino, così ricchi di storia e di suggestivi percorsi naturalistici”. Gli ha fatto eco il sindaco del comune montano, Giuseppe Nanni: “Il nostro Comune con le sue acque termali, una tradizione enogastronomica unica e una storia che affonda le sue radici nella civiltà etrusca, ha tutte le carte in regola per diventare un polo turistico di prim’ordine. Con le iniziative in cantiere intendiamo anticipare la realizzazione del progetto della linea ferroviaria Transappenninica, individuata dal Protocollo di intesa firmato nel 2016 tra le Regioni Emilia-Romagna e Toscana, che può davvero rappresentare l’asse di rilancio turistico del nostro territorio”.
Presenti alla conferenza stampa, tra gli altri, Carlo Alberto Lunghi, dirigente di Fer (Ferrovie Emilia-Romagna), che ha contribuito finanziariamente all’organizzazione dei viaggi, Giovani Feoli, presidente di Adriavapore, l’associazione di ferroviei e appassionati che si prendono cura di questi gioielli d’altri tempi e Cora Querzè di Bimbo Tu, onlus bolognese impegnata nell’assistenza a famiglie di bambini colpiti da gravi malattie, alla quale sarà interamente devoluto il ricavato della vendita dei biglietti.
I treni speciali in servizio sulla linea Porrettana saranno composti ognuno da una locomotiva a vapore e da cinque carrozze, per un totale di 392 posti a sedere. Quattro sono di tipo 1928, nate verso la fine degli anni ’20 come carrozze di terza classe e soprannominate ‘Centoporte’ per via dei numerosi sportelli presenti su ogni fiancata per facilitare la rapida salita e discesa dei passeggeri.
Suddivise in quattro ambienti a salone con sedili di legno e riscaldamento a vapore, hanno prestato servizio in tutta la rete ferroviaria nazionale fino ai primi anni ’80. Le vetture sono in livrea Verde vagone degli inizi del ‘900, Castano-Isabella degli anni ’30 e Grigio ardesia degli anni ’60. La quinta carrozza che andrà a formare il convoglio è invece di tipo 1937 serie Bz 32000. Entrate in servizio nel 1938 e destinate ai treni a lunga percorrenza, queste altre vetture sono suddivise in dieci compartimenti da otto posti ciascuno e dotate di riscaldamento elettrico e a vapore. La loro entrata in servizio portò un notevole miglioramento del comfort, grazie all’allestimento dei compartimenti con sedili imbottiti. Queste carrozze si presentano nella livrea Castano-Isabella. La locomotiva, denominata Gruppo 685, è a vapore surriscaldato e a semplice espansione, dotata di un motore a quattro cilindri, per treni diretti e direttissimi. Prodotta in 391 unità e in cinque serie, prestò servizio dal 1912 a metà degli anni ‘70 su numerose linee in Italia, rappresentando senz’altro il compendio della massima espressione tecnologica italiana nel campo della trazione ferroviaria a vapore. Una perfetta sintesi di affidabilità, efficienza, economicità e versatilità, che non a caso gli valsero l’appellativo “La Regina”. Di colore nero lucido sulla macchina, ad eccezione di alcune parti verniciate di rosso (raggi delle ruote, fiancate del telaio, incavo delle bielle, trave dei respingenti), mentre i cerchi delle ruote sono di colore bianco.
Le tre corse sui convogli storici, aperte a tutti, hanno gli stessi orari: per l’andata partenza da Bologna Centrale alle ore 10.30 e arrivo a Porretta Terme alle 12,52, con fermate intermedie a Casalecchio di Reno, Sasso Marconi, Marzabotto, Vergato e Riola. Partenza del viaggio di ritorno da Porretta alle 18.45 e arrivo a Bologna alle 21.10, stesse fermate intermedie dell’andata.
VENETO, ARRIVA APP CHE SEGNALA I TEMPORALI
Una app sullo smartphone che avvisa in caso di precipitazioni intense e temporali. Si chiama «App temporali» ed è stata ideata da ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto), col finanziamento della Regione del Veneto, per fornire ai cittadini uno strumento informativo live sulle condizioni meteorologiche. La App, presentata martedì mattina dall’assessore all’Ambiente e Protezione Civile Gianpaolo Bottacin a Palazzo Balbi sede della Giunta regionale, monitora e segnala in tempo reale la presenza di precipitazioni intense (a partire dai 20-25 millimetri di acqua all’ora) sfruttando tre radar: i due veneti posti nella padovana Teolo e nella veneziana Concordia Sagittaria più quello trentino di Monte Macaion, in provincia di Bolzano, grazie alla collaborazione fra gli enti regionali di Veneto e Trentino Alto Adige. Come ha spiegato Francesco Domenichini, sviluppatore degli algoritmi di calcolo su cui si basa la App, le elaborazioni meteo sono aggiornate ogni dieci minuti e tutte le informazioni vengono immesse nel flusso attraverso delle notifiche che l’utente può impostare direttamente nell’applicazione già scaricabile gratuitamente su Google Store o App Store ma anche con i Bot Telegram. Nella App si possono scegliere fino a un massimo di tre Comuni, impostare il raggio di monitoraggio variabile da 10 a 50 chilometri e la frequenza delle notifiche (da una ogni 10’ a una ogni due ore).
Ad avvisare l’utente dell’arrivo di un temporale ci penserà un beep (si può scegliere anche l’opzione tuono) circa un’ora prima che il fenomeno interessi l’area selezionata, ma il preavviso ovviamente varia a seconda della velocità con cui si sposta la perturbazione (in media a una velocità di 30 chilometri orari). «Vogliamo fornire all’utente uno strumento di autoprotezione nel caso in cui, ad esempio, il cittadino decida di mettersi in viaggio avendo sottomano una fotografia di quanto realmente sta accadendo in quel momento – ha spiegato l’assessore Bottacin -. Quello delle previsioni meteo è un argomento molto delicato alla luce delle polemiche che coinvolgono le località turistiche e quei siti che si lanciano in previsioni, molto spesso sbagliando, a lungo termine anche a dieci giorni di copertura quando invece il massimo attendibile è di tre. Questa App, al contrario, si basa su dati in tempo reale». La App, costata circa 30mila euro e secondo sistema nel panorama italiano dopo quello lanciato da Arpa Piemonte, dopo il telerilevamento dei radar e l’elaborazione dei dati pubblica in internet anche le immagini delle precipitazioni e, ricevuta la notifica sul proprio smartphone, l’utente può poi approfondire la situazione online su http://radaralert.arpa.veneto.it. «La App è di carattere divulgativo sull’avvicinarsi dei temporali, non è uno strumento di protezione civile – precisa Alberto Lucchetta di Arpav -. Si tratta della traduzione in App di quanto già pubblichiamo sul sito ma che, grazie alla funzione delle notifiche, permette un’informazione più tempestiva rispetto alla consultazione del bollettino online».









