FIRENZE (ITALPRESS) – I minori, che arrivano in Toscana dall’Ucraina, potranno contare sulla presa in carico dei pediatri di famiglia in stretta relazione con tutte le strutture delle Asl territorialmente competenti.
L’iniziativa è frutto di un accordo che vede insieme Regione, pediatri di libera scelta e Asl, per garantire assistenza sanitaria e cure ai bambini ucraini. Il Comitato regionale della pediatria di famiglia (presieduto dall’assessore Simone Bezzini e che riunisce le organizzazioni sindacali dei pediatri di libera scelta, la Regione Toscana e le aziende sanitarie territoriali) ha approvato, infatti, il documento con specifiche indicazioni per l’assistenza sanitaria necessaria.
Il documento, sottoscritto dalle parti, è finalizzato ad assicurare la completa assistenza sanitaria ai minori stranieri che arrivano dall’Ucraina, al pari dei bambini italiani, con particolare riguardo alle attività di sorveglianza, prevenzione e profilassi vaccinale del Covid-19 e di altre malattie infettive (polio, difterite, tetano, epatite b, pertosse, emofilo di tipo b, morbillo, rosolia, parotite, varicella).
Questo vale anche per i minori che non sono in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno: la normativa prevede, infatti, l’iscrizione obbligatoria al servizio sanitario nazionale e da parte delle Asl, dunque, l’impegno a iscrivere al servizio sanitario regionale i minori ucraini con la conseguente scelta del pediatra.
Qualora l’iscrizione obbligatoria al servizio sanitario regionale non sia immediatamente effettuabile (per esempio per difficoltà nel rilascio del codice fiscale da parte dell’Agenzia delle entrate), la Asl di riferimento assegna un codice ‘stp’, che consente al minore di poter accedere al pediatra di famiglia e di poter usufruire dell’assistenza sanitaria necessaria, comprese le vaccinazioni.
Per quanto riguarda i tamponi Covid, in presenza di sintomi, il pediatra di famiglia può prescrivere il tampone molecolare o antigenico rapido e può anche effettuare direttamente il tampone rapido, inserendo il risultato sull’app InSalute.
Alle Asl spetta, invece, il compito di individuare specifici percorsi agevolati (di prenotazione dei tamponi, di esecuzione degli stessi e del ritiro del referto) sia per chi presenta una richiesta su ricetta rossa che per chi ha difficoltà nell’utilizzare i portali online.
Il documento prevede, inoltre, che le Asl assicurino un servizio di consulenza e di traduzione attraverso la mediazione culturale, fornendo così ai pediatri gli strumenti necessari per favorire l’accesso al servizio.
“I bambini sono le prime vittime della guerra ed è doveroso proteggerli, assisterli e curarli come meritano a tutela della loro stessa salute e di quella della comunità che ospita – commenta il presidente Eugenio Giani -. Ringrazio tutti gli attori che hanno reso possibile questo doveroso documento a partire dai pediatri di famiglia”.
“La collaborazione già esistente tra Regione e pediatri di famiglia si rafforza in maniera condivisa anche in questo delicato ambito che coinvolge i minori ucraini in fuga dalla guerra – sottolinea l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini -. Abbiamo garantito la migliore accoglienza e assistenza sanitaria possibili e continueremo a farlo, anche in relazione alle necessarie vaccinazioni per i bambini che frequentano le scuole dell’infanzia. Ringrazio le organizzazioni sindacali dei pediatri di libera scelta e le aziende sanitarie per l’impegno e la collaborazione, che hanno sempre garantito anche nel difficile periodo dello stato di emergenza, determinato dalla pandemia da Covid”. “I pediatri di famiglia toscani sono pienamente soddisfatti di questo accordo, che ci risulta essere il primo in Italia che prevede la piena presa in carico globale dei minori ucraini e che recepisce le nostre indicazioni per evitare l’interruzione della continuità dell’assistenza – aggiunge Valdo Flori, segretario regionale Fimp (Federazione italiana medici pediatri) – . Non sarà un impegno facile, considerato il dramma della guerra, l’allontanamento dalla propria realtà e la separazione da uno o da entrambi i genitori, ma l’assegnazione di un pediatra di riferimento contribuirà a creare un solido rapporto di fiducia, che ci aiuterà reciprocamente. L’importanza del pediatra di famiglia sarà particolarmente utile in campo vaccinale, considerata la scarsa copertura della popolazione ucraina. Grazie a questo accordo potremo eseguire le vaccinazioni direttamente nei nostri studi, senza ulteriori appuntamenti e favorire una rapida copertura, utile, per superare le diffidenze vaccinali, ed essenziale, per iniziare precocemente la frequenza scolastica, punto di partenza per una rapida integrazione”.
“I bambini ucraini devono essere tutelati nel tentativo di dare loro serenità in un momento terribile – spiega Silvia Petralli, segretaria regionale Simpef (Sindacato medici pediatri di famiglia) -. I pediatri del territorio sono i più adatti a capire le necessità di questi bambini che devono essere accuditi a 360 gradi con interventi non solo sanitari. Questo accordo regionale rispecchia la disponibilità e l’aiuto concreto, che tutti i pediatri vogliono realizzare. Una piccola mano tesa in certe circostanze così tragiche diventa di enorme importanza”.
(ITALPRESS).
Assistenza ai bambini ucraini, accordo con pediatri e Asl in Toscana
Pnrr, Fedriga-Zilli “Accordo Regione FVG-GdF per tutela risorse”
TRIESTE (ITALPRESS) – La Regione Friuli Venezia Giulia e il Comando Regionale della Guardia di Finanza hanno sottoscritto un protocollo di intesa con l’obiettivo di implementare la reciproca collaborazione e garantire un adeguato presidio di legalità, a tutela delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Alla Regione lo Stato ha destinato quasi 1,3 miliardi di euro, da ripartire in interventi nelle aree Infrastrutture e trasporti, Ambiente e territorio, Politiche del lavoro, Edilizia ospedaliera, assistenza sanitaria territoriale e digitalizzazione, Patrimonio culturale e turismo. Il Protocollo, firmato dal governatore Massimiliano Fedriga e dal Comandante Regionale della Guardia di Finanza generale Piero Iovino, muove dalla consapevolezza che un intervento dalla portata epocale, come il Pnrr, destinato a essere il volano per il rilancio e la crescita del nostro Paese, richiede la più stretta sinergia tra le Amministrazioni, in linea, peraltro, con quanto richiesto dalla normativa europea.
Il Regolamento dell’Unione europea numero 241/2021, che ha istituito, a livello europeo, il dispositivo per la ripresa e la resilienza, prevede, infatti, che gli Stati membri debbano adottare ogni iniziativa utile a prevenire e contrastare i casi di frode, corruzione, conflitti di interesse e doppi finanziamenti, lesivi degli interessi finanziari dell’Unione, anche mediante il potenziamento del proprio sistema nazionale antifrode. In tale prospettiva, assume assoluto rilievo l’accordo tra la Regione e la Guardia di Finanza che ha, tra le proprie missioni istituzionali, le funzioni di prevenzione, ricerca e repressione delle violazioni in materia di uscite del bilancio dell’Unione europea, di risorse e mezzi finanziari impiegati a fronte di uscite del bilancio pubblico, nonchè di programmi pubblici di spesa e di ogni altro interesse economico-finanziario nazionale o dell’Ue.
L’intesa – il cui obiettivo è assicurare un flusso reciproco di notizie e di dati utili, al fine di una maggiore efficacia nel perseguimento dei rispettivi fini istituzionali – mira a rafforzare le iniziative a tutela della legalità dell’azione amministrativa relativa all’utilizzo di risorse pubbliche e, in particolare, di quelle destinate al Pnrr, attraverso la prevenzione e il contrasto di qualsiasi violazione, nel quadro delle rispettive competenze, disciplinando modalità di coordinamento e cooperazione idonee a sostenere, nel rispetto dei rispettivi compiti istituzionali, la legalità economica e finanziaria nell’ambito del territorio regionale.
In tale contesto, il “cuore operativo” del protocollo prevede che la Regione comunichi alla Guardia di Finanza informazioni e notizie circostanziate, ritenute rilevanti per la repressione di irregolarità, frodi e abusi di natura economico-finanziaria, di cui sia venuta a conoscenza quale soggetto destinatario finale, beneficiario o attuatore, segnalando gli interventi, i realizzatori o gli esecutori che presentino particolari elementi di rischio, per le autonome attività di analisi e controllo da parte delle Fiamme Gialle, fornendo ogni informazione ed elemento utili o necessari, anche sulla base della propria attività di audit e di valutazione del rischio di frode.
La durata del protocollo è prevista fino al completamento del Piano nazionale di ripresa e resilienza e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2026. Il memorandum siglato oggi testimonia l’impegno di tutti gli attori in campo in Friuli Venezia Giulia per garantire le condizioni affinchè l’opportunità rappresentata dalle ingentissime risorse assegnate dal Pnrr possa dispiegarsi in maniera efficiente e tempestiva, conseguendo gli obiettivi di crescita e consolidamento economico che il Piano stesso si prefigge. Il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha osservato che “il Pnrr rappresenta, nonostante la complessità del momento a causa della guerra in Ucraina, una grande opportunità per l’intero Paese e la nostra Regione, che potrà essere sfruttata appieno solo attraverso una stretta alleanza tra tutte le istituzioni. E’ proprio in tale senso che si muove il Protocollo siglato con la Guardia di Finanza, grazie al quale potrà essere svolta una concreta azione di vigilanza preventiva sull’utilizzo delle ingenti risorse messe a disposizione, evitando così il rischio di pericolose infiltrazioni da parte della criminalità organizzata”.
Concorde l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, presente alla stipula dell’accordo, la quale ha spiegato che “considerando i progetti in fase di presentazione sono attese in Friuli Venezia Giulia ingenti risorse e questo protocollo è una garanzia efficace per la correttezza delle procedure e della messa a terra degli investimenti. Siamo di fronte a un’imponente iniezione di fondi, che devono essere utilizzati per la crescita del territorio e della nostra comunità e tra gli obiettivi di questa firma c’è la tutela di tutti quei soggetti e imprenditori corretti, che hanno scelto di investire e programmare il proprio futuro in Friuli Venezia Giulia”.
Nell’occasione, il comandante regionale della Guardia di Finanza del Friuli Venezia Giulia generale Piero Iovino ha dichiarato: “ringrazio il presidente Fedriga e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia per la sensibilità istituzionale dimostrata nel percorso condiviso che Ci porta oggi alla firma di questo importante Protocollo. L’impegno coordinato e sinergico di tutti gli attori in campo è quello di creare le condizioni affinchè l’opportunità rappresentata dalle ingenti risorse del Piano possa dispiegarsi in maniera efficiente e tempestiva, avviando un’auspicata fase di crescita produttiva e di sviluppo che il piano stesso si prefigge di raggiungere, in una cornice di legalità e sicurezza”.
“Con la sottoscrizione del presente Protocollo viene costituito un ulteriore presidio di legalità integrativo delle verifiche antimafia già operate, sotto l’egida della Prefettura, nella fase che precede la stipula dei contratti, in quanto segnatamente rivolto alla fase di esecuzione contrattuale delle opere che si andranno a realizzare. In tale contesto assume assoluto rilievo il ruolo della Guardia di Finanza che, quale polizia economico-finanziaria, ha tra le proprie missioni istituzionali la funzione di prevenire e reprimere gli illeciti ai danni della corretta destinazione delle risorse pubbliche, salvaguardando sempre l’interesse dei cittadini e degli imprenditori” conclude il Generale Iovino.
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Sanità, in Abruzzo arriva il piano per il recupero delle liste d’attesa 2021
PESCARA (ITALPRESS) – La giunta regionale dell’Abruzzo, su proposta dell’assessore alla Salute Nicoletta Verì, ha approvato il piano operativo per l’abbattimento delle liste d’attesa. Il programma è finanziato con un fondo di 10 milioni e 934mila euro, assegnato lo scorso febbraio alla Regione dal Ministero della Sanità per il recupero delle prestazioni rinviate nel 2021 a causa della pandemia.
Complessivamente, per quanto riguarda le prestazioni ospedaliere, sono da recuperare 1539 interventi in classe 1 (chirurgia oncologica e interventi maggiori), 3864 in classe 2 (interventi non classificati come maggiori, correlati a patologie di rilievo), 2474 in classe 3 (interventi non classificati come maggiori, correlati a patologie di minore complessità).
Sul fronte degli screening (mammella, colon retto e cervice uterina), sono da recuperare 57608 inviti, 60852 test di primo livello e 5533 prestazioni di secondo livello.
Per la specialistica ambulatoriale, infine, le visite da recuperare sono 49298, delle quali 7087 relative al follow up di pazienti cronici.
Il piano, attraverso un cronoprogramma calibrato al 31 dicembre prossimo e che dovrà essere messo in atto dalle Asl, stima di recuperare il 70 per cento degli interventi e degli screening risultanti dal monitoraggio, mentre per la specialistica ambulatoriale la percentuale sale all’86 per cento.
Con il precedente piano regionale, era stato recuperato oltre l’85 per cento delle prestazioni del 2020 rinviate a causa del Covid.
Per centrare gli obiettivi, si punterà su aumento dell’orario di servizio del personale dipendente, estensione degli orari di apertura degli ambulatori e dei servizi, acquisto di prestazioni dal personale convenzionato, assunzioni di nuovo personale a tempo determinato, intensificazione di recall e pulizia delle liste Cup, un più ampio ricorso alla telemedicina e un coinvolgimento delle strutture private accreditate.
Del finanziamento ministeriale, 2 milioni 482mila euro sono destinati alla Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, 3 milioni 202mila alla Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti, 2 milioni 679mila alla Asl 3 Pescara e 2 milioni 570mila alla Asl 4 Teramo. La ripartizione è stata effettuata sulla base dei dati forniti dalle stesse aziende sanitarie.
“Dopo la fase di vera e propria sospensione del 2020 – spiega l’assessore Verì – l’attività di recupero è stata condizionata anche nel 2021 per il perdurare di diversi fattori che hanno influito sulle prestazioni sanitarie: le misure di sicurezza sanitaria che hanno dilatato i tempari delle prestazioni, l’obbligo dei controlli all’ingresso delle strutture e gli accessi contingentati alle stesse, la minor disponibilità (in alcuni periodi dell’anno) di personale sanitario perché destinato all’assistenza dei malati Covid. E’ stato un periodo molto critico, ma continueremo a garantire il massimo impegno non solo per recuperare quanto rinviato, ma anche per abbattere i tempi di attesa per le nuove richieste”.
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In Friuli Venezia Giulia un nuovo portale dedicato alla disabilità
TRIESTE (ITALPRESS) – Un nuovo portale regionale interamente dedicato alla disabilità. E’ quello presentato stamattina a Trieste nella sede della Regione in via dell’orologio 1: Massimilano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, ha fatto gli onori di casa insieme a Riccardo Riccardi, assessore alla Sanità con delega alle politiche sociali e alle disabilità. Per l’occasione è giunta, infatti, anche Erika Stefani, ministra per le disabilità del governo Draghi. “Questa Regione è una delle più avanzate per persone con disabilità – ha affermato Riccardi -. Oggi siamo di fronte ad una nuova emergenza altrimenti avremmo potuto affrontare il problema prima: dopo l’innovazione amministrativa e l’aumento di risorse avremo la revisione della norma relativa al tema entro l’autunno. Già ora la considero in uno stato avanzato”.
In questo periodo la Giunta sta preparando la nuova legge sulla disabilità a partire dall’esistente legge regionale 41 del 1996, in stretta collaborazione con la Consulta Fvg delle associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie. “E’ un grandissimo piacere tornare in questa regione – ha esordito la ministra Stefani -: ero venuta qui poco tempo fa per conoscerne le strutture. Credo che ora il futuro del mondo della disabilità sia in progressione: anche il portale regionale dedicato s’inserisce in un approccio diverso. La disabilità non va relegata nell’assistenzialismo o in semplice beneficenza”. E’ stata la volta del presidente Fedriga che è intervenuto sottolineando come la sua Regione sia la prima in Italia ad offrire un sito (https://disabilita.regione.fvg.it/it/) che dà attenzione alle disabilità: “E’ merito della Consulta e di tutti coloro che ci accompagnano in questo percorso – ha precisato -. Fin dall’inizio noi avevamo pensato ad una delega specifica alle disabilità perchè a maggior inclusività corrisponde sempre maggiore civiltà. A mio parere non è sufficiente eliminare le barriere architettoniche ma è necessario dare più informazione a ognuno nell’ottica di un miglioramento collettivo dell’intera realtà regionale”.
Non sono mancati gli spunti anche da parte di chi rappresenta la Consulta regionale disabili che racchiude ben 120 associazioni in Friuli Venezia Giulia. Il suo presidente Mario Brancati ha potuto prendere la parola: “Il nostro motto ‘Nulla su di noi senza di noì posso considerarlo attuato. E’ vero che chi s’occupa di disabilità ha grandi aspettative ma il portale che vediamo è davvero uno strumento utile e che rende più facile accedere a diverse informazioni, per questo ringrazio la direzione centrale salute regionale”. Le persone con disabilità vantano gli stessi identici diritti di quelle normodotate e tra questi c’è anche quello allo sport com’è evidente dalle tante manifestazioni paralimpiche a livello internazionale: “Il sito che abbiamo ora a disposizione rende giustizia anche a questo importante aspetto della vita di tutti noi – ha concluso Giovanni De Piero, presidente del Comitato italiano Paralimpico Fvg -. Il prossimo anno sul nostro territorio si svolgeranno gare importanti in impianti che sono stati appositamente adeguati anche per chi non è un normodotato”. Attualmente sono circa 140 le società sportive che coinvolgono chi è disabile e sono sparse in tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia.
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Cooperative di comunità in Toscana, arriva il nuovo bando
FIRENZE (ITALPRESS) – Le cooperative di comunità fanno nuovi proseliti. Anche a Legri nel comune di Calenzano, a Casaglia a Montecatini in Val di Cecina, nella frazione della Selva a Santa Fiora sull’Amiata e a Trassilico a Gallicano, quattro paesi di quattro diverse province toscane, stanno pensando infatti di costituirne una. Lo faranno grazie ai contributi a fondo perduto messi a disposizione dalla Regione. “Noi mettiamo le risorse per partire: poi però le aziende dovranno reggersi sulle proprie gambe” spiega l’assessore all’economia della Toscana, Leonardo Marras. Un modo per creare dal basso occasioni di sviluppo in borghi ed aree oggi interne. marginali e periferiche, a rischio di spopolamento. “Un progetto ambizioso e contagioso – aggiunge sempre Marras – per creare imprese dove oggi non c’è mercato o il mercato ha fallito: sfida che può essere vinta se si mettono insieme ragioni ed esigenze non solo economiche, come quelle legate all’offerta di servizi che oggi non ci sono, recuperando energie comunitarie per un’impresa ibrida che gestisce in parte funzioni di utilità pubblica”.
Cittadini di Legri, Casaglia, Selva e Trassilico hanno manifestato la voglia di provarci durante un seminario, in parte in presenza e in parte on line, organizzato ieri a Firenze dalla Regione assieme ad Anci Toscana, l’associazione dei Comuni. L’incontro serviva ad illustrare le opportunità legate al bando da un milione e duecentomila euro pubblicato il 21 marzo sul sito di Sviluppo Toscana, per sostenere le cooperative che già esistono ma anche aiutare la nascita di nuove.
Le cooperative di comunità sono state sicuramente tra le esperienze più originali e lungimiranti della passata legislatura: una quarantina di realtà e progetti diversi tuttora in essere, molti sono stati avviati nel 2018, quando la Regione li finanziò con poco meno di due milioni di euro. A fine 2020 sono arrivati altri 800 mila euro di fondi europei Fesr-Fse per ulteriori dieci iniziative di rete.
Operano nei borghi più speduti, in montagna o in aperta campagna. C’è chi ha deciso di puntare sulla valorizzazione dei prodotti agricoli ed agroalimentari del territorio e chi è partito dall’economia circolare e dal riciclo, c’è offre servizi di turismo sostenibile e chi prova a riunire produzioni locali, tradizione ed innovazione tecnologica.
“Queste esperienze sono osservate con attenzione anche dal Ministero – spiega Marras – come un modello di riferimento a livello nazionale. La Toscana è infatti all’avanguardia ed auspichiamo che sulle cooperative di comunità ci sia una legge nazionale”.
Per presentare un progetto e chiederne il finanziamento non c’è una scadenza: si potrà fare fino a quando le risorse messe a disposizione non saranno esaurite. I progetti e programmi di investimento dovranno comunque tutti essere rendicontati entro il 30 aprile 2023. Potranno partecipare al bando singole cooperative o anche reti di imprese, che però dovranno includere almeno dieci cooperative di cinque province toscane diverse. Sono previsti contributi a fondo perduto da 20 mila a 200 mila euro, pari all’80 per cento dei costi ammessi.
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Cultura, Fedriga “Monfalcone Geografie testimonia lo slancio della città”
MONFALCONE (ITALPRESS) – “Bisogna riconoscere che nessuno, fino a qualche anno fa avrebbe mai pensato che un evento culturale di questo tenore si sarebbe potuto realizzare a Monfalcone. Il merito va al sindaco, alle associazioni, ai privati e a tutta la comunità nel suo complesso che ha compreso il valore del progetto promosso dall’Amministrazione comunale e sostenuto dalla Regione”. Lo ha detto oggi a Monfalcone il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga in occasione della cerimonia di inaugurazione della IV edizione del Festival letterario ‘Monfalcone Geografiè (30 marzo-3 aprile). Presenti, tra gli altri, il sindaco, Anna Maria Cisint, e Vittorio Sgarbi che ha tenuto una lectio illustrata su Raffaello.
Rifacendosi proprio alla presenza di Sgarbi, Fedriga ha sottolineato come per promuovere gli eventi culturali bisogna saper raccontare il territorio e attuare una specie di ‘marketing culturalè, capace di attrarre il pubblico e i visitatori da altre regioni.
In questo, come ha spiegato il governatore, vale l’esempio di Pordenone legge (che organizza Monfalcone Geografie) una manifestazione che in ambito letterario è diventata una delle più importanti d’Italia.
Fedriga ha poi affermato che Monfalcone si è anche distinta in questi anni per la capacità di concretizzare importanti opere pubbliche, che, unitamente al salto sul piano culturale, hanno conferito alla città una prospetti diversa “nel senso – ha concluso – che Monfalcone non è più solo la città dei cantieri, ma ha saputo rinnovarsi trovando una nuova visione, apportando un valore aggiunto a tutta la regione”.
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Al via l’anno di Volterra, capitale toscana della cultura
FIRENZE (ITALPRESS) – Volterra, prima Città Toscana della Cultura, riparte e punta sul suo enorme capitale umano, innescando un grande processo partecipativo di valorizzazione e promozione dell’esistente mettendolo in contatto con l’innovazione e il futuro e creando una grande rete che si estende a tutto il territorio e all’intera Toscana.
I 300 appuntamenti tra eventi, mostre, spettacoli, iniziative, sono tutti riconducibili a quelli che sono stati i temi fondamentali del dossier di candidatura a Capitale italiana della Cultura 2022 che ha portato Volterra tra le 10 città finaliste (il titolo è stato poi assegnato a Procida) e all’assegnazione del titolo di prima Città Toscana della Cultura, istituito per la prima volta dalla Regione Toscana che ha voluto così premiare il suo percorso virtuoso di candidatura.
“Volterra che include” parte sabato 2 aprile dal punto più elevato della città, dalla maestosa Fortezza Medicea che ospita la Casa di Reclusione di Volterra e la Compagnia della Fortezza del regista e drammaturgo Armando Punzo: la prima e più importante esperienza di teatro-carcere in Italia e primo teatro stabile in carcere al mondo. Dal carcere e nel carcere, per il “Festival della Ri-generazione Umana” nasce il concerto event specific “Voglio sognare un uomo”, che sarà messo in scena alle 18 in piazza dei Priori, realizzato ad hoc da Vinicio Capossela con Armando Punzo e la Compagnia della Fortezza e la partecipazione di Giovanni Truppi. Più che un concerto, un vero incontro artistico e culturale tra due realtà che hanno scelto di mettere al centro del loro percorso di ricerca l’essere umano. Per “Volterra che cura” Mariangela Capossela, raffinata artista concettuale e visiva residente a Lione, lavorerà nella prima metà di giugno sulle storie e sulle persone che hanno vissuto nell’ex ospedale psichiatrico per realizzare una performance collettiva in autunno, con il coinvolgimento dei cittadini, sulle 365 lettere scritte dai pazienti dell’ospedale e mai recapitate. Per “Volterra che innova” Luisa Bocchietto, già presidente mondiale dei designer, avvierà nel mese di giugno laboratori di design fra giovani talenti nazionali e internazionali e i maestri volterrani dell’alabastro, collegando competenze di stile e abilità artigianale, per dare vita a 22 nuovi oggetti, pronti ad entrare in produzione, che segneranno una rigenerazione della pratica dell’alabastro. Per “Volterra che racconta” Fabio Viola, uno dei primi 50 gamification designer al mondo, progetterà con gli studenti delle scuole superiori una mostra in 3D a partire dal patrimonio artistico e architettonico utilizzando nuovi modelli di mappe urbane interattive. Fabio Viola è pioniere nell’invenzione di videogiochi interattivi (per oltre 10 anni la lavorato per multinazionali del videogioco su titoli iconici come Fifa, The Sims, Crash Babdicoot, Harry Potter) e nel legare la forza del gaming alla bellezza dell’arte classica contenuta nei musei italiani. Per “Volterritorio” lo scrittore, poeta e paesologo Franco Arminio costruirà con i più giovani e i più anziani un “canzoniere di comunità” a partire dalle storie dei “bordi” della città. Dall’1 al 6 maggio affronterà tutti quegli spazi che rischiano di essere svuotati dall’invecchiamento della popolazione o dalla trasformazione del mondo del lavoro e che contengono storie individuali e collettive uniche.
Tra le tante iniziative in programma, il Festival della ri-generazione umana vuole dare voce, a partire dall’esperienza della Compagnia della Fortezza, alle donne e agli uomini che perseguendo ciò che era apparentemente impossibile, con le loro utopie hanno cambiato il corso delle cose. Il progetto Naturae, in particolare, “scompone” in 6 quadri il laboratorio annuale che Armando Punzo conduce dal 1988 con i detenuti, per mettere in scena gli spettacoli storici degli ultimi 8 anni di ricerca e lavoro della Compagnia della Fortezza in 6 luoghi simbolo del territorio: il Teatro Romano di Volterra (21 luglio), l’Anfiteatro Triangolo Verdi di Peccioli (24 luglio), il Teatro del Silenzio di Lajatico (29 luglio), le Saline progettate da Pier Luigi Nervi (31 luglio) e infine il parco della Geotermia di Larderello con le grandi torri refrigeranti che si ergono maestose (4 agosto).
Proprio poche settimane fa è stato avviato il bando di gara per lo studio progettuale del Teatro stabile che sarà realizzato all’interno del Carcere ma aperto anche al pubblico esterno, un luogo unico al mondo e simbolo della rigenerazione umana attraverso la cultura che diverrà il centro dell’attività della Compagnia della Fortezza.
Con Volterra Social Hub, la città ospiterà nella prima settimana di agosto 100 giovani change makers da tutta Italia per confrontarsi sulle sfide più attuali delle nuove generazioni e trovare soluzioni pratiche per incrementare l’impatto dell’impegno civile dei giovani. Agli incontri seguiranno poi i concerti nell’Anti Social Park in Parco Fiumi. Tutte le iniziative saranno organizzate interamente dai giovani per i bisogni delle nuove generazioni del territorio, in un’ottica di ascolto e condivisione con la città, al fine di immaginarsi un nuovo modo innovativo di viere le aree interne.
I luoghi della cultura, e non solo, si ri-animano. Tornano le visite guidate nell’ex manicomio, uno dei più grandi ospedali psichiatrici d’Italia che ha ospitato più di 40mila persone dal 1896 agli anni ’70 del secolo scorso (tra gli ospiti più illustri, Oreste Fernando Nannetti, N.O.F. 4, uno dei maggiori esponenti dell’Art Brut), al cantiere di scavo dell’anfiteatro ritrovato, il Colosseo di Volterra e al cantiere de “La Deposizione” di Rosso Fiorentino che culminerà il 22 novembre con l’inaugurazione del restauro dell’opera più celebre del manierista, conservata nella Pinacoteca dei Musei Civici di Volterra. Riapre anche il Museo Etrusco Guarnacci, uno dei più grandi musei etruschi al mondo. Il 17 aprile è in programma la riapertura parziale e il 21 giugno l’inaugurazione. Sono state riallestite le sale dedicate ai capolavori: l’Ombra della Sera, l’urna degli Sposi, il cratere di Montebradoni, le ceramiche a figure rosse, i bronzi e la sala delle oreficerie. Aprirà un nuovo spazio mai utilizzato prima: l’altana del Palazzo Desideri Tangassi, vero e proprio belvedere sulla città, ed è stato realizzato un suggestivo pavimento in vetro che permetterà di camminare sopra lo scavo archeologico che si trova nel museo.
Le mostre in programma rendono omaggio a uno dei fondatori e maggiori esponenti del nuovo Futurismo, Marco Lodola, con pezzi provenienti dalla collezione privata Bartalini (2 aprile, piazza dei Priori), mettono a confronto la bellezza e la genialità del maestro manierista Rosso Fiorentino e la forza del messaggio del maestro dell’arte contemporanea Michelangelo Pistoletto (Historica, di Michelangelo Pistoletto nella Pinacoteca Civica di Volterra, da luglio a novembre) e ricordano tre grandi artisti del Novecento di origine volterriana. Mino Trafeli, nel centenario della nascita, con “La scultura impossibile 2018-1980” a Palazzo dei Priori; Mauro Staccioli con “Caro Mauro” nelle cantine e nel giardino di Villa Viti di Mazzolla e Raffaello Consortini con l’apertura della sua Casa-Museo. Artefici di Pace, infine, è la mostra a cura di Emergency, in programma dall’8 al 18 aprile, con le opere donate dagli artisti e dagli artigiani di Volterra per raccogliere fondi per il nuovo Centro chirurgico pediatrico di Entebbe, in Uganda, progettato da Renzo Piano e sostenuto dal Comune di Volterra.
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Abruzzo, sanità più vicina ai cittadini con i fondi del Pnrr e Pnc
PESCARA (ITALPRESS) – Rendere la sanità più vicina ai cittadini attraverso il rafforzamento delle reti di prossimità, il potenziamento delle strutture e della telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione. È questo l’obiettivo degli interventi programmati in Abruzzo grazie ai fondi messi a disposizione della Regione dalla Missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dal Piano per gli investimenti complementari (Pnc).
Nell’ambito del comparto salute, proprio grazie alle risorse destinate agli interventi del Pnrr e del Pnc, l’investimento complessivo in Italia ammonta a 8,4 miliardi di euro, di cui il 41,1% destinato alle regioni del Mezzogiorno. In tale contesto, per l’Abruzzo i fondi disponibili superano i 213 milioni e vengono stanziati mediante una programmazione incentrata su due linee d’azione principali: “reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” e “innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale”.
Per quanto riguarda la prima linea d’azione, vengono destinati circa 59 milioni di euro per l’apertura delle Case della comunità, 26 milioni vanno agli Ospedali di comunità e quattro milioni alle centrali operative territoriali. In particolare, nell’Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, per un investimento complessivo di oltre 24 milioni di euro, ci saranno tre ospedali di comunità situati nel capoluogo abruzzese, a Pescina e a Tagliacozzo, tre centrali operative territoriali previste a L’Aquila, Avezzano e Sulmona e undici case della comunità. L’Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti avrà invece tre ospedali di comunità a Chieti, Atessa e San Salvo, quattro centrali operative a Casoli, Lanciano, Chieti e San Salvo e quindici case della comunità, per un totale di quasi 25 milioni di euro. A Pescara, l’Asl 3 conterà tre ospedali di comunità (San Valentino, Città Sant’Angelo e Montesilvano), tre centrali operative (Scafa, Penne e Pescara) e sei case della comunità, per un investimento di oltre 19 milioni. Infine, nell’Asl 4 di Teramo ci saranno due ospedali di comunità, a Teramo e ad Atri, tre centrali operative (a Nereto, Roseto e nello stesso capoluogo) e otto case della comunità. Il finanziamento per l’Asl 4 supera i 19 milioni di euro. Per l’interconnessione delle centrali, poi, saranno destinati ulteriori 2 milioni 181 mila euro.
Per quanto concerne la seconda linea d’azione, invece, vengono destinati 31 milioni di euro all’acquisto delle grandi apparecchiature, 54 milioni all’adeguamento antisismico e 38 milioni alla digitalizzazione. L’investimento sulle grandi apparecchiature vede 8,2 milioni assegnati all’Asl 2 (Lanciano-Vasto-Chieti), 7,7 milioni all’Asl 3 di Pescara, 7,6 all’Asl 4 di Teramo e 7,5 milioni all’Asl 1 (Avezzano-Sulmona-L’Aquila).
Nel mondo di oggi è molto importante anche l’aspetto legato alla digitalizzazione. In quest’ambito, la sanità abruzzese potrà contare su un fondo di 6,1 milioni di euro per ogni Asl mentre risorse pari 13,2 milioni saranno destinate all’infrastruttura regionale.
Nella programmazione degli investimenti, inoltre, particolare attenzione è riservata all’antisismica. Gli interventi di adeguamento saranno realizzati negli ospedali dell’Aquila (18,6 milioni di euro), di Sulmona (8,4 milioni), di Teramo (6,8 milioni), di Popoli (6,6 milioni) e di Chieti (14,1 milioni).
Per il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, si tratta di “fondi importanti che aiuteranno a rafforzare la sanità territoriale e di prossimità con la nascita di nuove articolazioni, l’acquisto di attrezzature, il potenziamento della telemedicina e di altri strumenti con l’obiettivo – ha spiegato – di rendere la sanità più vicina ai cittadini. Noi – ha concluso Marsilio – abbiamo dimostrato di avere strutture preparate e all’altezza che hanno predisposto la programmazione in tempi veloci”.
(ITALPRESS).









