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All’Ismett di Palermo eseguiti 5 trapianti in meno di 24 ore

PALERMO (ITALPRESS) – Cinque trapianti eseguiti in poche ore per dare speranza a 5 pazienti siciliani grazie a due donatori in Sicilia e in Puglia. Avviene presso l’Irccs Ismett di Palermo, dove – grazie a due donazioni che si sono rese disponibili nell’arco di poche ore è stato possibile dare una nuova speranza a cinque pazienti che hanno ricevuto fegato, reni, polmone e cuore.
Si tratta di una straordinaria sequenza di trapianti che evidenzia la perfetta organizzazione della macchina dei prelievi e trapianti in Sicilia e dell’Irccs Ismett di Palermo. Una maratona iniziata nel pomeriggio di martedì. La prima allerta è scattata, infatti, presso la rianimazione dell’Ospedale palermitano Villa Sofia. Qui è stato possibile prelevare il fegato e due reni successivamente trapiantati in Ismett su tre pazienti iscritti nelle liste d’attesa. Il cuore è stato, invece, trasferito a Bologna dove è stato trapiantato in emergenza ad un giovane in gravissime condizioni.
Nell’arco di poche ore una nuova allerta è scattata in Puglia. L’èquipe dell’ Irccs Ismett composta da 4 unità è, quindi, “volata” in piena notte per effettuare il prelievo a Brindisi- grazie al coordinamento del Centro Regionale Trapianti – e qui sono stati prelevati cuore e polmone poi trapiantati a due pazienti siciliani.
Gli interventi hanno coinvolto diverse strutture della sanità siciliana, tra cui la terapia intensiva e la sala operatoria dell’Ospedale Villa Sofia, il centro trasfusionale dell’Arnas Civico, il 118 che ha permesso il trasferimento di equipe ed organi. In Ismett sono stati coinvolti oltre 30 operatori sanitari che hanno eseguito contemporaneamente i 5 trapianti nell’arco di 12 ore.
“Cinque trapianti in contemporanea – sottolinea Cinzia Di Benedetto, Direttore Sanitario di Ismett – sono sicuramente testimonianza di una grande efficienza. Si tratta, infatti, di interventi estremamente complessi che necessitano di un’ottima organizzazione e un perfetto lavoro di squadra. La macchina dei trapianti siciliana dimostra, quindi, ancora una volta di essere in grado di finalizzare il percorso donazione/trapianto e dare risposta ai pazienti con grave insufficienza terminale di organo che con il trapianto possono riprendere una qualità di vita normale”.
Gli interventi sono tutti tecnicamente riusciti e le condizioni cliniche dei pazienti trapiantati sono considerate buone. “Il nostro pensiero va alle famiglie dei donatori – continua il Direttore Sanitario di Ismett – senza il loro gesto di generosità, infatti, nessun trapianto sarebbe mai possibile. E’ importante sottolineare la straordinarietà della donazione degli organi; grazie ad un semplice SI, infatti, è possibile dare una nuova speranza ai tanti pazienti in lista d’attesa”.

– foto: agenziafotogramma.it

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Cittadini (Aiop) “SSN è lontano dai bisogni dei pazienti”

ROMA (ITALPRESS) – “Il quarto Rapporto Censis-Tendercapital sulla sostenibilità sociale e il welfare italiano indica che solo il 40,4 per cento degli italiani è soddisfatto del proprio Servizio Sanitario Regionale. E’ sempre più urgente destinare maggiori risorse economiche alla sanità e affrontare concretamente i fenomeni drammatici delle liste d’attesa e della rinuncia alle cure”. Lo afferma Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, che aggiunge: “Le soluzioni ci sono, ma è improcrastinabile che vengano assunte: la componente di diritto privato del SSN ha potenzialità di erogazione inespresse e attende solo di essere messa nelle condizioni di soddisfare la domanda disattesa di salute. Si tratta di prestazioni, anche di natura urgente, che, solo grazie al superamento della logica dei tetti di spesa, potrebbero essere garantite agli assistiti in tempi congrui”.
“Se continuiamo a impoverire il SSN – prosegue la presidente di Aiop – gli utenti con disponibilità economica si rivolgeranno sempre di più al “privato puro” tanto delle strutture di diritto pubblico (intramoenia) quanto delle strutture di diritto privato; per la popolazione più fragile, invece, l’alternativa è tra un’attesa suscettibile di compromettere, in tutto o in parte, il proprio stato di salute e la rinuncia alle cure”.
“Il pieno coinvolgimento della componente di diritto privato – conclude Cittadini – non può non essere una delle priorità della necessaria e attesa riforma del SSN, insieme allo sviluppo della telemedicina, della digitalizzazione e di una medicina territoriale pienamente integrata con l’ospedalità che consenta di rispondere alle esigenze di cura coerentemente con la complessità del bisogno assistenziale”.
-foto ufficio stampa Aiop –
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Fno Tsrm e Pstrp “Ridefinire documento della radiologia complementare”

ROMA (ITALPRESS) – La Commissione di albo nazionale dei Tecnici sanitari di radiologia medica – in riferimento alla pubblicazione del documento congiunto delle Società e Associazioni scientifiche dell’area radiologica (SIRM – Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica, AIFM – Associazione Italiana Fisica Medica e Sanitaria, e FASTeR – Federazioni delle Associazioni Scientifiche dei Tecnici di Radiologia) recante: “Responsabilità e i ruoli nell’impiego complementare delle radiazioni ionizzanti in ottemperanza al D.Lgs.101/2020” – ha ritenuto “opportuno avviare un’analisi approfondita dello stesso sul piano tecnico, giuridico ed etico-deontologico, con il supporto della Sezione Aspetti giuridici e medico legali e dei consulenti legali e medico-legali della Federazione nazionale degli Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, con la redazione del documento “Analisi e commento circa il Documento congiunto SIRM-AIFM-FASTeR (2022): Responsabilità e ruoli nell’impiego complementare delle radiazioni ionizzanti in ottemperanza al D. LGS. 101/20″”.
“Benchè gli intenti del Documento intersocietario sulla radiologia complementare, ben espressi nella sua premessa, siano condivisibili – si legge nella nota FNO TSRM e PSTRP – così come l’iniziativa fra i diversi attori dell’area radiologica, per codificare, sulla base della normativa vigente, ruoli e responsabilità, nell’utilizzo delle apparecchiature radiologiche nell’ambito della radiologia complementare all’attività clinica, l’analisi compiuta ha fatto emergere, alcune contraddizioni e distorsioni interpretative della norma e della giurisprudenza che, oltre fornire elementi di confusione nel contesto tecnico scientifico rispetto ai principi di radioprotezione (come delineati nell’attuale Dlgs. 31 luglio 2020, n. 101 di recepimento della alla Direttiva europea 59/2013/Euratom), presenta una figura del Tecnico sanitario di radiologia medica distante dalla realtà, per la quale, la stessa legge italiana l’ha introdotta, nell’ambito delle professioni sanitarie, già dal 1965”.
Nell’ambito del testo analizzato “emergono formulazioni di periodi e terminologie tali da mettere in discussione l’indispensabile partecipazione della figura del Tecnico sanitario di radiologia medica nell’ambito della radiologia complementare all’attività clinica – evidenzia la Federazione – . Infatti l’insieme delle norme e degli elementi forniti coordinatamente dal profilo professionale (DM 26 settembre 1994, n. 746), nonchè dalle “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” (Legge 26 febbraio 1999, n. 42), dalla “Disciplina delle professioni sanitarie” (Legge 10 agosto 2000, n. 251), dalle “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonchè in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie” (Legge 8 marzo 2017, n. 24), dall’ “Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti” (Decreto Legislativo 31 luglio 2020, n. 101), unitamente al Codice deontologico del TSRM (vigente versione 2004) presenta un chiaro ed inequivocabile assetto di competenze infungibili in capo al TSRM”, la cui attività professionale “non ha alcun carattere ancillare rispetto a qualsiasi altra figura professionale, piuttosto rappresenta la necessaria garanzia alla tutela della salute della persona assistita e della comunità, soprattutto nell’ambito della radioprotezione e della qualità erogativa delle prestazioni rese nell’ambito della Diagnostica per immagini, complessivamente considerata (radiologia, medicina nucleare, radioterapia, etc)”.
In conclusione, “questa Commissione di albo nazionale, quale organo di rappresentanza esponenziale della professione del Tecnico sanitario di radiologia medica (ai sensi della Legge 11 gennaio 2018, n. 3), ritiene indispensabile che il documento intersocietario “Responsabilità e i ruoli nell’impiego complementare delle radiazioni ionizzanti in ottemperanza al D.Lgs.101/2020” sia da ridefinire, al fine di presentare la corretta funzione della professione a tutela della persona assistita nei contesti operativi e prestazionali, ritenendo che nel panorama normativo, burocratico e giuridico italiano, la redazione di “documenti di posizionamento” sia sempre più richiesta e che questi possano rappresentare un riferimento chiaro e inequivocabile, utili a fornire elementi e strumenti per la gestione organizzativa e la funzione di pianificazione del Servizio sanitario nazionale e delle risorse, economiche e umane. Cosa che nell’attuale stesura non ritroviamo”, conclude la nota.

– foto agenziafotogramma.it –
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San Marino, eseguito complesso intervento con robot chirurgico

SAN MARINO (ITALPRESS) – Nelle settimane scorse è stato eseguito con successo a San Marino, un complesso intervento di chirurgia robotica per l’asportazione di un tumore del pancreas in un paziente 60enne. A compiere la complessa operazione, resa ancora più difficile da una particolare variazione vascolare del paziente, un team di medici e professionisti sanitari, sotto la guida del professor Elio Jovine Direttore del Dipartimento di Chirurgia Sperimentale AOSP di Bologna e del dottor Giovanni Landolfo, Direttore della Unità Operativa Complessa di Chirurgia dell’Istituto per la Sicurezza Sociale. Questo tipo di intervento, che ha riguardato in particolare la testa del pancreas, oltre a diversi altri organi, è considerato tra quelli più complessi che si possano eseguire in chirurgia tradizionale e con il robot chirurgico. In questi casi, occorre ricordare, la rimozione chirurgica del tumore rappresenta, quando possibile, un’arma efficace nella catena terapeutica.
Il robot “Da Vinci”, in funzione da alcuni mesi all’Ospedale di Stato di San Marino, è un sistema chirurgico robotico che utilizza bracci meccanici controllati da un operatore e inoltre fornisce una visuale ingrandita e tridimensionale del sito operatorio e contemporaneamente una maggiore precisione e un migliore controllo delle manovre di dissezione, rispetto alla tecnica laparoscopica tradizionale. L’intervento è durato diverse ore e ha richiesto una notevole abilità e precisione da parte del team chirurgico sia nella fase demolitiva sugli organi coinvolti che nella fase ricostruttiva per il ripristino ad integrum delle funzioni vitali dei di organi e apparati. Il decorso è stato molto buono e dopo 9 giorni, il 60enne sammarinese è stato dimesso dall’Ospedale e ha potuto tornare a casa per trascorrere le festività natalizie con la propria famiglia. Questo intervento dimostra la straordinaria capacità del robot Da Vinci ad assistere il team chirurgico nell’eseguire interventi complessi con successo e a migliorare la qualità del decorso postoperatorio.
“Siamo molto soddisfatti dell’ottima riuscita dell’intervento – dichiara il dottor Giovanni Landolfo – e anche del fatto che dopo una settimana da quando abbiamo iniziato a impiegare il robot ‘Da Vincì a San Marino, sia stato possibile portare a termine con successo, una procedura di duodenocefalopancreostomia tecnicamente molto complessa. E questo risultato, confermato dall’ottimo decorso post operatorio del paziente, ci consente oggi di poter assicurare ai nostri concittadini le stesse cure di alto livello, che in Italia sono garantite, ma solo in pochissimi centri”.

foto: Istituto Sicurezza Sociale Repubblica San Marino

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Ue, report Amr “Agire subito per garantire le forniture di antibiotici”

ROMA (ITALPRESS) – Prezzi, meccanismi di gara, stima dei fabbisogni: sono queste le tre leve su cui secondo l’AMR Industry Alliance – coalizione di oltre 100 aziende operanti nel settore delle biotecnologie, della diagnostica, dei generici e di quelli innovativi, istituita per dare risposte alla crisi globale della resistenza antimicrobica (AMR) – è necessario agire in fretta per garantire la sostenibilità della catena di fornitura degli antibiotici fuori brevetto in Europa. Le indicazioni sono contenute nel Report “Strengthening the Sustainability of the Off-Patent Supply Chain”, realizzato per AMR dalla società di consulenza internazionale CRA Charles Rivers Associates tenendo conto del fatto che il settore non protetto da brevetto produce e fornisce in Europa la maggior parte degli antibiotici necessari per controllare le infezioni batteriche.
Ribadendo i temi già affrontati nella lettera aperta inviata pochi giorni fa da Medicines for Europe al Parlamento e alla Commissione UE sulle misure per contrastare il rischio di nuove criticità, secondo il Report per rispondere al problema delle recenti carenze registrate nelle catene di fornitura europee servono con urgenza: nuove politiche di prezzo che riflettano il valore degli antibiotici essenziali, abbandonando il riferimento esclusivo al prezzo minimo; politiche di appalto sostenibili che premino più aggiudicatari, riducendo così i rischi di carenze (accordi quadro); miglioramento della predittività nell’evoluzione epidemiologica stagionale, per rendere la produzione di antibiotici adattabile al soddisfacimento dei picchi di domanda del mercato.
“La carenza di antibiotici registrata questo inverno è stata un perfetto esempio delle lacune politiche delle politiche di prezzo e rimborso che rendono la fornitura di antibiotici così fragile”, commenta il direttore generale di Medicines For Europe, Adrian van den Hoven.
“Per anni le politiche si sono basate solo sul prezzo più basso, con regole di gara restrittive. Entrambe le politiche hanno alimentato il consolidamento del mercato, rendendo difficile rispondere a picchi improvvisi della domanda. Abbiamo anche bisogno di una migliore previsione delle malattie in Europa per pianificare meglio la produzione prima delle stagioni infettive. Questi problemi – aggiunge – devono essere affrontati nella prossima revisione della legislazione farmaceutica dell’UE per combattere la resistenza antimicrobica”.

– immagine tratta dal report AMR –
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Milleproroghe, Fnopi “Passi avanti per la sanità”

ROMA (ITALPRESS) – La Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FNOPI) esprime soddisfazione per le misure – contenute nel Milleproroghe, approvato in Aula al Senato – che riguardano la sanità e la professione infermieristica. “Si tratta di significativi e auspicati passi in avanti che però devono rappresentare un punto di partenza e non un approdo, una base su cui sviluppare ulteriori interventi di carattere strutturale”, sottolinea la FNOPI in una nota.
“In primis è di enorme importanza l’introduzione della possibilità di svolgere attività libero professionale anche presso strutture diverse da quella di appartenenza, sulla base di accordi decentrati, ovvero presso la medesima struttura in regime di esclusività, ma anche elevando da 4 a 8 il monte ore settimanale in cui l’attività è consentita. Ora è fondamentale illustrare come avverrà l’applicazione della misura, sia in termini organizzativi che a livello fiscale per i singoli professionisti”, prosegue la Federazione, che accoglie con favore anche la misura che estende fino al 31 dicembre 2025 la disposizione volta a consentire l’esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario in deroga alle vigenti norme sul riconoscimento delle qualifiche professionali nel nostro Paese.
“La disposizione introdotta ha infatti il merito di coinvolgere gli Ordini delle professioni sanitarie, quali enti sussidiari dello Stato, nel sistema di monitoraggio dell’ingresso dei professionisti da altri Paesi, prevedendo la comunicazione del riconoscimento in deroga da parte della regione da parte dell’interessato all’Ordine competente. Un sensibile miglioramento, finalizzato a garantire ai cittadini prestazioni da parte dei professionisti sanitari di qualità e appropriate ai bisogni di salute – spiega la FNOPI -. Un altro nodo sciolto dal Milleproroghe è quello relativo alle procedure di stabilizzazione. E’ da considerarsi assai positiva questa azione di contrasto al precariato storico, ma ora bisogna intervenire sia per avviare nuovi concorsi che per sbloccare le graduatorie ancora ferme. Servono una nuova programmazione e azioni strutturali per rimpolpare gli organici e assicurare un adeguato turn over, liberando nuove risorse che consentano una gestione del capitale umano non improntata a un sovraccarico dell’attuale forza lavoro”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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San Marino, il ricavato del concerto di Alexia donato alla pediatria dell’Ospedale di Stato

SAN MARINO (ITALPRESS) – Il Segretario di Stato per il Turismo di San Marino Federico Pedini Amati ha consegnato al Reparto di pediatria dell’Ospedale di Stato, nelle mani della dottoressa Laura Viola, il ricavato del concerto di Natale di Alexia dello scorso 27 dicembre. La somma, 1460 euro, sarà destinata all’acquisto di un ecografo per bambini.
Federico Pedini Amati, Segretario di Stato per il Turismo, sottolinea: “Siamo orgogliosi di poter donare l’incasso del concerto di Natale di Alexia alla nostra pediatria, un reparto al quale tutti dobbiamo tenere particolarmente. Colgo l’occasione per ringraziare la Dott.ssa Viola per il lavoro che lei, medici, infermieri e personale del suo reparto fanno per i più piccoli”.
– foto Repubblica di San Marino –
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Chirurgia plastica, il low cost può essere un rischio per la salute

MILANO (ITALPRESS) – Quasi 13 milioni di interventi di chirurgia estetica e oltre 17 milioni di trattamenti non invasivi. Sono questi, in un solo anno, i numeri mondiali della bellezza nel 2021 secondo l’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (ISAPS). Più modeste, ma comunque impressionanti, le cifre italiane. Quasi 284 mila interventi di chirurgia estetica e più di 668 mila trattamenti non chirurgici, come filler e botulino, in un solo anno. In tutto il mondo continua a crescere la voglia di essere giovani e belli. Anzi, se possibile, perfetti. Anestesie, iniezioni, interventi chirurgici, ricoveri e convalescenze sono il prezzo da pagare per provare ad avvicinarsi all’obiettivo, oltre ovviamente al conto del chirurgo plastico. Nessun ostacolo sembra insuperabile per chi vive male nel proprio corpo, per chi non si riconosce nello specchio. Un’insoddisfazione che in alcuni casi porta a fare scelte sbagliate e a mettere a repentaglio la salute. La sicurezza in chirurgia plastica è uno dei temi affrontati da Francesco Stagno d’Alcontres, presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica (Sicpre), intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, il nuovo format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“A un paziente che chiede un intervento bisogna dare un messaggio chiaro e preciso”, ha spiegato Stagno d’Alcontres. “Il paziente – ha proseguito – deve rivolgersi sempre a uno specialista che abbia una certa esperienza e che possa renderlo edotto sulla procedura richiesta”.
“I social – ha detto il presidente della Sicpre – danno messaggi di grande qualità ma dobbiamo fare attenzione perchè spesso dietro non c’è una vera qualità chirurgica. Spesso non corrispondono a ciò che propongono. A volte vengono prodotti da ‘cercatori di pazientì. Bisogna fare molta attenzione e informarsi”.
“Se vogliamo garantire un’attività professionale di qualità – ha aggiunto – dobbiamo sempre mantenerci con un rispetto totale nei riguardi della prestazione che facciamo, anche attenendoci all’uso di prodotti di qualità. Spesso i prezzi bassi dimostrano che non si usano prodotti di qualità, che non viene data una garanzia”.
Occorre fare attenzione alla scelta dello specialista. “Deve essere un professionista – ha sottolineato – con una certa esperienza e capacità, che possa dare qualità a ciò che propone”.
E’ importante anche scegliere bene il luogo dove subire l’intervento. “E’ indubbiamente importante”, ha affermato Stagno d’Alcontres. “Devono essere strutture – ha continuato – che abbiano l’accreditamento della Regione e un certo rigore nell’applicazione dei parametri del giusto approccio ai trattamenti chirurgici. Ci sono realtà che non garantiscono qualità e sterilità”.
Alcuni decidono di subire interventi di chirurgia estetica all’estero, anche per motivi economici. “Spesso nei nostri ambulatori – ha detto – si presentano persone che si sono recate all’estero per l’intervento e hanno avuto complicanze abbastanza complesse. Le vediamo anche in ospedale, arrivano attraverso il pronto soccorso”.
E’ importante, quindi, seguire bene i pazienti anche dopo l’intervento. “E’ fondamentale seguire il post-operatorio: il 60% lo fa l’intervento – ha affermato – e il restante 40% lo fa il post-operatorio. Non possiamo pensare che la soluzione sia l’estero. Oggi in Italia ci sono chirurghi plastici di grandissima qualità e un livello della chirurgia plastica veramente elevato”.
“Negli ultimi 30 anni – ha aggiunto – c’è stata una progressione nella qualità della chirurgia plastica ed estetica in Italia. Abbiamo tanti colleghi bravi e questo comporta che la formazione di base è di qualità, quindi i giovani che si stanno affacciando a questo mondo della chirurgia plastica – ha concluso – sono seri, preparati e con doti notevoli dal punto di vista professionale”.

– foto Italpress –
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