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Covid, incidenza ancora in calo ma sale l’Rt

ROMA (ITALPRESS) – Ancora in calo l’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi Covid: 52 ogni 100.000 abitanti rispetto ai 58 ogni 100.000 abitanti della scorsa settimana. E’
quanto emerge dal monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. Nel periodo 25-31 gennaio 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,73, in aumento rispetto alla settimana precedente ma sotto la soglia epidemica anche nel range superiore. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in lieve aumento ma rimane sotto la soglia epidemica.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in lieve calo all’1,6%, mentre il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 5,4%. Due Regioni sono classificate a rischio alto “per molteplici allerte di resilienza”. Sette sono a rischio moderato e dodici classificate a rischio basso.

– foto agenziafotogramma.it –
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Policlinico di Palermo, inaugurata la risonanza magnetica 3 Tesla

PALERMO (ITALPRESS) – Al Policlinico di Palermo, presso l’unità operativa di Diagnostica per immagini diretta dal professore Giuseppe Brancatelli, è in funzione da oggi la Risonanza Magnetica Philips Ingenia 3Tesla, una delle apparecchiature più performanti nel campo della diagnostica ad alta specializzazione. Si tratta della prima installata in una struttura pubblica di Palermo.
E’ una strumentazione di ultima generazione che, oltre ad avere un altissimo campo magnetico, ha una tecnologia di acquisizione delle immagini completamente digitale che permette di eseguire esami con una tempistica rapida e con un’altissima qualità. Queste caratteristiche migliorano la qualità, la specificità e la predittività diagnostica di moltissime patologie. E’ stato spiegato nel corso dell’inaugurazione.
L’apparecchiatura, è stato sottolineato, è dotata di un ampio “tunnel” per un maggiore comfort del paziente. A fronte di specifiche tecniche di altissimo livello, l’apparecchiatura risulta estremamente versatile e progettata per offrire la massima comodità al paziente.
Il diametro del “gantry” (l’apertura del tunnel all’interno del quale vengono posizionati i pazienti) è infatti di ben 70 centimetri (comunemente non supera i 60-65 centimetri) riducendo notevolmente la sensazione di claustrofobia e consentendo di studiare anche pazienti più robusti.
Possono essere effettuati studi di qualsiasi distretto corporeo: sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale), sistema cardiovascolare (cuore, piccoli e grossi vasi), apparato gastrointestinale (fegato, reni milza, tubo digerente), apparato genitourinario (utero, ovaie, testicoli, pene, reni, ureteri, vescica, prostata), sistema muscoloscheletrico (piccole e grandi articolazioni inclusa la colonna vertebrale, muscoli e nervi) e studi in ambito senologico.
E’ questa un’apparecchiatura, è stato evidenziato nel corso della cerimonia di inaugurazione, che rappresenta una nuova frontiera in termini di affidabilità diagnostica, produttività e offre inoltre la possibilità di effettuare studi avanzati in grado di far fronte alle più recenti sfide in ambito sanitario con immagini RM con un elevato contrasto, notevole risoluzione spaziale (oltre il millimetro) e, grazie alle avanzate tecnologie di cui si avvale, anche un’elevatissima risoluzione temporale in grado, ad esempio, di studiare organi in movimento quali, ad esempio, il cuore. Questo scanner RM va ad affiancare altre due apparecchiature RM che operano ad un’intensità di campo da 1,5 Tesla, in grado di rispondere alle crescenti richieste di questa tipologia di esami sul territorio, ma anche per un’ottimale formazione del personale afferente, primi fra tutti studenti ed assistenti in formazione.
“La sanità siciliana cresce – commenta Giovanna Volo, l’assessore regionale della Salute – e la strumentazione inaugurata oggi ci permetterà di dare risposta ai tanti pazienti in lista d’attesa, uno dei principali problemi che ci troviamo ad affrontare. Nella mia qualità di assessore sono contentissima e, nota personale, mi fa piacere essere qui, nella realtà dove ho cominciato concluso la mia carriera. Il mio impegno è costruire un’assistenza territoriale forte e garantire alla rete ospedaliera una piena funzionalità”.
Il Rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, dichiara: “Oggi inauguriamo la prima risonanza 3 Tesla pubblica a Palermo. E’ soltanto l’inizio di processo di rinnovamento intrapreso con il Commissario Iacolino per avvicinarsi a modello nuovo di ospedale sempre più tecnologico e attento alle richieste dei pazienti”.
Il sindaco Roberto Lagalla aggiunge: “Questa apparecchiatura è uno strumento straordinariamente potente per la diagnostica clinica ma anche per la ricerca scientifica. La vocazione del Policlinico universitario è soprattutto quella dell’avanzamento della ricerca scientifica che, in ambito radiologico, si avvale di tecnologie sempre più sofisticate”.
Il Commissario dell’Azienda ospedaliera universitaria, Salvatore Iacolino, afferma: “Con la messa in funzione di questa attrezzatura di ultima generazione, al servizio di tutti i pazienti, modernizziamo ancor di più il contesto complessivo del Policlinico. In questa azienda ci sono vette di eccellenza che vanno incoraggiate e potenziate anche attraverso le apparecchiature di ultima generazione come questa, acquistata dal Policlinico per oltre un milione e quattrocentomila euro”.
Il presidente della Scuola di Medicina, Marcello Ciaccio, evidenzia che “con questa innovazione facciamo un passo avanti nell’erogazione di prestazioni di eccellenza ma anche nella formazione agli studenti e specializzandi e nella ricerca. L’innovazione tecnologica che stiamo portando avanti permetterà di porre il Policlinico tra gli ospedali primi in Italia per innovazione tecnologica”.
“E’ una ristrutturazione iniziata nel 2013, quando da rettore insieme all’allora Ministro dell’Università, Francesco Profumo, ponemmo la prima pietra di questo profondo processo di ristrutturazione e riqualificazione del Policlinico, che non non è solo un fatto strutturale ma è anche evidentemente un processo di arricchimento e di innovazione tecnologica – sottolinea il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla -. La risonanza magnetica 3 Tesla è uno strumento straordinariamente potente per la diagnostica clinica ma anche per la ricerca scientifica e la vocazione del Policlinico universitario è soprattutto quella dell’avanzamento della ricerca scientifica che, in ambito radiologico, si avvale di tecnologie sempre più sofisticate. Ecco perchè città chiede al Policlinico un ulteriore sforzo di ammodernamento, rispetto alle dotazioni tecnologiche di un ospedale che è per la città di Palermo un riferimento non solo assistenziale ma soprattutto didattico e scientifico”.
Il direttore dell’unità operativa di Radiologia, Giuseppe Brancatelli, chiude con un ricordo: “Oggi sono trent’anni dall’installazione al Policlinico della prima risonanza magnetica, fortemente voluta dal nostro Maestro, il professore Adelfio Elio Cardinale. Allora fu la prima in una struttura pubblica del sud. Oggi, quindi, proseguiamo nel solco dell’innovazione”.
foto ufficio stampa Azienda Ospedaliera Universitaria Palermo
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Assistenza e cura dell’anziano, per la Sigg serve un nuovo approccio

ROMA (ITALPRESS) – Mettere a punto proposte e soluzioni concrete per fronteggiare l’invecchiamento della popolazione e promuovere un nuovo approccio alla cura e all’assistenza degli anziani. E’ l’obiettivo che si prefigge la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), guidata dal neo presidente Andrea Ungar.
Il disegno di legge delega in materia di politiche in favore delle persone anziane, in attesa del via libera da entrambe le Camere, è un punto di partenza. “Dopo il periodo pandemico che ha portato alla luce la necessità di cambiare il paradigma sulla gestione generale dell’invecchiamento, soprattutto in riferimento agli aspetti sanitari e di non autosufficienza, la legge delega ha fatto partire una discussione che speriamo possa cambiare radicalmente l’assistenza dell’anziano nel nostro Paese”, ha detto Ungar in un’intervista all’agenzia Italpress, all’indomani dell’audizione in Commissione Sanità al Senato.
“I geriatri parlano di approccio e valutazione multidimesionale da moltissimi anni ed è il momento di portare sul campo tutto questo – spiega Ungar -. L’approccio agli anziani non deve guardare solo alla malattia ma anche allo stato funzionale e al mantenimento, facendo anche una buona prevenzione per mantenere una vita attiva grazie a politiche sociali e sanitarie nel momento in cui stanno bene, e con un corretto approccio generale quando invece hanno un problema di salute”.
Il tema della prevenzione diventa un obiettivo fondamentale. “In Italia abbiamo un’aspettativa di vita molto alta e questo è un’ottima cosa, perchè vuol dire che la nostra società e il sistema funzionano. La prevenzione della disabilità – sottolinea Ungar – vuol dire mantenimento dello stato sociale, dei rapporti, uscire, muoversi, avere una capacità di vita quotidiana sempre importante. Questo nell’anziano è necessario perchè lo stato funzionale dal punto di vista prognostico è più importante di tante malattie croniche. Quindi è il cuore del nostro intervento”.
Anche il rapporto fra anziano e animale domestico può contribuire a favorire una migliore condizione di vita. “L’animale può essere una grande chance. Per l’anziano che sta bene ha una grande capacità di azione perchè aiuta chi è solo, ti dà un impegno, esci e incontri altre persone. Ad esempio la prevenzione cardiovascolare con un animale è estremamente efficace, ma non solo per quello, perchè il muoversi e il camminare fa molto bene. Poi c’è tutto il mondo degli interventi assistiti con animali nelle Rsa e nei centri diurni. Abbiamo da poco fondato un’associazione, Veteris, che mette insieme i geriatri e i veterinari per fare linee guida e d’indirizzo per l’assistenza e favorire il rapporto uomo-animale per la popolazione anziana”.
Alla base di tutto, secondo Ungar, c’è l’assistenza domiciliare che “è la frontiera, ma in generale una continuità di cura che vuol dire superare le barriere tra ospedale, domicilio, territorio e Rsa. Il paziente è uno, il sistema sanitario è uno, quindi dobbiamo lavorare tutti insieme, connessi, per una continuità ed evitare che l’anziano faccia un ping pong fra l’ospedale, il territorio, lo specialista, il medico di medicina generale e la Rsa. Il sistema deve diventare uno e questo è uno degli aspetti che la Sigg ha proposto e vuole sviluppare grazie all’attenzione che la politica sta dando alla sanità degli anziani”.

– foto Italpress –

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Sanità, presentati a San Marino i nuovi direttori di Dipartimento

SAN MARINO (ITALPRESS) – Si è svolta questa mattina la presentazione al personale dell’Istituto per la Sicurezza Sociale della Repubblica di San Marino del nuovo Direttore del Dipartimento Prevenzione, Angelo Barbato, del nuovo Direttore del Dipartimento Socio Sanitario, Pierluigi Arcangeli e del nuovo Direttore dell’UOC Pronto Soccorso e Degenza Breve, Alessandro Valentino.
L’incontro, presieduto dal Direttore Generale ISS, Francesco Bevere, si è svolto alla presenza del Segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta e dei Direttori delle varie Unità Operative, dei Responsabili degli Uffici e Servizi ISS e dei Coordinatori infermieristici. Nell’occasione sono stati illustrati i prossimi obiettivi, sia a breve che a medio e lungo termine e che riguarderanno i vari Dipartimenti ISS e in generale l’attività dell’intero Istituto.
Specialista in Igiene e Medicina Preventiva conseguita presso l’Università degli Studi di Pisa e in Cardiologia conseguita presso l’Università Tor Vergata di Roma, Angelo Barbato vanta una lunga esperienza nel settore del management ospedaliero, avendo ricoperto il ruolo di Direttore Sanitario presso svariate strutture ospedaliere, tra cui l’Ospedale di Cosenza, ASL Roma A, Grosseto, oltre che essere stato Direttore dell’UOC Prevenzione Sanitaria dell’INMP, Istituto Nazionale per la Promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà, nonchè ufficiale della Marina Militare italiana.
Per quanto riguarda Pierluigi Arcangeli, del suo curriculum si evidenziano gli oltre 15 anni quale dirigente medico presso l’Istituto Sicurezza Sociale dove ha svolto ruoli direttivi in ambito ortopedico e di servizio dipartimentale ospedaliero, oltre che la direzione sanitaria in strutture sanitarie e riabilitative italiane nonchè negli ultimi anni anche il ruolo di responsabile del Gruppo Covid Territoriale e Tracciamento sammarinese.
Specialista in Medicina d’Urgenza presso l’Università di Modena è invece Alessandro Valentino, con precedenti esperienze nel ruolo di primario del Pronto Soccorso all’Ospedale Bufalini di Cesena, del Murri di Fermo ed anche lui ufficiale della Marina Militare italiana.
L’occasione è stata propizia anche per presentare i componenti del Nucleo di Valutazione, Salvatore Calabretta, Giovanna Baraldi e Nicola Rosato, organismo istituito con decreto delegato numero 131 del 15 settembre 2022. Composto da alcuni dei più titolati professionisti di settore, sarà l’organo deputato alla valutazione delle performance cliniche e comportamentali, capacità di team working e di realizzazione degli obiettivi da parte dei professionisti dell’ISS. Un organismo presente in tutte le principali strutture con organizzazione complessa su scala internazionale e ora finalmente attivo anche all’interno del sistema sanitario e socio-sanitario sammarinese.
“Oggi possiamo affermare che si sta completando il progetto avviato circa un anno fa – dichiara il Direttore Generale, Francesco Bevere -. La presenza di professionisti di comprovata competenza e capacità operativa rende l’Istituto Sicurezza Sociale sempre più in grado di fornire risposte concrete a un livello di complessità crescente”.
“E’ un piacere per me essere qui oggi a dare il benvenuto a questi nuovi professionisti al servizio della Repubblica di San Marino – dichiara il Segretario di Stato per la Sanità, Roberto Ciavatta -. In un periodo in cui la ricerca di qualificate risorse umane in ambito sanitario risulta particolar-mente difficile, le Istituzioni sanitarie sammarinesi mandano un chiaro messaggio di fiducia a tutta la nostra cittadinanza: il nostro sistema è attrattivo e osservato con particolare interesse dall’Italia e non solo, grazie alle politiche di sviluppo adottate da questo governo e alle innova-zioni proposte e in parte già operative da parte della Segreteria di Stato per la Sanità e della dirigenza dell’Istituto”.
-foto ufficio stampa Iss –
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Roche, dati positivi per crovalimab nella EPN, una malattia rara

ROMA (ITALPRESS) – Roche ha annunciato oggi i risultati positivi dello studio globale di fase III COMMODORE 2, che valuta l’efficacia e la sicurezza di crovalimab in persone con emoglobinuria parossistica notturna (EPN) non trattate in precedenza con inibitori del complemento. Lo studio ha soddisfatto i suoi endpoint co- primari di efficacia: evitamento delle trasfusioni e controllo dell’emolisi (la continua distruzione dei globuli rossi misurata dai livelli di lattato deidrogenasi). I risultati hanno dimostrato che crovalimab, un nuovo anticorpo monoclonale anti-C5 riciclante sperimentale, somministrato con iniezione sottocutanea ogni quattro settimane, ha portato al controllo della malattia e dimostrato la non inferiorità rispetto a eculizumab – l’attuale standard di cura che viene somministrato per via endovenosa ogni due settimane.
I dati di efficacia e sicurezza dello studio separato di fase III COMMODORE 1, condotto su persone con EPN che hanno effettuato lo switch dagli inibitori del C5 attualmente approvati a crovalimab, supportano il favorevole profilo rischi-benefici di crovalimab, come osservato anche nello studio registrativo COMMODORE 2.
“Le persone affette da EPN beneficiano di diverse opzioni per ottenere il controllo stabile della malattia, con intervalli di trattamento meno frequenti – ha dichiarato Levi Garraway, MD, PhD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development presso Roche – Come i primi dati globali di fase III per crovalimab, anche questi risultati sottolineano il potenziale del medicinale nel soddisfare queste esigenze. Siamo impazienti di sottoporre questi dati alle Autorità Regolatorie, avvicinandoci di un passo al momento in cui saremo in grado di mettere crovalimab a disposizione delle persone affette da EPN in tutto il mondo”.
La EPN è una malattia ematologica rara, a causa della quale i globuli rossi vengono distrutti dal sistema del complemento (cascata enzimatica che partecipa al processo di difesa contro le infezioni).
Questo causa sintomi come anemia, affaticamento, trombi e nefropatia. Gli inibitori del C5 possono essere efficaci nel trattamento di questa patologia. Crovalimab è stato concepito per essere re-immesso nella circolazione, consentendo un’inibizione prolungata del complemento attraverso una somministrazione sottocutanea a basso dosaggio ogni quattro settimane. I dati di entrambi gli studi saranno inviati alle Autorità Regolatorie di tutto il mondo e presentati in occasione di un prossimo congresso medico. I dati positivi dello studio di fase III COMMODORE 3, condotto in Cina, sono stati presentati al Congresso dell’American Society of Hematology (ASH) nel 2022. I dati dello studio COMMODORE 3 sono stati presentati tramite l’iter di designazione di Breakthrough Therapy (“terapia fortemente innovativa”) del Centro cinese per la valutazione dei farmaci. Questa sottomissione è stata accettata nell’ambito della revisione prioritaria (Priority Review) per approvazione da parte della National Medical Products Administration cinese.

– foto ufficio stampa Havas PR –

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Terremoto, Gruppo San Donato invia medici, ambulanze e farmaci in Siria

ROMA (ITALPRESS) – Il gruppo ospedaliero internazionale San Donato ha dato la sua disponibilità alla Farnesina per inviare dodici medici, quattro bancali di medicinali e quattro ambulanze in Siria, dopo il devastante terremoto che ha fatto migliaia di vittime nella notte tra il 5 e il 6 febbraio. Partiranno con gli aerei messi a disposizione dal ministero degli esteri. 
“Sentiamo il dovere di essere presenti in Siria in queste ore drammatiche per le popolazioni colpite. Abbiamo deciso di donare 4 ambulanze e inviare 12 medici per dare il nostro contributo di mezzi e know how. Abbiamo chiesto il supporto della Farnesina e del Ministro Tajani che ringraziamo davvero per l’impegno di queste ore per permetterci di realizzare il nostro proposito di assistenza”, dice Kamel Ghribi, vice presidente del gruppo San Donato. 
In un intervento a Mosaique Fm, la principale radio privata tunisina, Ghribi ha fatto un appello a non abbandonare il popolo siriano che sta vivendo la stessa tragedia della Turchia. E ha contattato il presidente della Croce  Rossa siriana per accertarsi di quali siano i bisogni più urgenti della popolazione in questo momento. 
Ghribi ha fatto sapere di avere anche sentito alcuni funzionari italiani e arabi, per lavorare con loro all’organizzazione di aiuti medici e logistici e alle operazioni di soccorso
Il presidente della Croce Rossa Araba Siriana, Khaled Hboubati, sottolinea che in questo momento i soccorsi in Siria sono esposti a una serie di ostacoli, il primo dei quali è la mancanza di strumentazione adeguata per individuare le persone sotto le macerie. 
Per tale motivo la Croce Rossa Araba Siriana ha rivolto un appello all’Unione Europea affinchè revochi le sanzioni economiche alla Siria.

Immagine uff stampa GKSD
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Confapi-Anisap-Isi, unione pubblico-privato per abbattere liste d’attesa

ROMA (ITALPRESS) – Sanità pubblica e privata si uniscano per una maggiore prevenzione e l’abbattimento delle liste d’attesa. E’ la richiesta di Confapi Sanità, Anisap e Associazione I.S.I., che attraverso una lettera congiunta sottolineano che “la sanità continua ad essere al centro dell’attenzione della politica italiana, poichè le liste di attesa e la mancanza di prevenzione stanno causando un reale e totale black out che, se non arginato in tempi rapidi, diventerà un reale e drammatico problema negli anni a venire, con effetti ancor più gravi di quelli causati dalla pandemia Covid-19. Basti pensare ai circa 380.000 morti ogni anno per cancro di cui nessuno parla, con numeri destinati a salire visto il ritardo degli screening e delle prestazioni diagnostiche registrato in questo ultimo biennio”. Nella missiva, firmata da Mariastella Giorlandino (Confapi Sanità), Mauro Potestio e Valter Rufini (Anisap) e Giovanni Onesti (Associazione I.S.I.) viene evidenziato come sia “necessario, una volta per tutte, uscir fuori dai comuni preconcetti ideologici e procedere con un’effettiva integrazione tra sanità pubblica e privata per rendere l’intera offerta sanitaria un servizio reale ed efficace a tutela del cittadino”.
“Sul territorio – si legge – è già esistente da più di 40 anni una ‘medicina territorialè competente, rappresentata dai 6.800 ambulatori e poliambulatori privati autorizzati e/o accreditati, che rendono un servizio capillare, veloce e di altissima qualità e che costituisce un reale sostegno alle popolazioni di quartiere. La sanità pubblica – di per sè eccellente – sconta una serie di lacci e lacciuoli burocratici che ne rallentano di gran lunga la propria portata. Se non si attua velocemente la necessaria integrazione tra ‘pubblico-privatò tra pochi anni il SSN si troverà ad affrontare una nuova pandemia che minerà la sostenibilità e l’erogazione di servizi essenziali (LEA)”.
Secondo le tre associazioni, inoltre, “l’avvento di terapie oncologiche sempre più sofisticate e personalizzate poi, sta mettendo pesantemente a rischio le casse dell’intero SSN, che si trova a dover spendere una media di 150-200 mila euro per ogni singolo trattamento oncologico con i farmaci cosiddetti ‘innovativi e molecolarì. Solo a titolo d’esempio, se si prende in esame la prevalenza delle 4 tipologie più diffuse di tumori (mammella, polmoni, colon e melanoma), i pazienti che potrebbero beneficiare di tali trattamenti mostrano dati allarmanti. Circa 1.800.000 persone vivono in Italia con una diagnosi nuova o pregressa di tumori di questo tipo (dati AIOM-AIRTUM 2022). Se si considera che il 50% di questi pazienti potrebbe andare in progressione con formazione di metastasi, e teoricamente essere eleggibile per questo tipo di trattamento, occorrerebbero circa 150 miliardi di euro per far fronte alle spese necessarie per la copertura dei costi, il che farebbe “implodere” l’attuale sistema universalistico”.
Pertanto, osservano Confapi Sanità, Anisap e I.S.I. “una sola cosa è possibile fare per porre rimedio a questa potenziale catastrofe imminente: ‘potenziare la prevenzione oncologica secondaria a tutti i livelli, sfruttando tutte le competenze presenti nel territorio e possibilmente implementandolè”. Per riuscirci “occorrono persone capaci e competenti in ambito sanitario, di grande onestà intellettuale, che lavorano nel settore da anni e conoscono i problemi reali”. Occorre, in sostanza “‘fare sistemà unendo le sinergie delle strutture pubbliche e private presenti nel territorio, poichè quest’ultime costituiscono già una vera e propria medicina territoriale collaudata e organizzata. Continuare a parlare di realizzazione di nuovi presidi o di case della salute rappresenta una follia politica o una completa mancanza di visione delle criticità del SSN, perchè non ha senso progettare nuove strutture che devono ancora essere realizzate, organizzate, allestite (con le difficoltà connesse all’individuazione del personale medico ad oggi carente) e poi pagate con i soldi pubblici (scarsi!), quando sono già presenti sul territorio strutture sanitarie efficienti e di alta qualità, che possono immeditatamente contribuire alla salute del cittadino, per tutte le patologie, anche quelle croniche non trasmissibili, con costi oramai contenuti e competitivi anche con il pubblico”.
Bisogna dunque “uscire fuori dal preconcetto che la sanità privata è più costosa, perchè ciò non risponde più a verità, anzi la sanità privata è più controllata e quindi può erogare servizi a costi inferiori. Il Servizio Sanitario Nazionale è unico formato dal privato accreditato, e dal pubblico ove l’accesso a quest’ultimo dovrà essere riservato solo ai pazienti che necessitano di prestazioni di secondo livello e di chirurgia elettiva, con notevole implemento dell’efficienza, dell’efficacia, e con riduzione degli sprechi”. Per le tre associazioni “solo cosi possono essere poi abbattute le liste di attesa e si può veramente fare prevenzione oncologica”. A tal fine “occorrerebbe una diversificazione delle liste di attesa, in modo da distinguere chi deve essere operato con urgenza e chi necessita di una semplice visita medica. Infine, bisognerebbe creare un CUP preferenziale per completare in tempi rapidi i percorsi diagnostici-terapeutici dei pazienti portatori di sospette neoplasie o addirittura di tumori già diagnosticati nelle strutture ambulatoriali del territorio. Questa è l’unica azione possibile per garantire la sostenibilita del SSN universalistico nell’immediato futuro”.
“Concludendo – si legge infine – è necessaria una maggiore integrazione tra sanità pubblica e privata per compensare al meglio le criticità crescenti in ambito sanitario, dando attuazione ai progetti già presentati alle Istituzioni – Ministero della Salute e Presidenza del Consiglio – dalle scriventi Associazioni di categoria”.

– foto agenziafotogramma.it –
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Carenza farmaci, Medicines for Europe “Mettere forniture in sicurezza”

ROMA (ITALPRESS) – Introdurre flessibilità normative sugli imballaggi (soprattutto riguardo al foglietto illustrativo) per facilitare la riassegnazione dei medicinali attraverso le frontiere interne dell’Ue; adottare misure immediate per alleggerire il peso dell’inflazione sui farmaci generici, promuovendo l’adozione di criteri di gara basati sull’offerta economicamente più vantaggiosa, o accordi quadro previsti dalla direttiva sugli appalti pubblici; migliorare la prevedibilità della domanda condividendo dati con i produttori di medicinali.
Queste – secondo Medicines for Europe – le misure da adottare a breve termine per mitigare il rischio di nuove carenze di farmaci nel corso dell’anno.
Le proposte sono contenute in una lettera aperta che la presidente, Elisabeth Stampa e i membri dell’esecutivo dell’associazione europea dei produttori di generici, biosimilari e Value added medicines hanno inviato alla presidente del Parlamento UE, Roberta Metsola e ai membri della Commissione UE, sollecitando un “nuovo contratto di sicurezza sui farmaci per l’Europa” in vista della definitiva revisione della legislazione farmaceutica che la Commissione avrebbe dovuto di adottare entro la fine del 2022.
Tra gli esempi di “buone pratiche” citate nel messaggio, quello del Canada, che per regolamentare il mercato applica un sistema di prezzi di riferimento a scaletta che aumenta i prezzi quando ci sono pochi fornitori e riduce i prezzi quando invece sono molti e quello della Germania, che sta rivedendo la legislazione di settore per autorizzare la revisione dei prezzi quando le supply chain sono troppo consolidate.
La lettera sollecita a tale proposito un Medicines Security Act che preveda investimenti orientati al raggiungimento dell’autonomia strategica dell’UE sia nella produzione di principi attivi farmaceutici che di medicinali. Ma reca anche un preciso avvertimento: non ci si illuda di risolvere la questione delle carenze con l’ipotesi di appalti congiunti che avrebbero invece il potere di aggravarle.
“I requisiti nazionali in materia di scorte e carenze, nonchè le multe ad essi correlate inducono produttori e grossisti a detenere grandi volumi nei magazzini di ciascuno Stato membro, compromettono il principio della solidarietà dell’UE, aumentano il consolidamento delle catene di approvvigionamento incrementando i costi, riducono la disponibilità di medicinali in altri mercati e impediscono all’industria di adottare misure di mitigazione – spiega la lettera -. Gli appalti congiunti a livello europeo diminuirebbero la prevedibilità della domanda a livello nazionale, destabilizzano i contratti locali e i canali di fornitura esistenti e aggraverebbero ulteriormente l’impennata globale della domanda”.
“Siamo invece disponibili – prosegue la lettera – a collaborare con HERA (Autorità per le emergenze sanitarie) su un concetto di “riserva strategica europea” basata su riserve mobili, sul modello adottato in passato dal Regno Unito e oggi dall’Australia. Questo modello – conclude Medicines for Europe – offre un elevato grado di sicurezza per i pazienti, è flessibile per i produttori e a basso costo per Governi e Unione Europea”.

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