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Covid, in Italia 33.042 nuovi casi e 439 decessi in una settimana

ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana tra il 27 gennaio e il 2 febbraio, in Italia, si registrano 33.042 nuovi casi positivi con una variazione di -13,4% rispetto alla settimana precedente, quando furono 38.168. Sono stati 439 i deceduti, con una variazione di +27,2% rispetto alla settimana precedente, quando furono 345. 595.539 i tamponi effettuati con una variazione di -2,2% rispetto alla settimana precedente, quando furono 608.732. Il tasso di positività è del 5,5%, con una variazione di -0,8% rispetto alla settimana precedente, quanado fu del 6,3%. I dati sono forniti dal Ministero della Salute. (ITALPRESS).

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Sanità, a Roma summit itinerante sulle mutilazioni genitali femminili

MILANO (ITALPRESS) – No alle mutilazioni genitali femminili, sì all’integrità fisica, psicologica e sessuale della donna. E, quando la violenza e il sopruso sono già stati commessi, sì alla ricostruzione. E’ questo il messaggio per la società civile e per le vittime che arriva in occasione della Giornata Mondiale della Tolleranza Zero contro le Mutilazioni Genitali Femminili, il 6 febbraio. “Secondo una stima dell’Università Bicocca di Milano, in Italia le donne vittima di mutilazioni genitali sono quasi 88.000”, dice Francesco Stagno d’Alcontres, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva-rigenerativa ed Estetica, che in occasione della Giornata internazionale organizza a Roma, presso il Palazzo Giustiniani, il Summit Itinerante sulle Mutilazioni Genitali Femminili, con il patrocinio del Senato. “Basta questo numero – prosegue Stagno d’Alcontres – a spiegare l’urgenza della domanda a cui in quanto esperti di ricostruzione e rigenerazione siamo chiamati a rispondere”. Un numero di vittime che, a livello mondiale, è impressionante: oltre 200 milioni di donne mutilate vive oggi, in base ai dati del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dell’Unicef. A seconda del tipo di mutilazione subita, le vittime si trovano infatti a fronteggiare nella vita quotidiana problemi urinari, ginecologici e limitazioni funzionali, tra cui in alcuni casi la difficoltà a camminare. Per fortuna, però, la ricostruzione e il recupero sono possibili. “Lo sviluppo della medicina e chirurgia rigenerativa rendono possibili traguardi fino a poco fa inimmaginabili – sottolinea Stefania de Fazio, presidente eletto della Sicpre e nel 2019 ideatrice del Summit -. Con la trasposizione dei lembi è possibile ricostruire le piccole e grandi labbra. Grazie alle cellule staminali adulte presenti nel nostro grasso, che vengono trasferite con un autotrapianto, le cicatrici lasciate dalla mutilazione possono essere migliorate, curate, ridotte. Ecco perchè chiediamo l’aggiornamento della legge Bonino: per fare entrare il chirurgo plastico nel team multidisciplinare di cura dedicato a questi casi e per dare finalmente a queste donne la possibilità di una vita completa e normale. Un messaggio che in Italia è fondamentale divulgare, perchè nel nostro Paese le vittime di mutilazione che chiedono di essere ricostruite sono ancora pochissime”.

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Covid, ancora in calo incidenza e Rt

ROMA (ITALPRESS) – Ancora in calo l’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi Covid: 58 ogni 100.000 abitanti rispetto a 65 ogni 100.000 abitanti della settimana scorsa. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute. Nel periodo 11-24 gennaio 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,68, in diminuzione rispetto alla settimana precedente e sotto la soglia epidemica anche nel range inferiore. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in lieve aumento e rimane sotto la soglia epidemica.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è in calo all’1,8%, mentre il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 5,8%.
Una Regione è classificata a rischio alto “per molteplici allerte di resilienza”. Due sono a rischio moderato e diciotto classificate a rischio basso.

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Allattamento, Fno Tsrm e Pstrp “Famiglie siano ascoltate, non giudicate”

ROMA (ITALPRESS) – “La storia di Anna e del suo bambino Giovanni (nomi di fantasia) nato all’ospedale Pertini di Roma, di cui si è tanto scritto e parlato in questi giorni, la storia di una diade interrotta da un tragico evento in cui il prendersi cura ha incontrato circostanze di cui la Procura della Repubblica si sta occupando e su cui forse, si sono fatte troppe parole, ci spinge come professionisti del Gruppo di Lavoro Allattamento FNO TSRM e PSTRP ad esprimere alcune considerazioni sul tema dell’assistenza madre-bambino al momento della nascita, sperando possano essere un segnale positivo e propositivo di miglioramento nei servizi attualmente offerti”. E’ quanto si legge in una nota. “Vorremmo auspicare – continua il comunicato – il proseguimento del rooming-in (mamma e bambina-o nella stessa stanza) con la consapevolezza che rappresenta la facilitazione all’incontro, l’implementazione al bonding genitoriale ed in quanto tale favorita e incoraggiata, ma integrando la figura paterna, membro effettivo di una triade che richiede tempo e coinvolgimento e non presenza a tempo stabilito”.
“Stanze che accolgono e rendono la presenza genitoriale parte integrante di chi ha compito e dovere di prendersi cura della nuova vita senza orari di accesso e di uscita prestabiliti da rigide gestioni temporali – si legge ancora -. Esserci con risorse multiprofessionali che tengono in considerazione il potenziale insito nella famiglia, che sostengono e offrono cura alla madre e al suo bambino promuovendo l’allattamento e le prime cure ma, anche, proteggendo la diade da potenziali rischi, associati, ad esempio, ad una gravosa e oggettiva stanchezza della donna dopo un travaglio e parto faticosi. Conosciamo, apprezziamo e siamo solidali al costante lavoro dei colleghi dei Punti Nascita che, tutti i giorni, accompagnano le famiglie nel delicato momento della nascita; un momento che deve essere tutelato e rispettato, nei pieni desideri della coppia. Guardiamo con preoccupazione la costante carenza di personale sanitario nei Servizi pubblici materno-infantili, non solo ospedalieri ma anche territoriali, e auspichiamo che vi sia una maggiore sensibilità su questo gravoso problema in chi di competenza”.
“Il nostro impegno – evidenzia il Gruppo di lavoro Allattamento
FNO TSRM e PSTRP – per promuovere e sostenere l’allattamento, ci permette di metterci in discussione e riflettere su ciò che è prioritario: innanzitutto che le famiglie siano ascoltate, e non giudicate nelle loro scelte; che i segnali di aiuto e di difficoltà possano essere colti, e in risposta possano essere offerti servizi orientati a colmare i dubbi e le necessità delle famiglie; che le puerpere non debbano essere lasciate sole a farsi carico del proprio bambino, perchè per prime dovrebbero poter ricevere cure e attenzioni costanti. Dobbiamo, quindi, orientarci ad “accudire chi accudisce”. La cultura volta alla cura dei bambini e delle bambine, all’ascolto dei loro bisogni, all’allattamento, chiede un terreno fertile per le famiglie che incontriamo ogni giorno come professionisti”.
Secondo il Gruppo “una politica sanitaria e sociale vicina alla persona, consapevole delle reali necessità e in una concreta ottica di prevenzione, risponde con azioni pratiche, non permettendo all’indifferenza o al silenzio procedurale burocratico la vittoria sull’agire. Le famiglie hanno bisogno di risposte concrete, percorsi strutturati di assistenza e sostegno non soltanto durante la nascita, ma per tutta la durata del puerperio. L’home visiting, virtuosa esperienza già in atto in alcuni dei nostri territori, potrebbe rappresentare la realizzazione di uno dei possibili progetti di sostegno alle famiglie”. “Come Gruppo di lavoro sull’Allattamento che rappresenta le 18 Professioni Sanitarie tecniche, riabilitative e preventive, ciascuna con le proprie peculiarità, e con un coinvolgimento più o meno diretto nell’assistenza di genitori e bambini, vogliamo esprimere con un’unica voce la nostra vicinanza alle famiglie, e rinnovare il nostro impegno per tutelarle e sostenerle”, conclude la nota.

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Sibioc “Più integrazione tra clinici e medici di laboratorio”

MILANO (ITALPRESS) – “La medicina di laboratorio è essenziale per tutte le patologie e in tutte le specialità. In alcune siamo protagonisti principali, in altre siamo co-protagonisti”. Lo ha detto il professor Marcello Ciaccio, past president e presidente designato della Sibioc, Società Italiana di Biochimica clinica e biologia molecolare clinica – Medicina di laboratorio, in un’intervista all’agenzia Italpress.
“Grazie ai nostri esami, siamo in grado in pochi minuti di poter fare una diagnosi d’infarto anche quando l’elettrocardiogramma è negativo. Ma anche il diabete e le malattie del sistema endocrino vengono diagnosticate con i dati da laboratorio. Siamo centrali in tutte le patologie, in alcune in modo particolare”, prosegue Ciaccio, per il quale “ci deve essere interazione e integrazione tra il medico di laboratorio e il clinico. Ci deve essere condivisione dall’inizio, da quando si chiede un esame, alla fine, ovvero da quando si fornisce il referto. Ci vuole condivisione. L’integrazione è necessaria, questo metodo va ulteriormente accentuato per risolvere i problemi in maniera ottimale”.
“La Sibioc è la più importante società scientifica di medicina di laboratorio, sia come numero di soci, perchè siamo più di 3.500 – spiega il professore -, sia per la composizione di soci, perchè ci sono accademici, ospedalieri e liberi professionisti. Raccogliamo tutto il mondo che ruota attorno alla medicina di laboratorio. Siamo protagonisti principali nel dare risposte alle problematiche e alle criticità cliniche nei pazienti, sia in presenza di malattie che nella fase di prevenzione. Siamo in grado di dare delle informazioni importanti in tutte le fasi del processo assistenziale”.

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Salutequità, il Covid ha penalizzato le vaccinazioni adolescenziali

ROMA (ITALPRESS) – Il Covid-19 ha penalizzato anche la vaccinazione in età adolescenziale: i ragazzi 16enni vaccinati in Italia contro la meningite con il quadrivalente sono passati dal 74,94% nel 2019 al 58,5% nel 2021 (dato in risalita rispetto al 2020 con il 52,88%), con una differenza in negativo di 16,44 punti percentuali, praticamente un adolescente su 6 in meno. Nel 2021 per il vaccino sui quattro ceppi di meningococco la copertura media nazionale è migliorata rispetto all’anno precedente, ma il dato è influenzato in positivo da Valle d’Aosta, P.A. Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Puglia e Basilicata, dove 3 adolescenti su 4 sono stati vaccinati. E’ quanto emerge dall’11° Report di Salutequità ‘Vaccinazioni ed equità: focus su meningococco in età adolescenzialè, realizzato con il contributo non condizionato di Sanofi.
La variabilità regionale è estremamente marcata con valori ricompresi tra 11,82% dell’Umbria e 87,26% dell’Emilia-Romagna. I 18enni nel 2019 erano il 58,31% mentre nel 2021 il 62,22%, passando per il 55,1% del 2020. Il risultato è che l’obiettivo di proteggere il 95% dei ragazzi da meningite attraverso i vaccini sembra ancora distante.
Eppure le malattie invasive batteriche, come la meningite, sono una priorità di sanità pubblica, come indica il Piano Nazionale di Prevenzione 2020-25 (PNP) e il recupero delle vaccinazioni tra gli adolescenti ha una priorità alta nella circolare del Ministero della Salute del 30/07/2020 (n° 0025631).
‘Ciò nonostante, la capacità delle Regioni di garantire l’accesso alle vaccinazioni da parte degli adolescenti è molto differenziata – sottolinea Salutequità -. Ci sono Regioni che hanno perso terreno nella vaccinazione rispetto al 2019: perdono oltre 10 punti percentuali Piemonte (-13,72), Liguria (-11,97) Sicilia (-11,6) con un picco in Toscana (-48,12 punti percentuali passando dal 78,53% nel 2019 al 30,41% nel 2021); sempre in negativo Calabria (-8,72), Emilia Romagna (-4,09), Marche (-4,31)’.
Differenze tra Regioni sono state registrate per le coperture raggiunte e la capacità di recupero del numero di vaccinati tra il 2019 e il 2021, ma anche nelle strategie e nelle politiche vaccinali (ad esempio tipologia di vaccino, coinvolgimento delle famiglie e dei ragazzi).
Il tema del superamento delle disuguaglianze territoriali ispira l’impianto del nuovo Piano nazionale prevenzione vaccinale (PNPV) 2023-2025: nell’ultima versione – al vaglio delle Regioni in vista dell’incontro tecnico in Conferenza Stato-Regioni si certificano le criticità del sistema vaccinale e le disomogeneità regionali e si mette al centro il tema dell’equità di accesso, tenendo alta l’attenzione anche su gruppi difficili da raggiungere o in condizione di marginalità.
Il nuovo piano presenta diverse novità: svincola ad esempio l’aggiornamento del calendario vaccinale dal Piano per rendere l’offerta più in linea con il progresso scientifico; parla di mantenimento della gratuità nel tempo per le coorti beneficiarie (ad esempio per HPV) che abbiano perso o differito la vaccinazione, pur avendone maturato il diritto; coinvolge le farmacie tra i soggetti che potranno erogare la vaccinazione, sottolinea l’inserimento della vaccinazione nei Percorsi diagnostici di diagnosi e cura (PDTA) e il coinvolgimento più esteso dei professionisti sanitari, anche specialisti di riferimento per patologie croniche/oncologiche, supera l’uso discrezionale da parte delle regioni tra vaccino anti-meningococco C e tetravalente ACYW nella fascia pediatrica (tra il 13° e il 15° mese).
‘A oggi solo 12 Regioni hanno già deliberato il passaggio da MenC a Men ACWY: P.A. di Trento, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria ma nel 2021 la vaccinazione con il quadrivalente a 24 mesi vedeva una media nazionale pari al 54,16%, circa un bambino su duè, spiega Salutequità.
‘Per una rapida, effettiva ed equa offerta vaccinale sono urgenti tre azioni: affrontare il nodo risorse necessarie per mettere concretamente mano alle disparità regionali ed implementare quanto previsto dal Piano; definire tempestivamente standard quali-quantitativi del personale dei dipartimenti di prevenzione e agire sulla leva del monitoraggio LEA – dichiara Tonino Aceti, Presidente di Salutequità -. In particolare, un piano senza una specifica allocazione delle risorse non riuscirà da solo a garantire uniformità dell’offerta vaccinale nelle Regioni. Sull’aggiornamento del calendario vaccinale occorre individuare una metodologia snella: lo spacchettamento dal Piano mira a renderlo uno strumento agile ma non è chiara la periodicità con cui sarà aggiornato e quale meccanismo istituzionale permetterà, ad ogni aggiornamento, un rapido allineamento del calendario da parte delle Regioni. Infine, sul tema monitoraggio e valutazione del Piano è necessario prevedere nel Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA anche indicatori legati alle vaccinazioni non obbligatorie, tra cui quelle per gli adolescenti (ad esempio Meningococco e HPV) e gli adulti, spingendo in questo modo le Regioni nel raggiungimento dell’obiettivo di copertura fissato dal PNPV’.
Ma l’adesione alla vaccinazione passa anche per l’aumento della fiducia nelle vaccinazioni e la corretta informazione: una recente indagine di The European House-Ambrosetti mostra che circa una persona su 4 sa quali siano le vaccinazioni raccomandate, e 4 su 10 ne ricordano solo alcune.
Gli adolescenti dovrebbero avere un ruolo attivo nel prendersi cura della propria salute: se ascoltati rappresentano il terreno fertile per recepire informazioni da tradurre poi in comunicazione pubblica trasparente e inclusiva di tipo evidence-based e data-driven – come suggerito dall’OCSE – che sfrutti appieno gli strumenti digitali, molti dei quali fortemente apprezzati dagli adolescenti. Secondo l’ECDC, infatti, una fascia tra 4%-62%, appartenenti a diversi paesi europei, utilizza i social media come fonte di informazione sulla vaccinazione.
Infine, relativamente a un’offerta vaccinale equa sull’intero territorio nazionale, Salutequità definisce ‘strategia elettivà la vaccinazione a scuola: tutti gli adolescenti, infatti, sono già presenti nelle scuole, la distribuzione degli istituti è capillare sul territorio, pertanto un ampio target di studenti può essere facilmente raggiungibile.
‘L’esperienza durante l’emergenza Covid-19 in alcune regioni (Puglia in particolare da diversi anni) ha dimostrato come tale ambiente possa rivestire una duplice funzione: da un lato essere luogo di salute ove fare informazione e creare consapevolezza, dall’altro divenire un luogo dove effettuare la vaccinazione stessa. E’ evidente che sarà necessario occuparsi anche della dispersione scolasticà, spiega Salutequità, che lancia 6 proposte: ‘1. Affrontare il nodo risorse necessarie per l’implementazione dei contenuti del Piano e per l’erogazione delle vaccinazioni previste nel Calendario vaccinale, condizione necessaria, ma non sufficiente per l’implementazione di quanto previsto e la riduzione delle disuguaglianze. 2. Definire e varare gli standard quali/quantitativi di personale dei Dipartimenti di Prevenzione anche al fine di rendere equa ed omogenea l’offerta alla vaccinazione. 3. Adottare tempestivamente il nuovo PNPV 2023-2025 ed il relativo Calendario, chiarendo meglio gli aspetti sul mantenimento della gratuità in caso di adesione ritardata sia per le vaccinazioni non obbligatorie pediatriche e dell’adolescenza (fino ai 18 anni compresi), sia per quelle dell’adulto. 4. Rafforzare le azioni volte al recupero delle vaccinazioni mancate in età adolescenziale e nel raggiungimento degli obiettivi di copertura vaccinale, da un lato agendo in sicurezza sulla semplificazione organizzativa (ad esempio co-somministrazione o chiamata attraverso le scuole per classi con appuntamenti prefissati), dall’altro con un sistema di monitoraggio costante delle Regioni che permetta di individuare e poi risolvere – congiuntamente al livello istituzionale – le barriere di accesso attuali e pregresse. 5. Agire sulla vaccine hesitancy, lavorando su fiducia, facilità di accesso e organizzazione, conoscenza e percezione del rischio per promuovere la vaccinazione quale scudo per proteggere la propria salute, quella delle persone fragili e dell’intera comunità. 6. Incardinare il ruolo della scuola nei processi e nei percorsi di promozione della salute e nell’effettuazione di interventi mirati di prevenzione. Tale ambiente può rivestire in modo sistematico una duplice funzione: da un lato luogo di salute ove fare informazione, creare consapevolezza e promozione della salute, di health literacy e cultura vaccinale, dall’altro divenire un vero e proprio setting vaccinale, così come accaduto in alcune regioni durante l’emergenza Covid’.

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Il freddo lascia “scoperti” i polmoni, 5 mosse per proteggerli

ROMA (ITALPRESS) – In inverno siamo più esposti alle infezioni respiratorie. Il freddo infatti inibisce alcuni importanti sistemi di difesa del nostro organismo da virus e batteri, riducendone la risposta immunitaria.
“Le temperature ambientali fredde favoriscono una maggiore trasmissione e sviluppo di infezioni respiratorie a causa di alterazioni della “clearance muco-ciliare”, un importante meccanismo di difesa delle vie respiratorie in grado di contrastare e bloccare l’ingresso nei polmoni di corpi estranei e agenti patogeni come virus e batteri”, spiega Maria Pia Foschino Barbaro, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio – Università di Foggia, Policlinico di Foggia, curatrice del vademecum “Viaggio nel respiro – edizione inverno”, una nuova iniziativa educazionale della campagna “Proteggi i tuoi polmoni”, promossa da Zambon Italia, per spiegare in modo semplice perchè e come prendersi cura della salute delle proprie vie respiratorie, disponibile sul sito www.proteggiituoipolmoni.it.
Inoltre, secondo un recente studio condotto dai ricercatori della Massachusetts Eye and Ear e della Northeastern University, le basse temperature provocano una consistente diminuzione delle vescicole extracellulari presenti nel naso, veri e propri “guardiani” che di solito neutralizzano i virus prima che abbiano modo di infettare le cellule; mancando il filtro naturale del naso, i polmoni sono quindi particolarmente esposti a infezioni.
La stagione invernale rappresenta quindi il periodo di maggiore allarme per la salute dei polmoni, sia per gli effetti del freddo sulla risposta immunitaria e sui meccanismi di difesa delle vie respiratorie sopra descritti sia per l’esposizione ai più consueti fattori di rischio.
“Ai rischi legati all’azione sull’organismo delle basse temperature tipiche dell’inverno vanno aggiunti anche i fattori che danneggiano i polmoni tutto l’anno, come il fumo, l’inquinamento e l’azione dei radicali liberi che sono alla base dello stress ossidativo”, aggiunge Foschino Barbaro. “Ecco perchè, soprattutto d’inverno, è importante adottare accorgimenti e avere buone abitudini che aiutino l’organismo a contrastare lo stress ossidativo, per esempio favorendo la produzione del glutatione grazie a micronutrienti ricchi di anti ossidanti o sostanze come l’N-Acetilcisteina”.
Le 5 mosse per affrontare al meglio le settimane più fredde e mettere al riparo i polmoni sono descritte nel vademecum “Viaggio nel respiro – edizione inverno”: proteggere bocca e naso, all’aperto come nei luoghi chiusi, soprattutto se affollati; adottare buone abitudini di prevenzione; smettere di fumare; controllare la qualità dell’aria e fare il pieno di sostanze antiossidanti.
La protezione dei polmoni inizia da bocca e naso, che vanno tenuti coperti all’esterno, ma anche nei luoghi chiusi affollati con la mascherina. E’ importante anche sfruttare il filtro naturale rappresentato dai dotti nasali, inspirando con il naso ed espirando con la bocca.
Per ridurre il rischio di infezioni è importante adottare alcune buone abitudini di prevenzione come evitare gli sbalzi di temperatura, lavarsi spesso le mani, coprire naso e bocca quando si starnutisce o tossisce, cambiare frequentemente l’aria nei locali, mangiare frutta e verdura. Sono inoltre utili le vaccinazioni che, sebbene non disponibili per tutti i virus e i batteri che minacciano la salute respiratoria, sono una prima linea di difesa importante per evitare complicanze anche gravi, soprattutto per anziani e bambini.
Non c’è poi peggior nemico del fumo per la salute dei polmoni. “I mesi invernali, proprio per le basse temperature che non invogliano a uscire all’aperto per fumare, potrebbero rappresentare il momento giusto per smettere”, sottolinea Foschino Barbaro.
Passare più tempo in luoghi chiusi impone anche di controllare la qualità dell’aria, sia in termini di umidità – che non deve essere troppo bassa – sia di qualità: è bene areare gli ambienti spesso e pulire i filtri dei condizionatori.
Attenzione infine allo stress ossidativo, che può comportare un maggiore rischio di danno polmonare: una spia dello stress ossidativo è il deficit di glutatione, il principale antiossidante delle cellule umane. E’ possibile stimolarne la produzione con sostanze antiossidanti che agiscono contro i radicali liberi e possono così supportare il nostro organismo a reagire contro batteri e virus.
Sul sito www.proteggiituoipolmoni.it è possibile consultare tutti i materiali della campagna educazionale come il vademecum per affrontare al meglio i mesi invernali, ma anche la guida pratica e gli episodi della docu-serie animata per trovare consigli utili su come prendersi cura delle vie respiratorie. Dallo stile di vita all’allenamento del respiro, passando dai fattori di rischio da evitare, fino agli esercizi pratici per imparare ad ascoltare il proprio respiro, allenarlo e mantenerlo in salute.
-foto ufficio stampa Zambon-
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L’11 marzo il primo Congresso in Italia sugli acidi grassi omega-3

ROMA (ITALPRESS) – L’importanza degli acidi grassi omega-3 per la nostra salute è stata valutata in decine di migliaia di studi. Sulla base dello stato attuale delle numerosissime pubblicazioni e dei risultati scientifici che ne derivano, “viene offerta un’opportunità unica per un proficuo trasferimento di conoscenze in un’area di ricerca di grande attualità all’inizio del XXI secolo”, si legge in una nota.
Sabato 11 marzo 2023 si svolgerà infatti il 1° Congresso italiano sugli Acidi grassi omega-3 presso il NOI-Techpark Alto Adige a Bolzano: un evento organizzato con patrocinio scientifico di SINut (Società Italiana di Nutraceutica) e AIMF HEALTH (Associazione Italiana di Medicina Funzionale), relatori di fama internazionale, un’intera giornata dedicata agli omega-3.
Si tratta di un congresso accreditato in modalità residenziale (6 crediti ECM) rivolto a medici chirurghi, odontoiatri, biologi nutrizionisti, dietisti, farmacisti e altri professionisti dell’area sanitaria, con l’obiettivo di offrire informazioni adeguate e basate sulle evidenze scientifiche circa il ruolo che gli acidi grassi omega-3 rivestono per la salute dell’individuo, a 360 gradi.
Verranno trattati alcuni degli argomenti più ricorrenti che riguardano gli n-3 PUFAs: Sono utili per modulare i processi infiammatori? Quale impatto hanno sul metabolismo? Riducono il rischio di malattie cardiovascolari? Supportano la funzione cerebrale? Proteggono la pelle? Questi sono solo alcuni degli argomenti sui quali oggi è necessario soffermarsi e definire le conoscenze a disposizione: tale è l’obiettivo culturale dell’evento, grazie all’intervento di numerosi esperti nazionali ed internazionali.
A questo link si troveranno informazioni dettagliate, compresi il programma dettagliato e le modalità di iscrizione: CONGRESSO OMEGA-3

– foto ufficio stampa Norsan Italia –

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