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Schillaci “Misure per garantire la piena sicurezza delle partorienti”

ROMA (ITALPRESS) – Il ministro della Salute Orazio Schillaci “sta seguendo con la massima attenzione il caso del neonato deceduto all’ospedale Pertini e della sua mamma alla quale esprime tutta la sua vicinanza in un momento tanto difficile e doloroso”. Così in una nota del ministero che “ha immediatamente chiesto una relazione dettagliata alla Regione Lazio per chiarire la dinamica della triste vicenda e verificare il rispetto dei protocolli e delle procedure previste”.
“Quanto accaduto all’ospedale Pertini ha fatto emergere problematiche che hanno riguardato, e possono riguardare, molte altre donne, e il Ministro intende affrontarle mettendo in atto tutte le misure necessarie a garantire piena sicurezza delle partorienti e dei bambini – continua la nota -. Così come è impegnato a promuovere ogni intervento utile ad assicurare adeguate condizioni di lavoro alle ostetriche e al personale sanitario addetto ai reparti di ostetricia e ginecologia”.

– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).

Lilt e infermieri insieme nella lotta contro il cancro, siglata intesa

ROMA (ITALPRESS) – Il protocollo firmato da LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) e FNOPI (Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche) racchiude una serie di azioni a sostegno della lotta contro il cancro: educare, soprattutto le nuove generazioni – ma non solo -, a orientare stili di vita e ai principi della prevenzione oncologica; agire su tutti i livelli, dalla comunicazione della prevenzione di genere, primaria, secondaria, terziaria, alla formazione soprattutto rivolta al volontariato, per sviluppare azioni e campagne contro il cancro, unendo sistemi, competenze e responsabilità diverse. Questi sono in sintesi gli obiettivi del protocollo d’intesa triennale che LILT e FNOPI hanno sottoscritto per attivare insieme tutti quegli strumenti e quelle iniziative che consentono di prevenire e contrastare il cancro, ma soprattutto di essere di supporto nella cura e nell’assistenza ai malati e alle loro famiglie.
La LILT agisce da oltre un secolo in questo settore con campagne, iniziative, studi attività di anticipazione diagnostica e di assistenza psico-sociosanitaria anche nella riabilitazione e nell’assistenza domiciliare e ora, grazie al protocollo con FNOPI, il fronte della lotta al cancro si allarga con il contributo degli oltre 460mila infermieri presenti in Italia.
Grazie alla prevenzione e all’azione mirata delle campagne di prevenzione e comunicazione sugli stili di vita, in Italia si muore di cancro in media il 12% in meno rispetto agli altri paesi europei. Sono diminuiti i decessi per tumore e migliora la sopravvivenza, ma ogni giorno in media circa mille persone ricevono una diagnosi di tumore. La pandemia ha abbattuto gli screening e ritardato la diagnosi precoce, per questa ragione il protocollo LILT -FNOPI vuole supportare la fase post pandemica e permettere a sempre più cittadini di ricevere la giusta assistenza e in tempo.
Le azioni previste dal protocollo includono l’attivazione di iniziative di comunicazione istituzionale e di campagne di divulgazione alla cittadinanza, grazie a eventi formativi nelle scuole, e agli stessi infermieri in materia di prevenzione.
Poi la prevenzione di genere, sia per la donna che per l’uomo. Saranno organizzate in questo senso campagne di prevenzione per i tumori maschili e femminili, con il coinvolgimento dei media e dei vari stakeholder, superando ostacoli e barriere comunicative, sociali e organizzative “di genere”.
Per la prevenzione primaria, LILT e FNOPI condivideranno nei contenuti e nella modalità di divulgazione dei “consigli di prevenzione” diretti a tutta la popolazione: dal modo corretto di alimentarsi e di fare attività fisica fino alle azioni su particolari categorie di persone considerate “ad alto rischio”, come i fumatori.
Un’importante parte della campagna sarà poi dedicata anche alla vaccinazione: fra gli strumenti della prevenzione primaria condivisi ci sono anche i vaccini contro specifici agenti infettivi che aumentano il rischio di cancro, come il virus dell’epatite B (tumore del fegato) o il Papilloma virus umano – HPV (responsabile del cancro della cervice uterina).Nella prevenzione secondaria FNOPI darà supporto alla LILT nelle sue campagne di sensibilizzazione che prevedono anche visite mediche per la diagnosi precoce ed esami diagnostici per diversi tipi di tumore, eseguiti presso i circa 400 ambulatori LILT (la lista sarà disponibile sul sito).
Obiettivo della prevenzione terziaria è soprattutto curare e promuovere la prevenzione delle cosiddette recidive o nel caso di eventuali metastasi dopo che la malattia è stata curata con la chirurgia, la radioterapia o la chemioterapia (o tutte e tre insieme), e diffondere programmi omogenei di presa in carico delle persone guarite da cancro, incidendo sulle disuguaglianze territoriali con modelli di organizzazione della prevenzione terziaria oncologica, anche per specifici livelli essenziali di assistenza.
Infine la formazione, che si articolerà in tre momenti: “stare accanto” al malato e alla sua famiglia a domicilio, in ospedale e nel trasporto per le terapie, sostenendolo in tutte le necessità sia per gli aspetti pratici sia per gli aspetti psico-sociali; prevenzione e diagnosi precoce, accogliendo chi si reca presso gli ambulatori e le sedi LILT, per fornire informazioni e orientamento ai servizi di prevenzione offerti; sensibilizzazione e raccolta fondi, attraverso la divulgazione di materiale informativo e promuovendo il progetto con le istituzioni; attuare interventi di sensibilizzazione per la diffusione della cultura della prevenzione presso scuole e aziende e collaborare nell’organizzazione di eventi per la raccolta fondi,allestire e presiedere gli stand.

– foto ufficio stampa Fnopi –
(ITALPRESS).

Una nuova unità mobile per la “Carovana della Prevenzione”

ROMA (ITALPRESS) – Una nuova unità mobile della Carovana della Prevenzione, il progetto di tutela della salute femminile che la Komen Italia svolge da anni con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS a Roma, è stata inaugurata oggi al Policlinico Gemelli.
Questa ulteriore unità mobile, resa disponibile grazie a una donazione da parte di Enav, società che gestisce il traffico aereo civile in Italia, avrà in dotazione un mammografo 3d di ultima generazione con tomosintesi e consentirà di ampliare le attività diagnostiche gratuite di prevenzione offerte da questo programma.
La prima Giornata di Promozione della Salute, realizzata con l’unità mobile aggiuntiva, sarà dedicata alle dipendenti Enav della sede di via Salaria a Roma.
Al taglio del nastro erano presenti Marco Elefanti, Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Riccardo Masetti, Fondatore di Komen Italia, Daniela Terribile, Presidente di Komen Italia, Giovanni Scambia, Direttore scientifico Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Francesca Isgrò, Presidente Enav e Paolo Simioni, Amministratore Delegato Enav.
“Questa generosa donazione da parte di ENAV ha un valore positivo doppio per un’organizzazione di volontariato come la nostra – ha commentato Riccardo Masetti, Fondatore della Komen Italia e Direttore del Centro di Senologia del Policlinico Gemelli -. Da un lato testimonia l’apprezzamento che siamo stati in grado di generare con le attività svolte quotidianamente a tutela della salute femminile; dall’altro ci consentirà di offrire un numero ancora maggiore di esami di diagnosi precoce a donne che ne hanno particolarmente bisogno. Grazie quindi di cuore all’ENAV da parte del Consiglio Direttivo e di tutti i volontari della Komen Italia per questo gesto di fiducia e stima”.
Ad oggi, la Carovana della Prevenzione ha svolto 600 Giornate di Promozione della Salute Femminile in 17 regioni italiane, offrendo oltre 50.000 prestazioni mediche gratuite, soprattutto a donne che vivono in condizioni di maggiore fragilità sociale ed economica. La tutela della salute femminile ha importanti ricadute sul benessere della collettività per il ruolo della donna in ambito familiare, lavorativo e sociale. Anche per questo, da oltre vent’anni, la Komen Italia impegna energie e risorse economiche sempre crescenti in programmi come la Carovana della Prevenzione per sensibilizzare le donne e mettere a loro disposizione gratuitamente opportunità concrete di protezione della salute.
I tumori del seno sono le neoplasie maligne più frequenti nelle donne e occasionalmente si verificano anche negli uomini (1 caso ogni 100). Ogni anno nel mondo si registrano oltre 1,6 milioni di nuovi casi, 56.000 dei quali nel nostro Paese. Quando un tumore del seno viene diagnosticato in fase precoce è possibile guarire in oltre il 90% dei casi con terapie meno invasive. Ma ancora oggi in molti casi la diagnosi arriva in ritardo.
“La prevenzione e la diagnosi precoce dei carcinoma – ha dichiarato Francesca Isgrò, Presidente del Gruppo ENAV – risultano elementi fondamentali per garantire eventuali cure tempestive a beneficio delle migliori condizioni di salute femminile e di benessere per l’intera collettività. Da donna non posso che ringraziare di cuore tutte le persone di Komen Italia e la Fondazione Policlinico Gemelli per la loro dedizione. Questa iniziativa rappresenta un modello di prevenzione e sensibilizzazione non solo per le donne di oggi ma anche e soprattutto per le generazioni future”.
“Nel nostro Gruppo la tutela della salute è un valore assoluto da preservare con impegno e dedizione, siamo stati da subito entusiasti di contribuire alla causa che porta avanti la Komen Italia – afferma Paolo Simioni, Amministratore Delegato del Gruppo ENAV -. Progetti e iniziative del genere sono capisaldi per una sempre crescente sensibilizzazione sociale sui temi della prevenzione. Ringraziamo Komen Italia e la Fondazione Policlinico Gemelli per lo straordinario impegno e abnegazione nella lotta contro il tumore al seno”.
“La decisione di Enav di offrire a Komen Italia una nuova Unità mobile, completamente equipaggiata tecnologicamente, rappresenta un’ulteriore possibilità di ampliare il raggio di azione della Carovana della Prevenzione in collaborazione con la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – spiega Daniela Terribile, Presidente di Komen Italia. Tale progetto, che negli anni ha assunto una sempre più precisa connotazione, si è rivelato di estrema utilità proprio nel raggiungere luoghi e realtà dove la prevenzione non arriva o arriva con grande difficoltà offrendo sul posto e gratuitamente esami di prevenzione, oltre a consentire una proficua e sinergica collaborazione con le istituzioni sanitarie locali per una maggiore efficacia dei programmi di prevenzione dei tumori del seno”.
“La Carovana della Prevenzione è una iniziativa consolidata e di successo di alto valore sociale che il Gemelli sostiene con entusiasmo accanto a Komen Italia – dichiara il Direttore Generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, professor Marco Elefanti. Un sentito ringraziamento per il sostegno alla Carovana va ad Enav anche da parte del Gemelli – continua il Direttore Generale. Grazie alla donazione di questa nuova Unità Mobile di prevenzione senologica su cui opera personale sanitario specializzato della nostra Fondazione viene rafforzata la ‘flottà dei mezzi a disposizione per la promozione della salute delle donne. Sarà così possibile offrire a un pubblico sempre più ampio attività gratuite di prevenzione a tutela della salute in particolare di quella popolazione femminile fragile che ha maggiore difficoltà di accesso alle strutture sanitarie”.

– foto ufficio stampa Policlinico Gemelli –

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Sanità, rapporto Crea, Salutequità “è allarme disuguaglianze”

ROMA (ITALPRESS) – “Il Rapporto CREA Sanità 2023 restituisce un’immagine preoccupante sull’equità dell’assistenza sanitaria: l’accesso universale alle cure è regredito con la pandemia e non accenna a riprendersi. La spesa sanitaria del Ssn raggiunge il 75,6% della spesa sanitaria totale contro una media dell’82,9% nei paesi Ue e i cittadini hanno speso circa 41 miliardi di tasca propria per la sanità, 1.734 euro per medi per famiglia, il 5,7% dei consumi totali, con un’incidenza complessiva sul PIL del 2,3% contro la media Ue del 2 per cento. Ma quel che è peggio secondo il Rapporto è la riduzione dei consumi sanitari che nel solo 2020 è stata del -8,5%, con forti differenze geografiche. Inoltre, peggiorano anche altri indici di equità: nel 2020, 378.627 nuclei (l’1,5%) si impoveriscono per le spese sanitarie e 610.048 (il 2,3 %) devono sostenere spese cosiddette “catastrofiche”. Numeri che nel tempo sembrano calare, ma solo perchè aumentano le rinunce: sommando queste ultime agli impoverimenti, le famiglie che registrano un disagio economico a causa dei bisogni sanitari sono 1,3 milioni, in crescita dello 0,6% rispetto al 2019″. E’ il commento attraverso una nota di Salutequità al Rapporto Crea diffuso oggi. “Aumenta anche il rischio, secondo il Rapporto, che una parte della popolazione voglia fuoriuscire dal sistema pubblico: ad esempio, durante la pandemia solo le famiglie appartenenti al 20% più abbiente hanno potuto contrastare le difficoltà di accesso ai servizi del SSN con un aumento della loro spesa privata. In queste condizioni, spiega il CREA, il 40% di risorse del PNRR vincolate per il Sud potrebbero non essere sufficienti a riequilibrare equitativamente il SSN: è necessario agire anche sul riparto della spesa corrente, in primo luogo considerando quella parte di spesa privata che rappresenta uno sgravio per i conti delle Regioni, e che incide maggiormente in quelle dove il reddito medio è più alto: ad esempio – si legge – in Lombardia arriva a 828,3 euro pro-capite mentre in Sardegna si ferma a 442,9 euro”. “E’ fondamentale mettere subito in pista politiche per l’accesso alle cure, a partire dal rilancio e dal finanziamento di una strategia nazionale per il governo delle liste di attesa, l’aggiornamento del Piano nazionale della cronicità, la revisione e il rafforzamento del Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA, oggi inadeguato per misurare ciò che effettivamente viene garantito ai cittadini dalle Regioni – ha affermato alla presentazione del Rapporto CREA Tonino Aceti, presidente di Salutequità, laboratorio italiano di analisi innovazione e cambiamento delle politiche sanitarie e sociali -. Consideriamo ineludibile rafforzare il ruolo del livello centrale nel controllo e nel supporto alle Regioni e lavorare a un Piano straordinario per il capitale umano del SSN, in grado di definire strategie e investimenti di breve, medio e lungo periodo per affrontare in modo strutturale il problema delle carenze di organico, della mancata valorizzazione economica e professionale, della sicurezza, del benessere organizzativo e della scarsa attrattività delle professioni sanitarie e sociali e del loro esercizio all’interno del Servizio Sanitario, anche queste ben sostanziate nel Rapporto CREA”.
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C.R.E.A. Sanità, al sistema pubblico mancano almeno 50 miliardi

ROMA (ITALPRESS) – Al finanziamento della sanità pubblica italiana mancano almeno 50 miliardi di euro (al minimo) per avere un’incidenza media sul PIL analoga agli altri paesi Ue. Rispetto ai quali la spesa sanitaria del nostro Paese registra, nel 2021, una forbice del -38% circa (-12% di spesa privata e -44% circa di spesa pubblica). E’ quanto emerge dal 18° Rapporto del C.R.E.A. Sanità (curato da Federico Spandonaro, Daniela D’Angela, Barbara Polistena e al quale hanno preso parte oltre 30 tra ricercatori ed esperti), riconosciuto come Centro di ricerca da Eurostat, Istat e Ministero della Salute, composto da economisti, epidemiologi, ingegneri biomedici, giuristi, statistici, che in larga misura operano presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e l’Università telematica San Raffaele di Roma.
La spesa sanitaria dal 2000 al 2021 è cresciuta del 2,8% medio annuo, il 50% in meno che negli altri Paesi Ue di riferimento. Anche durante il COVID è cresciuta meno: “per recuperare il passo degli altri Paesi servirebbe, quindi, una crescita annua del finanziamento di 10 miliardi di euro per 5 anni, più quanto necessario per garantire la stessa crescita degli altri Paesi europei presi a riferimento, ovvero altri 5 miliardi di euro”, spiega il Rapporto, secondo il quale per trovare risorse la ricetta è “crescere per non selezionare”: per mantenere, cioè, un servizio sanitario nazionale universalistico e non essere costretti a un “universalismo selettivo” e mantenere equità di accesso, è necessario far crescere il PIL.
“Nei documenti di finanza pubblica – commentano i curatori del Rapporto – sono previsti meno di 2 miliardi di euro per anno, quindi circa un settimo del necessario per il riallineamento; date le dimensioni dello scarto, l’unica possibilità di andare oltre il finanziamento previsto è che si registri una crescita economica nazionale sostenuta e maggiore di quella media degli altri Paesi di confronto. Se questo non avverrà, l’attuale assetto delle “garanzie” del SSN non è di fatto più sostenibile e bisognerà ridefinirlo. In altri termini – concludono -, se non si determinerà una crescita adeguata o non si creeranno condizioni che fermino la perdita di risorse umane e aprano la strada all’accesso alle innovazioni, si dovrà passare a una logica di universalismo selettivo, che privilegi l’accesso dei più fragili (ma con un impatto non indifferente sull’equità del sistema sanitario)”.
Secondo il Rapporto, nel 2021 il finanziamento pubblico si ferma al 75,6% della spesa contro una media EU dell’82,9% e la spesa privata incide per il 2,3% sul PIL contro una media EU del 2%: oltre 1.700 euro a nucleo familiare, “scaricando” ad esempio sulle famiglie oltre un miliardo di spesa per farmaci compresi tra quelli rimborsabili dal SSN.
Aumenta anche il disagio economico per le spese sanitarie: il 5,2% delle famiglie versa in tale stato; 378.627 nuclei familiari (l’1,5%) si impoveriscono per le spese sanitarie e 610.048 (il 2,3%) sostengono spese sanitarie cosiddette “catastrofiche”.
“Non va meglio rispetto a un altro allarme, lanciato di recente anche dalle Regioni – evidenzia il Rapporto -: la carenza di personale, per il quale l’Italia dovrebbe investire 30,5 miliardi di euro, calcola il C.R.E.A., se volesse allinearsi agli organici di professionisti sanitari dei Paesi EU di riferimento, senza tenere conto del maggiore bisogno derivante dall’età media più alta della popolazione. Questo perchè, sempre rispetto alle medie EU, in Italia, i medici ogni 1.000 abitanti sono sì un pò di più, ma se si considera la popolazione over 75 ne potrebbero mancare circa 30mila e per il riequilibrio se ne dovrebbero assumere almeno 15mila ogni anno per i prossimi 10 anni, mettendo in conto le dinamiche annuali di pensionamento (circa 12mila l’anno, essendo in media più anziani). La carenza di infermieri è anche più grave: supera le 250mila unità rispetto ai parametri EU e, comunque, solo per il nuovo modello disegnato dal PNRR ne servirebbero 40-80.000 in più. In questo caso, di nuovi infermieri ne servirebbero 30-40.000 l’anno (anche qui considerando il numero di pensionati/anno: circa 9mila), numero irraggiungibile anche perchè la propensione a intraprendere la professione in Italia (scarsa attrattività legata sia a questioni economiche che di carriera) è un terzo che negli altri Paesi EU.
Nè l’Italia può far conto di attrarre professionisti dall’estero: entrano nel nostro Paese meno dell’1% dei medici, contro il 10% (fino al 30%) negli altri Paesi; analogamente, vengono dall’estero meno del 5% degli infermieri contro percentuali del 15% nel Regno Unito e del 9% in Germania”.
“I medici italiani, poi, oltre a essere pochi, guadagnano in media il 6% in meno e gli infermieri in media il 40% in meno dei loro colleghi europei e se, oltre agli organici, si volesse considerare anche la necessaria rivalutazione delle retribuzioni, l’onere per la spesa corrente del SSN crescerebbe a 86,8 miliardi di euro. Senza risorse e senza personale è anche impossibile -sottolinea il Rapporto C.R.E.A. -, recuperare il 65% di prestazioni perse durante la pandemia, di cui hanno sofferto soprattutto i “grandi anziani”: il 70% degli over 80 registra un peggioramento dello stato di salute, soprattutto nei centri maggiori e nel Nord-Ovest, e il 50% di loro ha speso di più privatamente per bisogni sanitari e sociali”.
Il SSN, conclude il Rapporto C.R.E.A., ha di fronte, quindi, tre grandi sfide: “ridurre le sperequazioni (obiettivo principe di un servizio pubblico), adeguare le dotazioni organiche (condizione necessaria per ammodernare il SSN) e rimanere, allo stesso tempo, sostenibile. I primi due obiettivi richiedono risorse aggiuntive rilevanti, ma il terzo si scontra con strada della “sobrietà”, quella concretamente prevista nei documenti di finanza pubblica, che allocano per la Sanità risorse che, però, il Rapporto mostra essere lontane dai volumi che sarebbero richiesti per un “allineamento” del SSN italiano a quelli dei Paesi europei di riferimento; distanza che dimostra l’insostenibilità attuale, di fatto, del SSN”.
“La sostenibilità – concludono i curatori del Rapporto – è questione inscindibile dalla definizione delle aspettative. Se queste ultime sono rapportate ai livelli medi di welfare europei, l’unica possibilità per garantire la sostenibilità del servizio sanitario risiede nella capacità di innescare una crescita del denominatore, ovvero del PIL”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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Siglato Memorandum tra ministero Salute Egitto, GKSD e Gruppo San Donato

IL CAIRO (EGITTO) (ITALPRESS) – Firmato oggi a Il Cairo, il Memorandum of Understanding tra il Ministero della Salute e della Popolazione egiziano, GKSD Investment Holding e Gruppo San Donato, leader della sanità italiana. Presenti alla firma, il Ministro della Salute e della Popolazione egiziano, Khaled Abdel Ghaffar, il Ministro degli Affari Esteri italiano, Antonio Tajani, la Commissaria per le Infrastrutture e l’Energia della Commissione dell’Unione Africana, Amani Abou-Zeid, il Presidente di GKSD Investment Holding e Vice Presidente del Gruppo San Donato, Kamel Ghribi, il Vice Presidente del Gruppo San Donato e Vice Presidente di GKSD Investment Holding, Paolo Rotelli e l’Ambasciatore italiano in Egitto, Michele Quaroni.
Il Memorandum of Understanding ha l’obiettivo di rafforzare i rapporti di partnership tra le parti, in una prospettiva di lungo periodo, nella gestione di ospedali egiziani, nello sviluppo di Smart Clinic – grazie agli investimenti di GKSD Investment Holding e del Gruppo San Donato – e nella formazione di professionisti sanitari locali, attraverso corsi e programmi di scambio.
La collaborazione sarà determinante – si legge in una nota – per rafforzare la qualità delle cure destinate alla popolazione egiziana e l’innovazione tecnologica negli ambiti clinici ad alta specializzazione.
Il protocollo d’intesa prevede inoltre consulenza e supporto strategico per implementare la trasformazione del servizio sanitario egiziano e promuovere la realizzazione di progetti strategici che adeguino l’offerta sanitaria, oggi sottodimensionata rispetto all’effettivo fabbisogno della popolazione. Si partirà con la gestione dell’ospedale Sheikh Zayed, uno dei principali istituti sanitari locali.
“L’accordo è il frutto dell’intensa collaborazione, già attiva, tra il Ministero della Salute e della Popolazione Egiziano, GKSD Investment Holding e Gruppo San Donato, che vede da anni il supporto in alcune specialità cliniche fondamentali, come la Cardiologia e la Cardiochirurgia pediatrica, ma anche la formazione del personale sanitario e i programmi di scambio tra professionisti italiani ed egiziani”, si legge nella nota.
Inoltre, nel capoluogo egiziano, da più di 30 anni è attiva l’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo, presieduta dal professor Alessandro Frigiola, direttore dell’area Cardiochirurgica pediatrica presso l’IRCCS Policlinico San Donato.
“Il programma di cooperazione ha registrato grandi successi: l’IRCCS Policlinico San Donato ha concluso in Egitto circa 60 missioni operatorie e ha coinvolto in lunghi periodi di training oltre 120 medici egiziani, specializzati in cardiologia e cardiochirurgia pediatrica e neonatale, con l’obiettivo di renderli autonomi nel trattamento delle cardiopatie di bambini al di sopra dell’anno di vita – come si legge ancora -. Attualmente, è in corso una collaborazione continuativa con i 4 Centri di Cardiologia e Cardiochirurgia pediatrica del Paese: il Kasr El Einìs Hospital, il Children’s Hospital Abou Elreesh, il National Heart Institute e il Police Hospital”.
“Con il Memorandum of Understanding, che firmiamo oggi, vogliamo contribuire a costruire un sistema sanitario forte, che potrà soddisfare le necessità dei pazienti e migliorare il benessere degli egiziani e delle future generazioni. Vogliamo anche dimostrare al mondo come, attraverso la sanità, possiamo abbattere le barriere che ci dividono, creare valore e costruire legami solidi tra le nazioni”, ha commentato Kamel Ghribi.
“L’Italia possiede tra i migliori sistemi sanitari pubblici al mondo e l’erogazione di prestazioni gratuite sia da ospedali pubblici sia da ospedali privati convenzionati, efficienti e di altissima qualità, è una delle pietre angolari di esso. Il nostro obiettivo è far riconoscere le nostre competenze sanitarie con i fatti, direttamente nelle strutture egiziane, aiutando così il Paese a consolidare il proprio sistema sanitario e a preparare il futuro della medicina insieme. Crediamo molto in questa collaborazione perchè abbiamo esperienze diverse ma di pari merito e la dialettica è alla base della ricerca scientifica, che a sua volta è la base del progresso della medicina”, ha sottolineato Paolo Rotelli durante l’incontro.
Foto uff stampa GKSD
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Schillaci “Rendere più attrattivo lavorare in Pronto soccorso”

ROMA (ITALPRESS) – “Quello della carenza di operatori sanitari nei pronto soccorso è un problema economico, perchè medici e infermieri vanno pagati di più, specie nei luoghi più complessi come i pronto soccorso. Ma non è solo un problema economico, fare il medico e l’infermiere in un pronto soccorso è un lavoro che ha tanti aspetti positivi, questi posti vanno resi più attrattivi, occorre cambiare il sistema organizzativo, dare incentivi non solo economici e assicurare maggiore tutela, penso ai continui episodi di violenza che avvengono con più frequenza nei pronto soccorso”. Lo ha detto il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, a Sabato anch’io su Rai Radio 1: “Credo che la pandemia abbia messo in evidenza tanti aspetti positivi della nostra sanità pubblica, tra questo il più importante riguarda il capitale umano, penso a medici, agli infermieri, ai farmacisti, tutti gli operatori che si sono battuti per assicurare cure adeguate ai pazienti – ha aggiunto – Il sistema ha anche dimostrato delle fragilità, prima la medicina del territorio, il fatto che tra il medico di base che è il primo presidio di cura cittadina e gli ospedali con i pronto soccorso manca una medicina territoriale che va rafforzata. Purtroppo nell’ultimo periodo è emerso anche fenomeno dei cosiddetti medici a gettone, contrastato fin da quando sono diventato ministro – ha spiegato Schillaci – Ho mandato i Nas a effettuare controlli specifici, sono state trovate irregolarità, è un fenomeno da combattere subito per far sì che ci sia più spazio per nuove assunzioni e minor ricorso a queste forme”.(ITALPRESS).

Photo Credits: www.agenziafotogramma.it

Covid, in Italia Omicron 5 largamente predominante

ROMA (ITALPRESS) – In Italia il 10 gennaio scorso la variante Omicron aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.5 largamente predominante e una quota di ricombinanti omicron/omicron pari al 3,6%. Sono questi i risultati dell’indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province Autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e, se possibile, per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine tutte le Regioni/PPAA, e complessivamente 98 laboratori regionali e il Laboratorio di Sanità Militare, per un totale di 1191 campioni.
Queste le prevalenze stimate 100% variante omicron BA.2 9,8% (range: 0% -25,8%) BA 4 0,3% (range: 0% -11,1%) BA 5 86,3% (range: 74,2% – 100,0%) Omicron/omicron 3,6% (range 0%-9,5%).

– foto ufficio stampa Istituto superiore di sanità –
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