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Le “mosche volanti” nell’occhio un processo fisiologico

ROMA (ITALPRESS) – Guardare un panorama con un bel mare azzurro e vederlo punteggiato da piccole macchie nere fluttuanti, come se nell’aria ci fossero tante mosche. Succede a chi soffre di miodesopsie, manifestazioni che rivelano un brusco cambiamento del vitreo, la sostanza gelatinosa che riempie lo spazio all’interno dell’occhio tra il cristallino e la retina. Con il tempo o per una serie di fattori il vitreo può perdere consistenza ma anche trasparenza, peggiorando la qualità della visione. Questo è uno dei temi affrontati da Marco Codenotti, responsabile del servizio di chirurgia vitreoretinica dell’Ospedale San Raffaele di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, il nuovo format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Il fenomeno delle mosche volanti o miodesopsie, che la maggior parte di noi vede quando guardiamo uno sfondo chiaro o un cielo azzurro, è dovuto a un’alterazione del corpo vitreo”, ha affermato Codenotti. Si tratta, ha spiegato, della “gelatina che riempie il nostro occhio” che “in età giovanile rimane compatta ma che con il passare degli anni si modifica in maniera fisiologica”.
“E’ un processo – ha evidenziato – fisiologico, quindi naturale” che avviene “dai 50 anni in su e nei miopi molto prima”, ma possono esserci anche “eventi traumatici”. Per Codenotti, quindi, bisogna essere “tranquilli” perchè “questo è un processo fisiologico”. Però “se compare acutamente e improvvisamente – ha detto – il paziente deve farsi vedere dall’oculista perchè questa gelatina che si muove improvvisamente può creare una trazione alla retina”.
Cosa si intende per “distacco della retina”? “La retina – ha spiegato – è il tessuto nobile del nostro occhio, deputata alla visione. Il distacco della retina è quando la retina neurosensoriale si stacca dall’epitelio pigmentato. In altre parole, possiamo fare l’esempio della retina come se fosse una tappezzeria che riveste internamente il nostro occhio. Quando una parte di questa tappezzeria si stacca dalla parete, c’è un distacco di retina. Avviene perchè il vitreo crea una trazione, rompe un pezzetto di retina, si infiltra all’interno e la stacca”.
Per Codenotti “il distacco di retina non è mai banale”. “E’ una delle poche urgenze in oculistica – ha detto – e, se possibile, deve essere prevenuta o bisogna intervenire al più presto possibile. I primi sintomi sono la comparsa improvvisa di tante mosche volanti e tanti lampi. Non necessariamente determinano un distacco ma bisogna farsi controllare. Quando c’è il distacco di retina c’è un’ombra, una tenda. Bisognerebbe evitare che questa tenda raggiunga il centro della retina, che è la macula, la zona deputata alla visione nitida e fine”.
Inoltre, per quanto riguarda i miopi, “correggere dal punto di vista refrattivo la miopia non cancella il rischio del distacco di retina. In altre parole, un occhio miope – ha spiegato – rimane come natura miopico”.
C’è chi dice che leggere con poca luce sforza gli occhi e crea problemi di tipo oculistico. “Non ci sono – ha spiegato – supporti scientifici che lo dimostrino. Anzi recentemente è uscito un articolo che dice che lo sforzo visivo non va a danneggiare l’occhio e a farlo peggiorare. E’ chiaro che se uno legge con poca luce si affatica, l’occhio si sforza e ci sono disturbi come mal di testa e arrossamento. Però non c’è un danno dei fotorecettori”.
Cosa fare per tenere gli occhi in salute a lungo? “Per il vitreo – ha evidenziato – una buona idratazione è consigliata, come un litro e mezzo di acqua al giorno, alimentazione ricca di frutta e verdura, quindi un’alimentazione sana. Conta tanto la familiarità, ad esempio le maculopatie. I pazienti devono essere edotti – ha concluso – sui sintomi per i quali si dovrebbe andare dall’oculista, quindi le mosche, i lampi o la distorsione delle immagini”.

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Per ogni settimana di fumo si perde un giorno di vita

ROMA (ITALPRESS) – Venti sigarette al giorno riducono di circa quattro anni e mezzo la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni. Per ogni settimana di fumo si perde un giorno di vita. Si stima che di mille maschi adulti che fumano 250 saranno uccisi dal tabacco per patologie ad esso correlate. Lo dicono i dati del Ministero della Salute, ancora più allarmanti alla luce della diffusione del fumo. Secondo i dati del rapporto sul fumo in Italia, presentato nel 2022 dall’Istituto superiore di Sanità, quasi un italiano su quattro è un fumatore. Una percentuale che non era stata più registrata dal 2006. Dopo un lungo periodo di stagnazione, infatti, nel 2022 si è verificato un incremento di due punti percentuali ripartito tra i due sessi. Il fumo è uno dei temi affrontati da Stefano Centanni, direttore dell’U.O.C. di pneumologia, ASST – Santi Paolo e Carlo di Milano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, il nuovo format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Tutto l’organismo – ha spiegato – è sensibile ai danni dal fumo, in maniera particolare l’apparato respiratorio e quello cardiocircolatorio”. Il fumo “è anche responsabile – ha affermato – di molte forme di tumore tra cui quello dello stomaco, quello dell’esofago e quello della vescica. Il fumo di sigaretta deve essere considerato il primo fattore di rischio evitabile nel mondo contemporaneo”.
Per Centanni “la lotta al tabagismo” è “difficilissima”. “Ogni 14 dollari che l’industria del tabacco spende per pubblicizzare a vario titolo il prodotto fumo di tabacco – ha detto -, soltanto un dollaro è speso dagli Stati e dai sistemi sanitari nazionali per attivare programmi di prevenzione del fumo di sigaretta”.
L’influenza può causare danno a livello respiratorio? “Generalmente è un danno temporaneo”, ha spiegato.
“L’influenza – ha proseguito – può dare polmoniti come il Covid, con minore frequenza e minore gravità, e può lasciare tosse che è legata a un’irritazione dei bronchi anche successiva alla guarigione. I pazienti maggiormente compromessi con patologie croniche hanno problematiche molto importanti legate all’infezione influenzale”.
Continua a crescere la diffusione delle sigarette a tabacco riscaldato. “Le sigarette elettroniche – ha affermato Centanni – non sono consigliabili. Non abbiamo alcuno studio serio e pubblicato che ci dica che la sigaretta elettronica non è pericolosa. Non c’è nessuno studio che dimostri che serve a smettere di fumare. Ci sono purtroppo dati che dicono che molti ragazzi accedono al fumo tramite la sigaretta elettronica”.
“Le donne – ha aggiunto – fumano più degli uomini. Nei teenager fumano più le ragazze dei ragazzi. Purtroppo il tumore del polmone sta diventando anche nel sesso femminile la principale malattia oncologica”.
Tanti fumatori credono che l’attività sportiva e l’alimentazione possano compensare i danni del fumo. “L’attività sportiva – ha spiegato – giova a tutto l’organismo. Se si mangia molta frutta, verdura, sostanze antiossidanti, questo giova. Però un fumatore non può pensare di risolvere il problema con l’attività sportiva”.
Anche in questo caso è meglio prevenire. “Sarebbe molto più facile astenersi dal cominciare piuttosto che poi smettere di fumare”, ha sottolineato. “Dico sempre ai miei pazienti – ha aggiunto – che smettere di fumare è una cosa molto seria quindi si deve provare quando si è fortemente motivati, anche ricorrendo a specialisti, a centri antifumo e a supporti farmacologici e psicologici che oggi sono estremamente efficaci”.

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Covid, diminuiscono positivi (84.076) e decessi settimanali (576)

ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana tra il 6 e il 12 gennaio in Italia, si sono registrati 84.076 nuovi positivi al Coronavirus, il 38,2% in meno rispetto alla settimana precedente, quando i positivi furono 135.990. Sono 576 i deceduti settimanali, con una diminuzione del 25,7% rispetto alla settimana precedente, quando furono 775. Diminuiscono anche i tamponi effettuati (767.718), con una variazione di -10,3% rispetto alla settimana precedente, quando furono 855.823. Il tasso di positività è dell’11,0% con una variazione di -4,9% rispetto alla settimana precedente (15,9%). E’ quanto emerge dal bollettino settimanale diffuso dal Ministero della Salute. (ITALPRESS).

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Cala l’incidenza dei casi Covid, Rt in aumento

ROMA (ITALPRESS) – In calo l’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi Covid: 143 ogni 100.000 abitanti (06/01/2022 -12/01/2023) rispetto a 231 ogni 100.000 abitanti della settimana precedente. Nel periodo 21 dicembre 2022-03 gennaio 2023, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,91 (range 0,77-1,11), in aumento rispetto alla settimana precedente ma ancora sotto la soglia epidemica. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Cabina di regia Iss-ministero della Salute sul Covid-19. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in diminuzione e rimane sotto la soglia epidemica. In calo l’incidenza settimanale a livello nazionale: 143 ogni 100.000 abitanti (6-12 gennaio 2023) rispetto 231 ogni 100.000 abitanti (30 dicembre-05 gennaio). Nessuna Regione è classificata a rischio alto.
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Corte Conti, nuovo poliambulatorio per tutelare la salute del personale

ROMA (ITALPRESS) – “Il progetto del nuovo poliambulatorio nasce dall’esigenza di tutelare al massimo livello possibile la salute di tutti coloro che operano presso la Corte dei conti e si inserisce in un quadro normativo che amplia la prospettiva relativa al concetto di sanità, con la previsione di interventi differenziati su più livelli e con il coinvolgimento di nuovi protagonisti, come ad esempio i datori di lavoro”. Lo ha detto Franco Massi, segretario generale della Corte dei conti, intervenendo all’inaugurazione del nuovo poliambulatorio interno alla Corte, nell’edificio Montezemolo della magistratura contabile a Roma. Il progetto si basa su 3 linee direttrici: massima tutela della salute dei lavoratori; welfare aziendale, anche inter-istituzionale; implementazione di ampie sinergie gestionali fra diverse Istituzioni. “La Corte dei conti, fin dal primo momento dell’emergenza Covid-19, ha posto in essere una serie di iniziative volte a garantire la salute del proprio personale, attraverso specifici accordi, dapprima con l’azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini, successivamente con la sanità militare e con l’azienda ospedaliera universitaria Policlinico Umberto I, per l’effettuazione periodica di screening sierologici”, ha aggiunto Massi. “Attraverso le medesime collaborazioni la Corte ha potuto effettuare anche la somministrazione, negli ambienti di lavoro, di vaccini antinfluenzali. Particolarmente efficace è risultato, da ultimo, il progetto sviluppato in collaborazione con la sanità militare per la vaccinazione anti Covid-19. La Corte, grazie al personale medico e paramedico militare, ha sperimentato una prima forma di sinergia inter-istituzionale, mettendo a disposizione la propria organizzazione anche per il personale della magistratura amministrativa, della Corte di cassazione, del Csm e dell’Avvocatura dello Stato, implementando così una sorta di hub vaccinale dedicato”, ha evidenziato.
L’accordo inter-istituzionale tra la Corte dei conti e il ministero della Difesa, con la partecipazione del Policlinico “Umberto I” di Roma – Dipartimento di Scienze Radiologiche Oncologiche e Anatomo-Patologiche, coniuga il servizio diagnostico ed assistenziale con la ricerca scientifica di più alto livello in Italia, costituendo un esempio di matura cooperazione funzionale tra plurime Istituzioni dello Stato al servizio dell’intero sistema-Paese. L’azienda ospedaliera universitaria Policlinico “Umberto I” di Roma – Dipartimento di Scienze Radiologiche Oncologiche e Anatomo-Patologiche, in particolare, preso atto dell’iniziativa assunta dalla Corte dei conti con la Difesa e del livello molto avanzato delle apparecchiature acquisite, ha palesato la propria disponibilità a partecipare al progetto mediante gli apporti professionali di proprio personale docente, di ricercatori dell’area della diagnostica per immagini e di personale medico in formazione specialistica per sviluppare appositi programmi di “intelligenza artificiale” idonei a supportare i medici radiologi di tutte le strutture sanitarie pubbliche del Paese.
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-foto ufficio stampa Corte dei conti-

Iss, al via un bando da 4 mln per ricerche su Sars-Cov-2 e varianti

ROMA (ITALPRESS) – Conoscere meglio Sars-CoV-2, a partire dalla caratterizzazione delle sue varianti e dei meccanismi di diffusione e patogenicità fino all’individuazione di strategie innovative per la diagnosi, la prevenzione e la cura. E’ questo lo spirito del bando per il finanziamento di progetti di ricerca biennali, del valore di 4 milioni di euro (finanziati dal Ministero della Salute attraverso ISS), appena pubblicato nell’ambito del progetto “Rete Italiana per la sorveglianza virologica, il monitoraggio immunologico, la formazione e la ricerca in Preparazione alla gestione delle Emergenze Infettive – R.I.Pr.E.I.”. Al bando possono partecipare ricercatori che operano presso Università, Enti di Ricerca, Enti del Ssn e Sanità militare. Sono previsti finanziamenti sia per progetti pilota, monocentrici, dedicati a idee innovative, che per ricerche più consolidate che riuniscono ricercatori di enti diversi.
Le aree di ricerca per cui si può chiedere il finanziamento sono la caratterizzazione fenotipica delle varianti di SARS-CoV-2, la messa a punto di modelli di infezione in vitro e in vivo, lo studio dell’interazione virus-ospite e meccanismi di patogenicità e nuovi approcci e strumenti diagnostici, preventivi e terapeutici. “Questo bando di ricerca è associato al finanziamento che supporta la rete di sequenziamento genomico di SARS-CoV-2, già attiva in Italia da aprile 2021, e l’analisi della risposta immunologica alla vaccinazione con metodiche uniformi sul territorio nazionale – sottolinea Silvio Brusaferro, presidente ISS – un elemento in più a sottolineare che ricerca e salute pubblica devono sempre viaggiare insieme”.
“L’obiettivo è di creare, in sinergia con altre iniziative come il progetto Inf-Act. Finanziato dal PNRR, una rete di ricerca su Sars-CoV-2 e, in prospettiva, sulle emergenze infettive – commenta Anna Teresa Palamara, che dirige il dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss -, sul modello di quella nata all’epoca per lo studio del virus Hiv che ha sostenuto e fatto crescere tanti ottimi ricercatori in Italia”.
Le domande potranno essere presentate entro 45 giorni dalla pubblicazione del bando attraverso la piattaforma dedicata. che sarà attiva nei prossimi giorni.

– foto agenziafotogramma.it –
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Bayer, Arianna Gregis alla guida della Divisione Pharmaceuticals

MILANO (ITALPRESS) – Con il nuovo anno, Arianna Gregis assume la responsabilità della Divisione Pharmaceuticals di Bayer Italia con il ruolo di Country Division Head, subentrando a Giovanni Fenu, che ha guidato la divisione negli ultimi 18 anni. Gregis vanta un curriculum di oltre vent’anni come Executive Manager nel Pharma e il suo percorso si caratterizza per esperienze internazionali, prima negli studi di economia negli USA e, successivamente, avviando la sua carriera in finanza presso Merrill Lynch International di New York.
Dal 2006 fa parte del Gruppo Bayer dove ha maturato solide competenze, ricoprendo posizioni di crescente responsabilità e guidando con successo diversi team in Italia e all’estero fino a rivestire, nel 2018, il ruolo di Business Unit Head di area terapeutica di Bayer Pharma nel Regno Unito.
“E’ un onore guidare la Divisione Pharma in un momento storico così ricco di sfide per il mondo della salute – dichiara Gregis -. Intendo supportare la trasformazione a cui la Divisione va incontro con passione ed esperienza, nella solidità dei valori che rendono forte questa azienda e capace di fare davvero la differenza, per i pazienti in primis. Il nostro obiettivo è continuare a creare valore nel segno dell’innovazione”.

– foto ufficio stampa Bayer Italia –
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Covid, Vaia “L’Oms mandi un pool di scienziati a Pechino”

ROMA (ITALPRESS) – “La situazione Covid in Cina? La mia proposta ufficiale è quella di creare un pool di scienziati che vada lì per capire cosa sta realmente accadendo. Arrivano notizie e immagini raccapriccianti. La Cina, come è già successo tre anni fa a inizio pandemia, non sta brillando certo in trasparenza, ma bisogna capire quale sia la verità. E se non acconsentirà a questo scambio scientifico, allora bisognerà pensare a delle misure. Perchè il nostro Paese non si può permettere di tornare indietro”. Così in un’intervista al Corriere della Sera, Francesco Vaia, direttore generale dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, dopo che sulle festività natalizie è aleggiata l’ombra del nuovo incubo cinese. “Il terrore è un atto istintuale – spiega -. Alcuni poi hanno contribuito a diffondere questa preoccupazione, che però si è dimostrata fallace. Ma adesso da noi, in Italia, la situazione è sotto controllo. Gli indici sono tutti in remissione. L’occupazione dei reparti e delle terapie intensive è sotto soglia. Il tasso dei vaccinati è molto elevato”.
“Lo Spallanzani ha caldeggiato per primo la protezione degli aeroporti, esattamente come accadde un anno fa con i voli dal Bangladesh – sottolinea -. E questo ci ha permesso di sequenziare subito il genoma dei positivi e scoprire che siamo di fronte a tutte varianti di Omicron. Ma questo non può bastare. L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità, ndr) deve essere più incisiva e permettere che si vada in Cina, così come i cinesi vennero da noi a inizio pandemia, dopo che curammo i turisti di Wuhan. Nel rispetto, in un’ottica di reciprocità e senza arroganza. Per uno scambio di opinioni e di esperienze. Perchè nessuno si salva da solo”.
“In questi ultimi giorni – prosegue – c’è stata una ripresa delle richieste di immunizzarsi”. “Lo diciamo da tempo, da quando è comparsa e abbiamo parlato con i colleghi sudafricani, che Omicron è più contagiosa ma meno patogena – dichiara Francesco Vaia -. Tanti si allarmano quando escono fuori nuove varianti, ma quando il virus muta molto velocemente, come è nell’evoluzione naturale di tutte le pandemie, non vuol dire che diventi più ‘cattivò. Solo che è nuovo”. “Lo chiamerei Covid-23, perchè oggi siamo in un periodo e in una situazione totalmente diversi da quelli del 2019. Non è un virus sottovalutabile, ma oggi è controllabile”, aggiunge direttore generale dell’Istituto per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, sottolineando: “Se il Covid incontra persone molto anziane, con patologie o soggetti non vaccinati, è molto pericoloso e può essere letale. Ora, oltre alla risposta individuale di chi si è immunizzato, ne occorre una di sistema per difendere proprio queste fasce più deboli nella loro socialità. Sono tre anni che ripeto che è necessario attuare un piano Marshall per scuole, trasporti, Rsa (Residenze sanitarie assistenziali, ndr) e altri settori; ma finora poco si è fatto. Spero che il nuovo governo, che molto tiene alla centralità del Paese, stavolta ascolti e investa per tutelare la terza e la quarta età”.
In merito ai vaccini che adesso stentano a decollare, commenta: “L’errore è stato a monte. C’è stata una cattiva comunicazione sullo strumento vaccino, che era ed è tuttora uno strumento assolutamente valido, che protegge dalla malattia, dalle forme gravi e dalla morte, ma non dal contagio. Come per altro accade anche per altre malattie o per l’influenza stagionale. Questo andava detto, e andava detto subito. Un’eccessiva valorizzazione del vaccinismo è stata dannosa. Comunque, in questi ultimi giorni c’è stato un rialzo delle richieste. E torno a ripetere che un richiamo annuale potrebbe essere la soluzione ottimale”.
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