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Schillaci agli infermieri “Pronti a incentivare chi dà tanto per il Ssn”

ROMA (ITALPRESS) – “Conosco bene l’impegno dei professionisti che voi qui rappresentate e le tante difficoltà organizzative ed economiche esistenti. Siamo in un momento storico non facile, che dopo la fase più acuta della pandemia, deve affrontare anche il problema della guerra in Ucraina e la crisi energetica. Ma c’è attenzione da parte del Governo per il mondo sanitario e per il Ssn che tanto ha dato e che da anni soffre di un costante definanziamento”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci rivolgendosi ai presidenti degli Ordini provinciali delle professioni infermieristiche, riuniti a Roma, durante l’ultimo Consiglio nazionale dell’anno della FNOPI.
“Siamo assolutamente disponibili a un confronto – ha proseguito il ministro -, ad ascoltare e capire le esigenze che la presidente Mangiacavalli mi ha già rappresentato e abbiamo la forte volontà di incentivare chi per il Ssn ha dato e dà tanto. Parlo di gratificazione non solo economica, di cui c’è bisogno perchè i professionisti italiani guadagnano molto meno dei loro colleghi europei, ma anche in termini di motivazione e di attrattività, grazie a una migliore organizzazione del lavoro”.
“Ci sono – ha concluso Schillaci – aspetti urgenti come quello dell’emergenza-urgenza. Ma la grande sfida è anche quella di ridisegnare l’assistenza del territorio che qui voi rappresentate. E’ la sfida più importante che ci poniamo: proprio la pandemia ha dimostrato da un lato la vostra dedizione al sistema e il vostro impegno; dall’altro la debolezza di questo segmento del Ssn”.
Barbara Mangiacavalli, presidente della FNOPI, ha assicurato al ministro che i 460mila infermieri iscritti agli Ordini in Italia si pongono in una logica costruttiva e sinergica con il suo dicastero, ringraziandolo per la sensibilità dimostrata. “Sull’impegno e sulle competenze dei nostri infermieri può sicuramente, sempre, contare”, ha dichiarato.
La presidente FNOPI, durante il Consiglio nazionale, ha sottolineato che la professione infermieristica deve crescere e differenziarsi per responsabilità, competenze e percorsi di carriera e che gli infermieri devono essere specialisti, case manager come indica il decreto 77/2022 di riordino dell’assistenza territoriale, nonchè responsabili della formazione di figure che li supportano secondo le necessità di un quadro di riferimento nazionale, con estrema chiarezza di ruoli e in base all’organizzazione che gli stessi infermieri programmano.
Mangiacavalli ha anche sottolineato la necessità che, in particolare sul territorio, i professionisti facciano un grosso lavoro di integrazione e interconnessione per lavorare insieme e gestire trasversalmente il processo di presa in carico, di cura, di riabilitazione e di assistenza dei loro pazienti.
“Infermieri e infermieri pediatrici – ha assicurato la presidente FNOPI – possiedono, in questo senso, metodi e strumenti di stratificazione del bisogno assistenziale, della complessità assistenziale, dei livelli di intensità assistenziale, degli strumenti e dei metodi di valutazione dei bisogni e noi siamo disponibili come sempre a dare in questo senso tutto il necessario supporto a istituzioni, pazienti e cittadini”.

– foto ufficio stampa Fnopi –
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Covid, 174.652 casi e 719 decessi in una settimana

ROMA (ITALPRESS) – In merito all’andamento della situazione epidemiologica da Covid-19, nella settimana 9-15 dicembre 2022 si registrano: 174.652 nuovi casi positivi con una variazione di -21% rispetto alla settimana precedente (221.154 nuovi casi); 719 deceduti con una variazione di +4,8% rispetto alla settimana precedente che ne aveva registrati 686 (183.138 decessi in tutto da inizio pandemia); 1.093.207 tamponi con -13,0% rispetto alla settimana precedente che aveva totalizzato 1.256.722 tamponi; un tasso di positività al 16%, pari a -1,6% rispetto al 17,6% della rilevazione precedente. Lo comunica il ministero della Salute.
-foto agenziafotogramma.it-
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Prurigo nodulare, Ue approva dupilumab come primo e unico farmaco mirato

ROMA (ITALPRESS) – La Commissione europea ha esteso l’autorizzazione all’immissione in commercio di dupilumab nell’Unione Europea come trattamento di adulti affetti da prurigo nodulare da moderata a severa e candidati alla terapia sistemica. La prurigo nodulare è una malattia della cute cronica e debilitante, cui sottende un’infiammazione di tipo 2 che determina un impatto sulla qualità di vita tra i più alti tra le patologie infiammatorie della cute. A seguito di questa approvazione, dupilumab rappresenta la prima e unica terapia biologica mirata specificamente indicata per il trattamento della prurigo nodulare in Europa e negli Stati Uniti.
“Come prima e unica terapia biologica approvata per il trattamento delle persone affette da prurigo nodulare, dupilumab ha il potenziale per trasformare lo standard di cura per i pazienti europei affetti da questa debilitante malattia della cute – ha detto Naimish Patel, Responsabile Sviluppo Globale, Immunologia e Infiammazione di Sanofi -. Negli studi registrativi, i pazienti trattati con dupilumab hanno registrato miglioramenti significativi nei principali segni distintivi della malattia, come la riduzione del prurito e il miglioramento delle lesioni cutanee, oltre a un beneficio più ampio sulla loro vita quotidiana. L’approvazione di dupilumab sottolinea il nostro impegno costante per portare, il più rapidamente possibile, dupilumab ai pazienti affetti da malattie croniche della cute con infiammazione di tipo 2 sottostante”.
Secondo George D. Yancopoulos, Presidente e Chief Scientific Officer di Regeneron, “per la prima volta, i pazienti affetti da prurigo nodulare in Europa hanno a disposizione un farmaco che può contribuire ad alleviare il peso dei noduli pruriginosi e dolorosi che ricoprono la loro cute e che possono avere un impatto devastante sulla loro vita quotidiana, sia dal punto di vista fisico che mentale. La prurigo nodulare rappresenta la seconda indicazione di dupilumab in ambito dermatologico e la quarta indicazione complessiva approvata nell’Unione Europea. Rimaniamo impegnati a sviluppare ulteriormente questo farmaco innovativo per le patologie – come l’orticaria cronica e la broncopneumopatia cronica ostruttiva – in cui può avere un ruolo l’infiammazione di tipo 2”.
La decisione della Commissione Europea si basa sui dati di due studi di Fase 3, PRIME e PRIME2, che hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di dupilumab (PRIME n=75; PRIME2 n=78) in adulti con prurigo nodulare non adeguatamente controllata, rispetto al placebo (PRIME n=76; PRIME2 n=82). In questi studi, rispettivamente, un numero notevolmente maggiore di pazienti trattati con dupilumab ha registrato una riduzione clinicamente significativa del prurito a 12 settimane, rispetto a quelli trattati con placebo. Il miglioramento è ulteriormente aumentato a 24 settimane.
In PRIME e PRIME2, più del doppio dei pazienti trattati con dupilumab ha ottenuto una cute priva di lesioni o quasi priva di lesioni a 24 settimane, rispetto al placebo. Dupilumab ha anche migliorato significativamente rispetto a placebo la qualità della vita correlata alla salute, riducendo il dolore cutaneo e i sintomi di ansia/depressione dal baseline alla settimana 24.
I risultati di sicurezza dello studio sono stati generalmente coerenti con il profilo di sicurezza noto di dupilumab nelle sue indicazioni approvate, con i più comuni effetti collaterali che comprendevano reazioni al sito di iniezione, congiuntivite, congiuntivite allergica, artralgia, herpes orale ed eosinofilia. Tra gli eventi avversi più comunemente osservati con dupilumab in prurigo nodulare, rispetto al placebo, era inclusa la congiuntivite.
Dupilumab ha ottenuto un’ulteriore protezione commerciale di 1 anno nell’Unione Europea, sulla base della raccomandazione del CHMP secondo cui il farmaco apporta un beneficio clinico significativo rispetto alle terapie esistenti per i pazienti affetti da prurigo nodularis.
Le persone affette da prurigo nodulare sperimentano un prurito intenso e persistente con lesioni cutanee inspessite (chiamate appunto noduli) che possono arrivare a coprire la maggior parte del corpo. La malattia è spesso dolorosa a causa del bruciore, del prurito e del formicolio della cute. L’impatto della prurigo nodulare sulla qualità della vita, a causa del prurito estremo, è uno dei più alti tra le malattie croniche debilitanti che possono anche influenzare negativamente la salute mentale, le attività della vita quotidiana e le interazioni sociali. Gli steroidi topici ad alta potenza sono comunemente prescritti, ma sono associati a rischi per la sicurezza se usati a lungo termine. In Europa, circa 70.000 adulti affetti da prurigo nodulare hanno bisogno di nuove opzioni terapeutiche.
Gli studi di Fase 3 PRIME e PRIME2, in doppio cieco e controllati con placebo, hanno valutato l’efficacia e la sicurezza di dupilumab in 311 adulti con prurigo nodulare non adeguatamente controllata. In PRIME e PRIME2, l’endpoint primario ha valutato la percentuale di pazienti con un miglioramento clinicamente significativo del prurito rispetto al valore di base (misurato da una riduzione di =4 punti della Worst-Itch Numeric Rating Scale [WI-NRS] su una scala da 0 a 10) rispettivamente a 24 e 12 settimane.
Ulteriori endpoint includevano la proporzione di pazienti con cute priva di lesioni o quasi priva di lesioni a 24 settimane (misurata da un punteggio di 0 o 1 nella Investigator’s Global Assessment PN-Stage [IGA PN-S] su una scala 0-4), la proporzione di pazienti che hanno ottenuto una risposta clinicamente significativa sia nella WI-NRS che nella IGA PN-S, un miglioramento rispetto al valore di base della qualità di vita correlata alla salute (misurata con il Dermatology Life Quality Index [DLQI] su una scala da 0 a 30), un miglioramento rispetto al valore di base del dolore cutaneo (misurato con una scala di valutazione numerica da 0 a 10) e un miglioramento rispetto al valore di base dei sintomi di ansia e depressione (misurati con la Hospital Anxiety andDepression Scale [HADS] da 0 a 42).

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Infezioni pediatriche della cute, estesa l’indicazione di dalbavancina

ROMA (ITALPRESS) – Angelini Pharma annuncia che EMA, Agenzia Europea per i Medicinali, ha raccomandato l’estensione dell’indicazione di dalbavancina per il trattamento di pazienti pediatrici (a partire dai 3 mesi di età) con infezioni batteriche acute della cute e dei tessuti molli (ABSSSI). L’estensione dell’indicazione di questa molecola è stata raccomandata da EMA in seguito al parere favorevole del CHMP ricevuto lo scorso 13 ottobre. Le ABSSSI (Acute Bacterial Skin and Skin Structure Infections) sono un gruppo di infezioni batteriche della cute con livello di gravità variabile da lieve a potenzialmente mortale,1 associato a una notevole morbilità e con un considerevole impatto sui costi sanitari. Circa il 70% delle ospedalizzazioni per infezioni cutanee in Europa è dovuto alle ABSSSI e l’MRSA, lo Staphylococcus aureus meticillino-resistente, è responsabile di oltre il 10% di questi casi.
Dalbavancina si distingue dagli antibiotici di vecchia generazione anche per l’azione prolungata contro la maggioranza dei ceppi di Staphylococcus aureus resistenti ad altri antimicrobici attualmente disponibili. Precedenti studi in vitro hanno dimostrato che dalbavancina ha un’efficacia 16 volte maggiore contro l’MRSA rispetto ad altri agenti come la vancomicina e il linezolid. Inoltre, può essere somministrata per infusione in dose singola della durata di 30 minuti, favorendo così la riduzione dei tempi di degenza in ospedale.
“La raccomandazione di EMA all’estensione dell’indicazione di dalbavancina per il trattamento nei pazienti pediatrici, tra i più vulnerabili e a rischio di contrarre malattie infettive che destano ancora grande preoccupazione in tutto il mondo, è un importante passo avanti nella cura dei bambini colpiti da infezioni cutanee. Dalbavancina è una molecola ben conosciuta sotto il profilo dell’efficacia e della sicurezza per l’uso negli adulti e adesso lo sarà finalmente anche nei bambini”, ha dichiarato Michela Procaccini, Medical Department Director di Angelini Pharma.
“Grazie ad un costante investimento nella ricerca, Angelini Pharma è impegnata da decenni nella lotta alle malattie infettive con prodotti per il trattamento delle infezioni acute, come quelle che interessano le vie urinarie, le infezioni cutanee e le mialgie resistenti, e a soddisfare quanto più possibile le necessità e i bisogni terapeutici dei pazienti, in questo caso dei più piccoli”, ha aggiunto.
L’estensione di indicazione di dalbavancina – un lipoglicopeptide battericida di nuova generazione, la cui azione consiste nell’interruzione della sintesi della parete cellulare nei batteri sensibili – al trattamento delle ABSSSI nei bambini si basa sui risultati dell’interim report di uno studio di fase III, multicentrico, in aperto, con controllo attivo, volto a valutare l’efficacia e la sicurezza di dalbavancina somministrata a pazienti pediatrici con ABSSSI dalla nascita ai 18 anni di età non compiuti.
“Dalbavancina può rappresentare un farmaco importante per i pediatri per il trattamento delle infezioni cutanee e dei tessuti molli nei bambini – ha detto la professoressa Luisa Galli, Past President della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) -. Potrebbe infatti rivelarsi utile per il trattamento delle infezioni caratterizzate da antibiotico-resistenza, purtroppo sempre più frequenti in Italia anche nell’età pediatrica e potrebbe inoltre aiutare a ridurre la durata delle ospedalizzazioni per i piccoli pazienti”.

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Al via a Vicenza “Pharma Links”, progetto contro la povertà sanitaria

VICENZA (ITALPRESS) – Sono stati presentati a Vicenza i risultati del progetto “Pharma links: reti solidali contro la povertà sanitaria”, nato nel 2018 dalla partnership tra Intesa Sanpaolo e Fondazione Banco Farmaceutico con l’obiettivo di contrastare la povertà sanitaria e di rispondere al bisogno di farmaci che riguardano una fascia crescente di persone e famiglie in stato di necessità. In cinque anni, è stato possibile inaugurare 13 nuove sedi di raccolta dei farmaci in tutta Italia e distribuire 349mila farmaci con 87 enti beneficiari supportati e oltre 203mila persone in stato di bisogno assistite. Un impegno congiunto tra Intesa Sanpaolo, banca guidata da Carlo Messina, e la Fondazione Banco Farmaceutico che ha permesso a quest’ultima di rafforzare la propria attività dove già operante e l’attivazione di nuovi centri di raccolta e distribuzione di farmaci in nuove città tra le quali, appunto, Vicenza.
La povertà sanitaria è una delle conseguenze che la crisi economica determinata dalla pandemia da Covid-19 ha aggravato e che ha fatto registrare dal 2005 il raddoppio dei dati in termini di povertà assoluta: le famiglie coinvolte sono passate da poco più di 800mila a 1 milione 960mila nel 2021 (il 7,5% del totale). All’aumento delle difficoltà economiche corrispondono comportamenti tesi sostanzialmente alla riduzione, al rinvio e talora alla rinuncia delle cure, con effetti negativi e cumulativi sullo stato di salute nel breve e nel lungo periodo. Nel 2022, quasi 400.000 persone non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno.
All’incontro, che si è svolto presso il museo di Intesa Sanpaolo delle Gallerie d’Italia – Vicenza, sono intervenuti Ugo Resconi, Direttore Commerciale Imprese, Direzione Regionale Veneto Ovest, Trentino Alto Adige di Intesa Sanpaolo, Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo, Sergio Daniotti, Presidente Fondazione Banco Farmaceutico onlus, Simona Siotto, Assessore del Comune di Vicenza con deleghe in materia di Cultura ed Ambiente, Margherita Andretta, Dirigente UOC Assistenza farmaceutica territoriale, Ulss8 Berica, Vicenza, Florindo Cracco, Presidente Ordine dei Farmacisti della Provincia di Vicenza, Daniela Giovanetti, Segretario di Federfarma Vicenza, Mariano Farina, Amministratore Unico di Valore Ambiente srl (AIM Vicenza), Marina Savastano, Presidente di Salute Solidale di Vicenza e Gabriele Sepio, Tributarista e coordinatore del tavolo tecnico-fiscale per la Riforma del Terzo settore.
“Grazie a questa iniziativa, Intesa Sanpaolo ha contribuito a sviluppare, in numerose aree del Paese, reti della Fondazione Banco Farmaceutico che si occupano del Recupero Farmaci Validi non scaduti, per trasformarli in un bene prezioso per chi non può accedere alle cure per ragioni economiche – ha detto Elisa Zambito Marsala, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università Intesa Sanpaolo -. Questo progetto è un’importante sfida sul fronte dell’economia circolare in quanto consente di rimettere in un circuito virtuoso di recupero e utilizzo a favore dei bisognosi, farmaci che, altrimenti, andrebbero smaltiti. Una vera e propria azione di sistema sui territori che nel tempo è diventata una buona prassi consolidata e diffusa su buona parte del territorio nazionale e che intendiamo proseguire con la Fondazione anche nel quadriennio 2022-2025, a supporto del nostro Piano d’Impresa che prevede 50 milioni di interventi a favore delle persone più fragili, tra cui la distribuzione di farmaci”.
“Banco Farmaceutico, in fondo, è una realtà piccola. Ma è il perno di un ecosistema solidale che contribuisce a fornire un reale sostegno a oltre 1.800 realtà assistenziali che si prendono cura di chi è povero – ha spiegato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus -. Grazie ai soggetti che, in ragione della propria generosità e della propria visione di un futuro sostenibile, ci aiutano, si è costituita negli anni una vera e propria filiera del dono. Di tale filiera, Intesa Sanpaolo – che ringraziamo di cuore – è uno dei compagni di strada più importanti. Senza il suo essenziale sostegno, il Recupero Farmaci Validi, una delle principali modalità di raccolta di medicinali di Banco Farmaceutico, non si sarebbe potuto sviluppare e consolidare al punto in cui è oggi”.
Il progetto prevede la collaborazione tra numerosi attori locali quali pubbliche amministrazioni, istituzioni, associazioni di categoria, organizzazioni non profit, farmacie e volontari.
Come funziona. All’interno delle farmacie che aderiscono all’iniziativa, sono posizionati speciali contenitori di raccolta in cui i cittadini, assistiti dal farmacista che garantisce la correttezza dell’operazione, possono donare i medicinali di cui non ha più bisogno. I farmaci donati sono consegnati agli enti assistenziali convenzionati con Banco Farmaceutico. Periodicamente i farmaci sono ritirati direttamente dai volontari degli enti assistenziali beneficiari.
Cosa donare. Possono essere recuperati farmaci non scaduti, con almeno 8 mesi di validità, correttamente conservati nella loro confezione primaria e secondaria originale integra.
Cosa non donare. Sono esclusi i farmaci che appartengono alle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope, i farmaci da conservare in frigorifero e i farmaci ospedalieri.

– foto ufficio stampa Intesa Sanpaolo –
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Covid, indici in calo e una regione a rischio alto

ROMA (ITALPRESS) – In calo l’incidenza settimanale del Covid-19 a livello nazionale: 296 ogni 100.000 abitanti (9-15 dicembre) rispetto a 375 ogni 100.000 abitanti (2-8 dicembre). Nel periodo 23 novembre-6 dicembre, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,98 (range 0,94-1,06), in diminuzione rispetto alla settimana precedente e appena sotto la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è sostanzialmente stabile e anch’esso appena sotto la soglia epidemica: Rt=0,98 (0,96-1,01) rispetto a Rt=0,99 (0,97-1,02). E’ quanto emerge dai dati della Cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità. Il tasso di occupazione in terapia intensiva scende al 3,2% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 15 dicembre) rispetto al 3,4% (rilevazione al 8 dicembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 14,8% (rilevazione al 15 dicembre) rispetto al 14,5% (rilevazione al 8 dicembre). Una regione è classificata a rischio alto per molteplici allerte di resilienza, dieci sono a rischio moderato e dieci classificate a rischio basso. Diciassette regioni/province autonome riportano almeno una allerta di resilienza. Cinque riportano molteplici allerte di resilienza.
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-foto agenziafotogramma.it-

Covid, il farmaco I3c attivo anche contro Omicron senza tossicità

ROMA (ITALPRESS) – La rivista Cell Death & Discovery (Nature press) ha pubblicato oggi uno studio internazionale sul Covid coordinato dai Professori Giuseppe Novelli (Tor Vergata – Reno, USA) e Pier Paolo Pandolfi (Torino – Reno USA), in collaborazione con l’Università di Urbino, Istituto Spallanzani (Roma), l’Irccs San Raffaele (Roma) e la Soochow University (Cina). Il gruppo internazionale ha confermato l’attività antivirale di I3C su varianti omicron del Covid in organoidi di polmoni ottenuti in laboratorio e dimostrato che il composto è privo di tossicità alle dosi utilizzate. Il composto Indolo-3 Carbinolo (I3C) si è dimostrato capace di bloccare, in vitro, l’uscita e la moltiplicazione del virus dalle cellule umane polmonari infettate. Non sono stati registrati effetti di tossicità su modelli animali per questo composto alle dosi indicate, caratterizzandolo come un composto antivirale sicuro e potenziale. I risultati presentati in questo studio forniscono dati preclinici sperimentali necessari per l’avvio di studi clinici sull’uomo con I3C per il trattamento di Covid e altri virus respiratori. “Adesso che le nuove varianti sono diventate endemiche nella popolazione – afferma il professor Novelli credo sia necessario sviluppare più terapie antivirali efficaci, facilmente disponibili ed economicamente vantaggiose”. “Questo nuovo risultato – dichiara Pandolfi – è importante, e ora dobbiamo avviare studi clinici per dimostrare la sua potenziale efficacia. Sarà importante valutare se I3C possa anche ridurre le gravissime complicazioni cliniche che molti pazienti sperimentano dopo aver superato la fase acuta dell’infezione. Questo rappresenterà un grave problema negli anni a venire, che dovremo gestire. Dobbiamo anche andare avanti nella ricerca farmacologica, per identificare ulteriori composti e terapie efficaci adesso per Covid-19, e per altri virus che saremo chiamati ad affrontare in futuro”.(ITALPRESS).

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Gruppo San Donato, Ghribi “Obiettivo investimenti sanitari all’estero”

MILANO (ITALPRESS) – “La nostra filosofia resta la stessa e si rafforza sempre più: un grande gruppo al servizio di una grande Regione e di in grande Paese. Dopo due anni in cui i nostri ospedali si sono dedicati interamente alla cura dei pazienti Covid, il Gruppo è più determinato di prima, non solo nel consolidare la propria leadership nella sanità italiana ma anche con l’obiettivo di perseguire investimenti sanitari all’estero”.
Lo ha detto il vice presidente del Gruppo San Donato e presidente di GKSD holding, Kamel Ghribi, durante l’evento di Natale organizzato dal Gruppo San Donato, al quale hanno partecipato numerosi rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’Ordine, del mondo dell’arte, della cultura e della scienza.
“Siamo a buon punto con i progetti che ci vedono presenti in Kenya, in Egitto dove gestiremo un ospedale pubblico e negli Emirati Arabi. A breve – ha aggiunto Ghribi – partirà anche la costruzione di una Smart clinic targata GSD ad Abu Dhabi”.

– foto ufficio stampa GKSD –
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