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Dagli scarti del melograno nuove possibili super molecole benefiche

ROMA (ITALPRESS) – Estrarre molecole benefiche per produrre integratori e alimenti nutraceutici da foglie, radici e residui di lavorazione del melograno. E’ questo l’obiettivo di NewTriPome, il nuovo progetto di ricerca Enea che vedrà la collaborazione di professionalità e piattaforme tecnologiche di quattro laboratori del Centro Ricerche Casaccia (Roma) impegnati sui temi della salute e delle biotecnologie nel settore agroalimentare.
“Il melograno è un ‘super food’ per le sue proprietà antimicrobiche, antinfiammatorie e antitumorali, dimostrate in estratti ottenuti direttamente dal frutto. Ora, la novità che vogliamo introdurre con NewTriPome è quella di ricavare biomolecole attive per la protezione della salute umana anche dagli scarti della coltivazione o della lavorazione del frutto per produrre alimenti e succhi”, spiega Gianfranco Diretto, responsabile del Laboratorio Enea di Biotecnologie.
“Inoltre – prosegue – la valorizzazione dei sottoprodotti provenienti da attività agricole e agroindustriali avrebbe significative ricadute anche in termini di economia circolare, anche in considerazione del trend in crescita sia nella coltivazione del melograno che nel consumo del suo frutto”.
“I quattro laboratori Enea lavoreranno insieme per identificare le biomolecole attive presenti negli scarti della pianta e del frutto e, successivamente, per studiare la loro attività antinfiammatoria, antiossidante e antimicrobica in modelli sperimentali umani di epitelio intestinale, tessuto epatico e componente macrofagica, ossia quelle cellule immunitarie che nel nostro corpo svolgono il ruolo di spazzini”, spiega Barbara Benassi, responsabile del Laboratorio Enea di Salute e ambiente.
Inoltre, il team di ricerca si avvarrà del supercomputer CRESCO6 per analisi di dinamica molecolare in grado di identificare i principi attivi utili per la definizione della formulazione specifica dei prodotti nutraceutici e degli integratori alimentari che potranno agire su stress ossidativo e infiammazioni, responsabili dell’insorgenza di diverse patologie cronico-degenerative e dell’invecchiamento dei tessuti. Questo nuovo progetto di ricerca segue una lunga tradizione di studi sulle proprietà bioattive e sulle potenzialità nutraceutiche di matrici vegetali, come ad esempio la nocciola, lo zafferano, il pomodoro, lo zenzero selvatico, il basilico, il shiso e il crescione, ma anche di scarto come le pale del fico d’India e quelle provenienti dai fiori della Melissa officinalis.
In tema di caratterizzazione e valorizzazione di molecole bioattive da matrici vegetali, il Laboratorio Biotecnologie ha collaborato con l’azienda Alfasigma per identificare le componenti chimiche presenti in post biotici, ossia quei prodotti di derivazione batterica ottenuti da processi di fermentazione di matrici alimentari.
Inoltre, ha partecipato al progetto COMETA per la determinazione, a livello chimico, delle componenti responsabili della qualità del caffè espresso ed è partner dei progetti INNCOCELLS sui nuovi ingredienti e prodotti cosmetici da materiali e scarti vegetali e PRIMA – PROMEDLIFE che ha l’obiettivo di valorizzare e ridefinire, su base sociale, chimica e di innovazione tecnologica una serie di prodotti e componenti della dieta mediterranea. Nel campo della nutraceutica, il Laboratorio ‘Salute e Ambientè sta portando avanti una collaborazione con l’azienda Esserre Pharma per la caratterizzazione dell’effetto antinfiammatorio e ipolipidemizzante (che abbassa la concentrazione dei lipidi nel sangue) di estratti vegetali provenienti dall’area mediterranea.

– foto agenziafotogramma.it –
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Zentiva sigla accordo con Sanofi e rafforza linea di Consumer HealthCare

MILANO (ITALPRESS) – Zentiva sigla uno storico accordo con Sanofi e segna un traguardo fondamentale nel percorso di rafforzamento della propria linea di Consumer HealthCare ampliando il proprio portfolio con l’acquisizione di Zerinol e di Soluzione Schoum.
La firma di questo accordo è la più recente tappa di un percorso iniziato nel 2020 con lanci di nuovi brand innovativi e di due linee di prodotti in area Consumer HealthCare.
Con Zerinol, l’Azienda risponde tempestivamente alle nuove esigenze postpandemiche dei pazienti con una linea che vanta 10 prodotti contro i sintomi influenzali. Lo storico brand consente a Zentiva di entrare nell’area Cold & Flu con un progetto in cui la tradizione e l’affidabilità incontrano la qualità che da sempre contraddistingue i prodotti Zentiva.
Soluzione Schoum nasce nel 1907 dalla tradizione degli estratti botanici: una linea di due prodotti dedicata al benessere naturale e psico-fisico, che Zentiva ha l’ambizione di trasformare in un rituale di benessere per il consumatore. Zentiva lavorerà ad ampliare la linea con formulazioni innovative per andare incontro alle sempre crescenti esigenze in fatto di naturalità.
“Sono entusiasta di annunciare l’esito positivo dei colloqui avviati nei mesi scorsi con Sanofi. Per Zentiva l’accordo segna un momento storico e un cambio di passo fondamentale per la nostra azienda, che ha registrato negli ultimi 3 anni una crescita a doppia cifra. L’acquisizione e la valorizzazione dei brand Zerinol e Soluzione Schoum rientrano con forza nel nostro progetto che ha come scopo quello di offrire sempre più qualità e affidabilità al farmacista per supportarlo nel suo ruolo di presidio territoriale per il paziente”, dichiara Cinzia Falasco Volpin, General Manager di Zentiva Italia.
-foto ufficio stampa Zentiva-
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Malattie rare, al via la campagna “Play the Rare Game for the Rare Ones”

PARMA (ITALPRESS) – E’ partita da Parma in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità la campagna #PlaytheRareGame realizzata dalle Zebre Parma in collaborazione con Chiesi Global Rare Diseases. La campagna ha preso il via durante la sfida di rugby internazionale tra la franchigia della Federazione Italiana Rugby e gli scozzesi Glasgow Warriors a cui hanno assistito associazioni di pazienti e caregiver, clinici, giocatori e tifosi. Lo scopo è costruire attorno a un semplice gesto come quello del passaggio di palla la più grande squadra di persone possibile attenta al mondo delle patologie rare.
“Solo insieme possiamo fare la differenza per la comunità delle malattie rare – ha commentato Alessandra Vignoli, Head of Mediterranean Cluster di Chiesi Global Rare Diseases -. Il progetto Play the Rare Game for the Rare Ones nasce dall’intento di far leva sui valori dell’inclusione, della collaborazione e della cooperazione comunitaria, tipici degli sport di squadra, affinchè tutti ci ricordiamo che nessuno deve essere lasciato indietro. Come azienda B Corp orientata alla creazione di valore condiviso, ci impegniamo a sostenere la comunità delle persone che convivono con una malattia rara e di chi se ne prende cura, con progettualità volte a ridurre lo stigma causato dal fatto di avere una malattia rara, spesso vissuto come elemento di diversità”.
La collaborazione con le Zebre nasce proprio dall’unione di intenti e dalla condivisione degli stessi valori di inclusione e cooperazione, già promossi in occasione del Rare Disease Day 2021 e 2022 per la campagna “We Wear Stripes”. Un progetto partito dal simbolo delle malattie rare, la zebra appunto, e le ‘striscè che la caratterizzano.
“When you hear hoofbeats, think horses, not zebras. And when you hear hoofbeats behind you, don’t expect to see a zebra”. Questa la nota frase di Theodore Woodward negli anni 50, professore della University of Maryland School of Medicine a Baltimora, che ha portato il mondo scientifico ad indentificare con ‘Zebrà una diagnosi di malattia rara.
In medicina, le zebre sono usate per indicare una malattia o una condizione rara. Ai medici viene insegnato che la spiegazione più semplice è di solito quella corretta, il che porta alla frase “Quando senti il rumore degli zoccoli, pensa ai cavalli, non alle zebre”. In tutto il mondo ci sono milioni di persone affette da malattie rare e spesso i pazienti vengono diagnosticati in modo errato o ignorati perchè presentano sintomi insoliti o inspiegabili.
Grazie a questo carattere distintivo di unicità e preziosità, la zebra diventa e viene ad oggi considerata il simbolo ufficiale delle malattie rare.
“Zebre Parma è da sempre un Club impegnato nel sostegno di iniziative come questa, che danno un senso al nostro privilegio di sportivi professionisti – ha dichiarato Michele Dalai, amministratore unico delle Zebre Parma -. Vogliamo ricordare a tutti che esistono persone uniche e speciali che non devono essere lasciate indietro”.
“AIAF-Associazione Nazionale Anderson-Fabry incoraggia iniziative come questa perchè lo sport può offrire un contributo essenziale per le persone con malattie rare e può rappresentare uno strumento di inclusione sociale estremamente prezioso. Ciò che facciamo come associazione, con l’obiettivo di tenere unita una comunità con caratteristiche e obiettivi comuni, non è molto diverso dal lavoro di èquipe in cui è impegnata una squadra sportiva. In questo abbiamo bisogno di essere sostenuti, di poter contare sull’unione delle forze a partire dalla famiglia, i medici e le istituzioni – prosegue Stefania Tobaldini, presidente AIAF APS Associazione Italiana Anderson-Fabry -. Determinazione e spirito di squadra sono peculiarità spesso ricorrenti in chi ogni giorno convive con una malattia rara. E per questo molti sono i valori in comune con il mondo dello sport. I nostri complimenti per questa iniziativa, che permette di fare rete in modo originale e far sentire anche molto lontano la voce di tutte le persone che convivono con una patologia rara”.
“Dal 2007 la Mitocon ODV svolge un ruolo estremamente importante nell’ambito delle malattie mitocondriali in Italia e a livello internazionale, supportando progetti di ricerca e i pazienti e i loro familiari che a qualsiasi età vengono colpiti da queste malattie rare. I mitocondri sono considerati le cabine energetiche delle nostre cellule, quando questi muoiono, anche le cellule perdono la loro forza. Tra le malattie mitocondriali, la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber è la più diffusa. I pazienti iniziano a perdere la vista centrale da un occhio e poi dopo poco tempo anche dall’altro restando solo con un piccolo residuo visivo periferico. La vita però deve andare avanti e tra i nostri pazienti abbiamo tanti grandi esempi di persone veramente attive, sportivi, mamme, papà, giornalisti, avvocati, fisioterapisti, allenatori, musicisti. Dentro di noi ritroviamo quell’energia che ci dà la forza di vedere con il cuore e con l’anima la gioia di vivere. Partecipare a Play the Rare Game è per tutti noi un grande onore e portiamo alta la fiaccola della vita”, ha aggiunto Paula Morandi, Rappresentante Pazienti con Malattie Mitocondriali della Vista “Da ormai molti anni Make-A-Wish International realizza i desideri di bambini affetti da gravi patologie. Abbiamo imparato a conoscere la potenza di quei desideri e a riconoscerne il valore. I desideri hanno comprovati benefici fisici ed emotivi sui bambini che convivono con malattie gravi e non solo aiutano questi bambini, ma hanno anche un impatto positivo e di vasta portata sulle loro famiglie e sulla comunità”, ha dichiarato Elda Ghiretti di Make a Wish International.
E’ il momento di fare squadra. Il progetto Play the Rare Game e la social challenge La catena di passaggi è partita dal vivo con la complicità dei giocatori – all’interno dello Stadio Lanfranchi di Parma prima del fischio di inizio della partita tra le Zebre Rugby Club e gli scozzesi Glasgow Warriors – coinvolti in una sorta di Flash mob. E’ stato questo il via ufficiale alla Social challenge, ossia una catena di passaggi a cui tutti possono prendere parte su Instagram.
Attraverso l’utilizzo di un apposito filtro (scaricabile qui www.playtheraregame.com) che permette di simulare dei passaggi di palla ovale e l’utilizzo dell’hashtag #PlaytheRareGame taggando @chiesiglobalrarediseases si attiva un sistema di conteggio.
La catena di passaggi virtuali, oltre ad aumentare la consapevolezza sull’impatto delle malattie rare a livello globale, permetterà di raccogliere fondi da destinare a Make-A-Wish International per sostenere i desideri di bambini che convivono con gravi malattie.

– foto ufficio stampa HonBoard –
(ITALPRESS).

Giornata disabilità, Università Cattolica “Sono 13 milioni in Italia”

ROMA (ITALPRESS) – Sono quasi 13 milioni, spesso vivono da sole e i servizi loro dedicati sono scarsi, come pure le risorse stanziate a loro favore (28 miliardi di euro, quasi tutti impiegati per erogare pensioni – dati 2018). Sono le persone disabili in Italia, assistite spesso da famiglie sempre più in difficoltà, perchè devono sopperire alle mancanze delle istituzioni nazionali e locali. In più, nel nostro Paese quasi una persona disabile su tre (32,1%) è a rischio di povertà. E’ questo in estrema sintesi il quadro delle persone con disabilità in Italia che emerge alla vigilia della Giornata internazionale loro dedicata, che si celebra domani 3 dicembre, promossa dalla Commissione Europea in accordo con le Nazione Unite. A fare il punto sul problema è l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso la sede di Roma dell’Università Cattolica, che ha elaborato un agile focus sulla situazione attuale delle persone disabili. Nel nostro Paese le persone disabili sono quasi 13 milioni, delle quali oltre 3 milioni sono in condizione di grave disabilità. Tra le persone con grave disabilità, quasi 1 milione e 500 mila ha una età superiore a 75 anni. “La disabilità è una condizione che interesserà sempre più italiani, grazie al costante allungamento della aspettativa di vita, per questo il nostro Sistema di welfare si troverà ad affrontare una domanda crescente di servizi per assicurare a queste persone l’assistenza sanitaria e sociale e il diritto a vivere una vita indipendente – afferma il dottor Alessandro Solipaca, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane diretto dal professor Walter Ricciardi -; una sfida che il welfare moderno deve superare abbandonando l’approccio risarcitorio che caratterizza molti degli interventi di protezione sociale del nostro Paese, basati quasi esclusivamente sui trasferimenti monetari, trascurando completamente se questi siano efficaci ad assicurare loro il diritto a vivere la vita al pari delle altre persone”. Infatti, le condizioni di salute e psicologiche di queste persone sono molto spesso precarie: il 58,1% delle persone con disabilità grave si dichiara in cattive condizioni di salute, il 6,2% lamenta problemi di depressione. I problemi di salute sono acuiti dalle difficoltà con le quali le persone con disabilità hanno accesso alle cure, come testimonia il fatto che il 15,7% ha rinunciato, nel corso dell’ultimo anno, a prestazioni o cure sanitarie per motivi economici. Inoltre, queste persone sperimentano molto spesso anche il ritardo con cui accedono alle cure, infatti sono il 21,3% delle persone con disabilità che lamentano questo problema. Le famiglie con disabili si trovano a sostenere frequentemente costi per le cure, sono infatti il 79,2% quelle che affrontano spese mediche, il 91% quelle che acquistano medicinali e il 33,1% che affrontano spese per le cure dentistiche. Tutte queste voci di spesa hanno un’incidenza più elevata per le famiglie con disabili rispetto al resto delle famiglie e molto spesso rappresentano per esse un onere pesante: per una famiglia su due le spese per visite specialistiche e accertamenti diagnostici sono un onere pesante (contro il 29,2% del resto delle famiglie residenti in Italia), il 43% ritiene che siano un onere pesante anche le spese per medicinali (contro il 19,5% a livello medio nazionale), e il 56,7% trova onerose le spese per cure dentistiche (contro il 38,6% osservato a livello nazionale). Circa un terzo delle persone con disabilità grave vive da solo, tra gli ultrasettantacinquenni la quota sale al 42%. Si tratta di dati molto preoccupanti, poichè palesano una diffusa condizione di vulnerabilità che coinvolge un numero elevato di persone, le quali non possono contare sull’aiuto di un familiare. Il problema più grave è la perdita di autonomia, infatti l’11,2% degli anziani (1 milione e 400 mila persone) ha gravi difficoltà in almeno un’attività di cura della persona, soprattutto tra gli ultrasettantacinquenni (1 milione e 200 mila): in questa fascia di età un anziano su cinque riporta tali difficoltà. Le attività nelle quali gli anziani sono meno autonomi sono fare il bagno o la doccia da soli (10,3%), sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia (7,3%), vestirsi e spogliarsi (7,3%), usare i servizi igienici (6,5%) ed infine mangiare da soli (3,6%). Circa il 7% degli anziani presenta gravi difficoltà in tre o più attività e tale quota sale al 12% tra gli ultrasettantacinquenni. Altre importanti difficoltà per gli anziani con disabilità si riscontrano nelle attività di tipo domestico, infatti il 30,3% degli anziani (circa quattro milioni) ha gravi difficoltà a svolgerle; dopo i 75 anni quasi 1 anziano su 2 (47,1%). Sono soprattutto le attività domestiche pesanti quelle in cui gli anziani perdono l’autonomia (29,8% degli anziani), seguono le attività che implicano una certa autonomia fisica come fare la spesa (17,0%). In difficoltà anche nelle attività più leggere, come la gestione delle risorse economiche e delle attività amministrative che riguarda il 13,5%, preparare i pasti nell’11,5% dei casi. Il 7,3% degli anziani hanno gravi difficoltà nel prendere le medicine (8,5%) e usare il telefono (7,3%). Analizzando le risorse che l’Italia impegna, nell’ambito del Sistema di protezione sociale[1], per la funzione di spesa destinata alla disabilità, si può osservare che, nel 2018, sono stati spesi circa 28 miliardi di euro. L’Italia presenta un rapporto tra spesa per la protezione sociale e Pil superiore alla media registrata nell’Unione Europea (e simile a quello di Svezia, Germania e Paesi Bassi) ma destina poche risorse alla disabilità. Il modello di welfare italiano si caratterizza per una tipologia di interventi basati sui trasferimenti economici, quasi tutte pensioni, piuttosto che servizi, in particolare su 28 miliardi di spesa quasi 27 sono trasferimenti monetari, pari al 96,4% della spesa totale. Nei principali Paesi europei la quota di trasferimenti si attesta intorno al 70%. Sono principalmente i trasferimenti pensionistici a sostenere queste persone, nel 2019 il reddito medio di un pensionato con disabilità è pari a 15 mila e 500 euro lordi, sale a 20 mila per le persone ultrasessantacinquenni. Gli importi medi più elevati si riscontrano nel Nord dove si attestano a circa 17 mila euro annui, sotto i 14 mila euro, invece, la pensione lorda per una persona con disabilità nel Mezzogiorno. Solo l’11,9% delle persone con disabilità è occupato, la scarsa partecipazione al mondo del lavoro, quindi la ridotta capacità di produrre reddito, fa sì che le famiglie in cui vivono persone con disabilità abbiano seri problemi economici. A questo proposito i dati evidenziano che una famiglia con almeno una persona con disabilità percepisce, mediamente, un reddito medio equivalente pari a 19 mila 500 euro annui, circa 1.000 euro in meno di quello delle famiglie senza persone con disabilità, pari a 20 mila 589 euro. Inoltre, per effetto delle ingenti spese che le famiglie devono sostenere per le cure e l’assistenza, il reddito è largamente insufficiente per il loro fabbisogno. Infatti, il 32,1% delle persone con disabilità è a rischio di povertà o di esclusione sociale e circa un quinto è in condizione di grave deprivazione materiale. Si tratta di famiglie che non sono in grado di spendere per riscaldare adeguatamente l’abitazione, affrontare una spesa imprevista di 800 euro, di consumare un pasto adeguato almeno una volta ogni due giorni, o concedersi una settimana di vacanza.(ITALPRESS).

Photo credits: www.agenziafotogramma.it

Aiop Giovani “Formazione essenziale per una maggiore cultura sanitaria”

MILANO (ITALPRESS) – “Aiop Giovani, attraverso una capillare attività di formazione professionale, sin dalla sua nascita, ormai venti anni fa, cerca di far emergere i futuri imprenditori della sanità in un’ottica di sviluppo in settori strategici come l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione. E’ un impegno comune, che ci coinvolge con grande passione e senso di responsabilità, soprattutto in un momento difficile come quello attuale, di grave crisi economica e sanitaria”. Lo ha detto Michele Nicchio, presidente nazionale Aiop Giovani, l’Associazione italiana ospedalità privata, intervenendo agli Stati Generali di Aiop Giovani, che si sono tenuti a Milano, presso la sede dell’IRCSS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio.
“Dobbiamo tutelare il Servizio Sanitario Nazionale – ha aggiunto Nicchio – e come componente di diritto privato ci facciamo promotori di nuove progettualità e iniziative per contribuire concretamente al suo miglioramento. Aiop Giovani è una bella famiglia, coesa e questa collaborazione è un punto di forza, che fa leva sulle singole esperienze e professionalità in tanti ambiti, imprenditoriale, finanziario, culturale. Avviare nuovi percorsi formativi, quindi – ha precisato – è decisivo e in questa prospettiva stiamo concordando nuove partnership con diverse università. Dalla nascita dell’associazione ad oggi abbiamo fatto grandi passi avanti, siamo sempre stati animati dalla volontà di guadagnarci degli spazi utili, con l’obiettivo di formare i nuovi manager della sanità”.
“L’affiatamento creato in questi anni all’interno del gruppo dei giovani di Aiop per diffondere una corretta e consapevole cultura sanitaria – ha concluso Nicchio – è fondamentale per far conoscere i vantaggi per tutta la sanità pubblica di una collaborazione propositiva tra le strutture a gestione pubblica e quelle a gestione privata, due componenti imprescindibili per un SSN che sia efficiente e di qualità”.
Gli Stati Generali di Aiop Giovani hanno permesso un confronto dinamico tra tre generazioni, un’occasione stimolante per parlare dei progetti futuri dell’associazione.

– foto ufficio stampa Ital communications –
(ITALPRESS).

Covid, in Italia 227.440 casi e 635 decessi nell’ultima settimana

ROMA (ITALPRESS) – Secondo i dati del dati del bollettino settimanale del ministero della Salute sull’andamento della situazione epidemiologica da Covid -19, nella settimana 25 novembre – 1° dicembre si registrano 227.440 nuovi casi positivi con una variazione di -0,7% rispetto alla settimana precedente (229.135). I deceduti sono 635 con una variazione di +9,5% rispetto alla settimana precedente (580), mentre sono 1.324.969 i tamponi effettuati, con una variazione di +3,8% rispetto alla settimana precedente (1.276.986). Il rasso di positività si attesta al 17,2% con una variazione di -0,7% rispetto alla settimana precedente (17,9%).
(ITALPRESS).
-foto ministero della Salute-

Villa Serena, a dicembre ambulatori gratuiti di Urologia e Pneumologia

PALERMO (ITALPRESS) – La Casa di Cura Villa Serena incrementa i suoi programmi clinici con la realizzazione di un’Unità Funzionale di Urologia e di una di Pneumologia e, per questo motivo, organizza nei suoi ambulatori dedicati delle giornate gratuite di screening. Quelle di Urologia si svolgeranno dal 5 al 20 dicembre (lunedì, martedì e giovedì dalle 8.30 alle 17; mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 12); il 5 dicembre dalle 9 alle 17 lo screening sarà dedicato ai pazienti di Pneumologia. Per prenotare l’appuntamento per gli screening gratuiti negli ambulatori di Urologia e di Pneumologia bisogna rivolgersi al CUP, aperto dal lunedì al sabato dalle 7.30 alle 13.30, recandosi in struttura, telefonando ai numeri 091.6985751/752, mandando un messaggio Whatsapp al numero 3457730443 o inviando una mail a [email protected].
Il reparto è diretto dal dottor Luca Spinnato, già primario ospedaliero con un’esperienza ventennale nella diagnosi e nella cura delle principali patologie urologiche. L’Unità è dotata di otto posti letto. Contestualmente è stato aperto un Ambulatorio di Urologia, sempre diretto dal dottor Spinnato, che si occupa di Andrologia, Urologia generale e Uroginecologia, quest’ultima in stretta collaborazione con l’Unità Funzionale di Ginecologia diretta dal professor Giuseppe Catalano.
Dopo i 50 anni, i problemi urologici sono molto frequenti, in particolare negli uomini. La prevenzione e l’inquadramento diagnostico delle eventuali patologie urologiche sono consigliati perchè le decisioni terapeutiche e la prognosi sono fortemente dipendenti dalla precocità della diagnosi. Nelle donne, la presenza di ematuria (globuli rossi nelle urine), o la familiarità per patologie urologiche, o l’incontinenza urinaria, patologia molto frequente, rende opportuna la consulenza specialistica.
Villa Serena ha organizzato per i suoi utenti una giornata gratuita di screening polmonare. Grazie all’ausilio della spirometria globale con diffusione alveolo capillare e al monitoraggio incruento della saturazione ossiemoglobinica, i sanitari dell’Ambulatorio di Pneumologia, diretto dal dottor Alfredo Visconti, offrono una valutazione funzionale dello stato di salute dei polmoni e la possibilità di attuare la prevenzione del danno causato da fumo, inquinamento e allergie, spiegando ai pazienti come proteggersi da possibili fattori di rischio. Il Servizio si occupa, inoltre, della valutazione della funzionalità respiratoria nei pazienti che hanno contratto il Covid e della cura delle insufficienze respiratorie e di altri sintomi correlati alla sindrome da Long Covid.
L’Ambulatorio fa parte dell’Unità Funzionale di Pneumologia, sempre diretta dal dottor Alfredo Visconti che, con la dottoressa Stefania Leto Barone, responsabile della Riabilitazione pneumo – cardiologica, già da un anno si occupa della diagnosi e della terapia dei pazienti con insufficienza respiratoria acuta e cronica su base infettiva e/o da Broncopatia cronica ostruttiva, che necessitano di Ventilazione non invasiva (NIV) con ossigenoterapia ad alti flussi. Nel reparto i pazienti con patologia respiratoria severa, inviati anche dal Pronto soccorso delle aziende ospedaliere pubbliche, ricevono le cure specialistiche più appropriate per il recupero della funzione respiratoria, continuando poi il loro percorso in regime ambulatoriale.

– foto ufficio stampa Villa Serena –
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Covid, incidenza stabile e tre regioni a rischio alto

ROMA (ITALPRESS) – Stabile l’incidenza settimanale a livello nazionale del Covid-19: 386 ogni 100.000 abitanti (25 novembre-1 dicembre) rispetto a 388 ogni 100.000 abitanti (18-24 novembre).
Nel periodo 9-22 novembre, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,14 (range 1,05-1,20), in aumento rispetto alla settimana precedente e superiore alla soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero diminuisce e si trova appena sopra la soglia epidemica: Rt=1,01 (0,98-1,04) al 22 novembre, rispetto a Rt=1,07 (1,04-1,10) al 15 novembre. E’ quant emerge dai dati della Cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 3,2% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 1 dicembre) rispetto al 2,5% (rilevazione al 24 novembre). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,3% (rilevazione al 1 dicembre) rispetto al 12% (rilevazione al 24 novembre). Tre regioni sono classificate a rischio alto, tutte per molteplici allerte di resilienza, undici sono a rischio moderato e sette classificate a rischio basso. Dodici regioni/province autonome riportano almeno una allerta di resilienza. Quattro riportano molteplici allerte di resilienza.
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-