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Covid, 17.978 nuovi positivi e 60 vittime

MILANO (ITALPRESS) – Sono 17.978 i nuovi casi di Coronavirus in Italia, su un totale di 146.983 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino sull’emergenza pandemica, diffuso dal Ministero della Salute. Il tasso di positività sale al 12,2%, mentre il numero dei morti oggi è di 60, che portano il totale delle vittime da inizio pandemia a quota 176.464. Dal punto di vista delle ospedalizzazioni, sono 3.632 i ricoverati con sintomi (87 in meno di ieri), dei quali 143 in terapia intensiva (otto in meno di ieri.(ITALPRESS).

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Salutequità “Urgente aggiornare il Piano nazionale della cronicità”

ROMA (ITALPRESS) – Cronicità residuali nei programmi dei partiti per le prossime elezioni, nonostante siano oggi, 15 settembre, 6 anni dall’approvazione dell’Accordo Stato-Regioni sul Piano nazionale Cronicità (PNC).
Una priorità di sanità pubblica, visto che le malattie croniche in Europa si stima siano responsabili dell’86% di tutti i decessi e di una spesa sanitaria annua di circa 700 miliardi, ambito nel quale la sanità digitale, sulla quale il PNRR investe importanti risorse, dovrebbe dare un significativo apporto per migliorare le risposte da parte del nostro SSN, considerando anche che in Italia, secondo l’Istat, i cronici sono almeno 22 milioni.
“Eppure – sottolinea Tonino Aceti (nella foto), presidente di Salutequità, Associazione per la valutazione della qualità delle politiche per la Salute – guardando ai programmi elettorali in vista delle prossime elezioni politiche, stupisce come l’attenzione alla presa in carico delle cronicità sia purtroppo ancora troppo residuale. Per questo chiediamo al nuovo Parlamento e al prossimo Governo di rilanciare la strategia del Piano Nazionale della Cronicità attraverso un suo finanziamento specifico nella prossima Legge di Bilancio, un suo aggiornamento che tenga conto delle innovazioni intervenute durante la pandemia e della traiettoria tracciata dal PNRR, nonchè mettendo in campo un’attenta e rigorosa attività di monitoraggio nei confronti delle Regioni per la sua attuazione in tutto il paese”.
“Se infatti è il PNRR a creare le infrastrutture per l’assistenza territoriale i cui standard sono definiti dal Decreto Ministeriale 77/2022, è altrettanto vero che è il PNC a definire i processi assistenziali per la presa in carico dei malati cronici e per questo il suo rilancio è irrinunciabile – aggiunge Aceti -. La sanità digitale, sulla quale il PNRR investe importanti risorse, dovrebbe dare un significativo apporto per migliorare le risposte da parte del nostro SSN alle persone con cronicità, ma ancora diversi i coni d’ombra”.
Ecco le principali evidenze messe in luce dall’analisi “Sanità digitale e cronicità” di Salutequità.
La digitalizzazione del SSN è uno degli obiettivi strategici del PNRR, dei suoi investimenti (esempio 1 miliardo per la piattaforma di telemedicina, 18 milioni per la formazione manageriale digitale) ed è uno degli strumenti per attuare il Piano Nazionale Cronicità (PNC), in questi anni rimasto troppo spesso fermo al palo, tranne in alcune realtà regionali.
Il quadro attuale della sanità digitale così come descritto dal PNC è rappresentato da luci e ombre che Salutequità ha messo in fila nella sua analisi (la prima di 4 dedicate alla cronicità).
Sono 369 esperienze e 669 i servizi di telemedicina nel 2021; l’incremento medio annuo di investimenti per ICT in sanità registrato da AGID è del 13,8% dal 2019 ad oggi.
L’80% delle regioni ha meno del 50% dei documenti indicizzati nel Fascicolo Sanitario Elettronico. Nel secondo trimestre del 2022 solo in Sicilia (19%), Umbria (27%) e Valle d’Aosta (57%) ci sono medici che alimentano il FSE con il profilo sintetico del paziente. Il 73% di pazienti cronici/oncologici conosce il FSE;
solo il 37% lo utilizza.
Sul fronte formativo sono 308 gli eventi ECM organizzati sulla sanità digitale nel 2021; nei primi sei mesi del 2022 ne sono già stati promossi 156. Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana e Trentino-Alto Adige erogano corsi di telemedicina almeno una volta all’anno.
Sono più di 350.000 le app per la salute nei principali app store del mondo e 259 tra terapie e cure digitali, ancora non autorizzate in Italia (dati IQVIA).
L’indice DESI (Indice Digitalizzazione dell’Economia e della Società) ci pone molto al di sotto della media europea per il fattore umano (siamo terzultimi nella “classifica europea” e facciamo meglio solo rispetto a Romania e Bulgaria). Dati Istat mostrano che le persone con età 65-74 anni che usano almeno una volta a settimana internet sono poco meno del 50%, ma lo svantaggio femminile è di circa 10 punti percentuali dai 65 anni in su (il digital divide è anche una questione di genere!). E 1 milione di anziani over 75 vive solo oppure con altri familiari anziani senza supporto o con un livello di aiuto insufficiente.
Il risultato è la preoccupazione che la digitalizzazione possa aumentare le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari: il timore riguarda il 46,1% dei cittadini (dati LSCube-Quorum/YouTrend).
Il Piemonte è la prima Regione che ha aggiornato la programmazione per attuare il PNC, inserendo indicatori concreti per applicare e misurare la telemedicina nella presa in carico delle persone con cronicità.
Sono questi alcuni elementi che caratterizzano il contesto attuale emerso dalla prima analisi dell'”Osservatorio permanente assistenza pazienti Non-Covid. Focus su cronicità” di Salutequità realizzata grazie al contributo non condizionato di UCB, Bristol Myers Squibb, Gruppo Menarini, Sanofi e Beigene.

– foto agenziafotogramma.it –
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Cura delle ferite post-operatorie, al via campagna “Punti di differenza”

ROMA (ITALPRESS) – Ogni anno, in Italia, si verificano circa 530.000 infezioni correlate all’assistenza sanitaria, più di 7.500 delle quali con esito fatale, in pazienti ricoverati in ospedale che manifestano i sintomi generalmente 48 ore dopo l’inizio della degenza. Il 14.4% sono infezioni del sito chirurgico di cui, in media, il 50% potrebbe essere prevenibile grazie all’adozione di adeguati sistemi di sorveglianza e di programmi di prevenzione. Per questo nasce “Punti di Differenza”, la campagna informativa rivolta ai pazienti – promossa da Ethicon di Johnson&Johnson Medtech Italia con il patrocinio delle società scientifiche ACOI – Associazione Chirurghi Ospedalieri, SIC – Società Italiana di Chirurgia, SIGO – Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia e di SIOT – Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia – che si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di una corretta prevenzione e cura delle ferite post-operatorie al fine di ridurre le possibili infezioni.
Le infezioni del sito chirurgico rappresentano, infatti, una delle complicanze principali in pazienti sottoposti a chirurgia, con importanti implicazioni in termini di morbilità e oneri finanziari, ma di cui si parla ancora troppo poco. I pazienti sono 5 volte più esposti al rischio di una nuova ospedalizzazione, 2 volte al rischio di degenza in terapia intensiva e 2 volte più esposti al rischio di decesso.
E non è tutto: le infezioni ospedaliere hanno anche un impatto economico di circa 1 miliardo di euro all’anno, che può incidere notevolmente sulla sostenibilità del nostro Sistema Sanitario Nazionale, con costi indiretti risparmiabili e con un impatto notevole anche sulla capacità del sistema sanitario di trattare più pazienti e recuperare più velocemente le liste di attesa.
“Siamo impegnati a sostenere la ripartenza del sistema sanitario post-pandemia investendo su prodotti, servizi e soluzioni tecnologici in grado di creare valore misurabile per i nostri stakeholders – dice Silvia De Dominicis, presidente e amministratore delegato di Johnson &Johnson MedTech Italia -. Allo stesso tempo ci impegniamo a coinvolgere ed informare i cittadini con il fondamentale contributo delle Società Scientifiche che come noi hanno cuore la salute degli italiani, convinti che anche ciò sia determinante nel creare efficienze e contribuire a migliorare gli esiti di cura”.
Per creare consapevolezza sul tema J&J Medtech Italia ha creato un sito, www.puntididifferenza.it , uno spazio pubblico dedicato ai cittadini in cui saranno pubblicate informazioni e materiali utili sul tema della prevenzione delle infezioni del sito chirurgico. Il sito, che fungerà da punto di atterraggio della campagna, verrà promosso anche attraverso un video cartoon che ha come protagonista un giovane Frankenstein di nuova generazione, pronipote di quello storico, “testimonial” rappresentativo di una nuova generazione più consapevole dei rischi delle infezioni chirurgiche. Un personaggio positivo che nulla a che fare con il famoso nonno, fiero di raccontare che, nonostante le sue innumerevoli operazioni, anche grazie ad una corretta prevenzione che ha ridotto il rischio di insorgenza di possibili complicazioni, è potuto tornare rapidamente ai suoi affetti e alle sue abitudini.
A differenza del suo celebre parente, infatti, il giovane Frankenstein non è un mostro ma un ragazzo come tanti, attento alla sostenibilità ambientale, informato, che con un linguaggio positivo, diretto, comedy, comprensibile e accattivante, è in grado di combinare entertainment, ironia e utili contenuti informativi. L’obiettivo è di incuriosire, educare e sensibilizzare il pubblico dei social, sull’importanza del contributo che un paziente informato può portare, in unione all’equipe chirurgica che lo ha in cura, alla riduzione del rischio di infezione.

– foto ufficio stampa Johnson & Johnson MedTech Italia –
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Covid, 18.854 i nuovi positivi. 69 i decessi

MILANO (ITALPRESS) – Sono 18.854 i nuovi positivi al Coronavirus in Italia, su un totale di 171.457 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. Il tasso di positività è all’11%. E’ quanto emerge dal quotidiano rapporto sull’emergenza pandemica, diffuso dal Ministero della Salute. Sono 69 i decessi, che portano il totale delle persone che hanno perso la vita da inizio pandemia a quota 176.404. A livello di ospedalizzazioni, sono 3.719 i ricoverati con sintomi (149 in meno di ieri), dei quali 151 in terapia intensiva (12 in meno). (ITALPRESS).

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Contro il Covid nuove speranze da un antivirale ad ampio spettro

PALERMO (ITALPRESS) – Un antivirale ad ampio spettro che può diventare un’arma preziosa per affrontare il Covid-19 ma anche nuove pandemie. E’ il frutto di un progetto di cooperazione internazionale che ha tra i protagonisti gli atenei di Torino, Messina e Padova, che lavoreranno con il Karolinska Institutet e l’Università di Uppsala. L’iniziativa è stata finanziata dalla NATO nell’ambito di VIPER, un progetto di cooperazione e di ricerca scientifica tra Italia e Svezia.
“E’ un progetto che ci permette di sviluppare una molecola, MEDS433, capace di bloccare la replicazione di diversi virus, primo tra tutti il Sars-Cov-2 – spiega Anna Piperno, docente di Chimica organica all’Università di Messina -. L’Università di Messina in questo progetto collabora con l’Università di Torino nel formulare questa molecola e nel renderla somministrabile per via orale oppure per via parenterale. Nel progetto di ricerca è coinvolto il Karolinska Institutet in Svezia, che è nostro partner, e in questo istituto andremo a finalizzare la parte pre-clinica del progetto, perchè faremo i test su animali infetti da Sars Cov-2”.
Il progetto è stato finanziato con 300 mila euro dalla Nato, ha preso il via lo scorso 30 giugno e avrà una durata di 27 mesi.
“Il meccanismo di azione di questa molecola non è limitato solo al virus del Sars-Cov-2 ma la genialità di questa intuizione è proprio quella di andare ad agire sul minimo comune denominatore della replicazione dei virus – sottolinea Mario La Rocca, direttore generale del Dipartimento Pianificazione Strategica dell’assessorato alla Salute della Regione Siciliana -. Questa ricerca porterà, attraverso una fase di sperimentazione anche sull’uomo, a un sistema sanitario migliore in grado di affrontare nuove e diverse pandemie”.

– foto Agenziafotogramma.it –

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16 e 17 settembre a Padova il 10° congresso sulla Medicina di Genere

ROMA (ITALPRESS) – La maggior mortalità causata dal Covid-19 tra gli uomini. Il peso delle malattie cardiovascolari nelle donne, per le quali ictus e infarti rappresentano la prima causa di morte. Le diverse risposte ai farmacim inclusi quelli contro i tumori. Sono alcuni dei temi che verranno affrontati al 10° Congresso Internazionale sulla Medicina di Genere, che si terrà il 16 e 17 settembre al Centro Congressi di Padova.
Il congresso della Società Internazionale di Medicina di Genere farà il punto sull’evoluzione della scienza che studia come le differenze tra donne e uomini in medicina possano migliorare diagnosi e cure. La prima sessione plenaria, venerdì 16, vedrà l’intervento del presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) Silvio Brusaferro, con un intervento sul carico epidemiologico del COVID-19 in Italia, e di Walter Ricciardi, docente di Igiene e salute pubblica all’Università Cattolica di Roma.
Nel corso della due giorni interverranno oltre 60 relatori italiani e internazionali. Tra questi il professor Silvio Garattini, fondatore e presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, che modererà una sessione sulle differenze di genere nella cardiopatia ischemica, nello scompenso cardiaco e nell’infarto. L’immunologa Antonella Viola, professoressa Ordinaria di Patologia Generale presso l’Università di Padova, spiegherà invece come le differenze tra maschi e femmine inizino presto nella vita, già da bambini, modificandone le riposte immunitarie.

– foto ufficio stampa Società Internazionale di Medicina di Genere –

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Indagine, il 40% degli adolescenti si sente agitato, ansioso o impaurito

ROMA (ITALPRESS) – Oltre il 40% dei giovani tra i 13 e i 19 anni afferma di sentirsi, spesso o qualche volta, particolarmente ansioso o impaurito. Sono i risultati della sezione incentrata sugli aspetti psicologici e psichici dell’indagine sociologica nazionale “Adolescenza, tra speranze e timori”, realizzata da Laboratorio Adolescenza insieme a Istituto Iard e presentati insieme a Lundbeck Italia in previsione del World Mental Health Day, che si celebrerà il 10 ottobre.
L’indagine su abitudini e stili di vita degli adolescenti in Italia, condotta tra marzo e maggio 2022 su un campione nazionale rappresentativo di 5.721 studenti, analizza da un punto di vista sociologico l’impatto emotivo della pandemia sullo stile di vita dei giovani, avendo come obiettivo quello di analizzare se si siano verificate variazioni a causa della pandemia nella comparsa di 3 aspetti (tristezza, ansia, variabilità d’umore); identificare il livello di prossimità con coetanei che hanno avuto esperienze di autolesionismo, consumo di sostanze e abuso di alcol; fotografare la percezione degli adolescenti nei confronti di problemi psicologici-psichiatrici.
Dall’indagine emerge che la maggior parte degli adolescenti si senta frequentemente triste, senza una specifica ragione, soffra di sbalzi d’umore e più del 40% ha affermato di sentirsi spesso agitato, particolarmente ansioso o impaurito al punto di avere la percezione di non riuscire a respirare. Disagi complessivamente riscontrati maggiormente dalle ragazze, con una percentuale che supera l’80%.
Importante osservare anche che il 57% degli intervistati ha riscontrato un aumentato delle situazioni descritte nel periodo della pandemia.
Inoltre, gli adolescenti non sono estranei a situazioni conclamate di disagio: quasi il 40% dei giovani conosce un coetaneo che pratica l’autolesionismo, più diffuso tra le ragazze, atto che viene considerato un modo estremo per affrontare situazioni di agitazione, tristezza e tensione. L’indagine ha permesso infine di fotografare come i giovani percepiscano i disagi psicologici-psichici: la maggior parte non li ridimensiona secondo stigmatici clichè (ne soffrono persone deboli che non sono in grado di superarli da soli), anzi il 58% ritiene che sia importante ricorrere all’aiuto di uno specialista. Tra le cause principali del malessere psicologico i giovani hanno identificato la pandemia (88%), le liti familiari (87%) e la scuola (84%).
“Gli esiti dell’indagine – afferma il Dottor Maurizio Tucci, Presidente Laboratorio Adolescenza – ci consegnano un quadro certamente non confortante, con un aumento, rispetto al passato, dei disagi come ansia e tristezza tra gli adolescenti e una frequenza che va ben oltre l’endemica e naturale presenza di questi fenomeni in un’età comunque complessa. Seppure sia ipotizzabile che nella maggioranza dei casi queste forme di disagio siano destinate a rientrare senza importanti conseguenze, è comunque opportuno non minimizzare a priori queste manifestazioni, derubricandole a caratteristiche dell’età. Genitori, pediatri e insegnanti dovrebbero essere attente sentinelle per cogliere prima possibile eventuali segnali di disagio, con la consapevolezza che gli adolescenti sono spesso bravissimi a dissimularli, ed indirizzare la giovane o il giovane da uno specialista”.
Nel corso dei lockdown, dovuti alla pandemia COVID-19, i sintomi di depressione e ansia sono raddoppiati rispetto alle stime pre-pandemiche: 1 giovane su 4 (il 25,2%) e 1 su 5 (il 20,5%), a livello globale, sta sperimentando rispettivamente sintomi depressivi e d’ansia. 1 In Italia, durante la pandemia, il 16,1% dei pazienti psichiatrici ha tentato il suicidio, mentre l’ideazione suicidaria e l’autolesionismo sono state le ragioni di ricovero nel 31,5% dei pazienti, con un’incidenza elevata soprattutto tra le ragazze. 2 “La pandemia ha aumentato il numero di persone, soprattutto giovani, che hanno avuto esperienza di disturbi d’ansia. – commenta il Prof. Stefano Vicari, Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile, Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica, Università Cattolica, Roma e Responsabile Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – L’adolescenza è una fase della vita in cui i ragazzi potrebbero non sentirsi liberi di esprimere il proprio disagio per paura del pregiudizio dei coetanei o di non essere compresi dagli adulti. I genitori e tutte le figure che vivono direttamente a contatto con un adolescente dovrebbero sviluppare una capacità di ascolto e di comprensione. Ad oggi purtroppo in Italia c’è una scarsa cultura sulla Salute Mentale e il tema è ancora molto ignorato, bisogna dare tempo alle famiglie di occuparsi dei figli, mettere i ragazzi al centro delle nostre agende e gli insegnanti devono poter avere gli strumenti per essere di supporto”.
Ed è proprio sul riconoscimento della salute mentale come diritto globale che si focalizzerà il prossimo World Mental Health Day, il cui tema per il 2022 sarà “Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale”, evidenziando l’importante ruolo svolto dai governi e da tutte le parti interessate nell’applicazione di misure sociali che consentano di abbattere lo stigma e la discriminazione. Elementi che, ancora oggi, continuano ad essere una barriera all’inclusione sociale e all’accesso alle giuste cure per molte persone con disturbi mentali.
“Negli ultimi anni nel mondo si sono verificati, e si continuano a verificare, enormi cambiamenti sociali, a partire dagli effetti della pandemia, delle guerre, degli sfollamenti e dell’emergenza climatica, tutti fattori che inevitabilmente hanno un impatto sul benessere mentale e generale di tante persone. A queste difficoltà si aggiungono spesso le barriere create dallo stigma e dal pregiudizio, che condizionano ulteriormente la qualità di vita delle persone che vivono con disturbi mentali e dei loro cari. E’ fondamentale che si agisca a più livelli per garantire che il benessere mentale sia sempre una priorità dei governi e della società in generale” commenta il professor Sergio De Filippis, Direttore Sanitario e Scientifico clinica neuropsichiatrica Villa Von Siebenthal, Docente Psichiatria delle Dipendenze.
E’ con l’obiettivo di condividere un impegno comune, collaborativo e costante, che Lundbeck Italia ha presentato i progetti che intende promuovere nella seconda metà del 2022, in particolare in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale, per supportare la sempre maggiore integrazione delle persone con patologie mentali, contribuendo al superamento di stigma e pregiudizi.
“Dedicarsi alla salute del cervello significa creare consapevolezza, raggiungendo più persone possibili per superare insieme stigma e pregiudizi nei confronti di chi vive con una malattia mentale. In Lundbeck ci impegniamo costantemente nella ideazione e promozione di nuovi progetti volti a diffondere cultura sulla salute del cervello, supportando le persone verso un percorso di integrazione ottimale.” afferma Tiziana Mele, Amministratore delegato di Lundbeck Italia.
Nel 2022 Lundbeck ha avviato diverse iniziative con questo intento. Il cortometraggio “Mi Vedete?”, realizzato insieme a Havas Life e in collaborazione con Giffoni Innovation Hub, è stato presentato al Giffoni Film Festival 2022 e fuori concorso alla 79esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il corto si inserisce all’interno del progetto adoleSCIENZE, iniziativa di Lundbeck Italia nata dalla necessità di sensibilizzare, informare e creare consapevolezza sulle malattie mentali in età adolescenziale, con l’obiettivo di superare lo stigma che vi ruota ancora oggi intorno.
Altra iniziativa, il concorso “CEOforLife LUNDBECK AWARDS: la salute parte dal cervello”, promosso da Lundbeck Italia insieme a CEOforLIFE, che terminerà il 20 settembre. Rivolto a tutte le aziende impegnate in progetti che tutelano e promuovono la salute mentale e il benessere psico-fisico nei contesti lavorativi, il concorso è dedicato alla raccolta, valorizzazione e condivisione delle azioni attuate con questo scopo, per promuoverne la conoscenza tra i partecipanti, oltre che avvicinare sempre più realtà aziendali questi temi.
La premiazione si terrà il 10 ottobre, a Roma, presso l’università Luiss Guido Carli, un’importante occasione per confrontarsi e dialogare con esperti del settore e Istituzioni.
Infine, il ciclo di appuntamenti “Arte che Cura: la salute parte dal cervello”, realizzati da Lundbeck insieme a BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, focalizzati sul benessere mentale e sull’equilibrio psico-fisico attraverso la pratica di diverse forme d’arte, realizzati con l’obiettivo di diffondere la cultura della consapevolezza, della cura di sè e del raggiungimento del proprio equilibrio psico-fisico. Questo ciclo terminerà l’8 ottobre, in vista della Giornata Mondiale della Salute Mentale, con un talk show divulgativo al BAM dal titolo “Arte che cura: la salute parte dal cervello”: un momento di scambio e dialogo con esponenti di diversi ambiti di studio e professionalità, per comprendere al meglio l’importanza di mantenere il cervello in salute. L’evento sarà accompagnato da performance artistiche a cura del Centro di Musicoterapia di Milano, con un ensemble che si esibirà con un repertorio attinente alle tematiche affrontate al talk.
“La pandemia Covid-19 ha amaramente dimostrato che nessuna nazione era preparata ad affrontare una crisi di sanità pubblica, ma anche di salute mentale, di questa portata – afferma Ughetta Radice Fossati, Segretario Generale Fondazione Progetto Itaca – Per questo motivo è imperativo che non solo le famiglie vengano sensibilizzate sul tema delle malattie mentali, ma che questo avvenga nell’intera società, per costruire una cultura che permetta da una parte di riconoscerle e affrontarle, dall’altra per favorire l’integrazione delle persone con malattia mentale all’interno di tutta la sfera sociale. L’unico modo per ottenere questo risultato è lavorare insieme, stabilire nuove sinergie tra istituzioni, associazioni, aziende e privati, per creare insieme un nuovo patto per la salute mentale. Progetto Itaca e Lundbeck Italia, in questo senso, collaborano con una forte comunità d’intenti, con l’obiettivo di andare oltre alla medicina e di supportare le necessità che la comunità richiede”.

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Bracco festeggia 95 anni e torna nella sede storica di Lambrate

MILANO (ITALPRESS) – Il gruppo chimico-farmaceutico celebra il suo 95° anniversario annunciando il rientro nella sede di via Folli a Milano. Da lì, nel primo Dopoguerra, partì la crescita globale di uno dei grandi protagonisti del Made in Italy. Un’epopea imprenditoriale nel campo delle Life Sciences e dell’imaging diagnostico che ora il sito dell’Archivio Storico digitale Bracco racconta con un avvincente storytelling. L’importante traguardo è stato al centro dell’evento “Bracco: Ritorno al futuro”, che si è svolto nel Teatrino di Fondazione Bracco in via Cino del Duca a Milano, a cui hanno partecipato, oltre a Diana Bracco e a Fulvio Renoldi Bracco, Guido Guerzoni, professore di Museum Management all’Università Luigi Bocconi, l’architetto partner di General Planning Francesco Prennushi e il presidente di Assolombarda Alessandro Spada. Il gruppo, con oltre 3.700 dipendenti, un fatturato di circa un miliardo e 700 milioni di euro e investimenti in attività di Ricerca e Innovazione pari al 10% dei ricavi, compie 95 anni. L’1 luglio del 1927, infatti, in uno stabile di Piazzale Susa a Milano nasceva la società commerciale farmaceutica con 17 dipendenti fondata da Elio Bracco, di origine istriana, patriota e fervente irredentista.
“Siamo davvero orgogliosi dei risultati ottenuti in questi 95 anni da quattro generazioni della nostra famiglia e da una straordinaria comunità di collaboratori”, afferma Diana Bracco, presidente e ceo del Gruppo. “Un successo conseguito investendo sempre nell’azienda e puntando con coraggio e costanza su ricerca e innovazione, con l’obiettivo di migliorare la vita delle persone attraverso prevenzione d’avanguardia e diagnostica di precisione”, aggiunge. Quella di Bracco è una storia emblematica del Made in Italy nel campo delle Life Sciences, che ora viene raccontata al mondo grazie all’Archivio Storico digitale, anche in lingua inglese. Un sito dove si può scoprire anzitutto l’epopea imprenditoriale del Cavaliere del Lavoro Fulvio Bracco, che, insieme a Leopoldo Pirelli e Adriano Olivetti, è stato tra i grandi pionieri dell’industria italiana del Dopoguerra. Un viaggio nel tempo suddiviso in cinque sezioni – famiglia, azienda, innovazione, sostenibilità e cultura – ricco di documenti, foto inedite, storie e podcast da ascoltare da cui emergono i valori che rappresentano il patrimonio genetico di Bracco. “L’heritage è per le aziende una leva strategica”, spiega Diana Bracco, “un elemento che le rende uniche e le distingue dai concorrenti. Sul corporate heritage è giusto investire anche perchè rafforza l’identità e la cultura d’impresa, cementa il senso di appartenenza e l’engagement delle persone, e fornisce una bussola per l’agire di domani. La storia, si sa, plasma il futuro, ed è per questo che dico sempre ai giovani che devono avere memoria di cosa è accaduto prima di loro per poter tendere al cambiamento e a un miglioramento continuo”.
A questo riguardo, la presidente Bracco ricorda un passaggio dell’autobiografia di suo padre: “Con la fine del conflitto mondiale”, scriveva Fulvio Bracco, “eravamo ridotti molto male, mancavano materie prime e prodotti. Difficili prove ci attendevano, ma abbiamo saputo superarle e trovare la via per un futuro di crescita dell’azienda”. Un messaggio di fiducia ancora oggi di grande attualità visto che le imprese stanno affrontando con coraggio i drammatici effetti combinati della guerra in Ucraina, della crisi energetica e della lunga pandemia. In occasione di questo 95esimo anniversario, il Gruppo Bracco ha appunto annunciato il ritorno nello storico sito di Lambrate, il cui recupero architettonico è quasi concluso. Un vero ritorno al futuro. “Lì abbiamo le nostre radici”, sottolinea Diana Bracco, “certo abbiamo fatto una scelta affettiva, ma abbiamo anche preso una decisione strategica all’insegna della sostenibilità: quella di privilegiare l’uso del sito preesistente al consumo di nuovi suoli. Una scelta a favore della tutela dei green field che nei decenni scorsi avevamo già messa in pratica nei nostri stabilimenti e laboratori di Ceriano Laghetto a circa 30 chilometri da Milano e di Torviscosa in Friuli”.
Per quanto riguarda la sostenibilità, il nuovo headquarter di via Folli, di quasi 10 mila metri quadri, sarà tutto all’insegna dell’efficienza e del rispetto per l’ambiente. Dotato di certificazione ‘Leed Gold’, avrà una facciata isolante ad alte prestazioni, soluzioni tecnologiche all’avanguardia, fonti energetiche rinnovabili, un ridotto impatto degli impianti e una significativa piantumazione di nuovi alberi. “La scelta di recuperare il passato è una sfida che risponde alle esigenze del futuro: la sostenibilità, l’innovazione e la valorizzazione delle persone. Valori fondanti della nostra cultura”, afferma Fulvio Renoldi Bracco, vicepresidente e ceo di Bracco Imaging. “Partendo dalla volontà di rispettare l’ambiente, abbiamo creato un luogo di lavoro innovativo e dinamico per scrivere un nuovo capitolo di una storia di successo imprenditoriale. Consapevoli che tutto questo si tradurrà in un miglior servizio alla nostra comunità. Rispondere al futuro vuol dire anche guardare ai giovani talenti e sostenerli nella loro crescita professionale, certi che saranno poi loro a diffondere i valori di Bracco”. Nell’ambito delle celebrazioni per il suo 95esimo anniversario, Bracco ha inoltre organizzato una serata speciale al Teatro alla Scala riservata ai propri dipendenti.
In cartellone l’opera “Il matrimonio segreto” di Domenico Cimarosa, melodramma giocoso in tre atti: un progetto dell’accademia scaligera con la regia di Irina Brook e l’orchestra diretta da Ottavio Dantone. “Il Gruppo Bracco è da sempre parte integrante del tessuto economico e sociale in cui agisce”, conclude Diana Bracco. “Per questo puntiamo – anche con i progetti della nostra Fondazione che, ad esempio, è socio fondatore dell’Accademia del Teatro alla Scala – sulla sostenibilità, sulla responsabilità sociale, e sulla diffusione della cultura quale strumento di un armonico progresso umano. Perchè scienza e bellezza sono due aspetti del medesimo impegno”.

– foto xa1/Italpress –

(ITALPRESS).