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Tumore al seno, 142 associazioni hanno raccolto oltre 9,8 mln nel 2021

MILANO (ITALPRESS) – Si arricchisce quest’anno di nuove esperienze ed interlocutori l’Analisi del Valore Sociale Generato dalle Associazioni di Volontariato del Tumore del Seno, promossa da Europa Donna Italia con il supporto di PwC Italia.
La presentazione dell’Analisi 2021 è avvenuta a Milano in Torre PwC alla presenza di: Emanuele Monti, Presidente Commissione Sanità Regione Lombardia, Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia, Francesco Ferrara Partner PwC Italia, ESG Leader, Gaia Giussani, Director ESG PwC Italia, Lucio Fortunato, Direttore del Centro di Senologia, Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma e di Vanessa Pallucchi, Portavoce Forum Terzo Settore.
‘Il Rapporto ci offre la fotografia di un anno particolare, lacerato dalle restrizioni da Covid-19, laddove tante associazioni hanno scelto di continuare ad essere in trincea perchè i percorsi di prevenzione e cura del tumore alla mammella non fossero lasciati indietro. Numeri importanti, che testimoniano plasticamente cosa significhi essere al fianco delle donne nella lotta contro questa patologia, dando voce alle paure e alle speranze di ognuna di esse, affiancando le loro famiglie, la comunità di medici e operatori sanitari coinvolti nel percorso terapeuticò, commenta nell’introduzione al report Maria Elisabetta Alberti Casellati, Presidente del Senato.
‘Mai come ora, abbiamo bisogno di un grande ‘Patto Paesè che leghi insieme tutti i soggetti dell’ecosistema salute per offrire risposte sempre più appropriate ai bisogni di prevenzione – sottolinea il ministro della Salute, Roberto Speranza, che del report ha scritto la prefazione -, cura e assistenza di ogni cittadino. La sfida principale è quella di portare più salute più vicino a tutte le donne e gli uomini del nostro Paese. In quest’ambito si colloca il lavoro delle associazioni, tra cui quello di Europa Donna Italia che, con la sua rete di capillarità e la sua relazione diretta con le donne colpite da tumore al seno, si inserisce perfettamente nel percorso di rafforzamento della sanità territoriale che abbiamo avviato e al quale stiamo lavorando con impegno e determinazionè.
Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia, spiega: ‘La voce delle pazienti è diventata parte del sistema sanitario, ma non faremmo un buon lavoro se, concentrandoci solo sulle pazienti, non ci impegnassimo nel consolidare le relazioni con tutti gli altri stakeholder del sistema sanitario per comprendere cosa si attendono dalla collaborazione con le associazioni pazienti presenti in tutte le regioni italiane. Le loro voci raccolte nell’Analisi 2021 ci restituiscono la qualità e l’importanza di quello che facciamo e ci aiutano a capire come possiamo essere sempre più integrate ed utili per fare scelte giuste e appropriatè.
Chi sono i volontari 2021? Il profilo è ben delineato dall’Analisi, racconta Gaia Giussani, ESG Director PwC Italia. Sono 4.533, con un’età media di 54 anni, donne in oltre otto casi su dieci e nel 2021 hanno dedicato al volontariato oltre 285 mila ore. Un ritratto dinamico, al passo con le esigenze indispensabili oggi per supportare le attività delle Associazioni pazienti, come provano i numeri. Lo scorso anno, il 62% dei volontari ha dedicato 2,8mila ore alla formazione in materia di advocacy, accoglienza, contabilità, management del terzo settore, fundraising, innovazioni terapeutiche e sperimentali, bisogni e problemi dei familiari e ruolo del caregiver, restituendo un quadro di volontarie professionali e preparate, in altre parole un interlocutore qualificato per contribuire alle scelte di istituzioni e società scientifiche. Nel 2021, le 142 associazioni che hanno partecipato all’analisi hanno raccolto 9.892.290 euro. Il 5% di questi fondi è rappresentato dalle quote associative (quest’anno la rete conta 101.403 soci iscritti), ovvero quote che persone fisiche o altre associazioni versano per aderire all’associazione stessa.
Questo valore fa riferimento al 60% delle associazioni che hanno risposto al questionario e quindi, immaginando di aver ricevuto il 100% delle risposte, si può ritenere che la somma rilevata possa essere molto superiore a quella dei 9 milioni indicata dalla rilevazione. La rilevazione, fin dalla sua prima edizione, è stata condizionata dalla variabile pandemica sia perchè le attività sono mutate o sono state sospese, sia perchè in alcuni casi le sedi sono rimaste inaccessibili e quindi i dati potrebbero essere inferiori alla realtà. Per questo i numeri sono ancora più significativi.
Francesco Ferrara, Partner PwC Italia e ESG Leader spiega: ‘PwC ha supportato Europa Donna Italia su quattro aree di lavoro: l’ampliamento del perimetro di rendicontazione, le attività di engagement degli stakeholder, l’analisi della qualità dei dati e la valorizzazione e il consolidamento delle informazioni. Il supporto offerto nella misurazione del valore generato è coerente con il nostro purpose: rappresenta il nostro modo di contribuire all’individuazione di soluzioni virtuose in contesti complessi, mettendo a disposizione le nostre competenze e accompagnando le organizzazioni in un percorso di consapevolezza del proprio operato, attraverso metodologie strutturate e consolidate, a beneficio di tutta la società’.
‘L’analisi del valore generato da Europa Donna si arricchisce quest’anno del prezioso punto di vista degli interlocutori istituzionali, a testimonianza della volontà di EDI di redigere un Report non autoreferenziale, ma che rappresenti un’opportunità di dialogo costruttivo tra i diversi attori pubblici e privati che operano nella lotta contro il tumore al senò. A tale proposito ‘Regione Lombardia – dichiara Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali al Pirellone – ha capito prima di tutti l’importanza di creare una sinergia con le associazioni di volontariato tanto che nella recente riforma sanitaria abbiamo rimarcato la centralità delle realtà come Europa Donna che garantiscono un contributo indispensabile al sistema di cure lombardo soprattutto nell’ambito della prevenzione e della diagnosi precocè.
Il team multidisciplinare delle Breast Unit e dei loro coordinatori, sono interlocutori importanti per le Associazioni che svolgono la loro attività nei centri di cura e per questo, il loro coinvolgimento è stato decisivo per ‘misurarè il valore percepito dalle strutture che l’associazione offre in un centro di senologia multidisciplinare. E a questo proposito Lucio Fortunato, Direttore del Centro di Senologia, Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma, aggiunge: ‘I bisogni delle donne con diagnosi di tumore al seno sono enormi e spesso ancora insoddisfatti, ed è per questo che abbiamo bisogno non solo di Task force multidisciplinari per curare, ma anche di terapie e servizi complementari dove l’apporto delle associazioni di volontariato è davvero indispensabilè. Nel 2021, però si è osservato un loro minor accesso a causa delle restrizioni Covid. Anche l’attività formativa non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemia ma nell’ultimo anno è comunque aumentata coinvolgendo il 56% dei dipendenti, contro il 6% dello scorso anno.
‘Oggi si racconta di impegno forte e costante di cittadini che si prendono cura di un bene comune come la salute, promuovendo un modello di società in cui le persone, in questo caso le donne colpite dal tumore al seno, non siano lasciate sole nella difficoltà. L’attività di Europa Donna Italia rappresenta un importante contributo al rafforzamento del Terzo settore italiano e un arricchimento per tutto il tessuto sociale italianò, aggiunge la Portavoce del Forum del Terzo Settore Vanessa Pallucchi.
Le associazioni che hanno partecipato all’Analisi del valore 2021 rappresentano il 79,8% della rete di Europa Donna Italia (nel 2020 il tasso di risposta ai questionari era stato del 58,5%) inclusi 22 comitati A.N.D.O.S. (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) che anche quest’anno hanno contribuito all’analisi.
‘Va quindi sottolineato un ringraziamento a tutte le associazioni che, si dedicano a far sentire meno sole le donne durante la malattia e per la diffusione della cultura della prevenzione alla diagnosi precoce svolta dalla rete associativa di Europa Donna Italià, conclude Loredana Pau, Vicepresidente Europa Donna Italia.

– foto Europa Donna Italia –

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Covid, in decisa crescita incidenza e trasmissibilità

ROMA (ITALPRESS) – Sale l’incidenza settimanale a livello nazionale: 1.071 ogni 100.000 abitanti (1-7 luglio) contro 763 del periodo precedente (24-30 giugno). Nel periodo 15-28 giugno l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,40, in aumento rispetto alla settimana precedente e oltre la soglia epidemica. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è in aumento e anch’esso sopra la soglia epidemica: Rt=1,24 al 28 giugno rispetto a Rt=1,22 al 20 giugno. E’ quanto emerge dai dati della cabina di regia dell’Istituto Superiore di Sanità. Il tasso di occupazione in terapia intensiva sale al 3,5% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 7 luglio) rispetto al 2,6% (rilevazione al 30 giugno). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 13,3% (rilevazione giornaliera ministero della Salute al 30 giugno) rispetto al 10,3% (rilevazione al 30 giugno).
Nessuna Regione/Provincia Autonoma è classificata a rischio basso, 12 sono classificate a rischio moderato mentre 9 sono classificate a rischio alto per la presenza di molteplici allerte di resilienza e una per non aver raggiunto la soglia minima di qualità dei dati trasmessi all’Iss. Venti riportano almeno una singola allerta di resilienza. Nove riportano molteplici allerte di resilienza. La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve aumento (10% contro il 9% la scorsa settimana). In diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (41% contro il 44%), e in aumento la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (49% contro il 47%).
(ITALPRESS).
-foto agenziafotogramma.it-

Dagli infermieri prestazioni di qualità senza disuguaglianze di genere

NAPOLI (ITALPRESS) – Appello agli infermieri, nel rispetto del loro Codice deontologico, alle Università per la formazione dei futuri infermieri, agli ordini provinciali per organizzare tutte le iniziative necessarie a farsi carico dei bisogni di assistenza e della salute di genere dei cittadini. Su questo tema la Federazione ha organizzato a Napoli, nell’ambito del Laboratorio Sanità 20/30 del Forum Risk Management, l’evento a livello nazionale “Dalla medicina alla salute di genere nelle differenze – Le attenzioni della professione infermieristica”.
L’esigenza è valutare l’influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socioeconomiche (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona: uomini e donne presentano e che spesso differente incidenza, sintomatologia e anche risposta alle terapie e hanno diverse reazioni anche in base all’accesso alle cure con disuguaglianze rilevanti legate al genere. La professione di infermiere risponde ai bisogni personalizzati della persona e non alla patologia, personalizza le cure.
Su questi bisogni la FNOPI coinvolgerà anche istituzioni e Federazioni delle altre professioni – presenti a Napoli in una tavola rotonda sul tema – perchè ci siano nell'”unicità di genere” solo prestazioni di qualità.
Attenzione però: non medicina, ma salute di genere, chiarisce la Federazione. “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia e di infermità” (OMS 1948), mentre la medicina è la scienza che studia le malattie, la loro cura e la loro prevenzione. Una disciplina che aiuti a ridurre diseguaglianze, a concretizzare un principio di equità, un’integrazione trasversale di competenze diverse: personalizzare le cure trascende dal genere e cura la persona”.
Anche il nuovo Codice deontologico degli infermieri è chiaro in questo senso: “L’Infermiere cura e si prende cura della persona assistita, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere, senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualità, etnica, religiosa e culturale. Si astiene da ogni forma di discriminazione e colpevolizzazione nei confronti di tutti coloro che incontra nel suo operare”: l’infermiere dichiara in sostanza non “chi” assistere e curare, ma “di” assistere e curare.
Per quanto riguarda gli infermieri in particolare, l’alta percentuale di professionisti-donne hanno bisogno, a proposito di differenze di genere, per una reale crescita professionale di “abbattere la barriera culturale che le frena nel farsi avanti per ricoprire ruoli di dirigenza e di rappresentanza nelle professioni infermieristiche e realizzare quei progetti di conciliazione vita-lavoro, che spesso restano solo dei buoni propositi”, ha detto la presidente Barbara Mangiacavalli nel suo intervento inziale all’incontro.
“Negli ordini provinciali – prosegue – è una scalata maschile e sono poche le colleghe che si impegnano nella rappresentanza professionale (i presidenti-donne non raggiungono il 30%). I motivi sono tanti e vanno combattuti culturalmente, come l’errata convinzione che una donna non possa gestire una famiglia e fare carriera, o che se lavora devo essere lei a sacrificarsi chiedendo part-time o riduzione oraria”.
Altro motivo è la conciliazione vita-lavoro: “Spesso i progetti che potrebbero aiutare non vengono messi in pratica, soprattutto nelle amministrazioni pubbliche – ricorda la presidente – Il lavoro infermieristico è un lavoro su turni, h24, sette giorni su sette e poco si concilia con una gestione familiare senza un vero aiuto”.
Per questo accade che molte infermiere chiedano la riduzione di orario. “Se prima dovevano occuparsi dei figli piccoli – conclude la presidente FNOPI – ora, con l’invecchiamento della popolazione, devono occuparsi dei genitori anziani: facendo un lavoro di cura, se c’è un bisogno in famiglia finisce che intervenga l’infermiera presente all’interno della famiglia”.
In questo modo si aumenta anche la carenza di professionisti, già più che critica (ne mancano quasi 100mila), e si rischia di alimentare le “cure mancate” che indipendentemente dal motivo e dalla qualità, hanno un risvolto negativo anche quando il genere (secondo le definizioni più ampie) determina fragilità (gender, status sociale e psicologico, età, cultura…) quando cioè una “differenza” viene vista e vissuta come diversità e non come unicità.
Gli infermieri sanno come affrontare il problema: la personalizzazione delle cure trascende dal genere perchè cura la persona. Per questo il percorso è chiaro: rispetto e non discriminazione; non abbandono; rispetto della concezione di vita, salute e benessere, recita ancora il loro Codice deontologico. Ed è l’impegno emerso dal confronto di Napoli.
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Covid, il ministero della salute esorta le regioni a potenziare i posti letto degli ospedali

ROMA (ITALPRESS) – “Adeguare l’ampliamento dei posti letto di area medica e in terapia intensiva dedicati al Covid” e prevedere “la corretta e tempestiva presa in carico dei pazienti affetti da malattia da SARS-CoV-2 in relazione alle specifiche necessità assistenziali, con particolare riferimento alle categorie più fragili”. E’ quanto chiede il ministero della Salute alle Regioni con una circolare “alla luce dell’attuale andamento epidemico e in considerazione degli ulteriori impatti assistenziali sul livello ospedaliero potenzialmente correlati alla maggiore diffusione del virus SARS-CoV-2”. Si ritiene importante “raccomandare alle Regioni e province autonome l’attivazione delle misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un incremento della domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione, sia a livello ospedaliero che territoriale.
Nonostante il periodo estivo “in cui molte attività vengono svolte all’aperto, si conferma sul territorio nazionale una fase epidemica caratterizzata da un forte aumento dell’incidenza, in constante crescita già da 4 settimane”.
-foto agenziafotogramma.it –
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Aiop “Programmare la spesa sanitaria rispetto al reale fabbisogno”

ROMA (ITALPRESS) – “Bisogna abbandonare la logica anacronistica della spesa a silos per tutti i settori e per entrambe le componenti, sia di diritto pubblico che di diritto privato, del Servizio Sanitario Nazionale. E’ improcrastinabile dare una risposta compiuta alla domanda di salute degli italiani e programmare la spesa rispetto al fabbisogno reale, anche perchè la domanda di prestazioni sanitarie in rapporto all’offerta registra un gap inaccettabile per il Paese, peraltro amplificato dalla pandemia”. Lo ha detto Barbara Cittadini, presidente di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, commentando le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto all’Assemblea pubblica di Farmindustria 2022 a Roma.
“Condividiamo, quindi, quanto dichiarato dal ministro Speranza – prosegue Cittadini – che si è detto pronto ad intervenire per affrontare e risolvere con una vera riforma il problema dei tetti di spesa per il personale e per l’acquisto di prestazioni di assistenza ambulatoriale e ospedaliera dalla componente di diritto privato del SSN. E’ un primo segnale, importante, al quale devono, però, seguire fatti concreti, per incidere davvero su carenze strutturali e fenomeni come l’allungamento infinito delle liste d’attesa e la rinuncia alle cure”.
“Siamo consapevoli delle difficoltà attuali – ha aggiunto la presidente nazionale di Aiop – ma non è più accettabile sostenere le gravi limitazioni, rispetto alle potenzialità, nell’assistenza e nell’offerta dei servizi e delle prestazioni generate nel sistema sanitario da decenni di mancati investimenti.
La nuova programmazione della spesa è, ormai, una priorità assoluta se si vuole ridare al SSN il ruolo di eccellenza che tutti gli riconoscono. Se il modello costruito finora con silos chiusi e tetti di spesa è, come afferma il ministro, ‘figlio di un tempo che non c’è più’, allora occorre cambiare”.
“Le strutture di diritto privato hanno dimostrato di essere indispensabili alla tenuta del SSN. Si tratta, pertanto, di non limitarne più le potenzialità e avviare finalmente un percorso proficuo di ampia e costruttiva sinergia con il settore pubblico”, ha concluso Cittadini.

– foto ufficio stampa Italcommunications –
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“I medici che non hanno tempo”, la Fnomceo incontra Simeu

ROMA (ITALPRESS) – Sono i “medici che non hanno tempo”. Che, legati alla definizione di “urgente”, non hanno un secondo più del necessario per prendere la decisione giusta nei minuti cruciali per un paziente infartuato, politraumatizzato o con un’emorragia in corso. E, quel che invece è profondamente ingiusto, è che ormai non hanno più tempo neppure per sè stessi, per il giusto riposo, la famiglia, la vita sociale, la sempre necessaria formazione schiacciati come sono da turni interminabili dovuti alle disfunzioni causate dalla carenza di personale: costretti a rinunciare a ferie e permessi per assicurare la copertura dei turni, a lavorare troppo frequentemente la notte e spesso anche a procrastinare scelte di vita come ad esempio, per le dottoresse, la maternità.
Sono i medici dell’emergenza – urgenza, senza fare differenze tra i due comparti: territoriale, il “118” e ospedaliero, il pronto soccorso.
In molti oggi purtroppo “si arrendono”, cambiano settore, vanno in pre-pensionamento. Non lasciano il loro lavoro, lasciano la vita che le condizioni attuali impongono al loro lavoro e, se restano, rischiano di ammalarsi di burnout. Mentre, tra i giovani professionisti, le vocazioni che spingono a intraprendere questa strada così accidentata sono sempre di più messe a dura prova.
Il Comitato Centrale, l’organo di governo della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ha incontrato l’Ufficio di Presidenza SIMEU, la Società Italiana della Medicina di Emergenza Urgenza, con l’obiettivo di focalizzare l’attuale situazione.
“Abbiamo condiviso le preoccupazioni per la crisi di un settore tanto cruciale della sanità pubblica – spiega il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli -. La situazione dei pronto soccorso e dell’emergenza territoriale è solo la punta dell’iceberg del disagio che la professione medica avverte a tutti i livelli e che abbiamo chiamato “Questione medica”. Siamo convinti che, per risolverla, occorrano interventi straordinari, che restituiscano dignità e riconoscano il valore dei colleghi che si dedicano all’emergenza-urgenza”.
“E’ urgente aprire una riflessione: e vanno coinvolti – aggiunge – i sindacati del settore, per rivendicare un giusto riconoscimento anche a livello economico, e tutte le società scientifiche, per definire e accrescere le competenze e le professionalità di tutti i soggetti interessati”.
Secondo Fabio De Iaco, presidente nazionale della società scientifica, “l’attività recente di SIMEU, orientata alla sensibilizzazione pubblica e alla ricerca di soluzioni per la drammatica situazione dell’Emergenza Urgenza in Italia, non poteva prescindere da una corretta interlocuzione con FNOMCeO”. E aggiunge: “Era necessario superare diffidenze e sbavature che potevano interferire con lo sviluppo di un rapporto virtuoso con la Federazione degli Ordini, che abbiamo sempre ritenuto necessario. Questo incontro è stato l’occasione per un confronto franco e per chiarire la nostra posizione, per ribadire ancora una volta la natura scientifica e non sindacale della SIMEU, per confermare che le nostre prese di posizione sono volte innanzi tutto alla salvaguardia di servizi vitali per la salute pubblica nonchè alla tutela della dignità professionale e personale di chi opera in Medicina d’Emergenza Urgenza, contro la dilagante e squalificante privatizzazione selvaggia cui assistiamo in questo periodo”.
L’incontro si è concluso con la decisione di avviare un tavolo permanente sul tema dei servizi di Emergenza Urgenza, che coinvolgerà la Fnomceo, i sindacati e le società scientifiche del settore. “Ci lasciamo con l’impegno ad una interlocuzione più stretta per il futuro – conclude De Iaco – per la ricerca delle soluzioni immediatamente necessarie ma anche per lo studio di una seria riforma del Sistema dell’Emergenza Urgenza nazionale che garantisca un futuro più sicuro ed efficiente, tutelando i cittadini e riconoscendo il valore dei professionisti. L’incontro ci ha soddisfatti: abbiamo la prospettiva di un impegno serio e costruttivo per il futuro”.

– foto ufficio stampa Fnomceo –
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Covid, 107.240 contagi e 94 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 107.240 i nuovi positivi al Coronavirus, su un totale di 378.250 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino diffuso dal Ministero della Salute. Sono 94 le vittime, che portano il totale dei decessi da inizio pandemia a quota 168.864. Sono 343 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 18 in più rispetto a ieri. I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.552, 332 in più di ieri.
– Foto Agenziafotogramma.it –
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Farmindustria, Marcello Cattani nuovo presidente

ROMA (ITALPRESS) – Farmindustria, riunita in assemblea, ha eletto all’unanimità Marcello Cattani nuovo presidente per il biennio 2022-2024. Succede a Massimo Scaccabarozzi, alla guida dell’Associazione dal 2011 al 2022. Cattani è presidente e Ad di Sanofi Italia e Malta dal 2020. Nato a Milano 50 anni fa, è sposato, ha due figli e risiede a Parma. E’ laureato in Scienze Biologiche ad indirizzo biomolecolare con una specializzazione in Chimica e Tecnologia Alimentari presso l’Università di Parma.
In oltre 20 anni ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità a livello nazionale e internazionale, maturati in diverse aziende biofarmaceutiche leader a livello globale. Prima di diventare presidente in Farmindustria è stato delegato per le relazioni industriali e ha anche coordinato i gruppi associativi su prevenzione, malattie rare, lavoro e sostenibilità. E’ anche componente del Consiglio Generale di Confindustria.
L’assemblea associativa ha, inoltre, eletto il Comitato di Presidenza composto da cinque vice presidenti: Lucia Aleotti (A. Menarini); Alberto Chiesi (Chiesi Farmaceutici); Luciano Grottola (Ecupharma); Nicoletta Luppi (MSD Italia); Lorenzo Wittum (Astrazeneca). Del Comitato di Presidenza fanno parte anche Emma Charles (BMS); Valentino Confalone (Novartis); Maurizio de Cicco (Roche); Francesco De Santis (Italfarmaco); Massimo Di Martino (Abiogen Pharma); Pierluigi Petrone (Euromed).
Il neo presidente presenterà il suo programma nel corso dell’assemblea pubblica di Farmindustria, che si svolgerà a Roma il 7 luglio a partire dalle 11 presso l’Auditorium della Conciliazione.

– foto agenziafotogramma.it –

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