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“Il contratto che vorrei”, CIMO organizza 4 incontri online con iscritti

ROMA (ITALPRESS) – Quattro incontri online per affrontare con gli iscritti le principali criticità dei medici dipendenti del SSN e formulare proposte concrete da introdurre nella piattaforma contrattuale della Federazione CIMO-FESMED. L’iniziativa del sindacato CIMO, aperta a tutti gli iscritti della Federazione, sarà l’occasione per un confronto serrato e vivace sui principali capitoli contrattuali, volto a trovare risposte adeguate a superare il disagio della categoria. “Le evidenti difficoltà che i medici dipendenti hanno affrontato negli ultimi due anni e mezzo, ovvero da quando è stato firmato l’ultimo contratto collettivo nazionale di lavoro della categoria, ci impongono di dare voce a tutti gli iscritti, e non solo a chi ricopre un ruolo politico all’interno del sindacato – commenta il presidente CIMO Guido Quici -. Con una legislatura agli sgoccioli e numerose incognite sul futuro politico ed economico del Paese, l’unica sede in cui possiamo realmente provare a cambiare le cose è l’Aran, dove speriamo di essere convocati subito dopo la pausa estiva per l’avvio delle trattative per il rinnovo del contratto dei medici e dei dirigenti sanitari”.
“Due anni di emergenza Covid-19 – prosegue – hanno imposto enormi sacrifici al personale sanitario, che ora è tempo di ricompensare. Non solo da un punto di vista economico, ma soprattutto di carriera, di condizioni di lavoro e di qualità della vita. Una volta raccolte, porteremo le istanze dei nostri iscritti alla controparte, e lotteremo con tutte le nostre energie affinchè queste possano essere accolte, consapevoli delle difficoltà che incontreremo nel corso della trattativa ma fermi nella convinzione che la finestra di opportunità offerta dal Covid-19 non resterà aperta per molto. Invito quindi tutti gli iscritti alla Federazione CIMO-FESMED a partecipare ai quattro meeting organizzati dalla Commissione Contratto e a far sentire forte la propria voce. Se non ora, quando?”.

– foto ufficio stampa Cimo-Fesmed –
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In Sicilia 4 mila pazienti in dialisi in 116 centri

PALERMO (ITALPRESS) – Una puntuale e aggiornata raccolta dei dati relativi ai pazienti in trattamento sostitutivo della funzione renale in Sicilia. Si tratta del Registro di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, varato dalla Regione. Uno strumento che pone l’Isola all’avanguardia.
Oltre quattromila pazienti in dialisi distribuiti nei 116 centri siciliani, di cui 81 privati e 35 pubblici. Con una prevalenza di uomini rispetto alle donne e nella fascia di età di 60-80 anni. Quattrocentotrentotto pazienti in lista d’attesa per il trapianto di rene, di cui 379 residenti in regione e 59 non residenti. Siracusa, Messina, Agrigento e Trapani le province con la maggiore prevalenza di pazienti: Sono solo alcuni dei numeri, relativi al 2020, contenuti nel Registro di nefrologia dialisi e trapianto, realtà consolidata da oltre 12 anni che, grazie al contributo di tutti i centri dialisi, consente di avere dati dettagliati e completi sul trattamento dell’insufficienza renale terminale in Sicilia. Come per tutti i registri, il Report è stato presentato con un anno e mezzo di ritardo rispetto alla rilevazione, per la necessità di consolidare i dati prima di renderli pubblici, fanno sapere dall’Assessorato regionale alla Salute.
Alla presentazione, nella sede dell’Assessorato, sono intervenuti, tra gli altri, il Coordinatore nazionale del Registro, Maurizio Postorino; il Coordinatore regionale del CRT – Centro regionale trapianti, Giorgio Battaglia; il dirigente del Servizio 8 dell’Assessorato della Salute, Francesco La Placa; e la dirigente dell’ufficio speciale comunicazione per la Salute della Regione Siciliana, Daniela Segreto.
I registri di patologia, la cui utilità è riconosciuta per legge, sono il sistema più adeguato a raccogliere sistematicamente dati epidemiologici. Consentono di rilevare difformità territoriali nella distribuzione delle malattie e nelle possibilità di accesso alle cure permettendo interventi di prevenzione e pianificazione delle risorse. “Il Registro è uno strumento consolidato che permette di avere informazioni chiare ed esaustive sugli oltre 5000 pazienti in trattamento sostitutivo della funzione renale e costituisce un importantissimo strumento di verifica dell’adeguatezza dell’offerta di salute – spiega Giorgio Battaglia, Coordinatore regionale del CRT Sicilia, che gestisce il Registro -. Sono contenute informazioni sulla distribuzione, caratteristiche, complicanze, modalità di trattamento e molto altro. Il Registro vive grazie allo sforzo corale di tutti i centri che lo alimentano e del CRT che controlla l’invio dei dati, la loro coerenza e correttezza e li elabora. A tutte queste persone, uno a uno, vanno i nostri ringraziamenti”.
“E’ uno dei registri di patologia con un’appropriatezza e una finalità molto pregnante e nello stesso tempo con una grande presenza di dati, in quanto tutti i centri della Sicilia che fanno nefrologia, dialisi e trapianto aggiornano i dati e questo è un dato eccezionale rispetto al panorama italiano – aggiunge -. Per questo la grande attualità di questo Registro che ci è invidiato dal resto d’Italia”.
“In Sicilia abbiamo un dato di sopravvivenza dei pazienti in dialisi superiore alle altre regioni e abbiamo una grande offerta di possibilità di essere dializzati. Inoltre, la rete trapianti funziona e comincia a dare i suoi frutti”, sottolinea Battaglia, evidenziando che “i dati del report sono positivi”.
Il numero totale di centri di dialisi presenti in Sicilia, 116, (che corrisponde a 23 centri per milione di abitanti) è più elevato della media nazionale. La maggior parte dei 35 centri pubblici erogano, oltre al servizio di emodialisi (comune con i privati), anche un servizio di dialisi peritoneale e un’assistenza ambulatoriale sia ai pazienti con malattia renale non in dialisi che ai pazienti portatori di trapianto renale.
I pazienti censiti dal Registro sono 5086 e quelli in trattamento dialitico costituiscono la popolazione più numerosa (4194 pazienti “prevalenti” in dialisi”). Questo numero è superiore a quanto atteso guardando la media nazionale.
Il Registro Nazionale di Dialisi e Trapianto, infatti, prevede una media di 771 pazienti per milione di popolazione (PMP), contro 861 pazienti per milione di popolazione attualmente in dialisi nella regione.
“Il Registro nazionale che coordino – sottolinea Postorino – vive grazie ai contributi dei Registri regionali, (in Italia 15 su 20 regioni, ndr), e quello siciliano, che contribuisce da moltissimi anni, è un registro completo”. “Il registro siciliano – aggiunge Postorino – è mancato per due anni dalla scena e adesso riprende, ma è uno dei registri piu solidi e concreti di tutta Italia. Il primo report fu pubblicato nel 2010 quando ancora molti registri regionali non esistevamo. Quindi è una realtà consolidata, una realtà che contribuisce al registro nazionale e che proietta un’ottima immagine della nefrologia siciliana, proprio perchè la Sicilia ha qualcosa che altri non hanno e che comunque stentano ad avere: un sistema di visualizzazione di ciò che accade che consente un certo tipo di interventi sia a titolo preventivo, sia come pianificazione delle risorse. Il Registro siciliano è un piccolo miracolo che va a tutto merito non solo della Sicilia in generale ma di tutti coloro ed i centri della regione che contribuiscono con i loro dati. Il Registro è un vanto per questa Regione, il Registro siciliano è solido e proietta un’immagine positiva della Sicilia a livello nazionale e internazionale”.
“I dati del Report – spiega il dirigente del Servizio 8 dell’Assessorato della Salute, Francesco La Placa – riguardano gli anni 2018, 2019 e 2020, che sono gli anni che sono stati un pò negletti per l’emergenza Covid. Tutte le strutture comprese nel Crt sono state in sofferenza in questi anni”. “La necessità dei dati è assoluta – aggiunge – perchè, oltre a valorizzare l’attività che si fa, è ovvio che questi dati servono per una riprogrammazione delle attività. L’assistenza viene erogata, il Centro trapianti è attivissimo”.
“Si tratta di uno strumento importante per un’amministrazione regionale come l’Assessorato alla Salute – puntualizza Daniela Segreto -. Intanto è uno strumento di pianificazione e la pianificazione, laddove esistono risorse economiche chiaramente non illimitate, serve per potere rendere un’attività davvero efficace ed efficiente. Inoltre, è uno strumento di monitoraggio e di rendicontazione, che serve anche per favorire una rete di competenze e di eccellenze non solo a livello siciliano ma anche a livello nazionale; favorire uno scambio di competenze per le buone prassi. Ma anche e soprattutto come strumento di accountability”.

– foto Italpress –

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Obbligo vaccinale,Fnomceo “Riflettere su ruolo ordini nella prevenzione”

ROMA (ITALPRESS) – Sono 4.32 su 468.411, meno dell’1%, i medici e gli odontoiatri italiani attualmente sospesi dagli Albi per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale contro il Covid. A fare il punto sull’applicazione delle norme una mozione, approvata oggi pomeriggio dal Comitato Centrale, l’organo di Governo della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo). Che, dopo aver ringraziato gli Ordini territoriali per i risultati, ribadito l’importanza della vaccinazione, ricordato i 374 colleghi deceduti per il Covid, rilevando come la mortalità tra i medici e gli odontoiatri si sia sostanzialmente azzerata grazie ai vaccini; dopo aver sottolineato il ruolo degli Ordini e l’autonomia e l’indipendenza della Professione e aver invitato i colleghi all’adesione ai principi del Codice deontologico e al rispetto delle norme; dopo aver espresso una ferma condanna per le aggressioni contro gli Ordini e, al contrario, soddisfazione per la grande partecipazione degli iscritti alle assemblee annuali, analizza la situazione attuale.
E giunge a una conclusione: l’evoluzione epidemiologica della pandemia e la fruttuosa campagna vaccinale consentono, in assenza di una nuova fase emergenziale, di condividere con le altre Federazioni sanitarie, nell’ambito di un confronto con il Governo, “una riflessione sul ruolo degli Ordini nelle strategie di prevenzione, garantendo in ogni caso la sicurezza delle persone che accedono alle cure”.
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Covid, 53.905 i nuovi positivi in Italia, 50 le vittime

Sono 53.905 i nuovi casi di Coronavirus in Italia su un totale di 246.512 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. E’ quanto emerge dal quotidiano rilevamento effettuato dal Ministero della Salute. I deceduti sono 50, che portano al totale delle vittime da inizio pandemia a quota 167.892. I ricoverati con sintomi sono 4.947, ben 144 in più rispetto alle scorse 24 ore. Aumentano anche i ricoverati in terapia intesiva che raggiungono quota 216, dieci in più rispetto a ieri. (ITALPRESS).

Photo credits: www.agenziafotogramma.it

Covid, 62.704 nuovi casi e 62 morti nelle ultime 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 62.704 i nuovi casi di Coronavirus in Italia (ieri 16.571) a fronte di 292.345 tamponi effettuati. Lo riporta il bollettino del Ministero della Salute. Nelle ultime 24 ore sono stati 62 i decessi (ieri 59), che portano il totale di vittime da inizio pandemia a 167.842. Con quelli di oggi diventano 17.959.329 i casi totali di Covid in Italia. Attualmente i positivi sono 599.930 (+25.281), 594.921 le persone in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 4.803 (+218), 206 (-3) in terapia intensiva. I dimessi/guariti sono complessivamente da inizio pandemia 17.191.557 con un incremento di 37.921 unità nelle ultime 24 ore. La regione con il maggior numero di nuovi casi è la Lombardia (9.900).
– Foto Agenziafotogramma.it –
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Liste d’attesa, come recuperare 22 milioni di ore di assistenza l’anno

ROMA (ITALPRESS) – Il contratto collettivo nazionale dei medici e dei dirigenti sanitari prevede che 4 ore di lavoro a settimana siano destinate ad attività non assistenziali, come l’aggiornamento professionale, la partecipazione ad attività didattiche o la ricerca. Tuttavia, considerata la grave carenza di personale che affligge tutti gli ospedali italiani e le interminabili liste d’attesa, prolungate ulteriormente dalla sospensione delle attività a causa del Covid-19, i medici sono pronti a destinare tali ore ad attività ambulatoriali o chirurgiche, a fronte di una retribuzione integrativa, ampliando l’offerta sanitaria per i cittadini e riducendo i tempi di attesa: qualora tutti i medici decidessero di aderire al progetto – su base volontaria -, si potrebbero pianificare 22 milioni di ore di prestazioni assistenziali aggiuntive ogni anno. La proposta è del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED, cui aderiscono ANPO-ASCOTI, CIMO, CIMOP e FESMED.
“La carenza di personale, causata da anni di errata programmazione e da una fuga costante dagli ospedali, continuerà ad essere un problema grave per il nostro servizio sanitario per almeno altri tre anni, quando inizieranno a vedersi gli effetti dell’aumento delle borse di specializzazione ottenuto dal Ministro Roberto Speranza – spiega il presidente CIMO-FESMED Guido Quici -. In assenza di soluzioni alternative che siano realmente percorribili e che non sacrifichino la qualità dell’assistenza, occorre dunque proporre un ulteriore sacrificio ai medici in servizio, retribuendoli tanto quanto previsto per le attività in autoconvenzionamento (60 euro l’ora)”.
“Tanto per fare un esempio – prosegue Quici -, parliamo, considerata una platea di 112.000 medici aderenti, di un potenziale di 67 milioni di visite ambulatoriali l’anno in più. Un contributo importante all’abbattimento delle liste d’attesa ad un costo simile a quanto stanziato negli ultimi due anni dal Governo per la stessa finalità, ma senza ottenere alcun risultato di rilievo, considerata l’impossibilità di valutare se o come tali risorse siano state utilizzate dalle Regioni”.
“Inoltre – evidenzia – dal 2026, quando dovrebbero diventare operative le strutture di comunità previste dal PNRR, si potrebbe continuare a sfruttare tali ore per supportare le attività sul territorio”.
“In questo modo – aggiunge Quici – si regolamenterebbe l’utilizzo di ore che spesso vengono sfruttate dalle Aziende in modo improprio, in netto contrasto con quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro, per coprire i turni e far fronte alla carenza di personale. La nostra proposta, invece, è volta esclusivamente all’abbattimento delle liste d’attesa, perchè siamo ben consapevoli degli effetti che la pandemia ha avuto sulle prestazioni da garantire ai cittadini. Il tutto – specifica – senza sottovalutare l’importanza della formazione e dell’aggiornamento continuo, che verrebbero in ogni caso assicurati da altre disposizioni contrattuali”.
“Certo – conclude il presidente CIMO-FESMED – occorre la volontà politica per trovare le risorse e modificare le norme necessarie, ma i medici sono pronti, ancora una volta, a mettersi al servizio della salute dei cittadini”.

– foto ufficio stampa Cimo-Fesmed –
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Fatebenefratelli Isola Tiberina, la gestione affidata a Gemelli Isola

ROMA (ITALPRESS) – Rendere il Fatebenefratelli Isola Tiberina un polo di eccellenza in ambito sanitario e un centro per l’innovazione e la ricerca al servizio di tutti e sostenibile nel tempo. Con questa finalità, Gemelli Isola Spa, società benefit creata dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, rileva la gestione dell’azienda ospedaliera Fatebenefratelli dalla Casa Generalizia dell’Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Dio, nell’ambito dell’operazione di salvataggio e rilancio della struttura sostenuta da SIT – Società Isola Tiberina. L’accordo tratteggia l’avvio di un nuovo capitolo per la Sanità Cattolica, che porterà nei prossimi cinque anni il Fatebenefratelli Isola Tiberina ad affermarsi come una rinnovata eccellenza del panorama sanitario nazionale.
La nuova gestione, oltre a garantire la sostenibilità della struttura, avrà l’obiettivo di valorizzare le competenze esistenti e l’integrazione con il know how e le elevate professionalità della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Diversi gli interventi infrastrutturali previsti fin da subito nell’ambito dell’operazione, tra cui la ristrutturazione dei posti letto dedicati al Servizio Sanitario Nazionale che saranno tutti ammodernati nell’arco dei cinque anni, l’apertura di nuove sale operatorie, il rinnovamento dell’area dedicata ai pazienti solventi, il miglioramento degli spazi comuni e dei percorsi di accoglienza e di cura degli ammalati.
Gemelli Isola, costituita lo scorso mese di aprile, è governata da un Consiglio di Amministrazione composto dal presidente Paolo Nusiner e dai consiglieri Daniele Piacentini (amministratore delegato e direttore generale), Sergio Alfieri, Marco Elefanti e Mariella Enoc.
Come spiegato dall’avvocato Carlo Fratta Pasini, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, “il percorso avviato oggi rappresenta un’evoluzione cruciale per il più antico e più centrale degli ospedali della città di Roma, volto a rendere il Fatebenefratelli Isola Tiberina un punto di riferimento nazionale; siamo grati a tutti gli Enti e alle Istituzioni coinvolte nell’operazione, con particolare riferimento ai fondatori della Società Isola Tiberina (SIT), per aver proposto al nostro Policlinico un’opportunità così coinvolgente ed una responsabilità così significativa”.
“Con tale operazione intendiamo qualificare l’Istituto come Ospedale al servizio di tutti – dichiara il professor Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCSS – rendendolo un centro di innovazione organizzativa e tecnologica, in grado di attrarre e sviluppare le migliori risorse professionali e gestionali da mettere al servizio dei pazienti e dei loro familiari, con l’umanità e l’attenzione che i Fondatori delle due strutture sanitarie coinvolte hanno insegnato e di cui sono stati esempio”.
Un nuovo polo di eccellenza perfettamente integrato con il territorio circostante che, non appena ottenute le necessarie autorizzazioni ad operare dalle Istituzioni preposte ed esaurite le procedure di consultazione con le parti sociali, genererà benefici per la comunità, con un’attenzione anche agli ultimi e alle persone in difficoltà. A questo si aggiunge la possibilità di avviare nuove sinergie con la Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per un nuovo polo di insegnamento nonchè un importante centro di ricerca clinica in modo da offrire a tutti i pazienti le cure più innovative.

– foto agenziafotogramma.it –
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Qualità e sicurezza delle cure, FNO TSRM e PSTRP protagonista in Svezia

GOTEBORG (SVEZIA) (ITALPRESS) – La FNO TSRM e PSTRP è stata oggi protagonista del “International Forum on Quality and Safety in Healthcare”, a Goteborg, in Svezia, con la presentazione del poster “COVID-19 pandemic in radiology: treat your patients and care for your radiographers”.
L’International Forum on Quality and Safety in Healthcare è un appuntamento mondiale, organizzato congiuntamente da Institute for Healthcare Improvement di Boston (IHI), USA e da British Medical Journal di Londra (BMJ), UK. Il Forum internazionale è una delle più grandi conferenze internazionali incentrate sulla promozione del miglioramento della qualità della salute e dell’assistenza e sulla sicurezza delle persone assistite, che collega e coinvolge professionisti sanitari e assistenziali, assistiti e leader provenienti da tutte le parti del mondo, che condividono le idee innovative e discutono approcci efficaci al miglioramento della qualità e della sicurezza della persona assistita e delle cure.
A portare la voce della Federazione al Forum internazionale è stato Matteo Migliorini, coordinatore del gruppo Gestione del Rischio e Sicurezza in Sanità della FNO TSRM e PSTRP, che commenta: “Ricordiamo tutti, purtroppo, quanto tutte le radiologie del mondo, oltre ai pronto soccorso e ai servizi di emergenza urgenza, siano stati i primissimi attori che si sono trovati a dover fronteggiare una pandemia sino ad allora sconosciuta e di così immane portata – ha detto -. Il lavoro presentato dimostra l’importanza, soprattutto durante i primissimi momenti per tutti i servizi sanitari, di garantire qualità e sicurezza sia dei professionisti sanitari, sia degli assistiti all’interno del setting di diagnostica per immagini (argomento specifico del ePoster presentato, ndr)”.
L’intento del ePoster è di condividere a livello internazionale alcuni obiettivi chiave per garantire qualità e sicurezza, come avere percorsi ben differenziati: “percorso sporco” e “percorso pulito” separati tra loro, coinvolgere gli operatori sulla tematica di gestione del rischio e sicurezza della persona assistita e dei professionisti stessi e ricordare che in ogni situazione di emergenza, il “fattore umano” rappresenta un elemento cruciale per gestire al meglio ogni evenienza.
La partecipazione al prestigioso evento svedese rappresenta per la Federazione e per gli oltre 200 mila professionisti sanitari un’eccellente opportunità di confronto, condivisione e crescita. La selezione di accesso per presentare il lavoro federativo è iniziata un anno fa ed è stato accettato tra oltre 2000 proposte, superando l’attenta e severa valutazione da parte di un comitato scientifico di esperti a livello mondiale.
L’ePoster è il frutto di lavoro di gruppo, che ha coinvolto diversi professionisti sanitari, provenienti da varie parti di Italia: Chiara Martini, Marco Nicolò, Alessandro Tombolesi, Jacopo Negri, Oscar Brazzo, Daniele Di Feo, Angie Devetti, Irene Gertrud Rigott, Camilla Risoli, Giuseppe Walter Antonucci e Stefano Durante in rappresentanza anche di altrettante associazioni scientifiche dell’area radiologica dei Tecnici sanitari di radiologia medica italiani: AITeRTC, AITASiT, FASTeR.
“E’ evidente l’importanza che la nostra Federazione pone su questi temi attraverso il lavoro del gruppo GReSS. Dare evidenza delle misure adottate, per limitare il rischio in un momento tanto difficile per il nostro Paese e del contributo che queste misure hanno avuto per la tutela dei nostri colleghi e delle persone in un contesto di rilevanza mondiale è motivo di grande soddisfazione – afferma la presidente della FNO TSRM e PSTRP, Teresa Calandra, che continua – Questo lavoro, così come altri che sono in corso, ci consentono di fare prevenzione, sempre più e sempre meglio, educando e ristabilendo la fiducia tra operatore sanitario e cittadino”.

– foto ufficio stampa FNO TSRM e PSTRP –
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