ROMA (ITALPRESS) – Sono 36.573 i nuovi casi di Coronavirus oggi in Italia, su un totale di 194.676 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino sulla pandemia, emesso dal Ministero della Salute. I deceduti nelle ultime 24 ore sono stati 64, che portano il totale delle vititme di Covid a quota 167.617. Dal punto di vista dei ricoveri ospedalieri, sono 4.303 i positivi attualmente nei reparti ordinari (85 in più di ieri), dei quali 192 in terapia intensiva (3 in più di ieri).
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Covid, 36.573 nuovi casi e 64 decessi nelle ultime 24 ore
Farmaci, verso una nuova regolamentazione Ue per l’equo accesso
ROMA (ITALPRESS) – Il valore della condivisione delle informazioni e delle esperienze per garantire una migliore assistenza farmaceutica sul territorio e agire sulla legislazione europea del farmaco per arrivare a un’armonizzazione delle norme vigenti nei diversi stati membri della UE, al fine di garantire a tutti i cittadini europei uguale accesso al farmaco. Queste le premesse dei lavori del Simposio annuale del PGEU (raggruppamento dei farmacisti territoriali europei), presieduto dal segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia, che si è concluso oggi a Roma. La giornata è stata densa di contenuti, dibattuti in una serie di panel. Il tema dell’equo accesso ai farmaci sul territorio è stato oggetto del primo panel: si tratta di un aspetto importante della nuova regolamentazione europea sui farmaci. La pandemia da Covid-19 ha evidenziato la necessità di mettere a punto interventi normativi per garantire a tutti i cittadini europei un equo accesso a farmaci sicuri, efficaci e di qualità. Questo aspetto è strettamente legato al tema delle carenze di farmaci, problema acuito dalla pandemia che può essere efficacemente affrontato, ad esempio, anche riducendo la dipendenza dell’Europa dall’importazione di principi attivi da paesi come Cina e India.
Come evidenziato dal presidente e amministratore delegato Sanofi Marcello Cattani, andrebbe aumentata la produzione in Europa sostenendo, ad esempio, l’innovazione tecnologica dell’industria farmaceutica europea. Occorre inoltre cambiare strategia, come ha sottolineato Antonio Gaudioso, Capo della segreteria tecnica del Ministro della Salute, passando da un approccio reattivo ad un atteggiamento preventivo, per il quale è necessario rafforzare ulteriormente il coordinamento tra gli Stati membri.
Altre problematiche importanti da affrontare per garantire un equo acceso ai farmaci sull’intero territorio europeo riguardano lo sviluppo di farmaci per patologie rare, la lotta contro il cancro e il contrasto alla resistenza anti-microbica.
Nel secondo panel si è discusso su come garantire ai cittadini informazioni autorevoli, efficaci ed oggettive sui farmaci. I pazienti hanno un ruolo sempre più attivo: in questi anni è cresciuto significativamente il loro interesse su tutti i temi riguardanti la salute e sono aumentate la consapevolezza e la volontà di acquisire informazioni dettagliate, conoscere quali farmaci sono disponibili, perchè sono stati approvati e come viene monitorata la loro efficacia.
Il diritto del paziente di acquisire informazioni sui farmaci è espressamente riconosciuto dalla Commissione europea, per questo è necessario che tali informazioni siano accurate, supportate da evidenze scientifiche, aggiornate ed obiettive.
Il terzo panel si è occupato dell’implementazione della Real World Evidence nella nuova regolamentazione europea sui farmaci. L’introduzione di questa novità a livello normativo inciderà sullo sviluppo, sull’autorizzazione e sull’attività di monitoraggio dei farmaci in Europa e sarà di grande importanza per la ricerca e lo sviluppo di nuovi medicinali.
“A tal fine – ha commentato il presidente PGEU Roberto Tobia – è indispensabile la collaborazione di tutti gli stakeholder, inclusi i pazienti, i professionisti della salute, l’industria, i legislatori, le Istituzioni anche accademiche, gli organismi di valutazione delle nuove tecnologie”.
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Aiop “Ssn con risorse carenti, ripartire dalla lezione della pandemia”
ROMA (ITALPRESS) – “La pandemia è stata un evento dirompente, che ha evidenziato criticità e problematiche strutturali del Servizio Sanitario Nazionale. Un’emergenza affrontata, anche, grazie a una partnership virtuosa tra strutture di diritto pubblico e strutture di diritto privato. La risposta da dare al Paese, quindi, non può essere il risultato di una progettualità carente nelle risorse finanziarie e umane, che, come emerge dalle proiezioni del Def al 2025 del rapporto spesa sanitaria/Pil, sono insufficienti a rispondere ai bisogni di cura dei pazienti”. Lo ha detto Barbara Cittadini, presidente nazionale Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, intervenendo nel corso del seminario di Salutequità, a Roma, dove è stata presentata la “Gap analysis per l’equità nel nuovo sistema di garanzia dei Lea”.
“Le liste di attesa, il dramma della rinuncia alle cure, la mancanza di personale medico e infermieristico sono vecchie piaghe – ha precisato Cittadini – soprattutto per le Regioni che sono state in piano di rientro. La mobilità, poi, non può essere la risposta all’esigenza, ormai improcrastinabile, di una programmazione seria. Non possiamo rispondere all’iniquità con l’iniquità: la migrazione sanitaria dovuta alla carenza dei servizi territoriali è un ulteriore elemento di discriminazione che un sistema universalistico non si può permettere”.
“E’ vero ciò che dice Andrea Urbani – ha proseguito la presidente Aiop – esiste solo ciò che possiamo misurare. Ma è compito delle istituzioni implementare i sistemi informativi: oggi solo l’assistenza ospedaliera è valutata sulla base di flussi nazionali omogenei. Per contro, non poter misurare significa non conoscere e non conoscere vuol dire non poter programmare con efficacia”.
“Bisogna confrontarsi in tavoli come questo – ha concluso Cittadini – e costruire un SSN non come un puzzle disarticolato tra le strutture di diritto pubblico e quelle di diritto privato, tra sanità territoriale e sanità ospedaliera, tra cronicità, prevenzione, medicina di base e PDTA, ma come un sistema con anime tra loro comunicanti”.
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Fnopi “Sul territorio fondamentali i Lea infermieristici”
ROMA (ITALPRESS) – “I Lea del territorio e i Lea infermieristici sono una necessità assoluta dettata dalla nuova organizzazione dell’assistenza nata con il PNRR e il cosiddetto ‘DM 71’ (la.delibera 21 aprile 2022 del Consiiglio dei ministri)”. Non ha dubbi Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), intervenuta alla tavola rotonda dell’evento di presentazione del rapporto di Saluequità, laboratorio italiano per l’analisi, l’innovazione e il cambiamento delle politiche sanitarie e sociali, “Analisi del nuovo sistema di garanzia dei Lea”.
Una necessità che la presidente FNOPI lega, ad esempio, alla nascita dell’infermiere di famiglia di comunità, che va inserito nel contesto dei Lea territoriali distrettuali, ridisegnando anche gli assetti organizzativi del sistema.
“La Federazione che rappresento – ha detto – ha sempre visto e letto il tema della infermieristica di famiglia e comunità, strettamente legato alle indicazioni che arrivano dall’Oms e dall’Ue e ai Lea distrettuali e territoriali, col preciso significato di dare forza alla rete territoriale esistente”.
“I Lea sono una realtà importante per il Ssn – aggiunge – e ora indubbiamente c’è la parte più difficile: quella di essere certi che siano davvero garantiti a tutti e ovunque. Un impegno importante per le istituzioni e le stesse Regioni che li devono applicare. Una speranza per quei professionisti che ogni giorno hanno fatto di tutto per farli rispettare, nonostante le difficoltà di un servizio sanitario concentrato per decine di anni più sulla spesa che non sui risultati della sua mission”.
“I nuovi Lea – aggiunge – devono offrire ampia attenzione al territorio come luogo in cui si svolge l’evoluzione epidemiologica che ha consentito i miglioramenti dal punto di vista della salute e della lunghezza e qualità della vita: tutto ciò che rappresenta il futuro del modello di sanità che si dovrà assicurare a tutti. Ma per rendere esecutivo tutto questo, è necessario un recupero e una integrazione di professionalità”.
“L’infermiere – prosegue la presidente FNOPI – svolge un ruolo fondamentale nella sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, attraverso la promozione di stili di vita sani e i programmi organizzati di screening. E’ necessario potenziare il ruolo e la formazione dell’infermiere per garantire, assieme agli altri professionisti del territorio, oltre all’assistenza clinica, interventi preventivi di promozione della salute e delle patologie che riguardano la comunità attraverso l’educazione, l’empowerment, l’autocura e il follow-up infermieristico autonomo all’interno di piani di cura condivisi”.
In questo quadro, secondo Mangiacavalli, è anche necessario garantire un sistema efficiente ed efficace di verifica e valutazione dell’attuazione dei Lea perchè se si vuole che siano davvero i livelli su cui tutto il paese si posiziona, bisogna verificare che tutto sia recepito e applicato ovunque in modo omogeneo.
Rispetto al vecchio sistema (Griglia LEA con 34 indicatori), però, secondo il rapporto di Salutequità illustrato dal presidente Tonino Aceti, il Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA ha 12 indicatori “Core” di monitoraggio in meno, tutti approvati prima della Pandemia e del PNRR, quindi inadeguati alle attuali sfide che attendono il SSN e i diritti dei pazienti, mettendo a rischio l’equità del sistema.
“Tra questi sono essenziali invece – spiega tra le altre misure Aceti – gli indicatori per verificare e garantire l’attuazione e il rispetto del Decreto sugli standard dell’assistenza territoriale (DM 71), a partire dagli standard dell’infermiere di famiglia e di comunità (IFEC), all’ulteriore personale infermieristico, medico e delle altre professioni coinvolte (ad oggi nessun indicatore all’interno del NSG)”.
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Salutequità “Rivedere subito il nuovo sistema di garanzia dei Lea”
ROMA (ITALPRESS) – Alla sanità pubblica 124 miliardi nel 2022, ma il nuovo sistema nazionale di controllo e verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) nelle Regioni ha troppe “falle”, che se non corrette subito faranno aumentare le disuguaglianze e renderanno sempre meno esigibile il Diritto alla Salute. Rispetto al vecchio sistema (Griglia LEA con 34 indicatori), il Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA ha 12 indicatori “Core” di monitoraggio in meno, tutti approvati prima della Pandemia e del PNRR, quindi inadeguati alle attuali sfide che attendono il SSN e i diritti dei pazienti. Nessun indicatore (core) ad esempio su PDTA, Telemedicina, farmaci innovativi, aderenza terapeutica, Pronto Soccorso, intramoenia, malattie rare, equità sociale, recupero cure mancate e solo un indicatore su liste di attesa. Manca un sistema di aggiornamento agile, flessibile e dinamico degli indicatori di monitoraggio e la pubblicazione dei dati 2020 è già in ritardo di sei mesi rispetto alla scadenza prevista al 31 dicembre 2021. Tutto questo in un quadro in cui il monitoraggio e la verifica hanno più valore che mai: in due anni di pandemia cresce la rinuncia alle cure, sono saltate visite ed esami anche per i malati cronici e peggiora l’aderenza terapeutica ai trattamenti. Nel 2021, secondo l’ultimo Rapporto BES dell’Istat, è quasi raddoppiata rispetto al 2019 la percentuale di chi ha rinunciato alle cure: dal 6,3% del 2019 si è passati all’11% del 2021. Tra le Regioni con più alta rinuncia alle cure vi è la Sardegna (18,3%), l’Abruzzo (13,8%), il Molise e il Lazio (13,2%). Parallelamente, secondo l’ultimo Report consumi dell’Istat, nel 2021 aumentano anche le spese sanitarie a carico delle famiglie, attestandosi a 118 euro al mese con un +9% rispetto al 2020. La pandemia ha influito anche sulla presa in carico delle cronicità.
Secondo il Rapporto Annuale 2021 dell’ISTAT, infatti, nel 2020 sono saltate rispetto al 2019 quasi 1/3 delle visite di controllo e prime visite volte ad impostare il Piano terapeutico.
A risentirne subito è stata l’aderenza terapeutica: secondo il Rapporto Osmed 2020 dell’Aifa, è ad esempio aumentata la percentuale di persone con bassa aderenza al trattamento con farmaci per l’ipertensione e lo scompenso cardiaco, attestandosi nel 2020 al 18,1% (variazione di +2 punti percentuale rispetto al 2019). La bassa aderenza tende ad aumentare con l’età e comunque presenta valori più critici al Sud e al Centro. Contestualmente il Governo ha incrementato le risorse per il Servizio Sanitario Nazionale portandole da oltre 114 miliardi del 2019 a circa 124 nel 2022 e 128 nel 2024, e potrà contare su 18,5 miliardi aggiuntivi del PNRR attraverso i quali realizzerà investimenti e riforme.
“I maggiori finanziamenti messi sinora sul piatto potrebbero però non essere sufficienti per aumentare come servirebbe l’accesso alle cure dei cittadini, ridurre le liste di attesa, contrastare le disuguaglianze e mettere a terra le riforme, a partire da quella della nuova sanità territoriale – ha dichiarato Tonino Aceti, presidente di Salutequità – Serve un sistema di controllo e verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza nelle Regioni più forte e dinamico rispetto a quello attuale, in grado di cogliere molto meglio le reali difficoltà che ogni giorno incontrano i cittadini in tutti gli ambiti dell’assistenza, poter intervenire con misure più mirate di potenziamento dei LEA, spingere in tutte le Regioni l’attuazione concreta della programmazione nazionale e delle riforme, così da utilizzare al meglio tutte le risorse stanziate. Il Nuovo Sistema di garanzia dei LEA entrato in vigore il 1° gennaio 2020 è già vecchio e va subito ammodernato, come peraltro previsto dal Patto per la Salute 2019-2021”. “Inoltre, un suo rafforzamento darebbe al Ministero della Salute anche la possibilità di esercitare in modo più incisivo le sue competenze a garanzia dell’unitarietà del SSN e dell’esigibilità dei LEA in tutte le Regioni.
Ministero della Salute, MEF e Regioni aprano subito un tavolo”, ha aggiunto.
Per questo Salutequità ha lavorato ad una “Gap Analysis per l’Equità nel Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA”, realizzata grazie al contributo non condizionato del Gruppo Servier in Italia e presentata oggi a Roma nel corso di un seminario nazionale di confronto alla presenza di molteplici esperti e decisori, con l’obiettivo di contribuire con idee costruttive al cambiamento che serve al Paese.
Ecco i principali risultati della “Gap Analysis per l’Equità nel Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA” realizzata da Salutequità.
1. Nuovi indicatori “Core” da integrare nel NSG dei Lea.
Rispetto alla vecchia Griglia Lea 2019 ci sono ben 12 indicatori in meno. Andrebbero messi a punto/rafforzati indicatori ad hoc su: attuazione Piano Nazionale della Cronicità, con particolare riguardo al sistema di stratificazione della popolazione (oggi nessun indicatore previsto), aderenza terapeutica e PDTA (oggi indicatore No Core); qualità e accessibilità dell’assistenza primaria (oggi nessun indicatore previsto); equità di accesso alla telemedicina e completezza/utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico (oggi nessun indicatore previsto); pieno e tempestivo accesso ai farmaci innovativi (oggi nessun indicatore previsto); qualità dell’Assistenza Domiciliare Integrata (oggi nessun indicatore previsto); rispetto norme liste di attesa (oggi 1 solo indicatore previsto) e recupero delle cure mancate a causa del Covid (oggi nessun indicatore previsto); attuazione e rispetto del Decreto sugli standard dell’assistenza territoriale (DM 71) a partire dagli standard dell’infermiere di famiglia e di comunità (IFEC), all’ulteriore personale infermieristico, medico e delle altre professioni coinvolte (oggi nessun indicatore previsto); accessibilità, qualità e sicurezza delle cure all’interno dei Pronto Soccorso (oggi nessun indicatore previsto); qualità, accessibilità ed equità dell’assistenza garantita alle persone con malattie rare (oggi nessun indicatore previsto); umanizzazione (oggi nessun indicatore previsto) e sicurezza delle cure (Legge Gelli/Bianco); rispetto delle norme relative alla regolamentazione dell’intramoenia (oggi nessun indicatore previsto); equità sociale attraverso il tasso di rinuncia alle cure (ora indicatore No Core).
2. Modalità di aggiornamento degli Indicatori.
E’ necessario prevedere un sistema di aggiornamento agile, flessibile e dinamico degli indicatori di monitoraggio. Ad oggi invece è prevista l’adozione di un nuovo Decreto. Inoltre, il Comitato Lea dovrebbe essere integrato con la partecipazione di componenti laici.
3. Accountability.
E’ necessario garantire il rispetto della tempistica di pubblicazione dei dati. Entro il 31 dicembre 2021 dovevano essere pubblicati i dati relativi alla valutazione 2020. Invece ad oggi sono pubblicati solo i dati 2019. Sarebbe particolarmente utile pubblicare anche i contenuti dei processi di audit con le Regioni e i relativi percorsi di miglioramento dei Lea, i Piani di potenziamento del “Lea critico” nonchè gli interventi di competenza del Ministro adottati in caso di inerzia o di mancato raggiungimento degli obiettivi di miglioramento.
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Covid, in Italia 31.885 nuovi casi, 48 deceduti, aumentano i ricoveri
Sono 31.885 i nuovi casi di Coronavirus oggi in Italia, su un totale di 195.439 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino sulla pandemia, emesso dal Ministero della Salute. I deceduti nelle ultime 24 ore sono stati 48, che portano il totale delle vititme di Covid a quota 167.553. Dal punto di vista dei ricoveri ospedalieri, sono 4.407 i positivi attualmente nei reparti ordinari (25 in più di ieri), dei quali 189 in terapia intensiva (6 in più di ieri). (ITALPRESS).
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Fondazione Terzo Pilastro dona un microscopio operatorio al Regina Elena
ROMA (ITALPRESS) – Agli IFO si eseguono oltre 6.500 interventi chirurgici all’anno e, dal 2010, sono stati effettuati circa 5.000 interventi robotici in urologia, chirurgia toracica, ginecologia, chirurgia addominale e otorinolaringoiatria. Solo nel 2021 sono stati effettuati oltre 1.000 interventi con il robot e questo ci pone in linea con i migliori standard mondiali. L’attività è in continua crescita grazie alla tecnologia che in ambito medico ha rivoluzionato la salute e le prospettive di vita dell’umanità. Grazie alla Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, presieduta dal professore Emmanuele F. M.Emanuele, la chirurgia dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) si dota da oggi di un nuovo strumento di ultima generazione: il microscopio operatorio.
La Fondazione Terzo Pilastro, su preciso impulso del suo presidente Emanuele – il quale è anche presidente onorario della delegazione nazionale italiana dell’Associazione Internazionale Regina Elena Onlus (AIRH), presieduta da S.A.R. il Principe Sergio di Jugoslavia – ha inteso con questa donazione rispondere all’appello dell’AIHR, che è presente in 56 Stati in cui svolge attività di carattere spirituale, caritatevole e culturale sull’esempio della “Regina della Carità” Elena del Montenegro.
Il microscopio operatorio è stato inaugurato oggi alla presenza dell’assessore alla Salute Alessio D’Amato, del presidente Emanuele e del direttore generale IFO Marina Cerimele.
“Prosegue il nostro impegno per il potenziamento e l’innovazione tecnologica delle strutture dell’intero sistema sanitario regionale. Interventi concreti a favore della sanità territoriale, affinchè i cittadini possano ricevere cure sempre più efficaci, moderne e di qualità”, ha detto D’Amato.
“Si tratta di strumento altamente innovativo – illustra Gennaro Ciliberto, direttore scientifico IRE – che consente al chirurgo di visualizzare più chiaramente la lesione neoplastica, di prelevare campioni più rappresentativi della neoplasia e di asportare con maggiore precisione la lesione cancerosa con risparmio del tessuto sano. Questo è di enorme rilevanza nel caso di tumori che hanno capacità altamente infiltranti come i tumori cerebrali”.
“Sono grata al Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, Emmanuele Francesco Maria Emanuele – dichiara Marina Cerimele, direttore generale IFO – per l’importante contributo elargito a favore dell’ampliamento del nostro importante parco tecnologico, volto a garantire i massimi livelli di eccellenza per i pazienti. Si rinnova una collaborazione tra pubblico e privato che mi auguro diventi sempre più sistematica a vantaggio dei pazienti fragili”.
“L’inaugurazione di questo sistema di alta tecnologia, atto ad eseguire procedure chirurgiche complesse, presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena è un traguardo importante che mi sta molto a cuore – commenta il professor Emanuele -. Di fronte all’incidenza di patologie tumorali sull’essere umano – soprattutto con riguardo a quelle cerebrali e spinali, per le quali la tipologia di microscopio che oggi doniamo è strumento di primario utilizzo nel mondo – la Fondazione Terzo Pilastro, da sempre attenta a dare risposte concrete alle esigenze più impellenti della collettività nell’ambito della salute, non poteva restare indifferente. Con questo nuovo Microscopio Operatorio, da me fortemente voluto, sarà possibile individuare e trattare con maggior rapidità e precisione le neoplasie, facilitando il delicato compito del chirurgo e offrendo livelli di intervento di eccellenza ai pazienti oncologici”.
Il Microscopio Operatorio inaugurato, verrà utilizzato da tutte le specialità, anche se questo tipo di strumento è presente in prevalenza nei migliori centri di Neurochirurgia nel mondo per le sue altissime prestazioni per interventi di microchirurgica cranica e spinale.
“Si tratta di uno strumento dotato di sistema di filtri – descrive Stefano Telera, responsabile della neurochirurgia IRE – che consente ad esempio il trattamento delle patologie tumorali anaplastiche in particolare gliomi e linfomi, mediante chirurgia guidata da fluorescenza. La metodica prevede la somministrazione prima dell’intervento di un agente fotosensibilizzante che si lega al tumore. Ciò consente al chirurgo di visualizzare più chiaramente la lesione neoplastica, che grazie al filtro, assume una tonalità di colore rossastro. L’asportazione della lesione è così più precisa e viene risparmiato il tessuto cerebrale sano”. Si interfaccia infine con i più moderni sistemi di Neuronavigazione e consente la visualizzazione delle informazioni del navigatore-TC intraoperatoria direttamente negli oculari del microscopio.
L’investimento del microscopio è di circa 500 mila euro che si aggiungono ai 13.3 milioni di euro da PNRR che la Regione Lazio ha previsto nel piano di investimenti per il potenziamento del patrimonio tecnologico e digitale degli IFO, oltre i 25 milioni di euro per la realizzazione del Primo centro di Protonterapia del centro Italia.
– foto ufficio stampa Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale –
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Covid, 39.474 nuovi casi e 73 decessi nelle ultime 24 ore
ROMA (ITALPRESS) – Sono 39.474 i nuovi casi positivi al Coronavirus in Italia, su un totale di 228.559 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino emesso dal Ministero della Salute. I deceduti nelle ultime 24 ore sono 73, per un totale di 167.505 persone scomparse da inizio pandemia. Gli attualmente positivi sono 603.882 (-13.046). 52.817 i dimessi/guariti del giorno, che prtano il totale da inizio pandemia a 16.932.500. Le persone attualmente ricoverate negli ospedali italiani per patologie legate al Covid sono 4.199 (11 in meno di ieri), dei quali 183 in terapia intensiva (10 in meno di ieri).
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