ROMA (ITALPRESS) – Sono 20.322 i nuovi positivi al Coronavirus in Italia, su un totale di 203.607 tamponi effettuati. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino diffuso dal Ministero della Salute. Gli attualmente positivi sono ora 754.988 (-37.595 rispetto a ieri). I deceduti nelle ultime 24 ore sono 94, che portano il totale delle vittime a quota 166.358. I ricoverati con sintomi sono 5.782, 458 in meno di ieri, dei quali 262 in terapia intensiva (-9 rispetto a ieri).
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Covid, 20.322 nuovi casi e 94 decessi nelle ultime 24 ore
Salute, le malattie infiammatorie croniche dell’intestino non hanno età
ROMA (ITALPRESS) – Il 19 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino (MICI). AMICI Onlus, per questa importante occasione, quest’anno è tornata in presenza il 22 maggio a Palermo organizzando il convegno “Le MICI non hanno età” con l’obiettivo di fare luce sull’impatto che queste patologie hanno durante le diverse fasi della vita di una persona. L’invecchiamento della popolazione, le conseguenti problematiche di salute ad essa connesse e l’aumento esponenziale delle MICI rendono sempre più sfidante il bilanciamento tra risorse disponibili e bisogni inespressi dei pazienti. Se si vuole mantenere il principio universalistico di assistenza sanitaria è necessario operare delle scelte di pianificazione sulla base del concetto di “valore” per la società e utilizzare anche le opportunità offerte dalla digitalizzazione in Sanità. Di questo ed altro si è discusso durante il convegno che ha ottenuto la medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ed è stato organizzato a chiusura delle iniziative previste nell’ambito della Campagna di sensibilizzazione 2022 sul tema IBD & Life Cycles, in linea con il piano strategico EFCCA (European Federation of Crohn’s & Ulcerative Colitis Associations), la Federazione di cui AMICI Onlus fa parte.
“Quest’anno per la prima volta la giornata mondiale delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali (Malattia di Crohn e Colite Ulcerosa) si svolge a Palermo nello splendido contesto dell’hotel la Torre a Mondello. E’ un onore per me ospitare questo importantissimo evento dedicato interamente ai pazienti affetti da queste malattie”, ha detto il dottor Ambrogio Orlando, Direttore dell UOSD MICI dell’A.O. Ospedali Riuniti Villa Sofia Cervello di Palermo. “Abbiamo scelto temi molto sentiti dai pazienti ed attuali come l’epidemiologia nelle varie fasi della vita, i vaccini, le reti assistenziali, la chirurgia come opportunità e non come ultima spiaggia, l’aderenza alla terapia, gli aspetti psicologici, le interviste a giovani specializzandi che ci spiegano perchè scelgono di curare questi pazienti e chiuderemo con una sessione dedicata all’alimentazione durante la quale verrà premiata la migliore ricetta elaborata degli studenti dell’Istituto alberghiero Pietro Piazza di Palermo. Ancora una volta staremo accanto ai nostri pazienti e per noi è un piacere farlo nella nostra città”, ha aggiunto.
Il professore Flavio Caprioli, Segretario Generale di IG-IBD, Società di riferimento per lo studio delle MICI in Italia spiega: “Gli studi epidemiologici stimano un raddoppio della prevalenza delle MICI in Italia entro i prossimi 10 anni, con un progressivo aumento dell’età media dei pazienti affetti da Malattia di Crohn e Rettocolite Ulcerosa”. “Questo aumenterà i carichi per il sistema socio-sanitario e per tutte le Istituzioni che collaborano nella gestione delle MICI nel nostro Paese. Per affrontare le sfide future, IG-IBD ha pianificato un ambizioso programma educazionale per formare i futuri specialisti nella gestione delle MICI in Italia, attraverso incontri regionali e tematici, oltre ad un programma di gestione della transizione da paziente pediatrico ad adulto, in collaborazione con la società SIGENP. Rafforzata dalla piena collaborazione con AMICI Onlus, IG-IBD vuole continuare a rappresentare il punto di riferimento scientifico ed educazionale per la gestione delle MICI in Italia”, aggiunge.
In Europa 3,4 milioni di persone, tra cui 250.000 in Italia, convivono con la Malattia di Crohn o la Colite Ulcerosa (note anche come Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, Inflammatory Bowel Disease – IBD in inglese).
Molte malattie della nostra epoca sono legate eziologicamente a fattori ambientali e anche ad un eccesso di stress, spesso connesso ai ritmi veloci imposti dalla società moderna. Intanto i demografi stimano che al 2030 la popolazione mondiale crescerà ancora, arrivando a 8,6 miliardi di persone, rispetto ai 7,4 miliardi del 2015. Una cifra enorme, che avrà impatti economici, industriali, alimentari, politici importanti. Basti pensare innanzitutto all’allungamento dell’aspettativa di vita e alle conseguenti problematiche di salute connesse all’invecchiamento della popolazione, quindi alla necessità di organizzare i relativi percorsi di cura. Pertanto, tutti gli attori sono chiamati a giocare il proprio ruolo in un’azione condivisa e coordinata, rinunciando a parte delle proprie prerogative. Con lo slogan “Le MICI non hanno età”, AMICI Onlus ha voluto evidenziare l’impatto delle Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino, attraverso il percorso di vita e la realtà di come una patologia cronica influisce sull’invecchiamento dei pazienti.
AMICI Onlus, in linea con il piano strategico di EFCCA (European Federation of Crohn’s & Ulcerative Colitis Associations) ha deciso di soffermare l’attenzione soprattutto sulle persone anziane perchè troppo spesso poco rappresentate, nonostante l’incidenza e la prevalenza delle MICI nelle persone più anziane sia proprio in aumento. Si stima, infatti, che nel prossimo decennio i pazienti più anziani con MICI rappresenteranno più di un terzo di tutte le persone affette da MICI e poche sono le evidenze a disposizione per capire come la Malattia Infiammatoria Cronica dell’Intestino influisca con esiti negativi sulla salute o sulla qualità della vita per questa tipologia di paziente.
“Questo evento – ha spiegato Giuseppe Coppolino, presidente di AMICI Onlus – riavvicina noi comunità dei pazienti alla comunità scientifica e alle Istituzioni ed è un “big bang” dal quale parte una nuova fase per la nostra organizzazione. AMICI ha avviato una rivoluzione, iniziata ben prima che il mondo si fermasse, che ci ha permesso di capire quali fossero gli strumenti e il modo migliore per rispondere alle reali esigenze delle persone con Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino. Il futuro da noi progettato sta diventando realtà. Le priorità stabilite al Tavolo tecnico istituito al Ministero della Salute saranno monitorate costantemente al fine di raggiungere al più presto i risultati che i pazienti si aspettano, come l’attivazione di un Registro nazionale di patologia, l’aggiornamento e la disponibilità dei nuovi LEA, l’applicazione di un PDTA omogeneo in tutte le Regioni, l’aumento delle tutele lavorative e la formazione dei medici”.
L’evento pubblico “Le MICI non hanno età”, coinvolgendo rappresentanti della comunita? scientifica e istituzionale ha ottenuto il patrocinio della Regione Siciliana-Assessorato della salute, del Comune di Palermo, di EFCCA,i IG-IBD, SIGENP, FIASO e FNOPI che hanno aderito ad un processo di reciproca collaborazione.
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Fnopi, il 32,3% degli infermieri ha subito aggressioni durante il lavoro
ROMA (ITALPRESS) – Il 32,3% degli infermieri, pari a circa 130mila professionisti, nell’ultimo anno, ha subito violenza durante i turni di lavoro. Ma 125mila casi sono casi sommersi. Nel 75% le vittime sono state donne. E’ quanto emerge dalla ricerca CEASE-it (Violence against nurses in the work place), conclusa ad aprile 2021 e svolta da otto università italiane, (capofila l’Università di Genova) su iniziativa della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi). Numeri che, in molti casi, non sono intercettati e registrati in quanto le aggressioni non vengono neppure denunciate perchè ormai sono percepite e considerate, dagli stessi infermieri, come dinamiche connaturate alla professione. Si configura così, con proporzioni vastissime, il fenomeno del ‘sommersò. Ogni anno l’Inail registra 11mila casi di violenza denunciati come infortuni sul lavoro: 5mila sono infermieri. Un dato che rende gli infermieri la categoria più soggetta a questo fenomeno, ma ai numeri ufficiali bisogna anche aggiungere il sommerso di 125mila vittime che non hanno denunciato.
Su queste dinamiche pesa la carenza di infermieri negli organici: un’assistenza efficiente si ha con un rapporto infermiere paziente 1 a 6 ma, allo stato attuale, il rapporto è 1 a 12. Secondo la Fnopi, in base agli standard previsti del cosiddetto ‘DM 71’ (la delibera del 21 aprile 2022 del Consiglio dei ministri), occorre aumentare l’attuale organico con 70mila infermieri aggiuntivi. Con l’attuale carenza si restringe pericolosamente il tempo di cura oppure si aumenta la possibilità che l’infermiere precipiti in una condizione di “burnout” (33%). A ciò bisogna aggiungere che il 10,8% di chi ha subito violenza, presenta danni permanenti a livello fisico oppure psicologico. Per comprendere le drammatiche proporzioni del problema, è utile un raffronto: il 46% degli infermieri ha subito violenze durante l’esercizio della professione, i medici si attestano al 6%. “Per restituire dignità all’attività professionale e per garantire la sicurezza degli infermieri durante l’orario lavorativo – spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini degli infermieri – è quanto mai urgente inserire questa professione tra le categorie usuranti, mentre ora è riconosciuta soltanto la classificazione tra i lavori gravosi”.
“Lo studio – aggiunge Mangiacavalli – descrive le caratteristiche degli episodi di violenza e individua i fattori predittivi e le cause. I correttivi di cui c’è bisogno derivano da qui. E su queste basi sarà sicuramente più immediato il lavoro dell’Osservatorio di tutte le professioni che il ministero della Salute coordina, anche per organizzare la formazione”. “Lo studio ha dimostrato che gli infermieri conoscono i tratti e le caratteristiche di un potenziale comportamento di aggressione fisica o verbale; tuttavia per varie ragioni non riescono a intercettare e prevenire questi episodi”, spiega la professoressa Annamaria Bagnasco, dell’Università di Genova, coordinatrice della ricerca. “Una delle concause dimostrate dallo studio – spiega – è la comunicazione inadeguata che avviene tra il personale e l’assistito e/o l’accompagnatore; tuttavia, i processi comunicativi sono ampiamente influenzati dall’ambiente di lavoro, dallo staffing e dal benessere dei professionisti. In questo momento lo studio sta fornendo ulteriori dati, su cui stiamo lavorando, per mettere in correlazione lo staffing, il benessere degli operatori e il benessere dei professionisti con gli episodi di aggressione, al fine di poter ipotizzare i fattori predittivi di questi eventi”, conclude Bagnasco.
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Bergamo, da Fno Tsrm e Pstrp solidarietà a vittime aggressioni No Vax
MILANO (ITALPRESS) – Si è svolto il 24 maggio a Bergamo un incontro tra le istituzioni per esprimere solidarietà agli Ordini Tsrm (tecnici sanitari di radiologia medica) e Pstrp (professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione) e ai loro rappresentanti, per gli atti intimidatori subiti nelle scorse settimane. Le azioni, come nei casi registrati a Bergamo e a Brescia, trovano la loro origine nel decreto legge 172 del 2021 e negli atti successivi sulla verifica dell’adempimento dell’obbligo vaccinale da parte degli Ordini nei confronti degli iscritti. “Un disegno eversivo adottato da pochi, ma determinati, soggetti che si sta manifestando nelle ultime settimane con azioni come quelle che hanno interessato, tra gli altri, gli Ordini Tsrm e Pstrp di Bergamo e Brescia – si legge in una nota -. In questa strategia rientrano le azioni coordinate al fine di bocciare i bilanci consuntivi durante le assemblee convocate dagli Ordini, per mera e dichiarata protesta contro l’applicazione di quanto previsto dalla legge, senza rilevare o indicare mancanze amministrative, quindi senza alcuna argomentazione pertinente”.
L’evento, che ha riunito a Bergamo, e simbolicamente a Brescia, il Comitato centrale della Federazione nazionale degli Ordini Tsrm e Pstrp e i rappresentanti delle altre autorità locali, non è solo l’espressione chiara e piena solidarietà e vicinanza alle istituzioni territoriali, ma rappresenta una presa di posizione contro ogni forma di violenza, di minaccia che ha come finalità quella di far desistere gli Ordini dal compiere quanto richiestogli in qualità di Enti sussidiari dello Stato.
“Il nostro compito è quello di ascoltare, instaurare un confronto positivo con i nostri iscritti, ciò nonostante non potremo mai venir meno alla responsabilità del nostro ruolo, Enti sussidiari dello Stato, e pertanto contrasteremo sempre chi rivendica la libertà di pensiero, parola e azione, senza tener conto che queste devono essere compensate da equilibrio, responsabilità e assenza di presunzione di possedere la verità – ha affermato Teresa Calandra, presidente della Fno Tsrm e Pstrp -. Oggi abbiamo ricevuto la manifestazione di solidarietà da parte di tutti gli Organi istituzionali invitati, anche di quelli che non hanno potuto essere presenti, alcuni dei quali, purtroppo, stanno patendo aggressioni simili alle nostre, anch’essi perchè stanno facendo quanto a loro richiesto dalla norma”. Durante la riunione, la presidente della Fno Tsrm e Pstrp ha voluto ricordare le parole di Giovanni Falcone, emblema di legalità: “Perchè una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori, della famiglia, dello spirito, del bene, dell’amicizia, perchè prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere”. Calandra ha concluso dicendo, “Noi stiamo facendo il nostro, motivo per il quale non ci aspettiamo ringraziamenti, ma solidarietà e sostegno, come oggi è stato testimoniato sia da parte del Comitato centrale che delle altre Istituzioni presenti, tutte espressioni dello stesso Stato: Regione, Assessorati, Province, Comuni, Prefetture, Questure, Forze dell’ordine e Ordini delle altre professioni sanitarie”.
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– foto ufficio stampa Tsrm e Pstrp –
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Covid, 22.438 nuovi positivi e 114 decessi nelle ultime 24 ore
Sono 22.438 i nuovi positivi al Coronavirus in Italia, su un totale di 220.101 tamponi effettuati. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino diffuso dal Ministero della Salute. Gli attualmente positivi sono ora 792.583. I deceduti nelle ultime 24 ore sono 114, che portano il totale delle vittime a quota 166.264. I ricoverati con sintomi sono 6.240, 286 in meno di ieri, dei quali 271 sono in terapia intensiva (-15 rispetto a ieri). (ITALPRESS).
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Sanità, Musumeci “Aiop interlocutore affidabile”
PALERMO (ITALPRESS) – “Abbiamo dato dimostrazione durante la drammatica pandemia, di riuscire a realizzare una efficiente e concreta sinergia pubblico-privato in Sanità avendo sempre al centro del sistema il paziente”. Così il presidente della Regione, Nello Musumeci, intervenuto a Cefalù all’assemblea di Aiop-Sicilia, sottolineando l’impegno profuso dall’ospedalità privata siciliana in questi anni difficili, dimostrando “di sapere essere corresponsabili in un momento in cui ciascuno di noi era chiamato a dare il meglio in occasione di una calamità. Vi ringrazio per il lavoro svolto e per la collaborazione fornita con lealtà e spirito di servizio. Sapevamo – ha aggiunto – di avere un interlocutore affidabile, che nel tempo con grande professionalità ha dato un importante contributo all’assistenza sanitaria nell’Isola. Sono certo che le strutture associate ad Aiop in futuro continueranno a essere protagoniste del sistema”.
Il presidente di Aiop-Sicilia, Carmelo Tropea, ha ringraziato Musumeci e indicato il percorso che attende la sanità dopo la pandemia, con l’obiettivo di rendere sempre più efficiente il sistema e andare incontro con qualità e tempestività alla domanda di salute dei siciliani. Su questo fronte, per Tropea è fondamentale proseguire nel rapporto di trasparente e fattivo confronto con le istituzioni. Ai lavori, presieduti dal presidente nazionale di Aiop, Barbara Cittadini, è intervenuto anche l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che ha tracciato le linee per il futuro del mondo sanitario Sicilia. “Dobbiamo interrogarci su dove stiamo andando – ha detto Razza – e su quali sfide ci attendono. Siamo riusciti nei due anni pandemia a mantenere i conti della sanità in equilibrio di bilancio e a garantire le prestazioni ai cittadini. Abbiamo lavorato tanto, ma tante altre risposte devono essere ancora date. Il sistema cambia velocemente e dobbiamo accompagnare i mutamenti con politiche adeguate. Penso alle reti nelle varie discipline, a nuovi investimenti per una riorganizzazione complessiva nel segno dell’efficienza e della modernità dei cambiamenti. Tutti gli attori sono chiamati a svolgere il proprio ruolo con responsabilità e impegno per dare un contributo al miglioramento della Sanità e allo sviluppo della Sicilia. Perchè bisogna guardare alle ricadute dell’impiego delle risorse pensando anche al valore economico sul territorio”, ha concluso Razza.
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Covid, 29.875 nuovi casi e 95 i morti nelle ultime 24 ore
ROMA (ITALPRESS) – Sono 29.875 i nuovi casi di Coronavirus in Italia, a fronte di 269.971 tamponi effettuati. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino pubblicato dal ministero della Salute. Le persone decedute nelle ultime 24 ore sono 95, che portano il totale delle vittime da inizio pandemia a quota 166.127. I ricoverati negli ospedali sono 6.547 (132 in meno di ieri), tra i quali 290 in terapia intensiva (uno in meno di ieri). (ITALPRESS).
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Farmaci biologici, 130 mila pazienti non accedono alle cure
ROMA (ITALPRESS) – In Italia si stima un totale di circa 130mila pazienti affetti da patologie autoimmuni afferenti all’area della reumatologia, della gastroenterologia e della dermatologia che non accedono alle cure biologiche giudicate adeguate alla loro condizione clinica. Il dato è emerso nel corso del convegno organizzato dall’Italian Biosimilars Group di Egualia, con la partecipazione delle società scientifiche Sir, Ig-Ibd e SideMast, delle associazioni dei pazienti Apmarr, Anmar, Amici e Adipso e di rappresentanti del mondo istituzionale. L’evento ha rappresentato il punto di sintesi di un percorso avviato quattro anni fa dalle aziende rappresentate dall’Italian Biosimilar Group di Egualia per quantificare ed evidenziare i fenomeni di sotto trattamento con farmaci biologici esistenti nel nostro Paese in tre grandi aree terapeutiche: reuma, gastro e derma.
“In tutte le aree terapeutiche interessate i biosimilari hanno garantito l’accesso al trattamento a un numero sempre più ampio di pazienti ma non è abbastanza visti i numeri che sono emersi da quattro anni di indagini”, ha commentato Stefano Collatina, coordinatore dell’Italian Biosimilars Group di Egualia, che ha commissionato gli studi. “Il risparmio generato dovrebbe consentire a più pazienti di essere trattati all’interno del budget esistente mentre grazie agli accordi di gain sharing gli ospedali e i centri prescrittori potrebbero trattenere almeno parte del risparmio ottenuto grazie alla concorrenza generata dai farmaci biosimilari per destinarlo proprio ad incrementare l’accesso al trattamento nelle aree terapeutiche dove è stato generato e dove emergono evidenze di sotto trattamento. I relativi indicatori – ha aggiunto – possono essere facilmente elaborati mediante una dashboard già messa a disposizione presso un campione di Aziende sanitarie locali, affiancando gli indicatori di monitoraggio della spesa. Il nostro obiettivo è quello di condividere i risultati ottenuti per far sì che questo strumento possa essere adottato a livello nazionale a beneficio di tutti i pazienti oggi non coinvolti nelle cure. Per questo – ha concluso Collatina – vorremmo che l’Agenas e il ministero della Salute si facessero promotori di un osservatorio permanente di monitoraggio del fenomeno con le Regioni, affinchè le best practices sul modello del gain sharing diventino la risposta concreta ai pazienti almeno in queste aree terapeutiche”.
Secondo l’ultimo Report realizzato dall’Ufficio studi Egualia nel 2021 le 15 molecole biosimilari in commercio hanno assorbito il 43% dei consumi nazionali (35% nel 2020) contro il 57% (65% nel 2020) detenuto dai corrispondenti originatori. Complessivamente nell’arco del 2021 i prodotti biosimilari hanno registrato una crescita dei consumi del 26,9% rispetto ai dodici mesi precedenti mentre si è registrata una contrazione del 13,5% delle vendite di tutti gli altri farmaci biologici. Cinque le molecole protagoniste del sorpasso nelle vendite di biosimilare rispetto al biologico originatore. Primo in classifica Filgrastim biosimilare (farmaco essenziale per i pazienti in chemioterapia citotossica), i cui biosimilari in commercio hanno assorbito il 96,54% del mercato della molecola a volumi, contro un residuale 3,46% ancora detenuto dall’originator. Seguono gli anticorpi monoclonali Infliximab (93,42% del mercato a volumi) e Rituximab (93,08%), le Epoetine (91,34%) e Adalimumab (83,67%). Ampiamente diversificato il quadro dei consumi a livello regionale. Tenendo conto del mercato riferito alle nove molecole in commercio da almeno 3 anni, in testa ai consumi sono Valle d’Aosta e Piemonte (82,4%). Fanalino di coda Lombardia (29,4%), Puglia (32%), Trentino-Alto Adige (44,1%).
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