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Covid, 56.015 i nuovi positivi, 158 le vittime nelle ultime 24 ore

Sono 56.015 i nuovi positivi in Italia, che portano le persone attualmente colpite dal Covid a quota 1.082.972. Sono 158 le persone decedute nelle ultime 24 ore, per un totale di 164.731 vittime da inizio pandemia. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino emesso dal Ministero della Salute. Sono 8.937 le persone ricoverate negli ospedali italiani per Covid, 161 in meno di ieri, di cui 358 in terapia intensiva, 5 in meno di ieri. I tamponi effettuati sono stati 216.566.431, 371.221 in più del giorno precedente. (ITALPRESS).

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Solo lo 0,1% delle donne italiane beve alcol durante la gravidanza

ROMA (ITALPRESS) – Sono sempre meno le donne che consumano alcolici durante i 9 mesi di gravidanza. Lo rivelano i dati presentati oggi nel corso del workshop Prevenzione, diagnosi precoce e trattamento mirato dello Spettro dei Disturbi Feto Alcolici e della Sindrome Feto Alcolica e raccolti dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’ISS che ha condotto uno studio per valutare il consumo gestazionale e l’esposizione fetale all’alcol.
“Abbiamo misurato uno dei metaboliti più specifici dell’alcol etilico, l’etilglucuronide (EtG) – dice Simona Pichini dell’ISS, coordinatore del progetto – nei capelli materni e nel meconio neonatale che coinvolge madri e neonati lungo tutto il territorio nazionale italiano. I risultati preliminari, ottenuti in coorti separate di madri e neonati in gravidanza e parto, hanno mostrato che, attualmente, una quantità trascurabile di donne italiane, lo 0,1%, beve in modo sensibile durante la gravidanza e che una piccola percentuale di neonati è esposta all’alcol prenatale”.
Nel progetto sono state arruolate venti partorienti e venti neonati non accoppiati per città provenienti da ospedali del Sistema Sanitario Nazionale dislocati nel Nord, Centro e Sud Italia (isole comprese). I capelli materni, di 8 cm di lunghezza massima, sono stati raccolti alla fine della gravidanza e analizzati poichè l’intera ciocca e il meconio neonatale sono stati raccolti entro le prime 24 ore dopo la nascita. L’etilglucuronide è stato quantificato in entrambe le matrici biologiche attraverso una metodologia convalidata di gascromatografia e spettrometria di massa in tandem.
Concentrazioni di capelli EtG inferiori a 5 pg/mg capelli sono state attribuite a donne astinenti, quelle > 5 pg/mg e inferiori a 30 pg/mg sono state attribuite a donne che consumavano “un pò” di alcol durante la gravidanza e = 30 pg/mg sono state attribuite a bevitrici eccessive
In totale finora sono stati analizzati 781 campioni di capelli materni e 642 di meconio. Solo una donna su 781 (0,1%) ha presentato un consumo eccessivo di etanolo cronico con concentrazione di EtG >30 pg/mg, mentre l’8,2% dei capelli materni ha presentato concentrazioni di EtG >5 pg/mg con 1,4% >11 pg/mg. Quattro neonati (0,6%) sono risultati esposti prenatalmente all’etanolo con concentrazione di meconio EtG >30 ng/g. La percentuale più alta di donne coinvolte nello studio (età media 34 anni) erano italiane (88%) e occupate (69%). Per quanto riguarda il livello di istruzione, il 44% ha un titolo universitario e il 39% ha un livello di istruzione superiore. I quattro nati esposti non presentavano alla nascita alcun segno di evidente disabilità o malformazione.
“L’uso di alcol durante la gravidanza e la successiva esposizione fetale può causare molteplici disturbi perinatali – conclude Simona Pichini – come la nascita prematura, sindromi da astinenza, tremori, iperreflessia e uno sviluppo fisico e mentale alterato nelle fasi successive della vita. Tuttavia i dati odierni ci dimostrano che le politiche applicate dalla salute hanno accresciuto nelle donne italiane la consapevolezza sui rischi associati al consumo di alcol durante la gravidanza”.

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(ITALPRESS).

Covid, 17.155 i nuovi casi e 84 le vittime nelle ultime 24 ore

Sono 1.103.755 gli attualmente positivi in Italia, 17.155 in più di ieri. I deceduti da inizio pandemia sono 164.573, 84 nelle ultime 24 ore, 12 in meno rispetto a ieri. Il tasso positività scende 13,5%, in calo rispetto a 24 ore or sono, mentre salgono i ricoveri ordinari di 87 unità. Sono infatti 9.098 le persone positive attualmente ricoverate negli ospedali, delle quali 363 in terapia intensiva (+7). (ITALPRESS).

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Vaccino Covid, studio Gemelli su rischio riacutizzazione in pazienti IPF

ROMA (ITALPRESS) – Dallo scorso anno, la vita di tutti è cambiata grazie all’introduzione dei vaccini anti-Covid, dei quali è stata garantita la priorità di accesso alle persone più fragili che, in caso di infezione da SARS-CoV-2, avrebbero le conseguenze peggiori. Tra queste, quelle con fibrosi polmonare idiopatica (IPF) una malattia rara, dalla prognosi impegnativa. Si stima che a essere affette da questa condizione in Italia possano essere circa 30-50.000 persone. La malattia progredisce gradualmente con sviluppo di insufficienza respiratoria, e il suo decorso può essere caratterizzato da momenti di crisi gravi, dette esacerbazioni (o riacutizzazioni), che sono gravate di una mortalità intraospedaliera dal 50 all’80%.
“La IPF – spiega il professor Luca Richeldi, direttore della UOC di Pneumologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Pneumologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma – è caratterizzata da aggravamenti acuti delle condizioni cliniche, che sono a loro volta idiopatici; in alcuni casi sono stati collegati a una causa infettiva o a una trombo-embolia polmonare; le vere forme di riacutizzazione acuta di malattia hanno una mortalità fino all’80% e rappresentano la principale causa di morte di questi pazienti, che peggiorano rapidamente nell’arco di qualche settimana. Non c’è una terapia specifica; vengono utilizzati corticosteroidi ad alte dosi, con risultati abbastanza scarsi. Si tratta di eventi catastrofici che è bene intercettare tempestivamente. Tutti i nostri 300 pazienti sono allertati sul fatto che un peggioramento rapido dei sintomi richiede un’allerta precoce al medico curante o l’invio in pronto soccorso”.
Così come non è nota l’eziologia dell’IPF, allo stesso modo non si conoscono le cause scatenanti delle esacerbazioni, anche se si annoverano tra i fattori di rischio le infezioni virali, l’esposizione a tossici ambientali e a polveri. Uno studio appena pubblicato su AJRCCM (American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine) dal dottor Giacomo Sgalla, dal professor Luca Richeldi e colleghi della UOC di Pneumologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, aggiunge però un’importante informazione. Su 10 pazienti ricoverati nel 2021 per un episodio di esacerbazione nell’ambito di una fibrosi polmonare idiopatica, presso la Fondazione Policlinico Gemelli, che è uno dei più importanti centri di riferimento in Italia per questa patologia, quattro presentavano un rapporto temporale con la somministrazione di un vaccino a mRNA anti-Covid, avvenuta qualche giorno prima dell’episodio. In un paziente l’episodio di esacerbazione si è verificato dopo la prima dose, in uno dopo la seconda dose e nei restanti due dopo la dose booster.
“La vicinanza temporale tra somministrazione del vaccino (effettuato tra 3 e 5 giorni prima) e l’inizio dei sintomi – commenta il dottor Sgalla – indica il vaccino anti-Covid come il più probabile trigger dell’esacerbazione acuta”. Al momento del ricovero questi pazienti presentavano indici di infiammazione elevati; alla TAC era evidente un impegno diffuso dell’interstizio polmonare. Tutti sono stati sottoposti a trattamento con alti flussi di ossigeno e ad elevate dosi di cortisonici. Nonostante la tempestiva terapia due di questi pazienti sono deceduti durante il ricovero.
“In questo studio – prosegue Sgalla – abbiamo descritto un evento raro verificatosi nell’ambito di una patologia rara; nel nostro centro seguiamo oltre 300 pazienti con IPF, che sono stati tutti sottoposti a vaccinazione anti-Covid. Solo quattro di loro sono stati ricoverati per una riacutizzazione a distanza di pochi giorni dalla vaccinazione anti- Covid. Queste riacutizzazioni dopo vaccino non sembrano presentare caratteristiche peculiari. E’ possibile che in alcuni di questi pazienti, la liberazione di citochine infiammatorie, causata dalla vaccinazione, possa aver fatto da innesco di questa esacerbazione acuta. Nelle linee guida internazionali sulla IPF ad oggi le vaccinazioni non sono elencate tra i fattori di rischio delle esacerbazioni. Tuttavia, considerato che casi simili, anch’essi molto rari, sono stati segnalati anche dopo vaccinazione antinfluenzale H1N1, suggeriamo di inserire nella lista dei possibili fattori di rischio per riacutizzazioni di IPF anche le vaccinazioni anti-virali”.
“Lo scorso anno -conclude il professor Richeldi – tra i pazienti riacutizzati ricoverati nel nostro centro, abbiamo individuato un piccolo numero di casi, accomunati dal fatto di aver effettuato di recente la vaccinazione anti-Covid. Non si tratta certo di una dimostrazione di causa-effetto, ma di una correlazione temporale che abbiamo voluto segnalare per due motivi. Il primo è che i vaccini a mRNA anti-Covid sono vaccini nuovi, che noi suggeriamo di annoverare tra le potenziali cause di una riacutizzazione. L’altro è per allertare i medici che seguono questi pazienti del fatto che c’è una possibilità, anche se molto remota, che il vaccino possa scatenare una riacutizzazione”.
“Ribadiamo tuttavia la necessità che questi pazienti effettuino, e in modo prioritario, la vaccinazione anti-Covid; perchè un’eventuale polmonite interstiziale da Covid, su un paziente che ha già una patologia interstiziale come la IPF, può avere effetti catastrofici. Quindi in conclusione, il rapporto costo-beneficio rimane largamente in favore della vaccinazione anti-Covid e del ciclo completo (3 dosi complete o 4 per chi ha superato gli 80 anni). Sapere che esiste la possibilità di una riacutizzazione è un’informazione in più che abbiamo oggi. Questi pazienti vanno sorvegliati strettamente soprattutto nelle prime due settimane dopo la vaccinazione, anche da remoto, con un approccio di teleassistenza (tele-saturimetria), per evidenziare tempestivamente delle desaturazioni delle quali magari il paziente non percepisce subito la portata, ma che sono importanti”.

– foto: Ufficio stampa Gemelli

(ITALPRESS).

Covid, 40.522 nuovi casi e 113 decessi nelle ultime 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 40.522 i nuovi casi di Covid in Italia (ieri 43947) a fronte di 305.563 tamponi effettuati su un totale di 215.865.197 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità di oggi. Nelle ultime 24 ore sono stati 113 i decessi (ieri 125) che portano il totale di vittime da inizio pandemia a 164.417. Con quelli di oggi diventano 16.767.773 i casi totali di Covid in Italia. Attualmente i positivi sono 1.131.364 (-15.021), 1.122.194 le persone in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 355 di cui 33 in Terapia intensiva. I dimessi/guariti sono15.471.992 con un incremento di 55.691 unità nelle ultime 24 ore. La regione con il maggior numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore è la Lombardia (5.305), poi Campania (4.751), Veneto (4.176) e Lazio (3.578).
-foto agenziafotogramma.it-
(ITALPRESS).

A Milano nasce “Punto Lilla”, la salute delle donne viagga sulla M5

La Clinica Ostetrico Ginecologica dell’Ospedale Buzzi, con il supporto e la collaborazione della Fondazione Buzzi, inaugureranno mercoledì 11 maggio il Punto Lilla, lo spazio di promozione della salute delle Donne che avrà sede nella fermata Gerusalemme della metropolitana Lilla. Medici del reparto di ostetricia e ginecologia, daranno informazioni e distribuiranno materiale sulla prevenzione delle patologie della riproduzione, la programmazione della gravidanza, la fase peri concezionale, la gravidanza e il periodo dopo il parto. Verranno date informazioni sul ruolo dell’alimentazione, dello stile di vita, dell’assunzione dell’acido folico e delle vaccinazioni volte a migliorare gli esiti della gravidanza e a garantire il benessere del neonato e futuro bambino. Si parlerà di cosa significa il periodo de “I primi 1000 giorni”, dell’allattamento, del microbioma e dell’importanza delle prime fasi nella programmazione della vita futura e nel mantenimento della salute. Inoltre, verranno fornite informazioni pratiche sui consultori, sui centri vaccinali, sugli ambulatori dell’ospedale, sulla sala parto e su tutta la struttura di rete per la migliore assistenza, così importante nel periodo fertile della donna e per il futuro neonato. L’attività di promozione alla salute dedicata alle Donne sarà svolta tutti i giovedì dalle 14:30 alle 17:00. “Siamo molto contenti di questa inaugurazione che rappresenta un ulteriore passo nel nostro percorso volto a garantire il benessere delle neomamme e di quelle che lo diventeranno a breve. Ci teniamo a porre un ringraziamento speciale alla metropolitana Lilla che mette a disposizione lo spazio gratuitamente permettendoci di tenere fede al nostro forte impegno nel fornire continuo supporto alle nostre mamme e ai loro bambini” commenta Stefano Simontacchi, presidente di Fondazione Buzzi. “Metro 5 è sempre al fianco della Fondazione Buzzi anche in questa iniziativa rivolta alle donne che troveranno nel Punto Lilla uno spazio di ascolto e d’informazione a loro dedicato. La Linea 5, ospitando questo significativo progetto, conferma la sua vocazione quale luogo di aggregazione e di accesso ai servizi” commenta Serafino Lo Piano, Amministratore Delegato di Metro 5 S.p.A. “Il nostro intento è di dare informazioni semplici a tutte le donne, ai loro partner e alle loro famiglie, su come favorire attraverso i comportamenti della vita quotidiana, tra cui l’alimentazione, un inizio consapevole ed ottimale della gravidanza, per ridurre lo sviluppo di patologie e favorire un normale decorso sia per la salute della futura mamma che per la vita futura del nascituro” commenta Irene Cetin, direttore del Dipartimento Donna, Mamma e Neonato dell’Ospedale Buzzi di Milano. (ITALPRESS).

– photo credit ufficio stampa Fondazione Buzzi –

Al Gemelli l’assistente virtuale Eric risponde ai dubbi dei pazienti

ROMA (ITALPRESS) – Dalle esigenze condivise dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Olympus, multinazionale giapponese che sviluppa soluzioni orientate al cliente in ambito sanitario, è nata l’idea di realizzare un servizio chiamato Endo-chat, con la creazione dell’assistente virtuale di Artificial Intelligence conversazionale Eric (https://www.ericbotgemelli.it/). Questo percorso è stato realizzato da Olympus in collaborazione con Userbot – società leader nello sviluppo di piattaforme di AI conversazionale (partner tecnologico), e Media for Health, agenzia specializzata nell’healthcare (partner commerciale). Eric è uno strumento informativo, rapido e puntuale, capace di rispondere in autonomia a gran parte dei dubbi di un paziente che deve sottoporsi a un esame endoscopico.
Il settore degli assistenti virtuali è in forte espansione; si stima che il mercato globale possa raggiungere i 3.5 miliardi di dollari nel 20251. L’intelligenza artificiale conversazionale sta rivoluzionando il modo in cui le persone si interfacciano con la tecnologia, abbattendo gli ostacoli fra utenti e strumenti digitali, fino ad arrivare realmente a conversare secondo le dinamiche del linguaggio naturale.
Infatti, mediante la tecnologia di Eric, ogni struttura sanitaria potrà adottare un servizio rapido e intuitivo rivolto ai propri pazienti, così da migliorare significativamente la patient experience. Di fatto, grazie all’assistente virtuale Eric è possibile accrescere l’esperienza dei pazienti, riducendo l’intervento di medici e personale operativo per l’aspetto puramente informativo.
Da gennaio 2022 il Policlinico Gemelli a Roma è il primo ospedale in Italia ad aver introdotto l’AI conversazionale tra i suoi strumenti di assistenza sanitaria per ricevere informazioni sulla preparazione all’esame.
In questo caso specifico, ovvero per i pazienti in cura presso il Policlinico, Eric fornisce indicazioni per prepararsi al meglio alla colonscopia. “Siamo il primo ospedale in Italia – racconta il professor Guido Costamagna, direttore UOC di Endoscopia Digestiva Chirurgica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Chirurgia generale all’Università Cattolica – ad aver introdotto l’Artificial Intelligence conversazionale tra i nostri strumenti di assistenza sanitaria in ambito endoscopico. In questo caso specifico, i pazienti che dovranno effettuare una colonscopia potranno consultare l’assistente virtuale Eric, che sta per Endoscopy robot for intelligent chatbot, per ricevere indicazioni sulla preparazione all’esamè.
‘Crediamo fermamente che questo nuovo servizio Endo-chat possa migliorare il percorso e la preparazione del paziente essendo parte integrante della nostra trasformazione digitalè, ha aggiunto. L’aspetto informativo è fondamentale per la buona riuscita dell’esame. Durante l’accertamento, infatti, il colon deve essere pulito, perchè solo così si potrà esaminarne con cura le pareti, al fine di scovare eventuali lesioni, infiammazioni o polipì.
‘La preparazione intestinale è rilevante per una colonscopia di alta qualità – spiega il dottor Lucio Petruzziello, Responsabile UOS Endoscopia e Screening del Cancro colorettale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS -. Una preparazione intestinale insufficiente aumenta il rischio di una colonscopia incompleta e rende necessario il rifacimento dell’esame a breve scadenza. Per questo motivo è stato importantissimo includere e costruire all’interno del servizio Endo-chat anche un percorso interattivo in cui l’assistente virtuale, Eric, guida il paziente attraverso dei flussi conversazionali preimpostati per indirizzarlo verso il tipo di preparazione più adatta al suo caso clinico specificò.
Il paziente potrà scegliere se iniziare un percorso guidato oppure sottoporre a ERIC specifiche domande.
Qualora il paziente decida di seguire un percorso guidato verrà indirizzato verso la più adatta soluzione per il lavaggio intestinale che terrà in considerazione particolari condizioni di salute quali ad esempio favismo, morbo di chron o gravidanza.
Quanto un servizio digitale può migliorare il modo di lavorare del personale sanitario?
Alla base di un efficace processo assistenziale la comunicazione ha certamente un peso rilevante. Chi lavora nell’ambito sanitario sa molto bene che la cura del paziente parte sin dalla prima interazione: i pazienti chiedono come devono prepararsi all’esame, vogliono essere rassicurati se la colonscopia sarà dolorosa, oppure ottenere una serie di precauzioni a cui dovranno attenersi prima o dopo esame.
Inoltre, si è riscontrato che spesso da paziente a paziente le domande si ripetono e pertanto possono risolversi in risposte standard.
‘Per questo motivo abbiamo da subito pensato che un assistente virtuale come Eric potesse venire incontro a questo tipo di esigenze, rispondendo alle domande più comuni in modo preciso, veloce ed esaustivo – spiega Ariana Di Gemma, coordinatrice Endoscopia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS -. Questo servizio digitale va incontro alle esigenze dei pazienti, risponde 24 su 24 e aiuta a dedicare il tempo risparmiato ad altre attività, rendendo più efficiente il lavoro del personale sanitariò.
Eric è uno strumento di Intelligenza Artificiale conversazionale che consente di creare dialoghi personalizzati e puntuali in base all’utente con cui interagisce, grazie a una piattaforma addestrata per dare informazioni sempre più precise ai pazienti.
Le tecnologie di Natural Language Processing e Deep Learning tramite reti neurali artificiali, creati per Eric, consentono di sostenere conversazioni in linguaggio naturale, apprendendo in maniera automatica dalle interazioni con gli utenti stessi.
Ad esempio, Eric può riferire cosa non ingerire prima dell’esame o cosa ingerire prima e dopo l’esame e ulteriori informazioni utili per i pazienti. Laddove Eric non fosse in grado di formulare una risposta precisa per il paziente, sarà la stessa piattaforma a inoltrare a un operatore sanitario la richiesta affinchè il paziente possa ricevere l’adeguata assistenza.
Dati alla mano, dall’introduzione dell’intelligenza artificiale conversazionale nei sistemi del Policlinico Gemelli, Eric è stato in grado di gestire autonomamente il 94% delle domande inviate dai pazienti, inoltrando quindi solo il restante 6% delle richieste a operatori umani specializzati. Le valutazioni dei pazienti sono entusiasmanti, l’88% ha valutato il servizio eccellente, con un tempo medio di conversazione tra paziente e assistente virtuale pari a 2 minuti e mezzo.
‘Siamo sempre più convinti che il sistema sanitario abbia bisogno di un aiuto per attuare una trasformazione digitale innovativa e sostenibile – afferma Vittorio Martinelli, amministratore delegato di Olympus Italia -. Endo-Chat è solo un primo esempio di come Olympus sta iniziando a muoversi verso creazione di servizi di mutuo valore oltre al prodotto per i nostri clienti e con benefici effettivi sui pazientì.
Mario Mauri CEO di Vivactis Media For Health aggiunge: “La fattiva collaborazione tra Fondazione Policlinico Gemelli e Olympus Medical Systems ha consentito alla nostra agenzia di trasformare le esperienze di interazione con i pazienti in addestramenti della tecnologia di Intelligenza artificiale di UserBot. Abbiamo messo in campo le nostre competenze di settore per configurare appropriatamente la tecnologia”.
‘Siamo felici del progetto realizzato per la Fondazione Policlinico Gemelli di Roma. L’introduzione di Eric nella realtà ospedaliera sarà utile per la patient experience dell’utente finale; allo stesso tempo le informazioni ricevute dal nostro assistente virtuale saranno un valido bacino di dati per migliorare i servizi offerti – commenta Antonio Giarrusso, Founder & CEO di Userbot – Con la nostra tecnologia desideriamo supportare l’ottimizzazione dei processi di prenotazione delle visite, risolvere domande e dubbi sugli esami, centralizzando tutte le informazioni in un’unica piattaforma, ponendo così al centro il paziente. Con l’AI conversazionale possiamo supportare l’ospedale, il personale operativo e i medici per rendere più fluido e veloce il loro lavoro giornaliero, lasciando la parte amministrativa e ripetitiva ad Eric e quella di più alto valore agli operatori umanì.

– foto ufficio stampa Policlinico Gemelli –
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Verso una cura innovativa delle lesioni del midollo spinale

ROMA (ITALPRESS) – Un prototipo di supporto elettrificato necessario al trapianto delle cellule staminali per la rigenerazione delle lesioni del midollo spinale. E’ quanto sta mettendo a punto quest’anno il progetto europeo RISEUP[1], che riunisce in un consorzio a guida Enea partner italiani (Sapienza Università di Roma e Rise Technology Srl), spagnoli (UPV – Universitat Politecnica de Valencia e CIPF – Centro Investigaciòn Prìncipe Felipe) e francesi (CNRS – Centre National de la Recherche Scientifique). “L’obiettivo finale del progetto RISEUP è di realizzare un trattamento innovativo della lesione spinale, basato su trapianto e stimolazione con impulsi elettrici di cellule staminali, che potrebbe migliorare la qualità della vita dei pazienti – sottolinea la coordinatrice del progetto Claudia Consales, ricercatrice ENEA del Laboratorio Salute e Ambiente -. La stimolazione elettrica delle cellule staminali, infatti, può indurre il differenziamento di queste cellule in neuroni, favorendo il loro attecchimento nel tessuto lesionato”.
Enea ha coordinato le attività degli altri partner che nello specifico hanno riguardato: simulazioni per stimare la distribuzione del campo elettrico che verrà generato dal supporto trapiantato a livello della lesione midollare (Sapienza); selezione e produzione di uno specifico materiale adatto a creare un supporto biocompatibile che favorisca l’innesto delle cellule nel tessuto lesionato (UPV); progettazione e costruzione dell’elettrodo da posizionare sul supporto, necessario alla stimolazione delle cellule staminali con gli impulsi elettrici ultra-brevi (RISE Technologies). CNRS e CIPF si sono occupati insieme a ENEA della caratterizzazione degli aspetti biologici e hanno messo a punto le migliori condizioni di crescita e di differenziamento delle cellule staminali in cellule neuronali, presupposto fondamentale per la successiva validazione del protocollo di stimolazione elettrica a livello del supporto.
“In questo primo anno di attività i gruppi del consorzio hanno lavorato con grande sinergia alla messa a punto dell’elettrodo e del protocollo di stimolazione, mediante frequenti riunioni virtuali, necessarie a fornire il corretto scambio di informazioni necessario allo sviluppo della parte sperimentale del progetto. Questo ha consentito il progredire delle attività, nonostante la diffusione ancora in corso della pandemia da SARS-CoV-2. Nel secondo anno la proof of concept del progetto troverà la sua massima realizzazione nella caratterizzazione, mediante esperimenti in vitro, della risposta biologica delle cellule staminali alla stimolazione mediante l’elettrodo appena realizzato”, aggiunge Consales.
Con il concludersi del primo anno di progetto, l’intero consorzio si riunirà a giugno a Valencia (Spagna) per il review meeting con la Commissione europea, che ha l’obiettivo di valutare il lavoro svolto in questo primo anno.
“Sarà un momento molto importante, durante il quale la commissione europea, avvalendosi del supporto di un pannello di revisori esperti della tematica, dovrà giudicare il corretto svolgimento delle procedure progettuali, nonchè l’appropriatezza dello svolgimento della parte sperimentale. Un aspetto molto importante di RISEUP è stata l’assunzione di giovani ricercatori che rappresentano il vero cuore pulsante delle attività sperimentali, con un numero preponderante di ricercatrici”, conclude Consales.

– foto ufficio stampa Enea –
(ITALPRESS).