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Covid, 43.947 nuovi casi e 125 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 43.947 i nuovi casi di Covid in Italia (il 5 maggio 48.255) a fronte di 302.406 tamponi effettuati su un totale di 215.559.634 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità di oggi. Nelle ultime 24 ore sono stati 125 i decessi (il 5 maggio 138) che portano il totale di vittime da inizio pandemia a 164.304. Diventano 16.726.990 i casi totali di Covid in Italia. Attualmente i positivi sono 1.146.385 (-18.739), 1.136.858 le persone in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 9164 di cui 363 in Terapia intensiva. I dimessi/guariti sono 15.416.301 con un incremento di 62.978 unità nelle ultime 24 ore. La regione con il maggior numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore è la Lombardia (5747), poi Campania (5009), Veneto (4464) e Lazio (3807).

– foto agenziafotogramma.it –

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Incidenza Covid in calo e Rt stabile, lieve calo nelle intensive

ROMA (ITALPRESS) – Scende l’incidenza settimanale del Covid-19 a livello nazionale: 559 ogni 100.000 abitanti nel periodo dal 29 aprile al 5 maggio,rispetto ai 699 ogni 100.000 abitanti fatti registrare nel periodo dal 22 al 28 aprile. E’ quanto emerge dai dati del monitoraggio della Cabina di regia diffusi dall’Istituto Superore di Sanità. Nel periodo 13-26 aprile, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,96 (range 0,85- 1,07), sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente. L’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero è al di sotto della soglia epidemica e sostanzialmente stabile rispetto alla settimana precedente: Rt=0,91 (0,88-0,94) al 26 aprile rispetto a Rt=0,93 (0,90-0,96) al 19 aprile. Il tasso di occupazione in terapia intensiva scende al 3,7% (rilevazione giornaliera del ministero della Salute al 5 maggio) rispetto al 3,8% (al 28 aprile). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 14,5% (al 5 maggio) contro il 15,6% (al 28 aprile). Nessuna Regione/PA è classificata a rischio alto. La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile (12%). Anche la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi rimane sostanzialmente stabile (42% rispetto al 40%), come anche la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (46% rispetto al 47%).
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Agostiniani “Covid ha lasciato cicatrice sulla socialità dei bambini”

ROMA (ITALPRESS) – Il 18 maggio, a Sorrento, si apre il congresso della Società Italiana di Pediatria: quattro giorni di incontri e dibattiti sulla campagna vaccinale anti-Covid, sugli effetti della pandemia sui bambini, sull’importanza della formazione e sulla medicina di precisione. Rino Agostiniani, tesoriere della Società Italiana di Pediatria, ne ha parlato in un’intervista all’Italpress.
“Siamo il punto di riferimento per oltre 11.000 pediatri italiani e abbiamo radici antiche. La società è stata fondata due secoli fa, nel 1898. La nostra mission è fare in modo di garantire ai bambini la miglior qualità possibilità di assistenza”, ha spiegato. A proposito di bambini, il pensiero corre ai piccoli in fuga dalla guerra in Ucraina e Agostiniani ha rivelato che nei primi giorni del conflitto la Società Italiana di Pediatria ha inviato, tramite la Croce Rossa, aiuti per 10.000 euro e ha deciso che una percentuale delle quote di partecipazione al Congresso sarà devoluta con lo stesso scopo.
Il tesoriere ha parlato anche del rapporto tra Covid e riduzione della socialità tra i bambini: “In alcuni casi, i minori sono stati colpiti da quella forma particolare chiamata Mis-C, ma sono stati più gravi i cosiddetti effetti collaterali, cioè la perdita di percorsi educativi, di vita sociale, di attività sportiva. Queste mancanze hanno inciso molto su una generazione di bambini. Possiamo dire che si è lasciata una cicatrice: un bambino di sei anni non recupera quel tempo e abbiamo già avuto i primi riscontri con una crescita estremamente rilevante di disturbi comportamentali dai 5 anni all’età dell’adolescenza”.
Agostiniani ha illustrato anche i temi del Congresso di Sorrento: “Attività formativa in presenza, punto sulle strategie vaccinali, effetti del Covid con particolare interesse all’entità non ben definita del long Covid e medicina di precisione”.
Proprio sulla medicina di precisione il tesoriere ha posto l’accento: “Mi sta molto a cuore. Non si tratta di trovare qualcosa di specifico per una certa malattia, ma di dar vita a una medicina basata sulla persone, si tratta di entrare nella logica di una medicina che curi quell’individuo dove la malattia sta creando dei problemi, considerando che ogni individuo è diverso da un altro e ciò vale per adulti e bambini”. Si approfondirà anche l’argomento della salute futura: “Parleremo di come nei primi periodi della vita si pongono le basi della salute futura – ha detto Agostiniani -. Nei primi 1000 giorni di vita si costruiscono percorsi di cambiamento metabolico determinante per il futuro, incidere in quel periodo lì è importante non tanto per una sola persona, quanto per la popolazione”. Più la collettività è sana, meno sarà il carico per la società. Infine un passaggio sulle sculacciate: educative o no? “L’argomento è scivoloso, non è tanto importante lo scapaccione quanto avere la chiarezza sui ruoli – ha concluso il pediatra -. Un conto è il ruolo del padre e della madre, un conto quello dell’amico, quando vedo bambini che trattano i genitori come compagni di banco vuol dire che le cose non vanno bene”.

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Intelligenza artificiale arma per prevedere chi si ammalerà di demenza

ROMA (ITALPRESS) – In Italia ci sono quasi 400 mila persone che nel giro di 3-5 anni andranno certamente a ingrossare le fila dei pazienti con demenza; si tratta di soggetti di fatto già ammalati di una forma molto iniziale (prodromica) di malattia: con l’aiuto dell’intelligenza artificiale i medici potranno scovare per tempo questi individui, prima cioè che manifestino i sintomi irreversibili e progressivi della patologia. Questo potrebbe cambiare il corso delle cure, una volta che si rendessero disponibili dei nuovi farmaci contro l’Alzheimer, la forma più diffusa di demenza e anche permettere un intervento mirato e precocissimo con i farmaci attualmente disponibili e sui fattori di rischio/protezione che sono già noti. E’ proprio a tale scopo che è in corso uno studio europeo su intelligenza artificiale e demenze, che è stato il cuore di due giornate presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS-Università Cattolica e l’IRCCS San Raffaele: si è svolta, infatti, l’Assemblea generale (General Assembly) del progetto internazionale AI-Mind, questo il nome dello studio, “Strumenti di intelligenza digitale per lo screening della connettività cerebrale e la stima del rischio di demenza nelle persone affette da Disturbo cognitivo lieve”.
Il progetto è finanziato dalla Commissione europea con circa 14 milioni di euro; l’Italia partecipa al progetto con 4 unità operative. Obiettivo della General Assembly dello studio AI MIND è fare il punto sui progressi del progetto i cui primi risultati dovrebbero essere disponibili e applicabili entro i prossimi due anni.
In Italia, rileva il professor Paolo M. Rossini, direttore del Centro per Demenze Alzheimer e Disturbi cognitivi dell’IRCCS San Raffaele, “ci sono circa 750.000 persone con declino cognitivo lieve, ovvero soggetti con un elevatissimo rischio di ammalarsi di demenza: metà di queste è di fatto già ammalata di una forma molto iniziale (prodromica) di demenza che si svilupperà in modo evidente nei successivi 3-5 anni mentre la rimanente metà rimarrà autonoma e procederà secondo le normali curve di invecchiamento fisiologico”.
“L’identificazione all’interno della popolazione di età superiore ai 60 anni di soggetti con ‘disturbo cognitivo lievè ovvero di quelle persone che – pur essendo ancora sostanzialmente sane – hanno un elevatissimo rischio di sviluppare demenza, rappresenta una delle urgenze maggiori in tema di politiche sanitarie per la corretta allocazione delle risorse economiche per questa patologia”, spiegano i professori Camillo Marra del Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento, Neurologiche, Ortopediche e della Testa-Collo e Clinica della Memoria della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS).
Il progetto AI-MIND, si propone come strumento decisionale di supporto per l’identificazione precoce di questi soggetti a rischio di sviluppare la demenza, attraverso l’applicazione dell’intelligenza artificiale a innovativi strumenti di indagine neurofisiologica, neuropsicologica e genetica.
AI-MIND è un progetto europeo promosso dal programma di ricerca e innovazione dell’UE per il 2021-2027 Horizon 2020; coinvolge quindici partner provenienti da otto paesi europei. Il progetto vede coinvolti oltre 100 ricercatori europei in un consorzio che include neurologi, geriatri, psichiatri, bioingegneri, statistici, bioinformatici ed esperi dell’Health Technology Assessment. Lo studio vede anche la partecipazione di Alzheimer Europe, l’associazione che riflette a livello europeo tutte le consorelle nazionali di Malati e famigliari.
Lo studio coinvolgerà 1000 partecipanti con lievi deficit cognitivi (MCI) di età compresa tra i 60 e gli 80 anni, che saranno reclutati in quattro paesi europei: Italia, Norvegia, Spagna e Finlandia. Per l’Italia i centri coinvolti nello studio sono appunto l’Università Cattolica (responsabile professor Camillo Marra), ALTEMS (direttore professor Americo Cicchetti); IRCCS San Raffaele (responsabile Prof. Paolo Maria Rossini) e l’azienda spin-off accademico di ricerca Neuroconnect (responsabile professor Fabrizio Vecchio).
Al momento oltre 10 milioni di persone sono affette da demenza in Europa e si stima che siano circa il doppio le persone affette da deterioramento cognitivo lieve (MCI). AI MIND si propone di fornire uno strumento in grado di rispondere ai bisogni di diagnosi precoce a basso costo e di facile fruibilità per tutti questi soggetti e le loro famiglie.
“L’intelligenza umana – spiega il professor Rossini – non è in grado di estrarre in un tempo ragionevole tutte le informazioni contenute nell’esito di esami (biomarcatori) oggi eseguibili tramite test neuropsicologici avanzati, metodiche di neuroimmagini strutturale e funzionale (per esempio l’elettroencefalogramma) e test genetici. L’utilizzo di varie metodiche di Intelligenza Artificiale quali machine learninge deeplearning potrà rilevare parametri e correlazioni che il cervello umano (anche quello dell’esaminatore più attento e competente) non è in grado di rilevare e di farlo sulla base di elementi che hanno un peso diverso da paziente a paziente (cioè con un approccio personalizzato)”.
“Con AI-Mind – concludono i professori Marra e Cicchetti – si punta a fornire uno strumento diagnostico capace di automatizzare e velocizzare un processo di elaborazione di una vasta mole di dati clinici per ciascun paziente, sì da poter arrivare nel giro di poche ore a un ‘risultato predittivò affidabile. La disponibilità di uno strumento di questo tipo permetterà di cambiare il paradigma diagnostico nella demenza, fornendo ai medici un supporto tecnologico che permetterà di ridurre, da un lato la variabilità di comportamento tra gli operatori, dall’altro le disuguaglianze nell’accesso alla diagnosi”.
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Spondiloartrite e mal di schiena infiammatorio, al via “Passi di SAlute”

MILANO (ITALPRESS) – Sintomi che possono trarre in inganno ed essere confusi, ad esempio, con un banale mal di schiena; una serie di esami, valutazioni e trattamenti non mirati alla problematica prima della diagnosi e dell’avvio del corretto percorso terapeutico.
Tempo prezioso perso; una costante nelle storie di chi soffre di spondiloartriti con un notevole impatto sulla qualità della vita.
Per questo è nato “Passi di SAlute”, un progetto di sensibilizzazione sulle spondiloartriti promosso da Novartis, con il patrocinio delle principali Associazioni di pazienti con malattie reumatologiche, per porre maggior attenzione sulla patologia in modo da ridurre i tempi alla diagnosi e limitare le gravi conseguenze che mesi o anni di ritardi possono provocare.
Protagonista del progetto Passi di SAlute è Giorgio, persona con spondilite anchilosante, una particolare forma di spondiloartrite, che percorrerà fisicamente e metaforicamente un percorso di oltre 120 km per portare l’attenzione sulla patologia e dimostrare come un corretto percorso diagnostico terapeutico può portare non solo a un miglioramento della qualità di vita ma permettere anche di compiere grandi imprese come quella di affrontare lunghi cammini con lo zaino sulle spalle ed avere accesso a luoghi meravigliosi custoditi nel cuore del nostro Paese.
La camminata si svolgerà, infatti, lungo la “Via Degli Dei”, un’antica strada militare che collega Bologna a Firenze e che prende il nome da una serie di monti che la caratterizzano: Monte Adone, Monte Venere e Monte Luario (la dea della Luna).
Ma sarà anche un cammino metaforico attraverso tutti “i passi” che una persona con spondiloartrite percorre per riuscire a gestire la malattia e raggiungere un adeguato livello di qualità di vita. Una partenza che può rivelarsi difficile e dolorosa nel percepire e riconoscere i primi sintomi, a volte sottovalutati e confusi con altri stati, per procedere con visite specialistiche di diverso genere e arrivare poi a una corretta diagnosi e alla terapia adeguata.
Un percorso lungo che spesso dura anni e che rischia di segnare fisico e psiche se non affrontato con i tempi corretti e nel modo più appropriato. Insomma, proprio come un vero viaggio sui sentieri.
“Con il termine spondiloartriti si intende un gruppo di malattie reumatologiche infiammatorie croniche che coinvolgono principalmente la colonna vertebrale, ma possono estendersi anche ad articolazioni periferiche degli arti superiori e inferiori. Uno dei sintomi più importanti e distintivi delle spondiloartriti all’esordio è il mal di schiena infiammatorio con possibile interessamento delle articolazioni sacroiliache. I pazienti lamentano dolore, rigidità, affaticamento e una perdita progressiva della mobilità della colonna vertebrale. Se non diagnosticata e trattata per tempo, la malattia può portare a progressiva riduzione della mobilità della colonna vertebrale e a severa disabilità”, ha affermato Roberto Caporali, Direttore del Dipartimento di Reumatologia e Scienze Mediche dell’ASST Gaetano PiniCTO di Milano.
A soffrire di spondiloartriti assiali è circa 1 persona su 20 con mal di schiena cronico.
Le persone con mal di schiena cronico potrebbero non essere diagnosticate o minimizzare la causa sottostante del dolore, ma esistono 2 tipi di mal di schiena: quello meccanico e quello infiammatorio. Per i pazienti affetti da mal di schiena, è importante distinguere l’eziologia del dolore infiammatorio da quella del dolore meccanico. A far sospettare una spondiloartrite assiale è il mal di schiena infiammatorio che spesso compare prima dei 40 anni, persiste 3 o più mesi, e soprattutto si accompagna a rigidità mattutina e dolore che migliora con il movimento o con l’esercizio fisico. I sintomi peggiorano con il riposo, si intensificano specialmente al mattino o durante la notte.
“Ancora troppo spesso il mal di schiena viene erroneamente confuso con un dolore collegato all’età, quando invece nella sua forma infiammatoria riguarda soprattutto giovani (più spesso maschi) nel pieno della vita lavorativa. Infatti, tra i problemi dei pazienti che soffrono di mal di schiena infiammatorio sicuramente la difficoltà di arrivare ad una diagnosi rappresenta uno dei maggiori ostacoli e, spesso, questa arriva dopo che la malattia ha già causato danni irreparabili. Il paziente prima di arrivare al reumatologo di riferimento, rallenta il suo percorso alla diagnosi cercando soluzioni alternative alla gestione del sintomo. Fare cultura sulla corretta interpretazione dei sintomi, sul valore del reumatologo e aumentare la consapevolezza di altre figure professionali e specialisti (es. fisioterapisti, ortopedici, neurochirurghi, MMG ma anche personal trainers o altre persone a cui chi ha mal di schiena può rivolgersi) rappresentano elementi chiave nel raggiungimento di una diagnosi precoce”, ha affermato Carlo Selmi, Responsabile dell’Unità Operativa Reumatologia e Immunologia clinica in Humanitas, Professore Ordinario di Medicina Interna, Humanitas University di Milano.
E’ importante inoltre ricordare quanto un’attività fisica adeguata possa supportare il successo di una terapia farmacologica, nell’ottica sia della gestione della patologia che della qualità di vita del paziente, oltre a preservare l’elasticità della colonna.
Passi di SAlute è un’iniziativa che mira ad accrescere la consapevolezza sul mal di schiena infiammatorio e a ridurre i tempi necessari alla diagnosi delle spondiloartriti assiali, favorendo la corretta gestione e la precoce presa in carico del paziente, ed è patrocinata dalle principali Associazioni di Pazienti, ANMAR – Associazione Nazionale Malati Reumatici, APMARRAssociazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, ALOMAR – Associazione Lombarda Malati Reumatici, AMRER – Ass. Malati Reumatici Emilia Romagna, ATMAR – Associazione Toscana Malati Reumatici e ONDA – Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere.
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Covid, 48.255 nuovi casi e 138 decessi nelle ultime 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 48.255 i nuovi casi di Covid in Italia (ieri 47.039) a fronte di 327.178 tamponi effettuati su un totale di 215.257.228 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità di oggi. Nelle ultime 24 ore sono stati 138 i decessi (ieri 152) che portano il totale di vittime da inizio pandemia a 164.179. Con quelli di oggi diventano 16.682.626 i casi totali di Covid in Italia. Attualmente i positivi sono 1.165.124 (-21.946), 1.155.371 le persone in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 9384 di cui 369 in Terapia intensiva. I dimessi/guariti sono15.353.323 con un incremento di 70.523 unità nelle ultime 24 ore. La regione con il maggior numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore è la Lombardia (6362), poi Veneto (5344), Campania (5112) e Emilia Romagna (4041).
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“Bonus psicologico”, Anelli “Includere anche gli psicoterapeuti medici”

ROMA (ITALPRESS) – Includere anche gli psicoterapeuti medici, e non solo gli psicologi, tra i professionisti ai quali il cittadino può rivolgersi con l’aiuto del “bonus psicologico” previsto dal “Milleproroghe”. E’ la richiesta del presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli. Che, pochi giorni dopo l’approvazione in Conferenza Stato Regioni del Decreto attuativo che definisce le modalità per accedere al contributo economico, ha preso oggi carta e penna e ha scritto una lettera al ministro della Salute Roberto Speranza.
Sia il dispositivo di Legge sia il nuovo decreto interministeriale, firmato dallo stesso Speranza di concerto col ministro dell’Economia e Finanze Daniele Franco, indicano, tra i professionisti presso i quali usufruire del bonus – la cui entità dipende dal reddito e ha un tetto massimo di 600 euro – solo gli psicologi, “dimenticando” gli psicoterapeuti medici.
La normativa vigente, invece, prevede che l’esercizio dell’attività psicoterapeutica sia “subordinato ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali” presso strutture riconosciute.
“Nel riconoscere l’impegno da Lei profuso nell’ultima legge di bilancio per garantire l’accesso ai servizi psicologici delle fasce più deboli e per lenire il disagio psicologico di bambini e adolescenti, non posso esimermi dal rilevare quanto segue”, premette Anelli. Che continua illustrando, appunto, il quadro giuridico e sottolineando come “bene primario per la professione medica resta ed è sicuramente la tutela della salute fisica e mentale del cittadino, così come enunciato tra i principi fondamentali della Carta Costituzionale”.
“Il bene ‘salutè, infatti, oltre che diritto soggettivo e individuale, costituisce anche un interesse per la collettività, in quanto strumento di elevazione della dignità individuale – conclude Anelli -. La libera scelta del professionista, medico o psicologo, cui rivolgersi costituisce diritto fondamentale del cittadino ed elemento fondante dell’alleanza terapeutica”.

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Dal 18 al 21 maggio a Sorrento il 77° Congresso italiano di Pediatria

ROMA (ITALPRESS) – I progressi della medicina di precisione, che offrono nuove speranze a bambini considerati inguaribili sino a poco tempo fa, la ricerca, la minaccia dell’antibiotico-resistenza, la medicina di genere in Pediatria, senza dimenticare le vaccinazioni, il Covid-19 e il long Covid. Saranno questi (e non solo) i temi al centro del 77° Congresso Italiano di Pediatria, il più importante evento della prestigiosa e riconosciuta tradizione pediatrica italiana, promosso dalla Società Italiana di Pediatria. L’evento, dopo le ultime due edizioni svolte interamente in modalità telematica a causa della pandemia, torna nuovamente in presenza da mercoledì 18 a sabato 21 maggio presso l’Hilton Sorrento Palace di Sorrento. A presiederlo, per la prima volta dopo oltre 120 anni, una donna: la presidente della SIP, Annamaria Staiano, eletta alla guida della Società Italiana di Pediatria a maggio dello scorso anno.
Centinaia le relazioni di altrettanti professionisti della Pediatria che presenteranno novità e ricerche nei vari ambiti di competenza, grande spazio ai giovani pediatri, con circa 600 specializzandi che parteciperanno ai lavori, autori di 387 contributi, e che saranno protagonisti di oltre 10 ore di lavori durante le giornate del Congresso.
“Il filo conduttore di questa edizione del Congresso Italiano di Pediatria sarà la stimolazione alla partecipazione dei giovani alla ricerca scientifica – dichiara la presidente SIP Annamaria Staiano -. Sono fermamente convinta che per formare un buon pediatra siano essenziali competenze nel campo della ricerca. Questa necessità si è accentuata nell’ultimo decennio con la medicina traslazionale che ha reso fondamentale integrare nel background formativo del pediatra nozioni di ricerca per poter ‘traslarè al letto del paziente le nuove conoscenze acquisite. Purtroppo, questa necessità di ricerca scientifica è in controtendenza con il numero di ricercatori medici. Tanto a livello nazionale quanto a quello internazionale, infatti, questo numero si riduce anno dopo anno”.
Il 77° Congresso Italiano di Pediatria sarà occasione per confrontarsi su temi scientifici correlati con l’innovazione tecnologica e la ricerca, con particolare riferimento ai bambini con malattie croniche complesse, rare e disabilità che interessano ormai il 15-20% della popolazione pediatrica.
Ampio spazio sarà inoltre dedicato ad alcuni temi sociali esplosi negli ultimi anni e che sempre più entrano a far parte del patrimonio culturale dei pediatri: dalle diseguaglianze alla povertà, anche educativa, sino alle tematiche correlate con la pandemia.
Senza dimenticare i disastri umanitari posti dalla guerra e dalla migrazione che hanno come prime vittime i bambini. E infatti, come gesto di attenzione dei pediatri italiani verso i bambini dell’Ucraina il Consiglio Direttivo della SIP ha deciso di destinare il 3% delle quote di iscrizione al Congresso alla costituzione di un fondo che servirà a sovvenzionare progetti di assistenza sanitaria rivolti ai minori ucraini.
Alla inaugurazione del 77° Congresso Italiano di Pediatria che si terrà il 18 maggio alle ore 16, sono previsti i saluti istituzionali (in modalità telematica) del ministro della Salute Roberto Speranza e della Ministra della Famiglia Elena Bonetti.
Parteciperanno inoltre il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli (‘Bambini e COVID-19: dal rischio di
malattia grave alle vaccinazionì) e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi (‘I fondi per la ricercà). Dodici le letture magistrali in programma tenute da autorevoli esponenti del panorama istituzionale, scientifico e accademico italiano. Per citarne alcune: ‘Mozione infanzià, dell’onorevole Paolo Siani, vicepresidente commissione parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza; ‘Prescrizione di farmaci durante la pandemia: tra onda mediatica ed evidenze scientifichè di Nicola Magrini, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco; ‘Bambini e famiglie in Italia tra diseguaglianze e povertà’ di Andrea Brandolini, Vice capo dipartimento di economia e statistica della Banca d’Italia; ‘Bambini internautì, di Veronica Barassi, antropologa ed esperta delle implicazioni sociali e politiche delle tecnologie sui dati e intelligenza artificiale.

– foto ufficio stampa Società italiana di pediatria –
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