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Covid, 69.596 nuovi casi e 150 decessi nelle ultime 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Secondo il bollettino del ministero della Salute, i nuovi positivi sono 69.596 (rispetto ai 69.278 di ieri). Oggi si registrano 150 decessi (ieri erano 149). I tamponi processati sono 469.803 che portano il tasso di positività al 14,8%. I guariti sono 90.774 mentre per gli attualmente positivi si registra un decremento di 20.801 unità per un totale di 1.253.056. Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari, sono 10.078 i degenti mentre in terapia intensiva i pazienti sono 471 con 65 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare vi sono 1.242.507 persone. La Lombardia è la prima regione per numero di contagi (9.368), seguita da Veneto (7.605) e Lazio (7.591).
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Fondazione Giglio di Cefalù, una nuova risonanza magnetica e prima CardioRM

CEFALU’ (PALERMO) (ITALPRESS) – Un aggiornamento tecnologico che di fatto ha rinnovato la risonanza magnetica della Fondazione Giglio di Cefalù, digitalizzando l’apparecchiatura, consente, da oggi, all’ospedale siciliano di inserire nell’offerta sanitaria, tra gli esami strumentali sofisticati, la CardioRM.
Un’evoluzione della diagnostica per immagini che permette di stabilire se il paziente è affetto da patologie cardiache e di individuarne lo stadio.
Stamane è stato effettuato il primo esame da una equipe multidisciplinare che vede insieme radiologi (diretti da Tommaso Vincenzo Bartolotta), cardiologi (diretti da Tommaso Cipolla) e lo staff del Centro Cardiologico Monzino di Milano guidato da Gianluca Pontone, direttore del Dipartimento di Cardiologia perioperatoria e Imaging Cardiovascolare.
“Incrementiamo e rafforziamo – ha detto il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano – la nostra collaborazione con il Centro Monzino e con il dottor Pontone uno dei massimi esperti di imaging cardiaca in Italia. Nel 2020 siamo partiti con la Cardio TC ed oggi aggiungiamo anche la CardioRM dotando l’Istituto di tutte le tecnologie più evolute per fare diagnosi sul cuore”.
La Fondazione Giglio ha investito 800 mila euro per l’aggiornamento della risonanza, dotata di un magnete di potenza da 1,5 tesla, per l’acquisizione di tutti i software necessari ad attualizzare e a digitalizzare la macchina.
“E’ ormai impossibile pensare di eseguire una moderna cardiologia – ha sottolineato Pontone – in assenza di uno strumento così essenziale come la RM cardiaca”.
“L’esito fornisce – ha spiegato Tommaso Cipolla – non solo informazioni di tipo morfologico (immagini ad alta definizione del cuore) ma soprattutto informazioni di tipo funzionale, con particolare riferimento alla caratterizzazione tissutale: ad esempio localizzazione e quantificazione di ischemia o di fibrosi o di edema o di accumulo intracellulare patologico di vari tipi di sostanze. La CardioRM consente, inoltre, di rilevare e studiare molte malattie del cuore fra cui: miocardite, cardiomiopatie idiopatiche e cardiomiopatie secondarie”.
L’esame viene eseguito come qualsiasi risonanza magnetica contestualmente ad un elettrocardiogramma per sincronizzare le immagini con il battito cardiaco. Viene impiegato il mezzo di contrasto. “Una volta rispettate le usuali regole di sicurezza di qualsiasi esame RM, non sussistono rischi aggiuntivi legati all’esame cardiaco in “, ha concluso Pontone. La collaborazione con il Monzino prevede anche la formazione di specialist del Giglio che collaboreranno nel team della CardioRM fra questi i radiologi Valerio Alaimo e Maria Grazia Micchia, e il cardiologo Josephal Salvia.
La CardioRM come la CardioTC si può prenotare sia con il Servizio sanitario nazionale al numero dedicato 0921.920571 (lunedi-venerdì dalle ore 9 alle ore 13 e martedi e giovedì dalle ore 15 alle 17) che in solvenza al numero 0921.920126.
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Pazienti oncoematologici e Covid, presto le linee guida di trattamento

ROMA (ITALPRESS) – Quale rischio corre un paziente affetto da malattia oncoematologica se contrae il Covid-19? E qual è la sua risposta i vaccini e alle terapie anti-SARS CoV-2? Sono le domande alle quali ha cercato di dare risposta un vasto studio internazionale (EPICOVIDEHA), patrocinato dalla Società Europea di Ematologia (EHA) e coordinato dal professor Livio Pagano, direttore dell’UOC di Ematologia Geriatrica ed Emopatie Rare del Dipartimento Diagnostica per Immagini, Radioterapia Oncologica ed Ematologia Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Professore associato di Ematologia, Università Cattolica del Sacro Cuore campus di Roma, che ha coinvolto circa 100 centri clinici in circa 27 nazioni europee ed extra-europee.
I risultati di questo studio hanno guidato nella stesura delle prime linee guida di trattamento sull’argomento, quelle dell’ECIL (European Conference on Infections in Leukemia and Stem Cells Transplantation), coordinate dal professor Livio Pagano insieme al professor Simone Cesaro dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, di prossima pubblicazione sulla rivista Leukemia.
“Lo scorso anno, in epoca pre-vaccinale 2020 – ricorda il professor Pagano – è stato pubblicato un primo studio su 3.800 casi di emopatie maligne (linfomi, leucemie, mieloma). In questo setting abbiamo registrato un tasso di mortalità del 31 per cento. Poi, da febbraio 2021 abbiamo cominciato a vaccinare i nostri pazienti. In epoca pre-vaccinale, il più alto tasso di mortalità lo osservavamo nei soggetti con leucemia mieloide acuta (la malattia che ha colpito Sinisa Mihajlovic, ex calciatore e attuale allenatore del Bologna), meno nei linfomi e nei mielomi. Ma dopo l’introduzione delle vaccinazioni e delle terapie anti-Covid (anticorpi monoclonali e antivirali), il quadro è cambiato radicalmente. Uno studio italiano coordinato da Francesco Passamonti (Università dell’Insubria), al quale ha preso parte anche il nostro gruppo, ha dimostrato che i pazienti con malattie linfoproliferative (linfomi, mielomi e leucemia linfatica cronica) dopo il vaccino mostrano una bassa sieroconversione; il vaccino insomma sembra funzionare poco, perchè solo il 16-30% di questi pazienti presenta la comparsa di anticorpi dopo la vaccinazione”.
“Da queste premesse – prosegue il professor Pagano – abbiamo deciso di effettuare un ampio studio (EPICOVIDEHA), patrocinato dalla Società Europea di Ematologia (EHA) e da noi coordinato, per valutare l’andamento del Covid- 19 nei pazienti oncoematologici vaccinati (le cosiddette infezioni breakthrough). Lo scorso marzo, abbiamo pubblicato un report preliminare sulla rivista Blood, sui primi 119 casi raccolti, mentre lo studio definitivo, chiuso a fine febbraio 2022, ha incluso un totale di oltre 1.500 casi”.
In questa popolazione di vaccinati, i casi Covid-19 registrati sono stati a carico soprattutto dei pazienti affetti da forme linfoproliferative (linfomi, mielomi e leucemia linfatica cronica) e questo conferma l’osservazione di un minor funzionamento del vaccino anti-Covid in questa categoria di pazienti.
“Tra i vaccinati – sottolinea il professor Pagano – si è osservata tuttavia una riduzione dei casi severi-critici; questo significa che il vaccino permette comunque di proteggere dalle forme gravi di infezione e di ridurre il numero dei ricoveri. Ma soprattutto, il fatto più importante è che il tasso di mortalità tra i pazienti oncoematologici vaccinati è sceso dal 31 al 9%, senza differenze tra le diverse varianti di Covid-19; nei pazienti affetti da leucemia mieloide acuta, il tasso di mortalità è risultato uguale a quello osservato nelle altre emopatie maligne”.
Da sottolineare anche il fatto che la variante Omicron, per questi pazienti è tutt’altro che un ‘raffreddorè. “L’Omicron – afferma Pagano – non è meno aggressiva delle altre varianti e può dar luogo a forme gravi-critiche. Purtroppo abbiamo visto infezioni sia dopo due dosi, che dopo la cosiddetta ‘terzà dose e adesso cominciamo a vedere casi di Covid-19 anche nei pazienti che hanno fatto la quarta dose. La maggior parte di questi pazienti è stata vaccinata con i vaccini a mRNA, ma non abbiamo riscontrato grandi differenze di risultato tra i diversi vaccini”.
Una novità molto importante, anche alla luce dell’efficacia non ottimale del vaccino in alcuni di questi pazienti, è rappresentata dalla recente introduzione delle terapie anti-Covid-19 (anticorpi monoclonali e antivirali). “Quelli che funzionano meglio – sostiene il professor Pagano – sono gli anticorpi monoclonali (sulla variante Omicron funziona il sotrovimab) e soprattutto l’associazione anticorpi monoclonali-antivirali. Sui pazienti con forme asintomatico-lievi, il successo è totale con i soli anticorpi; nelle forme severe-critiche è meglio ricorrere all’associazione monoclonali-antivirali, che riduce la mortalità del 90% nella malattia critica, ponendosi dunque come vera e propria terapia salvavita”.
I fattori aggravanti la prognosi nei pazienti oncoematologici che contraggono il Covid-19 sono una malattia ematologica non controllata, l’età avanzata, la presenza di comorbilità; fattori
favorevoli per la prognosi sono invece l’impiego di trattamenti con antivirali o anticorpi monoclonali, da soli o in combinazione.
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Cimo-Fesmed “Che fine hanno fatto i 311 mln che spettano ai medici?”

ROMA (ITALPRESS) – “Più di 311 milioni di euro. A tale cifra ammonterebbe il tesoretto che nel solo 2019 sarebbe spettato ai medici dipendenti del SSN e che invece le Aziende non gli avrebbero riconosciuto”. Lo afferma in una nota la Federazione CIMO-FESMED, che richiederà l’intervento della Corte della Conti.
“Il condizionale tuttavia è necessario: un’Azienda su quattro, infatti, non rispetta l’obbligo di pubblicare i dati relativi alla costituzione dei fondi contrattuali e all’utilizzo degli stessi, rendendo impossibile qualsiasi valutazione di congruità tra le risorse stanziate all’atto della costituzione dei fondi e le risorse spese nell’utilizzo delle stesse. Un’assenza di trasparenza che riguarda sempre più aziende (nel 2015 il 13,10% aveva fornito dati parziali; nel 2019 tale percentuale è arrivata al 25,15%), motivo per il quale – prosegue la nota -. Parliamo dei residui dei fondi contrattuali necessari a finanziare una parte (cosiddetta accessoria) dello stipendio dei medici dipendenti del SSN, che secondo l’analisi del sindacato CIMO-FESMED ammonterebbero, nel 2019, a 311.651.498 euro. Un fenomeno che si può riscontrare anche negli anni precedenti e che desta preoccupazione. Tali residui, infatti, frutto della differenza tra costituzione dei fondi contrattuali e loro utilizzo, dovrebbero essere integralmente spesi nell’anno al quale si riferisce la costituzione dei fondi stessi, ed eventuali risorse eccedenti dovrebbero essere riversate nelle buste paga dei medici l’anno successivo”.
“Ebbene, questo principio non viene applicato in numerose Aziende, che invece accumulano le risorse, e ci auguriamo non le utilizzino per finanziare altre voci di spesa. La Federazione CIMO-FESMED continuerà dunque a verificare l’effettiva erogazione dei residui richiedendo a ogni Azienda gli atti amministrativi che testimoniano l’avvenuto conguaglio. L’analisi condotta in alcune Aziende ha già evidenziato situazioni inaccettabili, in merito alle quali il sindacato ha intrapreso azioni adeguate a tutela dei diritti dei professionisti – sottolinea la CIMO-Fesmed -. Ma quel che è ancora più grave, è che tale prassi si sia verificata a valle di una serie di disposizioni che tra il 2010 ed il 2019 hanno tagliato drasticamente le retribuzioni dei medici: in media, dal 2010 al 2019 ogni medico dipendente ha perso cumulativamente 15.700 euro. Un calcolo che non tiene conto delle diverse retribuzioni per incarico dirigenziale, ma che è il risultato della divisione del totale dei fondi contrattuali per il numero dei medici dipendenti del SSN. Tagli che sono quindi frutto della diminuzione, tra il 2010 ed il 2019, di oltre il 20% delle risorse utilizzate per il trattamento accessorio dei medici, a fronte di una diminuzione del numero di medici dipendenti del SSN che si attesta attorno al 4%”.
«Non stupiamoci, allora, se sempre più medici decidono di abbandonare gli ospedali pubblici e i giovani scelgono di lavorare all’estero. Va benissimo pensare alle riforme strutturali del Servizio sanitario nazionale, ma se non si mette mano anche a questi temi sarà impossibile colmare la carenza di personale. Per questo la trattativa per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro, che ci auguriamo parti il prima possibile, sarà fondamentale. Chiederemo di recuperare la differenza evidente con i salari dei medici degli altri Paesi europei e di introdurre strumenti che impongano alle Aziende l’utilizzo corretto dei residui dei fondi contrattuali», dichiara il presidente della Federazione CIMO-FESMED Guido Quici.
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Covid, durante il lockdown sintomi di depressione per 5 persone su 10

ROMA (ITALPRESS) – In Italia durante il lockdown l’88,6% delle persone sopra i 16 anni ha sofferto di stress psicologico e quasi il 50% di sintomi di depressione, con le persone più giovani, le donne e i disoccupati che si sono rivelati più a rischio. Sono questi i risultati di una survey condotta dall’Iss e dall’Unità di Biostatistica Epidemiologia e Sanità Pubblica del Dipartimento di Scienze Cardio-Toraco-Vascolari e Sanità pubblica dell’Università degli Studi di Padova, appena pubblicata dalla rivista Bmj Open. Lo studio si basa su interviste somministrate via web attraverso il portale del progetto (www.prestoinsieme.com). In totale hanno risposto alla survey 5008 persone, di età media 37 anni e in prevalenza donne (63%).
Ecco i risultati principali: l’88,6% del campione ha lamentato sintomi di stress psicologico, più frequente nelle donne (il 63% di chi ha avuto il sintomo era donna) e nei disoccupati. Metà dei soggetti hanno sofferto di sintomi depressivi moderati (il 25,5%) o gravi (il 22%). Le giovani donne hanno mostrato una maggiore probabilità di sintomi gravi. Il 23,3% ha mostrato un impatto psicologico moderato o severo. Anche in questo caso le donne e i giovani sono emersi come i gruppi più a rischio.
In generale si è assistito ad una diminuzione della qualità della dieta, con un consumo meno frequente di latticini, frutta e verdura, e, in particolare per soggetti con sintomatologia depressiva, un incremento dei consumi di cibi ricchi di grassi e zuccheri.
“Questi risultati – concludono gli autori – possono essere utili nella valutazione complessiva delle risposte a nuovi outbreaks pandemici, perchè forniscono indicazioni sulla necessità di implementare programmi pubblici di supporto psicologico per la comunità a fianco delle misure per il controllo pandemico. Questi dati sono anche per valutare quali sono le ricadute a livello di salute pubblica, potenzialmente a lungo termine, sulla popolazione, nel caso debba affrontare lunghi periodi di stress o costrizione. La conoscenza e consapevolezza dei possibili effetti di una pandemia anche su chi non subisce direttamente il trauma della malattia, può comunque avere delle conseguenze a medio e lungo termine su ampie fasce di cittadini. Il fatto che si assista anche ad un cambiamento in senso peggiorativo di abitudini alimentari, ci pone di fronte all’evidenza che alti livelli di stress portano al bisogno di nutrirsi in modo “consolatorio”.
L’aumento di zuccheri e grassi nella dieta quotidiana, per periodi di tempo lunghi, va ad appesantire il nostro metabolismo e ha conseguenze nello stato di salute delle persone più fragili. I risultati di una cattiva alimentazione, l’aumento di peso o l’insorgere di malattie connesse, si ripercuotono anche a livello psicologico. Agire preventivamente nell’educazione alimentare, aiuta sicuramente ad arginare le conseguenze di periodi di stress, individuali o comunitari, che registrano un costo sociale”.
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Covid, 69.278 nuovi casi e 150 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Secondo il bollettino del ministero della Salute, i nuovi positivi sono 69.278 (rispetto agli 88.173 di ieri). Si registrano 150 decessi (il 5 aprile erano 194). I tamponi processati sono 461.448 che portano il tasso di positività al 15%. I guariti sono 69.837 mentre per gli attualmente positivi si registra un decremento di 102 unità per un totale di 1.274.286.
Per quanto riguarda i ricoveri nei reparti ordinari, sono 10.164 i degenti mentre in terapia intensiva i pazienti sono 466 con 51 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare vi sono 1.263.656 persone. La Lombardia è la prima regione per numero di contagi (9.094), seguita da Lazio (7.782) e Campania (7.277).
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Telemedicina, Enel X e Policlinico Gemelli firmano accordo con Aon

ROMA (ITALPRESS) – Portare la telemedicina al centro del welfare aziendale per promuovere il benessere delle persone e aiutarle ad adottare uno stile di vita sano e sostenibile. Questo è l’obiettivo dell’accordo che Enel X Italia e Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS hanno sottoscritto con Aon. Grazie a questa partnership, il primo gruppo in Italia e nel mondo nella consulenza dei rischi e delle risorse umane, nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa, potrà mettere a disposizione del proprio network di aziende il servizio Smart Axistance e-Well, programma di corporate wellness governance sviluppato da Enel X e dalla Fondazione Policlinico Gemelli con l’obiettivo di offrire percorsi di assistenza sanitaria personalizzati e digitali, integrati con il tradizionale check up medico. Aon fornirà ai propri clienti che aderiranno all’iniziativa gli strumenti necessari per la gestione del servizio.
“Con Smart Axistance e-Well mettiamo la nostra capacità tecnologica al servizio dell’innovazione sociale, centrando un duplice obiettivo: diffondere un nuovo modello di welfare basato sul benessere psicofisico della persona e favorire lo sviluppo della telemedicina, fondamentale per rendere l’assistenza sanitaria alla portata di tutti – commenta Francesco Venturini, Responsabile di Enel X – . Nello specifico il programma ci aiuta a migliorare concretamente la vita delle persone e promuovere stili di vita sani e sostenibili, in linea con la nostra mission. A questo accordo, siglato con un grande gruppo come Aon, ne seguiranno presto altri che ci vedranno impegnati, insieme alla Fondazione Policlinico Gemelli, al fianco di player nazionali e internazionali per portare l’innovazione nelle aziende attraverso servizi di e-Health sempre più flessibili e personalizzati”, conclude Venturini.
“Il progetto Smart Axistance e-Well segna l’ingresso del Policlinico Gemelli nell’era in cui la telemedicina non è più un esercizio legato all’erogazione di specifici servizi, ma uno strumento che amplia, potenzia e integra tutta la nostra offerta di salute – considera Marco Elefanti, direttore generale della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRRCS -. Ha comportato infatti lo sviluppo ad hoc di protocolli clinici, di un modello organizzativo dedicato e di una piena integrazione
della piattaforma nel nostro ecosistema informativo. Con un obiettivo preciso: sviluppare un modello di wellness e governance clinica in grado di offrire agli utenti la possibilità di fruire dei benefici di un piano di benessere e prevenzione continuamente personalizzato sulle proprie esigenze, in grado di accompagnarli quotidianamente e con la possibilità di un confronto e un contatto costante con i nostri specialisti clinici. L’accordo con Aon testimonia la volontà di offrire alle aziende questo valore aggiunto e rendere il welfare uno strumento moderno ed efficace nel migliorare la vita e la salute delle persone”, conclude Elefanti.
“La salute e il benessere delle persone sono da sempre al centro della value proposition di Aon. I servizi di telemedicina, da noi offerti da tempo sia attraverso le nostre piattaforme proprietarie di welfare aziendale, che come servizi a sè stanti con qualificate strutture sanitarie a prezzi calmierati, hanno registrato un incremento fortissimo dallo scoppio della pandemia – aggiunge Andrea Parisi, CEO di Aon S.p.A -. Aon continuerà a sviluppare nuove soluzioni in quest’ambito per soddisfare sempre di più le esigenze delle persone in ambito Health, promuovendo una cultura della prevenzione”.
Smart Axistance e-Well prevede un percorso di wellness personalizzato che si realizza con il supporto da remoto dei medici del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e attraverso un’App, progettata da Enel X, in totale sicurezza e nel rispetto della protezione dei dati.
Il programma dura almeno un anno e si apre per i partecipanti con un classico check up medico completo svolto in presenza presso il Policlinico Gemelli o le altre strutture sanitarie convenzionate sul territorio nazionale. Lo stato di benessere iniziale viene valutato sulla base di un protocollo clinico scientificamente riconosciuto e sviluppato appositamente dal Policlinico Gemelli, basato su 5 aree di riferimento: stress, attività fisica, regime alimentare, sonno e fumo. Sulla scorta dei risultati del checkup, i medici del Gemelli concordano con gli iscritti un piano di wellness personalizzato, comprensivo di dieta, e possono verificare insieme a loro, nel corso dei mesi, i progressi fatti utilizzando l’app e lo smartband abbinato ed effettuando televisite periodiche sulla piattaforma Smart Axistance e-Well.
A questo pacchetto base di wellness, le aziende hanno la possibilità di aggiungere, con la massima flessibilità, visite aggiuntive in presenza, personalizzando ulteriormente il servizio. Inoltre, durante il percorso le persone hanno anche la possibilità di prenotare delle televisite aggiuntive di tipo specialistico per soddisfare esigenze specifiche.
Per accedere a Smart Axistance e-Well, le aziende possono visitare il sito di Enel X entrando nella sezione telemedicina: https://www.enelx.com/it/it/aziende/servizi-di-telemedicina/smart-axistance-e-well.
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Alviti nuovo direttore generale Gemelli Medical Center

ROMA (ITALPRESS) – Gianluca Alviti è il nuovo direttore generale di Gemelli Medical Center (GMC) S.p.A. S.B., la società benefit dell’Università Cattolica del Sacro Cuore che gestisce a Roma il Centro di Cure Palliative Villa Speranza, struttura accreditata con il Servizio sanitario rgionale e punto di riferimento nel settore. Alviti ha assunto l’incarico lo scorso venerdì 1°aprile. “Esprimo la mia gratitudine al Consiglio di Amministrazione di Gemelli Medical Center consapevole della responsabilità che mi è stata affidata di guidare l’ente nelle stimolanti sfide che ci attendono – ha affermato -. Dobbiamo lasciarci alle spalle il lungo periodo di pandemia, facendoci trovare pronti per essere protagonisti della ripresa e operando insieme per lo sviluppo e la crescita di GMC. Sono convinto che nella nostra società benefit vi siano i presupposti e le potenzialità per realizzare gli obiettivi che ci siamo prefissati”.
Alviti è stato direttore delle Partecipazioni della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Consigliere di Amministrazione nelle strutture sanitarie partecipate dalla Fondazione. In precedenza, è stato Chief Financial Officer di Persidera SpA, società del Gruppo Tim all’interno del quale ha ricoperto numerosi incarichi manageriali.
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