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Manager innovazione e direttore sanitario 4.0 tra professioni del futuro

MILANO (ITALPRESS) – “Insieme verso la medicina del futuro”. E’ il tema della Johnson & Johnson Week, una settimana di incontri con clinici, associazioni pazienti, istituzioni, università e centri di ricerca pensata per immaginare insieme le prossime evoluzioni della sanità italiana. Il primo giorno si focalizza sulla presentazione di uno studio di ALTEMS (Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari – Università Cattolica del Sacro Cuore), punto di riferimento a livello nazionale per la ricerca e l’innovazione in sanità, promosso da Johnson & Johnson Innovative Medicine sui temi del mismatch formativo dei professionisti della salute.
Come dovranno evolvere le competenze degli operatori sanitari per superare al meglio le sfide di un sistema sanitario in costante evoluzione? Quanto si sentono equipaggiati gli studenti di oggi, che saranno i futuri professionisti della sanità? Sono queste le domande a cui lo studio di ALTEMS prova a dare una risposta.
Una risposta che si può concretizzare in due parole: managerialità e ibridazione. Dopotutto, la gestione del processo salute oggi richiede competenze manageriali non solo per i direttori dei centri clinici, ma per tutti gli operatori sanitari, che sono chiamati a sviluppare un mindset manageriale per affrontare la complessità del sistema e contribuire alla sua sostenibilità. Allo stesso modo, l’analisi ha confermato quanto il mondo della sanità stia vivendo un percorso irreversibile verso la multidisciplinarietà e la contaminazione con discipline di varia natura.
Su questi aspetti, gli studenti italiani si sentono impreparati. Nello specifico nel confronto tra l’importanza attribuita alle competenze dalle aziende private e pubbliche e rilevata dal self assesment degli studenti, il disallineamento più grande lo si trova nelle competenze come la pianificazione, l’organizzazione aziendale, il business planning e le competenze logico analitiche.
“Dall’analisi che abbiamo condotto emerge chiaramente come il mondo della formazione si trovi di fronte ad uno spartiacque con il passato: oggi vi è sempre maggiore consapevolezza rispetto alla necessità di associare alle hard skills, intese come competenze tecniche, anche quelle competenze comportamentali, relative al saper essere che risultano fondamentali per rispondere ai fenomeni di ibridazione e managerialità che interesseranno sempre di più il settore. Tuttavia, queste capacità sono quelle in cui si registra un alto mismatch rispetto a quanto appreso oggi dagli studenti, rendendo necessario un rapido intervento per integrare i corsi di laurea in questo senso. E’ un tema che va affrontato con decisione già oggi, perchè gli interventi che si potrebbero attuare realisticamente produrranno i loro effetti non prima di dieci anni”, sottolinea la professoressa Federica Morandi, Direttore dei Programmi Accademici e Ricerca di ALTEMS.
Non vi è dubbio che la sfida per l’attuale sistema formativo sia tanto sui saperi tecnici, quanto sulla creazione di un mindset diverso per i futuri operatori sanitari, che li renda in grado di seguire con tempestività ed efficacia i trend che l’innovazione e la tecnologia portano nel loro lavoro, sia in termini di processi e servizi che di ruoli veri e propri, oggi ancora embrionali o inesistenti.
Di questi, ALTEMS ne identifica tre in particolare: il Responsabile dell’innovazione, il Direttore sanitario 4.0 e il Patient journey manager. Come si vede, figure che molto hanno a che fare con la gestione dell’innovazione, in modo che arrivi davvero ai pazienti e venga gestita al meglio e in modo efficiente nel lavoro di tutti i giorni; con l’approccio manageriale a tutto ciò che è salute e sanità, facendo leva sempre di più sull’innovazione tecnologica e di processo; con una presa in carico del paziente lungo tutto il suo percorso di cura, efficientando in un unico flusso gestionale le fasi della malattia, le esigenze dei diversi membri del team multidisciplinare di cura, la continuità casa-ospedale.
“Lo studio accende i riflettori sull’importanza di dare vita ad un cambio di passo nella formazione in ambito sanitario per assicurare che le competenze degli studenti siano le più ampie e variegate possibili, consentendogli di rispondere concretamente alle esigenze di un sistema sanitario in continua evoluzione – commenta il professore Americo Cicchetti, Direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute -. E’ quanto mai opportuno aprire una riflessione su come poter sostenere il nostro sistema in questo senso costituendo un tavolo di lavoro che veda un ampio coinvolgimento di tutti gli interlocutori del settore della salute e della formazione con l’obiettivo di individuare le comuni direttrici evolutive dei percorsi di studio in ambito sanitario”.
“Viviamo un momento di grande evoluzione, in cui la capacità di orientarsi tra discipline diverse rappresenta una realtà quotidiana. La classe medica deve sapere evolvere il proprio ruolo per essere parte attiva di questo cambiamento e, in questo senso, un contributo fondamentale può essere dato dalle prossime generazioni di medici. In questo quadro il ruolo della formazione è centrale per saper cogliere e vincere la sfida di un sistema della salute più forte, innovativo e capace di rispondere alle rinnovate esigenze della società”, sottolinea Graziano Onder, Coordinatore della segreteria tecnico-scientifica della Presidenza dell’Istituto Superiore di Sanità.
“La ricerca presentata oggi pone un tema importante per le competenze di domani e offre importanti spunti sui cui riflettere per assicurare che il mondo della formazione e della salute siano in sintonia, costruendo corsi di laurea sempre più in grado di rispondere alle sfide del futuro. Il MUR da tempo si sta impegnando concretamente per assicurare che l’offerta formativa a livello universitario sia sempre al passo con le esigenze sia del mondo della pubblica amministrazione che del settore privato, contribuendo allo sviluppo personale e professionale degli studenti”, commenta Francesca Galli, Dirigente Ufficio di Gabinetto – Segreteria Tecnica del Ministro, Ministero dell’Università e della Ricerca.
“Siamo molto fieri di aprire oggi la nostra settimana di incontri ‘Insieme verso la medicina del futurò presentando l’interessante studio di ALTEMS. Questo evento e tutta la Johnson & Johnson Week, vogliono essere testimonianza del cambiamento che abbiamo intrapreso come azienda attraverso il recente rebranding: una vera dichiarazione di intenti, un impegno verso il futuro e un omaggio alla nostra storia aziendale di 138 anni, che esprime al meglio il senso di responsabilità nel rispondere – insieme ai nostri partner – alle nuove sfide della salute del futuro. Tra queste, il tema delle competenze da costruire oggi per un sistema sanitario più equo, moderno ed efficiente, è quanto mai rilevante e siamo certi che questo studio faccia luce sulla direzione in cui andare a beneficio di tutti i pazienti”, commenta Mario Sturion, Managing Director di Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia.

– Foto ufficio stampa Johnson & Johnson –

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Pfizer, Paivi Kerkola è la nuova presidente di IAPG

ROMA (ITALPRESS) – Paivi Kerkola, Country President di Pfizer Italia, è stata nominata Presidente del Gruppo Farmaceutico Italo-Americano (IAPG). Questo gruppo riunisce le aziende farmaceutiche italiane con partecipazione americana ed è una delle componenti Farmindustria.
Nella storia dello IAPG, Kerkola è l’undicesimo presidente, un ruolo cruciale nel rappresentare a livello istituzionale 14 aziende che rappresentano il 30% del fatturato totale del settore, impiegando circa 14.000 lavoratori qualificati di cui la metà in ricerca e sviluppo e produzione.
Paivi Kerkola vanta oltre 25 anni di esperienza nel settore farmaceutico: dopo cinque anni nel ruolo di Country Manager e Amministratore Delegato di Pfizer Finlandia, è stata nominata Country Manager e Amministratore Delegato di Pfizer Italia nel febbraio 2020, e ha guidato l’azienda attraverso la crisi pandemica. Nell’agosto 2022 è stata confermata Country President di Pfizer Italia.
Da luglio 2024 è Vicepresidente e membro del Comitato di Presidenza di Farmindustria. Kerkola è a capo del gruppo di lavoro sulla Strategia Life Science all’interno di IAPG e co-leader del gruppo strategico per “Produzione e Valore” in Farmindustria. E’ inoltre membro del Comitato Locale per il Comune di Roma della Camera di Commercio Americana in Italia. Nel 2022 Kerkola è stata nominata Pharma CEO of the Year for Italy da Forbes Italia e nel 2023 è stata tra i 3 finalisti dei WeQual Awards, nella categoria “President Americas”.
“Sono onorata di questa nomina e mi impegnerò per rafforzare la collaborazione tra le aziende farmaceutiche italiane di proprietà americana e il più ampio ecosistema delle scienze della vita, contribuendo in modo significativo sia al valore del settore che al PIL italiano – ha affermato Paivi Kerkola -. L’Italia è uno dei Paesi europei più importanti nella produzione farmaceutica ormai da tempo, ma dobbiamo continuare ad impegnarci per definire e realizzare una strategia che migliori la leadership italiana anche nella ricerca e nello sviluppo. Farmindustria e IAPG, come sua componente, giocheranno un ruolo cruciale in questa sfida”.

– Foto ufficio stampa Pfizer –

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Al Policlinico di Palermo percorso terapeutico per i traumi della mano

PALERMO (ITALPRESS) – Il Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo ha adottato il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale per i traumi acuti della mano e dell’arto superiore in pazienti di età superiore a 14 anni. Un’iniziativa, questa, volta a “migliorare ulteriormente la qualità delle cure offerte dall’unità operativa complessa di Chirurgia Plastica dell’Azienda ospedaliera universitaria”, è spiegato in una nota.
“I traumi della mano e dell’arto superiore – spiega la professoressa Adriana Cordova, direttrice dell’UOC – costituiscono il 20% circa degli accessi al Pronto Soccorso e circa il 70% delle urgenze presso l’UOC di Chirurgia Plastica, da qui l’esigenza di tradurre le linee guida della Chirurgia e della traumatologia della mano e dell’arto superiore in percorsi operativi. Obiettivo del PDTA è definire gli aspetti organizzativi che consentano la gestione integrata dei traumi afferenti al Pronto Soccorso del Policlinico con livelli assistenziali adeguati, sia nella qualità che nella tempistica, alla complessità del trauma”.
Il Protocollo delinea tutte le fasi del percorso assistenziale, dall’accoglienza in pronto soccorso, alla diagnosi, al trattamento chirurgico o conservativo, fino alla riabilitazione e al follow-up all’interno dell’AOUP.
“Il Percorso diagnostico terapeutico assistenziale adottato dall’Azienda ospedaliera universitaria – continua la professoressa Cordova – nasce dalla collaborazione interdisciplinare tra le differenti figure sanitarie, ortopedici, chirurghi vascolari, radiologi, fisiatri, anestesisti, chirurghi plastici che, dall’arrivo al PS, possono indirizzare il percorso terapeutico prima, e riabilitativo dopo, garantendo un trattamento rapido, adeguato alla complessità del trauma e alle esigenze fisiche e psicologiche del paziente”.
L’U.O.C. di Chirurgia plastica del “Paolo Giaccone” fa parte della Rete nazionale Coordinamento Urgenze Mano Italia (CUMI) per la gestione dei traumi complessi dell’arto superiore ed è stata accreditata dall’Hand Trauma Committee (HTC) della Federazione Europea delle Società di Chirurgia della Mano (FESSH) quale Centro di Chirurgia traumatologica della mano e Centro reimpianti. Si tratta dell’unica struttura accreditata a sud di Roma.
“Questa iniziativa – afferma la Direttrice generale del Policlinico, Maria Grazia Furnari – riflette il nostro impegno costante verso l’eccellenza clinica. Il PDTA rappresenta un modello organizzativo fondamentale per garantire un approccio multidisciplinare e integrato. Ringrazio tutto il personale coinvolto nella realizzazione di questo importante progetto che porterà a miglioramenti significativi nei risultati clinici e nella qualità della vita dei nostri pazienti. Alla Chirurgia plastica dell’AOUP afferiscono pazienti da tutto il territorio siciliano e da fuoriregione per la maggior parte per lesioni traumatiche complesse e altamente specialistiche. Nel 2022 sono stati eseguiti oltre 800 interventi di chirurgia traumatica della mano e circa 50 reimpianti e rivascolarizzazioni di arti e segmenti di arti. E attualmente stiamo valutando il percorso più idoneo per poter includere anche i pazienti pediatrici”.

– Foto: Ufficio Stampa AOU Policlinico “Paolo Giaccone” –

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Sanità, Schillaci “Sulle liste d’attesa serve gioco di squadra”

MANDURIA (ITALPRESS) – Sul decreto per abbattere le liste d’attesa “c’è un cronoprogramma che sta andando avanti, un’interlocuzione costante con le Regioni. Questo non può che essere un gioco di squadra. Il cronoprogramma è scandito da una serie di decreti attuativi e dovrebbe concludersi nell’arco di due mesi”. Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, intervenendo al “Forum in Masseria”, a Manduria, organizzato da Bruno Vespa e Comin & Partners.
“Ho chiarito che non c’è nessuna voglia mia e del Governo centrale di occupare degli spazi che oggi la legge italiana lascia alla Regioni – ha spiegato il ministro -. La parte pratica della sanità da oltre 20 anni è in mano alle Regioni”. Il Centro Unico per le prenotazioni, che unisce le prestazioni delle strutture pubbliche e di quelle private convenzionate, e l’organismo centrale per la vigilanza sui tempi “sono un ausilio alle Regioni. E’ un gioco di squadra – ha ribadito Schillaci -: il governo, il ministero, le Regioni, i direttori generali. Ognuno deve fare la sua parte, anche i cittadini. Tutti quelli che hanno prenotato una prestazione due giorni prima di effettuarli saranno chiamati, perchè abbiamo visto che a volte purtroppo i cittadini non vanno all’appuntamento e non chiamano per disdirlo. Questo è un richiamo anche ai cittadini, questo impatta a volte anche nel 15-20 per cento dei casi”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Nuovi peptidi contro le varianti emergenti del virus SARS-CoV-2

ROMA (ITALPRESS) – La rivista Pharmaceuticals ha pubblicato uno studio sul COVID-19 condotto da un gruppo di ricerca Italiano dell’Università di Roma Tor Vergata (Michela Murdocca, Federica Sangiuolo, Gennaro Citro, Giuseppe Novelli), l’Università Magna Grecia di Catanzaro (Isabella Romeo, Francesco Ortuso e Stefano Alcaro), e l’Università di Brescia (Francesca Caccuri, Antonella Bugatti e Arnaldo Caruso). I ricercatori, attraverso la piattaforma sviluppata durante il Covid-19, hanno disegnato e prodotto nuove molecole peptidiche (miniproteine) in grado di inibire l’ingresso del virus originale e delle sue varianti nelle cellule dell’ospite modificandone “la chiave per entrare”.
L’utilizzo dei peptidi sia a scopo preventivo sia terapeutico nella lotta contro il COVID-19 rappresenta un interessante approccio che garantisce efficacia, specificità e tollerabilità. Infatti, le molecole peptidiche possono essere utilizzate in modo rapido e versatile e di supporto ai vaccini. Attraverso metodiche computazionali, i peptidi possono essere rapidamente ottimizzati e indirizzati contro le diverse varianti del virus con specificità e accuratezza.
“La disponibilità di questa piattaforma è cruciale per prepararci a fronteggiare possibili future pandemie da virus patogeni emergenti – afferma il professor Giuseppe Novelli, coordinatore dello studio – proprio per la versatilità e precisione dei peptidi sugli obiettivi biologici identificati come target”.
“L’ausilio di tecnologie innovative e di bioinformatica adottate nella piattaforma permette di accelerare l’identificazione di nuove molecole attive contro i recettori virali – è il commento di Stefano Alcaro – Come i peptidi individuati in questo studio che potranno diventare nuovi farmaci della terapia anti SARS CoV 2”.
“La tecnologia utilizzata è dinamica e flessibile – afferma Gennaro Citro, ex dirigente IFO e co-autore dello studio – e può essere impiegata anche per proteggere le persone fragili e/o con difetti immunitari, particolarmente sensibili all’azione delle nuove varianti virali, in attesa della produzione di vaccini con maggiore efficacia”.
“I peptidi vengono solitamente utilizzati per modulare l’ambiente ospite in diversi modi. in questo studio, noi modifichiamo la proteina di ingresso del virus, la spike, con peptidi disegnati sulla base dei suoi recettori cellulari, in modo da provocare un’interferenza nelle interazioni virus-recettore funzionale, causando l’inibizione dell’ingresso virale”, è il commento di Arnaldo Caruso, virologo che ha partecipato allo studio.
La ricerca, frutto di una collaborazione interuniversitaria, è stata realizzata grazie ai finanziamenti della Fondazione Roma, del Ministero dell’Università e della Ricerca (POR Calabria), e da Fondi Europei Horizon (UNDINE).

– foto tratta da studio sul Covid-19 –
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Italia leader Ue della farmaceutica, Cattani “Ora governance moderna”

ROMA (ITALPRESS) – L’industria farmaceutica al primo posto a livello mondiale per crescita dell’export tra il 2021 e il 2023. Parte da questo dato la relazione del presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, aprendo l’assemblea annuale all’auditorium della Conciliazione. La produzione ha toccato i 52 miliardi nel 2023 e oltre 49 di export, nonostante le difficoltà causate dall’aumento dei costi del 30% rispetto al 2021.
Gli investimenti sul territorio 3,6 miliardi, di cui 2 in R&S. Gli addetti sono 70.000 (+2% nel 2023 e +9% in 5 anni), con un incremento di quasi il 20% di under 35 negli ultimi 5 anni, e con un’elevata presenza di donne, il 45% del totale.
“Al primo posto a livello mondiale per crescita dell’export tra il 2021 e il 2023: è il traguardo raggiunto dall’industria farmaceutica in Italia grazie a imprese, internazionali e nazionali, che continuano a investire nel Paese”, osserva Cattani. “E’ l’export che traina la produzione e che fa registrare record su record. Farmaci e vaccini sono il secondo settore made in Italy per saldo estero, 17 miliardi nel 2023. La quota dell’export farmaceutico sul totale manifatturiero è passata dal 3,8% all’8,3% in 20 anni”, aggiunge.
L’industria farmaceutica in Italia è un unicum in Europa, con il 42% di imprese a capitale italiano e il 58% a capitale internazionale, tutte, dalla più grande alla più piccola, rappresentano al meglio il Made in Italy. Il presidente di Farmindustria ha ricordato che “negli ultimi 5 anni la crescita delle domande di brevetto farmaceutico nel Paese sono aumentate del 35%, rispetto al +23% dei Big UE. Un segnale della straordinaria accelerazione scientifica e tecnologica che stiamo vivendo. Intelligenza artificiale, data driven industry, ricerca nello spazio, nuovi modelli di trial clinici, nuove frontiere di R&S consentono sempre più la personalizzazione delle terapie. Cure ‘disegnatè sui singoli pazienti con tecnologie all’avanguardia arriveranno nei prossimi anni per trattare molte malattie e correggere difetti del genoma, in una prospettiva One Health di rispetto della salute delle persone e del pianeta”. L’Italia con 52 miliardi di produzione è leader in UE con Germania e Francia, vanta 3,6 miliardi di investimenti (1,6 in produzione e 2 in R&S), +9% nel 2023, oltre 700 milioni in studi clinici, presso strutture del Ssn, che permettono ai pazienti di accedere a terapie innovative e al sistema di avere benefici di circa 3 euro per ogni euro investito dalle aziende (Altems).
“A inizio 2024 è stato raggiunto un record storico, per i farmaci in sviluppo nel mondo, 23.000, con investimenti in R&S da parte delle imprese farmaceutiche di oltre 1.700 miliardi di dollari tra il 2023 e il 2028, ma la competizione globale corre sempre di più. Ecco perchè essere veloci, attrarre investimenti e offrire innovazione deve diventare il must delle politiche dell’Unione Europea e dell’Italia. Non possiamo avere una realtà a due velocità: un mondo che cambia rapidissimamente e assetti decisionali e regolatori fermi a venti anni fa. Serve voltare pagina per tenere il passo di altri Paesi in un contesto globale sempre più complesso. Ora è il momento di accelerare con determinazione, giocando su due tavoli. In Europa per ricominciare a porre al centro il tema della competitività, dell’attrattività per gli investimenti, dell’autonomia strategica e delle catene di approvvigionamento. Bisogna poi avere il coraggio di rivedere completamente la proposta di revisione della legislazione farmaceutica che indebolisce la proprietà intellettuale”, ha aggiunto Cattani. Il numero uno di Farmindustria ha spiegato che “Usa, Cina, Singapore, Emirati Arabi, Arabia Saudita mettono in campo politiche per rafforzare la propria struttura industriale. Basti pensare che il gap di investimenti in R&S tra Ue e Usa è passato in 20 anni da 2 miliardi di dollari a 25. Con il 60% dei nuovi lanci di medicinali che avviene negli Usa mentre in Ue è meno del 30%. Secondo recenti dati Efpia, la Cina nel 2023 ha superato l’Europa come area di origine di nuovi farmaci: su 90 molecole a livello globale 28 arrivano dagli Usa, 25 dalla Cina, 17 dall’Ue. Cina che in R&S cresce a ritmi 3 volte superiori a quelli del nostro Continente. Non bisogna perdere ulteriore terreno con scelte sbagliate che penalizzano l’attrattività e ci espongono a dipendenze strategiche. Si consideri che già oggi il 74% dei principi attivi di uso più consolidato dipende infatti da produzioni in Cina o in India così come il 60% dell’alluminio, materia prima fondamentale per le nostre imprese”. L’Italia, per Farmindustria, deve recuperare competitività, cambiare in fretta la rotta e la prospettiva: la salute deve diventare prioritaria ed essere considerata un investimento che genera anche risparmi sociali ed economici evitando altri costi. E l’industria farmaceutica deve essere percepita come un’alleata su cui contare perchè trasforma le conquiste scientifiche in cure per i cittadini. “In Italia è indispensabile una governance farmaceutica davvero moderna, con regole nuove, chiare, adatte alla rapidità dell’innovazione, superando il sistema del payback, tassa iniqua e aggiuntiva che grava sulle aziende per quasi 2 miliardi nel 2024. Riforme da accompagnare a una semplificazione per la ricerca clinica e a regole per consentire l’uso del dato clinico per necessità di Ricerca, nel rispetto della privacy. Fondamentale è anche ridurre i tempi di accesso all’innovazione per i cittadini, ancora troppo lunghi – 14 mesi a livello nazionale, ulteriormente aggravati da quelli a livello regionale – con evidenti differenze sul territorio, che generano disuguaglianza e disomogeneità”, ha concluso Cattani.
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– Foto: xc3/Italpress –

Malattia psoriasica, riparte la campagna informativa di Novartis

FOGGIA (ITALPRESS) – Riparte da Foggia la seconda edizione di “L’Esperienza al Centro”, la campagna di sensibilizzazione promossa da Novartis, che vuole riaccendere i riflettori sulla malattia psoriasica e che si propone di aiutare i pazienti a riconoscere e monitorare i sintomi della malattia psoriasica e cogliere l’eventuale coinvolgimento articolare. La diagnosi tempestiva risulta fondamentale per il decorso della malattia. Sono previsti consulti gratuiti oggi, giovedì 4 luglio, presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria-Ospedali Riuniti di Foggia, prenotabili attraverso la piattaforma www.esperienzaalcentro.it.
“Una alterazione cutanea può essere la manifestazione di una malattia che può andare ben oltre l’interessamento esclusivo della cute – spiega il professore Mario Mastrolonardo, Università degli Studi di Foggia, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche -. La psoriasi, infatti, non è solo una malattia della pelle, ma è molto più di questo: è una malattia sistemica che potrebbe impattare i pazienti da un punto di vista fisico, psicologico e sociale ed è spesso associata a diverse comorbidità che richiedono una gestione consapevole e multidisciplinare”,
I dati dello studio globale Psoriasis and Beyond, rivelano un forte bisogno di maggior informazione sui legami tra psoriasi, artrite psoriasica e comorbidità comuni. Lo studio, promosso da Novartis, è frutto della collaborazione tra IFPA (la federazione internazionale che raccoglie le associazioni pazienti) e 16 realtà associative nei diversi Paesi.
I risultati mostrano che meno di un terzo delle persone che vivono con la malattia psoriasica sono consapevoli del rischio di condizioni associate come malattie cardiovascolari, diabete, depressione e ansia. Inoltre, solo il 29% degli intervistati con psoriasi è consapevole dei legami tra psoriasi e artrite psoriasica. Tuttavia, il 38% di questo gruppo è risultato essere a rischio di progressione della malattia, utilizzando lo strumento di screening epidemiologico della psoriasi. I dati, raccolti tramite 4.978 interviste a persone provenienti da 20 diversi Paesi, sono stati pubblicati su Dermatology.
Una delle principali manifestazioni associate alla malattia psoriasica è l’artrite psoriasica, una malattia infiammatoria cronica che provoca dolore, rigidità e gonfiore delle articolazioni.
L’artrite psoriasica è una forma specifica di artrite infiammatoria che compare in associazione con la psoriasi. A livello mondiale, la sua prevalenza non è omogenea e dipende da diversi fattori, tra cui i principali sono: background genetico della popolazione locale, caratteristiche ambientali, abitudini alimentari, stili di vita.
“In Italia l’artrite psoriasica colpisce circa 40 persone ogni 10.000 abitanti e si può affermare che fino a un terzo delle persone affette da psoriasi potrebbe anche presentare l’artrite psoriasica – spiega il professore Francesco Cantatore, Direttore della Struttura Complessa di Reumatologia Universitaria del Policlinico di Foggia e Professore Ordinario di Reumatologia dell’Università degli Studi di Foggia -. La patologia si manifesta solitamente tra i trenta e i cinquant’anni, circa 5-10 anni dall’esordio della psoriasi5. Esistono tuttavia anche casi in cui l’artrite compare in concomitanza o precedentemente alle manifestazioni cutanee. L’artrite psoriasica colpisce in egual misura il sesso maschile e quello femminile, anche se con caratteristiche di impegno clinico spesso diverse”.
“E’ fondamentale per chi soffre di malattia psoriasica potersi rivolgere a un centro specializzato per patologia, dove dermatologi e reumatologi collaborano in un approccio sinergico e multidisciplinare nella gestione del paziente, al fine di una diagnosi precoce e appropriatezza terapeutica sempre più condivisa tra Clinico e paziente. Collaborazioni e campagne come questa diventano utili per promuovere la corretta informazione, ma anche per creare rete tra gli stakeholder uniti nella creazione di nuovi strumenti procedurali”, sottolinea Antonella Celano, Presidente APMARR.
Per avere tutte le informazioni necessarie e per prendere parte alla Campagna basta andare sul sito www.esperienzaalcentro.it.
L’esperienza al centro è patrocinata dalle principali Associazioni di Pazienti, ANMAR – Associazione Nazionale Malati Reumatici, APMARR- Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, AMRER – Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna, APIAFCO – Associazione Psoriasici Italiani Amici della Fondazione Corazza, ADIPSO Odv – Associazione per la difesa degli Psoriasici.

– foto Italpress –
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Campus Bio-Medico, Andrea Picardi nuovo direttore Comunicazione

ROMA (ITALPRESS) – Andrea Picardi è il nuovo direttore comunicazione e fundraising della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, guidata dall’amministratore delegato e direttore generale Paolo Sormani, con la presidenza di Carlo Tosti.
Classe 1984, giornalista professionista, Picardi arriva al Policlinico Campus Bio-Medico da Lottomatica, dove ha ricoperto il ruolo di Advocacy, Institutional Events & Communication Management Senior Manager e – al tempo stesso – di segretario generale di Fondazione Lottomatica. In precedenza, ha lavorato all’Istituto per la Competitività (I-Com) in qualità di direttore della comunicazione e segretario generale, dopo l’esperienza a Formiche.net come giornalista specializzato sui temi di politica ed economia e, per un breve periodo, come direttore responsabile. Ha iniziato il proprio percorso professionale in televisione, prima come redattore del telegiornale e conduttore di trasmissioni di approfondimento dell’emittente T9, e poi al Tg5.
Laureato in giurisprudenza a Roma Tor Vergata, e con un master in relazioni istituzionali e comunicazione d’impresa alla Luiss, Picardi è anche specializzato sui temi dei servizi pubblici, degli appalti e delle infrastrutture, di cui scrive su alcune riviste di settore. Dal 2018 fa parte del comitato scientifico della rivista quindicinale “Consulente Immobiliare” del Gruppo Sole 24 Ore, con cui collabora dal 2012. In parallelo, svolge inoltre attività di docenza sui temi dell’advocacy, della comunicazione istituzionale e del giornalismo presso numerose istituzioni accademiche.
La Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico “si caratterizza per l’esercizio sinergico delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca – si legge in una nota -. Conta 60 unità operative che erogano prestazioni in convenzione con il Servizio sanitario nazionale (SSN), Tariffa amica e privatamente. Dal 2022 ha intrapreso il percorso di riconoscimento come IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) per la disciplina di Ortopedia. Con 401 posti letto e attrezzata per interventi di chirurgia mininvasiva e robotica, dispone di servizi ambulatoriali, day-hospital, day-surgery, un pronto soccorso, reparti di degenza organizzati per intensità di cura, oltre a un hospice per le cure palliative e un Polo oncologico nel quartiere prenestino di Roma”. Il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è accreditato presso la Joint Commission International (JCI) come primo Academic Hospital nel Lazio.

– Foto Andrea Picardi –

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