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Sanità, Pelissero (Aiop) “Dare risposte a cronicità e invecchiamento”

MILANO (ITALPRESS) – “Costruire una sanità che risponda richiede un’organizzazione che va messa in piedi”. L’idea alla base delle misure approvate alcune settimane fa dal Consiglio dei ministri “è quella di erogare più prestazioni sanitarie a fronte di una domanda”, ma è “importante cercare finalmente di capire” se e quanto è critico il fenomeno delle liste d’attesa, “perchè non c’è un dato nazionale serio e certificato che ci dica quante sono le criticità. Bisogna uscire dagli slogan”. Lo ha detto il nuovo presidente dell’Associazione Italiana Ospedalità Privata (AIOP), Gabriele Pelissero, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano” dell’agenzia Italpress. “Probabilmente ci sono delle difficoltà”, ma “non c’è paese europeo che abbia un sistema di welfare evoluto che non abbia problemi a far combaciare la domanda e l’offerta”, ha spiegato. Ma ci sono anche dei problemi organizzativi: “Abbiamo una elevata quantità di prenotazioni – il 20-30% di tutte quelle che vengono fatte – a fronte delle quali il paziente non si presenta. Bisogna conoscere meglio” questo fenomeno e, nei provvedimenti del governo, “ci sono dei segnali, come ad esempio l’osservatorio che finalmente dovrebbe darci uno strumento per capire quali sono i bisogni”, ha ricordato.
Poi “abbiamo certamente dei problemi di sistema perchè nei decenni scorsi l’Italia ha sbagliato la programmazione degli specialisti medici: soprattutto in alcune specialità, non produciamo specialisti in modo sufficiente rispetto alla domanda e questo è un problema che richiederà degli anni per essere risolto. C’è anche un problema di tariffe perchè la tariffazione, cioè ciò che lo Stato mette per erogare queste prestazioni, in molte realtà è scesa troppo”. Quindi quella individuata dal governo è la strada giusta? “E’ un primo passo. Se verrà sviluppato a breve con il disegno di legge e anche con un pò di finanziamenti, sicuramente è una strada. Sono 10 anni che i governi definanziano la sanità, è una buona cosa se ci si rimette dentro qualcosa”, ha sottolineato Pelissero.
“In Europa tutti i sistemi di welfare fanno fatica, perchè sono stati pensati 40-50 anni fa, quando quello che si poteva fare è infinitamente meno rispetto a quello che si può fare oggi. Questa però è una scelta politica di fondo: queste società devono decidere quanto investire sul valore della salute e del benessere dei cittadini, questa è la grande sfida”, ha sottolineato. “L’Europa – e l’Italia è molto allineata – è sicuramente il territorio nel mondo che si prende più cura dei propri cittadini, lo fa discretamente. Abbiamo abbattuto drasticamente la mortalità infantile, la nostra speranza di vita è elevata: gli indicatori fondamentali non sono affatto male. Ci sono delle disparità territoriali, si può fare meglio” ma “se vogliamo fare una comparazione fra le cose reali, allora sicuramente questa sicuramente è un’oasi felice”.
Come presidente Aiop, “l’obiettivo è trovare le risorse per rinnovare i contratti di lavoro di circa 100.000 lavoratori su tutta la filiera”. L’Aiop rappresenta le strutture ospedaliere, socio sanitarie e territoriali di diritto privato del Servizio sanitario nazionale e le realtà operanti nel campo del privato puro. “Dobbiamo dare una risposta alla cronicità, all’invecchiamento della popolazione e al cambiamento della struttura delle famiglie in questo paese, dove la famiglia individuale diventa sempre più frequente: una fetta importante della popolazione ha bisogno di più presenza, sostegno e aiuto. La residenzialità sanitaria non è l’unica soluzione possibile, però è una soluzione importante e significativa: oggi abbiamo un grande sviluppo – soprattutto nell’Italia del Nord e del Centro – della residenzialità che unisce i servizi alla persona (l’alimentazione, la pulizia, la socialità) con una parte che diventa sempre più importante dal punto di vista sanitario. L’ospedale non è la struttura adatta per fare queste cose: la risposta sul benessere e sulla salute della persona deve essere completa” e “la nostra associazione ha lavorato per mettere insieme tutto questo”, ha spiegato Pelissero. “Le nostre strutture sono integrate nel Servizio Sanitario Nazionale, ci si va con la tessera sanitaria sia per fare la visita medica, sia per un ricovero. Il cittadino non ha la minima percezione del fatto che esistono un 28-30% di prestazioni di ricovero ospedaliero che sono erogate da enti che non sono di proprietà pubblica, ma sono convenzionati. C’è una divaricazione di linguaggio e di percezione fra gli utilizzatori” del servizio “rispetto invece al dibattito politico, dove l’ideologia è assolutamente dominante: la cosa divertente è che poi anche chi “strilla” contro il privato, quando governa, invece, lo usa tantissimo”.
-foto Italpress-
(ITALPRESS).

“Carta dei Diritti del Caregiver”: più tutele per il ruolo

ROMA (ITALPRESS) – Presentata oggi la “Carta dei Diritti del Caregiver”, documento che rappresenta il pillar fondamentale del Caregiver SumMeet 2024. L’iniziativa, promossa da Cencora-Pharmalex, è nata dalle conversazioni con le associazioni di pazienti orientate a dare voce ai bisogni alle persone che tutti i giorni sono al fianco dei malati da esse rappresentati.
Con la volontà di sottolineare il necessario riconoscimento della figura cruciale del caregiver nella gestione della malattia sono stati organizzati dei workshop tematici dai quali sono emersi i principali bisogni che hanno trovato spazio all’interno della “Carta dei diritti del Caregiver”, documento che porta all’attenzione delle istituzioni i bisogni comuni a tutti i caregiver coinvolti.
L’evento Caregiver SumMeet 2024 ha ricevuto il Patrocinio del Ministro per la Disabilità, Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Patrocinanti dell’intera iniziativa e dell’evento istituzionale diciannove associazioni pazienti di tutta Italia: ADAL Associazione Diabetici Alessandria O.d.V Consociato FAND, AIN – Associazione Italiana Narcolettici e Ipersonni, AIM – Associazione Italiana Miastenia e Malattie Immunodegenerative Amici del BESTA ODV, A.I.V.A. – Associazione Italiana Vasculiti ANCA Associate, AMICA – Associazione Malati Italiani Castleman ODV, ANED – Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto APS, APMARR – Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare APS-ETS, Carolina Zani ETS Melanoma Foundation, EpaC ETS, Europa Donna Italia, Food Allergy Italia, Gruppo LES Italiano ODV, Fondazione Longevitas ETS, Melanoma Day, MIO Melanoma Italia Onlus, Associazione PaLiNUro APS, Respiriamo Insieme – APS, WALCE Women Against Lung Cancer in Europe, con la collaborazione di Progetto Itaca.
Il progetto è stato realizzato grazie al contributo non condizionato di Teva Italia Main Sponsor, Astellas Silver Sponsor e Pierre Fabre Supporter.
Secondo i dati ISTAT, in Italia circa l’8% della popolazione è costituito da caregiver familiari, di cui il 75% sono donne tra i 45 e i 64 anni. Per poter assolvere ai compiti di cura, spesso i caregiver sono costretti a ridurre drasticamente l’attività lavorativa o, in casi estremi, abbandonare il lavoro. I compiti del caregiver sono numerosi e richiedono competenze diverse, anche mediche, con una disponibilità continua, inclusi orari notturni e festivi. Senza il loro contributo, il peso della cura ricadrebbe sulla collettività. Fondamentale ricordare che l’assistenza fornita coinvolge non solo la sfera economica, ma anche quella fisica e l’investimento di risorse soprattutto emotive. Comune a tutti i caregiver è lo stress psicologico, senso di incomprensione e isolamento.
Il caregiver svolge questo ruolo a titolo personale, volontario e non retribuito, ridimensionando la propria attività professionale, trascurando la propria salute, e ritrovandosi socialmente isolato. I caregiver non rappresentati, esprimono preoccupazione per il futuro dei loro cari se nel futuro non potessero più occuparsene.
‘Il riconoscimento dei caregiver familiari, in particolare conviventi, è fondamentale e non può più essere rinviato. Il tavolo che abbiamo istituito con li Ministro Calderone nei mesi scorsi sta lavorando a una proposta che porteremo all’attenzione del Parlamento con l’obiettivo di dare una cornice normativa al ruolo del caregiver e un adeguato riconoscimento al caregiver familiare convivente. Serve sostenere adeguatamente le persone che amano e curano i propri cari e sono fiduciosa che si possa arrivare presto a dare una risposta concreta e attesa da anni dalle famigliè, ha dichiarato il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli in un messaggio inviato al Caregiver SumMeet 2024, esprimendo i “complimenti agli organizzatori per questo evento e per l’impegno quotidiano nel sostenere i caregiver familiari”.
Obiettivo centrale del Caregiver SumMeet 2024 è stato la costruzione del dialogo con le istituzioni sulla base del contenuto della “Carta dei Diritti del Caregiver” realizzata grazie ai tavoli di lavoro.
Le work room tematiche hanno affrontato quattro aree chiave da cui sono emersi diversi elementi rilevanti comuni a tutti i caregiver ascoltati.
Lavoro: Le forme contrattuali attualmente vigenti non sono compatibili con il ruolo di caregiver, per cui è necessaria una revisione dei Contratti Collettivi Nazionali che mirino alla sensibilizzazione ed all’innovazione legislativa e contrattuale. Il ruolo del caregiver deve essere riconosciuto nei luoghi di lavoro scardinando il dogma legato alla sua figura; è inoltre necessario prevedere un supporto economico integrativo e provvedere all’opzione valida e garantita di smart working.
Salute mentale: il caregiver ha bisogno di tempo per il proprio benessere psicofisico, per questo motivo dovrebbe poter usufruire di servizi gratuiti che facciano sì che possa delegare a qualcun’altro compiti del suo ruolo.
Il supporto psicologico e la condivisione delle esperienze con chi sta affrontando lo stesso tipo di situazione sono chiave per poter ridurre il senso di solitudine che accompagna costantemente il caregiver.
Ruolo sociale: si propone di istituire un’unica associazione di caregiver a livello nazionale che possa mappare i caregiver presenti in Italia attraverso canali già esistenti. La figura del caregiver dovrebbe essere inclusa nel tavolo di lavoro a supporto di aspetti come l’impatto economico e finanziario, l’impatto etico e sociale.
Competenze: al caregiver devono essere fornite e garantite informazioni base, fondamentali per la corretta gestione della patologia del proprio caro in tutti i Centri. E’ necessario organizzare incontri e corsi educazionali programmati nel tempo tra operatori sanitari e caregiver per ottimizzare la gestione del paziente e delle emergenze delle patologie croniche in contesti scolastici, lavorativi e sociali.
L’invito al dialogo è rivolto alle istituzioni, per sensibilizzare i referenti politici sulla centralità della figura del caregiver e garantire l’avvio di un percorso di regolamentazione e riconoscimento a livello normativo e sociale.
“La Regione Lazio ha affrontato la tematica attraverso la legge regionale n. 5 dell’11 aprile 2024 recante ‘Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno del caregiver familiarè ovvero una disciplina organica che tutela i diritti del caregiver familiare come soggetto autonomo e distinto dall’assistito. La Regione ha così stanziato 15 milioni per la sua attuazione. La normativa – ha spiegato l’assessore ai Servizi sociali, Massimiliano Maselli – risponde all’esigenza di colmare una lacuna nell’ordinamento regionale rappresentata dalla mancata disciplina connessa alla funzione di rilevante valenza sociale, economica e morale, svolta dai quasi 25.000 caregiver familiari presenti nella nostra Regione. La Carta dei Diritti del Caregiver, presentata oggi al Caregiver SumMeet, è in linea con le scelte del governo regionale e ci fa andare avanti con maggiore convinzione di aver intrapreso la strada giusta a tutela della persona caregiver come portatore di diritti propri, distinti da quelli della persona cara da lui assistità, conclude l’Assessore Maselli.
La “Carta dei Diritti del Caregiver” ha l’obiettivo di promuovere l’adozione di strumenti normativi e legislativi specifici che garantiscano una migliore tutela e supporto ai caregiver in tutte le loro forme.
Cencora-Pharmalex, al fianco delle Associazioni, ha ritenuto fondamentale istituire questo appuntamento annuale, affinchè il tema della tutela dei caregiver resti protagonista del dibattito politico e istituzionale.
‘Da sempre siamo al fianco delle Associazioni Pazienti, di cui accogliamo le istanze e amplifichiamo i messaggi. Per questo motivo abbiamo voluto che le venti Associazioni che hanno partecipato a Caregiver SumMeet fossero protagoniste nella realizzazione del documento” – sottolinea Domenico Palomba, Managing Director e Partner di Cencora-Pharmalex Italy – Grazie allo stretto confronto che intercorre costantemente con istituzioni competenti ci siamo fatti portavoce delle numerose istanze provenienti dalle persone che ogni giorno rivestono questo ruolo. La nostra dedizione nel sostenere i caregiver non si ferma qui, continueremo a dialogare con tutte le parti coinvolte, affinchè la loro voce sia ascoltata e le istanze vengano accoltè.

– foto ufficio stampa Pharmalex –
(ITALPRESS).

“La Salute al Centro”, al via progetto di Attività Sportive Confederate

ROMA (ITALPRESS) – Cento associazioni e società sportive attive in tutto il territorio nazionale e oltre mille persone appartenenti a categorie “vulnerabili”. Sono i protagonisti del progetto La Salute al Centro, promosso da ASC Attività Sportive Confederate e presentato questa mattina a Roma, nella sede nazionale dell’ente. I dettagli dell’iniziativa sono stati illustrati nel corso di un’apposita conferenza stampa, alla quale hanno preso parte il presidente nazionale di ASC, Luca Stevanato; il direttore generale di ASC, Valter Vieri; il project manager di ASC, Marco Visconti; Maria Cecilia Morandini e Jennifer Bevilacqua, consulenti del progetto in materia di tutela dei minori e safeguarding.
Il progetto muove dall’idea che attraverso l’attività sportiva sia possibile trasformare il proprio stile di vita e raggiungere una condizione di maggiore benessere fisico, psichico e sociale. Un assunto valido per la generalità delle persone ed ancor più per quei soggetti, coinvolti nel progetto La Salute al Centro, che essendo alla prese con patologie croniche non trasmissibili e in condizioni stabilizzate, hanno la necessità di modificare profondamente le proprie abitudini. Un cambiamento, innanzitutto culturale, che La Salute al Centro intende orientare su più livelli, rivolgendosi in primis alle categorie vulnerabili, ma anche al resto della popolazione.
I principali protagonisti del cambiamento, nell’ambito del progetto, saranno i centri sportivi, accuratamente selezionati, sulla base di rigidi criteri di sicurezza e aderenza alle norme vigenti.
Tali centri saranno chiamati a trasformarsi in Centri Sportivi della Salute, diventando punto di riferimento per quei soggetti vulnerabili che, mutando i propri stili di vita, avranno modo di ridurre i fattori di rischio o comunque di trarre beneficio, per la propria condizione patologica, dall’attività fisica opportunamente proposta. All’interno di ogni Centro Sportivo della Salute opereranno tecnici e professionisti, in possesso di specifici requisiti e adeguatamente formati, che avranno il compito di assistere le persone coinvolte nel progetto, calibrando il programma fisico da svolgere sulle esigenze di ogni singolo individuo.
La frequenza della pratica sportiva varierà in base alla condizione di salute del beneficiario, anche se in linea di massima si prevede lo svolgimento di attività fisiche almeno due volte a settimana, per una durata minima di 4 mesi consecutivi. I percorsi di pratica sportiva saranno sostenuti attraverso un sistema di voucher, assegnati tramite una piattaforma informatica appositamente sviluppata da ASC. Una forma di supporto mirata ad abbattere quella barriera economica che troppo spesso rappresenta un ostacolo insormontabile per l’accesso ad attività necessarie ed efficaci per la salvaguardia della salute.
Il concetto di cambiamento investirà, di pari passo, anche le ASD (associazioni sportive dilettantistiche) e le SSD (società sportive dilettantistiche) che gestiscono gli impianti: le circa 100 realtà selezionate, aderenti alla rete ASC, saranno infatti chiamate a qualificare la propria azione in termini di promozione attiva della salute presso le comunità locali di riferimento. Al riguardo, sempre al fine di promuovere l’attività sportiva e l’esercizio fisico, saranno instaurate collaborazioni e sinergie con istituzioni locali come Asl e Comuni. Il processo di sviluppo dei Centri sportivi della salute sarà inoltre accompagnato da un intenso percorso di formazione, rivolto a dirigenti e tecnici sportivi, mirato a garantire l’adeguato recepimento della Riforma dello Sport, che presenta tra i suoi elementi più innovativi proprio la spinta ad una nuova formazione delle competenze di collaboratori e lavoratori delle realtà sportive. In particolare la riforma riserva particolare attenzione alla creazione di procedure per la tutela dei minori, il contrasto alla violenza di genere e la tutela delle pari opportunità: tutti aspetti che connoteranno, proprio in virtù di specifici percorsi formativi, l’operato dei Centri sportivi della salute.
Parallelamente alle attività dei Centri Sportivi della Salute, il progetto prevede la promozione di sani e corretti stili di vita, anche attraverso iniziative di sensibilizzazione che saranno proposte nell’ambito del Tour della Salute 2024. In particolare, nelle 10 piazze italiane che ospiteranno questo grande evento itinerante, saranno allestiti dei veri e propri Villaggi dello Sport e della Salute, all’interno dei quali il personale sanitario, altamente qualificato, curerà spazi dedicati alla prevenzione di primo livello, mentre gli operatori della rete ASC sensibilizzeranno i cittadini sull’importanza dell’attività motoria, fisica e sportiva, coinvolgendoli in momenti ludici e aggregativi.
“In una fase storica in cui, da un lato, si pone sempre più attenzione al tema della salute e dall’altro si riconosce l’assoluta centralità dello sport, recentemente inserito anche in Costituzione, ASC lancia un progetto che va nella direzione giusta – ha detto Luca Stevanato, presidente nazionale di ASC -. Siamo orgogliosi delle tante associazioni e società sportive che hanno scelto di partecipare all’iniziativa e siamo fieri di poter consentire, alle categorie di cittadini che ne hanno maggior bisogno, di cogliere un’opportunità preziosa per la tutela della propria salute”.
“La parola chiave di questo progetto è ‘cambiamentò, innanzitutto da un punto di vista culturale, poichè occorre un radicale cambio di approccio, sia da parte dei cittadini che da parte degli operatori del settore, in riferimento al rapporto tra pratica sportiva e salvaguardia della salute – ha aggiunto Valter Vieri, direttore generale di ASC -. Le persone coinvolte nel progetto avranno poi modo di sperimentare, in concreto, i molteplici effetti benefici derivanti dall’attività fisica e da un corretto stile di vita”.
Secondo Marco Visconti, project manager di ASC “abbiamo puntato in maniera decisa sulla formazione, sia per garantire ai beneficiari del progetto di essere seguiti da professionisti qualificati e competenti, sia perchè riteniamo fondamentale che tutti i nostri operatori veicolino valori, in linea con quelli che ci appartengono, nel segno della promozione del benessere, dell’inclusione sociale e del contrasto ad ogni tipo di discriminazione”.

– foto spf/Italpress –
(ITALPRESS).

Silvia De Dominicis alla Direzione generale di Cosmetica Italia

MILANO (ITALPRESS) – Annunciato in occasione dell’Assemblea annuale dell’Associazione (tenutasi lo scorso 24 giugno a Milano), a partire da lunedì 1° luglio 2024 Silvia De Dominicis assume la guida della Direzione generale di Cosmetica Italia – Associazione nazionale imprese cosmetiche. Romana, laurea in Economia alla Luiss, Silvia De Dominicis inizia la sua carriera nella multinazionale statunitense Johnson & Johnson nel 1995, nel ramo della direzione finanziaria, ricoprendo negli anni incarichi di sempre maggiore responsabilità a livello nazionale e internazionale nelle aree operations, vendite e marketing.
Nel 2015 viene nominata Vice President Ethicon EMEA, responsabile delle strategie regionali per lo sviluppo del business della chirurgia generale, gestendo un ampio portafoglio prodotti.
Dal 2018 al 2022 è Presidente e Amministratore Delegato di Johnson & Johnson Medical SpA in Italia. Da gennaio 2023 a febbraio 2024 assume il ruolo globale di Vicepresidente delle partnership commerciali strategiche.
Nell’aprile 2020 rientra nella lista delle top 100 donne leader più influenti in Italia della rivista Forbes che, nell’ottobre 2021, la include anche tra i 100 manager che hanno guidato le aziende del Paese fuori dalla crisi pandemica.
Vicepresidente di Confindustria Dispositivi Medici fino a dicembre 2023. Oggi è Presidente della Fondazione Operation Smile Italia ETS, impegnata nell’assistere bambini nati con malformazioni cranio-maxillo-facciali nei Paesi a basso e medio reddito.
“Sono onorata di entrare a far parte di un settore così importante e strategico per il nostro Paese. La cosmesi non solo offre lustro e valore alla nostra nazione attraverso prodotti innovativi, sicuri e di qualità, ma è anche legata indissolubilmente al benessere degli individui. La valorizzazione del benessere e della cura della persona, insieme ad un’adeguata prevenzione – commenta la neo Direttrice generale De Dominicis – sono sempre stati temi centrali nel settore della sanità, dal quale provengo, e pilastri essenziali per stare in salute in ogni fase della vita”.
De Dominicis subentra a Luca Nava, che – dopo aver ricoperto il ruolo di Responsabile dell’Area tecnico normativa e, dal 2015, quello di Direttore generale – resta in Cosmetica Italia come Senior Advocacy and European Regulatory Manager.
“Le attività di advocacy e public affairs sono divenute sempre più indispensabili per Cosmetica Italia in un periodo storico particolare, dove il settore è fortemente interessato da nuove regolamentazioni che provengono dall’Unione europea. E’ fondamentale – specifica Nava – proseguire con il massimo impegno il lavoro, avviato negli scorsi anni, di informazione e creazione di una cultura diffusa sull’essenzialità dei prodotti cosmetici e sui valori dell’industria cosmetica in Italia. Sarà un grande piacere lavorare con Silvia De Dominicis per continuare a promuovere il comparto nei confronti degli stakeholder istituzionali e rappresentare la nostra Associazione anche all’interno del network associativo europeo di Cosmetics Europe”.
“Il mio nuovo incarico – prosegue De Dominicis – si inserisce in uno scenario ricco di opportunità: l’obiettivo a lungo termine è riuscire ad affermare il valore strategico del comparto e rendere evidenti le sue positive ricadute economiche e sociali sullo sviluppo del Sistema Paese, lavorando con tutti gli stakeholder nazionali ed europei. Un percorso da perseguire facendo squadra e muovendosi al fianco di imprese, struttura e partner per rappresentare in modo efficace e su più tavoli la voce dell’industria cosmetica nazionale”.
“All’avvio del mandato di presidenza che mi impegnerà per il prossimo triennio, fino al 2027, sono lieto di poter far affidamento su una struttura di professionisti sempre più solida e preparata a rispondere alle evoluzioni del settore e alle sfide che la contemporaneità impone ad una associazione di categoria come la nostra in termini di strumenti, contenuti e risorse. Se Luca Nava conferma la sua esperienza in termini di tematiche regolatorie e di advocacy a vantaggio del comparto, sarà Silvia De Dominicis, alla direzione generale, ad accompagnare questo cambiamento con progetti e attività mirate. Le diamo un caloroso benvenuto!”, questo il commento del presidente di Cosmetica Italia Benedetto Lavino.

– foto ufficio stampa Cosmetica Italia –
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Al Policlinico di Palermo ricostruzione simultanea di pollice e alluce

PALERMO (ITALPRESS) – Nella UOC di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva del Policlinico, diretta dalla Professoressa Adriana Cordova, nel corso di un unico intervento, durato dodici ore, è stato eseguito un intervento di ricostruzione totale del pollice e dell’alluce. L’operazione è stata effettuata su un paziente che, in un incidente stradale, aveva riportato l’amputazione del primo dito della mano destra. A distanza di tre mesi dal trauma, l’equipe guidata dal chirurgo plastico Pierfrancesco Pugliese e composta dalla Dottoressa Mara Franza e dai medici in formazione specialistica Fernando Rosatti, Mariangela Vulpetti, Chiara Canfora e Matilde De Masi, hanno eseguito la ricostruzione completa del pollice mediante l’autotrapianto dell’alluce che, a sua volta, è stato ricostruito (osso e cute) con un’altra procedura microchirurgica, garantendo così all’uomo di mantenere la propria integrità anatomica-estetica del piede. Durante la lunga procedura il paziente è stato monitorato e seguito dagli anestesisti Marta Montalbano e Roberto Cusimano.
“E un grande successo per tutti noi e per l’AOUP Paolo Giaccone” commenta la professoressa Cordova. La Direttrice generale del Policlinico, Maria Grazia Furnari, dichiara: “Mi congratulo con la professoressa Cordova, il Dottore Pugliese e tutta l’equipe. Nella nostra Azienda, caratterizzata dall’inscindibilità tra assistenza, formazione e ricerca, la combinazione di competenze chirurgiche avanzate e tecnologie all’avanguardia continua a spingere i confini di ciò che è possibile, offrendo soluzioni sempre più efficaci per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti”. La ricostruzione delle dita mediante autotrapianto dal piede è una tecnica diffusa e consolidata da diversi anni che può restituire la funzionalità della mano. “Le protesi – spiega Pugliese – per quanto performanti non posso sostituire un dito vero. L’autotrapianto di dito dal piede è la tecnica più complessa e avanzata che esista in questo ambito ma soprattutto nel nostro paese è difficilmente accettata per via della mutilazione del piede. Aver trovato un modo per ridare l’anatomia del piede nello stesso tempo chirurgico può ridare a tutti quei pazienti “indecisi” la forza per intraprendere un percorso di ripristino della propria anatomia della mano”. Pugliese conclude: “Tutto il personale medico e infermieristico della UOC di Chirurgia Plastica ha contribuito in maniera fondamentale per la riuscita della procedura, la cui prognosi normalmente è riservata fino a 7 giorni dopo”. Il paziente è stato dimesso a 8 giorni dall’intervento.

– Foto ufficio stampa Policlinico di Palermo –

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Decontribuzione Sud, Aiop Sicilia “Plauso al governo per proroga misura”

PALERMO (ITALPRESS) – Il presidente di Aiop Sicilia, Barbara Cittadini, esprime grande apprezzamento per il lavoro svolto dal Governo nazionale e, personalmente, dal Ministro Raffaele Fitto, che ha portato alla proroga della misura Decontribuzione Sud fino a dicembre 2024. “La misura, che ha ottenuto il via libera della Commissione Ue, è un contributo importante per la promozione e per lo sviluppo dei territori del Mezzogiorno e risponde all’obiettivo di superare le fragilità e gli svantaggi del contesto meridionale con importanti ricadute sul fronte occupazionale – afferma Cittadini in una nota -. La decontribuzione sul lavoro premia chi investe sulle risorse umane: anche le strutture sanitarie di diritto privato potranno così proseguire nel percorso di crescita e di innovazione avviato da tempo, dando impulso al piano di investimenti finalizzato a potenziare le singole realtà per poter rispondere alla domanda di salute in maniera efficiente, efficace e puntuale. Gli imprenditori dell’ospedalità privata avevano evidenziato i rischi dell’imminente scadenza della misura ma, con senso di responsabilità, hanno riposto fiducia nell’operato del Governo, consapevoli che la proroga della Decontribuzione Sud fosse una priorità per l’esecutivo italiano, rappresentando un risultato importante non solo per le imprese del Sud, ma del Sud per l’Italia e del Sud per l’Europa”, conclude Barbara Cittadini.

– Foto ufficio stampa Aiop –

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Medicina nucleare, anche a Roma la nuova PET/CT più avanzata al mondo

ROMA (ITALPRESS) – E’ stato inaugurato a Roma il nuovo Dipartimento di Medicina Nucleare dell’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli. L’avvio del Dipartimento è avvenuto con l’intervento online del Ministro della Salute Orazio Schillaci ed alla presenza di Maria Tripodi (sottosegretario al Ministero degli affari esteri e cooperazione internazionale, che ha portato il saluto del Ministro Antonio Tajani) ed Antonello Aurigemma (presidente del Consiglio regionale del Lazio). In rappresentanza dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia sono intervenuti Liu Janzhou (primo segretario dell’Ambasciata) e Hao Xiatong (terzo segretario).
Tra i dispositivi più avanzati presenti nel Dipartimento, un’apparecchiatura di ultima generazione: la nuova PET/CT Total-Body uExplorer, dispositivo presente ad oggi in meno di dieci centri di diagnostica avanzata in tutto il mondo in grado di studiare l’intero corpo umano in un’unica scansione. Quali sono i vantaggi innovativi che questa apparecchiatura mette a disposizione dei pazienti e degli specialisti del Fatebenefratelli? Risponde PierCarlo Gentile (Direttore del Centro di Radioterapia ad Alta Specializzazione dell’Ospedale San Pietro Fatebenefratelli): “Siamo particolarmente soddisfatti per l’avvio delle attività del nuovo Dipartimento, all’interno del quale svetta il sistema uExplorer, apparecchiatura che modificherà l’approccio dei medici e dei pazienti alla diagnostica per immagini. I vantaggi di una tale tecnologia per i pazienti sono molteplici, e tra questi sicuramente desidero sottolineare la minore esposizione al radiofarmaco. Questa tecnologia innovativa utilizza un anello rilevatore con un cristallo scintillatore di eccezionale sensibilità e con una estensione di 194 cm: ciò permette di ottenere risposte diagnostiche di elevatissima qualità, riducendo i cosiddetti ‘falsì, utilizzando una quantità di radiofarmaco pari a un sesto di quella attualmente necessaria nel panorama delle altre PET in uso in questo momento”. Una delle caratteristiche del dispositivo è la velocità nell’esecuzione dell’esame, due minuti per studiare “tutto il corpò (da cui: total body), aspetto che ha un impatto positivo sia sulla compliance del paziente, quanto potenzialmente sulle liste di attesa, grave problematica non risolta per questo tipo di diagnostica. “La richiesta per le indagini diagnostiche morfologiche-funzionali tramite PET/CT è oggi molto aumentata rispetto al passato dato che è entrata di diritto nel percorso diagnostico terapeutico della maggior parte dei pazienti oncologici – precisa Gentile -. Questa PET inoltre è estremamente sensibile, ciò garantisce al paziente non solo diagnosi più precise, ma potenzialmente anche più precoci: è infatti in grado di individuare lesioni molto piccole che le altre PET tradizionali non sono ancora in grado di osservare. Ciò, unito alla CT da 160 strati dell’uExplorer in grado di fornire immagini ad elevata qualità morfologica, rappresenta un grande vantaggio diagnostico che potrebbe tradursi in una maggiore tempestività terapeutica”.
Una caratteristica di questa rivoluzionaria tecnologia, che si dimostrerà molto importante nel perseguire trattamenti sempre più precisi “millimetrici”, è l’acquisizione in un unico momento delle immagini nello studio CT e in quello PET. Prosegue Gentile: “Nella radioterapia moderna la precisione è uno degli aspetti fondamentali. Essere precisi permette infatti di aumentare la dose da indirizzare sul tumore con migliori esiti sulla cura del paziente, senza rischiare di danneggiare gli organi circostanti. La qualità delle immagini di questa PET permetterà di studiare meglio l’eterogenicità delle lesioni neoplastiche e ci offrirà pertanto l’opportunità di perfezionare ulteriormente i nostri piani di trattamento, diversificando la dose all’interno dello stesso bersaglio tumorale, colpendo con più forza le aree a maggior aggressività. Sarà infatti possibile individuare, all’interno dello stesso target di malattia, quali siano le aree maggiormente attive e colpirle con dosi più intense”.
L’installazione di uExplorer, apparecchiatura sviluppata presso la University of California-Davis e prodotta dalla multinazionale United Imaging Healthcare, è stata resa possibile dalla collaborazione tra Ospedale Fatebenefratelli, FORA (distributore esclusivo per l’Italia del dispositivo e leader italiano nell’ambito della diagnostica) e la stessa United che a Roma è stata rappresentata dal presidente e CEO della Divisione Internazionale di United Imaging, Jusong Xia. “Per noi l’avvio delle attività a Roma significa la conferma di importanti opportunità di collaborazione internazionale – ha dichiarato Jusong Xia -. Le tecnologie nelle quali ci impegniamo, comprese le scansioni PET/CT, PET/MR, MRI e TC, svolgono un ruolo fondamentale nell’acquisire informazioni approfondite sulla complessità delle patologie più critiche. Nel 2019, l’University of California-Davis ha collaborato con noi per condurre l’imaging PET total body su pazienti affetti da AIDS sottoposti a terapia cocktail. Utilizzando il nostro uExplorer PET/CT total-body e un nuovo tracciante di anticorpi monoclonali mirati all’HIV, i ricercatori hanno cercato i virus dell’HIV nascosti nel corpo. Questa individuazione precisa dei siti di infezione e la valutazione della carica virale segnano un progresso significativo nel trattamento dell’AIDS. Ci auguriamo che il sistema consenta ai professionisti medici in Italia anche di realizzare studi clinici innovativi”.
L’avvio delle attività è stato reso possibile dalla forte iniziativa del “partner italiano” di United, l’azienda di Parma FORA. “Qui oggi parliamo di Imaging Molecolare ed in particolare di una modalità unica al mondo sviluppata da United, più sensibile del miglior prodotto in commercio in questo momento, in grado di realizzare studi dinamici di tutto il corpo, usando un dosaggio notevolmente ridotto del radiofarmaco – spiega Carlo Degano, presidente di FORA -. Rappresentare un partner industriale così all’avanguardia è la massima aspettativa di qualunque azienda di rappresentanza e di qualunque centro utilizzatore. Al Fatebenefratelli San Pietro abbiamo avuto la fortuna di incontrare un utilizzatore, un’amministrazione e una regione illuminati che hanno creduto, anzi spinto per avere il primato di questa rivoluzione diagnostica. Sostenuti da questi presupposti, abbiamo deciso di fare noi direttamente l’investimento per rendere questo sogno, una realtà”. “Non è stato semplice giungere a questo traguardo – prosegue il presidente di Fora – abbiamo vissuto equilibri precari, ma alla fine la bontà e gli sviluppi di questa proposta hanno prevalso. Dare ai pazienti quanto di meglio ci sia al mondo e poter sostenere attivamente la ricerca, non sarà solo a beneficio di pazienti Romani e dell’Italia Centrale, ma potrà sostenere un Ruolo internazionale di Roma e del Lazio. Per noi fare parte di questa pagina di storia dove l’Italia è la Prima in Europa è un premio che corona la nostra curiosità e serietà, ci responsabilizza ad avere un ruolo epocale, ed allo stesso tempo richiederà sempre maggiori competenze, attenzioni, umiltà e buon senso: questi saranno d’ora in poi gli slogan che ci distingueranno come azienda leader in questo settore”.
Come questa nuova installazione si colloca all’interno della storia e dell’evoluzione sul mercato di Fora, azienda che è attiva dal 1974 nell’ambito della diagnostica e dell’imaging? “In 50 anni di attività, ci siamo dovuti inventare quotidianamente – risponde Degano -. La nostra creatività ha intercettato le esigenze del settore e proposto sempre in maniera innovativa soluzioni in grado migliorare lo standard di cura. Abbiamo dimostrato con progetti applicati che il bene pubblico rappresentato dalla sanità è economicamente sostenibile e usufruibile per l’intera collettività chiarendo definitivamente che siamo un player partner della Pubblica amministrazione. Ci siamo posti soprattutto l’obiettivo di mostrare come sia possibile intermediare anche sul territorio italiano gli esiti della competizione tecnologica globale tra sistemi per facilitare al potere politico il suo ruolo, che è quello di scegliere il meglio per i pazienti e per le organizzazioni, ad un prezzo sostenibile. Guidati da questa Vision, nel 2021 ci siamo rispecchiati nei valori di United Imaging Healthcare, uno dei più importanti attori internazionali della diagnostica, ed abbiamo trovato la piena corrispondenza nel voler sostenere l’obiettivo di portare un’assistenza sanitaria equa colmando il divario tra diagnosi e terapia. Un accordo strategico, sostenuto da un contratto di distribuzione esclusiva testimonia la stretta intesa tra le nostre aziendè. E sul futuro? La conclusione di Carlo Degano punta verso nuovi sviluppi ed ambiti di collaborazione: “La partnership strategica tra Fora e United mira a sostenere un concreto accesso nel nostro paese delle straordinarie tecnologie che il nostro partner internazionale sta sviluppando e producendo in Radiologia – tra cui la Risonanza Magnetica da 5 Tesla ad uso clinico- in Radioterapia – con l’Acceleratore Lineare con CT Integrata – ed è pronta ad andare oltre l’Imaging con la Chirurgia, la Robotica e l’Intelligenza Artificiale”.

– Foto ufficio stampa FORA –

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Da sostitutiva a rigenerativa, così cambia la medicina estetica

ROMA (ITALPRESS) – La medicina estetica è quella branca della medicina che agisce sulla correzione degli inestetismi, migliorando il benessere psicofisico dell’individuo. Le sue origini risalgono agli anni ’70 del ‘900, grazie alle intuizioni dell’endocrinologo francese Jean Jacques Legrand. Tra i principali obiettivi della medicina estetica c’è la prevenzione e terapia dell’invecchiamento di viso e corpo, con tecniche mini-invasive sempre più eseguite nel mondo. Secondo i dati dell’ISAPS, nel 2022 nel mondo sono state eseguite 18,8 milioni di procedure non invasive, dato in crescita del 57.8% rispetto ai quattro anni precedenti. Sono questi alcuni dei temi trattati da Maurizio Cavallini, specialista in chirurgia plastica e membro dell’Executive Board della Società italiana di medicina estetica Agorà, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Il concetto negli ultimi tempi è che da una medicina estetica sostitutiva ha preso piede una rigenerativa, che credo sia il futuro – ha esordito -. E’ proprio la capacità che diamo al nostro organismo di riprodurre quello che normalmente abbiamo, non di sostituirlo. E’ un meccanismo più naturale e per questo abbiamo nuove molecole entrate nella pratica della medicina estetica”. Cavallini le elenca, a cominciare dall’ultima novità, quella degli esosomi: “Sono piccole vescicole, un centesimo della grandezza di una cellula, le quali sono sostanzialmente delle bottiglie che navigano nel mare e contengono dei messaggi, quando arrivano in un’altra cellula bersaglio rilasciano il messaggio, sono come messaggeri – ha spiegato – Fino a 30-40 anni fa venivano considerati prodotti di scarto delle cellule. Possono venire da diverse fonti, o da vegetali o frutta solitamente. Bisogna conoscere l’origine degli esosomi, quindi devono essere purificati e non devono avere capacità di creare allergie. In Italia non possono ancora essere iniettati – ha precisato – Possono essere applicati topicamente sopra la pelle o con tecniche che li veicolano”.
E sui polinucleotidi: “E’ come se fossero i mattoni per una nuova casa che vogliamo costruire, e la nuova casa sono le proteine della pelle – ha sottolineato Cavallini – Sono grosse frazioni di dna, spesso estratte dal pesce, che hanno capacità rigenerative di creare nuove molecole, il tutto con un bilanciamento sia quantitativo che qualitativo”. “Il PRP lo estraiamo invece dal nostro sangue. Il plasma ricco di piastrine ha la capacità di trasferire segnali clinici utili per il trattamento, per esempio, dell’alopecia, per cui rivitalizza i capelli e li rende più robusti – ha aggiunto – E’ tutto fisiologico, viene estratto dal nostro corpo”. Per quanto riguarda invece il lipofilling, sono diversi i trattamenti per i quali può essere una valida soluzione: “Lo vedo nel trattamento di situazioni patologiche, come una cicatrice brutta e deturpante – ha riconosciuto – Sicuramente la correzione col grasso per me è un criterio di scelta molto importante. In tutte le condizioni in cui ho un tessuto non sano, ci sono buone indicazioni per fare un lipofilling”.
Infine, sull’importanza di affidarsi ai professionisti più qualificati: “Bisogna stare un pò attenti a parlare di punturine. La medicina estetica, anche se non è riconosciuta a livello accademico, ha grande tradizione, noi italiani ne siamo stati gli inventori – ha rivendicato – Bisogna affidarsi a medici seri e preparati, ci vogliono le giuste diagnosi e il giusto trattamento. Invito pertanto tutti a rivolgersi a medici qualificati in ambienti autorizzati”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).