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A Milano convegno su terapia occupazionale e caregiver

MILANO (ITALPRESS) – “Molte delle professioni sanitarie che rappresento, rivestono un ruolo fondamentale nella presa in carico delle persone più fragili e il terapista occupazionale è senza dubbio una di queste. Il suo operato si esprime in percorsi articolati, che non possono prescindere dal dialogo con la famiglia e con le figure di cura. In un orizzonte demografico segnato da un progressivo invecchiamento e da un’elevata incidenza di malattie croniche, la capacità di valutare il soggetto nella sua dimensione familiare si rivela sempre più importante, variabile cruciale per il raggiungimento di una migliore qualità di vita”. Così il presidente dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio, Diego Catania, nel corso di un convegno sulla figura del caregiver come terzo soggetto rispetto al professionista sanitario e alla persona assistita. “La terapia occupazionale parte dall’assunto che le occupazioni, intese come attività quotidiane significative, promuovano non solo il benessere fisico, ma anche quello psicologico, emozionale e sociale”, ha aggiunto Michela Bentivegna, presidente della Commissione d’Albo Terapisti Occupazionali di Milano. “Un aspetto fondamentale, nel contesto di un intervento così complesso, è il lavoro con i caregiver e la famiglia, che giocano un ruolo fondamentale nel sostenere il percorso terapeutico e nell’assicurare che i benefici della terapia siano integrati alla vita di ogni giorno. I caregiver sono interlocutori preziosi, perchè forniscono informazioni di prima mano su come adattare le strategie terapeutiche alla routine quotidiana, all’ambiente domestico e alle caratteristiche della persona in trattamento. Sono anche, in un certo senso, i primi ‘spettatorì della terapia, in grado di fornire utili riscontri al terapista occupazionale sui suoi risultati più immediati, nonchè i primi sostenitori della persona assistita, che incoraggiano nel raggiungimento degli obiettivi”, ha aggiunto. Il convegno ha visto gli interventi anche di psicologi e medici specialisti in geriatria, per una disamina a tutto tondo della figura del caregiver e del carico mentale ed emotivo che lo contraddistingue. Si è parlato di casi specifici, come quello dei giovani caregiver, delle differenze nelle esperienze di cura rispetto al trattamento di soggetti in età evolutiva o in età anziana. E’ stato inoltre approfondito il contributo della terapia occupazionale in diversi ambiti e in rapporto alle tecnologie assistive e alla telemedicina. Un passaggio obbligato è stata la riflessione sui diritti del caregiver, che talvolta, nel caso dell’assistenza a un familiare, rischia di veder ridotti al minimo i propri spazi di vita – professionali, sociali e di svago. “L’evento vuole mostrare come il terapista occupazionale sia un alleato non solo del soggetto con bisogno di salute, ma anche dei suoi caregiver”, ha concluso Bentivegna.
(ITALPRESS).
– Foto: ufficio stampa –

A Chioggia un murale per valorizzare le professioni sanitarie

CHIOGGIA (ITALPRESS) – E’ stata inaugurata a Chioggia (Venezia) l’opera d’arte dal titolo “Benessere e bellezza: l’armonia della salute”, progetto promosso dalla Federazione nazionale degli Ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP) e realizzato dall’Ordine TSRM e PSTRP di Venezia e Padova e dall’Istituto scolastico comprensivo statale di Chioggia 4.
Alla creazione del dipinto hanno collaborato gli artisti del Museo d’Arte contemporanea – Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli, le studentesse e gli studenti delle classi primarie quarte e quinte, i loro famigliari, gli insegnanti, i residenti del quartiere e i professionisti sanitari dell’Ordine. Quest’opera fa parte di un progetto più ampio “Un murale per la salute”: un’iniziativa pensata dalla FNO TSRM e PSTRP e sostenuta dagli Ordini TSRM e PSTRP, che mira a valorizzare le professioni sanitarie attraverso l’arte del “muralismo”, sensibilizzando la cittadinanza con la finalità d’integrare il territorio e il mondo della salute.
Teresa Calandra, Presidente della FNO TSRM e PSTRP, nell’esprimere la sua soddisfazione e quella del Comitato centrale per l’opera realizzata, ha commentato: “Conoscersi, collaborare, dialogare sono alcune delle parole che caratterizzano la nostra Istituzione che rappresenta 18 professioni sanitarie. E’ importante che queste parole siano la base per far crescere l’integrazione socio-sanitaria di cui il Paese e tutte le persone hanno bisogno”.
La scuola statale primaria Don Milani a Sottomarina di Chioggia, dunque, da oggi si veste con nuovi colori veicolando importanti messaggi. Il leitmotiv dell’Istituto comprensivo clodiense è “La bellezza ci salverà”. Al centro di questa creazione vi sono il tema del mare, interpretato nella sua essenza ambientale come un ecosistema prezioso e fragile, e la prevenzione, considerata un potente strumento per la salvaguardia della salute e del benessere dei cittadini.
L’arte è un potente strumento di educazione e sensibilizzazione, per questo il progetto non si limita alla sola facciata della scuola, ma si estende anche al suo perimetro con l’obiettivo di abbracciare l’intero complesso scolastico, le vie circostanti e i condomini che vi si affacciano. Il murale è situato in una zona popolare che ospita diverse realtà vulnerabili; per tutto il quartiere, dunque, diventa un invito a riflettere. La realizzazione di quest’opera artistica, colorata e vibrante, ha reso l’ambiente scolastico ancora più accogliente, promuovendo la consapevolezza di prendersi cura del pianeta, sulla salute e sul ruolo delle professioni sanitarie, rappresentate attraverso il logo dell’Ordine.
L’integrazione del logo dell’Ordine TSRM e PSTRP di Venezia e Padova e del segno/simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto nel wall painting sottolinea ancor di più l’importanza della salute e della cura del pianeta.
Un pò di numeri: 130 gli studenti che hanno partecipato alla realizzazione, 8 le ore di lavoro, 110 litri di vernice utilizzati e 84 mq di superficie dipinti.
“La scelta del murale rappresenta un messaggio comunicativo moderno e d’impatto, volto a sensibilizzare gli studenti, le loro famiglie e la cittadinanza sulla prevenzione delle malattie e sulla promozione della salute – spiega Andrea Maschera, Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Venezia e Padova – L’auspicio è che il ragionamento su temi quali l’educazione alimentare o la percezione delle emozioni, assieme a molte altre tematiche, possano essere valori aggiunti di questo progetto. L’obiettivo è fare fronte comune alle sfide sanitarie del futuro assieme a tutti i settori socio-economici coinvolti, ed alla partecipazione attiva dei cittadini”.
Nell’ambito di un programma educativo e di collaborazione l’Ordine veneto, nei giorni scorsi, ha incontrato gli studenti della scuola secondaria Nicolò De Conti – afferente all’Istituto comprensivo 4 Chioggia – con due iniziative. Il primo evento è stato dedicato all’importante tema dell’educazione alimentare, ed è stato condotto dalla Commissione di albo dei Dietisti, mentre il secondo incontro ha offerto agli studenti preziose conoscenze sul riconoscimento e la gestione delle emozioni, grazie all’intervento dei componenti della Commissione di albo degli Educatori professionali. I due appuntamenti sono stati per gli allievi spunti di riflessione e consapevolezza su tematiche fondamentali per lo sviluppo personale.
La parola è poi passata alla dirigente scolastica dell’ICS Chioggia 4, Simonetta Nale Boscolo: “Il lavoro che stiamo facendo è quello di trasformare i luoghi in spazi, un’ambizione grande. Questo progetto vede la collaborazione di reti importanti, ma anche la volontà di far sì che la prevenzione diventi l’obiettivo finale”.
Tra i numerosi spettatori del vivace e simbolico progetto grafico, ispirato alle forme e ai colori dell’arte contemporanea e alle tradizioni locali di Chioggia, ha partecipato anche Marco Bussetti, già Ministro dell’istruzione e attuale Direttore generale dell’Ufficio scolastico del Veneto, che ha sottolineato: “Mi fa piacere ricordare che questo progetto sull’educazione ambientale ha un anno e mezzo, ma tutto parte da un protocollo che avevo firmato quand’ero Ministro assieme al collega dell’ambiente. D’altra parte il nostro pianeta è composto al 75 per cento d’acqua e dal restante 25 per cento da terra; ecco allora com’è facile capire l’importanza di questo elemento. Mi aspetto dai ragazzi un comportamento virtuoso e di cura dell’ambiente, siate ambasciatori di quanto avete imparato”.
Ha preso parte all’iniziata anche Elena Zennaro, Vice sindaco del Comune di Chioggia, affiancata da numerosi membri dell’amministrazione comunale e dai consiglieri regionali Marco Dolfin, Erika Baldin e Jonatan Montanariello. “Porto la stima e la riconoscenza per coloro che hanno collaborato a questa importante iniziativa – le parole di Zennaro – Si tratta di un progetto che ha valorizzato la scuola come spazio e anche come comunità. I ragazzi hanno intrapreso un percorso di crescita personale che serve a loro, ma anche alla nostra città”.
“Porto i saluti del Presidente regionale Luca Zaia – chiarisce Dolfin – Siamo di fronte al connubio tra bellezza e benessere: un equilibrio delicato che regola anche l’ambienta marino. Si sente tanto parlare di sostenibilità, questo è un segnale importante e concreto in questa direzione”.
A parlare ai ragazzi dell’importanza della salute anche mister Antonio Andreucci e il portiere Amadou Mandieme Fall dell’Union Clodiense Chioggia Sottomarina Calcio, squadra neopromossa in serie C. Presente anche Giovanna Barzanò, coordinatore scientifico del progetto “Più luoghi” e di “Rete dialogues for future”.

– foto ufficio stampa FNO TSRM e PSTRP –
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Lotta alla leucemia, la barca a vela dell’Ail fa tappa a Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – Torna “Sognando Itaca”. Dal 31 maggio al 14 giugno la barca a vela dell’Ail viaggia per 1000 miglia lungo la costa tirrenica facendo tappa in 8 città italiane. E fa tappa anche a Palermo, nella sede della Lega Navale al Molo trapezoidale, il 9 giugno, a partire dalle 10,30, con la partecipazione del sindaco Roberto Lagalla, del presidente Ail Pino Toro, del presidente del Circolo Canottieri alla Cala Edoardo Traina e del presidente della Lega Navale Nicola Vitello. A raccontare il senso del viaggio Giuseppe Navoni, presidente Ail Brescia, Aurelio Angelini, docente di Sociologia dell’Ambiente, Franco Andaloro, coordinatore Sicilia cluster tecnologico nazionale Blue Italian Growth.
Saranno presenti i medici dei reparti di Oncoematologia cittadini, gli psicologi e i volontari di Ail Palermo-Trapani, che compie trent’anni.
Seguirà un’uscita in barca a vela, momento clou dell’Itaca Day, una giornata durante la quale l’equipaggio formato da malati, medici, infermieri, psicologi e skipper professionisti vivono insieme un’esperienza unica, lontani dai luoghi di cura e in un contesto di assoluta reciprocità.
In occasione della Giornata Nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma che si celebra il 21 giugno, Ail promuove “Sognando Itaca”, iniziativa nata nel 2006 sul Lago di Garda, volta alla riabilitazione psicologica e al miglioramento della qualità della vita dei malati con tumore del sangue. Pensata da un giovane paziente amante della vela, e grazie a una collaborazione tra la Sezione AIL di Brescia, l’Oncologia Medica e l’Ematologia degli Spedali Civili di Brescia, la Fraglia Vela di Desenzano e il Circolo Vela Gargnano. Denominato Progetto Itaca perchè, come Ulisse, i pazienti onco-ematologici si trovano ad affrontare un mare aperto, sconosciuto e pieno di insidie. Durante il viaggio scoprono, però, nuovi territori, relazioni, solidarietà, vicinanze e risorse.
Dal 2009 il progetto ha raggiunto il mare ed è diventato una delle iniziative principali legate alla Giornata Nazionale contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma, una barca a vela con skipper professionisti, pazienti in fase riabilitativa, medici, infermieri e psicologi, naviga lungo una costa italiana, mar Adriatico o mar Tirreno, ad anni alterni, facendo tappa nelle città in cui è presente una divisione di Ematologia in stretta collaborazione con AIL con l’obiettivo di diffondere tra le Sezioni territoriali dell’Associazione la velaterapia quale metodo terapeutico volto alla riabilitazione psicologica e al miglioramento della qualità della vita dei malati onco-ematologici. In ogni porto di attracco, le Sezioni Ail coinvolte organizzano una giornata, l’Itaca Day, durante la quale i pazienti dei diversi Centri di Ematologia, accompagnati dai medici e dagli infermieri, hanno la possibilità di imbarcarsi per vivere un’esperienza a bordo della durata di circa tre ore. Inoltre, in collaborazione con gli yacht club locali, vengono organizzati incontri stampa, con le autorità, e con gli ospiti della veleggiata.
La barca Ail di Sognando Itaca, partita il 31 maggio da Genova, arriverà a Napoli il 14 giugno. In ogni porto toccato dal tour si svolgerà l’Itaca Day: un gruppo di pazienti, accompagnati da una èquipe medica multispecialistica, si imbarcherà per provare l’esperienza di vita in mare aperto, all’insegna della condivisione e dello spirito di squadra.
L’iniziativa si inserisce tra le attività che Ail e le sue 83 sezioni provinciali organizzano in occasione della Giornata Nazionale per la lotta contro leucemie, linfomi e mieloma del 21 giugno. La Giornata, posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e istituita permanentemente dal Consiglio dei Ministri, è dedicata all’informazione sulle ultime novità scientifiche nella cura dei tumori del sangue e sui progetti per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti.
UniCredit è Partner Istituzionale Ail per il biennio 2023-24, sostenendo gli eventi che l’Associazione promuove a livello nazionale e locale e contribuendo a sviluppare i servizi di assistenza presso le Case alloggio Ail e il supporto psicologico per pazienti e familiari.
Sognando Itaca si avvale, tra gli altri, del patrocinio del Coni, della Marina Militare, della Federazione Italiana Vela, della Lega Navale, di Sport e Salute.
Sognando Itaca è realizzata con il contributo incondizionato di Cotton Sound, Cbill, GSK, Otsuka.
– foto: screenshot da manifesto Ail –
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Liste d’attesa, Cittadini (Aiop) “No a passi indietro”

ROMA (ITALPRESS) – “La Legge di Bilancio 2024 aveva rideterminato il tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie dalle strutture di diritto privato, rispondendo, innanzitutto, alla reale esigenza di salute dei cittadini. Oggi, però, e con riferimento all’anno in corso, quella misura rischia di essere vanificata o fortemente compromessa”. Barbara Cittadini, presidente nazionale AIOP, commenta così lo schema di decreto-legge sulle liste d’attesa all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri.
“Infatti, l’indicazione contenuta nell’ultima bozza dello schema del DL Liste d’attesa – precisa la presidente – è quella di destinare prioritariamente le risorse incrementali riferite al 2024 alle strutture accreditate dotate di pronto soccorso ed afferenti alle reti tempo-dipendenti, per prestazioni con codice di priorità rosso o arancio. Prestazioni che, come è giusto e normale che sia, già ricevono una risposta puntuale dal nostro SSN e che dovrebbero essere escluse dal tetto, poichè non può esserci limite di spesa quando si parla di salvare delle vite. In questo modo, invece, queste prestazioni restano, ingiustamente, soggette al vincolo di Spending Review e vengono, altresì, penalizzate, ingiustificatamente, il 90% delle strutture di diritto privato che, pur non essendo dotate di pronto soccorso, rispondono in maniera efficace, efficiente e tempestiva alla domanda di salute della popolazione”.
“La nostra componente era, ed è pronta, a dare il proprio contributo per erogare più prestazioni a tutela del diritto alla salute dei cittadini, ma per farlo dobbiamo avere tutti, politica compresa, una visione sul futuro anzichè riproporre i vecchi schemi del passato che, evidentemente, non hanno funzionato. Aspettando di leggere l’articolato del decreto, chiediamo, quindi, al Governo – conclude Barbara Cittadini – di preservare la ratio della misura inserita in Legge di Bilancio, consentendo alle strutture ambulatoriali ed a quelle di ricovero del territorio nazionale di contribuire, con le proprie potenzialità, all’erogazione della totalità delle prestazioni riconosciute quali livelli essenziali di assistenza”.

– Foto ufficio stampa Aiop –

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Sanità, dal Governo decreto e ddl per ridurre le liste d’attesa

ROMA (ITALPRESS) – Una piattaforma nazionale per abbattere le liste d’attesa e garantire i tempi delle prestazioni sanitarie e l’abolizione del tetto di spesa: sono le principali novità contenute nei due provvedimenti – un decreto legge e un decreto legge – approvati dal Consiglio dei Ministri, che “sono frutto di un lavoro che ci ha visto confrontarci con regioni, ordini professionali e associazioni dei cittadini”, ha spiegato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in conferenza stampa. La piattaforma nazionale per le liste di attesa sarà istituita presso Agenas ed “è finalizzata a realizzare un interoperabilità con le piattaforme di liste di attesa per ogni regione”: si tratta di “un provvedimento fondamentale perchè fino adesso in realtà non esiste un vero monitoraggio di quelli che sono i tempi delle liste di attesa per prestazione per regione, quindi se si vuole realmente intervenire bisogna avere i dati e conoscere quella che è la situazione regione per regione e prestazione per prestazione”. Prevista anche “l’implementazione del sistema di prenotazione delle prestazioni sanitarie quindi l’afferenza a un Cup regionale o interregionale non solo di tutti quelli che sono gli erogatori pubblici, ma anche degli erogatori privati accreditati ospedalieri ed ambulatoriali: fino adesso solo in qualche regione spot era presente un simile sistema di prenotazione delle agende. Il privato convenzionato dovrà mettere a disposizione in maniera trasparente tutte le prestazioni ai cittadini: mettendo insieme le prestazioni offerte dal privato convenzionato, ma soprattutto dal sistema sanitario pubblico, già solo con questo avremo una riduzione dei tempi delle liste di attesa”, ha sottolineato Schillaci. Inoltre “faremo in modo che ci siano visite diagnostiche e specialistiche anche nei giorni di sabato e domenica” e “si amplia la fascia oraria per l’erogazione di queste prestazioni”.
Per il ministro “è ovvio che un qualunque provvedimento come questo non può non essere fatto tenendo conto che necessita il reclutamento di altri professionisti sanitari: nell’anno in corso, il tetto di spesa verrà incrementato e portato, per le regioni che ne faranno richiesta, dal 10 al 15% mentre invece da partire dal 1° gennaio 2025 abrogheremo il tetto di spesa” per il personale sanitario. Per gli operatori sanitari che svolgeranno un orario aggiuntivo straordinario per abbattere le liste di attesa “è prevista una tassazione del 15% sull’orario aggiuntivo e sulle prestazioni finalizzate all’abbattimento delle liste d’attesa, indipendentemente dal reddito percepito dal singolo operatore sanitario”, mentre, sempre per combattere il fenomeno delle liste d’attesa e “per contrastare il fenomeno dei cosiddetti ‘gettonistì che abbiamo combattuto sin dal primo giorno di governo, le regioni e il personale del comparto dirigenza medica e sanitaria potranno anche reclutare personale con forme di lavoro autonomo”.
Il provvedimento poi “dà mandato al direttore generale dell’Azienda Ospedaliera presso la quale è stata richiesta la prestazione di far sì che i tempi vengano rispettati, ricorrendo o all’intramoenia o al privato convenzionato. Tutti i dati possibili sulle liste di attesa vanno controllati e monitorati”, in questo modo “capiremo anche quante sono in realtà le prestazioni urgenti che prima non erano erogate e per le quali il cittadino si rivolgeva al privato”, ha ricordato il ministro.
“E’ una questione di risorse ma, come abbiamo sempre detto, anche di organizzazione: se ognuno farà la sua parte, riusciremo a riorganizzare la sanità” e “avremo un servizio sanitario migliore: lo dobbiamo ai cittadini”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Nasce Smart Clinic, joint venture tra Gruppo San Donato, GKSD e Generali

MILANO (ITALPRESS) – Firmato il closing dell’accordo strategico tra Gruppo San Donato, GKSD e Generali Italia: nasce Smart Clinic S.p.A., la società joint venture che ha come obiettivo la realizzazione, entro il 2030, di un network di circa 100 strutture sanitarie sull’intero territorio italiano. La nuova realtà sarà presieduta da Vito Cozzoli, sotto la guida dell’Amministratore Delegato Bonifacio Moroni e dei consiglieri, Francesco Galli, Francesco Bardelli e Gavino Arrica, nominati dai soci.
La JV è partecipata da Gruppo San Donato con il 51%, da Generali Italia con il 40% e da GKSD con il 9%. Un modello basato su un moderno ecosistema integrato sanità-assicurazione, frutto della sinergia tra il know-how dei due leader nazionali nell’ambito della salute e dell’assicurazione. Una partnership strategica al servizio del Paese che può contare sulla rete del Gruppo San Donato – primo gruppo sanitario italiano, che nelle sue 63 sedi cura oltre 5 milioni di pazienti all’anno – e sulla forza di Generali Italia, l’assicuratore n°1 in Italia con circa 11 milioni di clienti e una rete presente su tutto il territorio.
La nuova Smart Clinic, nella quale sono confluite anche le dieci strutture sanitarie di Gruppo San Donato già operative in Lombardia, rappresenta una risposta innovativa, da un lato, alla crescente richiesta di cura e prevenzione della popolazione e, dall’altro, alla progressiva evoluzione verso una sanità basata su servizi di cura personalizzati e con standard elevati. Un contributo concreto alla sostenibilità del Sistema Salute del Paese, con l’obiettivo di favorire l’efficienza e l’efficacia dei percorsi di cura. Smart Clinic presenta, infatti, un’innovativa proposta sul mercato italiano che integra le cure in tutte le specialità mediche con un’importante focalizzazione su prevenzione e benessere, attenzione alla customer experience, accessibilità alle prestazioni, elevati standard qualitativi e utilizzo delle migliori tecnologie.
Un’offerta completa di prestazioni ambulatoriali per garantire al cliente una smart health experience a 360 gradi, con servizi personalizzati grazie a processi digitali integrati per semplificare le fasi di ricerca, prenotazione e presa in carico del paziente. L’impiego della tecnologia per tutta la durata del percorso diagnostico-terapeutico consente, tra l’altro, al paziente di poter aver a disposizione i suoi dati sanitari in tutte le strutture ospedaliere del Gruppo San Donato.
Grazie a questa partnership, Generali Italia potrà offrire ai propri clienti un accesso facilitato alle prestazioni di tutte le Smart Clinic.
Il network di Smart Clinic sarà comunque accessibile a tutti i cittadini, compresi gli assicurati con tutte le principali mutue, casse e fondi sanitari e compagnie assicurative, a cui sarà garantita continuità di presa in carico, anche in caso di approfondimenti o trattamenti di secondo livello, presso gli ospedali del Gruppo San Donato in una logica di Hub&Spoke.
Gli advisor legali dell’operazione sono stati gli studi legali Legance, Bird & Bird e Ruberti e Associati per Gruppo San Donato e lo studio Bonelli Erede per Generali Italia.
“Siamo fieri di questa iniziativa che ci vede protagonisti nel portare in Italia un’offerta di prestazioni sanitarie del tutto innovativa – commenta Kamel Ghribi, Presidente di GKSD e Vice Presidente di Gruppo San Donato -. Gruppo San Donato e Generali Italia, ambedue leader di mercato, sono sinonimo indiscusso di qualità delle cure e attenzione alla clientela”.
Giancarlo Fancel, Country Manager e CEO di Generali Italia, sottolinea che “il closing siglato oggi rientra nella nostra strategia “Partner di Vita” che ha come pilastro la protezione della Salute. Una linea di sviluppo anche del prossimo piano industriale. Al fianco di un partner di assoluto prestigio come il Gruppo San Donato, offriamo una proposta innovativa per il panorama italiano basata sui principi dell’elevata qualità sanitaria, dell’accessibilità e della vicinanza a territori e comunità. Un’offerta rivolta non solo ai nostri clienti, ma a tutti i cittadini per rispondere al loro crescente bisogno di prevenzione, servizi, tecnologia e protezione”.
Francesco Galli, Presidente del Comitato Strategy and Operations del Gruppo San Donato e AD degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi del Gruppo San Donato, dice che “siamo particolarmente fieri del progetto Smart Clinic. Nato dieci anni fa da una nostra intuizione, si è concretizzato fin da subito in un’innovativa proposta di cura e prevenzione. Con le Smart Clinic, infatti, ci siamo avvicinati alle esigenze delle persone e delle famiglie, mettendo a disposizione, in modo sempre più capillare e accessibile sotto tutti gli aspetti, il know-how e l’alta qualità del Gruppo San Donato. Oggi, a distanza di dieci anni, il progetto è maturo e pronto per il salto su scala nazionale”.
Francesco Bardelli, Chief H&W and Connected Business Development Officer di Generali Italia e Ceo di Generali Welion, sottolinea che “con la nascita di Smart Clinic, vogliamo dare un contributo concreto al Sistema Paese, verso un modello sempre più integrato tra pubblico e privato, in una logica di reciproco sostegno a beneficio dell’offerta e del servizio ai cittadini. Con questa partnership rafforziamo il nostro ecosistema Health & Welfare che tramite l’applicazione di tecnologia e digitalizzazione punta a rendere sempre più accessibili e personalizzate le migliori cure per i cittadini”.

– foto ufficio stampa Gruppo San Donato –
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Prevenzione, l’8 giugno al via “Nel cuore della tua città”

MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) (ITALPRESS) – Parte da Mazara Del Vallo l’iniziativa di sensibilizzazione e prevenzione delle malattie cardiovascolari “Nel cuore della tua città”, promossa da Novartis nell’ambito della campagna “Ascolta il tuo battito”, sostenuta da AISC (Associazione Italiana Scompensati Cardiaci) e FIPC (Fondazione Italiana Per il Cuore). L’appuntamento è fissato per sabato 8 giugno presso l’ospedale “Abele Ajello” dalle 8,30 alle 13,30. Un intervento su misura che prevede consulti cardiologici gratuiti e misurazioni del colesterolo. Per prenotare è necessario consultare il sito www.nelcuoredellatuacitta.it.
L’8 giugno in pochi minuti, tramite pungidito, sarà possibile conoscere i livelli del profilo lipidico presso i locali dell’ambulatorio, al primo piano del Presidio Ospedaliero e successivamente approfondire i risultati con uno specialista.
La tappa di Mazara rappresenta la prima delle quattro in programma in diverse Regioni della penisola. Un appuntamento che invita soprattutto le persone con medio e alto rischio cardiovascolare – ad esempio coloro che hanno già avuto un infarto o ictus, chi soffre di diabete o ha una familiarità con questo tipo di patologie – a non sottovalutare e a ridurre il proprio livello di rischio grazie a una migliore conoscenza e gestione dei livelli di LDL, una delle prime cause di incorrere in un nuovo evento acuto. Nei pazienti che hanno superato un infarto o un ictus la prevenzione secondaria diventa prioritaria per ridurre il rischio di recidive ischemiche e quindi migliorare la loro qualità di vita. La corretta gestione di questi pazienti deve, quindi, necessariamente mirare a raggiungere i valori i di colesterolemia LDL raccomandato dalle Linee Guida congiunte della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea di Aterosclerosi (EAS). Obiettivi, quelli del monitoraggio e del raggiungimento dei livelli target di colesterolo, che non risultano essere di facile ottenimento: in Sicilia, ad esempio, circa il 62% dei pazienti già in trattamento per problemi di ipercolesterolemia non controlla adeguatamente i valori LDL. Sebbene si tratti del fattore di rischio più facilmente modificabile, ottenere una riduzione efficace e sostenuta nel tempo dell’LDL è infatti ancora una sfida, tanto che 8 su 10 pazienti ad alto rischio non sono in grado di ridurre il loro colesterolo cattivo ai livelli raccomandati. A questo si aggiunge la difficoltà di aderenza alla terapia, uno scenario che ha evidenziato come solo il 43,6% della popolazione già in trattamento sia aderente, riportando che questa si riduce nel tempo a causa della complessità del regime terapeutico e degli effetti indesiderati.
In Sicilia nel 2020 sono stati registrati oltre 20.000 decessi provocati dalle malattie cardiovascolari (44,4% tra gli uomini e 55,6% tra le donne). Queste patologie costituiscono oggi in Italia la prima causa di morte nell’adulto, con oltre 220.000 decessi ogni anno, di cui il 30% ascrivibile a una condizione di trombosi o di aterosclerosi della parete arteriosa. A livello globale, 1/3 delle cardiopatie ischemiche è attribuibile a ipercolesterolemia che è responsabile di 4,4 milioni di decessi all’anno.
“L’importanza di un’adeguata aderenza e di una conoscenza del proprio rischio di incorrere in un nuovo evento acuto rappresentano temi sui quali vogliamo impegnarci. Iniziative come queste – sottolinea Ferdinando Croce, Commissario Straordinario Azienda Sanitaria Provinciale Trapani – permettono di offrire ai nostri pazienti risorse per migliorare la loro qualità di vita e favorire la loro presa in carico da parte dei tanti centri di eccellenza presenti sul nostro territorio”.
“Continuano a preoccupare i casi attribuibili a condizioni trombotiche o di aterosclerosi in cui l’ipercolesterolemia rappresenta un fattore di rischio chiave. Le malattie cardiovascolari – precisa Michele Gabriele, Direttore U.O.C. UTIC con Cardiologia e Centro di Cardiostimolazione del Presidio Ospedaliero Abele Ajello – si confermano purtroppo come la principale causa di morte nel mondo, più ancora dei tumori. Benchè l’innovazione a disposizione consenta di intervenire preventivamente su circa l’80% degli eventi cardiovascolari, perseverare con attività di questo tipo contribuisce a ridurne l’incidenza e salvare molte vite, soprattutto nei pazienti che hanno già avuto un evento pregresso e che, proprio in virtù di questa condizione, devono prestare maggiore attenzione al loro percorso di cura”.

– Foto “Nel cuore della tua città” –
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Sclerosi multipla, in Italia 140mila malati

ROMA (ITALPRESS) – La sclerosi multipla colpisce oltre 140 mila persone in Italia, con 3.600 nuove diagnosi all’anno: 6 nuovi casi ogni 100 mila persone, 12 in Sardegna. Si tratta soprattutto di donne, tre ogni uomo, diagnosticate in genere in età giovanile, tra i 20 e i 40 anni. AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) stima in circa 2.000 in Italia le persone con disturbi dello spettro della Neuromielite Ottica (NMOSD) e della variante MOGAD, patologie rare molto simili alla sclerosi multipla che vengono seguite negli stessi Centri clinici. Il costo sociale della sclerosi multipla ammonta a circa 6,5 miliardi di euro l’anno, con un costo medio annuo per persona è di 45.800 euro: lo Stato si fa carico direttamente, attraverso servizi sanitari e sociali pubblici, di poco meno della metà (22.200 euro pari al 48%). Le famiglie si sobbarcano il 12%, mentre il restante 40% è a carico della collettività, legato soprattutto alla perdita di produttività di pazienti e caregiver che smettono di lavorare, e quindi di generare ricchezza, a causa della patologia. Sono i dati che emergono dal Barometro della Sclerosi Multipla e Patologie Correlate 2024, elaborato annualmente da AISM e presentato oggi alla Camera dei Deputati, che offre una fotografia aggiornata della sclerosi multipla e della emergenza sanitaria e sociale che rappresenta in Italia. ‘Il Barometro ha fotografato i cambiamenti realizzati, mostrando come norme, politiche e processi siano stati ripensatì, ha detto il presidente di AISM, Francesco Vacca, ricordando un importante anniversario. ‘Dieci anni fa, la Carta dei Diritti ha gettato le basi per una società più inclusiva e rispettosa: c’è ancora tanto da fare, ma siamo determinati a continuare a migliorare la qualità della vita delle persone con sclerosi multipla e dei loro familiari. Dieci anni di conquiste che ci riempiono di orgoglio. Attraverso l’Agenda 2020 e ora l’Agenda 2025, abbiamo risposto ai bisogni di molte persone con sclerosi multipla e patologie correlate, contribuendo a un’Italia più giusta, equa e inclusivà. La giornata è anche l’occasione per presentare le 30 proposte concrete di AISM per l’agenda del Paese, tra cui prevedere esplicitamente i Centri clinici della sclerosi multipla e patologie nei piani di riorganizzazione delle reti ospedaliere inserire la sclerosi multipla tra le patologie a cui il Piano Nazionale Cronicità dedica specifica attenzione, assicurare la piena attuazione dei nuovi Lea, garantire lo smaltimento delle liste d’attesa per le persone con sclerosi multipla, promuovere e sostenere l’utilizzo della telemedicina e sperare le situazioni di restrizione nell’accesso ai farmaci modificanti la malattia.
Il Barometro, ha aggiunto il presidente di FISM, Mario Alberto Battaglia, ‘non è solo un insieme di dati. E’ il luogo in cui le priorità dell’Agenda sono spiegate e circostanziate dalle singole persone che sono state ascoltate e interpellate. Il Barometro esprime dati utili per orientare gli interventi pubblici e l’attività della nostra Associazione e della nostra Fondazione: l’Agenda delle persone con sclerosi multipla è un contributo strategico e operativo dell’Agenda del Paese. Nonostante i progressi compiuti, rimane molto da fare per migliorare la qualità della vita delle persone con sclerosi multipla e dei loro familiari. L’impegno congiunto delle istituzioni, dei professionisti sanitari e delle associazioni dei pazienti è fondamentale per superare queste sfide e garantire un futuro migliore per tutti le persone che vivono questa complessa patologia”.
Il Barometro 2024 presenta i dati dell’indagine realizzata quest’anno su 180 dei 237 Centri Clinici per la sclerosi multipla presenti in Italia e quelli raccolti nel 2023 su circa 1.500 persone con sclerosi multipla, insieme a quelli di fonte istituzionale. I Centri sono il punto di riferimento per oltre il 90% delle persone, il 70% delle quali riceve i farmaci modificanti il decorso, che riducono le ricadute e rallentano la progressione. Due terzi di loro riceve una terapia che può fare a casa, e riferisce che questa autonomia migliora la sua qualità di vita. Al restante 35% viene somministra la terapia al Centro clinico, e molti tra questi pazienti apprezzano la possibilità di confrontarsi con i clinici o con altri pazienti.
La patologia genera però bisogni complessi, cui i servizi devono rispondere in modo tempestivo e coordinato. I problemi emergono soprattutto nei ritardi per accedere a risonanze magnetiche (36,2%) e visite di controllo (24,7%), e rimangono più spesso insoddisfatti i bisogni che richiedono servizi integrati: riabilitazione (46,9%), trattamento psicologico (45,2%), cure farmacologiche sintomatiche (39,3%) e assistenza domiciliare (19,6%) che le persone hanno indicato di non aver ricevuto, o di aver ricevuto in quantità insufficiente rispetto al bisogno.
La crisi del personale che investe tutto il SSN non risparmia i servizi per la sclerosi multipla, secondo i dati 2024 ogni neurologo dedicato segue 558 pazienti e un infermiere 477, valori molto superiori a quelli indicati da AGENAS (1 neurologo ogni 300/400 pazienti).
La telemedicina, sebbene abbia potenziato la risposta a distanza, non è ancora pienamente integrata nel sistema sanitario, e anche l’implementazione delle cure digitali si scontra con la mancanza di personale.
La diffusione dei Percorsi Diagnostico Terapeutici e Assistenziali, non solo a livello regionale (14 approvati in Italia più 4 in discussione), ma anche a livello territoriale (passano dal 25% del 2022 al 36,5% i Centri che ne hanno uno) segnala che il sistema delle cure, e i Centri sclerosi multipla in particolare, sono aperti a soluzioni innovative, che offrano cure integrate e centrate sulla persona e razionalizzino i loro percorsi di cura.Rimangono però ostacoli organizzativi, di nuovo la carenza di personale è il principale (indicato dall’80% circa dei Centri), ma anche la debolezza dei servizi territoriali e sociali (60% circa) e le complicazioni amministrative alla gestione e condivisione dei dati clinici (57%), rallentano la piena realizzazione dei PDTA.
Il Barometro sottolinea poi l’importanza fondamentale dei caregiver nel supporto quotidiano alle persone con sclerosi multipla. Soprattutto le persone con disabilità moderata (47,2%) e grave (78,6%) hanno bisogno di aiuto e assistenza in casa, ma oltre il 20% non riesce a riceverlo. Tra chi lo riceve, il 39,7% ha un caregiver familiare, e più in generale il 55% può contare solo sulle proprie risorse, e al tempo dedicato dal caregiver aggiunge quello di personale a pagamento, mentre si ferma al 17,1% la quota di chi riceve aiuto solo dai servizi pubblici. Queste patologie mostrano un rischio importante di esclusione e di discriminazione, che oltre il 75% indica di subire nella vita quotidiana. Il mondo del lavoro (35%) è indicato come il contesto in cui più spesso si realizza la discriminazione, ma anche la burocrazia e quindi il rapporto con i servizi pubblici (34,9%) e i servizi finanziari (20,7%) sono menzionati da quote elevate.
Chi riceve la diagnosi durante il percorso di istruzione riporta impatti importanti, il 30% di chi era all’università ha perso anni, e il 18% ha lasciato gli studi. Lo svantaggio quindi si accumula nel tempo, e spesso le persone arrivano già vulnerabili nel mondo del lavoro. Tra chi oggi non lavora, quasi il 60% ha smesso di farlo a causa della sclerosi multipla e oltre la metà di questi (34%) indica che il contesto di lavoro non si adattava alle sue necessità.
L’accessibilità soprattutto degli spazi e dei trasporti pubblici rimane un problema molto frequente, e riguarda non solo il 95% di chi ha disabilità moderata o grave, ma anche il 45% delle persone con disabilità lieve. E’ uno dei segnali che nella società queste patologie non sono conosciute: oltre il 90% ritiene che la popolazione generale la conosca poco o per nulla, e quote molto simili si esprimono in questo senso a proposito dei giornalisti, del personale di uffici pubblici e privati, e il 51% anche di quelli sanitari non specializzati.
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(ITALPRESS).