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Arpa Sicilia, dalla Regione no a fondi extra “Sui costi serve chiarezza”

PALERMO (ITALPRESS) – L’assessorato regionale alla Salute ha respinto la richiesta dell’Arpa Sicilia di un finanziamento extra di 28 milioni e 739 mila euro. “Sorprende non poco quanto lamentato dall’Arpa” e “non è certamente nello spirito del governo la previsione di un finanziamento a piè di lista”, sono alcuni passaggi della lettera firmata dal dirigente generale della Pianificazione Strategica dell’assessorato, Salvatore Iacolino, e dal dirigente generale del Dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico, Salvatore Requirez, per i quali “è improbabile poter determinare un giudizio dei costi sostenuti per le attività correlate ai servizi essenziali di assistenza senza una tariffa di riferimento”. I dirigenti ricordano che anche la Corte dei Conti ha negato alla Regione la possibilità di finanziare alcune attività dell’Arpa attingendo al fondo sanitario nazionale, e contestano il ritardo con cui l’Agenzia avrebbe inviato le carte per determinare i reali costi da finanziare.
“La costante e pressante richiesta di questo Assessorato volta alla definizione di un sistema di quantificazione delle tariffe unitarie da applicare alle prestazioni da porre a carico del Fondo Sanitario Regionale – si legge ancora nella lettera – appare elemento prodromico e propedeutico per la iniziativa di costruzione di un affidabile sistema di contabilità analitica in quanto è improbabile poter determinare un giudizio di congruità e coerenza dei costi sostenuti per le attività correlate ai Livelli Essenziali di Assistenza senza un parametro e cioè la tariffa di riferimento”.
“Con l’assessorato alla Salute c’è un rapporto di collaborazione – afferma il direttore generale dell’Arpa Sicilia, Vincenzo Infantino, contattato dall’Italpress -. Noi abbiamo semplicemente fatto una valutazione rispetto alla modalità di rendicontazione delle nostre spese, che è stata strutturata in accordo alla direttiva della Presidenza della Regione, e la cifra che abbiamo rappresentata è necessaria che per essere efficaci ed efficienti. Capisco che è un momento particolare, gli equilibri economici della Regione vanno valutati ma è giusto rappresentare tutto quello che dobbiamo fare”.
“Siamo l’Agenzia con il minor numero di persone sulla regione più vasta d’Italia, con i problemi delle coste, con tre petrolchimici, con criticità importanti sul territorio – prosegue -. Essere presenti in queste attività di monitoraggio e controllo è difficile quando il personale dal punto di vista quantitativo è inadeguato, siamo 285 di ruolo, quando la pianta organica conta 957 unità di personale”.
“Il ministero ci ha fornito finanziamenti esterni che ci hanno permesso di completare il monitoraggio dei corpi idrici, consentendoci di evitare un’altra delle possibili infrazioni comunitarie e di fornire i dati sulla qualità dell’acqua”, sottolinea ancora Infantino.
Riguardo alle risorse dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente c’è un secondo fronte, aperto dal Movimento 5 Stelle con un’interrogazione all’Ars, presentata nelle scorse settimane dalla deputata regionale Roberta Schillaci. “Alcune spese a mio avviso non rientrano nella mission di Arpa – spiega l’esponente pentastellata all’Italpress -. E’ vero che bisogna divulgare gli stili di vita sani, il mangiare bene, ma secondo me si è esagerato con eventi che a mio avviso hanno molto poco a vedere con la mission di Arpa: parliamo di un presepe vivente o manifestazioni a sfondo musicale dove magari c’era uno stand di Arpa per divulgare l’attività dell’ente”. Secondo Roberta Schillaci “in una fase in cui abbiamo falde acquifere inquinate, non ci sono controlli severi e adeguati sulla filiera agroalimentare, viene un pò tradita la principale mission dell’Arpa che dovrebbe riguardare ricerca e monitoraggio, e non tanto la divulgazione, per la quale abbiamo già altri dipartimenti”.
Inoltre la deputata regionale segnala come “la relazione dei revisori per il 2023 e il 2024 parli di spese che sono state fatte fuori budget e senza adottare un monitoraggio adeguato dei costi e dei ricavi”. Infine, “per tutto il 2023 non sono stati pubblicati gli incarichi e le consulenze, e anche su questo secondo me occorre un approfondimento, perchè gli incarichi esterni possono essere dati solo se mancano le competenze interne – prosegue Roberta Schillaci -. A mio avviso alcune consulenze esterne si potevano evitare”.
“L’informazione ed educazione ambientale è un compito dell’Agenzia, siamo finanziati anche per questa attività”, replica Infantino, che sottolinea: “All’interrogazione del Movimento 5 Stelle abbiamo fornito tutti i chiarimenti per forma scritta. Ogni provvedimento di spesa è soggetto al controllo del collegio dei revisori e del Dipartimento Ambiente. Mai è stato sollevato un problema di questo genere, perchè svolgiamo un’attività che corrisponde alla nostra mission istituzionale”.

– Foto pagina Facebook Arpa Sicilia –

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Terapie del dolore, nuove frontiere e tecniche avanzate

ROMA (ITALPRESS) – Il dolore è di solito considerato un sintomo, un campanello d’allarme che richiama l’attenzione su qualcosa del nostro organismo che non funziona come dovrebbe. Nella forma acuta, il dolore nasce da un trauma, una ferita o uno stato infiammatorio. Quando queste condizioni regrediscono, il dolore si attenua e scompare. Il dolore invece non scompare quando è associato a una causa irreversibile o a una condizione patologica che non può essere risolta. In questi casi il sintomo diventa malattia con pesanti effetti sul benessere e sullo stato psicologico dell’individuo. In realtà, il dolore non è solo una sensazione trasportata dai nervi e percepita dal cervello, ma un concetto acquisito nel corso della vita, il risultato di un’interazione complessa tra lo stimolo sensoriale e un insieme di fattori fisiologici e psicologici che ne influenzano la modulazione e ne modificano la percezione. Ecco perchè è difficile valutare oggettivamente il dolore ed ecco perchè l’approccio al suo trattamento è sempre più individualizzato. Sono questi alcuni dei temi trattati da Fabio Intelligente, Aiuto – Coordinatore del Servizio di Terapia Antalgica per il dolore Cronico presso l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Purtroppo nel senso comune si sovrappongono alcune aree della medicina che sono alquanto differenti – ha esordito – Le cure palliative sono un’area della medicina importantissima, ma che si rivolge a una quota di pazienti che purtroppo non hanno una cura per la loro patologia, prendendosi carico dei pazienti e seguendoli nell’evoluzione della loro patologia. La terapia antalgica si rivolge invece a tutti i pazienti che hanno un dolore acuto o cronico invalidante, per dar loro un controllo del dolore e per poter migliorare la loro qualità di vita – ha precisato Intelligente – E’ possibile che anche all’interno delle terapie palliative ci sia qualche paziente con un dolore per il quale sono coinvolte anche terapie antalgiche”. “Per Cartesio il dolore è l’allarme dell’anima, un segnale che risveglia la coscienza dando consapevolezza di un pericolo. Questa è un’interpretazione assolutamente corretta, ma lungo il passaggio del segnale nel sistema nervoso si alimentano una serie di circuiti collaterali – ha spiegato il professore – Questo ci dà una risposta fisiologica alla complessità della percezione del dolore, di come sia difficilmente standardizzabile e influenzata anche da fattori esterni. I farmaci vengono utilizzati per interrompere questi circuiti”.
E sulle infiltrazioni per l’eliminazione provvisoria del dolore: “Per esempio le possiamo effettuare in caso di lombosciatalgia dell’ernia del disco, dall’esperienza anestesiologica e grazie alle nuove tecniche radiologiche, possiamo effettuare delle infiltrazioni in punti precisi e mirati”. Ma ci sono ulteriori procedure avanzate: “Per il maldischiena possiamo anche utilizzare alcune tecnologie che sfruttano caldo o freddo per stordire i nervi sensitivi, ci sono inoltre le radiofrequenze pulsate o anche l’impianto di pacemaker midollari o microinfusori”. Intelligente si è anche soffermato su un parallelismo tra la percezione del dolore e il microbioma: “La scoperta che questa moltitudine di microrganismi abbia un’interazione col nostro sistema nervoso periferico e centrale apre degli orizzonti incredibili e delle nuove prospettive per la comprensione e la cura dolore cronico – ha sottolineato – La percezione del dolore ha una grandissima variabilità individuale e così anche il microbioma. E’ difficile standardizzare sia l’uno che l’altro, in questo le piattaforme di intelligenza artificiale stanno sviluppando dei modelli per confrontare i microbioma per poter estrapolare dati”.
Infine, sui consigli da dare a un paziente che soffre di un dolore cronico: “Negli anni ’80 l’OMS diceva di dare un determinato farmaco a seconda dell’intensità del dolore, ora invece lo diamo in base al tipo di dolore – ha ricordato – Il consiglio è di non sottovalutare un dolore persistente o cronico, di evitare farmaci fai da te che tamponano ma non danno una svolta: bisogna fidarsi di uno specialista per avere un approccio quanto più possibile personalizzato – ha concluso – Quando il dolore si cronicizza altera una serie di aspetti psicologici e sociali e condiziona la vita, poi non si può più tornare indietro”.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Vitiligine, arriva in Italia il primo trattamento specifico

MILANO (ITALPRESS) – Incyte, azienda biofarmaceutica globale focalizzata sulla ricerca di soluzioni per gravi esigenze mediche insoddisfatte, annuncia che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha concesso la rimborsabilità di ruxolitinib crema 15mg/g, primo e unico trattamento specifico per la vitiligine non segmentale con interessamento del viso in adulti e adolescenti a partire dai 12 anni di età.
Molto visibile, a causa delle caratteristiche macchie bianche, ma poco conosciuta e spesso ridotta a un semplice problema di natura estetica, la vitiligine è una malattia cronica autoimmune che colpisce tra lo 0,5% e il 2% della popolazione mondiale e che ha un forte impatto dal punto di vista sociale, psicologico ed emotivo. Ruxolitinib è il primo e unico farmaco che agisce sul meccanismo alla base della malattia, consentendo la repigmentazione della pelle nei pazienti idonei.
“Finalmente le persone affette da vitiligine avranno una possibilità di scelta. Fino ad oggi, la mancanza di trattamenti efficaci per questa patologia è stato uno degli aspetti più impattanti sulla sfera psicologica dei pazienti: non avere una prospettiva di cura e assistere al progressivo fallimento degli approcci sperimentati porta i pazienti a vivere un senso di frustrazione e sconfitta. Non a caso ansia e depressione risultano rispettivamente il 72 per cento e il 32 per cento più diffuse nelle persone affette da vitiligine rispetto al resto della popolazione – ha commentato Ugo Viora, Presidente di ANAP Onlus Associazione nazionale “Gli Amici per la Pelle”. – “L’arrivo di un primo trattamento specifico per la vitiligine cambierà la prospettiva di migliaia di pazienti e dei loro familiari, a cui i clinici potranno adesso dare una risposta”. Ruxolitinib fa parte di una classe di inibitori della Janus chinasi, noti anche come JAK inibitori. Già utilizzati con successo in oncologia e in diverse malattie dermatologiche, questi farmaci rappresentano un’importante novità rispetto ai rimedi usati fino ad oggi per la vitiligine perchè agiscono in modo specifico sul meccanismo patogenetico alla base della patologia, consentendo di avviare il processo di repigmentazione.
“I dati a sostegno mostrano che Ruxolitinib ha il potenziale di fare la differenza nella vita delle persone che vivono con questa condizione. I risultati degli Studi clinici di Fase III (TRuE-V1 e TRuE-V2) hanno infatti dimostrato l’efficacia del farmaco nel portare un significativo miglioramento della repigmentazione delle lesioni sia del viso che del corpo negli adulti e negli adolescenti a partire dai 12 anni di età – spiega Giuseppe Argenziano, Presidente della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST) -. I trattamenti impiegati sino ad oggi erano corticosteroidi o inibitori della calcineurina topici, che tuttavia non producono risultati soddisfacenti e presentano limitazioni per eventi avversi. L’arrivo di ruxolitinib rivoluziona completamente lo scenario, offrendo ai pazienti un beneficio clinico importante e duraturo, con un impatto positivo sulla qualità di vita”.
In Italia sono circa 330mila le persone affette da vitiligine, patologia cronica autoimmune che, in quanto tale, si associa spesso ad altre problematiche come le malattie tiroidee, le malattie infiammatorie croniche intestinali, il diabete mellito e l’alopecia areata. Questa caratteristica, insieme alla patogenesi complessa e alla progressione imprevedibile, rendono la vitiligine una patologia impegnativa da trattare per lo Specialista.
Angelo Valerio Marzano, Direttore della Dermatologia, Fondazione Irccs Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e socio dell’Associazione Dermatologi Venereologi Ospedalieri Italiani e della Sanità Pubblica (ADOI), ha sottolineato come “l’arrivo di ruxolitinib metterà a disposizione della comunità scientifica un nuovo strumento per affrontare questa complessità e dare una risposta ai pazienti. Un cambiamento che renderà ancora più importante l’alleanza tra medico e paziente. Molti dei pazienti con vitiligine, infatti, potrebbero essere demotivati dal precedente fallimento di numerosi approcci terapeutici – la media dei pazienti ne sperimenta fino a sei senza ottenere risultati soddisfacenti. Il ruolo dello Specialista sarà pertanto fondamentale nel far comprendere l’innovazione alla base di ruxolitinib e l’importanza dell’aderenza terapeutica per massimizzare l’efficacia del farmaco”.
Primo e unico trattamento per la vitiligine, ruxolitinib è frutto della ricerca interna Incyte, azienda biofarmaceutica focalizzata sulla scoperta, lo sviluppo e la commercializzazione di terapie innovative con l’obiettivo di rispondere ai bisogni terapeutici non ancora soddisfatti.
“Siamo orgogliosi che il frutto della ricerca Incyte possa contribuire a dare una risposta significativa a tutti i pazienti che, prima di oggi, non avevano una soluzione efficace per gestire la vitiligine – ha commentato Onofrio Mastandrea, Vicepresidente e General Manager di Incyte Italia -. Il nostro impegno si concentra su patologie difficili da trattare, con l’obiettivo di aprire nuovi percorsi per scoprire trattamenti di prima generazione. Ruxolitinib è un esempio concreto e inaugura la nostra presenza in dermatologia, area che ci vedrà protagonisti nel futuro, con importanti novità attese anche sul fronte della dermatite atopica e dell’idrosadenite suppurativa. Il costante impegno di Incyte nella ricerca – in Italia l’azienda investe oltre l’80% delle sue revenue in R&S – si traduce in una pipeline solida e promettente, che guiderà la nostra crescita futura”.

– foto www.pexels.com –
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Sanità, le liste d’attesa verso una svolta

ROMA (ITALPRESS) – l’istituzione di un Sistema nazionale di governo e di una piattaforma nazionale delle liste d’attesa, visite specialistiche anche nei weekend, l’incremento del tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie dai privati, una nuova stretta sui “gettonisti”. Sono alcune delle misure previste dalla bozza del decreto legge che riguarda i tempi dell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Il provvedimento, che si attende prossimamente in Consiglio dei ministri, è finalizzato alla riduzione delle liste d’attesa.
Secondo la bozza, che elenca anche i diritti dei cittadini in materia di prestazioni sanitarie, tra l’altro, viene istituito presso il Ministero della Salute il “Sistema Nazionale di Governo delle Liste di Attesa”, con l’obiettivo di “implementare l’efficacia del coordinamento di livello nazionale per la riduzione e il superamento delle liste di attesa, con particolare riguardo alla risoluzione delle diseguaglianze regionali e del fenomeno della mobilità attiva e passiva”, si legge nel testo. Tale sistema, secondo la bozza del provvedimento, sarà “governato da una Cabina di Regia (CdR) istituita presso li Ministero della salute”.
Tra le misure più rilevanti anche quelle che riguardano il ruolo – in tale contesto – delle strutture di diritto privato.
All’articolo 16 della bozza vi sono disposizioni sui limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati. L’incremento dell’1% per il 2024, previsto nella legge di bilancio, passa al 2%. Per il 2025, invece, la percentuale viene aumentata dal 3 al 4% e dal 4% al 5% a partire dal 2026.
Una misura accolta positivamente dalle strutture private. “A pochi mesi dall’approvazione della manovra di Bilancio 2024, l’ulteriore incremento del tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie dalle strutture di diritto privato, fissato nel 2012, in periodo di Spending Review, è una scelta che registriamo positivamente”, ha detto all’Italpress Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, l’Associazione Italiana delle aziende sanitarie ospedaliere e territoriali e delle aziende socio-sanitarie residenziali e territoriali di diritto privato.
“E’ il riconoscimento tangibile di un cambio di paradigma – ha proseguito Cittadini – che Aiop ha, sempre, promosso e che valorizza il lavoro sinergico delle due componenti del SSN per garantire una risposta puntuale, efficiente ed efficace alla domanda di salute della popolazione.
In un frangente tanto delicato per la sanità, nel quale la popolazione continua ad avere difficoltà di accesso alle cure e gli ospedali di diritto pubblico hanno raggiunto la massima capacità produttiva, coinvolgere le strutture di diritto privato, che hanno una potenzialità inespressa – ha sottolineato -, è una scelta lungimirante di questo Governo in considerazione del fatto che, come nelle intenzioni del Legislatore del 1978, il Servizio sanitario nazionale non opera distinzioni fondate sulla natura giuridica delle strutture che operano per suo conto”.
Secondo la bozza del decreto le prestazioni salvavita effettuate dai pronto soccorso delle strutture ospedaliere private accreditate “non sono in ogni caso soggette al limite di spesa” testo.
“Riteniamo particolarmente rilevante – ha affermato Cittadini – la previsione che esclude dal vincolo imposto dal DL 95/2012 le prestazioni salvavita erogate dai pronto soccorso delle strutture accreditate: non può esserci limite di spesa quando si parla, letteralmente, di salvare delle vite”.
Tra le altre misure, anche l’istituzione presso l’Agenas si una “Piattaforma nazionale delle Liste di Attesa” finalizzata a “realizzare l’interoperabilità con le piattaforme per le liste di attesa relative a ciascuna regione e provincia autonoma”.
Previsto anche, nel sito internet istituzionale del Ministero della salute, il registro delle segnalazioni per il mancato rispetto dei diritti dei cittadini.
Cambiamenti anche per i valori della spesa per il personale delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale, che vengono incrementati, e per il contrasto al fenomeno dei cosiddetti “gettonisti” con la possibilità, fino al 2026, di “reclutare il personale del comparto e della dirigenza medica e sanitaria nonchè delle professioni sanitarie attraverso forme di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa”.
La bozza fa riferimento anche a un CUP unico a livello regionale o infra-regionale cui devono afferire gli erogatori pubblici e quelli privati accreditati ospedalieri e ambulatoriali e prevede la possibilità di svolgere visite diagnostiche e specialistiche anche di sabato e domenica e con una fascia oraria prolungata.
foto: agenzia Fotogramma
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All’ospedale di San Marino parte un progetto di umanizzazione delle cure

SAN MARINO (ITALPRESS) – “La Persona prima di Tutto”: è questo il nome del progetto nell’ambito dell’umanizzazione delle cure, presentato questa mattina all’interno della sala “Il Monte” dell’Ospedale di Stato di San Marino. A intervenire in conferenza stampa il Segretario di Stato per la Sanità e la Sicurezza Sociale, Mariella Mularoni e il Direttore Generale dell’Istituto per la Sicurezza Sociale Francesco Bevere.
L’ISS implementerà progressivamente nei prossimi mesi un approccio sanitario più empatico, attraverso il quale i pazienti siano trattati non solo per la loro condizione clinica, ma come persone con bisogni fisici, emotivi e psicologici. Questo approccio olistico e integrato mette al centro la dignità e il benessere dell’assistito.
Principale cambio di paradigma rispetto al passato è la partecipazione attiva del paziente, coinvolgendolo nelle decisioni che riguardano la sua salute, approccio definito come “patient empowerment”. In questo contesto, il progetto di umanizzazione vedrà la presentazione di un questionario, che in questa fase “pilota” sarà somministrato dal personale di reparto ai pazienti ricoverati, al fine di raccogliere le loro opinioni sui temi sopra citati.
L’obiettivo è anche quello di valorizzare il personale che quotidianamente garantisce empatia e sensibilità nei confronti dei pazienti e delle loro famiglie, tramite evidenze documentabili. Il progetto si propone di migliorare vari elementi, affinchè la presa in carico di una persona non si limiti all’erogazione di prestazioni sanitarie tecnicamente qualificate, ma comprenda anche un’assistenza umanamente attenta.A livello internazionale, l’umanizzazione delle cure è diventata un requisito di accreditamento per tutte le Regioni e Province Autonome italiane da oltre 10 anni, a garanzia di cure efficaci e sicure.
Questo progetto coinvolgerà tutti i profili professionali dell’ISS, grazie a un’equipe multidisciplinare composta da un’assistente sanitaria dell’Unità Operativa Complessa Cure Primarie e Salute Territoriale, un’infermiera dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia e la referente del Governo Clinico nominata dal Comitato Esecutivo. Il questionario proposto si baserà su principi di equità, capacity building, valorizzazione della conoscenza della comunità, e massimo coinvolgimento delle Associazioni e dei pazienti. Prevede l’analisi, la raccolta dati, la loro diffusione, e la definizione, implementazione e monitoraggio delle azioni di miglioramento.
“Le nostre strutture assistenziali hanno garantito anche in epoca Covid l’ordinaria attività e, nel contempo, l’evoluzione del modello organizzativo, di quello tecnologico, clinico e della ricerca che oggi tocchiamo con mano, con uno sguardo al nuovo Ospedale di Stato – così dichiarano il Direttore Generale, il Direttore delle attività Sanitarie e Socio-Sanitarie e il Direttore Amministrativo dell’ISS in occasione della presentazione odierna del percorso di umanizzazione delle cure -. All’intensità della crescita professionale e tecnico-specialistica del nostro personale sanitario e amministrativo, abbiamo voluto aggiungere un tassello per garantire al modello già avviato, una crescita parallela della nostra capacità di metterci in ascolto, attraverso la realizzazione del primo progetto di umanizzazione delle cure a San Marino, che abbiamo voluto chiamare ‘La Persona prima di tuttò”.
“L’avvio del progetto – spiega il Direttore del Dipartimento Ospedaliero Giovanni Landolfo – consente di accelerare e implementare il percorso virtuoso già intrapreso dall’ISS. Non sarà più la malattia al centro dell’organizzazione, bensì la persona, nel suo insieme bio-psico-socio-spirituale. A nome del personale del Dipartimento Ospedaliero esprimo la soddisfazione per l’avvio del progetto nei reparti di degenza. Non sarà solo l’assistito a beneficiare dei vantaggi di questa nuova organizzazione, ma tutti i professionisti che, dal ritorno emotivo, troveranno stimoli professionali e forte senso di appartenenza all’Istituto e alla sua mission. Perchè, come diceva Patch Adams, quando curi una malattia puoi vincere o perdere, ma quando ti prendi cura di una persona vinci sempre”.
“In questi ultimi mesi abbiamo pensato ad una nuova organizzazione interna, che ha riguardato non solo la parte amministrativa, ma anche quella sanitaria, con nuovi staff medici, il nuovo Atto Organizzativo adottato a marzo scorso – dichiara il Segretario di Stato alla Sanità Mariella Mularoni – La revisione della sanità non riguarda solo gli ambiti prettamente organizzativi e gestionali, ma si tratta di riorganizzare una sanità centrata sulle caratteristiche di ogni singolo paziente, di Umanizzazione, che significa porre al centro dei percorsi sanitari e socio-assistenziali la persona umana. Una nuova politica dell’Ente – continua il Segretario di Stato Mularoni – per andare incontro alle esigenze delle persone più fragili, bambini e anziani, che necessitano di sostegno fisico, percorsi di cura personalizzati, ponendo l’attenzione alla persona nella sua totalità; un servizio di qualità deve garantire il rispetto della dignità, la qualità della vita, il benessere della persona, elementi fondamentali di tutte le decisioni che riguardano la progettazione dell’assistenza”.
“Dobbiamo lasciarci stupire e meravigliare non soltanto dal successo clinico-scientifico, tecnologico e di nuovi farmaci per cure sempre più mirate e di qualità – afferma il Direttore Generale dell’ISS Francesco Bevere – ma anche dalla ricchezza interiore delle persone che partecipano e subiscono queste evoluzioni del nostro sistema sanitario. Sono proprio loro, i veri protagonisti e destinatari dei miglioramenti clinici e della ricerca, che raccontandoci le loro esperienze renderanno migliore ciò che il nostro personale sanitario e amministrativo quotidianamente garantisce con tanta energia e passione”.

– foto ufficio stampa ISS –
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Cambiamenti climatici, italiani consapevoli dei rischi per la salute

ROMA (ITALPRESS) – Il 78,5% degli italiani ha una consapevolezza elevata dei rischi sulla salute che possono essere prodotti dai cambiamenti climatici, quasi uno su due (47%) crede che già ora l’emergenza abbia un impatto sulla salute della popolazione. E’ quanto emerge da un’indagine commissionata da Assosalute, presentata oggi in un webinar organizzato da Federchimica-Assosalute, per valutare la percezione degli italiani sull’argomento. Solo il 7% degli intervistati ritiene che i cambiamenti climatici non abbiano impatto, mentre il 17% ritiene che ne abbiano poco.
“All’aumentare dell’età – spiega Giovanna Hotellier, Data Analyst e Market Research di Human Highway – aumenta anche la consapevolezza delle persone, i giovani ne hanno sentito parlare ma meno degli over64. Allo stesso modo, tra le donne (84,2%, rispetto al 64,4% degli uomini) e le persone più istruite l’argomento è più sentito. Tra i principali disturbi segnalati ci sono stanchezza, malesseri muscolo scheletrici, influenze e allergie fuori stagione”. Il problema è sentito tra gli over 65 (53,5%) e i giovanissimi (50,7%), meno sentito dai 45-54enni (39,6%). “E’ un tema di grande rilievo – conferma Claudio Cricelli, presidente Emerito della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – ormai la percezione sta aumentando ovunque. Non tutto quello che percepiamo deve essere correlato ai cambiamenti climatici, tuttavia è importante che le persone ragionino su quanto questi cambiamenti possono influire sulla loro salute”. Le persone tra i 45 e i 65 anni vengono definite da Cricelli “confuse”: “rappresentano”, afferma, “i responsabili e le vittime delle conseguenze future delle loro decisioni e scelte attuali. Secondo l’esperto, i giovani ne sono colpiti “per ragioni culturali, c’è una crescente preoccupazione perchè reagiscono come i titolari del futuro”, mentre i più anziani ne sono coinvolti “perchè con gli anni si diventa più vulnerabili”. C’è quindi “un’eccellente correlazione tra cosa le persone percepiscono e cosa dicono”. Cricelli cita la grande ondata di caldo del 2003, con una stima di circa 35mila decessi in eccesso: “Noi osserviamo il fenomeno da scienziati, le persone lo subiscono sulla loro pelle”. In aumento le segnalazioni di stress ambientale che minano il sonno, disturbandolo. “E’ quello che vediamo nelle grandi città – ribadisce Cricelli – le persone percepiscono il rumore e questo influisce sul riposo”.
Il medico di famiglia rimane la figura di riferimento per questo tipo di disturbi, il 45,2% degli intervistati si rivolge al camice bianco. Mentre in un caso su 4 si ricorre all’automedicazione. Quindi rimedi naturali, farmacista, notizie apprese sui social, amici e parentele. Tra i principali comportamenti preventivi ci sono la rinuncia a zone inquinate, che vengono evitate. Lo stesso vale per gli ambienti affollati, mentre gli uomini rispondono con la pratica sportiva e le donne sposano la sana alimentazione. Secondo Cricelli, il medico di famiglia “rimane l’interlocutore più sicuro, è colui con cui si parla di tutto”, il passo successivo è “rivedere la strategia farmacologica”. Altra novità è la scelta del luogo di villeggiatura. “Ora – racconta Cricelli – molti ci chiedono se sia meglio andare al mare o alla montagna, credono che i monti siano migliori perchè c’è più fresco mentre altri continuano a preferire la località marina perchè la ritengono comunque più rilassante. La popolazione comunque ora ragiona su questi temi, c’è consapevolezza individuale”.

– foto: screenshot webinar Assosalute –
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Diabete di tipo 1, l’Italia lancia un’alleanza internazionale

ROMA (ITALPRESS) – “Un’alleanza internazionale per vincere il diabete” è l’evento che si è svolto questa mattina a Palazzo Wedekind, a Roma, aperto dal messaggio di saluto del Ministro della Salute Orazio Schillaci, con l’obiettivo di discutere di screening per il diabete di tipo 1, prospettive di impegno internazionale e dell’importanza di migliorare la qualità di vita dei pazienti.
“Desidero rivolgere il mio saluto a tutti i presenti a questo evento che intende mettere in evidenza l’importanza di screening e diagnosi precoce a livello internazionale per vincere il diabete – ha detto il ministro Schillaci -. In questa direzione si muove la legge approvata dal Parlamento italiano per programmi pluriennali di screening per celiachia e per il diabete di tipo 1 rivolti alla popolazione pediatrica. Una legge fortemente voluta proprio dall’onorevole Mulè, che ha trovato da subito il mio sostegno, e che pone l’Italia all’avanguardia”.
La recente approvazione della legge n. 130/2023, che istituisce un programma di screening destinato alla popolazione in età infantile e adolescenziale, per identificare i soggetti a rischio di sviluppo di diabete di tipo 1 o di celiachia, pone infatti l’Italia all’avanguardia nel panorama internazionale ed è unanime il riconoscimento della comunità scientifica internazionale.
“La legge italiana, per l’identificazione in fase preclinica di diabete di tipo 1 e celiachia, rappresenta un esempio unico nel panorama internazionale, ma è destinato a non rimanere tale a lungo – ha detto il professor Emanuele Bosi, Direttore Medicina interna e Diabetologia IRCCS San Raffaele – Molti Paesi hanno accolto con molto favore l’esempio italiano, sembrano intenzionati a replicarlo e l’impatto sulla comunità scientifica internazionale è stato infatti notevole”.
La professoressa Raffaella Buzzetti, Presidente eletta della Società Italiana di Diabetologia, riprendendo il punto, ha evidenziato come “l’implementazione della Legge 130/2023 rappresenta un modello esportabile in altri Paesi che seguiranno i percorsi da noi tracciati. Solo attraverso la collaborazione di tutti gli attori coinvolti – Istituzioni, società scientifiche, fondazioni, associazioni dei pazienti, diabetologi pediatrici e dell’adulto, e medici di medicina generale – sarà possibile raggiungere l’ambizioso obiettivo dell’implementazione della legge”.
L’evento, realizzato con il contributo non condizionante di Sanofi, Revvity e Movi, patrocinato da Farmindustria, Federazione Italiana Medici Pediatri, Società Italiana di Diabetologia, Associazione Medici Diabetologi e Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, ha visto la partecipazione attiva di Fondazione Italiana Diabete, Diabete Italia Onlus e diverse delegazioni europee.
“Tutti gli screening sono importanti ma quello per il diabete di tipo 1 e la celiachia occupa un posto speciale nel mio cuore perchè sarà in grado di evitare le pericolose conseguenze di esordi non riconosciuti o compresi in ritardo – dice Nicola Zeni, Presidente di Fondazione Italiana Diabete -. Aver contribuito alla nascita della legge 130/2023 è per Fondazione Italiana Diabete un grande onore; siamo di fronte ad un grande passo di civiltà, riconosciuto in tutto il mondo e di cui essere – come Italiani – molto fieri”.
Grande attenzione al tema riservata anche da Diabete Italia e dal Presidente Stefano Nervo che racconta come “l’attività di screening che si sta avviando a seguito dell’approvazione della legge 130 ci vede estremamente ottimisti. Ciò che speriamo vivamente è di vedere calare drasticamente le diagnosi in chetoacidosi – condizione critica legata al ritardo nell’accesso ai pronto soccorso – ma, soprattutto, speriamo di non leggere mai più di decessi di bambini per mancata diagnosi”.

– foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
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L’Ospedale San Raffaele di Milano chiude in utile il 2023

MILANO (ITALPRESS) – Le assemblee delle società operative del Gruppo San Donato hanno approvato i bilanci 2023. Per quanto riguarda l’IRCCS Ospedale San Raffaele, nel 2023 i ricavi totali sono risultati pari a 815 milioni di euro, in aumento di circa il 6% rispetto ai 766 milioni di euro nel 2022, “a testimonianza della capacità del primo Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico del Paese, di attrarre un sempre maggior numero di pazienti e di erogare una crescente offerta di cure ad alto livello”, spiega una nota.
Il processo di razionalizzazione operativa ha permesso il miglioramento del Margine Operativo Lordo che nel 2023 è risultato di 76 milioni di euro, in crescita del 46% rispetto ai 52 milioni di euro nel 2022 e il raggiungimento del pareggio di bilancio (risultato netto di +0,5 milioni nel 2023, in forte miglioramento rispetto ai -17,6 milioni nel 2022), pur in un contesto macroeconomico non favorevole. “Tale risultato sottolinea il corretto orientamento dell’Ospedale San Raffaele nel perseguimento del percorso di sostenibilità economica e finanziaria, avviato negli ultimi tre anni”, si legge.
Per quanto riguarda l’IRCCS Policlinico San Donato, nel 2023 i ricavi totali sono risultati pari a 203,6 milioni di euro, in aumento di circa il 10,3% rispetto ai 184,6 milioni di euro nel 2022, a testimonianza del consolidamento della ripresa dell’attività sanitaria con il risolversi della pandemia COVID. Anche grazie a un aumento dei costi della produzione meno che proporzionale, rispetto all’aumento dei ricavi, vi è stato un miglioramento del Margine Operativo Lordo, che nel 2023 è risultato di 29 milioni di euro, in crescita del 64% rispetto ai 17,7 milioni di euro nel 2022. Migliora anche il risultato netto, pari a 9,8 milioni di euro nel 2023, in crescita di circa 9 milioni di euro, rispetto a 0,7 milioni nel 2022.
Per quanto riguarda l’IRCCS Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio, i ricavi totali sono risultati pari a circa 260 milioni di euro, in aumento di circa il 14,5% rispetto ai 227 milioni di euro circa, nel 2022. Si tratta del dato più alto registrato dall’Ospedale, favorito dalla prima annualità di operatività, svolta nella nuova sede all’interno del Mind District, a seguito del trasferimento avvenuto nell’agosto del 2022.
Il Margine Operativo Lordo nel 2023 è pari a 17 milioni di euro, al netto del canone di locazione di 16 milioni di euro (tale canone di locazione costituisce una partita di giro in quanto è pagato a GSD Real Estate S.r.l., società del Gruppo San Donato). Ancorchè in forte miglioramento rispetto al 2022 (+5 milioni di euro), il dato sconta ancora la fase di start-up del nuovo Ospedale. Normalizzando il dato per il canone di locazione e i proventi e gli oneri non ricorrenti, il Margine Operativo Lordo Adjusted risulta pari a 33 milioni di euro, in aumento del 50%, rispetto ai 22 milioni di euro nel 2022. Sul risultato netto negativo di 12 milioni di euro, incidono significativamente, oltre al canone di locazione, anche gli oneri finanziari cresciuti di circa 5 milioni di euro rispetto al 2022, in ragione dell’innalzamento dei tassi d’interesse occorso.

– A sinistra Paolo Rotelli, presidente del San Raffaele e Kamel Ghribi, a destra, vice presidente del San Raffaele. Foto ufficio stampa Gruppo San Donato –
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