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Amplifon, al via nuova campagna di sensibilizzazione su cura dell’udito

MILANO (ITALPRESS) – Una nonna che ascolta la voce del nipotino, una mamma che sente parlare suo figlio, un dialogo tra marito e moglie, due amiche che condividono le proprie passioni. Sono alcune delle emozioni che caratterizzano la quotidianità e che non si potrebbero vivere pienamente in caso di perdita dell’udito.
Proprio queste emozioni, vissute da persone reali, sono al centro della nuova campagna di sensibilizzazione sulla prevenzione e la cura dell’udito avviata da oggi da Amplifon in Italia e in Spagna attraverso la televisione e le piattaforme digitali (https://youtu.be/Amplifon_UnTestDellUditoSpeciale).
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, oggi nel mondo circa 1,5 miliardi di persone convivono con una forma di perdita uditiva (o ipoacusia) e si prevede che il loro numero sia destinato a salire a 2,5 miliardi nel 2050. Solo in Italia, oggi sono 7 milioni le persone con una forma di ipoacusia. In Europa, il 56% delle persone con ipoacusia non ha mai fatto un test dell’udito. Solo il 30% di loro lo controlla almeno una volta l’anno .
I dati mostrano come l’ipoacusia risulti in crescita in tutto il mondo, anche in considerazione dei trend demografici, e renda essenziali le attività di prevenzione e sensibilizzazione. Diversi studi scientifici, peraltro, mostrano la stretta connessione tra ipoacusia e declino cognitivo .
Per questa ragione Amplifon, leader mondiale nel settore dei servizi e delle soluzioni per la cura dell’udito con 20.300 persone e 10.000 negozi in 26 paesi del mondo, ha ideato una nuova campagna per dimostrare quanto sentire bene significhi non solo recuperare l’udito ma anche vivere pienamente le relazioni sociali con le persone care.
La campagna prende il nome di “Un test dell’udito speciale” (A special hearing test) e ha tra i suoi protagonisti clienti reali di Amplifon i quali, durante un normale controllo dell’udito in negozio, si emozionano ascoltando a sorpresa un messaggio speciale da parte di una persona cara, un nipotino, un figlio o un amico. Un volto sorpreso, un sorriso, una lacrima, un urlo sono alcune delle emozioni nate da questo “test speciale”. Sono emozioni che si possono vivere pienamente quando si è in grado di sentire bene.
Il claim della campagna è “Non è solo il tuo udito. Per noi, è la tua vita”, perchè per Amplifon migliorare la qualità della vita delle persone è una promessa che si rinnova ogni giorno e che prende forma grazie all’esperienza audiologica, all’innovazione tecnologica e, soprattutto, all’empatia e all’attenzione che deriva dalla propria missione. In questo contesto, in particolare, è essenziale anche il ruolo dell’audioprotesista, il professionista che aiuta le persone a riconoscere e curare la loro tipologia di perdita uditiva, assistendole costantemente nel percorso di riabilitazione con un metodo scientifico, tecnologie proprietarie, umanità e gentilezza. Amplifon offre in tutti i suoi negozi in Italia test gratuiti per il controllo dell’udito. La campagna, firmata dall’agenzia creativa Small e dalla casa di produzione Indiana Production, è on air da oggi sui principali canali TV, sulle piattaforme digitali e sui social media in Italia e Spagna con versioni da 90, 30 e 15 secondi.

– Foto ufficio stampa Amplifon –

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Herpes zoster e RSV, vaccini e prevenzione al centro del Congresso Siti

PALERMO (ITALPRESS) – Insistere sulla vaccinazione della popolazione adulta (in particolare nella fascia over 65) e fragile per coprire e contrastare patologie emergenti come Virus respiratorio sinciziale (Rsv) o Herpes zoster: è uno dei messaggi che arriva da Palermo, in occasione del 57° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità Pubblica (Siti). “Vogliamo fare rete affinchè la prevenzione raggiunga tutti i cittadini allo stesso modo: abbiamo molti strumenti per la prevenzione delle patologie infettive in anziani e soggetti fragili – ha detto la presidente di Siti, Roberta Siquilini -. E’ importantissimo vaccinarsi contro patologie che conosciamo molto bene come influenza, Covid, patologie da pneumococco, ma è altrettanto importante che in Italia venga presto riconosciuto anche il vaccino contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv): non dimentichiamo poi la vaccinazione contro l’herpes zoster, che è estremamente doloroso e frequente quando le difese immunitarie si abbassano. In più nelle persone già malate causa un aumento di ricoveri e un andamento più negativo della patologia di base”.
Facendo un punto generale sull’andamento del congresso Siti, Siquilini racconta che “i lavori stanno andando molto bene e molti feedback sono positivi: ci sono grandi possibilità di interazione sul tema della prevenzione, con le direzioni generali date dal ministero della Salute, dal dipartimento della Prevenzione e dall’Istituto superiore di sanità”.
“Per noi è una bellissima opportunità partecipare al congresso Siti – sottolinea Fabio Landazabal, presidente di Gsk Italia e del gruppo di prevenzione Farmindustria -. Portiamo innovazioni nel campo della prevenzione su quelle malattie prevedibili sia nei soggetti sani sia nei pazienti cronici. E’ molto interessante vedere come gli igienisti vogliano portare questi vaccini in tutto il territorio italiano: il vaccino contro l’herpes zoster è già disponibile, perchè fa parte del Piano nazionale, mentre per quanto riguarda il vaccino contro l’Rsv aspettiamo che venga integrato nel calendario cosi che possa essere disponibile per tutti i soggetti a rischio”.
Per Elisa Calabrò, docente di Igiene pubblica presso il dipartimento di Scienze della vita dell’Università Cattolica, “l’impatto della vaccinazione sulla popolazione anziana e fragile non ha un valore solo sociale e personale, ma riguarda anche la dimensione economica e di sostenibilità per il Servizio sanitario nazionale: i soggetti a rischio rappresentano una priorità e oggi abbiamo le armi a disposizione per venirgli incontro. La vaccinazione anti herpes zoster ci impone ancora una sfida importante in termini di coperture da raggiungere, mentre contro l’Rsv abbiamo a disposizione un vaccino che ad oggi può essere efficace per tre stagioni consecutive”.
Su questo vaccino, aggiunge la docente, “abbiamo sviluppato in collaborazione con esperti di sanità pubblica di altri atenei e rappresentanti di società scientifiche il primo report di High technology assessment (Hta, ndr): attraverso questo strumento di prevenzione siamo riusciti a dimostrare come tale vaccinazione sia raccomandabile per la popolazione adulta. Auspichiamo che le evidenze scientifiche che ci supportano possano effettivamente portare a determinati processi decisionali in favore della nostra popolazione: il Piano nazionale per la prevenzione vaccinale 2023-2025 ci dà per la prima volta l’opportunità di scindere il calendario vaccinale dal Piano vero e proprio, auspichiamo dunque che alla luce delle evidenze prodotte anche questa vaccinazione possa entrare in calendario”.

– foto Italpress –
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Presidente Albo terapisti occupazionali Milano “Noi poco riconosciuti”

ROMA (ITALPRESS) – Si celebra il 27 ottobre 2024 la Giornata Mondiale della Terapia Occupazionale. In occasione di questa ricorrenza, la Commissione d’Albo Terapisti Occupazionali dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questa Professione Sanitaria e sul suo ruolo cruciale nel migliorare la qualità della vita delle persone di tutte le età. “La terapia occupazionale è una disciplina centrata sul benessere della persona e sulla sua capacità di svolgere attività quotidiane in modo indipendente” spiega Michela Bentivegna, Presidente della Commissione d’Albo. “I Terapisti Occupazionali lavorano con persone che affrontano difficoltà fisiche, cognitive, emotive o sociali per aiutarle a riconquistare una vita piena e soddisfacente, migliorando il senso di autonomia e la partecipazione attiva nella società. Lo strumento del percorso riabilitativo sono le ‘occupazionì, ossia attività pratiche di tutti i giorni come cucinare, prendersi cura di sè, accedere al mondo del lavoro, sperimentare un hobby… tutto sotto la guida attenta del Professionista, che sostiene la persona e la accompagna fino a consentirle di fare ciò che desidera fare”. I Terapisti Occupazionali lavorano in una varietà di contesti, tra cui ospedali, centri di riabilitazione, scuole, case di riposo e a domicilio, offrendo supporto a persone con disabilità fisiche, disturbi neurologici, problemi di salute mentale, anziani, bambini con difficoltà nello sviluppo e a chiunque abbia subito traumi che impediscono di svolgere le proprie attività quotidiane in maniera autonoma. “Tra le tante competenze racchiuse dalle Professioni Sanitarie dell’Ordine, alcune sono essenziali per garantire alle persone fragili una migliore qualità di vita” commenta Diego Catania, Presidente dell’Ordine. “Con il suo intervento, il Terapista Occupazionale supporta le persone in difficoltà e i loro caregiver, rinsaldando il legame tra l’individuo e la società. Eppure, come tanti altri profili di cura, soffre di un mancato riconoscimento professionale, economico e sociale che ha un grave impatto sull’attrattività della Professione: quest’anno, in Italia, i Corsi di Laurea in Terapia Occupazionale registrano un 60% di posti vacanti. Si prospetta una carenza di Professionisti insostenibile per il tessuto sociosanitario regionale e nazionale, che ricadrà sui soggetti vulnerabili e sulle loro famiglie”. “L’importanza della terapia occupazionale è pienamente riconosciuta all’estero, ma qui stenta ancora ad affermarsi” precisa Bentivegna. “Eppure, la letteratura scientifica dimostra la sua efficacia nel migliorare la quotidianità delle persone. Da chi ha subito un ictus a chi convive con malattie degenerative come l’Alzheimer, i Terapisti Occupazionali aiutano a sviluppare strategie pratiche per affrontare le sfide quotidiane, promuovendo il recupero delle capacità e il benessere psicologico”. Il tema scelto per il 2024 dalla Federazione Mondiale dei Terapisti Occupazionali è: “Terapia occupazionale per tutte e tutti”. Con questa frase si sottolinea l’importante ruolo della Professione nel facilitare la capacità di tutti gli individui di partecipare alle attività che desiderano, di cui hanno bisogno o che ci si aspetta svolgano nella loro vita quotidiana. “La terapia occupazionale non si limita al trattamento delle persone con patologie, ma è uno strumento di trasformazione sociale che punta all’inclusione di tutte e tutti, eliminando le barriere che ostacolano l’accesso alle esperienze di vita significative” conclude la Presidente di Commissione d’Albo. “Il mio augurio è che le istituzioni riconoscano e sostengano attivamente la Professione, operando scelte mirate per assicurare la disponibilità dei nostri servizi a chi ne ha bisogno. Solo così potremo costruire una società più accessibile per tutti”.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa e Comunicazione Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio

ATMP Forum VII Report: 12 terapie avanzate, più supporto a innovazione

ROMA (ITALPRESS) – Oggi è stato presentato il VII REPORT ITALIANO SUGLI ATMP (Advanced Therapy Medicinal Product, Prodotti Medicinali di Terapie Avanzate) realizzato da ATMP Forum – www.atmpforum.com, fondato nel 2017 e da allora punto di riferimento per le Terapie Avanzate. ATMP Forum è un’agorà virtuale nato con l’obiettivo di stimolare l’interazione e discussione tra gli stakeholder su progressi, problemi clinici, economici e organizzativi relativi agli ATMP.

L’evento di presentazione del Report 2024, organizzato da PharmaLex Italy con il patrocinio di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Assobiotec, Farmidustria, Ispor, Sihta, Università del Piemonte Orientale, AIL, Uniamo, è stato realizzato con il contributo non condizionante di CSL Behring, Gilead Sciences, medac pharma, Novartis, Pierre Fabre, Roche, Pfizer e Vertex Pharmaceuticals.

Il report presentato ha tracciato un quadro aggiornato di ATMP approvati e disponibili a livello europeo. La quota di ATMP rimborsati rimane ancora molto diversa da Paese a Paese: la Germania (in cui i farmaci hanno immediato accesso alle indicazioni approvate da EMA) presenta la quota più alta, mentre la Spagna quella più bassa. La proposta di revisione della legislazione europea sui farmaci potrebbe agevolare la disponibilità di ATMP in tutti gli Stati Membri, e stimolare la possibilità di istituire, su raccomandazione dell’EMA, spazi di sperimentazione normativa.

Il report consegna uno spaccato delle terapie ATMP e dei relativi tempi di registrazione e ingresso nel nostro Paese. In Italia, sono 12 le terapie avanzate approvate e rimborsate per 21 indicazioni e altre 4 sono attualmente in valutazione per la definizione del prezzo e rimborso. Il tempo complessivo dalla sottomissione del dossier registrativo ad EMA al primo acquisto di un ATMP rimborsato in Italia è in media di quasi 4 anni, per esattezza 1.406 giorni: di cui il 38% speso per la valutazione EMA, il 37% per la valutazione nazionale e il 25% per il primo acquisto a seguito di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Determina AIFA.

Il report ha messo in luce alcuni elementi caratterizzanti del mercato italiano. “L’incidenza della spesa per ATMP è ancora modesta, in quanto sono ancora pochi gli ATMP disponibili ed il numero di pazienti trattati è limitato. – spiega Fulvio Luccini, Service Line Lead, Italy Market Access & Reimbursement, Pharmalex Italy e membro del Comitato Direttivo ATMP Forum. “Tuttavia, la pipeline di ATMP è più numerosa: sono state identificate 46 diverse terapie avanzate potenzialmente in grado di raggiungere il mercato italiano tra il 2025 e il 2029. Oncologia ed oncoematologia rappresentano il 40% del target di tali studi, seguite da neurologia, oftalmologia e reumatologia. Prevalgono ancora indicazioni rare (69%), ma sono sempre più numerosi i casi di ATMP in sviluppo per patologie a più ampia prevalenza. La spesa per ATMP è destinata ad aumentare, vista l’importante pipeline e le estensioni di indicazioni di ATMP già disponibili. – prosegue Fulvio Luccini – Secondo quanto è emerso dal report di quest’anno, la spesa sostenuta dal SSN per ATMP a 5 anni (2029) potrebbe raggiungere, a seconda di diversi scenari, una cifra compresa tra i 675 e i 940 milioni di euro”.

La rimborsabilità da parte del nostro Servizio Sanitario Nazionale è una condizione necessaria per l’accesso del paziente al farmaco, ma non sufficiente. L’effettivo accesso del paziente al trattamento dipende anche dalla capacità del sistema di erogare i trattamenti ai nuovi pazienti. Dall’analisi effettuate dall’Agenzia Italiana del Farmaco, emerge come le terapie avanzate siano ormai disponibili su tutto il territorio nazionale seppure con importanti disparità.

Gli esperti che hanno lavorato al report evidenziano che i tempi di accesso e la disparità regionale potrebbero essere anche la conseguenza degli effetti organizzativi importanti sulle aziende sanitarie e sui sistemi sanitari regionali di alcuni ATMP. Emerge l’importanza di programmare l’ingresso dei nuovi ATMP sia attraverso l’identificazione dei centri, l’aggiornamento dei relativi team multidisciplinari e la strutturazione della rete, sia attraverso la verifica di processi codificati e adeguamento delle risorse infrastrutturali, tecnologiche ed informatiche. In sintesi, si conferma una eterogeneità regionale in termini di centri attivi – attualmente il 56% di quelli abilitati per le CAR-T- e consumi che risultano quasi doppi al Nord rispetto al Centro o al Sud.

“Le terapie avanzate pongono varie sfide per il sistema e il fattivo impatto sulle persone con malattie rare e ultra-rare. La mancanza di centri di eccellenza (ERN) nelle Regioni del Sud crea, come abbiamo anche sottolineato nel rapporto MonitoRare, un flusso di migrazione sanitaria che riguarda il 20% degli adulti e ben il 28% dei bambini. Per le terapie avanzate questo diventa ancora più problematico, dato il loro alto contenuto tecnologico, rischiando di creare disparità di accesso a trattamenti che hanno un alto valore clinico e di incidere in maniera significativa sulle famiglie, sia in termini economici che di impatto sulla vita, a causa dei disagi degli spostamenti” – ha commentato Annalisa Scopinaro, Presidente UNIAMO – “E’ necessario quindi promuovere sui territori lo sviluppo di nuove competenze che consentano al paziente di spostarsi il meno possibile dal suo luogo di residenza. È inoltre fondamentale che l’accesso all’innovazione sia rapido e uniforme a tutti i livelli”.

“Ritengo fondamentale uscire dalla logica dei “silos” e individuare meccanismi finanziari efficienti che permettano di stare al passo dell’innovazione terapeutica” – ha dichiarato l’On. Luciano Ciocchetti, Vicepresidente XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati e autore della Prefazione del VII Report ATMP. “Da tempo sostengo che l’adozione di meccanismi di rimborso tarati sulle peculiarità degli ATMP potrebbe garantire un accesso sostenibile a tali terapie e migliorerebbe anche la gestione delle risorse sanitarie, orientandola verso il paziente. Concentrarci su questi aspetti ci permetterà di assicurare un sistema sanitario efficiente e capace di offrire ai cittadini le migliori cure possibili.”

“Il VII Report ATMP Forum ed il contributo degli esperti intervenuti durante i 2 giorni di lavori, hanno fatto emergere una fotografia dello stato attuale degli ATMP in Italia che pone le basi per un dialogo costruttivo sul futuro della medicina avanzata nel nostro Paese.” – ha commentata Patrizia Popoli,   Direttrice del Centro Nazionale per la Ricerca e la Valutazione dei Farmaci, Istituto Superiore di Sanità; già Presidente del Comitato Tecnico Scientifico, AIFA – “La sfida sarà trasformare le promesse degli ATMP in realtà tangibili all’interno dei percorsi di cura più appropriati, mantenendo e sviluppando la nostra capacità di fare ricerca e sperimentazione, valutando correttamente la coerenza tra costo e valore a supporto della sostenibilità del sistema sanitario, e rendendo efficienti i sistemi regionali per favorire l’accesso sul territorio. Sono lieta di poter dare il mio contributo attivo, già a partire dalla prossima edizione di ATMP Forum a beneficio dei nostri pazienti” ha concluso Patrizia Popoli, nuovo membro del Comitato Direttivo ATMP Forum.

Il VII Report è consultabile al seguente link: www.atmpforum.com/report/

– foto ufficio stampa Pharmalex –

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Jakala, professionisti a confronto su Customer Experience Pharma Retail

MILANO (ITALPRESS) – Si è tenuto a Milano presso Le Village l’evento “La Customer Experience nel mondo Pharma Retail”, organizzato da JAKALA, leader europeo nella data-transformation e partner di riferimento per l’innovazione delle aziende del settore Pharma & Life Sciences.
Dedicato ai professionisti del settore, l’evento ha offerto un momento di riflessione sulla rilevanza crescente della Customer Experience (CX) nel mondo Pharma e Consumer Health, un tema sempre più centrale per distinguersi in un mercato caratterizzato da rapidi cambiamenti e crescente competitività.
Al centro del dibattito, l’utilizzo dei dati e delle tecnologie digitali per ottimizzare le interazioni con medici, farmacisti, pazienti e consumatori, con l’obiettivo di creare esperienze più coinvolgenti e su misura per ciascun target.
Armando Inserra, Head of Pharma di JAKALA, ha sottolineato come l’attenzione alla Customer Experience sia diventata un fattore cruciale nelle decisioni di business: “Non è più solo una leva strategica, ma un vero vantaggio competitivo. Oggi, per il mondo Pharma e Consumer Health, comprendere il comportamento dei clienti, personalizzare contenuti e relazioni e utilizzare i dati in modo intelligente sono fattori chiave per guidare decisioni aziendali efficaci e creare valore nel lungo termine”.
“Oggi le aziende farmaceutiche stanno vivendo una trasformazione che le sta portando da un concetto più tradizionalista, prodotto-centrico, fortemente centrato sul brand, a un approccio molto più customer-centrico, che quindi implica l’innovazione, l’aumento di efficacia dei dialoghi che l’azienda farmaceutica ha con i propri stakeholder”.
L’evento ha ospitato due J-Talks, moderati dal giornalista del Sole 24 Ore Giampaolo Colletti, e dedicati all’integrazione dei dati nelle strategie aziendali. I due J-Talks hanno esplorato diversi aspetti dell’evoluzione del Customer Engagement.
Il primo panel, intitolato “Dal Dato agli Insight”, ha visto la partecipazione di: Fabio D’Ovidio, Head of Location Intelligence di JAKALA; Alessia Brandimarte, Commercial Project Manager di Hippocrates; Anna Maria Calvio, Global Commercial Excellence Head di Alfasigma; Francesco Cavone, BU Head Primary Care di Giuliani; Silvia Chiavetta, Omnichannel Customer Experience Lead di Boehringer; Andrea Di Gesare, Head of Business Operations di Zambon.
I relatori hanno esplorato l’impatto dei Location Analytics nell’ottimizzazione delle strategie di trade e drive-to-store, illustrando come l’uso mirato dei dati possa affinare i modelli di segmentazione e targeting. Si è discusso inoltre di come il dato possa essere trasformato in insight utili a migliorare la personalizzazione nel settore Pharma, rispondendo alle esigenze di un target sempre più complesso. In particolare, si è sottolineata l’importanza del Multistakeholder Engagement, che coinvolge medici, farmacisti, pazienti e consumatori, a dimostrazione di come il canale farmacia abbracci un pubblico altamente eterogeneo.
Al secondo panel, intitolato “Dagli Insight all’Engagement”, hanno preso parte: Giorgio Sacconi, Managing Director Digital & Media di JAKALA; Nicola Arici, Group Marketing Director Retail di Named Group; Matteo Colonna, Global Omnichannel & Digital Transformation Lead di Astellas; Lina Noschese, Commercial Excellence Director di TEVA; Marco Morandi, Data & Strategic Insight BU Director di Consulcesi Homnya; Selene Vasco, Digital & Omnichannel Lead di J&J Innovative Medicine.
In questa sessione si è discusso dell’uso delle tecnologie digitali, tra cui l’Intelligenza Artificiale (AI) e la Generative AI, per migliorare la personalizzazione dei contenuti e aumentare l’efficacia delle strategie di engagement. L’attenzione si è concentrata sulla multicanalità come leva di ingaggio per gli informatori scientifici, con piattaforme che presentano diversi stadi di maturità in base al livello di digitalizzazione dei player coinvolti.
L’evento ha offerto ai leader del settore Pharma e Consumer Health un’importante occasione di networking e di confronto sulle nuove modalità di utilizzo dei dati e delle tecnologie digitali, aprendo così la strada a soluzioni innovative per trasformare l’interazione con i clienti e ridefinire le strategie di engagement in un ecosistema in continua evoluzione.

– Foto xh7/Italpress –

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Maxi-emergenze in Sicilia, potenziato il modulo sanitario della Seus 118

PALERMO (ITALPRESS) – Potenziato il modulo sanitario della Seus 118 relativo ai soccorsi nelle maxi-emergenze. Utilizzabile negli eventi calamitosi – ad esempio terremoti, alluvioni, frane e inondazioni – e in incidenti con numero elevato di feriti, può contare anzitutto su un nuovo posto medico avanzato con due tende pneumatiche di grandi dimensioni (lunghe 10 metri, larghe 6 e alte 3) con impianto elettrico, pompa di calore, letti, elettromedicali (defibrillatori, ventilatori polmonari, aspiratori, ecografi) e carrelli sanitari. “Una dotazione che pone il nostro 118 e quindi il sistema sanitario siciliano all’avanguardia a livello nazionale nella gestione delle maxi-emergenze”, ha sottolineato il presidente della Seus, Riccardo Castro, durante la conferenza di presentazione negli spazi di Villa Malfitano a Palermo, aggiungendo: “Così come previsto dalle norme in materia siamo pronti a prestare soccorso anche per eventi calamitosi nel resto d’Italia. Possiamo peraltro contare sulla notevole professionalità dei nostri soccorritori, i quali operano come sempre in perfetta sinergia con i medici e gli infermieri delle 4 Centrali Operative del 118 siciliano”.
Il rinnovato modulo sanitario può contare anche su 1 ambulanza MSA 4×4, 1 ambulanza MSB, 1 furgone da 9 posti ad uso speciale, 1 auto 4×4, 1 auto di “Coordinamento Soccorsi/Logistica” con gancio traino e 1 moto d’acqua “AIS” con carrello. C’è pure l'”Unità di Comando Regionale” con 2 postazioni fornite di pc e collegamento internet, 1 postazione per comunicazioni radio (3 radio fisse e radio portatili) e 1 Kit di gilet per le maxi-emergenze.
Sempre nel modulo sanitario è operativo un furgone con presidi acquatici e alluvionali: 1 catamarano “Takacat” per 7 persone, barella galleggiante, Dpi (idrocostumi, muta, aiuto al galleggiamento, caschi), presidi tecnici (Reach & Rescue Gancio ad ancora Grappler, Wading pole in fibra di vetro, asta telescopica, Rescue Tube WRS Pro, Corda semistatica galleggiante), pantaloni salopette e stivali.
Invece un “Furgone UGE” contiene anzitutto Dpi per i casi di pericolo di contagi da sostanze biologiche, chimiche e radiologiche: maschere con filtri hepa, tute, guanti e calzari. Nello stesso furgone pure l’occorrente per il paziente traumatizzato e politraumatizzato: tavole spinali con ferma capo, “ragno” per adulti e pediatrico, barelle cucchiaio, steccobende rigide e a depressione, materassi a depressione e teli porta-feriti.
L’assessore regionale della Salute, Giovanna Volo, ha sottolineato: “Condividiamo pienamente gli obiettivi di iniziative come queste della Seus 118, che vanno nella direzione dell’ulteriore potenziamento del sistema sanitario siciliano». Tra gli intervenuti anche Fabio Ciciliano, Capo dipartimento della Protezione Civile nazionale: “Quello della Seus 118 è uno dei pochi moduli sanitari con queste caratteristiche presenti nel Meridione, quindi costituisce un elemento strategico di novità perchè può essere messo anche a disposizione dei territori extra-regionali vicini alla Sicilia, aumentando la tempestività dell’intervento nelle maxi-emergenze”, ha sottolineato.

– foto ufficio stampa Seus –
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Liste attesa, Aceti “Dare certezza cittadino di accedere tempi massimi”

ROMA (ITALPRESS) – Il disegno di legge sulle liste di attesa deve parlare chiaro su un aspetto che rappresenta il suo vero punto di arrivo: è necessario dare certezza e garanzia al diritto del cittadino di accedere alle prestazioni nei tempi massimi previsti dalla norma rispettando i codici di priorità. “Per farlo – ha spiegato Tonino Aceti, presidente di Salutequità, durante l’audizione al Senato nell’ambito dell’esame del Ddl sulle prestazioni sanitarie – è indispensabile dettagliare meglio il meccanismo di garanzia e rendere questo diritto effettivamente cogente. Come? Stabilendo nella legge che l’operatore CUP (il Centro Unico di Prenotazione) che prende in carico la persona, deve essere responsabile dall’inizio alla fine di gestire il caso e chiuderlo nel modo previsto dalla Regione in un tempo di 48 ore. Se al momento del contatto con il cittadino il CUP non ha la capacità di dare una data rispettosa dei tempi, si prende 48 ore, si coordina con la direzione generale o altro personale dedicato della ASL e con questo analizza e trova una soluzione al problema. Se la soluzione non c’è nel servizio pubblico, si dà l’autorizzazione ad andare in libera professione intramoenia o nel privato accreditato pagando il solo ticket. Questo deve essere automatico perchè il cittadino ha diritto alla prestazione, nei tempi stabiliti e non deve più assolutamente ricorrere di tasca propria al privato o rinviare se non rinunciare alla prestazione: un grande elemento di iniquità nel servizio sanitario”.
L’accesso tempestivo alle cure, ha ricordato Aceti, “è uno degli obiettivi mancati oggi nel Ssn. l’Istat dice che 4,5 milioni di cittadini nel 2023 hanno rinunciato alle cure per liste d’attesa e solo poche regioni nel 2023 sono tornate dopo l’emergenza Covid a livelli più bassi del 2019 rispetto alla rinuncia alle cure. Cresce però – ha aggiunto – la spesa sanitaria privata da parte delle famiglie ed è la Corte dei conti a dirlo: nel periodo 2021-2023 si passa da 41 miliardi a 43, con un’incidenza sul PIL ormai che ha raggiunto il 2,1 per cento”. Oggi accade, ha spiegato Aceti, che il cittadino chiami il CUP, ad esempio, con un codice di priorità di 30 o 60 giorni e questo dà una data su tutta la Regione che non è rispettosa dei tempi massimi a volte anche di molti mesi. Poche Regioni si salvano da questa situazione. A questo punto il Cup inserisce il cittadino nelle cosiddette liste di garanzia: si prende nome e cognome dell’assistito con l’impegno di richiamarlo entro tre quattro giorni, che diventano spesso una settimana, anche dieci giorni, oppure non è proprio richiamato”.
“Il meccanismo non funziona – ha detto Aceti – e quando in caso richiamano, dicono spesso che la prestazione in quei tempi non c’è, si lascia il cittadino solo con la prescrizione e il problema e lì si chiude la possibilità di cura per la persona nel servizio pubblico”. Altri aspetti importanti delle osservazioni di Salutequità – che ha trasmesso alla Commissione una nota dettagliata nel merito – riguardano la necessità di accelerare i tempi di applicazione della legge con l’emanazione dei decreti attuativi “perchè sono tutti in ritardo rispetto alla tabella di marcia – ha aggiunto Aceti – e questo è un elemento di criticità: quel provvedimento che, se può portare effetti, lo può fare solo se i decreti attuativi raggiungono il traguardo e lo fanno nel più breve tempo possibile”. Aceti ha poi segnalato alla Commissione la necessità di un intervento deciso sul depotenziamento del testo del decreto-legge originario nella legge di conversione sulle cosiddette ‘agende bloccatè.
“Un depotenziamento – ha spiegato – che c’è stato in fase di conversione dove una delle prerogative della piattaforma nazionale di Agenas era di individuare le cosiddette agende bloccate. Questo elemento è una criticità, un depotenziamento del provvedimento che oggi invece tornerebbe molto utile. Per questo chiediamo che nel Ddl si ridia ad Agenas la prerogativa di mappare anche le agende bloccate”. Secondo Aceti poi, ci sono aspetti da maneggiare con prudenza e mettendo paletti molto chiari per non mettere sotto pressione ancor di più i redditi delle famiglie per curarsi o lasciare indietro I più fragili. E’ il caso della previsione di oneri a carico degli utenti per lo svolgimento in telemedicina di prestazioni laboratoristiche, per le quali non si specifica se le stesse saranno alternative alle “prestazioni tradizionali” o aggiuntive. Nel primo caso ci troveremmo in presenza di uno spostamento inaccettabile dei costi dei LEA dal SSN alle famiglie. Così come della possibilità anche per le persone con scarse o nulle competenze digitali di potersi avvalere e concorrere al Registro delle segnalazioni, prevedendo un accesso anche telefonico ad esempio. Infine, va rafforzato molto il sistema di monitoraggio e “se il contrasto alle liste d’attesa è una strategia portante del Servizio Sanitario Nazionale – ha concluso – dovrà contare su risorse strutturali per il loro abbattimento”.
“Queste – propone – potrebbero essere anche trovate all’interno degli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale (ovvero obiettivi strategici e prioritari sui quali far convergere, in accordo con le Regioni, una quota del Fondo Sanitario Nazionale) che oggi presentano più di qualche criticità, mancando da anni il Piano sanitario nazionale, all’interno del sistema stesso”.

foto: Ipa Agency

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“La parola che cura”, premiati i vincitori

ROMA (ITALPRESS) – Dal disagio degli adolescenti di oggi alle fragilità e alle relazioni disfunzionali nella nostra società, dalla salute mentale alle tante sfide quotidiane o di vita che una malattia rara o un percorso di cura rappresentano per una persona, una famiglia, una comunità. Tanti e forti i temi messi in luce dalla dodicesima edizione del Premio Letterario Angelo Zanibelli “La Parola che cura”, la cui cerimonia di premiazione si è tenuta ieri sera nella splendida cornice dell’Ambasciata di Francia a Roma.
Il premio si distingue da anni per il suo impegno nel far emergere con forza la narrazione come strumento terapeutico e di sensibilizzazione sociale, sottolineando l’importanza delle esperienze personali nella gestione della malattia. Attraverso le opere premiate, si vuole dare voce a chi affronta sfide complesse, valorizzando la resilienza e il coraggio di coloro che trasformano le proprie esperienze in un potente racconto di vita, un messaggio da poter condividere. Dopo tanti anni, continua a offrire un palco prestigioso alle storie di cura e di salute, mettendo in luce i percorsi, le esperienze e le emozioni di tanti pazienti e caregiver.
A presiedere la giuria è stato, anche quest’anno, Gianni Letta, affiancato da un autorevole gruppo di esponenti del mondo della politica, della cultura, della sanità e dell’informazione, con la partecipazione del ministro della Salute, Orazio Schillaci, come membro d’onore. La giuria ha avuto il compito di esaminare le tantissime opere in concorso, decretando anche il vincitore dell’ambita categoria ‘Ineditì e assegnando anche alcuni premi speciali che negli anni hanno guadagnato particolare prestigio e visibilità.
“Per noi in Sanofi, il Premio La Parola che cura è molto più di un semplice concorso letterario. E’ un esempio concreto e tangibile del nostro impegno costante e continuo al fianco dei pazienti, di chi li sostiene e di chi ne rappresenta le istanze. La volontà di ascoltare e comprendere i bisogni, di valorizzare e mettere a fattor comune il percorso di diagnosi e cura, è al centro di tutto ciò che facciamo ogni giorno – afferma Marcello Cattani, presidente e Ad di Sanofi Italia e Malta -. Avere un impatto positivo e migliorare la vita di chi vive una patologia è infatti la nostra missione quotidiana. Con il nostro lavoro promuoviamo una cultura della salute inclusiva e accessibile, cercando di contribuire a un cambiamento significativo nella vita dei cittadini e abbracciando il concetto di salute come pilastro dello sviluppo umano, sociale ed economico del nostro Paese”.
Per la categoria Narrativa, ha vinto “Vite di cristallo” di Francesca Lagatta (ed. Rubbettino). Un legame unico e simbiotico tra una mamma e il suo bimbo che si scopre malato di acrenoleucodistrifia che trascina il lettore in un mondo intriso di solitudine, dolore, amore sconfinato, che disintegra i muri del tempo e dello spazio.
Per la categoria Saggistica premiato “Lezioni di amore per un figlio” di Stefano Rossi (ed. Feltrinelli). Una dote necessaria per regalare ai nostri ragazzi una solida e amorevole via d’uscita dai 16 labirinti in cui, più di frequente di quanto noi adulti immaginiamo, si perde l’anima adolescente.
Per la categoria Illustrati il premio è andato a “Il mostro che vive dentro la mamma” di Nicolò Muggianu (ed. Fabbrica dei sogni). Il libro dedicato a tutti i bambini che vivono con un genitore che soffre di depressione o di un’altra forma di sofferenza psicologica che ha incide negativamente sulla loro relazione, con coloro che hanno vissuto l’esperienza di un familiare che si è suicidato o ha tentato di farlo.
L’inedito “La memoria del cuore” di Marilù S. Manzini sarà edito da Piemme editore. Un romanzo che ha la profondità introspettiva di un saggio. L’autrice ripercorre ventotto giorni dentro il buio della psiche, in una clinica per la cura delle dipendenze, alla ricerca di una salvezza. Le vite di persone in cerca di una riabilitazione dell’anima che portano i segni delle battaglie che hanno combattuto. Vinte o perse che queste siano, l’importante per tutti loro è sempre e solo rialzarsi da terra.
Tre le menzioni speciali assegnate dalla Giuria. A “Una stagione in più” di Elena Lugli, Emilia Li Gotti, Ilaria Orzali (ed. Lapis), un libro che nasce per i bambini e per chi voglia raccontare ai più piccoli cosa significhi attraversare una stagione di cura, e farlo con fiducia: perdendo i capelli, sì, ma per averne di nuovi e tornare fuori a giocare al primo raggio di sole.
A “La cura del futuro. I vaccini dalle infezioni alla sfida al cancro” di Guido Forni, Alberto Mantovani, Lorenzo Moretta, Giorgio Parisi, Giovanni Rezza (ed. Baldini & Castoldi). L’avvincente sfida della scienza, su cui si sta lavorando in Italia e in tutto il mondo, che potrà avere effetti decisivi sulla salute globale.
A “La notte ha smesso di far paura” di Giacomo Perini (ed. Santelli) Il percorso di crescita attraverso la malattia che alterna cronaca e riflessioni a pagine visionarie. Una storia di ostinazione vitale e resilienza, che parla a tutti, restituendoci il ritratto di un giovane uomo innamorato della normalità della vita e grato per i suoi doni.
La giuria ha assegnato inoltre il premio “Personaggio dell’anno” al professore Alberto Mantovani per il suo costante impegno nella ricerca nell’immunologia possibile futura soluzione terapeutica alle malattie. Con i suoi studi fino all’individuazione dell’immunità innata è oggi considerato una figura di riferimento che ha scritto con il suo gruppo di ricercatori italiani una pagina fondamentale della medicina moderna. Il premio è stato consegnato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, membro d’onore della giuria.
Il premio “La Parola che Cura”, attribuito ogni anno ad un’associazione di pazienti per l’attività di comunicazione e divulgazione sulla sua patologia di riferimento e le problematiche ad essa connessa. Quest’anno la giuria ha premiato AISM per il progetto PortrAIts, serie di 12 immagini e ritratti in mostra, realizzate grazie a un programma di Intelligenza Artificiale che, insieme a professionisti della comunicazione, ha rielaborato il racconto e le parole di persone con sclerosi multipla, generando immagini sorprendenti, diverse dalla realtà visibile che pure le ha ispirate e andando a rivelare in modo creativo anche quegli aspetti della vita con la patologia che altrimenti resterebbero non comunicabili e incomprensibili a chi non li vive direttamente sulla propria pelle.
Il premio “Il valore del Partenariato pubblico-privato”, riconoscimento espressamente rivolto ai giovani neolaureati che punta a valutare il pensiero analitico, la capacità di indagine e di approfondimento degli studenti, chiamandoli a produrre un elaborato su questo tema è stato assegnato alla giovane professionista in Public Affairs Vjola Brahushi, 26 anni che sarà inserita come tirocinante presso il Dipartimento Public Affairs di Sanofi Italia e collaborerà con un Tutor aziendale a progetti con le Istituzioni nazionali e regionali.

– Foto ufficio stampa Sanofi –

(ITALPRESS).