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Covid, in una settimana nuovi casi in calo dell’1,9%

ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 aprile 2024 si registrano 528 nuovi casi positivi al Covid-19 con una variazione di -1,9% rispetto alla settimana precedente (538)
7 deceduti con una variazione di -22,2% rispetto alla settimana precedente (9). Lo rende noto il ministero della Salute.
I tamponi effettuati sono stati 100.622, con una variazione di -6,4% rispetto alla settimana precedente (107.539)
Tasso di positività dello 0,5%, invariato rispetto alla settimana precedente (0,5%). Il tasso di occupazione in area medica al 24/4/2024 è pari a 0,9% (570 ricoverati), rispetto a 1,1% (700 ricoverati) del 17/04/2024.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24/4/2024 è pari allo 0,2% (19 ricoverati), rispetto allo 0,3% (22 ricoverati) del 17/04/2024.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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In Italia prende sempre più quota il turismo estetico

ROMA (ITALPRESS) – Secondo le statistiche più di 5 milioni di italiani si sono rivolti al medico per un ritocco estetico e in Italia prende sempre più quota il turismo legato alla chirurgia estetica: meta l’Albania. E’ il caso della clinica KEIT che opera a Tirana dal 2011. “Partita come uno studio medico oggi è un’azienda e brand di eccellenza riconosciuto a livello europeo da cui sono passati migliaia di italiani”, si legge in una nota. Nella struttura ospedaliera di chirurgia estetica sono stati eseguiti più di 20 mila interventi di chirurgia estetica. Tra quelli più richiesti: la rinoplastica, la mastoplastica additiva ed il trapianto di capelli.
Quello che spinge molti connazionali ad attraversare il mare Adriatico è la presenza, all’interno della struttura sanitaria, di oltre 30 chirurghi italiani specializzati nelle diverse aree della chirurgia estetica, su un totale di 170 dipendenti totali. “Non solo. Il paziente può usufruire di un albergo a 4 stelle e decine di appartamenti, oltre a una flotta di van di lusso per il trasporto di coloro che si sottopongono a interventi e per i loro parenti – -. Grazie ad una struttura molto organizzata, le tasse molto basse e i costi di gestione molto più contenuti rispetto l’Italia e l’Europa, KEIT offre questi interventi con tariffe molto vantaggiose di circa il 40 – 60% più basse rispetto a quelle in Italia”.
Nel 2023, secondo alcune statistiche fornite da KEIT, 3.087 pazienti provenienti da tutta l’Italia e con al primo posto la regione Lazio, hanno eseguito un intervento chirurgico, di cui il 63% sono donne e il 37% uomini. Le procedure chirurgiche più richieste sono la rinoplastica seguito dagli interventi al seno e all’addome. L’età media dei pazienti è di 29 anni. Nel frattempo, come ramo della chirurgia estetica, nell’anno scorso KEIT ha realizzato i desideri di quasi 1000 pazienti per quanto riguarda il trapianto dei capelli.
Il Dottor Skerdi Faria, medico e imprenditore Italo – Albanese e fondatore della clinica, spiega che “KEIT si prende cura dei pazienti nei dettagli, dall’iniziale contatto fino alla completa guarigione, dopo gli interventi eseguiti. Per questo – spiega ancora – abbiamo stati presenti su molti media italiani da ‘Nemo – Nessuno Esclusò, Rai 2, con Enrico Lucci, ‘La Vita in Direttà con Lorella Cuccarini, ‘L’aria che tirà, con Davide Parenzo, fino all’ultimissimo servizio andato in onda nella trasmissione ‘Dritto e Rovesciò di Rete 4 curata da Paolo Del Debbio. La nostra azienda – conclude Skerdi – ha un sito web www.keit.al disponibile in 6 lingue”.

– Foto: ufficio stampa Keit –

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Sma, nuove prospettive per il trattamento dei bambini

ROMA (ITALPRESS) – Ci sono nuove prospettive per il trattamento dei bambini con diagnosi di SMA grazie all’allargamento dei criteri di rimborsabilità della prima terapia genica approvata in Italia. Con l’ok da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) all’estensione di onasemnogene abeparvovec (Zolgensma), prima terapia genica per la SMA, ai bambini con SMA 2 fino a 13.5kg e ai pre-sintomatici con 3 copie del gene SMN2, si aprono ulteriori prospettive di trattamento per la comunità dei piccoli pazienti con atrofia muscolare spinale e delle loro famiglie. La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 16 marzo AIFA amplia i criteri di rimborsabilità per onasemnogene abeparvovec, rendendolo disponibile anche per i bambini con SMA di tipo 2, oltre che i pazienti con atrofia muscolare spinale di tipo 1 diagnosticati clinicamente, per i quali il farmaco era stato autorizzato nel 2021. Onasemnogene abeparvovec è la prima terapia genica approvata per il trattamento dell’atrofia muscolare spinale (SMA) che affronta direttamente la causa genetica dellamalattia, sostituendo la funzione del gene SMN1 mancante o non funzionante allo scopo difermare la progressione della malattia con una singola somministrazione endovenosa.
“Novartis è partita dal bisogno importante, medico, di ricercare e sviluppare una risposta ai bisogni delle persone che nascono con questa malattia”, ha detto Roberta Rondena, Country Value & Access Head Novartis, nel corso di una conferenza stampa. “Novartis ha iniziato un ampio piano di studi clinici sulla terapia genica e l’estensione della rimborsabilità della terapia genica per l’atrofia muscolare spinale di tipo 2 da parte di AIFA è un ulteriore passo significativo per i bambini che nascono con una diagnosi di SMA. Un traguardo importante, raggiunto grazie alla collaborazione con Istituzioni, Società Scientifiche e Associazione Pazienti che, auspichiamo, possa essere un modello virtuoso per il futuro. L’impegno di Novartis in questa area terapeutica continuerà per raggiungere sempre più pazienti, contribuendo a ridurre l’impatto della malattia e a garantire una migliore qualità di vita ai piccoli pazienti e alle loro famiglie”, ha aggiunto.
In Italia nascono ogni anno circa 40-50 bambini con atrofia muscolare spinale, patologia neuromuscolare rara – prima causa di morte genetica infantile – caratterizzata dalla progressiva perdita delle capacità motorie. L’atrofia muscolare spinale (SMA) è una patologia neuromuscolare rara e grave, oltre che prima causa di morte genetica infantile, caratterizzata dalla progressiva perdita delle capacità motorie, che si verifica quando risulta mancante o difettosa la versione di un gene necessario per produrre una proteina essenziale nota come proteina di “sopravvivenza dei motoneuroni” (SMN). In Italia nascono ogni anno circa 40-50 bambini con atrofia muscolare spinale; proprio la mancanza di proteina SMN, che provoca la morte dei nervi che controllano i muscoli (motoneuroni), rende difficili gesti quotidiani come sedersi e stare in piedi, nei casi più gravi deglutire e respirare.
La SMA è un “continuum di malattia”, con una gamma di sintomi che possono variare nella loro gravità, tanto che si possono classificare diversi tipi di SMA. Tra questi, la SMA tipo 1, i cui sintomi si sviluppano all’età di 6 mesi, e SMA tipo 2, con sintomi che compaiono tra i 6 e i 18 mesi di età, sono le più gravi.
Da oggi, con l’estensione delle indicazioni di rimborsabilità, la prima terapia genica approvata in Italia, onasemnogene abeparvovec, è disponibile anche per i pazienti affetti dall’atrofia muscolare spinale di tipo 2 (SMA2) e per i pazienti presintomatici con 3 copie di SMN2 e fino a 13,5 kg. Ampliando così la platea dei piccoli pazienti che potranno accedere a questo trattamento, in un momento in cui lo screening neonatale, fondamentale per la diagnosi tempestiva della patologia, si sta estendendo in sempre più Regioni italiane. “Accogliamo favorevolmente la notizia dell’ampliamento dell’accesso alla terapia genica che sarà resa disponibile – le parole di Anita Pallara, presidente dell’Associazione FamiglieSMA – per un numero maggiore di bambini affetti da atrofia muscolare spinale. Sappiamo che la terapia genica aumenta la sua efficacia e, quindi, migliora la risposta del paziente quanto prima viene somministrata. Per questo, come Associazione FamiglieSMA ribadiamo l’importanza dello screening neonatale, che deve essere esteso a tutte le regioni in modo da garantire sull’intero territorio nazionale lo stesso diritto alla salute. Accanto allo screening, sottolineiamo anche l’importanza di garantire alle famiglie il necessario accompagnamento nel percorso di cura e nelle successive fasi di follow-up post trattamento, attraverso una presa in carico da parte dei centri specializzati sull’intero territorio nazionale”.
A supporto dell’estensione di rimborsabilità è stato determinante il completamento dello studio di fase III SPR1NT, che ha dimostrato come i piccoli pazienti con tre copie del gene di backup SMN2, trattati in modo pre-sintomatico, abbiano raggiunto traguardi motori appropriati alla loro età, inclusa la capacità di stare in piedi e di camminare. Lo stesso studio conferma, inoltre, l’importanza dello screening neonatale per la SMA, che aumenta in modo significativo la probabilità di identificare i pazienti affetti dalla patologia quando sono pre-sintomatici, con un impatto significativo sui potenziali esiti terapeutici. Rendendo possibile somministrare, nei primi giorni di vita, la terapia al 95% di bambini che avrebbero sviluppato, a causa della mutazione genetica, le forme più gravi della patologia (fenotipi SMA1 – SMA2). “La somministrazione precoce di questo trattamento innovativo consente di ottenere risultati migliori per arrestare la progressione della malattia: la diagnosi prenatale, aumentando la probabilità di identificare i pazienti affetti dalla patologia quando sono pre-sintomatici, svolge una parte importante concorrendo ai potenziali esiti terapeutici – ha commentato Marika Pane, direttore clinico del Centro Nemo pediatrico di Roma e professore associato di neuropsichiatria Infantile all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma -. Bisogna, quindi, tenere conto del fatto che la degenerazione dei motoneuroni inizia prima della nascita, si intensifica rapidamente e che il processo non può essere invertito. L’aspetto innovativo di questo trattamento è che interviene direttamente sul difetto genetico con un’unica somministrazione; quindi, è effettuato una sola volta nella vita. In base agli studi clinici a disposizione, il trattamento precoce consente di ottenere nei piccoli pazienti tappe di sviluppo motorie che si avvicinano a quelle dei coetanei sani, come il controllo della testa e la capacità di sedersi senza supporto, senza il bisogno di ricorrere a supporti ventilatori che normalmente la storia della malattia prevede”.
Onasemnogene abeparvovec aveva già ottenuto l’approvazione alla rimborsabilità in Italia nel marzo 2021 come prima terapia genica, a somministrazione unica, per l’atrofia muscolare spinale di tipo 1 (SMA1) concepita per affrontare direttamente la causa genetica della malattia, sostituendo la funzione del gene SMN1 mancante o non funzionante allo scopo di fermare la progressione della malattia con una singola somministrazione endovenosa.
Proprio con l’avvento della terapia genica, la comunità dei pazienti SMA e delle loro famiglie ha visto cambiare la storia naturale della malattia. Come provano i dati sull’impiego di onasemnogene abeparvovec nella normale pratica clinica in Italia (Real World Evidence, RWE, evidenza nel mondo reale), a conferma che quanto riportato dagli studi clinici internazionali si traduce in effettivo beneficio per i pazienti trattati nel nostro paese, dove sono già stati coinvolti circa 125 bambini.

– Foto f04/Italpress –

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“Mental food”, sport e buona alimentazione per il benessere psicofisico

ROMA (ITALPRESS) – Cultura dell’alimentazione, cura del corpo e della salute, benessere psicofisico: un percorso da costruire. Questa la tesi del convegno dal titolo “Mental food” tenutosi oggi a Roma nella sala del Cenacolo della Camera dei Deputati e organizzato dall’associazione I Sud del Mondo. Nel corso dell’incontro è stata sottolineata l’importanza dello sport e della buona alimentazione sul benessere psicofisico, evidenziando il carattere imprescindibile degli stili di vita in grado di agevolare cambiamenti virtuosi.
“Sport, attività fisica, contatto con la Natura, relazioni sociali, cultura dell’alimentazione sono elementi imprescindibili per un’alta qualità della vita”, così il direttore scientifico di I Sud del mondo Giuseppe Galati.
“I Sud del mondo – spiega il presidente Pompeo Torchia – vuole sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema di primaria importanza, consapevoli come siamo del fatto che vari fattori incidano negativamente sulla salute e che sia quindi necessario coinvolgere la scuola, le famiglie, il sistema sanitario, la politica, gli operatori sociali e del terzo settore e promuovere obiettivi e buone pratiche in grandi di invertire la rotta”.
Al convegno, moderato da Raffaele Barberio, hanno partecipato tra gli altri Mauro Fabris – Presidente Lega Pallavolo Serie A Femminile, Rossana Ciuffetti – Direttore dell’area Sport Impact di Sport e Salute, Beniamino Quintieri presidente Cda Istituto Credito sportivo, Saverio Romano, presidente della Commissione Bicamerale Semplificazione.
Nel corso del convegno sono stati forniti dati sulla prevenzione sanitaria che l’attività fisica e una sana alimentazione sono in grado di assicurare pienamente.
Beniamino Quintieri ha posto l’accento sulla “crescente attenzione che lo sport e la corretta alimentazione producono. Fattori che hanno determinato la crescita esponenziale della wellness economy – economia del benessere – 6 trilioni di dollari i volumi stimati a livello internazionale – e sugli investimenti che occorre potenziale oltre che sulla prevenzione che conferma il suo carattere nevralgico, senza dimenticare l’importanza delle infrastrutture che vanno potenziate anche per colmare il divario esistente tra Nord e sud del Paese”.
Per Saverio Romano “sport e cultura dell’alimentazione sono fattori essenziali per la salute dei nostri figli e il governo ne ha piena consapevolezza se è vero come è vero che il 20 settembre scorso la Camera ha approvato all’unanimità la modifica all’art. 33 della Costituzione introducendo il nuovo comma «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme». Per Rossana Ciuffetti “diviene essenziale intervenire in modo strutturale su sport e salute, con investimenti mirati e progetti per monitorare la domanda di sport e favorirla”.

– Foto associazione I Sud del Mondo –

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Schifani “Un reparto di neurochirurgia pediatrica al Civico di Palermo”

PALERMO (ITALPRESS) – Autorizzato dal presidente della Regione l’avvio delle procedure per l’attivazione del reparto di Neurochirurgia pediatrica all’ospedale Civico di Palermo.
Il via libera è arrivato nel corso di un incontro operativo a Palazzo d’Orleans tra il presidente Schifani, l’assessore alla Salute Volo, il dirigente generale Iacolino e il commissario del Civico Messina.
Nel corso della riunione, alla quale ha partecipato la signora Cira Maniscalco, il presidente della Regione ha comunicato che il dipartimento della Pianificazione strategica dell’assessorato della Salute ha garantito la risorsa economica pari a 3 milioni di euro per la realizzazione presso l’azienda ospedaliera Civico di un Polo avanzato per la diagnosi e il trattamento delle patologie pediatriche a indirizzo neurochirurgico.
Allo stesso tempo, l’assessorato della Salute ha autorizzato il Civico all’utilizzo dei fondi residui ex art 20 per la realizzazione di un nuovo complesso operatorio a supporto del progetto di Neurochirurgia pediatrica. Per il presidente Schifani “il progetto colma una enorme lacuna presente nel territorio regionale garantendo in fase di avvio del servizio e attraverso la collaborazione con l’ospedale Santobono di Napoli, sin dal prossimo mese di giugno, le attività ambulatoriali di Neurochirurgia al Civico di Palermo.
Entro un anno, il progetto andrà a regime assicurando le attivita di ricovero e di neurochirurgia con elevati livelli di professionalità ed eliminando i viaggi della speranza”.
(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

Allegra Groppelli “Scrivere ha un potere salvifico”

MILANO (ITALPRESS) – I racconti attorno al fuoco dei cacciatori raccoglitori, i film, le favole per i bambini, il teatro, i miti, i romanzi, le fiction tv: narrare e ascoltare storie è un’esigenza da sempre presente nell’evoluzione del genere umano e nella crescita del singolo individuo. Attraverso le storie, fin dalla notte dei tempi, si condividono conoscenze, si trasmettono esperienze, si viaggia alla scoperta del mondo e di se stessi. Numerosi studi di psicologia e neuroscienze hanno dimostrato che i racconti aumentano in chi li ascolta l’empatia e la memoria. Chi ama le storie è un uomo più umano e forse il massimo grado di umanità lo raggiunge chi la propria storia la scrive, perchè il saper raccontare richiede introspezione e analisi, un processo che spesso porta a un’elaborazione dei fatti e degli stati d’animo che permette di superarli. Per questo il racconto di sè è ormai riconosciuto come un’attività terapeutica capace di favorire il benessere individuale. Sono questi alcuni dei temi trattati da Allegra Groppelli, nota autrice per tv, cinema e documentari, nonchè scrittrice e ghostwriter, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Il potere delle storie è catartico e salvifico, io ho il privilegio e la fortuna di fare un lavoro molto creativo – ha esordito – Lavorando con la creatività sei in balia di tante emozioni, per il lavoro che faccio non posso essere maestra delle mie emozioni. Sono fatta di grandi nostalgie, grandissimi silenzi, il mio è un lavoro solitario in tante cose. Quelle volte che ho avuto tristezze feroci ho messo le mani in tasca e ho trovato una storia da raccontare”. “Scrivere dà benessere, consiglio a tutti di prendere un pezzo di carta e una penna, o una matita un pò sbucciata – ha aggiunto Groppelli – Anche solo il fatto di vedere la propria calligrafia racconta delle emozioni, non serve una particolare capacità, ma solo guardarsi dentro. Ogni tanto in autobus in ognuna delle persone che vedo so che dentro c’è un grande amore da raccontare, un grande dolore, una passione. Queste sono storie che vanno raccontate”.
E sul suo lavoro da ghostwriter: “Consiste nell’affiancarsi a una persona che vuole scrivere un libro e magari non pensa di avere gli strumenti per farlo – ha spiegato – E’ un lavoro fatto di grande fiducia, non sono sempre storie di grandi successi personali, o lo sono e nascondono dietro grandi paure, che vanno anche un pò esorcizzate”.
Allegra Groppelli ha collaborato alla stesura del libro sulla figura di Ennio Doris: “Ci tengo a dire che per quel libro sono stata una mera stenografa – ha precisato – Ho avuto il privilegio di collaborare con Sara Doris e di vivere così la bellezza del ricordo di suo padre. E’stato uno dei lavori più importanti per il mio percorso, mi ha dato ispirazioni enormi. Il più grande orgoglio è vedere come Sara e la famiglia Doris porti avanti il testimone con orgoglio e amore – ha sottolineato – Non tutti gli amori sono visibili, Ennio Doris illumina il loro cammino”.
Infine, sul suo lavoro più recente, ‘Che il mondo ti somiglì: “E’ un romanzo che racconta la storia di Francesco Cirio, il fondatore dell’azienda di conserve ancora oggi esistente. Aveva una storia troppo bella per non essere raccontata – ha ribadito Groppelli – E’ una storia straordinariamente italiana, non va mai dimenticato il valore della patria. Francesco Cirio era un soldino di cacio, nato in un paesino del Piemonte da una famiglia poverissima. Quando suo padre comincia a stare male, lui deve andare a cercare lavoro e parte a piedi e scalzo fino a Torino. Comincia dalla fatica, dal sacrificio, dal dolore, poi quella stessa fatica lo premierà – ha concluso la scrittrice – Nella sua vita incontrerà anche don Giovanni Bosco, che gli dirà ‘l’erba calpestata è poi quella che diventa un sentierò”.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Non solo Covid, malattie infettive sfida in un mondo globalizzato

MILANO (ITALPRESS) – Si dice malattia infettiva e si pensa al Covid-19, in realtà il coronavirus è solo una voce dell’elenco. Un elenco in cui l’ordine di gravità e pericolo cambia sulla base di un insieme di fattori fuori dal nostro controllo, a iniziare dallo sviluppo di epidemie a centinaia di migliaia di km. Molto lontano, ma molto vicino in realtà, considerando che ci si può spostare da un capo all’altro del mondo in meno di 36 ore, mentre il tempo di incubazione di molte malattie infettive è di 2-7 giorni. A contribuire al rapido mutamento del quadro delle malattie infettive ci sono poi anche i flussi migratori e il cambiamento climatico, che crea habitat favorevoli per lo sviluppo di alcuni vettori di trasmissione, come per esempio le zanzare. Sono questi alcuni dei temi trattati da Andrea Gori, professore ordinario di malattie infettive presso l’Università degli Studi di Milano e direttore dell’Unità di malattie infettive II Divisione presso la ASST Fatebenefratelli Ospedale L. Sacco – Polo Universitario, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Il Covid ci ha fatto realizzare l’importanza delle malattie infettive, specie nel futuro – ha esordito – Negli ultimi 25 anni il mondo è cambiato drasticamente, il Covid è la prima pandemia dell’era della globalizzazione. Il modo di vivere nel mondo è cambiato, viaggiamo tantissimo, viaggiano le persone, le merci, così anche le malattie – ha spiegato il professore – Viviamo a una velocità iper-accelerata. Il Covid non è piovuto dal cielo, diversi epidemiologi mettevano in guardia molto prima sulla possibilità di una pandemia di larga scala. Oggi le malattie infettive rappresentano una delle grandi sfide della sanità nel mondo. Viviamo in un modo per il quale le malattie infettive hanno facile gioco: in 24 ore una problematica infettiva in un paese lontanissimo da noi può diventare immediatamente attuale – ha ribadito Gori – Nel 2050 si stima che la prima causa di morte nei paesi industrializzati possano essere le malattie infettive resistenti agli antibiotici”.
Covid-19, ma non solo, visto che in Italia nell’ultimo anno e mezzo si è fatto fronte ad almeno altre cinque diverse pandemie: “La West Nile Fever, in particolare, è diventata endemica in Italia, abbiamo il vettore a causa dei cambiamenti climatici, vale a dire la zanzara tigre, che fino a dieci anni fa non esisteva in Italia – ha ricordato – Il fatto che ci sia il vettore della malattia comporta che la malattia si diffonda. I sintomi sono molto comuni: la febbre che resiste agli antibiotici, un malessere generale, dolori articolari e spesso il coinvolgimento del sistema nervoso centrale. La Dengue è invece una delle maggiori responsabili di mortalità infantile nel sud-est asiatico. La sorpresa del 2023 è che il vettore, una zanzara, sopravvive alle nostre latitudini – ha aggiunto Gori – Per la prima volta in Italia nel 2023 ci sono stati causi autoctoni, non viaggiatori ma direttamente tramite il vettore”.
E su altre due malattie infettive diffuse su larga scala o particolarmente mediatiche: “Per quanto riguarda l’aviaria, recentemente il direttore generale dell’OMS ha lanciato un allarme. Il ceppo che ci fa più paura è l’N5H1, normalmente diffuso negli uccelli, specie nel sud-est asiatico – ha commentato – L’allarme è dovuto al fatto che recentemente si è visto come questo ceppo sia in grado, con salto di specie, di infettare i mammiferi. Il rischio, per ora basso, è che possa infettare anche l’uomo. Il morbillo è invece cambiato, questo perchè abbiamo a disposizione la vaccinazione, che è sicuramente molto efficace e ha salvato dalla morte molti bambini. Il morbillo è estremamente diffuso, ogni anno muoiono dei bambini, spesso questo lo dimentichiamo”.
“La vaccinazione in questo periodo, ahimè, non è particolarmente di moda, ma la verità è che ha salvato il pianeta. L’OMS sta lanciando una serie di allarmi. A livello europeo, dopo il Covid è stata istituita ad hoc un’agenzia sulle malattie infettive – ha concluso – Essere preparati a future pandemie oggi rappresenta una realtà”.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Ismett, 3 parti in meno di 3 settimane con la circolazione extracorporea

PALERMO (ITALPRESS) – Si chiamano Ariel, Giuseppe e Giorgia e sono tre bellissimi bambini tutti e tre nati presso la sala operatoria di ISMETT-UPMC, a Palermo. Sono tre le donne che nelle ultime tre settimane hanno partorito presso l’Istituto Mediterraneo grazie alla piena collaborazione con i ginecologi dell’ARNAS Civico e alla necessità dell’utilizzo di una macchina cuore-polmone.
Tre casi molto particolari che si sono susseguiti nel giro di pochi giorni. Le pazienti erano già note e seguite per patologie pregresse dal team di Cardiologia – e in un caso da quello di Pneumologia – di ISMETT. Tutte e tre le donne erano affette, infatti, da cardiopatie (una cardiopatia ipertrofica nel primo caso, una disfuzione aortica ed una cardiopatia associata ad ipertensione polmonare negli altri due casi, ndr) che per motivi differenti rappresentavano un rischio sia per la mamma che per il nascituro.
A causa delle loro condizioni di salute, dunque, le tre donne non avrebbero potuto portare a termine la loro gravidanza senza il circuito di collaborazione avviato da tempo fra ISMETT ed i reparti di Ginecologia e Neonatologia di ARNAS Civico. La presenza in ISMETT di un servizio di Cardiologia – Pneumologia esperto nella gestione di pazienti con grave malattia d’organo e di un servizio di terapia intensiva abituato al quotidiano uso dell’ECMO e la presenza al Civico di un servizio di ginecologia e neonatologa esperti nella gestione di gravidanze a rischio stati fondamentali, dunque, per minimizzare i rischi durante tutto il periodo di gestazione fino al parto.
Il parto – un cesareo programmato – è avvenuto poi presso ISMETT e tutte e tre le pazienti hanno partorito in stand by ECMO, ovvero grazie all’utilizzo veno-arterioso, una macchina cuore-polmone che consente di ossigenare il sangue, rimuovere l’anidride carbonica e fungere da pompa cardiaca in sostituzione del cuore.
La complessa procedura ha visto coinvolti sei team di specialisti: gli anestesisti, il team di cardiologi, cardiochirurghi, pneumologi di ISMETT, ostetrici e neonatologi dell’ARNAS Civico. “Si è trattato di tre casi molto particolari – spiega la dottoressa Maria Scarlata, anestesista presso ISMETT che ha seguito in prima persona i tre parti -. Erano tre gravidanze molto difficili perchè le tre mamme avevano pregressi motivi di salute. In tutti e tre i casi l’utilizzo dell’ECMO, la cosiddetta macchina cuore polmone, ha permesso alle nostre pazienti di partorire in totale sicurezza, riducendo i rischi legati al parto”.
Sia le mamme che i bambini stanno bene e sono stati trasferiti presso il reparto di Ginecologia dell’ARNAS Civico a 24 ore dal parto. “La collaborazione clinica con ISMETT – sottolinea Antonio Maiorana, primario del reparto di Ginecologia di ARNAS Civico – ha consentito donne con patologie clinicamente molto complesse di realizzare il loro sogno di diventare mamme. Il monitoraggio intensivo della gravidanza fin dalle prime settimane di gestazione presso gli ambulatori di gravidanza a rischio e di diagnosi prenatale, la disponibilità e l’applicazione di tecnologie all’avanguardia e di protocolli di gestione clinica innovativi, la meticolosa e collaudata organizzazione multidisciplinare tra i vari professionisti ha permesso di raggiungere traguardi prima impensabili e che risultano davvero incoraggianti dal punto di vista professionale ed emozionanti dal punto di vista squisitamente umano”.

– Foto Ismett –

(ITALPRESS).