Home Salute Pagina 35

Salute

Presidente Tsrm e Pstrp Milano “Crisi sistema sanità, coinvolgere professioni”

MILANO (ITALPRESS) – “L’inclusività del nostro Sistema sanitario Nazionale rischia di ridursi a un concetto sempre più astratto e svuotato di significato”. Lo dice Diego Catania, Presidente dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio. “Vi è una mancata risposta ai bisogni della popolazione da parte della sanità pubblica, tanto che il 51% degli italiani sceglie la sanità a pagamento, mentre addirittura il 42% dei cittadini con redditi bassi, impossibilitato ad accedere al sistema privato, è costretto a rinunciare alle cure” aggiunge.
“Queste criticità strutturali richiedono un intervento su larga scala, ma, a mio avviso, una parte della soluzione è già sotto i nostri occhi. Il nostro SSN, infatti, non sta mettendo pienamente a frutto le risorse e possibilità a disposizione, come il tesoro ‘nascostò delle sue numerose Professioni. I profili degli Ordini TSRM e PSTRP sono portatori di competenze insostituibili in diversi settori che, se riconosciute e impiegate nei contesti opportuni, possono offrire un apporto decisivo nell’indirizzare la persona verso il percorso di salute più efficiente” commenta.
Anche negli ambiti in cui il principio di multiprofessionalità viene realizzato, tuttavia, spesso manca un altro tassello fondamentale: la capacità di creare e mantenere il dialogo fra le Professioni Sanitarie. “Per anni abbiamo parlato di approccio multidisciplinare e multiprofessionale; ora dobbiamo guardare ancora oltre, verso un orizzonte di interprofessionalità – sottolinea il Presidente dell’Ordine -. Questo approccio improntato alla sinergia e al dialogo deve estendersi a tutte e 30 le Professioni Sanitarie riconosciute dallo Stato italiano e ovviamente agli organi politici e istituzionali, così da superare il concetto di sanità ‘a compartimenti stagnì e dare vita, insieme, a un sistema salute davvero inclusivo”. (ITALPRESS).

Foto: ufficio stampa Tsrm-Pstrp Milano

Covid, in una settimana nuovi casi in calo del 16,3%

ROMA (ITALPRESS) – In merito all’andamento della situazione epidemiologica da Covid-19, nella settimana compresa tra il 28 marzo e il 3 aprile 2024 si registrano 505 nuovi casi positivi con una variazione di -16,3% rispetto alla settimana precedente (603); 21 deceduti con una variazione di +5% rispetto alla settimana precedente (20); 95.940 tamponi effettuati con una variazione di -20,3% rispetto alla settimana precedente (120.436); tasso di positività dell’0,5%, che resta invariato rispetto alla settimana precedente. Lo rende noto il ministero della Salute.
Il tasso di occupazione in area medica al 3/4/2024 è pari al 1,2% (732 ricoverati), rispetto al 1,2% (754 ricoverati) del 27/03/2024; il tasso di occupazione in terapia intensiva al 3/4/2024 è pari allo 0,2% (22 ricoverati), rispetto allo 0,2% (25 ricoverati) del 27/03/2024.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Dall’8 al 10 aprile a Roma lo Human Genome Meeting 2024

ROMA (ITALPRESS) – Avrà inizio martedì 8 aprile lo Human Genome Meeting 2024, un appuntamento scientifico internazionale che riunirà a Roma genetisti, clinici e ricercatori da tutto il mondo accanto a giovani scienziati d’eccellenza. HGM 2024 prevede numerose conferenze di rilievo e sessioni scientifiche che affronteranno i recenti progressi della genomica, dibattiti e workshop di approfondimento relativi alle pratiche più richieste e alle tecniche più innovative in materia.
L’HGM è il convegno ufficiale della HUGO (http://www.hugointernational.org/), l’organizzazione mondiale che promuove le ricerche sul genoma umano favorendo lo scambio di conoscenze e la diffusione dei risultati della genomica a livello accademico, sociale e culturale. L’evento, finora svoltosi negli anni in città come Houston, Barcellona, Seoul, Perth e Tel Aviv, richiama tradizionalmente i ricercatori e gli esperti di genetica da ogni continente.
HGM 2024, “Genomica nella Medicina di Precisione”, si svolgerà presso Sapienza Università di Roma dall’8 al 10 aprile 2024.
I ricercatori presenteranno nuovi risultati in tema di: Terapia genica, Microbioma, Genetica delle malattie infettive, Genomica del cancro, Malattie Rare, Neurogenetica, Biologia e tecnologie dell’RNA, Genetica della Riproduzione, e tecnologie genomiche, bioinformatica e intelligenza artificiale nella biologia, pangenomica e diversità genetica delle popolazioni, Epigenetica e molto altro.
Il congresso sarà aperto dalla conferenza di Mike Snyder (Stanford), pioniere nella genomica funzionale e tra i primi a sviluppare le tecnologie “omiche” (cioè le analisi combinate di DNA, RNA, proteine e metaboliti) per valutare il rischio di malattia e monitorare gli stati patologici nella medicina personalizzata.
Tra gli ospiti eccellenti ci sarà anche Sir Walter Bodmer, genetista di Oxford che ha dato importanti contributi allo studio della genetica delle popolazioni umane, alla mappatura dei geni e alla genetica del cancro e alla nostra comprensione del sistema di tipizzazione dei tessuti umani. Bodmer ha contribuito a scoprire il sistema dell’antigene leucocitario umano (HLA), vitale per il successo dei trapianti di organi e midollo osseo.
Una sezione particolarmente innovativa sarà infine quella dedicata alla terapia genica con il grande contributo italiano a questo settore con interventi di Alessandro Aiuti e Luigi Naldini (San Raffele di Milano).
«Siamo estremamente felici di ospitare finalmente in Italia questo momento di incontro così importante – afferma Giuseppe Novelli, Ordinario di Genetica Medica, all’Università di Tor Vergata Roma e Presidente del Comitato Scientifico HGM 2024 -, e di farlo in un luogo meraviglioso come Roma. Il tema dell’HGM2024 “Genomics in Precision Health” riflette l’attenzione alla formazione in genomica, che sarà fortemente coinvolta nei contenuti scientifici della conferenza. HGM2024 rappresenta una piattaforma di primo piano per evidenziare i recenti progressi in queste nuove affascinanti scienze e tecnologie. Inoltre, l’HGM2024 offrirà workshop e sessioni educative per studenti e scienziati all’inizio della carriera, insieme all’opportunità di presentare i propri lavori. Lo scambio scientifico è il valore fondante di questi incontri e potersi finalmente confrontare a livello così alto sui nuovi trend e sulle nuove tecniche della Genomica di Precisione è un’emozione impagabile».
«La ricerca genetica studia il modo in cui singoli geni o gruppi di geni sono coinvolti nella salute e nella malattia – aggiunge Juergen Reichardt (James Cook University; Australia), CoPresidente del Convegno -. Comprendere i fattori genetici e le malattie genetiche è importante per saperne di più sulla promozione della salute e sulla prevenzione delle malattie. Alcuni cambiamenti genetici sono stati associati ad un aumento del rischio di avere un bambino con un difetto congenito o una disabilità dello sviluppo, o di sviluppare malattie come il cancro o malattie cardiache. La genetica può anche aiutarci a capire come si verificano le condizioni mediche».

– Foto Human Genome Meeting 2024 –

(ITALPRESS).

Premiati i 30 vincitori dei bandi promossi da Roche e Fondazione Roche

MONZA (ITALPRESS) – Si è tenuta oggi la cerimonia di premiazione dei vincitori dell’edizione 2023 di tre bandi promossi da Roche Italia e Fondazione Roche. Sono 30 i vincitori da tutta Italia per un investimento totale di 940mila euro: 8 ricercatori under 40 dal bando ‘Fondazione Roche per la ricerca indipendentè per un investimento totale di 400mila euro; 10 enti dal bando ‘Roche per la ricerca clinica – A supporto delle figure di Data Manager e Infermieri di Ricercà per un totale di 300mila euro; 12 progetti dal bando ‘Roche per i servizi – A supporto di soluzioni innovative in sclerosi multiplà per un totale di 240mila euro. Per garantire la massima trasparenza nell’interazione e nella collaborazione con le strutture ospedaliere e gli enti di ricerca, Roche e Fondazione Roche si avvalgono della collaborazione di tre partner esterni e indipendenti per la selezione e la valutazione delle candidature: Fondazione GIMBE per il bando Roche in ricerca clinica, Fondazione Sodalitas per i progetti in sclerosi multipla e Springer Nature per il bando dedicato alla ricerca indipendente.
Dal lancio dei tre bandi, Roche Italia e Fondazione Roche hanno stanziato complessivamente oltre 6 milioni di euro: più di 4 milioni di euro a supporto di 56 progetti di ricercatori indipendenti under 40, 1 milione 300mila euro per 46 borse di studio destinate a data manager e infermieri di ricerca e 1 milione 130mila euro per 50 progetti innovativi in sclerosi multipla. Allargando il focus a tutti i bandi dedicati all’innovazione in Ricerca e ai servizi in tutte le aree terapeutiche a supporto di enti e Associazioni Pazienti, sono oltre 10 i milioni di euro stanziati dall’Azienda e dalla sua Fondazione negli ultimi anni.
‘La nostra missione è lavorare oggi su ciò di cui i pazienti avranno bisogno domani – ha commentato Anna Maria Porrini, Direttore Medical Affairs & Clinical Operations in Roche Italia – In queste parole c’è l’essenza del nostro impegno quotidiano, fatto da una parte di innovazione, sia essa terapeutica o di servizi, e dall’altra di collaborazione con tutta la rete di interlocutori dell’ecosistema. Queste sono le fondamenta sulle quali costruire per affrontare le sfide di salute dei nostri tempi e per creare beneficio ai pazienti e alle loro famiglie nell’ottica della sostenibilità. Come Roche, lavoriamo da sempre su questi fronti e i bandi sono uno dei modi che abbiamo per rendere concreto questo impegnò.
‘La ricerca scientifica in Italia è da sempre al centro delle attività della nostra Fondazione – ha dichiarato Mariapia Garavaglia, Presidente di Fondazione Roche – perchè siamo certi che tenerla viva sia un investimento per tutto il sistema Paese. Con il bando Fondazione Roche per la ricerca indipendente, che giunge oggi al lancio della sua ottava edizione e che negli anni ha visto oltre 2300 candidature, confermiamo il nostro impegno sostenendo i giovani talenti che, con visione, dedizione e coraggio intraprendono nuove strade per arrivare a traguardi che spesso si traducono in progresso per la scienza e quindi per la salute di tutti noì.
Roche Italia e Fondazione Roche hanno, inoltre, rinnovato il proprio impegno lanciando la nuova edizione dei bandi in ricerca clinica e ricerca indipendente: un investimento di 210mila destinato al bando ‘Roche per la ricerca clinicà per 7 progetti presentabili online fino al 6 settembre 2024 da enti che identifichino altrettante posizioni di data manager o infermieri di ricerca; un finanziamento di 350mila euro per il bando ‘Fondazione Roche per la ricerca indipendentè per finanziare 7 progetti di ricerca indipendente svolta da ricercatori under 40, che potranno essere candidati online fino al 31 luglio 2024.
I 10 vincitori del bando 2023 ‘Roche per la ricerca clinica – A supporto delle figure di Data Manager e Infermieri di Ricercà e relativi borsisti che svolgeranno 12 mesi di attività di ricerca, provengono da: Lombardia (IRCCS Ospedale San Raffaele, vincitore con due progetti; Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori; Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino IRCCS di Pavia); Emilia-Romagna (IRCCS Istituto Scienze Neurologiche di Bologna – Azienda USL di Bologna); Piemonte (Azienda Sanitaria Locale CN2 Alba-Bra; Azienda Ospedaliera SS Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, che si è aggiudicata il premio per due progetti di ricerca), Toscana (IRCCS Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer) e Lazio (IRCCS Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli).
‘I progetti in lizza sono stati valutati considerando due principali criteri – ha affermato Nino Cartabellotta, presidente Fondazione GIMBE – il primo, che pesa per il 90% del punteggio, è la qualità del progetto. Questa viene definita in base alla rilevanza del quesito di ricerca, al rigore metodologico e al possibile impatto sulla salute e sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Il secondo criterio, corrispondente al 10% del punteggio, riguarda l’attività scientifica dell’Ente, misurata dall’impatto delle pubblicazioni scientifiche dei suoi ricercatori. E’ di cruciale importanza – continua Cartabellotta – sostenere e promuovere il lavoro dei Data Manager e degli Infermieri di ricerca, riconoscendo il ruolo fondamentale che essi svolgono nell’ambito della ricerca e dell’innovazione nel settore sanitario. Il sostegno a queste figure professionali offre l’opportunità di migliorare la gestione degli studi clinici e rendere la ricerca sanitaria un motore di sviluppo per il nostro Paesè.
‘Fare ricerca clinica significa oramai rispettare degli standard qualitativi altissimi, soprattutto con l’avvento della nuova normativa Europea grazie alla quale la competizione con gli altri Stati Membri è divenuta altissima – ha dichiarato Celeste Cagnazzo, presidente Gruppo Italiano Data Manager (GIDM) – Questo vale non solo per la ricerca sponsorizzata ma anche e soprattutto per quella accademica, che richiede oramai una expertise straordinaria e delle infrastrutture forti. Non pensiamo più al data manager come responsabile unicamente della gestione del dato di una sperimentazione, nè all’infermiere di ricerca come ad un infermiere che si occupa dei prelievi dei pazienti arruolati in studio. La posta in gioco è molto alta e le competenze da ricercare – e soprattutto da trattenere con degli inquadramenti contrattuali adeguati – altissime. Normativa, metodologia, aspetti legati alla privacy: non sono più specializzazioni del personale senior ma competenze base da sviluppare fin da subitò.
I 12 progetti vincitori del bando ‘Roche per i servizi – A supporto di soluzioni innovative per la Sclerosi Multiplà, che si avvale del patrocinio di AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, provengono da: Lombardia (IRCCS Ospedale San Raffaele; Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino IRCCS di Pavia; Grande Ospedale Metropolitano Niguarda), Veneto (Università di Verona – Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento; Università degli Studi di Padova – Dipartimento in Neuroscienze), Calabria (Grande Ospedale Metropolitano ‘Bianchi-Melacrino-Morellì di Reggio Calabria), Toscana (Università degli Studi di Siena – Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze), Campania (Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli), Liguria (IRCCS Ospedale Policlinico San Martino), Lazio (IRCCS Fondazione Policlinico Università Agostino Gemelli), Sicilia (AOOR Villa Sofia – Cervello Palermo) e Puglia (Ospedale Antonio Perrino ASL Brindisi).
‘Abbiamo valutato i progetti guardando anzitutto alla loro rilevanza ed efficacia, intese come la capacità di generare benefici significativi per i pazienti – ha concluso Alessandro Beda, Consigliere delegato Fondazione Sodalitas – La selezione ha poi tenuto conto dell’innovatività, ovvero la capacità del progetto di migliorare in modo percepibile gli standard di qualità del percorso diagnostico-terapeutico. Infine, abbiamo preso in considerazione la misurabilità dei risultati attesi, nonchè il fatto che il progetto sia replicabile così da poter generare un’emulazione positiva da parte di altri Centri in diversi territori. Viviamo tempi di grandi cambiamenti, che vedono ampliarsi le disuguaglianze. Alle imprese viene riconosciuto un ruolo centrale per rafforzare la sostenibilità sociale nel Paese: il bando promosso da Roche è un esempio di come assumere questo impegno in modo strategico e contribuire in termini rilevanti a migliorare il benessere delle personè.
‘L’Agenda della Sclerosi Multipla e patologie correlate 2025 che, insieme a tutti gli stakeholder, AISM ha definito, evidenzia la necessità di un unico ecosistema tra ricerca e cura, tra ricerca e salute – ha detto Paola Zaratin, Direttore Ricerca Scientifica Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM) e Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM) – Lavoriamo insieme per un mondo libero dalla Sclerosi Multipla, per una piena inclusione e qualità di vita delle persone con SM. Insieme promuoviamo una presa in carico multidisciplinare, sostenuta da una ricerca e servizi innovativi e basata sulla partecipazione attiva dei pazienti e dei loro caregiver’.
Gli 8 ricercatori che si aggiudicano il bando 2023 ‘Fondazione Roche per la ricerca indipendentè provengono da: Lombardia (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (IRFMN) IRCCS; Università di Milano Bicocca; Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico; Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS-Università di Brescia), Emilia-Romagna (Università di Bologna), Lazio (Università di Roma Tor Vergata; Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Roma) e Liguria (Center for Synaptic Neuroscience and Technology (NSYN), Neuroscience and smart materials (IIT) di Genova).
‘La pandemia ha posto un forte accento sulla relazione tra il pubblico, la ricerca accademica, l’accessibilità e l’inclusività. – afferma Helena Jensen, Senior Publishing Manager, Springer Nature – In tutto il mondo è stata apprezzata l’importanza della collaborazione globale nella ricerca scientifica e nell’accesso a tutte le sue parti, che si è manifestata in tempo reale mentre venivano sviluppati e resi disponibili i vaccini. Anche l’inclusività dei pazienti è stata significativamente accelerata, con molti finanziatori che hanno introdotto requisiti nella progettazione degli studi. Mentre superiamo i primi anni post-pandemia, diventa sempre più importante assicurare che tutti gli aspetti della ricerca siano aperti, utilizzabili, riutilizzabili e riproducibili, sia da parte di chi fa ricerca che della comunità più ampia. Siamo impegnati a promuovere questo cambiamento da oltre 20 anni e, anche se nel settore sono stati compiuti molti passi positivi per aumentare l’accessibilità della ricerca, c’è ancora molto da fare, come comunità, per garantire che a livello globale si possano continuare a vedere i benefici che la ricerca aperta e l’inclusività possono apportare nell’ affrontare alcuni dei problemi più difficili del nostro mondo. Questo è un aspetto su cui continuiamo a impegnarci e a svolgere un ruolo attivò.
-foto ufficio stampa SEC Newgate –
(ITALPRESS).

Al Gemelli arriva la Toetva per togliere la tiroide senza cicatrici

ROMA (ITALPRESS) – Offrire ai pazienti tutto il possibile ventaglio di tecniche chirurgiche per la tiroidectomia, anche quelle ‘stato dell’artè. Questa la filosofia degli endocrinochirurghi del Gemelli che, poche settimane fa, hanno realizzato un intervento di asportazione della tiroide attraverso la bocca. Il nome tecnico è Toetva (tiroidectomia endoscopica trans-orale con approccio vestibolare) ed è una procedura inventata nel Sud-Est asiatico (Tailandia), dove le cicatrici sul collo costituiscono un importante stigma culturale.
“Sono oltre 1.500 gli interventi di tiroidectomia effettuati ogni anno al Policlinico Gemelli – ricorda il professor Marco Raffaelli, direttore della UOC di Chirurgia Endocrina e Metabolica di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Chirurgia Generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma – di questi almeno la metà per tumori della tiroide, che possono insorgere anche in persone molto giovani. E sono in molti, soprattutto tra le giovani donne, ad avere una certa ritrosia ad accostarsi a questo tipo di intervento, per timore che possa lasciare una cicatrice visibile sul collo. Per questo, la nostra offerta si è arricchita negli anni di procedure che non lasciano cicatrici visibili sul collo, quali la chirurgia robotica per via transascellare, con il robot da Vinci. Ed è su questa scia che abbiamo deciso di ampliare la nostra offerta chirurgica con la Toetva”.
La paziente sottoposta qualche settimana fa a questo intervento sta bene ed è molto soddisfatta dei risultati.
“La maggior parte degli interventi di tiroidectomia – prosegue il professor Raffaelli – continueranno ad essere effettuati attraverso la collaudatissima tecnica chirurgica tradizionale e con la tecnica mini-invasiva video-assistita, che lascia in genere una cicatrice di piccole dimensioni (un paio di cm); ma per chi non vuole cicatrici sul collo, possiamo proporre la chirurgia robotica per via trans-ascellare e da oggi anche alla Toetva, per cercare di offrire al paziente che abbiamo di fronte, l’intervento più consono alle sue esigenze”.
La tecnica Toetva è relativamente recente (nasce nel 2014) e per arrivare ad utilizzarla è necessario effettuare corsi di formazione e simulazioni (cadaver lab), perchè è un intervento che ha alcune peculiarità nella tipologia di approccio; non ci si può improvvisare insomma. “Come Società Europea di Endocrinochirurgia – prosegue il professor Raffaelli – abbiamo organizzato su questa procedura innovativa anche corsi di formazione in Turchia, in collaborazione con l’Università di Izmir e con il patrocinio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Policlinico Gemelli, poichè siamo coinvolti come docenti”.
L’intervento. La Toetva resta al momento un intervento eseguito ancora in pochi centri in Italia e nel mondo, ha indicazioni limitate e richiede un’accurata selezione dei pazienti. Il suo plus è quello di non lasciare alcuna cicatrice visibile, dal momento che le incisioni vengono praticate nel cavo orale. Ma non è per tutti i pazienti: sono esclusi ad esempio quelli con tiroidi molto voluminose o in precedenza operati o irradiati sul collo. La procedura si effettua in anestesia generale e con intubazione naso o oro-tracheale. Si praticano tre piccole incisioni all’interno della bocca, sotto il labbro inferiore, attraverso le quali si introducono gli strumenti endoscopici e si procede quindi all’intervento di tiroidectomia, rimuovendo poi la tiroide dalla bocca. L’intervento dura almeno un paio di ore. Tra le possibili complicanze, la lesione del nervo mentoniero, con perdita di sensibilità a livello del mento.

– Foto: ufficio stampa Gemelli –

(ITALPRESS).

Alimentazione e salute, la dieta mediterranea è troppo restrittiva?

MILANO (ITALPRESS) – Tante proteine per bruciare i grassi, tanto spazio ai carboidrati come nella dieta mediterranea, 12, 14 o persino 16 ore di pausa tra un pasto e l’altro, un regime vegano per ridurre l’impatto sul pianeta e la sofferenza degli animali: sono tantissime e spesso contraddittorie le regole dell’alimentazione buona, in tutti i sensi, e corretta, uno scenario dominato dalle mode che diventa ancor più complesso quando l’attenzione al cibo si coniuga con il desiderio di prevenire alcune malattie, in primis quelle cardiocircolatorie. Sono questi alcuni dei temi trattati da Carlo Cipolla, direttore della divisione di Cardio-oncologia e del Servizio IEO Second Opinion dell’Istituto Europeo di oncologia di Milano, nonchè autore del libro “Alimentazione. Verità e bugie”, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. “L’argomento alimentazione è estremamente scivoloso, si dice troppo e a volte male – ha esordito – Già il fatto di poter fare il punto su determinate situazioni mi fa felice, e per questo è bene partire da un principio che è fondamentale per rimuovere qualsiasi tentativo di rendere ideologica l’alimentazione: l’uomo è un onnivoro obbligato dal punto di vista scientifico”, ha ricordato Cipolla.
“Il discorso della necessità della carne e del pesce è una cosa che dobbiamo ricordare”. E sugli alimenti che non dovrebbero mai mancare in una dieta per mantenere sano l’apparato cardiovascolare: “Sappiamo che la verdura è molto importante, soprattutto le crucifere come broccoli e cavoli, e le verdure a foglia verde, per la vitamina K e dunque per la coagulazione – ha spiegato il professore – Per il contenuto di vitamine A, B1, B2, B3 e C poi c’è senz’altro la frutta, è fondamentale. Consiglio un bel cocktail di frutti di bosco, perchè hanno un potenziale di tipo antiossidante”.
Per anni considerata come una delle migliori, la dieta mediterranea nasconde invece alcuni difetti: “Innanzitutto, ha circa 40 anni e per certi versi è superata. La trovo monoteistica, l’uomo deve mangiare di tutto. Inoltre, a causa dell’eccesso di carboidrati e di frutta e verdura, con la dieta mediterranea assistiamo a un incremento del 31% dell’obesità. Si parla tanto di riduzione del sovrappeso e poi la dieta mediterranea ti obbliga a prendere peso – ha ammonito – E poi non va bene per i giovani, ma chi mai fa sette volte una presa di cibo durante la giornata? Già dal punto di vista sociologico è sorpassata, e poi la mania di andare contro burro, uova, formaggio… La dieta mediterranea è eccessivamente restrittiva”.
Sull’importanza del picco glicemico: “Un alimento che ha un particolare picco glicemico è il latte e uno che non ce l’ha è il formaggio: in molti si chiedono come sia possibile, visto che uno è un derivato dell’altro, ma non è importante ciò che il cibo ha dentro, ma in quanto tempo ciò che il cibo ha dentro viene assorbito dal nostro corpo – ha sottolineato – Da qui l’importanza del picco glicemico: è per questo fondamentale non concentrare la sera, quando si assorbe di meno, l’assunzione di carboidrati”. I consigli contro il deposito di grassi nelle arterie sono chiari: “Poco fumo, molta attività fisica, controllo del peso e alimentazione corretta. Si entra nel grande dominio del colesterolo – ha analizzato Cipolla – Io mi batto contro l’eccesso di farmaci che abbassano il colesterolo, il 42% dell’encenfalo è fatto di colesterolo, da qui forse l’incremento di demenza senile, Alzheimer e Parkinson. Degli studi iniziano a dimostrare che l’accanimento eccessivo sul colesterolo rischia di favorire l’insorgenza di certe degenerazioni”. “Una dieta non deve essere una costrizione – ha concluso – Il pranzo libero, al massimo un carboidrato per volta a cena”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

Tumore al pancreas, in Italia 14 mila nuovi casi ogni anno

MILANO (ITALPRESS) – Il pancreas è una ghiandola di forma allungata situata in profondità nell’addome, tra lo stomaco e la colonna vertebrale. E’ lungo circa 18-20 centimetri e contribuisce alla digestione producendo enzimi molto importanti come l’insulina e il glucagone, che regolano il livello degli zuccheri nel sangue. Solo in Italia il tumore al pancreas registra circa 14.000 nuovi casi ogni anno, il tasso di mortalità non si è modificato in modo significativo negli ultimi anni e quello del pancreas si attesta come il tumore con la minor sopravvivenza sia a un anno dalla diagnosi, 34% per l’uomo e 36.4% per la donna, sia a cinque anni, 11% nell’uomo e 12% nella donna. Esistono diversi tipi di neoplasie, più o meno gravi, legate a questo organo: si va dalle cosiddette neoplasie cistiche, generalmente benigne, all’adenocarcinoma duttale, la forma più aggressiva, che colpisce 12 persone su 100.000 abitanti, generalmente tra i 60 e i 70 anni. Sono questi alcuni dei temi trattati da Massimo Falconi, primario dell’Unità di chirurgia del pancreas e direttore del Pancreas Translational & Clinical Research Center dell’IRCCS San Raffaele di Milano, nonchè professore ordinario di chirurgia dell’Università Vita-Salute San Raffaele, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Il tumore al pancreas cresce con pochi sintomi e quando lo scopriamo clinicamente è estremamente aggressivo dal punto di vista biologico – ha esordito – In una popolazione che invecchia nei paesi occidentali, il tumore al pancreas è destinato a essere entro il 2030 la seconda causa di morte per neoplasia. Ci sono implicazioni terapeutiche importanti, richiede terapie aggressive più difficili da applicare sulla popolazione più anziana”. Sui numeri in crescita: “Sicuramente c’è un’attenzione diversa e una consapevolezza diversa, perchè più c’è cultura e più fai diagnosi di malattie che prima ritenevi marginali o più rare – ha spiegato il professore – Inoltre, rimane un’abitudine e uno stile di vita occidentale, che ci porta a vivere più a lungo, ma naturalmente non sani. Il cancro al pancreas ha numeri significativamente diversi rispetto all’età – ha ricordato – A 65 anni colpisce 12 persone su 100.000, a 80 anni diventano 30 su 100.000, già solo l’età rappresenta un fattore moltiplicativo per tre”.
“La tendenza oggi, per l’aggressività della malattia e una diagnosi spesso non precoce, è che il chirurgo interviene dopo una chemioterapia sistemica – ha aggiunto Falconi che come è noto ha operato anche Fedez per la medesima patologia un pò di tempo fa – Raramente si interviene in prima battuta, prima c’è il ciclo di chemioterapia primaria, poi se ci sono le condizioni tecniche e il paziente viene definito ‘fit for surgery’, allora si pensa all’intervento chirurgico”.
Per quanto riguarda i farmaci e la prevenzione: “Stiamo utilizzando farmaci datati, ma abbiamo scoperto che se riusciamo a mettere insieme più farmaci riusciamo a ottenere un’efficacia maggiore sul controllo della malattia. Ma aumentando il numero di farmaci, aumenta anche la tossicità, non tutti i pazienti sono eleggibili per la chemioterapia a più farmaci, dunque con un profilo alto – ha ribadito – Noi pensavamo che il tumore del pancreas fosse legato alla sfortuna e alle cattive abitudini di vita, dunque obesità, fumo della sigaretta, alcol, però oggi abbiamo scoperto che c’è anche un tratto genetico ereditato dai genitori che rende più suscettibili alla malattia – ha raccontato Falconi – Se quel tratto genetico viene riconosciuto, si possono pensare delle politiche di screening, dunque sorvegliare soggetti sani per arrivare a scoprire, eventualmente, la malattia allo stato iniziale. Oggi molto raramente scopriamo la malattia allo stadio 1, ma spesso già in stato 2 o 3, o persino allo stato 4 che è quello metastatico”.
Infine, sui sintomi del tumore al pancreas: “Il sintomo più eclatante è quello localizzato alla testa, o un colore giallo della cute, degli occhi e di tutte le superfici corporee. L’ittero è un segno di richiamo e attenzione – ha concluso – O ancora, un dolore persistente alla bocca dello stomaco, non meglio giustificato, un sonno interrotto di notte, la comparsa di un diabete improvviso senza motivazioni evidenti o il peggioramento di un diabete che precedentemente era controllato adeguatamente”.

– foto tratta da video Medicina Top –
(ITALPRESS).

Covid, 603 nuovi casi e 20 deceduti nell’ultima settimana

ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana compresa tra il 21 e il 27 marzo 2024 si registrano 603 nuovi casi positivi di Covid, con una variazione di -23,0% rispetto alla settimana precedente, quando furono 783. 20 i deceduti, con una variazione di -23,1% rispetto alla settimana precedente (n: 26). 120.436 tamponi effettuati con una variazione di -6,2% rispetto alla settimana precedente (n: 128.406). Tasso di positività dello 0,5% con una variazione di -0,1% rispetto alla settimana precedente (0,6%). Il tasso di occupazione in area medica al 27/03/2024 è pari al 1,2% (754 ricoverati), rispetto al 1,4% (839 ricoverati) del 20/03/2024. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 27/03/2024 è pari allo 0,3% (25 ricoverati), rispetto allo 0,3% (27 ricoverati) del 20/03/2024.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma