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Salute

“One Health Ambassador”, progetto presentato in Senato

ROMA (ITALPRESS) – Prende il via l’iniziativa One Health Ambassador, progetto realizzato da Boehringer Ingelheim e Edra, presentato oggi presso la Sala Caduti di Nassirya al Senato della Repubblica, su iniziativa del Senatore Francesco Zaffini, Presidente della 10° Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale).
One Health Ambassador è un percorso culturale che intende valorizzare le professioni sanitarie quali la figura del medico di medicina generale, del medico veterinario e del farmacista, come cardini imprescindibili della salute territoriale per un’implementazione concreta e quotidiana di questa visione.
E’ una vera e propria “chiamata all’azione” per i professionisti che si distinguono per impegno e attenzione nei confronti della salute globale. Attraverso il sito OneHealthAmbassador.it MMG, medici veterinari e farmacisti che riterranno di possedere i requisiti, attualmente in via di definizione da parte di un Comitato Scientifico indipendente e autorevole di esperti, costituito dalle principali associazioni e società scientifiche del sistema salute, potranno candidarsi attraverso l’apposito form. I professionisti identificati dal Comitato, riceveranno così il riconoscimento di «One Health Ambassador». Un invito a diventare sempre di più un punto di riferimento per la diffusione della visione One Health sul territorio.
“Fino ad oggi il tema One Health è rimasto legato a un dibattito al livello delle istituzioni – ha detto Antonio Gaudioso, membro del consiglio di amministrazione di Edra Spa. “Con questo progetto intendiamo calare l’argomento nella vita di tutti i giorni iniziando a coinvolgere le categorie direttamente interessate: i medici di famiglia, le farmacie e i veterinari, con l’obiettivo di coinvolgerli nel diffondere una corretta informazione sia ai cittadini, sia ai professionisti. E’ necessario avviare collaborazioni multidisciplinari e azioni congiunte e trasversali per promuovere l’approccio One Health, indispensabile per far fronte alle sfide presenti e future, ma anche rispondere alle crescenti esigenze di salute interconnesse attraverso la sinergia tra i cardini della sanità territoriale. Valorizzare le best practice e le esperienze virtuose dei professionisti sul territorio è utile per promuovere il concetto per cui la collaborazione interdisciplinare può contribuire a sviluppare strategie integrate ed efficaci per ridurre l’impatto dei rischi attuali ed emergenti”.
“Siamo in un Paese in cui il numero di animali domestici è in costante aumento, al primo posto in Europa. La frequenza con cui gli italiani condividono le loro vite con uno o più animali domestici cresce all’avanzare dell’età, tra le donne e tra i residenti delle aree extra-urbane, dati che si confermano da Nord a Sud. Questa fotografia del paese conferma l’importanza, anche terapeutica, della convivenza con gli animali da compagnia, e ci spinge ad accendere i fari sulla crescente attenzione da porre al benessere animale, affinchè si abbia anche quello delle famiglie e delle persone che li ospitano. L’approccio One Health mira concretamente a questo e noi come azienda impegnata in ambito salute umana e animale, lo sappiamo bene. In questo senso farmacista, medico veterinario e medico di medicina generale giocano un ruolo fondamentale, nello scambio di informazioni tra loro e con la comunità. Noi di Boehringer Ingelheim abbiamo deciso di lanciare One Health Ambassador consapevoli che uno dei primi punti su cui investire è accrescere consapevolezza e informazione corretta sul tema, sia verso i professionisti sanitari che verso la comunità in generale, per responsabilizzarli ad un contributo attivo” ha dichiarato Morena Sangiovanni, Presidente del gruppo Boehringer Ingelheim Italia.
Il progetto mira, quindi, a intercettare pratiche virtuose e mappare i professionisti della salute che le agiscono, creando un circolo virtuoso e replicabile, a cui farà seguito un rapporto conclusivo. L’approccio One Health, che pone le sue basi sull’interconnessione tra la salute umana, animale e quella dell’ecosistema, sottolinea infatti la necessità di una visione olistica e una prospettiva integrata e multidisciplinare. Questa visione ha guadagnato sempre più riconoscimento dalle istituzioni come strategia fondamentale per affrontare le sfide sanitarie.
L’approccio One Health, insieme alla prevenzione e al rafforzamento dell’architettura sanitaria globale, è tra le priorità che guideranno le attività del 2024 dei ministri della salute del G7. Un impegno e un’attenzione al tema confermati anche dalla recente creazione dell’Intergruppo Parlamentare “One Health”, con il compito di proporre argomenti di discussione e approfondimenti e promuovere una valutazione dello stato dell’arte in materia, sia in termini legislativi, socioeconomici e culturali, sia dal punto di vista scientifico e tecnologico.
“E’ importante parlare di questo tema, perchè non siamo soli su questa terra, ci siamo noi ci sono gli animali e c’è l’ambiente – ha dichiarato Stefano Vella, Docente Salute Globale, Università Cattolica, Roma – Se curiamo i tre aspetti, certo possiamo vivere meglio. E la pandemia lo ha dimostrato. Ci ha colti completamente impreparati. Lo spill over, ovvero il passaggio di virus e altri agenti patogeni, dagli animali all’uomo è qualcosa che era già successo e non è detto che non risucceda. Anzi è molto probabile che riaccada. Ricordo che anche l’HIV è stato uno spill over che è passato dalla scimmia all’uomo negli anni ’20. Quello di One Health è un concetto che dobbiamo avere a cuore perchè ci protegge sia come vita, sia per prepararci a un evento simile al Covid. Sto lavorando ad un grande progetto pandemico che si chiama “The Pandemic fund”, guidato dalla World Bank e dal WHO per preparare i paesi con un concetto di One Health e a farsi trovare un pò meno impreparati a quello che potrebbe succedere”.
“L’argomento è molto importante ed è quello della salute in una logica One Health – ha spiegato Giovanni Satta della 10° Commissione permanente (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) – che vuol dire tutela dell’ambiente, prevenzione primaria e secondaria, sicurezza alimentare e tutela della salute anche nei suoi aspetti di prevenzione nei confronti di nuove ondate pandemiche e di profilassi adeguatamente trasmessa alla nostra rete del servizio sanitario nazionale”.
All’incontro erano presenti, accanto al Senatore Satta, ad Antonio Gaudioso, Stefano Vella, e Morena Sangiovanni, Presidente del Gruppo Boehringer Ingelheim Italia, anche esponenti del mondo delle farmacie con Marco Cossolo, Presidente Federfarma, Vladimiro Grieco, Presidente Fenagifar, Eugenio Leopardi, Presidente Utifar; il mondo dei veterinari con Gaetana Ferri, Consigliere FNOVI, Aldo Grasselli, Segretario nazionale SIVEMP e Marco Melosi, Presidente ANMVI; e i Medici di Medicina generale con Manuela Petino, Coordinatrice nazionale dipartimento Medicina Generale SIGM, Alessandro Rossi, Presidente SIMG, e Silvestro Scotti, Segretario Nazionale FIMMG.
Tutti gli esperti hanno convenuto sulla necessità di rendere sistemico l’approccio alla Salute in una visione futura e in cui il progetto One Health Ambassador potrà rappresentare un primo touchpoint per attivare la collaborazione interprofessionale e sinergica, attraverso il riconoscimento di esperienze virtuose e di riferimento per tutti i professionisti sul territorio.
– foto ufficio stampa Boehringer Ingelheim-
(ITALPRESS).

Takeda, nuova sede in centro Roma e investimento 30 mln per Pisa e Rieti

ROMA (ITALPRESS) – Takeda inaugura la nuova sede di Roma, un edificio che vuole essere simbolo tangibile dei valori aziendali di innovazione e sostenibilità, e annuncia un ulteriore investimento di 30 milioni di euro per i siti produttivi di Pisa e Rieti. Il piano di investimenti per il periodo 2020-2025 sale così a 350 milioni di euro, confermando l’impegno di Takeda per la crescita sul territorio e le sinergie con il sistema sanitario.
Del nuovo stanziamento di 30 milioni di euro, 10 milioni sono indirizzati alla digitalizzazione e automazione industriale avanzata. I nuovi sistemi rivoluzioneranno i processi produttivi aumentandone l’efficienza e migliorando la sicurezza dei lavoratori. 20 milioni di euro sono, invece, dedicati alle iniziative di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (ESG), con nuove tecnologie volte a ridurre del 40% le emissioni di CO2 entro il 2025, facendo un passo in avanti verso l’obiettivo finale di diventare un’azienda a zero emissioni nette di gas a effetto serra (GHG) entro il 2035.
Ad annunciarlo oggi Anna Maria Bencini, General Manager di Takeda Italia insieme a Francesca Micheli, General Manager di Takeda Manufacturing, che ha in capo il polo industriale di Rieti e Pisa e alla presenza del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri e dell’Ambasciatore del Giappone in Italia Suzuki Satoshi.
Anna Maria Bencini ha sottolineato l’importanza di questa nuova fase per l’azienda, definendola una tappa fondamentale nella sua presenza consolidata in Italia: «Vogliamo essere un motore di crescita e un esempio di sostenibilità per il Paese: abbiamo investito in una zona del centro di Roma in fase di sviluppo, perchè crediamo che Roma possa e debba crescere ancora, e vogliamo essere parte di questo cambiamento. Oggi per noi è un momento cruciale per affermare il nostro ruolo in Italia dove vogliamo essere un modello tangibile di come la collaborazione tra settore pubblico e privato possa promuovere rapidi progressi delle cure e migliorare la qualità della vita dei pazienti».
Un impegno, quello verso la città di Roma, dimostrato in primis con il nuovo headquarter italiano, alimentato al 100% da energia rinnovabile e certificato LEED Gold. Un’ulteriore conferma della promessa di arrivare all’emissione zero, adottando pratiche innovative per ridurre l’impatto ambientale e accolto con entusiasmo dal Sindaco della Città che oggi durante l’incontro ha affermato che: «Il nuovo quartier generale di Takeda a Roma è un altro importante segnale di quanto la Capitale sia capace di attrarre nuovi investimenti. Uno spazio incredibile, alimentato al 100% da energia rinnovabile, perfettamente coerente con la nostra idea di modernità e di trasformazione. Roma è una città proiettata verso il futuro, che pone al centro la sostenibilità sociale e ambientale. Siamo felici che un’azienda come Takeda, che ha già un legame speciale con Roma e l’Italia, voglia essere parte del cambiamento che intendiamo realizzare».
Centrale per Takeda anche il potenziamento del polo produttivo di Rieti e Pisa. Lo stabilimento di Rieti pienamente approvato per l’esportazione verso i principali mercati mondiali contribuisce già oggi per oltre il 70% all’export di tutto il settore manufatturiero della provincia. Lazio e Toscana sono, infatti, tra le prime 3 regioni italiane per export farmaceutico e rappresentano due distretti di assoluta eccellenza, con oltre 110 aziende farmaceutiche che generano un fatturato superiore ai 14 miliardi di euro e impiegano più di 25 mila dipendenti.
«Il polo industriale di Takeda è una delle più importanti realtà produttive biotech del Paese, leader nella lavorazione del plasma», commenta Francesca Micheli, «La sfida che raccogliamo e facciamo nostra è quella di essere costantemente agili ed efficienti, puntando su innovazione tecnologica, sostenibilità e trasformazione digitale per dare valore, ogni giorno di più, ad ogni singola donazione di plasma. Abbiamo fiducia nel futuro del settore farmaceutico italiano e continueremo ad investire in Italia per aumentare la produzione e ottimizzare la disponibilità dei farmaci».
Ulteriori investimenti quindi per Takeda nel nostro Paese e sui territori nei quali opera, a conferma della fiducia e della volontà di diventare un attore sempre più importante nel sistema paese, apprezzata anche dall’Onorevole Marcello Gemmato, intervenuto in video-messaggio: “Ho visitato di recente il sito produttivo di Rieti ed è stata per me un’esperienza formativa importante per la qualità e l’innovazione che vi ho trovato. Il polo industriale di Takeda e l’aumento degli investimenti comunicato oggi, sono l’ulteriore conferma della volontà dell’azienda di crescere ancora nel Paese, convinta del valore del suo tessuto produttivo e dei professionisti. Lo sforzo in innovazione e la nuova sede inaugurata oggi sono la testimonianza che l’Italia è ancora altamente attrattiva per le aziende globali. Quest’anno siamo stati i primi in Europa con circa 50 miliardi in produzione in farmaceutica e con un 7,6% in più rispetto all’anno precedente. L’impegno massimo del Ministero che rappresento è quello di mettere in campo tutte le forze necessarie per attirare sempre più investimenti dall’ industria farmaceutica mondiale”.
Takeda è nata nel 1781 in Giappone ed è in Italia da oltre 40 anni. E’ la prima azienda farmaceutica giapponese per fatturato, la numero 11 nella classifica globale e tra le 100 aziende più sostenibili al mondo. Un successo globale ottenuto anche grazie all’impegno e alla cooperazione delle singole filiali che operano il oltre 80 paesi nel mondo.
“Sono lieto che Takeda Pharmaceuticals, una delle principali aziende farmaceutiche del Giappone, abbia sostenuto la salute del popolo italiano fin dalla sua fondazione in Italia nel 1982 e abbia dato un contributo significativo in termini di occupazione attraverso investimenti – ha sottolineato l’Ambasciatore del Giappone in Italia – Mi aspetto che questo nuovo edificio sia un rinnovato simbolo di cooperazione tra Giappone e Italia e che incentiverà Takeda nella produzione di prodotti e servizi innovativi, contribuendo così a realizzare una società più sana in Italia e oltre.
Nel campo della ricerca, alla quale l’azienda destina il 10% del fatturato a livello globale, Takeda ha una leadership di 80 anni nel settore del plasma ed è una delle tre principali aziende al mondo con capacità che coprono l’intera catena del valore del plasma, dal donatore al paziente.
La posizione centrale, nel cuore di Roma, rafforzerà ulteriormente questo ruolo strategico anche nel nostro Paese, grazie a una collaborazione più proattiva con tutti gli stakeholders di riferimento con l’obiettivo di affrontare in un progetto corale il tema della rarità.
-foto ufficio stampa Takeda –
(ITALPRESS).

Rapporto Ospedali&Salute Censis-Aiop “Evitare deriva sanità per censo”

ROMA (ITALPRESS) – E’ stato presentato a Roma il 21° Rapporto Ospedali&Salute “Reinventiamo il Servizio Sanitario. Come evitare la deriva di una Sanità per Censo”, promosso da Aiop, l’Associazione Italiana delle aziende sanitarie ospedaliere e territoriali e delle aziende socio-sanitarie residenziali e territoriali di diritto privato, e realizzato in collaborazione con il Censis.
Il Rapporto coniuga le più accurate evidenze elaborate dal Ministero della Salute, dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, da Agenas e da altri osservatori privilegiati con l’esperienza dei cittadini-pazienti.
Il primo risultato è la sovrapposizione che si realizza tra i due punti di vista, quello della percezione diretta degli utenti e quello degli erogatori del Ssn, nelle sue articolazioni di diritto pubblico e di diritto privato.
L’89% degli italiani ritiene che il Servizio sanitario nazionale sia un pilastro della nostra società. Uno spazio “sacro” dove ridimensionare le diseguaglianze territoriali, socio-economiche e culturali.
Il 90,5% dei pazienti ritiene positiva o comunque sufficiente la qualità delle prestazioni ricevute. Si tratta di una soddisfazione che il Rapporto Censis-Aiop registra ovunque, anche nelle aree del Mezzogiorno.
Il problema risiede, tuttavia, nel riuscire a usufruire dei servizi sanitari nell’ambito del Ssn. Secondo l’indagine, il vulnus del sistema è proprio la sua impermeabilità, in termini di barriere all’ingresso.
Il 53,5% degli italiani si trova ad affrontare tempi di attesa eccessivamente lunghi rispetto all’urgenza della propria condizione clinica; il 37,4% segnala la presenza di liste bloccate o chiuse, nonostante siano formalmente vietate.
Ecco che ogni 100 tentativi di prenotazione nel Ssn, la quota di popolazione che rinuncia e si rivolge alla sanità a pagamento è del 39,4% (il 34,4% dei bassi redditi). In particolare, il 12% ricorre all’intramoenia (la sanità privata nelle strutture pubbliche) e il 18% al privato puro.
Il 51,6% degli italiani sceglie direttamente la sanità a pagamento, senza provare a prenotare nel Ssn – inteso in tutto il Rapporto Ospedali&Salute sia nella sua componente di diritto pubblico sia nella sua componente di diritto privato – una quota alta anche tra la popolazione a basso reddito (40,6%).
Si tratta di forze centrifughe al Ssn confermate da una spesa sanitaria privata degli italiani che rappresenta circa 1/4 della spesa sanitaria totale.
Orazio Schillaci, Ministro della Salute, ha dichiarato: “Dal Rapporto Censis-Aiop emergono tanti punti di forza e molte criticità. Così come emerge anche dai dati Ocse – rispetto ai quali la sanità italiana è ai primi posti – il Ssn ha una elevata capacità di garantire le cure migliori ai propri cittadini ma non possiamo ignorare come essi sperimentino continue barriere all’accesso alle prestazioni. Mi riferisco ai tempi d’attesa eccessivamente lunghi, a liste addirittura bloccate. Mi riferisco alle persone che rinunciano a priori a curarsi, atteggiamento questo di sfiducia, una rappresentazione di una sanità in crisi. Bisogna partire dal dato che emerge nel Rapporto per il quale i cittadini italiani sono interessati alla qualità e non se la struttura che eroga le prestazioni sia di diritto pubblico o se privata convenzionata e occorre rimuovere gli ostacoli che incontrano soprattutto le persone meno abbienti: questa è la nostra priorità per realizzare una sanità universalistica e equa. Ringrazio, quindi, Barbara Cittadini per i tanti stimoli e idee che mi invia quotidianamente e che tengo sempre in considerazione”.
Per Barbara Cittadini, Presidente nazionale Aiop: ‘Il Rapporto dimostra una perfetta sovrapposizione tra l’esperienza diretta degli italiani, rilevata dall’indagine Censis-Aiop, e i principali dati di sistema elaborati da Agenas e del Ministero della Salute. Questa sovrapposizione – spiega Cittadini – emerge, innanzitutto, rispetto alla duplice natura del Servizio sanitario nazionale, la quale si manifesta nella distribuzione dei posti letto accreditati (69% nella componente di diritto pubblico e 31% nella componente di diritto privato) nonchè in una simile ripartizione delle giornate di degenza. Le strutture di diritto privato erogano quote importanti di prestazioni ad alta complessità. Ad esempio, dal 25% al 40% (a seconda della sede della neoplasia) di interventi per tumore maligno. Questo contributo – ha proseguito Cittadini – si sostiene con il solo 13% della spesa ospedaliera pubblica totale. Del ruolo della componente di diritto privato nel Servizio sanitario nazionale è consapevole, anche, il 68,5% degli italiani che non fa distinzione a seconda della natura giuridica delle strutture e che considera rilevante solo la qualità delle prestazioni ricevute; per più di un italiano su due la presenza delle strutture accreditate rappresenta una necessità, in considerazione della difficoltà degli ospedali di diritto pubblico nel rispondere in tempi appropriati ai bisogni di cura delle persone. Una prima importante scelta in questa direzione – ha concluso la Presidente – è stata, finalmente, compiuta nell’ultima manovra di bilancio, la quale non si è limitata a stanziare risorse ad hoc per la riduzione delle liste d’attesa ma ha infranto quel “tetto di cristallo” che avendo, per decenni, limitato le Regioni all’acquisto di prestazioni dalla nostra componente, ha depauperato quali-quantitativamente la capacità di risposta del sistemà. Per Barbara Cittadini, ‘questo è il segno tangibile di quell’auspicato cambio di paradigma che appare possibile solo superando con raziocinio e buon senso ogni pregiudizio e anacronistica ideologià.
Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis, ha affermato: “Il Servizio sanitario resta tra le istituzioni più apprezzate dagli italiani e i medici, gli infermieri e gli altri operatori beneficiano di una elevata fiducia da parte dei cittadini. Tuttavia sono ormai evidenti criticità, a cominciare dall’eccessiva lunghezza delle liste di attesa, esito di processi regressivi iniziati molto indietro nel tempo. Per questo è urgente ampliare e gestire con maggior efficienza le risorse pubbliche investite in sanità. Sarà così finalmente possibile rispondere alle aspettative di qualità ed equità dei cittadini, contrapponendosi alla pericolosa deriva verso una sanità per censo”.
Secondo Beatrice Lorenzin, Componente 5ª Commissione Programmazione economica, Bilancio, Senato della Repubblica: “Dobbiamo evitare che le persone riescano ad accedere a un servizio sanitario soltanto se hanno delle risorse proprie o se hanno un’assicurazione. C’è un tema di difficoltà di accesso, quindi di rinuncia alle cure e un tema di disuguaglianze dei trattamenti sanitari Regione per Regione. Se non vogliamo rinunciare all’universalità del Ssn, sicuramente abbiamo bisogno di capire quanto siamo disponibili a spendere sul Ssn, dobbiamo avere la forza di riformarlo in quegli aspetti di organizzazione e programmazione che adesso necessitano di un cambiamento di prospettiva. In più, dobbiamo recuperare 30 miliardi che sono di fatto spesi out of pocket, spesso non appropriati, dai cittadini, quindi reinserirli nel nostro Ssn. Infine, tutti questi problemi non ci sarebbero se non ci fossero più di 100 miliardi di evasione fiscale”.
Davide Faraone, Capogruppo XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati, ha sottolineato: “Mi ha colpito il fatto che su alcuni aspetti la sanità italiana è peggiorata rispetto al periodo pre pandemico. Avevamo detto che dopo la pandemia avremmo investito di più in sanità e invece dal Rapporto emerge che non è così e questo mi preoccupa. Inoltre, il Governo continua a non investire in ambito sanitario e se non mettiamo più soldi non potremo azzerare le liste d’attesa, non potremmo avere più medici e infermieri, non potremo sostenere la sanità privata, che svolge un ruolo importantissimo nel nostro Paese. In questo senso, non aver preso le risorse del Mes per noi è stato un errore clamoroso”.
Ylenja Lucaselli, Presidente Collegio d’Appello, Capogruppo V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione, Camera dei Deputati, ha dichiarato: “E’ importante recuperare da questa indagine un dato fondamentale, cioè che la sanità pubblica può e deve essere supportata dalla sanità accreditata. Non dobbiamo raccontare bugie agli italiani, la sanità accreditata è gratuita tanto quella pubblica ed è un pilastro decisivo per aumentare il livello qualitativo della prestazione sanitaria italiana. Dobbiamo partire dalla razionalizzazione della spesa, cioè utilizzare meglio i fondi pubblici, altrimenti nessun investimento è sufficiente. Questo Governo ha investito delle risorse, ma è importante impiegarle bene. Oggi non possiamo permetterci di pensare alla sanità come se fossimo 50 anni indietro, non possiamo non considerare la prevenzione come elemento essenziale della salute. Una buona gestione del singolo nel sistema oggi è un fattore fondamentale”.
Per Elena Murelli, Componente 10ª Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, Senato della Repubblica: ‘Il nostro Sistema sanitario deve essere innovato e rinnovato attraverso una semplificazione dei processi a 360 gradi. Occorre identificare le buone pratiche regionali e anche internazionali da replicare su tutto il territorio nazionale per seguire meglio il paziente dalla diagnosi alla cura nelle diverse patologie fino all’aderenza alle terapie. E’ essenziale rimuovere i problemi di gestione della privacy e, inoltre, promuovere l’interoperabilità dei diversi sistemi territoriali e dei dati per permettere una migliore analisi dei dati e promuovere la ricerca di nuove terapie anche personalizzate per un servizio completo ai cittadinì.
Secondo Domenico Mantoan, Direttore Generale Agenas: “Il sistema ospedaliero soffre del fatto che abbiamo deciso di avere il più basso numero di posti letto ospedalieri; dall’altra parte le strutture private accreditate, che sono sistema pubblico a tutti gli effetti, hanno budget e tariffe bloccate da 12 anni: si tratta di un unicum italiano. Dobbiamo considerare questo quando diciamo che il cittadino fa fatica a prenotare le prestazioni al CUP e che i volumi non sono sufficienti. D’altra parte, l’attività del pubblico non è ancora tornata ai livelli del 2019, pur essendoci più risorse economiche e più personale. Serve monitorare l’efficienza organizzativa per orientare le risorse verso chi le sa usare meglio. Siamo di fronte a un sistema che sta facendo scivolare i cittadini verso la sanità a pagamento. Si sta concretizzando un secondo pilastro di finanziamento parallelo a quello pubblico: anche gli infermieri oggi chiedono sanità integrativa e welfare aziendale. E’ sintomo di insicurezza nei confronti del Ssn. Il Ministero della Salute deve riappropriarsi di un ruolo anche di programmazione, fermo restando la natura regionale della sanità. Pensiamo a quegli ospedali che sono ormai di riferimento nazionale per il trattamento di determinate condizioni. Bisogna prenderne atto. Per quanto riguarda le liste d’attesa, oggi conosciamo solo quelle percepite. Non abbiamo a livello informativo contezza nè siamo in grado di misurarle. L’auspicio è la creazione di un sistema in cui un soggetto terzo, penso ad Agenas, attraverso l’informatizzazione, possa monitorare l’efficienza organizzativa, anche in termini di tempi di erogazione delle prestazioni, e dare risposte adeguate ai cittadini”.
Angela Adduce, Ispettore generale capo dell’Ispettorato generale per la spesa sociale della Ragioneria generale dello Stato, Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha sottolineato che: “Quello che vorrei chiedere, oggi, al Servizio sanitario nazionale è di ricominciare a produrre dopo lo shock Covid. Nonostante l’afflusso finanziario importante, il Ssn non è ancora in grado di esprimere una risposta adeguata: è un problema di organizzazione e di efficientamento. Il Ssn ha bisogno di recuperare una produttività attraverso l’impiego di manager che siano capaci di gestire efficacemente le risorse e occorre iniziare a parlare non solo di quanto si spende ma di come si spende, della qualità, cioè, della spesa”.
Americo Cicchetti, Direttore Generale, Ex Direzione generale della programmazione sanitaria, Ministero della Salute, ha dichiarato: ‘Per far funzionare il Ssn occorre realizzare un sistema basato su un aggiornamento continuo delle procedure più efficaci, del valore delle tariffe necessarie a rimborsarle e su un sistema di controllo. Nel contesto di oggi, con la disponibilità di dati e di informazioni che abbiamo, non dobbiamo più pagare le prestazioni, ma dobbiamo pagare la salute: servono meccanismi ibridi di rimborso, pesando i drg sulla base degli esiti degli interventi e dei trattamenti sanitari”. Per quanto riguarda la Legge sulla concorrenza in Sanità, che riguarda oggi le sole strutture di diritto privato, Cicchetti ha evidenziato che sono in corso interlocuzioni tra il Ministero e l’Autorità garante per il mercato e la concorrenza. “La materia è molto delicata – ha proseguito – a partire dal fatto che gli erogatori non possono cambiare continuamente perchè i pazienti devono essere seguiti nel tempo e la presa in carico deve avere continuità e perchè occorre favorire gli investimenti, i quali hanno bisogno di prospettive di lungo termine per essere ammortizzati”. Sulle liste d’attesa Cicchetti ha ricordato che in un Servizio sanitario nazionale i tempi di attesa sono fisiologici e necessari per governare la domanda di salute; il problema è quando i tempi non sono compatibili con l’urgenza della prestazione. “Entro luglio sarà pronto il Piano di governo delle liste d’attesa che farà leva sulla messa a sistema dei CUP e sull’analisi del fabbisogno reale, in termini di prestazioni attese dalla popolazione”, ha concluso.

– Foto ufficio stampa Aiop –

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Oculistica, a San Marino corso teorico-pratico in chirurgia refrattiva

SAN MARINO (ITALPRESS) – Si è svolto oggi all’Ospedale di Stato della Repubblica di San Marino un corso teorico-pratico di chirurgia refrattiva e corneale. Si è trattato di un momento formativo di alto livello che oltre ai professionisti sammarinesi, ha visto la presenza di giovani chirurghi oculisti provenienti da numerose realtà italiane, tra cui Milano, Ancona, Firenze e Ferrara. Il corso, il cui docente principale è Alessandro Mularoni, direttore dell’Oculistica dell’Istituto per la Sicurezza Sociale sammarinese, era suddiviso in momenti teorici e pratici con la presenza di postazioni dotate di microscopio da banco e strumentario chirurgico per gestire le varie tipologie di chirurgia oculare, in particolare per la correzione dei difetti della vista.
I professionisti che hanno partecipato al corso hanno potuto operare sia con il simulatore, sia su occhi di maiale, come avviene in centri di alta specializzazione internazionali.
“Come ho già avuto modo di ricordare anche in altre occasioni, questi momenti dimostrano gli importanti risultati raggiunti dall’area oculistica dell’Ospedale che come Segreteria di Stato per la Sanità continueremo a supportare ampiamente anche in futuro per rendere pienamente operativo il Centro per lo Studio e la Cura della Miopia – conferma il Segretario di Stato per la Sanità e Sicurezza Sociale Mariella Mularoni -. Sono molto grata a chi si prodiga per organizzare e realizzare eventi formativi di alto livello come questo, e ringrazio quindi in particolare il dottor Alessandro Mularoni e tutta l’equipe oculistica per l’incessante attività e per la costante spinta al miglioramento e alla formazione continua, cardini della scienza medica”.
“Grazie a questi momenti di alta formazione, che rientrano nel progetto che stiamo portando avanti denominato ‘San Marino educational’ – afferma il Direttore dell’Oculistica ISS, Alessandro Mularoni – abbiamo consentito ai nostri oculisti e ai giovani provenienti dalle altre realtà italiane, di provare direttamente le migliori tecniche di correzione della miopia, anche tramite femtolaser, un laser chirurgico utilizzato in oftalmologia in ragione della sua elevatissima precisione. Questo corso si inserisce pienamente nell’ambito delle attività del centro per lo studio e la cura della Miopia”.
“L’alto livello formativo di questo corso – dice il Direttore Generale dell’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino Francesco Bevere – rappresenta l’avvio concreto del Centro per lo Studio e la Cura della Miopia, tra i cui obiettivi, rientrano anche la formazione e l’addestramento tecnico-specialistico in ambito oculistico. E grazie a questo corso, oggi sono presenti a San Marino specializzandi in oculistica in fase di addestramento provenienti da importanti regioni italiane”.
Già previsti ulteriori momenti formativi di alto livello sulla cataratta e sul glaucoma in autunno.

– foto ufficio stampa Istituto per la Sicurezza Sociale San Marino –
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SLA, arriva in Italia la prima formulazione orodispersibile di riluzolo

ROMA (ITALPRESS) – Quasi 8 persone con Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) su 10 hanno difficoltà ad alimentarsi a causa della disfagia, una condizione che incide sulla capacità di deglutire cibi solidi e liquidi e che – in quasi 7 casi su 10 – compromette l’aderenza terapeutica, limitando anche l’autonomia personale. Per rispondere ai bisogni dei pazienti è oggi rimborsata anche in Italia la prima formulazione orodispersibile di riluzolo, l’unica terapia ad oggi approvata nel nostro Paese per rallentare la progressione della malattia. Il nuovo trattamento di Zambon consiste in una sottile pellicola da sciogliere sopra la lingua senza acqua e senza necessità di sforzo muscolare da parte del paziente ed è così in grado di assicurare l’assunzione della dose precisa del principio attivo.
Attualmente oltre 1 paziente con disfagia su 2 frantuma le proprie compresse per poterle inghiottire, una pratica che può portare ad assumere fino al 42% di principio attivo in meno, compromettendo pesantemente l’efficacia del trattamento. “La disfagia condiziona la vita delle persone con la SLA: alle ripercussioni psicologiche e sociali del non poter più mangiare come un tempo, si aggiungono anche quelle sull’aderenza al trattamento – commenta il professore Adriano Chiò, Università degli Studi di Torino e Direttore S.C. Neurologia 1, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino -. I dati di un’indagine condotta sui pazienti europei, inclusi alcuni italiani, rivelano come in circa 7 casi su 10 la difficoltà di deglutire abbia portato a rinunciare o a ritardare l’assunzione della terapia quotidiana. E’ quindi chiara la portata della formulazione orodispersibile di riluzolo: potrà favorire l’assunzione della terapia – evitando di dover frantumare le compresse e rischiando quindi una perdita di principio attivo – con effetti positivi sia sull’aderenza al trattamento, sia sull’autonomia dei pazienti”.
Nel nostro Paese la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) – una malattia neurodegenerativa rara e progressiva – colpisce più di 6.000 persone e si stima che ogni anno si registrino circa 2.000 nuovi casi. “La SLA colpisce i motoneuroni, ossia le cellule nervose della corteccia motoria e del midollo spinale responsabili dei movimenti della muscolatura scheletrica volontaria, portando ad una progressiva paralisi – afferma Vincenzo Silani, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano a Milano -. Ciò influisce fortemente sull’autonomia dei pazienti che devono fare progressivamente affidamento sui propri caregiver anche per quanto riguarda l’assunzione della terapia. La disponibilità di una formulazione orodispersibile di riluzolo ha un significato molto importante nella gestione della SLA, perchè consente alla persona, soprattutto dalle prime fasi della malattia, di avere una maggiore autonomia nell’assunzione dell’unico farmaco ad oggi approvato dalle autorità per la terapia. Siamo infatti di fronte a una malattia con un forte impatto sia per il paziente, sia per tutti coloro che lo circondano, costretti ad affrontare un pesante carico emotivo e sociale”. 
Le patologie del Sistema Nervoso Centrale sono una delle aree della ricerca scientifica di Zambon, multinazionale farmaceutica nata a Vicenza nel 1906 e presente ora in 23 Paesi tra Europa, America e Asia. “Coerentemente con la nostra vision ‘Innovating cure & care to make patients lives better’ supportiamo le persone nella loro esperienza di malattia facendo leva sui progressi scientifici – afferma Rossella Balsamo, Medical Director Zambon Italia e Svizzera -. Sappiamo che la Sclerosi Laterale Amiotrofica ha un impatto a 360 gradi sulla vita dei pazienti, influendo fortemente anche sull’indipendenza individuale. Siamo dunque particolarmente orgogliosi di poter mettere a disposizione anche della comunità SLA italiana una nuova formulazione terapeutica che la persona può assumere più facilmente e che comporta effetti positivi sia sull’aderenza terapeutica, sia sulla qualità di vita”.

– foto ufficio stampa Omnicom per Zambon –
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Aiop Giovani Sicilia, confermato alla presidenza Franco Giardina Papa

PALERMO (ITALPRESS) – Rinnovati i vertici della sezione Aiop Giovani della Sicilia. Al termine dell’assemblea, svoltasi nella sede regionale di Palermo, è stato confermato alla presidenza il siracusano Franco Giardina Papa. Conferma anche per il vicepresidente, il catanese Bernardo Scammacca della Bruca.
Ai nuovi eletti, che resteranno in carica per il prossimo quadriennio, le congratulazioni giungono, anche, dal presidente di Aiop, Barbara Cittadini: “L’attività della Sezione Giovani è un riferimento e un esempio importante per le giovani generazioni, che abitano la nostra casa associativa, permettendo loro di formarsi in termini di leadership e capacità organizzativa ma, anche e soprattutto, dal punto di vista delle conoscenze e delle competenze. I nostri giovani rappresentano la speranza di una nuova classe dirigente in grado di affrontare con visione strategica, lungimiranza e coraggioso impegno le sfide che abbiamo di fronte. Sono certa che i nuovi eletti sapranno interpretare questo importante compito, contribuendo con le proprie innovative idee al processo evolutivo del mondo della Sanità”.
Per Giardina Papa, la riconferma al vertice della Sezione Giovani di Aiop “gratifica il lavoro svolto in questo triennio ed allo stesso tempo ci stimola, come gruppo giovani, a non fermarci ed a continuare ad affrontare le sfide di un settore che, dopo anni estremamente difficili, è in continua evoluzione. Oggi il gruppo giovani della sanità siciliana di diritto privato ha l’opportunità e la responsabilità di contribuire alla costruzione del futuro del nostro sistema sanitario regionale. La nostra visione di crescita è di lungo periodo e sarà proiettata a rendere la nostra regione un polo attrattivo per le future generazioni”. Scammacca della Bruca aggiunge: “Sono contento per questa riconferma, spero sempre di dare un contributo utile per affrontare le tante problematiche che il comparto si troverà ad affrontare nel prossimo quadriennio, cercando sempre di mantenere massima attenzione al ruolo che avranno le nuove generazioni in sanità”.
– foto ufficio stampa Aiop Sicilia, da sinistra Bernardo Scammacca della Bruca, Barbara Cittadini e Franco Giardina Papa –
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Barbara Cittadini eletta presidente di Aiop Sicilia

CATANIA (ITALPRESS) – L’assemblea di Aiop Sicilia, che si è riunita a Catania, ha eletto Barbara Cittadini presidente. “Tornare alla guida di Aiop Sicilia è un privilegio inatteso, una chiamata ad una forte responsabilità, da parte delle colleghe e dei colleghi, una chiamata della quale avverto tutti gli oneri e gli onori, poichè è un riconoscimento del lavoro svolto in questi anni a livello nazionale. Oggi, grazie all’esperienza nazionale e al legame forte che ho con la Sicilia, sono convinta che si possa scrivere, in piena sinergia con la Regione, un patto sociale che ci consenta di tutelare il diritto alla salute di tutte le siciliane e di tutti i siciliani, e di farlo all’interno della nostra isola”, afferma Barbara Cittadini, che è anche presidente nazionale dell’Associazione e guiderà Aiop Sicilia per il quadriennio 2024-2028.
Nel corso dell’assemblea, presieduta da Luigi Triolo, sono stati eletti anche i presidenti delle sezioni socio-sanitaria e ospedaliera, Riccardo Morana e Francesco Amoroso.
“All’Amministrazione regionale – dichiara la presidente Cittadini – assicuro sin d’ora la piena disponibilità a collaborare affinchè i pazienti si confrontino con tempi di attesa sempre più brevi, senza dover rinunciare alle cure o essere costretti a migrare in altre regioni per trovare una risposta tempestiva ai propri bisogni assistenziali”.
Cittadini delinea, quindi, alcuni obiettivi prioritari. “L’inversione – spiega – del trend sulla mobilità passiva, in particolare, potrà concretizzarsi, oltre che attraverso l’erogazione di prestazioni di alta complessità, anche, grazie alla recente modifica, voluta dal Ministro della Salute Orazio Schillaci, del tetto di spesa all’acquisto di prestazioni dalle strutture di diritto privato del Servizio Sanitario Nazionale previsto dal DL 95/2012 e alle risorse specificamente destinate alla riduzione delle liste d’attesa: da quest’anno saremo, così, in grado di incrementare i volumi delle prestazioni e dei servizi a beneficio di tutti i pazienti. Le strutture siciliane erogano prestazioni di alta qualità, come testimoniano i dati del PNE di Agenas e sono pronte, come più volte chiesto dal Presidente della Regione Renato Schifani, ad assicurare prestazioni di pronto soccorso e terapia intensiva. Desideriamo impegnarci per promuovere e valorizzare la sinergia tra la componente di diritto privato e quella di diritto pubblico del SSR, superando ogni anacronistico pregiudizio ideologico, come fatto in questi anni a livello nazionale”, conclude.
L’Aiop, che con le oltre 530 strutture, pari a circa 60mila posti letto, è la realtà maggiormente rappresentativa della componente di diritto privato del SSN, entro il prossimo giugno rinnoverà tutte le cariche sociali.

– Foto ufficio stampa Aiop –

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A Milano primo convegno dedicato a professionisti sanitari ricercatori

MILANO (ITALPRESS) – Professioni sanitarie e ricerca: un binomio da valorizzare e approfondire. Con questo intento, e per analizzare gli importanti cambiamenti in atto nel sistema universitario, l’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio ha organizzato il convegno “A chi guarda oltre. Ricercatori in Ordine”, che oggi (20 marzo), ha accolto nella sede dell’Ordine oltre 40 ricercatori, per un confronto sulle carriere accademiche e sulla volontà di spingere lo sguardo al di là del percorso stabilito.
“Si tratta del primo evento organizzato da un Ordine delle Professioni Sanitarie, in Italia, che pone al centro la ricerca, i ricercatori, i percorsi accademici e l’evoluzione dei Professionisti sul piano delle competenze e delle conoscenze” ha commentato in apertura all’incontro il Presidente dell’Ordine, Diego Catania.
“Nonostante le nostre siano Professioni intellettuali a tutti gli effetti, sono ancora troppo pochi gli iscritti che decidono di intraprendere carriere nell’ambito accademico e di ricerca. Ciò dipende in gran parte da un sistema che non incentiva adeguatamente l’apporto del ricercatore e che non offre chiare direttrici di crescita professionale, specie nelle nostre aree disciplinari. Credo, tuttavia, che sia in gioco anche un cambio di mentalità, una consapevolezza identitaria da parte degli iscritti stessi, che devono prendere coscienza del loro ruolo di Professionisti Sanitari dotati di competenze specialistiche insostituibili nel rispettivo ambito di riferimento. Dobbiamo ancora realizzare pienamente, forse, quanto la ricerca abbia bisogno del nostro contributo”.
Nell’organizzazione dell’evento è stata coinvolta attivamente la Professoressa Luisa Romanò, Ordinario di Igiene Generale e Applicata e Coordinatrice delle Lauree delle Professioni Sanitarie presso l’Università degli Studi di Milano: “Per costruire un sistema universitario solido, in grado di supportare efficacemente la ricerca e la sua crescita, occorre partire dalla base, formando ricercatori qualificati che possano rappresentare i vertici accademici del futuro. La sinergia tra Università e Ordine, che passa anche da iniziative come questa, arricchisce entrambe le istituzioni, mettendo in rete Professionisti accomunati da un’unica visione – dalla capacità di ‘guardare oltrè, appunto”.
Ha moderato l’evento il Vicepresidente dell’Ordine, Moreno Zanardo, analizzando le evoluzioni in atto nell’ambito accademico, come la riforma del preruolo ai sensi del D.L. 36/2022 e le modalità di conseguimento dell’Abilitazione Scientifica Nazionale. “Le nostre Professioni sono ad oggi poco rappresentate all’interno degli atenei universitari con ruoli strutturati come, ad esempio, quello di ricercatore a tempo determinato” ha dichiarato. “E’ possibile, tuttavia, anzi doveroso, puntare a un rinnovamento profondo del sistema. I Professionisti Sanitari possono farsi promotori del cambiamento nell’accademia del domani: la collaborazione fra i ricercatori mostra come la somma dei contributi individuali possa dare vita a risultati concreti per tutti”.
L’evento ha registrato una viva partecipazione da parte dei presenti, stimolando una discussione sul valore della ricerca e sulla scintilla che può motivare le nuove generazioni a intraprendere un percorso accademico post-laurea.
“Abbiamo bisogno di uno scatto culturale che parta dai leader delle istituzioni, gli unici in grado di indirizzare il cambiamento e di guidarlo” ha concluso il Presidente Catania. “E il nuovo corso di idee deve agire innanzitutto sui giovani, accendendo in loro la curiosità e allargando la visuale a tutti i fronti di ricerca aperti per le nostre Professioni”.
– foto ufficio Stampa Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio –
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