ROMA (ITALPRESS) – Angelini Pharma in una nota precisa “in merito agli articoli e ai commenti apparsi sui media in seguito alla sentenza del TAR del Lazio contro la nota AIFA del 12 dicembre 2020 relativa al protocollo di gestione a casa dei casi COVID-19” che quest’ultima “non mette in nessun modo in discussione l’efficacia terapeutica e la sicurezza del paracetamolo relativamente alle sue indicazioni come antipiretico e antidolorifico. La sentenza riguarda esclusivamente la libertà prescrittiva del medico di medicina generale per la cura domiciliare del COVID-19”.
“Il paracetamolo, commercializzato da Angelini Pharma con il nome Tachipirina – continua la nota -, è un analgesico e antipiretico ampiamente utilizzato il cui profilo di sicurezza è stato confermato negli anni da numerosi studi clinici. Assunto ai dosaggi consigliati dal medico (adeguati a ridurre la febbre e controllare il dolore) il paracetamolo è un farmaco efficace, con elevato profilo di sicurezza e molto ben tollerato da adulti e bambini. E’ il farmaco antipiretico raccomandato da linee guida nazionali e internazionali per abbassare la febbre nei bambini e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per curare il dolore.
Desideriamo inoltre chiarire che l’utilizzo del nome commerciale Tachipirina in luogo della molecola paracetamolo può risultare scorretto, fuorviante e può indurre il lettore in confusione. In questi casi, Angelini Pharma si trova costretta ad intervenire per ristabilire la correttezza dell’informazione al pubblico”.
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Angelini Pharma “Tachipirina efficace per febbre e dolore”
Coronavirus, 23.641 nuovi casi e 307 decessi nelle ultime 24 ore
ROMA (ITALPRESS) – Sono 23.641 i nuovi casi di Coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia (ieri 24.036) a fronte di 355.024 tamponi effettuati su un totale di 42.071.509 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità di oggi. Nelle ultime 24 ore sono stati 307 i decessi (ieri 297) per un totale di 99.578 vittime da inizio pandemia. Con quelli di oggi diventano 3.046.762 i casi totali di Covid in Italia da inizio emergenza. Attualmente i positivi sono 465.812 (+9.342), 442.540 le persone in isolamento domiciliare (ieri 433.571). I ricoverati in ospedale con sintomi sono 20.701 (ieri 20.374) di cui 2.571 in Terapia intensiva. I dimessi/guariti sono 2.481.372 con un incremento di 13.984 unità nelle ultime 24 ore. La regione con il maggior numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore è la Lombardia (5.658), seguita dall’Emilia-Romagna (3.232), Campania (2.843) e Piemonte (1.793).
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Vaccino ad autisti Tpl in Sicilia, Anav-Asstra “Ottima notizia”
PALERMO (ITALPRESS) – Anche il personale delle linee siciliane di trasporto sia a capitale pubblico che privato sarà vaccinato in tempi brevi. Lo ha comunicato la Regione siciliana alle associazioni di categoria del Tpl. “E’ un gesto di grande sensibilità per il quale desideriamo ringraziare il presidente della Regione Nello Musumeci, l’assessore regionale per la Salute Ruggero Razza e l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone – dicono Antonio Graffagnini, presidente di Anav Sicilia, e Claudio Iozzi, presidente di Asstra Sicilia – che tiene nella giusta considerazione delle esigenze di sicurezza degli addetti e degli utenti. Va sottolineato che il nostro personale e i nostri mezzi anche nel periodo più duro dell’emergenza sanitaria hanno continuato a circolare garantendo il diritto alla mobilità nonostante il naturale e fortissimo calo di passeggeri disincentivati a utilizzare il trasporto pubblico dal pericolo di contagio e ovviamente in larga parte impossibilitati durante il lockdown”.
“Oggi la situazione è diversa – aggiungono Graffagnini e Iozzi – e con il ritorno degli studenti a scuola, dopo il periodo di didattica a distanza, sono tornati anche i passeggeri, pertanto, riteniamo importante che il personale delle nostre aziende sia sottoposto a vaccino onde evitare per la propria sicurezza e per evitare che possa diventare involontario veicolo di contagio”. Nei mesi passati è stato elaborato un “Protocollo aziendale di regola-mentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19 negli ambienti di lavoro e sugli autobus”. “Le nostre imprese associate come del resto tante altre aziende di altri settori merceologici – aggiungono Graffagnini e Iozzi – hanno fatto tutto il possibile per mettersi in regola con le norme igienico-sanitarie, acquistando prodotti e servizi dedicati a igienizzazione e sanificazione per il rispetto di tutti i Dpcm e a tutela degli utenti-passeggeri, investimenti importanti e oggi rinnoviamo il nostro impegno ringraziando il governo regionale per l’attenzione al settore”.
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Coronavirus, 24.036 nuovi casi e 297 decessi in 24 ore
ROMA (ITALPRESS) – Impennata dei casi di coronavirus in Italia. I nuovi contagiati, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, sono 24.036, contro i 22.865 registrati ieri, a fronte di 378.463 tamponi processati, e che determina un indice di positività che cala di poco al 6,3%. Scendono i decessi a 297 (-42), i guariti sono 13.682 mentre gli attuali positivi si incrementano di 10.031 attestandosi a 456.470.
Peggiora la situazione negli ospedali: 20.374 i ricoverati nelle terapie ordinarie (+217) mentre nelle terapie intensive vi sono 2.525 pazienti (+50) con 222 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare vi sono 435.571 persone. La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di casi (5.210), seguita da Emilia- Romagna (3.246) e Campania (2.842).
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Covid, CIMO “Agenas coinvolga medici emergenza Ssn per linee guida
ROMA (ITALPRESS) – Il Coordinamento CIMO Emergenza-Urgenza si associa in questo momento di crisi pandemica a SIMEU (Società Italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza) che ha stigmatizzato come “grave il mancato coinvolgimento, da parte di AGENAS, dei professionisti dell’Emergenza Urgenza nella stesura delle linee guida per i pazienti affetti da Covid”.
E’ indispensabile, per Cimo Emergenza-Urgenza, “garantire il soccorso, la presa in carico e l’assistenza a chi è affetto da Covid con sintomi e segni della malattia, un tempestivo trattamento dal territorio al pronto soccorso o al reparto ospedaliero, dove può ricevere cure subintesive ed intensive, come nei reparti di Rianimazione specificamente attrezzati. Invece le Linee Guida Agenas per i setting assistenziali di gestione dei pazienti affetti da Covid-19 non presentano la necessaria completezza per rendere la continuità assistenziale ed i percorsi più sicuri e di qualità ma presentano degli indiscutibili limiti che vanno integrati prevedendo per tutte le fasi dei processi clinico assistenziali la sicurezza delle cure e per chi cura”.
Il Coordinamento Medici Emergenza CIMO, che rappresenta i medici che lavorano ed operano quotidianamente sul Territorio Sistema 118 e nei Pronto Soccorso, OBI e nei reparti di Medicina di Emergenza Urgenza auspicano che “il Presidente Nazionale della Società italiana di Emergenza Urgenza (Simeu) Salvatore Manca possa presentare in collaborazione con tutte le figure che operano nell’area delle Emergenza Urgenza del SSN un documento integrativo a quello presentato da Agenas”.
Per CIMO Emergenza “la complessità di gestione dell’emergenza urgenza in corso di Pandemia, come nel quotidiano, non può più permettersi di gestire la complessità e l’intensità in modo monocolore. E’ necessario cambiare e passare da un sistema sanitario di Emergenza Urgenza che lavora a compartimenti ad un sistema che lavora per Dipartimenti, anche integrati, dove le professionalità e le discipline collaborano in sinergia al fine di garantire il migliore soccorso e le cure. La partecipazione dei professionisti che lavorano sul campo ha infatti valore nella prevenzione e nelle cure primarie quanto quella dei professionisti che lavorano nel Territorio così come quella dei professionisti nelle corsie e negli ambulatori ospedalieri”.
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Palermo (Comlas) “Rafforzare qualità e organizzazione del Ssn”
ROMA (ITALPRESS) – “Confido di rafforzare i rapporti con le istituzioni, in particolare con il ministero della Salute, perchè l’emergenza pandemica ha dimostrato quanto sia indispensabile ripensare all’organizzazione del Servizio Sanitario Nazionale e in particolare della medicina del territorio”. Lo afferma Vincenza Palermo, neoeletta presidente nazionale COMLAS (Società Scientifica dei Medici Legali delle Aziende Sanitarie del Servizio Sanitario Nazionale).
“La medicina legale ha dimostrato quanto sia importante conoscere le cause di morte – sottolinea Palermo -. Senza riscontri diagnostici non avremmo potuto evidenziare che la Covid-19 non determina solo gravi danni polmonari ma può arrivare anche a determinare un’insufficienza multi-organo”.
Direttore medico legale della Struttura Complessa Risk Management dell’ASL Torino 4, Vincenza Palermo è la prima donna alla guida della società scientifica COMLAS. In precedenza ha fatto parte del consiglio direttivo con il ruolo di vice presidente.
Oltre a favorire iniziative culturali, scientifiche, nonchè divulgative e formative sull’intero ambito della disciplina medico-legale, COMLAS ha anche funzioni di tipo consultivo con il ministero della Salute, Regioni, aziende sanitarie e altri organismi pubblici. “In sede nazionale e regionale – sottolinea Vincenza Palermo – abbiamo anche contribuito a elaborare delle politiche atte a garantire ai cittadini Livelli Essenziali di Assistenza che siano uniformi e omogenei, per un modello di medicina legale che, oltre a svolgere un ruolo di disciplina medica applicata al diritto, offra prestazioni e accertamenti in seno al Servizio Sanitario Nazionale con qualità e appropriatezza. Promuoviamo una moderna visione del rapporto cittadini-istituzioni, che ponga la persona al centro del Servizio Sanitario Nazionale, in base ai principi di equità e del rispetto del pubblico interesse. Quindi la medicina legale è sempre più vicina alle esigenze dei cittadini che hanno il diritto di ricevere servizi puntuali, efficienti e di qualità”.
Va anche in questa direzione l’impegno di COMLAS “per la trasformazione digitale e la semplificazione, attraverso i mezzi che la telemedicina mette a disposizione”, conclude Palermo.
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Ipertrofia prostatica, al Gemelli interventi mini-invasivi
ROMA (ITALPRESS) – Una tecnica innovativa di trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna (IPB), messa a punto negli Usa, che sfrutta il vapore acqueo. Si chiama Rezum® e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS si avvia a diventare il centro di riferimento nazionale per questo trattamento.
Si tratta di una metodica mininvasiva (effettuata per via transuretrale) che rilascia energia termica sotto forma di vapore acqueo sterile e caldissimo. Il vapore acqueo è in grado di distruggere il tessuto prostatico che crea ostacolo allo svuotamento della vescica. La vaporizzazione del tessuto prostatico avviene iniettando per via endoscopica il vapore in più punti della prostata attraverso un ago, in base al volume della ghiandola: ogni puntura dura 9 secondi. Il risultato è apprezzato dal paziente dopo circa un mese. L’intervento, di brevissima durata, si può effettuare in anestesia generale o locale.
“Nel paziente giusto, cioè quello con la prostata medio-piccola – spiega il professor Pierfrancesco Bassi, direttore della UOC di Urologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e professore Ordinario di Urologia all’Università Cattolica, campus di Roma – questa tecnica è risolutiva e i suoi effetti sono duraturi negli anni, come dimostra uno studio americano della Loyola University”.
La termoterapia con vapore acqueo è l’ultimo nato tra i trattamenti mini-invasivi (MIST, Minimally Invasive Surgical Treatments) per l’IPB, dominati finora dalla laser terapia, che rappresenta ancora la prima scelta nel caso di prostate voluminose. Rezum® sfrutta le radiofrequenze per produrre energia termica sotto forma di vapore acqueo; il mini-getto di vapore caldissimo (540 calorie per millilitro di acqua) distrugge il tessuto prostatico ridondante, senza danneggiare le strutture circostanti.
“A soffrire di IPB sintomatica – spiega il professor Bassi – è il 30% degli italiani over 60. I sintomi che devono far pensare a una ipertrofia della prostata sono la difficoltà nella minzione, un incompleto svuotamento della vescica, la riduzione del getto dell’urina, urinare molto spesso e con urgenza, svegliarsi più di una volta la notte per urinare.
“Attenzione a non trascurare, nè a sottovalutare questi sintomi – ammonisce il professor Bassi – perchè sono in comune sia all’ipertrofia prostatica benigna, che al cancro della prostata. Un primo aiuto nella diagnosi differenziale viene dal dosaggio del PSA nel sangue che, se normale, orienta verso una patologia benigna”. Lo studio dell’ipertrofia prostatica prevede l’esecuzione dell’ecografia dell’addome e dell’uroflussometria, esame semplice che misura obiettivamente il modo di urinare del paziente. Fatta la diagnosi, il trattamento è in prima battuta di tipo farmacologico: nel 70% dei casi si riesce a trattare con successo la malattia.
“Solo nei casi che non rispondono alla cura farmacologica si procede all’intervento disostruttivo – conclude Bassi -. Le moderne tecniche offrono un trattamento rapido, poco invasivo, ben tollerato ed efficace: laser in caso di prostate di grande volume, vapore acqueo per volumi prostatici medio bassi. I tradizionali trattamenti come la resezione endoscopica (TURP) e tanto più gli interventi chirurgici invasivi sono riservati oggi a rari casi”.
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Ismett taglia il traguardo dei 200 trapianti di cuore
PALERMO (ITALPRESS) – ISMETT raggiunge quota 200 trapianti di cuore dall’avvio del programma di trapianto, 17 anni fa. Il duecentesimo trapiantato è una donna della provincia di Agrigento che era in lista d’attesa da poco più di un anno. La donna ha lasciato ISMETT nei giorni scorsi. “Ringrazio tutti gli operatori sanitari, i medici, gli infermieri, gli anestesisti e tutti quelli che si sono presi cura di me in queste settimane. Inizio finalmente a star bene e spero di stare sempre meglio. Il mio sogno? Tornare a ballare e godermi tante attività con la mia famiglia”, ha detto la paziente poco prima di lasciare ISMETT.
Quello di ISMETT è un risultato ancora più straordinario perchè ottenuto in questo periodo di emergenza sanitaria. Emergenza che vede l’Istituto Mediterraneo impegnato direttamente. Presso ISMETT, al momento, circa il 50% dei posti letto dell’Istituto sono di Terapia Intensiva, 30 dedicati al Covid 19 e 20 ai pazienti non Covid. Sono 18, inoltre, i pazienti con COVID in ECMO, ovvero collegati a circolazione extra corporea.
Ciononostante, ISMETT è riuscito a mantenere lo stesso volume di trapianti dell’anno precedente. Sono 11 i trapianti di cuore eseguiti lo scorso anno, in totale presso ISMETT nel corso del 2020 sono stati effettuati 167 trapianti.
“Il traguardo dei 200 trapianti – sottolinea Michele Pilato, direttore del programma di trapianto di cuore di ISMETT – ottenuto fra l’altro in un periodo storico così particolare, è il risultato degli sforzi e dell’impegno di tutto il team che lavora presso il nostro Istituto, un team multidisciplinare composto da chirurghi, cardiologi, anestesisti, infermieri ed altro personale sanitario. Un pensiero ed un ringraziamento va alle famiglie dei donatori siciliani e non che con il loro gesto di puro altruismo hanno permesso a 200 pazienti di tornare ad avere aspettative di vita”.
ISMETT si conferma anche punto di riferimento per quanto attiene la qualità ed innovazione dell’offerta terapeutica offerta ai propri pazienti. Dopo cinque anni dall’intervento, la curva di sopravvivenza dei pazienti trapiantati di cuore si attesta al 75 per cento, una percentuale paragonabile a quella dei migliori centri trapianti di Europa e più alta rispetto alla media italiana. Il programma di trapianto di cuore è stato avviato in ISMETT nel 2004 ed è affiancato già da alcuni anni da un programma di Assistenza Meccanica Ventricolare (VAD).
L’assistenza meccanica ventricolare a lungo termine è concepita soprattutto per far fronte al grosso numero di pazienti in lista di attesa per trapianto che non possono aspettare più a causa del peggioramento della malattia. I VAD di ultima generazione sono dispositivi costituiti da pompe centrifughe miniaturizzate, totalmente impiantabili all’interno della gabbia toracica del paziente. Sono 19 i trapianti di cuore eseguiti ad ISMETT dopo un impianto VAD.
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