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Radiologia, la parola chiave è multidisciplinarietà

ROMA (ITALPRESS) – Ottenere immagini utili per la diagnosi di una malattia o il monitoraggio di una condizione fisica, per guidare durante l’esecuzione di un intervento o per trattare in modo non chirurgico malattie come il cancro. Sono questi i campi d’azione della radiologia, branca della medicina interessata da un grande progresso e oggetto di richieste sempre maggiori. Radiografie, tac, risonanza magnetica ed ecografia sono gli strumenti di imaging più utilizzati per dare risposte e contribuire alla cura. Una specialità ad alto tasso di tecnologia che, più che mai, sembra ora minacciata dall’intelligenza artificiale. Lo ha detto Luca Balzarini, direttore del dipartimento di diagnostica per immagini dell’istituto clinico Humanitas di Rozzano, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress: “Il termine radiologia ha ora un valore storico, si riferisce all’utilizzo di radiazioni, un qualcosa di datato di cent’anni – ha esordito il professore – Oggi la situazione è cambiata, noi radiologi abbiamo in mano strumenti che utilizzano energie completamente diverse, in questo senso è molto più appropriato parlare di diagnostica per immagini”.
Sull’evoluzione della radiologia e gli strumenti a disposizione: “Noi oggi abbiamo strumenti che hanno un’accuratezza infinitamente superiore alla radiografia, ma l’approccio diagnostico nell’utilizzo delle immagini è complementare – ha spiegato Balzarini – Sembra paradossale, ma ancora oggi, pur di fronte a immagini clamorose da punto di vista di dettaglio e informazioni, il buon radiologo si muove in maniera dinamica attraverso i vari strumenti, anche quelli che sembrano desueti. Un esempio: per il tumore dell’osso, posso vederlo tramite una tac o una risonanza, ma a volte l’accuratezza mi viene anche forse di più dalla vecchia radiologia tradizionale – ha sottolineato – La visione complementare è fondamentale per un buon radiologo”.
La parola chiave per un buon radiologo è multidisciplinarietà: “L’automobile è uno strumento di movimento, ma se non c’è qualcuno che la guida non si va da nessuna parte. Allo stesso modo, il radiologo senza la macchina non può lavorare, ma se non c’è la testa dell’uomo che la guida non si può andare avanti – ha specificato Balzarini – Ricordiamo che il radiologo è un medico. Qualcosa in comune col fotografo c’è, sono le immagini. In realtà però per il fotografo l’immagine è il fine, per il radiologo è il mezzo, lo strumento. Il radiologo prima di essere tale è un medico, se non sei un buon medico non sarai mai un buon radiologo – ha ribadito – Noi stiamo tra la necessità di essere un servizio trasversale e la necessità assoluta di ultraspecializzazione. La verità sta nel mezzo: non è facile arrivarci, ma c’è la multidisciplinarietà – ha aggiunto il professore – Oggi nei centri ospedalieri importanti non esiste la possibilità di affrontare un quadro clinico da soli, tutto passa da specialisti di settore che lavorano insieme”.
Infine, sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel campo della radiologia e della diagnostica per immagini: “Mi sento dire ciclicamente che siamo l’ultima generazione di radiologi e verremo soppiantati – ha raccontato – L’intelligenza artificiale è qualcosa che nel nostro mondo si imporrà in maniera drammatica, ma è l’ennesimo strumento e l’abbiamo capito. Ogni volta che arrivava una metodica nuova, noi radiologi capivamo che dovevamo adeguarci. Penso che l’intelligenza artificiale sia uno strumento formidabile – ha concluso – Sono però tranquillissimo sul fatto che non soppianterà mai il radiologo”.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Siani “Bulimia e anoressia in forte aumento”

MILANO (ITALPRESS) – “E’ preoccupante l’aumento che si è verificato, secondo degli studi del Ministero, dal 2019 a oggi. Le varie forme di disturbo della nutrizione dal 2019 sono aumentate del 40% e interessano una fascia sempre minore d’età. Abbiamo visto addirittura anche bambine di 9 o 10 anni che hanno forme di anoressia compatibili con quella degli adolescenti. In particolare, sono colpiti i ragazzi della fascia tra i 14 e i 18 anni con un progressivo abbassamento dell’età di esordio”. Lo ha detto Simona Siani, neuropsichiatra e direttore sanitario del Centro ABA, l’Associazione Bulimia e Anoressia, intervistata da Claudio Brachino per l’agenzia Italpress.
Siani ha fatto il punto sui recenti dati relativi ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto lilla, dedicata proprio a questi disturbi. “Oggi è la giornata – ha sottolineato – ma per tutta la settimana le varie associazioni organizzano incontri finalizzati alla prevenzione e alla conoscenza di questo tipo di disturbo e del disagio. Un’occasione per i pazienti e i loro parenti di entrare in contatto con le varie associazioni di cura”.
“Nel post-Covid, in particolare nel 2021, vi è stato un aumento del disagio, non solo dei disturbi della nutrizione ma del disagio in generale”, ha spiegato Siani. “Questo è legato – ha continuato – anche al fatto che la scuola riprendeva in parte in presenza. Avere iniziato il liceo chiusi in casa, aver ricominciato ed essere poi parzialmente chiusi ha creato un disagio relazionale importante. Nel mio piccolo osservatorio ho riscontrato un aumento del disagio in quella fascia d’età. Un altro aspetto che confrontandomi con i colleghi abbiamo verificato – ha proseguito – è che la forma di anoressia restrittiva diventa un sintomo di qualcos’altro. Ci sono forme meno pure di disturbo del comportamento alimentare che fanno parte di un disagio più globale che colpisce quella fascia d’età. Ci sono ragazzini che cominciano con autolesionismo e attacchi di panico e che poi sviluppano un disturbo del comportamento alimentare”.
Quali sono i segnali che devono allarmare? “Capita per chi si occupa di disturbi alimentari – ha spiegato Siani – di vedere per la prima volta pazienti che magari già da un anno hanno sviluppato un disturbo”. Quando la dieta di una ragazzina “si trasforma in pensare per la maggior parte del tempo a ‘cosa mangiò e ‘cosa non devo mangiarè o diventa un ossessivo conteggio e consumo di calorie, questo deve mettere in allarme. Non è il nutrizionista la prima figura: bisogna rivolgersi a un centro tra quelli accreditati o a un neuropsichiatra o uno psicologo. E’ importante che la presa in carico di questi pazienti sia multidisciplinare con più figure professionali disposte a collaborare tra loro”.
In generale, per Siani “bisogna implementare la possibilità di presa in carico nel sistema sanitario e implementare la formazione. E’ difficilissimo – ha aggiunto – ricoverare queste pazienti perchè c’è solo qualche centro. Inoltre, un’altra difficoltà è quella dei pazienti che sono maggiorenni ma hanno solo 18, 19 o 20 anni e che a volte finiscono nelle psichiatrie” per adulti.
L’angoscia della performance e della perfezione fa la sua parte nello sviluppo di tali disturbi. “Il disturbo del comportamento alimentare – ha spiegato – interessa trasversalmente tutte le fasce sociali ed è molto legato al modello della perfezione: bisogna avere successo ed essere belli e magri. La diffusione attraverso i social continua: tutti sembrano belli, magri e di successo e questo – ha concluso – ha sicuramente il suo peso su una ragazzina insicura con una serie di problematiche a monte”.

– Foto Italpress –

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Da Enea biostampante in 3D per accelerare la ricerca sui tumori

ROMA (ITALPRESS) – L’Enea ha messo a punto una biostampante a basso costo, denominata BioVERVE in grado di riprodurre modelli in 3D di tumori, con l’obiettivo di affinare la ricerca di nuove terapie oncologiche. E’ stata realizzata in collaborazione con l’azienda toscana Kentstrapper, grazie a un finanziamento Poc, e le sue prestazioni sono paragonabili a quelle di una biostampante professionale, permettendo di ottenere strutture cellulari tridimensionali con precisione e rapidità di stampa (poche decine di secondi per costrutto). “Rispetto alle tradizionali culture in vitro, i modelli 3D biostampati sono in grado di mimare in maniera più efficace il tessuto umano, sano o patologico, fornendo un modello complementare per studi sugli effetti delle radiazioni e delle terapie chemioterapiche sui tumori”, spiega Francesca Antonelli, ricercatrice del Laboratorio Enea di Tecnologie biomediche. Ecco, quindi, la nostra idea di trasformare una stampante 3D a basso costo in una biostampante 3D home-made in grado di stampare con ottimi risultati un modello tridimensionale di medulloblastoma, il principale tumore cerebrale pediatrico”, prosegue la ricercatrice.
Attualmente, nonostante gli intensi sforzi dedicati ai test preclinici, molte promettenti terapie faticano a passare con successo dalla fase di laboratorio a quella della pratica clinica. Una spiegazione plausibile della discrepanza osservata tra i risultati ottenuti in fase preclinica e quelli clinicamente riportati potrebbe derivare proprio dalla mancanza di modelli cellulari preclinici in grado di replicare fedelmente la complessità del contesto clinico. Grazie alle ottime prestazioni e ai bassi costi garantiti dalla biostampante 3D sviluppata da Enea, i ricercatori potranno mettere a punto e, soprattutto, testare nuovi approcci terapeutici per migliorare la sopravvivenza dei pazienti affetti da cancro. “La possibilità di modificare le stampanti 3D non professionali per adattarle ai processi di biostampa è in grado di ridurre in modo considerevole i costi di acquisizione della strumentazione da parte dei laboratori, consentendo l’accesso alla tecnologia da parte di una più vasta platea di ricercatori e, di conseguenza, aprendo la strada a nuove linee di ricerca biomedica”, conclude Antonelli.
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– Foto: Enea –

Ipercolesterolemia, arriva alirocumab mensile con auto-iniettore

MILANO (ITALPRESS) – E’ disponibile in Italia il nuovo alirocumab in somministrazione mensile (300 mg), anticorpo monoclonale anti PCSK9 che riduce in maniera rapida e intensiva, fino al 66%, i livelli di colesterolo LDL nei pazienti a rischio cardiovascolare molto alto. Il nuovo dosaggio di alirocumab, oltre a consentire una sola somministrazione mensile, si presenta in un auto-iniettore di ultima generazione “che permette al paziente di autosomministrarsi in tutta semplicità la terapia a domicilio – si legge in una nota -. Alirocumab mensile rappresenta un ulteriore passo avanti per la gestione dell’ipercolesterolemia: il colesterolo LDL è infatti riconosciuto come un fattore causale delle oltre 18,6 milioni di vittime per patologie cardiovascolari nel mondo e che nel nostro Paese fanno registrare il 34,8% dei decessi”.
Nel paziente a rischio cardiovascolare molto alto la prevenzione secondaria mira ad arrestare la progressione dell’aterosclerosi al fine di prevenire il primo evento acuto cardio-cerebro vascolare (infarto o ictus) o ulteriori eventi nel caso si tratti di pazienti con sindrome coronarica acuta. La riduzione intensiva e rapida del colesterolo LDL, ottenuta grazie agli anticorpi monoclonali anti-PCSK9, permette di raggiungere i target terapeutici di livelli di LDL consigliati dalle linee guida internazionali, affermandosi come strategia terapeutica efficace per la riduzione della mortalità cardiovascolare.
Le Linee guida ESC/EAS del 2019 identificano come pazienti a rischio cardiovascolare molto alto i pazienti con sindrome coronarica acuta oltre che i pazienti con ipercolesterolemia e altre condizioni quali coronaropatia, arteriopatia periferica, diabete mellito, nei quali la progressione della malattia aterosclerotica può portare alla rottura della placca, con conseguente verificarsi di un primo evento acuto potenzialmente fatale.
“In questo scenario, alirocumab, attraverso una significativa e rapida riduzione del colesterolo LDL, ha dimostrato di ridurre gli eventi cardiovascolari e la mortalità per tutte le cause – sottolinea Sanofi -. Con il nuovo alirocumab mensile, alla comodità di una somministrazione una volta al mese si aggiunge l’auto-iniettore di ultima generazione, ideato per facilitare il paziente in una più agevole somministrazione domiciliare. L’innovazione va di pari passo con un’evoluzione in termini di semplificazione: per la classe di anticorpi monoclonali anti-PCSK9, il registro AIFA di monitoraggio web viene sostituito con un piano terapeutico online”.
Per Marino Scherillo, Direttore della UOC Cardiologia Interventistica UTIC, Direttore del Dipartimento Cardio Toraco Vascolare, AORN “San Pio” di Benevento, “il nuovo alirocumab mensile unisce l’efficacia consolidata del farmaco ad un device che rappresenta una vera e propria innovazione per i pazienti. L’auto-iniettore consente al paziente la somministrazione a casa in assoluta autonomia in soli due step. Un sistema triplo di feedback – visivo, uditivo e tattile – permette al paziente di verificare che la somministrazione della terapia sia avvenuta correttamente. Da oggi, grazie a un innovativo device, è possibile iniziare la terapia contro il colesterolo alto nel paziente con infarto miocardico acuto in modo precoce, efficace e semplice: strike early, strike strong and strike easy”.
“In Sanofi siamo spinti da una grande forza innovatrice che ha l’ambizione di sfidare i confini della scienza per portare risposte concrete, in termini di cura e trattamento, ai bisogni di pazienti e caregiver – afferma Andrea Rizzi
Country Medical Head, Sanofi General Medicines, Italia -. In area cardio-metabolica, nell’ambito delle dislipidemie, il nostro impegno è al fianco dei pazienti, dei caregiver e della classe medica per tradurre il risultato della ricerca clinica in valore concreto anche nell’ambito della prevenzione degli eventi cardiovascolari, con particolare attenzione ai pazienti a rischio molto alto. Riteniamo che il valore clinico di alirocumab mensile, unito all’innovazione apportata dal nuovo auto-iniettore, possa contribuire significativamente nel ridurre e prevenire drasticamente l’impatto, in termini di mortalità, che le malattie cardiovascolari hanno ancora oggi in Italia e nel mondo”.
Alirocumab è un anticorpo monoclonale ipocolesterolemizzante indicato in adulti con ipercolesterolemia primaria (familiare eterozigote o non familiare) o dislipidemia mista, e nei pazienti pediatrici di età pari o superiore a 8 anni con ipercolesterolemia familiare eterozigote (HeFH – heterozygous familial hypercholesterolaemia) in aggiunta alla dieta; è inoltre indicato in caso di malattia cardiovascolare aterosclerotica accertata per ridurre il rischio cardiovascolare riducendo i livelli di colesterolo LDL in aggiunta alla correzione di altri fattori di rischio. Alirocumab è indicato in associazione con una statina o una statina con altre terapie ipolipemizzanti in pazienti non in grado di raggiungere gli obiettivi per il colesterolo LDL con la dose massima tollerata di statine, oppure in monoterapia o in associazione con altre terapie ipolipemizzanti in pazienti intolleranti alle statine o per i quali la statina è controindicata.

– Foto Ipa Agency –

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Malattia renale cronica per 2,5 milioni di italiani

ROMA (ITALPRESS) – In Italia, la Malattia Renale Cronica coinvolge oltre 2 milioni e mezzo di persone, una condizione silenziosa e progressiva che compromette gradualmente la capacità dei reni di filtrare le scorie metaboliche dal sangue, manifestandosi in varie fasi di gravità. Tra coloro che soffrono di Malattia Renale Cronica, circa un milione presenta anche diabete di tipo 1 e di tipo 2 e sono 45 mila le persone costrette a sottoporsi a dialisi tre volte la settimana per tutta la vita, con sedute che durano dalle 3 alle cinque ore al giorno.
“Nonostante i trattamenti attuali – spiega Arianna Gregis, Country Division Head Pharmaceuticals di Bayer Italia – c’è ancora un rischio significativo, soprattutto per i pazienti con diabete di tipo 2, che è stimato attorno al 61%, di dover affrontare la prospettiva della dialisi permanente. Questo sottolinea la stretta correlazione tra Malattia Renale Cronica e diabete, evidenziando la complessità della condizione. Ecco perchè la Giornata Mondiale del Rene 2024 assume una rilevanza cruciale e perchè Bayer è qui, a sostenere un’iniziativa alla Camera per sensibilizzare sulla salute renale. I dati evidenziano l’urgenza di ulteriori terapie per proteggere i reni, ritardare la progressione del danno renale e l’ingresso alla dialisi. La sfida è complessa ed è essenziale la collaborazione tra aziende, istituzioni, mondo politico, clinici, pazienti e associazioni pazienti. Da soli non ce la si può fare. Sono sfide che, come Bayer, conosciamo bene”.
“Con una storia di 160 anni – continua Arianna Gregis – manteniamo un impegno costante in innovazione e ricerca che si traduce in un passo avanti concreto, proprio di queste ultime settimane: le trattative con l’Autorità Regolatoria per un nuovo trattamento finalizzato a ridurre il rischio cardiorenale nei pazienti con malattia renale cronica e diabete tipo 2 hanno avuto esito positivo. Attualmente, siamo in attesa dell’ufficializzazione attraverso la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Nel frattempo, continueremo a lavorare per garantire che questa novità possa essere presto a disposizione dei pazienti che ne potrebbero trarre beneficio e dell’intera comunità scientifica”.
Nel 2023 Bayer ha investito 5.8 miliardi di euro in Ricerca a livello globale. “Investimenti che permettono di puntare sullo sviluppo di nuovi farmaci altamente innovativi che possono fare la differenza nella vita dei pazienti e, nel contempo, contribuire a una gestione più sostenibile delle risorse nel campo della salute”, si legge in una nota.

– Foto Esperia Advocacy –

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Angelini e SK, 100.000 pazienti trattati con il cenobamato

ROMA (ITALPRESS) – Angelini Pharma, azienda farmaceutica internazionale parte del Gruppo Angelini Industries, e SK Biopharmaceuticals Co., Ltd., azienda biotecnologica internazionale focalizzata sullo sviluppo di trattamenti per i disturbi del sistema nervoso centrale (SNC) e per l’oncologia, hanno annunciato oggi che più di 100.000 pazienti sono stati trattati a livello globale con cenobamato, un innovativo farmaco antiepilettico (ASM) sviluppato da SK Biopharmaceuticals e dalla sua filiale statunitense SK Life Science.
Angelini Pharma è licenziataria del prodotto in Europa, dove è approvato per il trattamento aggiuntivo delle crisi ad insorgenza focale con o senza generalizzazione secondaria in pazienti adulti affetti da epilessia non adeguatamente controllati nonostante un periodo di trattamento con almeno due medicinali antiepilettici.
A partire dal 2021, con le approvazioni concesse dalla Commissione Europea (CE) e successivamente da Swissmedic e dalla Medicines and Healthcare products Regulatory Agency (MHRA) del Regno Unito, il prodotto è stato lanciato in Europa, Svizzera e Regno Unito con il marchio ONTOZRY. Angelini Pharma ha permesso di trattare con questo farmaco i pazienti in Paesi come Svizzera, Regno Unito, Irlanda, Germania, Italia, Spagna, Francia, Benelux, Polonia, Norvegia, Finlandia, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria e Slovacchia, Islanda e Liechtenstein.
“Siamo orgogliosi di assistere all’impatto che cenobamato sta avendo sui pazienti affetti da epilessia, una patologia che si stima colpisca più di 50 milioni di persone a livello globale”, ha dichiarato Donghoon Lee, Presidente e CEO di SK Biopharmaceuticals e SK Life Science, Inc. “Questo importante risultato coincide con il completamento, all’inizio di quest’anno, del piano strategico di partnership globale di SK Biopharmaceuticals. Il piano, che ha portato alla stipula di accordi di licenza per cenobamato in Asia, Europa, Nord e Sud America e nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA), consentirà potenzialmente l’accesso ai pazienti in più di 100 mercati in tutto il mondo”.
“Siamo orgogliosi della nostra collaborazione con SK Biopharmaceuticals e i risultati ottenuti confermano l’impatto positivo di questa partnership nel rispondere alle esigenze delle persone con epilessia in Europa”, ha dichiarato Jacopo Andreose, Amministratore Delegato di Angelini Pharma. “Siamo entusiasti di continuare a trasformare il paradigma delle cure per l’epilessia con opzioni terapeutiche innovative e di promuovere l’epilessia a priorità di salute pubblica per i sistemi sanitari di tutta Europa”.

– Foto ufficio stampa Angelini Pharma –

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Cervello, le Professioni Sanitarie di Milano raccontano il sistema nervoso

MILANO (ITALPRESS) – Il cervello è indubbiamente uno degli organi più complessi e misteriosi del corpo; esistono però Professioni Sanitarie in grado di indagarlo con esami e tecniche avanzate, per rivelarci le proprietà sorprendenti e i possibili deficit della “scatola nera” del nostro organismo.
In occasione della Settimana Mondiale del Cervello dell’11-17 marzo e della Giornata Mondiale del Sonno del 15 marzo 2024, l’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio organizza un evento in diretta streaming per illustrare i diversi metodi di esame delle funzionalità nervose, con dimostrazioni pratiche strumentali e interventi di divulgazione.
“Il nostro Ordine comprende diversi profili specializzati afferenti all’area sanitaria tecnica, della riabilitazione e della prevenzione” commenta Diego Catania, Presidente dell’Ordine. “C’è chi lavora a stretto contatto con la tecnologia e chi è presente nei contesti di fragilità sociale, chi opera nell’ambito della tutela della salute e chi presta assistenza nei percorsi di riabilitazione fisica e psichica. Ciascuna delle nostre Professioni offre competenze insostituibili per valutare l’aspetto neuro-cognitivo in tutte le sue sfaccettature”.
A dare il via alla serata sono i Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE), con un approfondimento sulla capacità del nostro sistema nervoso di rimodellarsi sulla base dell’esperienza.
“La plasticità cerebrale è una delle risorse più affascinanti del nostro cervello” spiega la Presidente della Commissione d’Albo TNPEE, Alessandra Nale. “Ci insegna che la nostra mente, più che un insieme fisso di capacità e modi di pensare, è una costellazione di stimoli e di connessioni. Questo vale a maggior ragione per i bambini, in cui questa proprietà si fa parte integrante del processo di neurosviluppo. Lo strumento più semplice ed efficace per alimentare la plasticità cerebrale è il gioco – non a caso, l’attività centrale dei primi anni di vita – che può essere ulteriormente indirizzato dal TNPEE per favorire la capacità del cervello di creare connessioni positive”.
Si passa poi ai Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (TSRM), che parleranno dell’impiego della diagnostica per immagini nello studio del funzionamento cerebrale. “E’ un campo in rapida evoluzione, che offre nuove prospettive nella comprensione dei decadimenti cognitivi e della malattia mentale” rileva Carmela Galdieri, Presidente della Commissione d’Albo TSRM.
“Grazie a tecniche avanzate come la risonanza magnetica funzionale (fMRI), che valuta l’attivazione delle aree del cervello in base al flusso sanguigno, e la PET, che aiuta a mappare i processi in atto nell’encefalo, la radiologia ci consente di studiare il sistema nervoso ‘dal vivò e ‘in azionè. Con l’introduzione di software che sfruttano l’intelligenza artificiale, possiamo identificare biomarcatori specifici per diverse condizioni mentali e migliorare così la personalizzazione delle terapie”.
Di seguito, i Tecnici di Neurofisiopatologia (TNFP) daranno una dimostrazione pratica del funzionamento dell’elettroencefalogramma (EEG) e parleranno del suo ruolo nell’aiutarci a leggere lo stato di salute della nostra mente. “Le malattie neurologiche colpiscono una grande percentuale della popolazione: rappresentano, a livello globale, la principale causa di disabilità e la seconda di morte” osserva Maurizio Vergari, Presidente della Commissione d’Albo TNFP. “Certo non aiuta il contesto in cui viviamo, caratterizzato da stili di vita inadeguati ed eccessivi livelli di stress che lasciano il nostro cervello sprovvisto di risorse per rigenerarsi. Gli strumenti diagnostici usati dal TNFP, quali l’EEG e i potenziali evocati, aiutano a valutare lo stato di benessere della nostra mente in base a diversi parametri, come la qualità del sonno, così da prevedere e possibilmente prevenire l’insorgenza di possibili disturbi”.
Chiudono la serata i Logopedisti, con una relazione sui disturbi del linguaggio e dell’apprendimento. “Siamo abituati a pensare che fenomeni come la balbuzie, o la lentezza nell’apprendimento, siano da associare a un’eccessiva emotività, oppure a svogliatezza e pigrizia” nota Alessia Zanini, Presidente della Commissione d’Albo Logopedisti. “Tale falso mito porta a esortare le persone che balbettano o che hanno un Disturbo Specifico di Apprendimento con frasi controproducenti come ‘parla più lentamente, sei svogliato, sei ansioso, devi pensare bene a quello che vuoi dire/scriverè. Questo tipo di disturbo, tuttavia, ha un’origine molto più complessa, che si annida nel funzionamento cerebrale e che deve essere affrontato con tecniche adeguate e circostanziate. Quando si parla del cervello dobbiamo mettere da parte ciò che ci sembra razionale e intuitivo, ciò che crediamo di sapere”.
“Eventi come questo sono occasioni positive di scambio e confronto, ma non solo” conclude il Presidente Catania. “Ci aiutano ad allargare la visuale del cittadino alla presenza, nel nostro Servizio Sanitario Nazionale, di Professionisti laureati e abilitati che possono offrire un contributo incisivo e specifico nel rispettivo ambito di competenza: neurosviluppo, problemi del sonno, decadimento cognitivo, disturbi mentali o del linguaggio… Ciascuna delle nostre Professioni ha competenze ben precise e un’esperienza, maturata nello studio e nella pratica clinica, che consente di rispondere con cognizione di causa alle domande di salute”. Sarà possibile seguire la diretta dell’evento venerdì 15 marzo dalle ore 17:00 sulla pagina Facebook dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio.

– Foto: ufficio stampa milanotsrm –

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Giornata Mondiale del Rene, l’Italia verso un cambio di passo

ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto, presso la Sala del Refettorio della Camera, l’evento per la Giornata Mondiale del Rene. Il convegno, aperto dai saluti istituzionali del Vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè e del Presidente della XII Commissione Ugo Cappellacci, si è concentrato sulle necessità di pazienti e famiglie.
“La Giornata Mondiale del Rene ci ricorda il grande lavoro che abbiamo ancora da portare avanti per i pazienti e le loro famiglie”, afferma il Vicepresidente Giorgio Mulè, che continua: “Il Parlamento ha già dimostrato, votando all’unanimità la legge che introduce lo screening pediatrico per diabete di tipo 1 e celiachia, che la politica sa mettersi all’ascolto delle richieste che arrivano dai clinici e dal mondo associativo. Per questo stesso motivo, oggi voglio annunciare il deposito di una proposta di legge, a mia prima firma, per introdurre uno screening nella popolazione adulta per l’individuazione delle malattie renali croniche. Con due semplici esami possiamo cambiare la vita delle persone e dimostrare ancora una volta l’importanza della diagnosi preventiva”.
“Fondazione Italiana del Rene, costituita da pazienti, famiglie, operatori sanitari, nefrologi, giornalisti e altri, sensibilizza l’opinione pubblica al tema della Malattia renale cronica – spiega Massimo Morosetti, Presidente Fondazione Italiana del Rene – Mentre fino a pochi anni fa non avevamo strumenti per curarla, ora disponiamo di farmaci e opzioni terapeutiche che ci consentono di rallentare moltissimo la progressione dell’insufficienza renale. Queste terapie però funzionano solo se utilizzate precocemente: ecco perchè è importante rivolgersi al nefrologo per una diagnosi precoce. Fare prevenzione agendo su queste condizioni aiuta a ridurre l’impressionante numero di soggetti presenti in tutto il mondo che rischiano di progredire verso la insufficienza renale terminale”.
All’evento, organizzato con il contributo non condizionante di AstraZeneca, Astellas e Bayer Italia, con il patrocinio della Fondazione Italiana del Rene e della Società Italiana di Nefrologia, hanno preso parte le principali associazioni pazienti ed esperti del settore.
“Consapevolezza – dice il Presidente eletto della Società Italiana di Nefrologia Luca De Nicola – è la parola chiave della Giornata Mondiale del Rene 2024 che si celebra il 14 marzo in tutto il mondo con un unico obiettivo: promuovere informazione e sensibilizzazione per preservare la salute dei reni. Assume ancora più significato oggi sensibilizzare alla malattia renale cronica, la principale malattia cronico degenerativa in quanto è presente nel 10% di soggetti adulti. La buona notizia è che si può mettere in remissione grazie alla scoperta di nuovi farmaci. Purtroppo, però, la patologia soffre di un grande paradosso clinico: nonostante sia comune e pericolosa, pochi sono i pazienti consapevoli di esserne affetti (10-20%) e quindi consci di dover accedere alle cure del Nefrologo”.
– foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
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