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Nasce Red Havas Health, network PR globale sulla salute

ROMA (ITALPRESS) – Oggi Red Havas annuncia il lancio di Red Havas Health, il nuovo network mondiale di Relazioni Pubbliche incentrato sulla salute, in risposta alla crescente domanda dei clienti a livello globale. La nuova offerta riunisce 160 professionisti del settore salute appartenenti alle diverse realtà del gruppo Havas: dal network Red Havas con sedi negli Stati Uniti, Australia, Singapore, Vietnam e Filippine, così come Havas Health Pr con sede a New York, Havas Life Medicom Pr con sede nel Regno Unito e Havas Pr con sede a Milano. In aggiunta a questi Paesi, il nuovo marchio sarà oggetto di lancio dedicato in Francia e Germania. Tutte le agenzie utilizzeranno il nuovo marchio Red Havas Health e adotteranno l’approccio “Merged Media” dell’agenzia, che integra le competenze earned, owned ed esperienziali ponendo al centro i contenuti.
“Oggi più che mai, l’innovazione scientifica, la tecnologia e gli avvenimenti mondiali stanno trasformando il modo in cui fruiamo e interagiamo con le informazioni sanitarie”, ha detto James Wright, Presidente mondiale di Havas PR Global Collective e Ceo mondiale di Red Havas.
“Supportato dalla rete Havas Health & You, il nuovo marchio Red Havas Health sarà in prima linea nei processi di cambiamento del modo in cui stiamo imparando a conoscere la nostra salute e quella dei nostri cari. Unendo i nostri straordinari talenti provenienti dai mercati chiave, la nostra nuova offerta di PR globale a 360 gradi fornirà ai clienti un accesso ancora più ampio alle migliori idee, tecnologie, dati e insight”.
“A Red Havas Health, il nostro approccio alla comunicazione è diverso, proprio perchè abbiamo costruito questo modello per rispondere ai significativi cambiamenti avvenuti lo scorso anno nelle relazioni tra consumatori, imprese e salute”, afferma Stacey Gandler, global managing director di Red Havas Health.
“Ci siamo concentrati sul fondere insieme scienza e cultura, per permettere ai nostri clienti di essere più connessi con le comunità in cui operano mettendo la purpose aziendale e l’autenticità al centro”, aggiunge.
“Con Red Havas Health – commenta Corrado Tomassini, Vice President, Italia – vogliamo proporci come un partner strategico per accompagnare la crescita e l’internazionalizzazione del settore del farmaco e della salute italiano che è estremamente dinamico e si colloca ai vertici in Europa per valore della produzione e dell’export”.
Il lancio di Red Havas Health fa seguito ad un cambiamento strategico dell’agenzia avvenuto nel 2020 incentrato su cinque aree-chiave di crescita, tra cui il B2B e P2P (Person to Person); Consumer e Lifestyle; Purpose e Cause; Tecnologia e E-commerce; e Salute. Poichè vi è una continua crescita di domanda di comunicazione nel settore salute, la nuova offerta di Red Havas Health comprende un sistema di PR full service, che include tutte le comunicazioni relative al ciclo di vita del brand; il disease awareness e lo storytelling relativo; la strategia e la creazione di contenuti; i media tradizionali, online e social; il supporto alle milestone dello sviluppo clinico e regolatorio; l’engagement e l’advocacy dei pazienti/HCP; la comunicazione no profit; la gestione della reputazione aziendale e l’employer branding.
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ViiV Healthcare, nuovi dati su prevenzione e trattamento dell’HIV

ROMA (ITALPRESS) – ViiV Healthcare, azienda globale specializzata nell’HIV a maggioranza GSK, in partecipazione con Pfizer e Shionogi, ha presentato 16 abstract sponsorizzati, che includono dati riguardanti il suo diversificato portafoglio di innovative opzioni per il trattamento e la prevenzione dell’HIV autorizzate o attualmente in sviluppo, alla Conference on Retroviruses and Opportunistic Infections (CROI 2021) che si svolgerà in modalità virtuale dal 6 al 10 marzo prossimi.
Le presentazioni dei dati più rilevanti includeranno: Studio ATLAS-2M, risultati a 96 settimane per cabotegravir e rilpivirina sperimentali a lunga durata d’azione somministrati ogni 2 mesi per il trattamento dell’HIV-1 in adulti virologicamente soppressi, che si basano sui dati precedenti di efficacia e sicurezza a 48 settimane, insieme ad un’analisi degli esiti renali e ossei degli studi ATLAS e ATLAS-2M.
Risultati proof-of-concept di fase IIa per l’inibitore della maturazione GSK3640254 (GSK’254), un nuovo agente antiretrovirale sperimentale con un innovativo meccanismo d’azione, che è attualmente in fase di studio negli adulti che vivono con con HIV-1.
Dati di farmacocinetica (PK) e resistenza da HPTN 083, uno studio sperimentale di cabotegravir somministrato ogni 2-mesi per la prevenzione dell’HIV in maschi che fanno sesso con i maschi (MSM) e in donne transgender (TGW).
Kimberly Smith, M.D., MPH, Head of Research & Development di ViiV Healthcare, ha commentato: “L’innovazione alimentata dal nostro team di ricerca e sviluppo è impegnata a ridefinire ciò che è possibile sia nel trattamento sia nella prevenzione dell’HIV. I risultati che saranno presentati al congresso CROI 2021 riflettono questo obiettivo, con nuovi dati che rafforzano ulteriormente la nostra leadership nelle terapie a lunga durata d’azione per il trattamento e la prevenzione dell’HIV, così come i dati proof-of-concept della nostra pipeline precoce che esplorano un nuovo meccanismo di azione, l’inibizione della maturazione. Siamo impazienti di condividere questi risultati con la comunità HIV nel corso di CROI 2021”.
Questi gli abstract chiave che saranno presentati da ViiV Healthcare e dai suoi partner di studio a CROI 2021: Risultati alla 96 settimana dello studio ATLAS-2M che valuta la somministrazione ogni due mesi di cabotegravir e rilpivirina sperimentali rispetto ad una volta al mese per il trattamento dell’HIV-1: lo studio ATLAS-2M è stato progettato per valutare la non inferiorità e la sicurezza di cabotegravir e rilpivirina a lunga durata d’azione somministrati ogni 2 mesi rispetto alla loro somministrazione una volta al mese per il trattamento dell’HIV-1. I risultati a due anni che saranno presentati al CROI 2021 includeranno i dati di efficacia, sicurezza e tollerabilità di cabotegravir e rilpivirina, coerenti con la precedente presentazione dei dati a 48 settimane.
Esiti renali ed ossei alla settimana 48 relativi alla somministrazione ogni 2 mesi e una volta al mese di cabotegravir e rilpivirina sperimentali a lunga durata d’azione per il trattamento dell’HIV-1 nell’ambito degli studi ATLAS e ATLAS-2M: Il programma di sviluppo di fase III di cabotegravir e rilpivirina a lunga durata è stato disegnato per dimostrare l’efficacia e la sicurezza del regime somministrato una volta al mese in ATLAS e ogni 2 mesi in ATLAS-2M per il trattamento dell’HIV. I risultati che saranno presentati al CROI 2021 forniranno ulteriori approfondimenti riguardanti esiti specifici per reni ed ossa tra i partecipanti a questi studi.
Dati di farmacocinetica (PK) e resistenza dallo studio globale HPTN 083 che sta valutando cabotegravir come trattamento sperimentale per la prevenzione dell’HIV: lo studio HPTN 083 è stato disegnato per confrontrare l’efficacia e la sicurezza di cabotegravir iniettabile a lunga durata d’azione somministrato ogni 2 mesi con la PrEP (profilassi pre-esposizione) orale assunta ogni giorno tra MSM e TGW. I risultati che saranno presentati al CROI 2021 forniranno ulteriori informazioni sui sieroconvertiti, PK e resistenza.
Risultati proof-of-concept dallo studio di fase IIa sull’inibitore della maturazione GSK3640254 (GSK’254): Lo studio proof-of-concept di fase IIa è stato progettato per valutare l’attività antivirale, la sicurezza e la tollerabilità dell’inibitore della maturazione GSK’254 in somministrazione giornaliera in adulti che vivono con HIV-1. I risultati che saranno presentati al CROI 2021 forniranno il supporto per il proseguimento dello studio di questo innovativo agente antiretrovirale sperimentale.
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Coronavirus, 13.114 nuovi casi e 246 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 13.114 i nuovi casi di Coronavirus in Italia (ieri erano stati 17.455) a fronte di 170.633 tamponi effettuati, determinando un tasso di positività del 7,68%. E’ quanto riporta il bollettino del ministero della Salute. I decessi sono stati 246 nelle ultime 24 ore, in aumento rispetto ai 192 registrati ieri.
I guariti sono 10.894 e gli attuali positivi scendono a 424.333 (1.966 in meno rispetto a ieri). I ricoverati nei reparti ordinari sono 19.112, 474 in più rispetto a ieri. Le terapie intensive sono a 2.289 ricoverati (+51 unità) con 171 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare sono 402.932 persone. La regione con il maggior numero di casi è l’Emilia-Romagna (2.597), seguita da Lombardia (2.135), e Campania (1.896).
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Acqua, proteine vegetali e latticini per una dieta anti calcoli

ROMA (ITALPRESS) – Chi ha provato nella vita una colica renale racconta che è uno dei peggiori dolori immaginabili e che farebbe di tutto per evitarne un’altra. Ma perchè si formano i calcoli renali e come impedirne o rallentarne la formazione con alcuni accorgimenti dietetici? Ce lo spiega Pietro Manuel Ferraro, Responsabile UOS Terapia Conservativa della Malattia Renale Cronica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e professore associato di Nefrologia, Università Cattolica, campus di Roma, autore di due review sull’argomento, pubblicate di recente sulle riviste Nutrients e Archivos espanoles de Urologia.
“Esiste di certo una predisposizione genetica alla formazione di calcoli, ma una dieta corretta e bilanciata – afferma il professor Ferraro – può aiutare a prevenirne la comparsa. La prima regola è bere molto. Ogni bicchiere d’acqua (circa 200 ml) che beviamo, riduce la formazione di calcoli del 13%. Bere soft drink espone invece a un maggior rischio di calcoli, mentre il caffè e il succo di agrumi hanno un effetto protettivo”.
L’apporto ideale di calcio con la dieta dovrebbe essere di circa 1,2 grammi al giorno. “Un consumo ragionevole di latticini – spiega il nefrologo Ferraro – contrariamente a quanto accade con le diete povere di calcio, riduce l’assorbimento intestinale di ossalati (di cui sono ricchi molti vegetali, quali spinaci, barbabietole, patate; altre fonti sono rappresentate da frutta secca, cereali e cioccolato) e la loro escrezione con le urine. E questo protegge dalla formazione di calcoli”.
Gli ossalati insomma sono ‘pericolosì quando si parla di calcoli renali, ma è molto difficile stimarne la quantità contenuta negli alimenti, che varia molto anche a seconda delle cultivar. Molto più determinante è il loro assorbimento intestinale, influenzato dal contenuto di calcio nella dieta. Questo significa che non bisogna ridurre il consumo di vegetali, ma inserirlo in una dieta che garantisca un opportuno apporto di calcio. Anche mangiare con troppo sale, oltre a gravare su ipertensione e scompenso cardiaco, aumenta il rischio di calcoli perchè provoca una maggiore eliminazione di calcio con le urine. Motivo in più quindi per limitare il consumo di sale nella dieta.
“Mangiare tante proteine animali – aggiunge Ferraro – aumenta il rischio di calcoli renali, al contrario di quelle di origine vegetale e dei latticini; questo perchè la carne rende più ‘acidè le urine (ne abbassa il pH), aumenta l’eliminazione di calcio e riduce quella delle sostanze ‘anti-calcolì (es. citrati). Mangiare tanta carne favorisce anche la formazione di calcoli di calcio e acido urico, riducendo il pH delle urine e aumentando l’escrezione urinaria di acido urico, e questo soprattutto nelle persone con diabete e con sindrome metabolica. Il consumo di alimenti alcalinizzanti al contrario protegge efficacemente dalla formazione di calcoli grazie al loro contenuto di citrato, potassio e magnesio”.
In conclusione la dieta anti-calcoli dovrebbe essere ricca di frutta e verdura, povera di proteine animali e di sale, prevedere un apporto adeguato di fonti di calcio (es. latticini) e ricca di acqua. Caratteristiche presenti nella dieta mediterranea, ma anche in quelle vegetariane. Al contrario le diete occidentali (tipiche del Nord Europa e del Nord America) favoriscono la formazione di calcoli. “E’ comunque opportuno, nelle persone con una spiccata tendenza a formare calcoli – considera Ferraro -, eseguire una valutazione specialistica per determinare con precisione il ruolo di abitudini alimentari e di altri fattori non dietetici, per intervenire in maniera mirata”.
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Bayer, ok dell’Aifa a darolutamide per tumore prostata non metastatico

MILANO (ITALPRESS) – In Italia il tumore della prostata è il più frequente fra gli uomini, con circa 36mila nuove diagnosi stimate nel 2020. Grazie alla prevenzione e ai progressi della ricerca, è una delle neoplasie che, negli ultimi cinque anni (2015-2020), ha fatto registrare il maggior calo di mortalità (-15,6%).
Per le forme non metastatiche e resistenti alla castrazione, da oggi negli ospedali del nostro Paese è disponibile una nuova arma, darolutamide, che migliora sia la sopravvivenza globale, con una riduzione del rischio di morte del 31%, che la sopravvivenza libera da metastasi, senza compromettere la qualità di vita. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti approvato la rimborsabilità di darolutamide, inibitore orale del recettore per gli androgeni sviluppato da Bayer in collaborazione con Orion Corporation, nel trattamento del carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico (nmCRPC) ad alto rischio di sviluppare malattia metastatica.
A marzo 2020, darolutamide è stato approvato da EMA (Agenzia Europea del Farmaco) sulla base dei dati dello studio internazionale di fase 3 ARAMIS, pubblicato sul The New England Journal of Medicine, che ha valutato l’efficacia e la sicurezza del farmaco in associazione alla terapia di deprivazione androgenica (ADT), rispetto a placebo associato a ADT. Sono stati coinvolti più di 1.500 pazienti. “La neoplasia che rimane confinata all’organo ma che, trattata con terapia di deprivazione androgenica, continua a progredire senza sviluppare metastasi, anche quando il valore di testosterone nell’organismo si riduce a livelli molto bassi, è conosciuta come carcinoma prostatico resistente alla castrazione non metastatico – spiega Giario Conti, Direttore Urologia all’Ospedale S. Anna di Como e Segretario della Società Italiana di Uro-Oncologia (SIUrO) -. Questi pazienti generalmente non presentano sintomi e conducono una vita attiva”.
“Ma circa un terzo sviluppa metastasi entro due anni. Nello studio ARAMIS, gli uomini trattati con darolutamide, associato a terapia di deprivazione androgenica, hanno mostrato un miglioramento significativo della sopravvivenza globale rispetto a placebo e ADT, con una riduzione del rischio di morte del 31% e un miglioramento significativo della sopravvivenza libera da metastasi, con una mediana di 40,4 mesi rispetto a 18,4 mesi di placebo in associazione a ADT – aggiunge -. Questi risultati sono associati anche ad un profilo di sicurezza favorevole che può implementare l’aderenza terapeutica, a limitati effetti collaterali e a un ritardo del tempo alla progressione del dolore rispetto a placebo. Gli obiettivi terapeutici nel carcinoma prostatico non metastatico sono ritardare la comparsa di metastasi e prolungare la sopravvivenza globale, mantenendo invariata la qualità di vita. Risultati raggiunti da questa nuova arma”. Darolutamide, grazie alla sua struttura chimica peculiare, inibisce la crescita delle cellule di carcinoma prostatico, limitando al contempo gli effetti collaterali che impattano sulla vita quotidiana”.
“I risultati dello studio ARAMIS – afferma Orazio Caffo, direttore Oncologia all’Ospedale Santa Chiara di Trento – hanno chiaramente dimostrato come darolutamide sia un farmaco che combina in sè efficacia terapeutica e tollerabilità. In un paziente con nmCRPC avere la possibilità di dilazionare la comparsa di metastasi ha un significativo impatto sul piano psicologico. Tuttavia questo ha un rilevante impatto clinico, anche alla luce del fatto che darolutamide è in grado di prolungare la sopravvivenza globale. Tutto questo si ottiene con un farmaco con un profilo di tollerabilità assolutamente favorevole e con effetti collaterali minimi, che poco o nulla impattano sullo stile di vita di pazienti che, vista l’assenza di metastasi, sono asintomatici. La disponibilità di darolutamide offre una nuova potente opzione terapeutica efficace e ben tollerata, che consente ai clinici di rispondere ai bisogni dei pazienti che necessitano di migliorare il controllo della malattia, mantenendo una buona qualità di vita”.
“Il riconoscimento della rimborsabilità di darolutamide in Italia – afferma Marius Moscovici, responsabile Medical Affairs Oncologia di Bayer per l’Italia – conferma il nostro impegno a offrire terapie innovative che si differenziano dalle opzioni di trattamento disponibili e che rispondono a bisogni clinici insoddisfatti, migliorando così le risposte cliniche e mantenendo la qualità di vita dei pazienti nei diversi stadi del carcinoma prostatico. Il portfolio di Bayer nelle terapie per il carcinoma della prostata avanzato è un elemento cruciale degli sforzi dell’azienda in qualità di leader in oncologia e in aree chiave dell’innovazione, tra cui terapie target avanzate e terapie cellulari e genetiche, per rispondere ai bisogni dei pazienti affetti da tumore”.
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Coronavirus, 17.455 nuovi casi e 192 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 17.455 i nuovi casi di Coronavirus in Italia (ieri 18.916) a fronte di 257.024 tamponi effettuati su un totale di 40.132.887 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità di oggi. Nelle ultime 24 ore sono stati 192 i decessi (ieri 280) per un totale di 97.699 vittime da inizio pandemia. Con quelli di oggi diventano 2.925.265 i casi totali di Covid in Italia. Attualmente i positivi sono 422.367 (+10.401), 401.498 le persone in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 18.638 di cui 2.231 in terapia intensiva.
I dimessi/guariti sono 2.405.199 con un incremento di 6.847 unità nelle ultime 24 ore.
La regione con il maggior numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore è la Lombardia (3.529), seguita dall’Emilia-Romagna (2.610), Campania (2.561) e Lazio (1.341).
(ITALPRESS).

Coronavirus, 18.916 nuovi casi e 280 decessi nelle ultime 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 18.916 i nuovi casi di Coronavirus in Italia (ieri 20.499) a fronte di 323.047 tamponi effettuati su un totale di 38.875.863 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità di oggi. Nelle ultime 24 ore sono stati 280 i decessi (ieri 253) per un totale di 97.057 vittime da inizio pandemia. Con quelli di oggi diventano 2.907.825 i casi totali di Covid in Italia. Attualmente i positivi sono 411.966 (+7.302 rispetto a ieri), 391.378 le persone in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 18.372 di cui 2.216 in Terapia intensiva. I dimessi/guariti sono 2.398.352 con un incremento di 11.320 unità nelle ultime 24 ore.
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Malattie rare, diritti al centro con equità di accesso

ROMA (ITALPRESS) – “Le malattie rare sono una priorità che deve essere presente e affrontata in tutti i provvedimenti di salute pubblica, con una sua specifica rilevanza”.
Non ha dubbi Annalisa Scopinaro, presidente di UNIAMO, la Federazione delle Associazioni di Persone con Malattie Rare d’Italia, ottomila patologie per oltre un milione di pazienti dei quali il 40% ha meno di 18 anni di età.
I malati rari chiedono un’assistenza che partendo dalla diagnosi e terapia e dall’affidamento ai Centri specializzati presenti in Italia, si articoli anche sul territorio e li metta in grado di essere presi adeguatamente in carico soprattutto a domicilio, dove possano svolgere una vita quanto più di qualità sia possibile.
In questo senso un’opportunità fondamentale è quella della telemedicina, nominata da anni, ma poco sviluppata e che ora, grazie al Recovery Plan, dovrebbe avere un vero trampolino di lancio. “Accanto a tutto questo però – spiega la presidente UNIAMO – è necessaria un’assistenza di prossimità, domiciliare, per la quale c’è un altro aspetto da sviluppare: l’assistenza infermieristica. Gli infermieri – aggiunge – sono i professionisti che ci affiancano lungo tutto questo percorso di vita, perchè una volta effettuata la diagnosi e individuata la terapia adeguata sono quelli a cui noi facciamo riferimento sia nella scelta del percorso sia nelle difficoltà quotidiane dell’apprendimento della gestione dei nostri presìdi, dei nostri malati. L’infermiere è la figura che ci permette di gestire al meglio la terapia e spesso ci supporta in alcune scelte terapeutiche e sostiene la qualità di vita”.
Nella giornata delle Malattie Rare, la professione infermieristica gioca la carta della “partecipazione, coinvolgimento, confronto e condivisione. Le parole che caratterizzano l’idea di partnership che come Federazione vogliamo sempre più promuovere con le Associazioni di pazienti e cittadini e in questo caso con UNIAMO, che fa parte della nostra Consulta specifica”, ha detto Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI).
“E’ un valore e una straordinaria opportunità – ha aggiunto – che gli infermieri hanno per centrare sempre più l’agire quotidiano e la politica professionale sui veri bisogni, anche e soprattutto grazie alla figura dell’infermiere di famiglia e comunità, definito per legge, ma che ora si deve sviluppare ed essere presente in tutte le Regioni, con effetti diretti e positivi sulla qualità dell’assistenza garantita ai cittadini e sulla tenuta del Ssn. Questo grazie alla professionalità e alla specializzazione degli infermieri, per essere accanto ai cittadini anche con tutto il supporto necessario delle tecnologie come la telemedicina, appunto. E’ il nostro Codice deontologico che lo prescrive: il tempo di relazione è tempo di cura. E nel caso delle malattie rare la relazione è essenziale non solo per chi è assistito, ma anche per chi gli è vicino”.
“Il miglior modo da parte delle Istituzioni per celebrare questa giornata così importante per la comunità dei malati rari – sottolinea Tonino Aceti, Presidente di Salutequità, organizzazione indipendente per la valutazione della qualità delle politiche per la salute – dovrebbe essere innanzitutto quella di onorare gli impegni presi e rimettere al centro delle politiche sanitarie l’equità di accesso, a partire dal rendere finalmente esigibili su tutto il territorio nazionale i Nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) che a distanza di quattro anni sono ancora in gran parte solo sulla carta. Non sono infatti ancora esigibili in tutte le Regioni quelle prestazioni anche innovative inserite nel nuovo Nomenclatore della protesica e quello della specialistica ambulatoriale a causa della mancata emanazione del Decreto Tariffe, che invece sarebbe dovuta avvenire per legge entro il 28 febbraio 2018, cioè 3 anni fa. Queste inadempienze – aggiunge Aceti – hanno un impatto diretto sull’accessibilità e la qualità delle cure, ma anche sulla spesa sostenuta direttamente dalle famiglie. La pandemia in corso da più di un anno non può mandare in lockdown le altre malattie e i diritti dei pazienti non Covid, anzi su questo le Istituzioni hanno l’obbligo di cambiare passo subito e davvero”.
(ITALPRESS).