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Intervento record al Gemelli, asportato grande tumore in endoscopia

ROMA (ITALPRESS) – Si chiama Dissezione Endoscopica Sottomucosa (Endoscopic Submucosal Dissection, ESD) ed è una tecnica di chirurgia endoscopica avanzata, messa a punto in Giappone una ventina d’anni fa. Da allora viene comunemente utilizzata in oriente per il trattamento dei tumori dello stomaco in fase iniziale, mentre è poco utilizzata in Occidente, per la scarsità di esperti e di possibilità di training. Per questo, Federico Barbaro, giovane chirurgo di 37 anni, Dirigente medico presso l’UOC di Endoscopia Digestiva Chirurgica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, diretta dal professor Guido Costamagna, per impararla ha fatto un periodo di formazione presso lo University Medical Center di Yokohama, dal professor Kingo Hirasawa, un’autorità in materia.
Un intervento straordinario. A beneficiarne, qualche giorno fa, è stato un uomo di 65 anni, con un enorme tumore del retto, a crescita superficiale (laterally spreading tumor). Una estesa lesione precancerosa, altrimenti destinata a un intervento chirurgico tradizionale demolitivo di asportazione del retto e confezionamento di una colostomia (il cosiddetto ‘sacchettò). L’intervento, durato quasi 10 ore (580 minuti), è stato effettuato dal dottor Federico Barbaro, con il paziente in sedazione profonda e respiro spontaneo (il paziente non era intubato). Dimesso dopo 4 giorni, il paziente sta bene e verrà ora sottoposto ad un ciclo di radioterapia adiuvante per completare il trattamento e ridurre al massimo il rischio di metastasi.
Il sessantenne si era recato dal suo medico per disturbi insorti da qualche mese: abbondante perdita di muco, accompagnata sporadicamente da sangue nelle feci e potassio a livelli sempre più bassi nelle analisi del sangue. La rettoscopia aveva evidenziato la presenza di questa enorme lesione che, per arrivare a queste dimensioni, impiega anni.
“Rispetto alle altre tecniche di resezione endoscopica – spiega il dottor Barbaro, Dirigente Medico di I Livello – UOC Endoscopia Digestiva Chirurgica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – – la ESD offre il vantaggio di consentire una resezione delle lesioni neoplastiche superficiali del tratto gastro-intestinale, di qualsiasi dimensione, in un unico grosso frammento, avvicinando in questo modo l’endoscopia alla chirurgia. Questo rende possibile un’accurata valutazione circa la presenza o meno di fattori di rischio di invasività, che permette di giudicare se l’intervento eseguito è stato radicale e quindi se è stato curativo o meno. Asportare questa lesione con una tecnica endoscopica tradizionale, cioè in tanti frammenti, non consentirebbe un’analisi istopatologica accurata; per questo il paziente sarebbe stato di norma avviato ad un intervento di radicalizzazione chirurgica, consistente nell’asportazione del retto e ad una colostomia definitiva, cioè al confezionamento di un ‘sacchettò (intervento di Miles), con un enorme impatto sulla sua qualità di vita. Con la ESD siamo riusciti invece a preservare l’organo e la sua funzione. I rischi di questo intervento nel breve termine sono l’emorragia post-procedurale e la perforazione; nel lungo termine il paziente va monitorato per il rischio di una stenosi cicatriziale, che può essere comunque risolta con dilatazioni endoscopiche”.
Questo intervento è stato eccezionale per le dimensioni del pezzo resecato, tra i più grandi (il più grande in assoluto tra quelli riportati in letteratura scientifica) mai asportati finora al mondo.
La tecnica ESD. Per effettuarlo, oltre all’endoscopio, vengono utilizzati un ago per iniettare nella sottomucosa una sostanza ‘liftantè, che scolla la lesione mucosa dai piani profondi, evitando così di danneggiarli, e un ‘endo-knifè, una sorta di mini-bisturi, che incide e disseca la lesione mucosa, pian piano, fino all’asportazione in blocco del tumore. L’intervento si è avvalso inoltre di tecniche di endoscopia potenziata, che consentono di magnificare enormemente le immagini, aumentandone la risoluzione. “Questo – spiega il dottor Barbaro – consente di studiare in dettaglio la struttura superficiale della lesione (sia il disegno ghiandolare, che vascolare). Ma siamo ancora lontani da una caratterizzazione precisa delle lesione, anche se un grande aiuto in tal senso sta arrivando dall’intelligenza artificiale che, associata all’endoscopia potenziata, affina le capacità di individuare le lesioni precancerose, tema molto ‘caldò nella prevenzione dei tumori”.
Importanza dello screening endoscopico per le neoplasie del colon retto
In Italia un uomo su 12 e una donna su 19 svilupperanno un cancro del colon retto nell’arco della vita. “Le lesioni neoplastiche del colon e del retto – afferma il dottor Lucio Petruzziello, Responsabile della UOS Endoscopia Colorettale e Screening del Cancro Colorettale, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – possono essere individuate e rimosse in fase iniziale grazie allo screening del cancro colorettale, uno dei tre screening tumorali effettuati in Italia, secondo le linee guida ministeriali (gli altri due sono quello della mammella e quello della cervice uterina) e l’unico ad interessare sia donne che uomini”.
Le note dolenti: manca un DRG adeguato per questi interventi innovativi
“Non esiste, ad oggi, un corrispettivo economico adeguato per questi interventi innovativi, che risparmiano ai pazienti una chirurgia demolitiva – afferma il professor Guido Costamagna, Direttore UOC Endoscopia Digestiva Chirurgica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Chirurgia dell’Università Cattolica, campus di Roma – Nonostante la spesa per il ricovero, la sala endoscopica, il personale, gli strumenti e gli accessori che si utilizzano in queste procedure, una ESD come quella descritta, viene ad oggi remunerata come una banale polipectomia ambulatoriale. Attualmente dunque queste prestazioni possono essere garantite al paziente solo se la struttura ospedaliera se ne prende carico e impiega risorse proprie, poichè le Regioni e lo Stato non hanno ancora fissato rimborsi adeguati”.
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#GoGreen, Bayer rende sostenibile la farmacia

ROMA (ITALPRESS) – #GoGreen è il progetto promosso dalla divisione Consumer Health di Bayer, partner delle farmacie su tutto il territorio italiano, in favore della sostenibilità. Dei 400 milioni di tonnellate di carta e cartone prodotte nel mondo, oltre la metà viene utilizzato per imballare e confezionare prodotti. Per non parlare della plastica che contiene additivi in grado di farla durare almeno 400 anni prima di degradarsi.
Parte dalla consapevolezza di questi dati il progetto Bayer che ha permesso di realizzare dal 2020 tutti i materiali destinati alle farmacie in modalità 100% eco-friendly, su carta e cartoncino riciclabili e plastic-free, grazie ad una particolare stampa digitale con inchiostri all’acqua. Un primo passo verso un contributo concreto per ridurre gli sprechi e proteggere l’ambiente.
Il progetto è partito dallo studio di una serie di alternative relative a materie prime e processi in grado di rendere ogni singolo espositore ecosostenibile, rispondendo al tempo stesso alle esigenze produttive e qualitative di Bayer. #GoGreen è stato applicato sia a materiali in carta e cartone che ai materiali durevoli per tutte le farmacie, tutti identificati da un logo creato ad hoc e forniti con istruzioni per il riciclo.
“Solo nel 2019 abbiamo prodotto 100.000 espositori, 300.000 leaflet e locandine, 10.000 portacampioni. Numeri impressionanti che hanno rappresentato un primo concreto passo da cui partire”, ha commentato Heiko Petersen, a capo della divisione Consumer Health di Bayer Italia.
Ecco i risultati del primo anno di sperimentazione di #GoGreen: 65% di alberi tagliati in meno: grazie all’utilizzo di carta e cartoncino proveniente da fibre riciclate e non vergini, sono stati salvati 849 alberi, equivalenti a circa un ettaro di bosco; 76% di tonnellate di CO2 in meno disperse nell’ambiente: utilizzando carta e cartoncino riciclato si è ridotto di 173 tonnellate di CO2, equivalenti al consumo necessario per riscaldare 80 appartamenti tradizionali per un interno anno;
9,5% di acqua consumata in meno: carta e cartone riciclato hanno consentito di ridurre lo spreco di acqua di 0,72 milioni di litri, equivalenti a quasi 5.000 vasche da bagno.
“La sostenibilità vuole essere al centro delle nostre attività lungo tutta la filiera e siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti già nel primo anno di vita di #GoGreen. Il nostro obittivo è di continuare a percorrere questa strada”, ha aggiunto Petersen.
L’iniziativa proseguirà anche per il 2021 e si inserirà nel panorama più ampio delle iniziative intraprese da Bayer per ridurre il proprio impatto ambientale lungo tutta la catena del valore.
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L’incognita varianti scuote l’Europa

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Mentre va avanti la campagna di vaccinazione contro il Coronavirus, l’attenzione verso le varianti resta alta. Diversi paesi europei stanno adottando delle contromisure per contenere una maggiore diffusione del contagio spinta da varianti che hanno reso più trasmissibile il Coronavirus, come quella più diffusa sin qui e definita “inglese”. Secondo una prima indagine dell’Istituto superiore di sanità, in Italia la variante inglese è presente nel 17,8% dei casi ed è prevedibile che possa diventare quella prevalente nelle prossime settimane, forse entro fine marzo. Alcune regioni del centro Italia come Abruzzo e Molise stanno sperimentando l’effetto della variante, con un aumento improvviso dei contagi e delle ospedalizzazioni. Sono stati notificati anche alcuni casi di variante brasiliana e sudafricana, quelle che preoccupano di più per la loro probabile capacità di diminuire l’efficacia dei vaccini. Questo ha spinto alcuni presidenti di regione a chiedere misure più stringenti al Governo. In più, in Campania, una persona di ritorno dall’Africa è stata trovata positiva a una variante (con sigla B.1.525) mai vista prima in Italia e che presenta caratteristiche simili proprio alle varianti sudafricana e brasiliana, la mutazione E484K, che potrebbe portare a una riduzione dell’efficacia dei vaccini.

Il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie nel suo ultimo report sulla sorveglianza delle varianti ha avvertito che “nonostante la maggior parte dei Paesi stia attualmente assistendo a un calo delle infezioni complessive, una maggiore diffusione delle nuove varianti SARS-CoV-2 identificate per la prima volta nel Regno Unito (B.1.1.7), Sud Africa (B.1.351) e il Brasile (P.1) ha sollevato preoccupazioni. Dal 21 gennaio, i paesi dell’UE hanno osservato un aumento sostanziale del numero e della proporzione di casi della variante B.1.1.7. Anche la variante B.1.351 è stata sempre più segnalata, spesso, ma non solo, in collegamento a viaggi ed è stata anche associata a focolai. La variante P.1 è stata finora riportata a livelli inferiori, forse perché legata principalmente a viaggi in Brasile, da dove sembra diffondersi”.

L’Ecdc, Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha riferito che solo quattro Paesi hanno dichiarato di sequenziare oltre il 10% dei campioni positivi al SARS-CoV-2 per rilevare le varianti, mentre gli altri non hanno soddisfatto la raccomandazione di un tasso di sequenziamento del 5-10%. A questo proposito la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato l’“HERA Incubator”, il piano dell’UE per contrastare le varianti. Sarà un partenariato pubblico-privato, in cui si condivideranno le conoscenze di ricercatori, aziende biotecnologiche, produttori, settore sanitario, autorità pubbliche e regolatori. La Commissione fornirà almeno 75 mln di euro di finanziamenti per lo sviluppo di test specifici e per sostenere il sequenziamento genomico, e 150 milioni di euro per intensificare la ricerca e lo scambio di dati sulle mutazioni.

Inoltre, la Commissione Europea aveva auspicato decisioni comuni tra gli Stati membri su eventuali chiusure dei confini, scoraggiate per garantire il funzionamento del Mercato unico. Ma alcuni Stati dell’area Schengen stanno andando per conto proprio. Belgio, Norvegia, Spagna, Austria, Ungheria, Finlandia, Danimarca e Germania hanno introdotto controlli ai confini per evitare la diffusione del Coronavirus e delle sue varianti con test a chiunque transiti in entrata. La Germania in particolare ha rafforzato i controlli al confine con la regione austriaca del Tirolo dopo che un numero considerevole di contagi (295) è stato collegato alla variante sudafricana. Anche i controlli alla frontiera con la Repubblica Ceca sono stati rafforzati con inevitabili rallentamenti al traffico.

L’Unione internazionale del trasporto su strada ha scritto una lettera alla cancelliera tedesca Angela Merkel per evidenziare i disagi dei trasportatori, invitando a rispettare l’impegno preso in sede europea di tenere i confini aperti. Anche la Commissione europea ha espresso perplessità sulla decisione: “Il virus non si lascerà fermare dalle frontiere chiuse – ha commentato al quotidiano tedesco Augsburger Allgemeine il commissario europeo alla Salute Stella Kyriakides – Solo i vaccini e le precauzioni sanitarie aiutano, secondo me è sbagliato tornare in un’Europa dai confini chiusi” ha aggiunto. “La Commissione ha commesso abbastanza errori – la risposta del ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer alla Bild – Dovrebbe sostenerci piuttosto che ostacolarci con i suoi consigli”.

La Germania ha di recente esteso il lockdown fino al 7 marzo. L’obiettivo è di scendere fino a 35 nuovi casi ogni 100mila abitanti a settimana prima di consentire la riapertura di negozi, musei e altre attività. Nonostante il prolungamento delle misure di contenimento però i casi non accennano a diminuire e si attestano ancora a 60 casi ogni 100mila abitanti. Gli esperti attribuiscono l’aumento alla diffusione delle del Coronavirus molto più contagiose.

Vaccini in azienda, Confapi: “Bene aperture su nostra proposta”

ROMA (ITALPRESS) – “Solo la più ampia e rapida copertura della campagna vaccinale contro il Covid-19 consentirà al sistema produttivo e alla società italiana di ripartire. Coniugare salute e lavoro è possibile, per questo Confapi già a dicembre ha proposto di impegnare le aziende nella vaccinazione dei lavoratori, in collaborazione con medici del lavoro, scrivendo una lettera all’allora Capo del Governo Conte, ai suoi Ministri, al Commissario Arcuri e ai Segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Una disponibilità ribadita anche al Presidente del Consiglio Mario Draghi in sede di consultazioni. Per questo la Confederazione accoglie con viva soddisfazione l’apertura in questa direzione manifestata anche da altre organizzazioni datoriali, come Confindustria. Con l’alleanza salute e lavoro l’Italia può ripartire, le piccole e medie industrie private di Confapi sono pronte come sempre a fare la loro parte”. Così una nota di Confapi, Confederazione della piccola e media industria italiana (nella foto il presidente Maurizio Casasco).
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Lotta al Covid, una giornata per dire “Grazie” ai camici bianchi

ROMA (ITALPRESS) – Si celebra il 20 febbraio la Giornata nazionale dei professionisti sanitari, sociosanitari, socioassistenziali e del volontariato. Proposta dal regista Ferzan Ozpetek e dal presidente della Siae Mogol e istituita dal Parlamento con una legge approvata – su input del presidente del Senato Elisabetta Casellati – in via definitiva e all’unanimità, lo scorso 4 novembre, da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato, riunita in sede deliberante, la Giornata è pensata come un “momento per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Coronavirus nell’anno 2020”. A Roma si è svolta una cerimonia presso la sede della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo).
“Doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psico-fisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della persona”. E’ l’incipit dell’articolo 3 del Codice di Deontologia medica ad essere inciso sulla targa in memoria dei 326 medici e odontoiatri caduti per il Covid, affissa presso la sede della Fnomceo. A svelare la targa commemorativa, la presidente del Senato, Elisabetta Casellati, alla presenza del presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico, del ministro della Salute, Roberto Speranza, del presidente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia, del presidente della Fnomceo, Filippo Anelli e di un picchetto d’onore dell’Esercito italiano. Presenti anche l’attore Enrico Lo Verso che ha letto alcuni brani e intermezzi musicali del tenore Francesco Zingariello, accompagnato da un quartetto d’archi. In parallelo alla cerimonia di Roma, si è svolta una celebrazione analoga celebrazione a Codogno, presso l’ospedale civico, dove proprio il 20 febbraio del 2020, fu individuato il “paziente 1”, ed è stata scoperta una seconda targa, offerta dalla Fnomceo e dal Comitato Permanente dei Medici Europei (CPME) in memoria di tutti gli operatori sanitari d’Europa.
“Le parole del nostro Codice deontologico, del nostro Giuramento, sono state scelte una a una, con cura e ponderazione, per rappresentare, in maniera pregnante, i nostri valori etici: i precetti che, come medici, ci autoimponiamo per regolare e indirizzare l’esercizio della Professione”, ha affermato Anelli. “E’ durante la pandemia di Covid, però, che tali parole hanno preso vita, si sono incarnate in tutti i nostri colleghi che hanno compiuto, in silenzio e lontano dai clamori, il loro dovere di tutelare la salute, sino all’estremo sacrificio – ha proseguito – Sono, ad oggi, 326 i medici e gli odontoiatri che hanno perso la vita, contagiati dal Covid”.
Poi il presidente Anelli ha spiegato che “è doveroso, per noi, ricordare il loro sacrificio proprio attraverso le parole del Codice; è importante che i nostri concittadini, almeno una volta l’anno, si fermino a riflettere sull’importanza della professione medica e delle professioni sanitarie, quali garanti dei diritti e fautrici della ‘democrazia del bene – ha concluso il presidente Fnomceo -. E’ significativo che le Istituzioni, dopo aver fortemente voluto la Giornata, siano insieme a noi a celebrarla, come segno tangibile di gratitudine e di vicinanza: anche noi siamo grati a loro per condividere il peso e l’onore della memoria. Memoria che richiama tutti noi al dovere di garantire la sicurezza dei nostri operatori, diritto innegabile di ogni lavoratore e presupposto, per quanto riguarda la sanità, della sicurezza delle cure”.
“Il nostro sistema sanitario nazionale, pur tra le tante difficoltà – scrive in un messaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella -, sta fronteggiando una prova senza precedenti e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare e su cui investire, a tutela dell’intera collettività. Per queste ragioni rivolgo, a nome di tutti gli Italiani, un saluto riconoscente a tutto il personale sanitario ed esprimo commossa vicinanza ai familiari dei caduti per la salvaguardia della salute di tutti noi”.
Un messaggio anche da Papa Francesco, per il quale “l’esempio di tanti nostri fratelli e sorelle, che hanno messo a repentaglio la propria vita fino a perderla, suscita in tutti noi viva gratitudine ed è motivo di riflessione”.
“Bisogna ridare ossigeno alle aziende e mettere in sicurezza il Paese perchè senza salute non c’è ripresa economica”, ha sottolineato il presidente del Senato, Casellati, mentre per il presidente della Camera, Fico, “dobbiamo investire con lungimiranza e passionalità affinchè tutti possano sentirsi parte di un sistema pubblico fondamentale per i cittadini”.
“Dobbiamo aprire una nuova stagione di investimenti sul Servizio Sanitario Nazionale, che è davvero la meta più preziosa che abbiamo e dobbiamo investire con tutte le energie di cui disponiamo”, ha evidenziato il ministro della Salute, Speranza.
“Questa pandemia mi ha lasciato purtroppo molti amici che non ci sono più, la solitudine che abbiamo vissuto tutti chiusi in casa e la speranza che questo virus possa essere sterminato completamente, cosa che avverrà gradualmente. L’importante è che tutti rimaniamo molto attenti”, ha detto il presidente della Siae, Giulio Rapetti Mogol.
(ITALPRESS).

 

Coronavirus, 14.931 nuovi casi e 251 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 14.931 i nuovi casi di Coronavirus in Italia (ieri 15.479) a fronte di 306.078 tamponi effettuati su un totale di 37.807.953 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità di oggi. Nelle ultime 24 ore sono stati 251 i decessi per un totale di 95.486 vittime da inizio pandemia. Con quelli di oggi diventano 2.795.796 i casi totali di Covid in Italia. Attualmente i positivi sono 384.623 (+2.175 rispetto a ieri), 364.835 le persone in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 17.725 di cui 2.063 in terapia intensiva. I dimessi/guariti sono 2.315.687 con un incremento di 12.488 unità nelle ultime 24 ore.
La regione con il maggior numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore rimane la Lombardia (3.019), seguita dall’Emilia-Romagna (1.724), Campania (1.677), Veneto (1.244) e Toscana (953).
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Vaccino, due week end dedicati al personale dell’Università di Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – Ha preso il via la campagna vaccinale contro il Covid dedicata al personale docente e tecnico amministrativo e bibliotecario dell’Università di Palermo. Si continuerà anche il prossimo week end: 27 e 28 febbraio.
Oggi, presso il centro vaccinale del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo, nei locali dell’istituto di Igiene – a ricevere le prime dosi del vaccino Astra Zeneca sono stati i docenti e il personale tecnico amministrativo e bibliotecario che a partire dall’8 marzo saranno impegnati nelle attività didattiche in presenza, e pertanto invitati prioritariamente a manifestare la propria volontà in ordine alla somministrazione. Si tratta di coloro che hanno dato l’adesione e rientrano nella fascia di età tra i 18 e i 65 anni. La programmazione della campagna ha, infatti, tenuto conto fin dalle prime fasi di definizione delle recenti indicazioni fornite dall’AIFA.
Per tale vaccino, costituito da un adenovirus vettore, sono previste due dosi come per quelli ad mRNA ma la seconda, contrariamente agli altri, si farà a distanza di tre mesi; chi riceverà la somministrazione in questi giorni, dunque, effettuerà la seconda nel mese di maggio.
La protezione è garantita dopo 12-15 giorni dalla prima dose e si attesta al 73% (100% contro le forme di COVID severe). Sale all’81% dopo la seconda dose.
Sono già arrivate le prime 1500 dosi del vaccino AstraZeneca e la prossima settimana ci saranno le ulteriori consegne per arrivare a vaccinare i circa 3000 dipendenti di Unipa (di cui circa 400 si sono vaccinati nelle prime settimane della campagna in quanto dipendenti della AOU Policlinico o comunque in quanto frequentano l’Azienda per attività di ricerca o laboratoristiche).
Due Week End V-days, soprattutto il secondo con due giornate di lavoro su 12 ore con 10 postazioni che permetteranno di raggiungere un risultato “storico” per un singolo centro vaccinale Regionale non afferente alle Aziende Sanitarie Provinciali ovvero quello di 1000 slot di somministrazione vaccinale al giorno.
Sabato 27 e domenica 28 febbraio 2021 presso l’Edificio 19 (campus universitario di viale delle Scienze) la campagna vaccinale sarà rivolta con la somministrazione del vaccino a tutte le restanti unità di personale “under 65” (docenti, ricercatori, assegnisti di ricerca, docenti a contratto e personale tecnico amministrativo e bibliotecario).
Nei mesi successivi, secondo la tempistica prevista dal piano vaccinale predisposto dalle Autorità competenti a livello nazionale e regionale, la campagna sarà estesa alla popolazione studentesca.
I V-days organizzati e promossi grazie alla sinergia costruttiva tra l’Università di Palermo e il Policlinico “Paolo Giaccone” sono volti a favorire e implementare la prevenzione nella popolazione che ogni giorno vive le strutture universitarie. Il personale dell’Ateneo palermitano supporterà gli operatori dell’azienda ospedaliera universitaria per favorire lo svolgimento di tutte le attività logistiche e amministrative che caratterizzano la fase vaccinale.
Anche in questo caso coloro che riceveranno il vaccino potranno contare sulla presenza di personale medico specializzato della UOC Epidemiologia Clinica con Registro Tumori di Palermo e Provincia diretta dal Prof. Francesco Vitale e della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva, che li assisterà in caso di necessità nella sala adibita per l’osservazione breve post vaccino.
“Come azienda ospedaliera universitaria – ha detto il Commissario del Policlinico ‘Paolo Giacconè Alessandro Caltagirone – riteniamo che il coinvolgimento della popolazione del nostro ateneo di riferimento sia un’azione importante, parte di un processo comune di salute e interesse pubblico. L’obiettivo è favorire lo svolgimento delle attività di didattica e ricerca in sicurezza, ma anche rafforzare le misure di protezione e prevenzione in favore di coloro che operano negli ambiti e nei luoghi di lavoro afferenti sia alla Scuola di Medicina e Chirurgia sia, in generale, all’Università degli Studi di Palermo”.
“L’avvio di questa campagna vaccinale – ha sottolineato il Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, Fabrizio Micari – ci dà il senso della rilevanza della sinergia con il nostro Policlinico, parte fondamentale della realtà universitaria, con cui abbiamo lavorato intensamente affinchè il personale docente e tecnico amministrativo e bibliotecario del nostro Ateneo potesse accedere nel più breve tempo possibile all’importante opportunità del vaccino”.
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Mattarella “Riconoscenti al personale sanitario in prima linea”

ROMA (ITALPRESS) – “La prima Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato costituisce una importante occasione per rinnovare la più profonda riconoscenza del Paese verso tutti coloro che con professionalità e abnegazione si sono trovati, e tuttora si trovano, in prima linea nel fronteggiare l’emergenza pandemica che, a distanza di poco più di un anno dalla sua comparsa, ancora ci affligge”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli.
“Fin dall’inizio della diffusione del virus, il personale sanitario – aggiunge il Capo dello Stato – si è dimostrato all’altezza di una minaccia di così vasta portata, impegnandosi al meglio, con tutti gli strumenti a disposizione, al fine di evitare che l’epidemia precipitasse in una catastrofe irreversibile”.
“E’ stato un impegno – sottolinea Mattarella – contrassegnato da difficoltà e sofferenze: moltissimi operatori hanno contratto il virus e tante sono le vittime che abbiamo dovuto piangere tra medici e infermieri. Soprattutto a loro va dedicata questa Giornata”.
“Il nostro sistema sanitario nazionale, pur tra le tante difficoltà – aggiunge il Capo dello Stato -, sta fronteggiando una prova senza precedenti e si dimostra più che mai un patrimonio da preservare e su cui investire, a tutela dell’intera collettività. Per queste ragioni rivolgo, a nome di tutti gli Italiani, un saluto riconoscente a tutto il personale sanitario ed esprimo commossa vicinanza ai familiari dei caduti per la salvaguardia della salute di tutti noi”.
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