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Pfizer, da Commissione Ue via libera a vaccino contro pneumococco

NEW YORK (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Pfizer ha annunciato che la Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione all’immissione in commercio per il vaccino coniugato pneumococcico 20-valente dell’azienda, commercializzato nell’Unione Europea con il marchio Prevenar 20, per l’immunizzazione attiva per la prevenzione della malattia invasiva, della polmonite e dell’otite media acuta causate da Streptococcus pneumoniae nei neonati, nei bambini e negli adolescenti di età compresa tra 6 settimane e i 18 anni.
“L’autorizzazione della CE concessa a Prevenar 20 per neonati e bambini rappresenta un’opportunità significativa per migliorare la salute pubblica, contribuendo a proteggere dai 20 sierotipi responsabili della maggior parte delle malattie pneumococciche attualmente in circolazione nell’UE”, ha dichiarato Alexandre de Germay, Chief International Commercial Officer, Executive Vice President di Pfizer.
“Prevenar 20 è il risultato dell’impegno decennale di Pfizer nello sviluppo di vaccini che aiutino a prevenire le infezioni potenzialmente letali e siamo orgogliosi di essere in grado oggi di fornire la più ampia copertura sierotipica di qualsiasi altro vaccino pneumococcico coniugato per i bambini in Europa”.
L’autorizzazione odierna segue il recente parere positivo del Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali. L’autorizzazione è valida in tutti i 27 Stati membri dell’UE più Islanda, Lichtenstein e Norvegia. Fa inoltre seguito all’approvazione di Prevenar 20 per neonati e bambini da parte della Food and Drug Administration (FDA) statunitense nell’aprile 2023 e alle approvazioni in diversi altri Paesi, tra cui Canada, Australia e Brasile. Le domande di autorizzazione per Prevenar 20 per l’indicazione pediatrica sono state presentate in altri Paesi del mondo.
L’autorizzazione della Commissione Europea per Prevenar 20 si basa sulle evidenze del programma di studi clinici di Fase 3 che include quattro studi pediatrici di base (NCT04546425, NCT04382326, NCT04379713, NCT04642079), che hanno contribuito ad ampliare i dati sulla sicurezza, tollerabilità e immunogenicità del vaccino. Questi studi hanno complessivamente arruolato più di 4.700 neonati e 800 bambini di tutte le età.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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A Milano la prima edizione del Salone Professionale di Fisioterapia

MILANO (ITALPRESS) – Fino al 10 marzo si tiene all’Allianz MICO FIF-Milano, Salone Professionale di Fisioterapia. Un momento importante di confronto tra professionisti del settore e occasione per esperti e visitatori di conoscere gli ultimi ritrovati tecnologici nel settore.
“Ci troviamo di fronte alla prima manifestazione italiana di questa importante fiera, replica di edizioni prestigiose svolte in Spagna. I numeri di questa prima edizione sono importanti: in queste tre giornate prevediamo l’affluenza di circa 5mila fisioterapisti, mentre per gli espositori abbiamo un totale di 98 marche diverse provenienti dall’Italia e dall’estero”, ha spiegato Juan Carlos Ghezzi, socio organizzatore per l’Italia di FIF Milano 2024.
Oltre agli stand espositivi, la fiera offre un palinsesto molto ricco di conferenze e workshop.
Tra i tanti eventi in programma, OFI-Ordine dei Fisioterapisti di Milano ha organizzato due incontri formativi dal titolo “Terapia invasiva e strumentazioni avanzate per la fisioterapia: orientarsi nella normativa”. Il tema è il punto di partenza per un approfondimento che continuerà in occasione della Milano Fisio Week in programma dal 24 maggio al primo giugno e a seguire il 7-8 settembre, giornate cruciali per discutere delle terapie ai confini della professione fisioterapica.
Per il presidente dell’Ordine Fisioterapisti Interprovinciale di Milano Angelo Mazzali “la nostra presenza a questa importante fiera è molto strategica per la professione. Per noi è fondamentale perchè l’aspetto commerciale non può essere separato da quello della nostra professione ma soprattutto perchè questo è un luogo di aggregazione dei liberi professionisti”.
“Pensiamo spesso al fisioterapista come una figura all’interno di un contesto ospedaliero ma più del 50% dei nostri colleghi sono liberi professionisti. Diventa quindi fondamentale avere un luogo dove ci si trova e ci si può confrontare”, ha aggiunto Mazzali sottolineando come un evento quale il Salone Professionale di Fisioterapia sia “una bellissima iniziativa che ci permette di restare vicino ai nostri iscritti a quello che è il mondo della libera professione”.
Fonte foto: fermo immagine video Italpress
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Open day contro l’endometriosi al Garibaldi Nesima di Catania

CATANIA (ITALPRESS) – Grande successo stamattina per l’Open Day contro l’Endometriosi al Garibaldi-Nesima di Catania, organizzato dal Centro Regionale Endometriosi dell’ARNAS Garibaldi, dalla Fondazione Salute e Cultura e dall’Associazione Progetto Endometriosi, in collaborazione con l’Assessorato Regionale alla Salute.
Dalle nove del mattino fino al pomeriggio, grazie ad un percorso ormai collaudato, decine di pazienti sono giunte al presidio di via Palermo per sottoporsi alle visite gratuite messe a disposizione dall’Unità di Ostetrica e Ginecologia, ricevendo risposte adeguate circa il proprio stato di salute.
“Si tratta di un evento – ha detto il Commissario Straordinario dell’Arnas Garibaldi, Giuseppe Giammanco – a cui la nostra azienda ha aderito con grande entusiasmo e che cercheremo di ripetere in altre occasioni, cercando di venire incontro ulteriormente a chi soffre di questa fastidiosissima patologia, ancora poco conosciuta e spesso non compresa”.
Le visite sono state effettuate gratuitamente e senza alcun bisogno di ricetta medica, secondo un protocollo di accesso che si riferisce alla legge regionale numero 27 del 2019.
“Queste giornate – ha accennato Chiara Catalano, volontaria dell’Associazione Progetto Endometriosi – servono ad impiantare nelle donne il seme della consapevolezza, ma anche quello del trattamento multidisciplinare dell’endometriosi. Avere a disposizione un ambulatorio dedicato al Garibaldi è di grande importanza per tutta la comunità”.
Un ruolo fondamentale per la riuscita dell’odierno Open Day è stato quello del Dipartimento Materno-Infantile, diretto dal Prof. Giuseppe Ettore, il quale ha messo a disposizione delle donne intervenute numerosi consigli da seguire.
“A fronte di alcuni sintomi importanti, – ha ricordato – quali ad esempio il dolore perseverante durante e dopo il ciclo mestruale, serve un immediato approfondimento attraverso una visita adeguata, una ecografia e, se necessario, una risonanza magnetica. La diagnosi precoce, in questi casi è fondamentale, così come affidarsi a un team specializzato in grado di fornire le giuste risposte assistenziali”.
Il Progetto è stato reso possibile grazie al supporto e alla disponibilità dei dirigenti medici Marco D’Asta, Emanuele Russo, Nicolò La Ferrera, Marta Grazia Li Destri, e Carla Ettore, quest’ultima responsabile dell’ambulatorio PMA; del radiologo Antonino Vallone; della fisiatra Maura Pedotti; della fisioterapista Giusi Lizio; della psicologa Damiana Tomasello; e dei coordinatori IP Antonella D’Ignoti e Cristina Longhitano.
– foto ufficio stampa Arnas Garibaldi di Catania –
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Schifani “Via libera al progetto per il Polo pediatrico di Palermo”

PALERMO (ITALPRESS) – Il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani esprime soddisfazione per il via libera, da parte del Consiglio nazionale dei lavori pubblici, al progetto per la realizzazione a Palermo del nuovo Polo pediatrico. “Finalmente – afferma Schifani, che stamattina ha fatto un sopralluogo in contrada Malatacca, dove sorgerà il Centro – dopo un iter articolato per sbloccare questa importante opera, ferma dal 2017, anche l’ultimo passaggio è stato compiuto. Fin dall’insediamento, il mio governo ha lavorato per fare ripartire l’iter di realizzazione di una struttura sanitaria di eccellenza materno infantile che rischiava di restare l’ennesima incompiuta, essenziale per la cura dei bambini e porre così fine ai viaggi della speranza”. Il cantiere era fermo ormai da sei anni a causa del fallimento della ditta che si era aggiudicata l’appalto. Il pool di professionisti che ha curato la progettazione, in quattro mesi ha aggiornato il documento, per adeguarlo alle nuove esigenze, e adesso, dopo avere recuperato un ulteriore finanziamento di 120 milioni di euro, entro l’estate sarà pubblicata la gara d’appalto.

foto: ufficio stampa Regione Siciliana

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Professioni sanitarie, progressi nell’approccio di genere ma non basta

TORINO (ITALPRESS) – Una sempre maggiore consapevolezza, ma anche ancora delle gravi lacune e tanta strada da fare per la parità di genere. E’ quanto emerge dall’indagine del progetto “SeGeA – Sex gender approach” promosso dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (FNO TSRM e PSTRP), che ha cercato di fare il punto sulle questioni di genere nell’ambito professionale e sulla necessità di implementare una maggiore consapevolezza per la medicina di genere. “Dall’analisi dei dati – ha dichiarato Teresa Calandra, Presidente FNO TSRM e PSTRP – emerge che c’è una scarsa attenzione alla medicina di genere anche tra le professioni sanitarie e questo è sostanzialmente un diritto negato alle donne perchè dovrebbero invece essere curate con un’attenzione particolare al loro genere”.
I temi di genere trattati dal progetto sono diversi e variegati e indagano tutte le difficoltà che le donne trovano nell’ambito professione: dalle discriminazioni alla difficoltà nel dividersi tra famiglia e lavoro. “Più dell’80 percento delle donne che hanno potuto fare il questionario – continua Calandra – ha dichiarato che almeno una volta nella vita ha subito discriminazione. Questo è un dato molto preoccupante nonostante i vari distinguo che si possono fare sui vari contesti di lavoro. La percentuale più alta di sanitari che chiedono il part-time sono donne e lo chiedono per accudire la famiglia, mentre la richiesta di part-time da parte degli uomini è per fare formazione e avanzamento di carriera”.
Il progetto SeGeA è nato su impulso dell’applicazione e diffusione della legge 3 del 2018 sulla medicina di genere nel Servizio sanitario nazionale e realizzato dalla FNO TSRM e PSTRP, in collaborazione con EngHea Engendering Health. “Si tratta di un progetto – ha dichiarato Giovanni De Biasi, consigliere Comitato centrale FNO TSRM e PSTRP con delega all’equità tra i generi – che abbiamo avviato con 75 referenti che sono stati l’asse di congiunzione delle specificità tra territorio e professione. Abbiamo fatto delle azioni correttive tramite la formazione a distanza sulla nostra piattaforma digitale che sono state usufruite da 19 mila dei nostri iscritti, cosa che ci convince a riproporle per il 2024. Abbiamo deciso di elaborare questi dati anche per singole professioni e oggi ne abbiamo presentato i risultati”. Nella giornata internazionale della donna, a Torino, sono stati presentati i dati di ogni singola professione rappresentata dalla Federazione nazionale, in tutto 19. Le tematiche scelte per l’esposizione sono state: l’individuazione del proprio campione, il conflitto multiruolo, le discriminazioni di genere sul lavoro e la tendenza del campione analizzato alla conoscenza della medicina di genere.
“L’analisi dei dati – ha commentato Deborah Balbino, referente progetto SeGeA per le professioni sanitarie – ci ha permesso di capire qual è la realtà di ciascun professionista sulla questione dell’equità e sulla medicina di genere. La diversificazione dei dati ci ha permesso di scoprire che ci sono delle realtà professionali che si discostano dal trend generale”.
I temi dell’equità di genere richiedono l’attenzione e l’attività delle istituzioni. “Nonostante i grandi passi avanti fatti per ridurre le differenze di genere nei luoghi di lavoro – ha detto la senatrice Elisa Pirro – molto resta ancora da fare e lo dimostrano i risultati della ricerca. Dopo le norme per la riduzione del ‘gender pay gap’, un ulteriore passo avanti lo consentirebbe l’approvazione dei disegni di legge sul congedo parentale paritario”. Secondo la senatrice Paola Boldrini “con la legge 3 del 2018 anche il Ministero della salute deve dare delle indicazioni specifiche agli Ordini professionali per fornire formazione sulla medicina di genere. La formazione è fondamentale per avere una sanità competente e formata sulle differenze di genere”.
Marta Schifone, componente della Commissione affari sociali della Camera dei Deputati, nel portare i saluti del Ministro della salute, Orazio Schillaci, e del Sottosegretario Marcello Gemmato, ha sottolineato quanto l’attuale Governo sia sensibile sul tema della parità di genere.
Al riguardo ha ribadito che “è necessario lavorare a una società che consenta alle donne di essere libere, facendo sì che il loro ruolo nella società non sia penalizzante nel percorso professionale”.
Tra gli altri sono intervenuti: Valter Alpe, Direttore generale Azienda ospedaliera universitaria di Alessandria; Adriano Leli, Direttore generale Azienda Zero di Torino; Franca Dall’Occo, Direttore generale ASL3 di Torino; Ivana Finiguerra, Dirigente SC Direzione Professioni Sanitarie AOU San Luigi Gonzaga di Torino; Carmelo Gagliano consigliere FNOPI; Raffaella Barbero, consigliere FNOVI; Giorgio Gilli, consigliere FNOB, Elena Apollonio, in rappresentanza del Sindaco del Comune di Torino.

-foto ufficio stampa FNO TSRM e PSTRP –
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Bellantone “L’Iss è il tempio della salute pubblica italiana”

ROMA (ITALPRESS) – “L’Iss è il tempio della salute pubblica italiana. Nell’Istituto c’è una ricerca che si occupa di tutte le malattie umane, soprattutto di quelle più rare e complesse”. Così Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. Intervistato da Rosanna Lambertucci per la rubrica “La salute vien mangiando” dell’agenzia Italpress, il presidente spiega che le attività dell’Iss vanno “dalle gravi malattie neurodegenerative che colpiscono il nostro sistema centrale, alle malattie cardiache, quelle polmonari, le materie infettive, fino alle problematiche che oggi ci fanno temere per i prossimi anni in questa lotta contro le infezioni, la più urgente è l’antibioticoresistenza. Negli anni – prosegue – abbiamo usato troppo e male gli antibiotici e oggi siamo a confrontarci con dei germi che spesso diventano resistenti a tutti gli antibiotici che abbiamo. L’Iss è anche il posto in cui ci si occupa di autismo, di demenze e malattie rare. E’ il posto dove c’è gran parte del sistema regolatorio italiano, infatti, tutte le leggi che governano la sanità passano da consulenze e ispezioni dell’Istituto. Ci si occupa anche di salute ambientale: viene analizzato tutto ciò che respiriamo, l’acqua che beviamo; ma ci occupiamo anche di salute animale con tutti i riflessi che comporta sulla nostra alimentazione”, osserva.
Parlando della fuga dei medici, Bellantone evidenzia come sia “una problematica urgente figlia di tanti anni di gravissimi errori sulla programmazione sanitaria, c’è stato un periodo in cui ci si è scagliati su una sanità che si riteneva troppo dispendiosa, questo ha provocato tagli sconsiderati – evidenzia -; ma si è anche aggiunta una cattiva programmazione degli studi universitari, fino a dei tagli stipendiali su tutto quello che era il comparto della sanità che hanno fatto sì che oggi ci troviamo con pochi specialisti, pochi infermieri e operatori sanitari. Io ritengo che questa situazione sia sanabile ma non a breve perchè per formare un medico specialista, nella migliore delle ipotesi, ci vorranno 10-12 anni. Dobbiamo assolutamente intervenire almeno migliorando la situazione economica di medici e operatori, soprattutto in quei settori dove c’è poca attrattivita”.
“Il nostro è un Paese che ha l’età media più alta nel mondo – prosegue -, questo però comporta un aumento delle malattie croniche e delle problematiche relative all’assistenza. In Italia l’assistenza domiciliare, fondamentale per queste persone, è totalmente deficitaria, in alcune Regioni del tutto assente. L’Istituto non perde occasione per sottolineare i grandi vantaggi che si avrebbero nell’investire di più nell’assistenza domiciliare, noi continuiamo a criticare le liste d’attesa, la problematica di affollamento di pronto soccorso e ospedale, senza renderci conto che se avessimo una rete di assistenza domiciliare e se riuscissimo a valorizzare meglio i medici del territorio, potremmo sicuramente migliorare l’efficienza dei nostri ospedali”, conclude.

– foto Italpress –
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La parità di genere in sanità, focus al Policlinico di Palermo

PALERMO (ITALPRESS) – “Salute, cultura, società, diritti: donne a confronto”, questo il titolo del convegno che si è svolto questa mattina nell’aula Maurizio Ascoli del Policlinico di Palermo. L’evento, organizzato, nella “Giornata internazionale della donna”, ha posto una riflessione sulla questione femminile e l’uguaglianza di genere i cui progressi secondo l’OCSE “rimangono fragili, troppo lenti ed eterogenei”. Tra gli aspetti trattati il ruolo professionale della donna in sanità, e più in generale nel contesto complessivo delle attività lavorative, le patologie di genere. “Ho voluto fortemente questa giornata – ha spiegato Maria Grazia Furnari, commissario straordinario Policlinico Palermo -, che non è una festa, una festa della donna, perchè la donna ogni giorno c’è e si deve affermare. E’ un momento nel quale vogliamo riflettere su quello è il benessere delle donne e il loro ruolo all’interno della società. Abbiamo raccolto anche dei dati all’interno del Policlinico sul benessere e la parità di genere, che serviranno a me come guida per capire dove insistere con azioni correttive di eventuali criticità che sono emerse. Abbiamo dedicato anche spazio alla salute delle donne e alle patologie che sono più frequenti in ambito femminile e concluso con una tavola rotonda di sole donne che hanno dato una testimonianza del loro ruolo e del loro impegno”.
L’analisi dei dati sulla parità di genere, la qualità del rapporto tra uomini e donne sul piano professionale e umano, eventuali episodi di violenze psicologiche, molestie, o discriminazioni, è stata effettuata da Antonella Plaia, docente di statistica Unipa: “L’indagine svolta è stata molto interessante su come si sentono le donne in questa azienda, sia nell’amministrazione che nell’area sanitaria. Si è visto che la situazione delle donne è abbastanza buona, ci sono delle cose su cui intervenire. Questa una prima indagine: si può, partire dai risultati emersi, andare avanti per investigare ulteriormente e individuare tutte le azioni che si possono mettere in atto”. I risultati dello studio, poi, sono stati analizzati dal punto di vista sociologico: “Esistono più racconti dell’azienda, uno femminile e uno maschile. Il modo di rapportarsi tra le persone che lavorano l’immaginario a cui si fa riferimento quando si fa parte di un’organizzazione, sono diversi. Queste differenza sono legate ad alcuni valori, norme e regole che non vengono espresse chiaramente ma che emergono indirettamente nel non detto da parte delle donne”, afferma Fabio Massimo Lo Verde, docente di Sociologia Unipa.
Tra gli studi anche quelli epidemiologici che indicano l’esistenza di differenze rilevanti delle malattie comuni a uomini e donne, nonchè nella risposta e negli eventi avversi associati ai trattamenti terapeutici. Tutto questo indica quanto sia importante tenere conto delle differenze “sesso e/o genere dipendenti”: “Abbiamo un 70% di donne iscritte in medicina e chirurgia, un 30% del quale si specializza in chirurgia – ha affermato Laura Giambanco, direttrice ostetricia e ginecologia ospedale S. Antonio Abate Trapani -. L’associazione italiana di donne chirurgo lamenta che sono costrette poi a effettuare più attività ambulatoriali o di reparto piuttosto che la sala operatoria, che sono tutte ritagliate sul modello di chirurgo uomo e quindi alte, dal tavolo operatorio a monitor. Le donne operano altrettanto bene degli uomini, che però poi hanno dei danni che si ripercuotono sulla salute fisica delle donne, proprio per la non adattabilità della sala operatoria al corpo femminile. Per fortuna stanno iniziando a costruire degli strumenti chirurgici monouso che stiano bene sul corpo della donna evitando malattie professionali”. Presente anche la prorettrice all’inclusione, pari opportunità e politiche di genere Unipa, Beatrice Pasciuta: “Stiamo portando avanti tante iniziative. Adesso lanceremo il centro di ateneo per gli studi delle politiche di genere, che si chiama Artemisia. E’ già stato istituito e a breve faremo una call in ateneo per le adesioni. L’11 marzo faremo la nostra Lezione Zero – 8 marzo, giunta alla terza edizione, dove parleremo di relazioni tossiche e segnali di allarme. Cerchiamo di rifondere una cultura e una consapevolezza dei pericolo delle relazioni e delle cose positive che ci devono stare dentro. Mi aspetto che gli studenti facciano la loro parte, come dobbiamo assolutamente farla noi. L’università è il luogo dove si trasmette cultura e ci si forma professionalmente, ma serve anche a trasmettere valori, idee e modelli di società”.
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Schillaci “Accesso più facile per pazienti a farmaci”

ROMA (ITALPRESS) – “Siamo dinanzi ad un cambiamento atteso e per tanti versi radicale e che va monitorato con attenzione. Per tale ragione è stata prevista l’istituzione presso il Ministero della Salute di un tavolo tecnico che sarà responsabile di monitorare gli effetti finanziari di questo provvedimento, a garanzia della sostenibilità del servizio sanitario. Auspico, inoltre, che l’attività del tavolo si orienti ad analizzare oltre all’impatto economico, anche i reali effetti del provvedimento sull’incremento dell’aderenza e il miglioramento delle condizioni di accesso alle prestazioni farmaceutiche che, non dimentichiamolo, sono un pilastro fondamentale dei Livelli essenziali di assistenza”. Lo ha detto il Ministro della Salute Orazio Schillaci, intervenuto in occasione della conferenza stampa “Farmaco accessibile: novità legislative, cosa cambia per il cittadino”, dedicato alle novità introdotte dalla legge di Bilancio 2024 sulla distribuzione dei farmaci e la dispensazione di alcune specialità, fino ad oggi reperibili solo nelle strutture ospedaliere, nelle farmacie del territorio.
“Con la manovra finanziaria 2024” ha ricordato Schillaci “abbiamo voluto rafforzare la tutela della garanzia dei cittadini ad accedere più facilmente al farmaco; abbiamo voluto dare ascolto e andare incontro alle necessità dei nostri cittadini, soprattutto degli over 65, dei disabili, dei malati oncologici che costituiscono i maggiori fruitori della distribuzione diretta e che chiedono un sistema sanitario sempre più di prossimità.
Nè vanno dimenticati quanti vivono in aree interne e in Comuni che non disponendo di farmacie ospedaliere devono percorrere lunghe distanze per poter raggiungere strutture che spesso osservano orari e giorni di apertura che possono essere limitanti per i pazienti. La sanità di prossimità che stiamo implementando si costruisce attraverso ogni norma che avvicina il Servizio Sanitario Nazionale al cittadino e penso anche alla messa a regime della ricetta elettronica e all’estensione della sua validità che abbiamo previsto nel decreto Semplificazione”.
-foto Agenzia Fotogramma –
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