ROMA (ITALPRESS) – “Le prime 249.600 dosi del vaccino AstraZeneca arriveranno in Italia domani. La somministrazione potrà iniziare dalla prossima settimana”. Lo ha detto il commissario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri, nel corso di una conferenza stampa.
“Abbiamo quasi finito la prima fase della vaccinazine, che comprende anziani nelle Rsa e operatori sanitari. Adesso inizieremo a vaccinare over ottanta. Per la seconda fase sarà necessario avere 13 milioni di dosi infatti comprende circa 6 milini e mezzo di persone”, ha proseguito.
“Poi sarà la volta degli over sessanta con patologie critiche e vulnerabili. Poi si passerà al terzo gruppo: lavoratori dei servizi essenziali, le forze armate, polizia penitenziaria e carcerati. Infine sarà la volta di tuti gli altri”, ha proseguito.
“Per Astrazeneca – ha sottolineato il commissario – è consigliata la somministrazione per i cittadini dai 18 ai 55 anni per una maggiore efficenza. Abbiamo quindi deciso di continuare a somministrare i vaccini Pfizer e Moderna alle persone anziane e più vulnerabili. I vaccini di Astrazeneca andranno invece a avviare un percorso parallelo, fino a 55 anni”.
“Oggi supereremo il primo milione di italiani definitivamente vaccinati” ha spiegato facendo riferimento alla seconda dose del vaccino.
“La discussione sul produrre anche nel nostro Paese vaccini Moderna e Pfizer è in corso – ha detto Arcuri -. Nel nostro Paese ci sono comunque le facilities necessarie per far andare in porto questa operazione. Il mio auspicio è quello di riscire a far avere il maggior numero di dosi di vaccino possibili in Italia”.
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Arcuri “In arrivo le prime dosi del vaccino AstraZeneca”
Accordo SEA-GSD, voli Malpensa-Amsterdam Covid free
MILANO (ITALPRESS) – Grazie all’accordo tra SEA la società di gestione degli aeroporti di Milano e il Gruppo San Donato è garantita la sicurezza dei voli giornalieri con tratta Malpensa-Amsterdam.
“La normativa dei Paesi Bassi per la sicurezza in volo – spiega la nota – prevede che, prima di partire, i passeggeri si sottopongano a un test molecolare e, entro quattro ore dal volo, a un test rapido. Per aiutare i passeggeri a rispettare tutti i passaggi burocratici richiesti per volare in modo sicuro, il Gruppo San Donato allestisce a Malpensa un punto dove è possibile sottoporsi a test rapido nel modo più agile e comodo.
I voli che ogni giorno partono dall’aeroporto di Milano Malpensa diretti ad Amsterdam Schipol, nei Paesi Bassi, sono Covid free grazie all’accordo tra SEA e GSD”.
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Coronavirus, paziente centenaria dimessa dall’ospedale di Enna
ENNA (ITALPRESS) – Una paziente centenaria è stata dimessa dall’ospedale Umberto I di Enna. La donna ha festeggiato il centesimo anno di età nel dicembre 2020, circondata da figli e nipoti. Il mese successivo, il 29 gennaio scorso, riscontrata la positività, colpita dalla polmonite dovuta al virus, è stata ricoverata nel reparto Covid dell’Ospedale Umberto I di Enna.
Le cure somministrate secondo il protocollo, fanno sapere dall’Azienda provinciale, sono state efficaci ed è stata dimessa dopo una settimana di degenza. Gli operatori sottolineano come abbia superato al meglio il Coronavirus nonostante la sua età.
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Vaccino, 2.233.982 dosi somministrate in Italia
ROMA (ITALPRESS) – Secondo il dato fornito dal governo ed aggiornato alle 18,04, le dosi totali di vaccino anti-Covid somministrate in Italia sono 2.233.982. Sono intanto 867.237 le persone totalmente vaccinate (alle quali sono state somministrate entrambe le dosi). Le somministrazioni per fasce d’età segnano 1.403.809 donne e 830.173 uomini. Per quanto riguarda le categorie, le dosi sono state date al personale sanitario (1.577.602), al personale non sanitario (420.692), agli ospiti delle strutture residenziali (219.610) e over 80 (16.078). Sul fronte delle regioni, la Campania è la più virtuosa con il 105% delle dosi, ultima la Liguria con il 74,2%. Ma ecco il dettaglio delle regioni: Abruzzo (87,4%), Basilicata (83,9%), Calabria (77,8%), Campania (105%), Emilia-Romagna (100,6%), Friuli Venezia-Giulia (93,8%), Lazio (85,4%), Liguria (74,2%), Lombardia (92,1%), Marche (101,5%), Molise (84,9%), Provincia Autonoma Bolzano (97,8%), Provincia Autonoma di Trento (85,3%), Piemonte (102,7%), Puglia (97,4%), Sardegna (82,9%), Sicilia (85%), Toscana (97,7%), Umbria (100%), Valle d’Aosta (102,7%), Veneto (96%).
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In Sicilia 789 nuovi casi di Covid e 24 decessi
ROMA (ITALPRESS) – Prosegue il calo dei nuovi casi di Coronavirus in Sicilia. Nelle ultime 24 ore – secondo il bollettino quotidiano fornito dal ministero della Salute – i nuovi contagiati sono 789, in significativa riduzione rispetto agli 886 di ieri. Bisogna però considerare il calo dei tamponi effettuati, 22.377 e che determina un indice di positività che si riduce lievemente al 3,5%. Più significativo invece il calo dei decessi, 24 (-10). I guariti sono 1.233, mentre sono 468 gli attualmente positivi in meno con un dato totale che si attesta su un numero pari a 40.654. Si conferma il trend in miglioramento sugli ospedali siciliani, con 1.286 ricoverati nei reparti ordinari (-10), 187 si trovano nelle terapie intensive (-6) con 7 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare vi sono 39.612 persone.
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Vaccini anti-Covid, reazioni avverse in linea con le previsioni
ROMA (ITALPRESS) – Un “buon profilo di sicurezza”. E’ quanto emerso dal primo Rapporto di farmacovigilanza sui vaccini COVID-19. La pubblicazione avrà cadenza mensile. I dati raccolti e analizzati riguardano le segnalazioni di sospetta reazione avversa registrate nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza tra il 27 dicembre 2020 e il 26 gennaio 2021 per i vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso: Comirnaty di Pfizer/BioNTech (autorizzato dal 22/12/2020 e utilizzato dal 27/12/2020) e COVID-19 Vaccino Moderna (autorizzato dal 07/01/2021 e utilizzato dal 14/01/2021).
Le segnalazioni riguardano soprattutto la prima dose del vaccino Comirnaty (99%), che è stato il più utilizzato e solo in minor misura il vaccino Moderna (1%).
Nel periodo considerato sono pervenute 7.337 segnalazioni su un totale di 1.564.090 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 469 ogni 100.000 dosi), di cui il 92,4% sono riferite a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari. Con Comirnaty sono state osservate anche cefalea, parestesie, vertigini, sonnolenza e disturbi del gusto mentre con il vaccino Moderna, nausea e dolori addominali.
Meno frequenti sono le altre reazioni locali e i dolori articolari diffusi. Come atteso, la febbre è stata segnalata con maggior frequenza dopo la seconda dose rispetto alla prima.
Gli eventi segnalati insorgono prevalentemente lo stesso giorno della vaccinazione o il giorno successivo (85% dei casi).
Del 7,6% di segnalazioni classificate come “gravi”, per le quali è in corso la valutazione del nesso causale con i vaccini, tre su quattro non hanno richiesto intervento specifico in ambito ospedaliero.
Nel periodo sono stati segnalati anche 13 decessi avvenuti nelle ore successive alla vaccinazione che, nelle segnalazioni più dettagliate e complete di dati, non sono risultati correlati alla vaccinazione e sono in larga parte attribuibili alle condizioni di base della persona vaccinata.
Le analisi condotte sui dati fin qui acquisiti “confermano quindi un buon profilo di sicurezza di questi due vaccini a mRNA – spiega l’Aifa -. L’ampio numero di segnalazioni non implica che siano emerse criticità inattese, ma è indice dell’elevata capacità del sistema di farmacovigilanza nel monitorare la sicurezza”.
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Roche Spa chiude il 2020 con un fatturato di 790 milioni
MONZA (ITALPRESS) – Roche Spa ha chiuso il 2020 con un giro d’affari complessivo di 790 milioni di euro. Un risultato raggiunto al termine di un anno complesso caratterizzato dalla competizione dei biosimilari, che hanno interessato tre prodotti di punta dell’azienda, e dall’evoluzione pandemica che, con la sua imprevedibilità, ha impattato mediamente su tutto il portfolio, rallentando anche la crescita di quattro prodotti ad alto tasso di innovazione entrati recentemente nel mercato: Tecentriq ed Alecensa per combattere alcune forme di tumore del polmone, Ocrevus che ha segnato il ritorno di Roche nell’area delle neuroscienze con il primo farmaco indicato nella sclerosi multipla primariamente progressiva, ed Hemlibra dedicato alla comunità dell’emofilia che si è arricchito di una nuova indicazione terapeutica approvata lo scorso marzo.
L’area di onco-ematologia, che rappresenta il 62% del fatturato, conferma Roche leader di mercato, crescono anche le quote nelle malattie rare e nelle neuroscienze grazie all’alto tasso di innovazione terapeutica offerto dai nuovi farmaci, frutto di un’attività di ricerca continua e ambiziosa.
“Il 2020 ha richiesto sforzi straordinari a tutti noi e per questo siamo soddisfatti dei risultati ottenuti in un anno difficile, caratterizzato dalla perdita di un altro brevetto relativo a uno dei farmaci di punta e da una crisi sanitaria senza precedenti, che ci ha chiamato a giocare un ruolo di responsabilità sia come Azienda, sia come persone – commenta Maurizio de Cicco, Presidente e Amministratore Delegato di Roche Italia -. Oggi più che mai bisogna pensare e agire in maniera diversa, soprattutto considerando le conseguenze della pandemia sul lungo termine: gli esami di screening e le diagnosi mancate di questo ultimo anno, secondo le stime Aiom, causeranno oltre 20.000 morti in più nei prossimi 10 anni e Roche, che da oltre 120 anni è al fianco dei pazienti, vuole proporre un approccio nuovo in grado di migliorare il percorso diagnostico e di cura, con l’obiettivo di supportare la sostenibilità del Sistema Salute e garantire a tutti l’accesso all’innovazione”.
Un Sistema che durante questa pandemia ha mostrato anche le proprie fragilità, chiamando a rinforzo tutti gli attori Sistema per collaborare e fare la propria parte. E’ in questo contesto che Roche è scesa in campo come Partner del Sistema con l’operazione “Roche si fa in 4” mettendo a disposizione le proprie competenze e risorse indentificando 4 aree in cui intervenire: Prodotti e servizi, Volontariato di competenza, Donazioni e la campagna “Stai a casa, leggi un libro” a sostegno della scuola. Inoltre, fedele alla propria mission di continuare a ricercare soluzioni a beneficio dei pazienti, parallelamente Roche Diagnostics ha lanciato 8 test diagnostici per il COVID-19 con l’obiettivo di fornire al clinico informazioni a largo spettro: dall’identificazione della presenza del virus alla rilevazione della risposta immunitaria.
“Questo momento di forte attenzione verso il Sistema Salute ha messo in evidenza le criticità dell’attuale modello di gestione e di programmazione della spesa sanitaria, in particolare il tema dei tetti di spesa e del payback che ormai, è evidente, non possono essere più sostenibili per il nostro sistema. Abbiamo compreso che dobbiamo fare un passo avanti proprio ora, altrimenti l’Italia resterà indietro e i pazienti non avranno le stesse garanzie dei cittadini degli altri Paesi europei – continua Maurizio de Cicco -. Dobbiamo infatti uscire dalla logica emergenziale del breve periodo favorendo una visione a lungo termine, una programmazione e pianificazione lungimiranti che porti benefici sia al Sistema Sanitario, sia all’universo economico che vi gravita attorno. Questo cambio può rappresentare una incredibile opportunità per attrarre nel nostro Paese risorse economiche e professionali volte a creare un sistema di valore, dove l’innovazione e la ricerca siano la base del nuovo paradigma”.
“L’emergenza sanitaria è stata anche l’occasione per siglare un nuovo patto pubblico-privato che si è dimostrato vincente nel portare maggiore semplificazione nel processo di attivazione delle sperimentazioni cliniche e nel rendere possibile tempi più rapidi nell’approvazione dei farmaci. Un insegnamento che si auspica non venga vanificato a causa dell’inevitabile stallo dovuto dalla crisi di Governo”, sottolinea Roche.
“E’ evidente che il 2020 ha cambiato il nostro modo di vivere, di pensare, di lavorare, ma soprattutto di comunicare. Per tutta l’emergenza ci siamo affidati agli strumenti digitali, una nuova metodologia che ci ha permesso di continuare ad essere al fianco dei nostri customer e che ha cambiato le nostre routine segnando l’inizio di una nuova era. Sono certo che nel 2021 questo cambiamento avrà un grande impatto per il nostro Paese, sia a livello sociale che economico, e dobbiamo essere pronti a guardare avanti. Noi continueremo a sostenere il Sistema per la sua sostenibilità, auspicando al superamento di un meccanismo che ci ha portato solo lo scorso anno a contribuire con un importo pari al 15% del fatturato, a investire in ricerca, come abbiamo fatto nel 2020 con 45 milioni di investimento, 238 studi e quasi 18.000 pazienti coinvolti, e a sviluppare un approccio innovativo orientato alla digitalizzazione e all’utilizzo dei big data e RWE. L’innovazione è nel nostro DNA e lavoreremo cercando non solo soluzioni innovative in termini farmacologici, ma anche servizi tecnologici per rendere le cure sostenibili a 360 gradi”, conclude de Cicco.
Nel 2020 si chiude anche il terzo anno di attività di Fondazione Roche, presieduta dalla Professoressa Mariapia Garavaglia ed espressione di tutte e tre le divisioni presenti in Italia (Roche S.p.A., Roche Diagnostics S.p.A. e Roche Diabetes Care Italy S.p.A.). L’impegno della Fondazione è rivolto al sostegno della ricerca indipendente, al dialogo con le Istituzioni e al confronto aperto sul futuro del Servizio Sanitario Nazionale, oltre che al supporto delle associazioni pazienti e delle realtà no-profit del territorio.
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Lotta al cancro, Egualia “Generici, biosimilari e VAM nel piano europeo”
ROMA (ITALPRESS) – «Generici-equivalenti, biosimilari e Value Added Medicines sono armi fondamentali per garantire l’equità e la qualità delle cure oncologiche nei Paesi europei. Non è un caso se ad essi fa riferimento il Piano lanciato ieri dalla Commissione UE che punta a garantire l’accesso ai farmaci essenziali e all’innovazione». A sottolineare la centralità dei prodotti off patent nell’Europès Beating Cancer Plan è Enrique Hausermann, presidente di Egualia (già Assogenerici). «I farmaci unbranded rappresentano quasi il 70 per cento dei medicinali soggetti a prescrizione medica in Europa – spiega – e la gran parte degli agenti oncologici di prima linea, così come diversi farmaci biologici utilizzati ampiamenti in oncologia e molti trattamenti di supporto, come anti-nausea, antidolorifici e antibiotici, sono farmaci fuori brevetto – aggiunge -. Prodotti il cui indiscutibile e prioritario valore consiste nell’opportunità di garantire e ampliare l’accesso dei pazienti alle cure e prevenire la carenza di medicinali attraverso una maggiore scelta e disponibilità di trattamenti. Temi che rappresentano una urgenza assoluta, tanto che nel Piano Ue per il cancro è prevista anche la creazione di un registro delle disuguaglianze, proprio per individuare tendenze, disparità e disuguaglianze tra Stati membri».
Il Piano varato ieri dall’Ue sottolinea gli sviluppi di diagnosi e trattamento del cancro che hanno notevolmente migliorato la sopravvivenza e qualità della vita dei pazienti ma registra anche la crescita e la variabilità dei costi tra i diversi Paesi e soprattutto la crescita delle carenze di medicinali, al centro anche della Strategia farmaceutica per l’Europa adottata lo scorso novembre. Proprio all’Industrial Strategy fa esplicito riferimento il Piano Ue sul cancro, sottolineando l’intenzione di “migliorare l’accesso ai medicinali” e suggerendo “il riutilizzo dei farmaci esistenti come strategia praticabile ridurre i tempi, diminuire i costi di sviluppo e migliorare le percentuali di successo”, poichè “occorrono quasi 15 anni per sviluppare nuovi medicinali”.
«Le iniziative messe in campo per garantire le catene di approvvigionamento, rispondere alla carenza di farmaci e assicurare che i trattamenti rimangano accessibili per i pazienti – sottolinea Hàusermann – non possono prescindere dalle richieste avanzate anche oggi dai produttori europei del comparto rappresentati da Medicines For Europe: una riforma degli appalti pubblici per garantire l’approvvigionamento di medicinali in tutta l’UE al fine di prevenire carenze; la riduzione dell’onere amministrativo e dei costi del mantenimento dei medicinali sul mercato migliorando l’efficienza normativa; l’incentivazione degli investimenti nella resilienza della catena di approvvigionamento manifatturiera; l’eliminazione delle barriere ancora esistenti in molti Paesi all’uso dei biosimilari; la valorizzazione dei farmaci a valore aggiunto (VAM) che rappresentano un potenziale inesplorato per l’ottimizzazione delle terapie esistenti».
«Adattando il sistema di incentivi fornito dal quadro farmaceutico dell’UE per sostenere l’innovazione durante l’intero ciclo di vita delle molecole – conclude il presidente di Egualia – possiamo ottenere un quadro competitivo ed efficiente sotto il profilo delle risorse, rispondendo ai bisogni insoddisfatti e migliorando la vita dei pazienti europei».
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