PALERMO (ITALPRESS) – Al Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo è stato eseguito un complesso intervento chirurgico di asportazione di un gigante liposarcoma peritoneale di 24 chili e 10 grammi. L’operazione, durata quattro ore, è stata eseguita dall’equipe diretta dal professore Antonino Agrusa, responsabile dell’unità operativa dipartimentale di Chirurgia laparascopica.
Il liposarcoma, un tumore raro del tessuto adiposo, occupava gran parte dell’addome del paziente comprimendo diversi organi vitali. Grazie a una pianificazione meticolosa e all’uso di tecnologie avanzate, i chirurghi sono riusciti a rimuovere il tumore senza compromettere organi vitali. La massa tumorale, infiltrata in diversi organi, ha reso necessaria l’asportazione in blocco di rene sinistro, surrene, colon trasverso, discendente, sigma, retto, tratto digiuno-ileale, appendice ed epiploon.
Il paziente, di 51 anni, fanno sapere dal Policlinico, ha avuto un decorso post operatorio regolare, e sarà dimesso nei prossimi giorni per essere preso in carico dall’Oncologia medica, dove dovrà iniziare il ciclo di chemioterapia.
“E’ stato un caso di alta complessità – spiega il professore Agrusa – che ha richiesto una fase preparatoria all’intervento con un trattamento multidisciplinare con i colleghi internisti, radiologi, anestesisti, oncologi. Siamo orgogliosi di poter dire che l’intervento è stato un successo e che il paziente è ora in fase di recupero. E’ una grande testimonianza delle capacità del nostro team e della tecnologia di cui disponiamo. Ringrazio tutti per l’impegno e il grande lavoro di squadra, in particolare il professore Giuseppe Badalamenti, il professore Maurizio Raineri e il dottore Antonio Gallina, gli specializzandi e tutti gli infermieri di reparto e di sala operatoria che, come sempre, hanno dimostrato elevata professionalità e competenza”.
Il caso sarà oggetto di una pubblicazione scientifica a cui Agrusa e i suoi collaboratori stanno già lavorando.
“Desidero esprimere il mio più profondo apprezzamento a tutto il team – afferma la Direttrice generale dell’Azienda ospedaliera, Maria Grazia Furnari -. Questo intervento dimostra l’eccellenza medica del nostro ospedale, che continua a investire in formazione specialistica e tecnologie all’avanguardia, rafforzando il suo ruolo di riferimento per casi di alta complessità e avvalora il concetto di squadra unita che rafforza i risultati magnificando l’operato di ognuno”.
– foto ufficio stampa Azienda Ospedaliera Universitaria
Policlinico “Paolo Giaccone”, al centro il professore Antonino Agrusa ed il team –
(ITALPRESS).
Al Policlinico di Palermo asportato liposarcoma peritoneale di 24 chili
Novartis, le storie di 6 donne con tumore al seno nel docufilm Distances
ROMA (ITALPRESS) – Si chiamano Claudia, Marina, Chiara, Clara, Anna e Maria. Hanno età diverse, vite diverse, voci diverse. Ad accomunarle, una diagnosi di tumore al seno. La loro storia è raccontata da “Distances. La vita va avanti, più lontano”, la docuserie Novartis realizzata in collaborazione con Salute Donna Onlus, associazione di cui fanno parte le donne coinvolte, che celebra la capacità di affrontare la malattia senza perdere la propria identità e la propria forza, dimostrando che oggi queste donne possono beneficiare di una prospettiva di vita più lunga e di una qualità di vita migliore. Presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, la serie è parte della campagna “E’ tempo di vita” (https://www.etempodivita.it/distances), nata per fornire supporto emotivo, informativo e pratico alle pazienti per migliorare il loro benessere complessivo.
Con il 30% delle diagnosi oncologiche femminili e circa 55.900 nuovi casi stimati nel 2023, la malattia è una priorità per il sistema sanitario nazionale. Grazie però ai progressi della ricerca scientifica e all’innovazione nel campo farmaceutico, le donne possono ora contare su una prospettiva di vita più lunga e su una qualità della vita sensibilmente migliore. Per garantire la qualità di vita alle pazienti, è essenziale considerare non solo l’efficacia dei trattamenti clinici, ma anche il loro benessere complessivo con un approccio olistico.
Questo significa affrontare gli aspetti emotivi e psicologici della malattia, aiutando le donne a mantenere un equilibrio mentale e relazionale che permetta loro di affrontare con maggiore forza e serenità le sfide quotidiane del percorso terapeutico, come spiega la Professoressa Alessandra Fabi, Responsabile UOSD di Medicina di Precisione in Senologia, Policlinico Gemelli di Roma: “Ogni donna che affronta il tumore al seno ha una storia diversa, perchè la malattia si manifesta in modo unico per ciascuna paziente. Il nostro compito è personalizzare i trattamenti, tenendo conto delle specificità di ogni donna, per offrire non solo terapie efficaci, ma anche un sostegno che abbracci ogni aspetto del loro benessere. La qualità della vita non riguarda solo la gestione della malattia, ma anche la capacità di preservare le relazioni, l’intimità e l’equilibrio emotivo, elementi fondamentali per affrontare con forza il percorso terapeutico. Questo è esattamente ciò che racconta ‘Distances’ mostrando come le protagoniste riescano a ritrovare equilibrio e speranza lungo il loro percorso di vita”.
Oggi in Italia oltre 830.000 donne convivono con una diagnosi di tumore al seno, una condizione che porta con sè sfide terapeutiche spesso complesse. Nonostante la gravità di questi numeri, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi ha raggiunto l’88% e questo grazie anche ai progressi della ricerca scientifica. E quando il tumore viene diagnosticato in fase precoce, questo non solo migliora le probabilità di guarigione, ma riduce anche la necessità di trattamenti invasivi e il rischio di recidive. “L’approccio personalizzato ci consente di adattare i trattamenti alle specifiche esigenze cliniche di ogni donna – spiega il professor Paolo Marchetti, Direttore Scientifico, IDI-IRCCS -. Nei casi di tumore in fase precoce, l’efficacia delle terapie è significativamente migliorata, permettendo alle pazienti di affrontare il percorso di cura con un impatto ridotto sulla qualità della vita. E’ essenziale aumentare la consapevolezza del rischio di recidiva anche nelle prime fasi e continuare a investire in una ricerca che guardi alla persona nella sua interezza”.
Con questa serie, Novartis rinnova il suo impegno nel sostenere le donne non solo come pazienti, ma come persone, accompagnandole lungo tutto il loro percorso contro il tumore al seno. Un sostegno che si manifesta non solo attraverso trattamenti innovativi, ma anche con un approccio olistico al loro benessere, che include iniziative di sensibilizzazione e servizi di supporto. “Al centro dell’approccio di Novartis c’è l’ascolto attivo e costante dei pazienti lungo tutto il patient journey”, afferma Chiara Gnocchi, Country Communications & Patient Engagement Head di Novartis Italia.
Il 54% delle donne con tumore al seno dichiara di aver incontrato delle difficoltà nella ripresa del lavoro e il 70% di aver avuto un impatto sulla sfera sessuale. “La serie ‘Distances’ vuole rompere il silenzio e i tabù legati alla malattia, promuovendo un dialogo sincero e profondo – ha concluso Gnocchi -. Attraverso storie autentiche di donne che affrontano la malattia, ogni episodio diventa quindi uno strumento di supporto ed empowerment. Celebriamo la forza, la resilienza e la speranza che emergono lungo il loro percorso, offrendo non solo sostegno, ma anche l’opportunità di ispirare altre persone con le loro storie”.
– foto xi2/Italpress –
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Aggressioni a soccorritori 118 in Sicilia, Castro “Seus parte civile”
PALERMO (ITALPRESS) – La Seus in campo contro il fenomeno delle aggressioni ai soccorritori. Come annunciato dal presidente Riccardo Castro la società che gestisce il 118 in Sicilia si sta anzitutto costituendo parte civile nei procedimenti penali contro gli autori delle violenze: “Un esempio è quello relativo all’udienza preliminare che si terrà l’11 novembre nei confronti di un uomo arrestato a Fiumefreddo di Sicilia durante un soccorso lo scorso mese di luglio – è quanto si legge in una nota -. Inoltre, la Seus garantisce assistenza legale al proprio personale aggredito e sta segnalando alle forze dell’ordine l’interruzione di pubblico servizio che deriva dalle ambulanze costrette al fermo tecnico in seguito ai danneggiamenti”.
“E’ in dirittura di arrivo anche la dotazione di apposite bodycam per i soccorritori, che si affiancheranno alle telecamere già presenti nelle ambulanze. Inoltre, si sta predisponendo un supporto psicologico al personale aggredito. Il presidente della Seus ha anche chiesto alla prefettura di Palermo di convocare al più presto un tavolo tecnico per individuare e mettere in atto altre misure concrete ed efficaci per contrastare il fenomeno delle aggressioni”, sottolinea la nota.
“Esprimo la mia profonda preoccupazione per la crescente ondata di violenza che stanno subendo gli operatori del 118 siciliano – sottolinea Castro – Una serie di aggressioni inaccettabili che mettono a rischio la sicurezza di chi ogni giorno si dedica a salvare vite umane. La necessità di affrontare il tema della prevenzione e delle misure da adottare per tutelare il personale del 118 è fondamentale per avere rassicurazione che ogni possibile iniziativa o misura di sicurezza utile a contrastare tali episodi venga immediatamente adottata in sinergia con le varie forze del territorio. Non possiamo e non vogliamo più che qualcuno si scagli contro chi ogni giorno svolge una professione umanitaria e un servizio fondamentale di pubblica utilità”.
Infine, Castro si rivolge ai sindacati: “Comprendo e condivido gli appelli che fate per la sicurezza dei nostri soccorritori, proprio perchè la vostra battaglia è anche la nostra battaglia. Come Seus siamo concretamente in azione contro questo vergognoso fenomeno e consapevoli che solo un’azione sinergica e collaborativa tra tutti noi, ognuno per la propria parte, potrà contribuire a debellarlo. Siate certi che noi continueremo a mettere in campo ogni sforzo possibile per tutelare come meritano gli operatori del 118”.
– foto ufficio stampa Seus –
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Malattia Renale Cronica, a lavoro su prevenzione e impatto economico
ROMA (ITALPRESS) – La Malattia Renale Cronica è una patologia progressiva che danneggia irreversibilmente i reni. Spesso, essa non presenta sintomi nelle fasi iniziali, rendendo difficile una diagnosi precoce. Se non individuata in tempo, può portare a insufficienza renale, richiedendo costosi trattamenti come dialisi o trapianto, aumentando così il rischio di mortalità. Solo in Italia, la malattia riguarda circa il 10% della popolazione adulta, ma solo un paziente su dieci è consapevole della propria condizione.
Lo scorso marzo, i Deputati Mulè e Patriarca hanno presentato una proposta di legge per avviare un programma di screening della malattia renale cronica nella popolazione adulta. Il programma, grazie alla collaborazione tra medici di medicina generale e nefrologi, mira a diagnosticare la malattia nelle sue fasi iniziali, quando è ancora possibile rallentarne o arrestarne la progressione con i trattamenti tradizionali.
Alla luce di questa emergenza, per la prima volta, con il contributo non condizionante di AstraZeneca, Bayer Italia e Boehringer Ingelheim, è stato istituito un gruppo di lavoro che riunisce tutti gli stakeholder del settore, composto dalle principali società scientifiche, clinici, medici di medicina generale e associazioni di pazienti, per lavorare insieme alla stesura di un documento che permetta al decisore pubblico di comprendere il fenomeno, le cause, le complicanze e l’impatto economico della patologia.
Sulla rilevanza del progetto, Luca De Nicola, Presidente della Società Italiana di Nefrologia e coordinatore scientifico dell’iniziativa, ha dichiarato “sicuramente, la Malattia Renale Cronica ha oggi una caratterizzazione epidemica. Con l’aumento dell’età media della popolazione e la crescita dell’obesità, del diabete e dell’ipertensione, il numero di pazienti è in costante aumento. Attuare un programma di screening per l’individuazione precoce della MRC è fondamentale per rallentarne la progressione e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Questo gruppo di lavoro permette di analizzare a fondo il problema e, sono convinto che, con il contributo di tutti gli attori, si riesca a fare la differenza nel migliorare la qualità di vita dei pazienti, e nella diagnosi precoce”.
Giuseppe Vanacore, Presidente dell’Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto, ha sottolineato l’importanza di un approccio preventivo, dichiarando “difendere la dignità dei malati e i loro diritti è la nostra missione, ma c’è ancora un aspetto che non è adeguatamente affrontato: la prevenzione. Potremmo ritardare lo spettro della dialisi, tramite una buona fase conservativa e un’efficace prevenzione. Con un’adeguata informazione, le persone potrebbero essere consapevoli di tutte le opzioni terapeutiche disponibili, e siamo felici di poterne discutere con il gruppo di lavoro”.
Fondamentale è poi il contributo dei medici di medicina generale, rappresentati dalla Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie, dalla Federazione Italiana Medici di Famiglia e dal Sindacato Autonomo Medici Italiani, che hanno ribadito l’importanza di identificare i pazienti ad alto rischio nelle fasi iniziali, quando l’intervento terapeutico può essere più efficace. La collaborazione con i nefrologi sarà decisiva per rallentare la progressione della patologia, migliorando la prognosi e riducendo al contempo i costi per il Sistema Sanitario. Le riunioni del gruppo di lavoro consentiranno di affrontare i numerosi aspetti critici legati alla patologia, garantendo un dialogo continuo tra i partecipanti.
Quanto emerso dal gruppo di lavoro permetterà quindi di rimettere al centro la qualità di vita dei pazienti, puntando così ad una nuova strategia tesa ad aumentare gli investimenti per la prevenzione. La collaborazione tra clinici, pazienti e aziende è pertanto indispensabile per costruire il futuro della Sanità, offrendo soluzioni sempre più efficaci e sostenibili.
– foto ufficio stampa Esperia Advocacy –
(ITALPRESS).
Maxi-emergenze, Castro al congresso nazionale Sismax: «Ecco il modello operativo della Seus 118 in Sicilia»
PISA (ITALPRESS) – Si è chiuso a Pisa il Congresso Nazionale dei soccorritori specializzati in disastri naturali e civili, fra tecnologie, previsione dei rischi e miglioramento degli interventi, organizzato dalla Sismax. Tra gli interventi quello di Riccardo Castro, presidente della Seus 118, il quale ha sottolineato: «Abbiamo affrontato le tematiche relative alle maxi-emergenze legate al futuro del rischio in Italia. Come Seus guardiamo con interesse a questa realtà della Sismax, a quello che è il modulo integrativo alla maxi emergenza che viene proposto e nel contempo abbiamo presentato il nostro modello operativo siciliano che è stato molto apprezzato da una larga rappresentanza di esperti di livello nazionale. C’è stata una larga partecipazione autonoma degli autisti-soccorritori della Seus e per me è stato un grande orgoglio valorizzare il lavoro che viene svolto quotidianamente sul territorio siciliano». Erano presenti anche i responsabili delle centrali operative del 118 di Caltanissetta-Enna-Agrigento e Messina, rispettivamente Giuseppe Misuraca e Fabio Parducci, oltre a medici, infermieri e autisti soccorritori della Seus. Alessio Lubrani, presidente nazionale della Sismax e direttore del Nue (Numero unico emergenza) del 112 in Toscana ha sottolineato: «A Pisa abbiamo radunato centinaia di professionisti sanitari da tutta Italia. Qui si sono esercitati a mettere in pratica la miglior risposta a un evento di maxi-emergenza, che non è solo una catastrofe, ma anche un piccolo stravolgimento capace di mettere in crisi il comparto sanitario locale. Dobbiamo migliorare, come sistema, il nostro modo di affrontare queste situazioni straordinarie, affinché la risposta al cittadino sia sempre più efficace». (ITALPRESS).
foto: Ufficio comunicazione Seus
Spesa sanitaria, Pelissero (Aiop) “Quella privata è stabile da 15 anni”
ROMA (ITALPRESS) – Il presidente nazionale dell’Associazione Italiana delle aziende sanitarie ospedaliere e territoriali e delle aziende socio-sanitarie residenziali e territoriali di diritto privato risponde all’elaborazione della Fondazione GIMBE che denunciava un incremento importante della Spesa Sanitaria Privata. “La Fondazione GIMBE ha commesso un errore grossolano, come hanno fatto notare i ricercatori della Bocconi, e ci aspettiamo che lo riconosca. La spesa sanitaria privata rappresenta un capitolo molto complesso, che possiamo comprendere bene soltanto se andiamo a leggere l’andamento nel tempo, in molti anni successivi, di questa spesa. Se leggiamo questo dato, che ci viene fornito dall’Istat, vediamo che il valore di questa spesa negli ultimi quindici anni è sostanzialmente stabile e ruota in modo permanente intorno al 2% del valore del PIL. D’altra parte anche la quota di spesa privata, nel contesto dell’intera spesa sanitaria italiana, rimane sempre costante negli anni”, ha detto al quotidiano Il Giornale Gabriele Pelissero, presidente nazionale di Aiop, rispondendo alle parole del presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, sulla segnalazione di un incremento importante della Spesa Sanitaria Privata. Secondo GIMBE, la spesa privata per curarsi è cresciuta del 10% in un anno. Questa posizione è stata criticata anche dai ricercatori dell’Università Bocconi.
“Questo significa che la propensione da parte dei cittadini italiani a concorrere in qualche modo all’acquisto di prestazioni sanitarie, o anche socio-sanitarie, in parte di competenza del Servizio sanitario nazionale, in parte no, rappresenta un comportamento strutturale del nostro Paese e soprattutto che le vicende degli ultimi anni non mostrano nessuna forma di significativa modificazione di questo comportamento. Aiop sta lavorando a un grosso studio che documenterà in modo minuzioso questo interessante fenomeno che sarà presentato nei primi mesi dell’anno 2025”, conclude Pelissero, che in un’altra intervista al quotidiano La Verità, riguardo alla legge di bilancio spiega: “Nella manovra economica, in base alle cifre che circolano, non vedo quello stravolgimento di cui alcuni parlano. Certo il sistema sanitario si trova in una difficoltà innegabile ma che deriva dal progressivo disinvestimento operato negli ultimi dieci anni, Ora mi sembra che si stiano mettendo risorse aggiuntive e non può che essere un’operazione benefica dopo un lungo periodo di tagli dissennati”.
– Foto Agenzia Fotogramma –
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Si rinnova la partnership tra Pfizer e cooperativa Vite Vere Down Dadi
ROMA (ITALPRESS) – I progetti a sostegno dell’inclusione delle persone diversamente abili ritornano al Congresso SIFO 2024, annuale appuntamento della Società Italiana di Farmacologia Ospedaliera. Grazie al rinnovato accordo tra Italsky, società specializzata nell’allestimento di fiere e congressi, e la Cooperativa Vite Vere Down Dadi, organizzazione non profit per il sostegno alle persone con disabilità e alle loro famiglie, il personale messo a disposizione dalla cooperativa entrerà a far parte dello staff in forze all’evento SIFO 2024. Ad ospitare la cooperativa è lo stand di Pfizer, azienda farmaceutica che ha promosso l’iniziativa e che da sempre è in prima fila per favorire una cultura di Diversity Equity & Inclusion, anche tra i propri fornitori.
La Cooperativa Vite Vere Down Dadi (www.cooperativavitevere.org) offre servizi, risorse e promuove l’inclusione sociale, educativa e lavorativa delle persone con disabilità, lavorando per migliorare la loro qualità di vita e promuovendo una società più inclusiva. Sara è stata intervistata per raccontare in due battute la sua esperienza passata che replicherà a SIFO 2024 in questi giorni.
Quali sono state le tue principali responsabilità all’interno del nostro stand? “Ho svolto il lavoro di hostess e servendo un caffè ai visitatori che chiedevano informazioni. Mi sono impegnata per accogliere al meglio, con un sorriso e tanta gentilezza tutte le persone”. Quali attività ti hanno incuriosito e ti sono piaciute di più? “Mi sono trovata molto bene con i colleghi che mi hanno accolta sempre con il sorriso. E sono contenta di aver imparato un nuovo lavoro, avendo la possibilità di conoscere tante nuove persone. L’edizione dell’anno scorso è stata una bella esperienza e sono davvero contenta di tornare anche in questi giorni alla SIFO”.
Il Congresso SIFO 2024, che ha come tema “Next Generation Pharmacy: Missione, Visione e Valore” ogni anno vede la partecipazione di migliaia di operatori professionali della salute tra farmacologi, farmacisti, manager del sistema sanitario, aziende farmaceutiche e di medical devices. Sono decine gli incontri dedicati proprio ai temi dell’innovazione e dell’evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale nelle sue declinazioni regionali e locali.
La responsabile del progetto di Autonomia di Cooperativa Vite Vere Down Dadi, Jehona Sehu, ha dichiarato: “Siamo profondamente orgogliosi della rinnovata partecipazione delle persone con disabilità di Vite Vere a questo progetto. Per noi, l’inclusione è una condizione di primaria importanza per costruire ambienti di lavoro dove la professionalità possa esprimersi senza barriere. Crediamo fortemente che il contesto lavorativo debba essere un luogo dove le differenze non solo sono accolte, ma diventano motori di crescita e innovazione. Le persone che seguono il percorso di autonomia all’interno della nostra cooperativa portano competenze uniche, capaci di arricchire e trasformare la cultura aziendale. Ringraziamo Pfizer per aver reso possibile questa iniziativa, che siamo certi potrà servire da esempio e da ispirazione per tutte le aziende che desiderano adottare pratiche inclusive”.
Adriano Cristinziano, presidente del Comitato Organizzativo dichiara: “Quest’anno il parla di una farmacia proiettata nel futuro. Il congresso tratterà di sostenibilità, anche ambientale, ma anche dei nuovi sviluppi che possono riguardare il DM 70, il PNRR e in generale il sistema sanitario nazionale. Parleremo molto del futuro con temi quali la robotizzazione, l’automazione, l’intelligenza”.
Il progetto Girasole di Pfizer è incentrato sull’importanza dell’accessibilità e dell’inclusione per tutti, indipendentemente dalle abilità fisiche o cognitive: è parte di un impegno più ampio di Pfizer in Italia, che attraverso un team di lavoro cross-funzionale da diversi anni si occupa di creare un ambiente di lavoro più inclusivo e aperto alla valorizzazione delle diversità, dove ogni individuo può avere l’opportunità di vivere una vita piena e appagante. L’inclusione e le pari opportunità per ogni persona, riassunte nell’obiettivo Parity Opportunity, sono a livello globale la priorità ESG di Pfizer, insieme all’obiettivo ecologico NetZero.
“Pfizer si impegna a riflettere la diversità della società in tutte le sue attività, sia interne che esterne, promuovendo l’inclusività nella sua accezione più ampia. Anche quest’anno torniamo alla SIFO con l’obiettivo di riaffermare il nostro approccio e ispirare altri a non limitare opportunità dove non esistono reali barriere”, afferma Enrico Bovi che, oltre a guidare la Customer Engagement Platform di Pfizer Italia, è il responsabile sui temi di Diversità, Equità e Inclusione per tutta la filiale italiana.
Ugo Trama, presidente del Congresso SIFO, conclude: “Modificare l’atteggiamento culturale sulla disabilità vuol dire prendere coscienza di cosa essa significhi, attivando processi empatici, di rispetto, solidarietà e inclusione positiva. In un contesto sociale che evolve rapidamente, dove l’attenzione all’altro è sempre più distratta e superficiale, la SIFO pone attenzione a tutte le disabilità”.
Con il Congresso SIFO 2024 Pfizer conferma la progettualità anche all’interno della supply chain congressuale condividendo un approccio sempre più inclusivo.
– Foto ufficio stampa Pfizer –
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Colecistectomia Laparoscopica, studio professor Gualdi a congresso Sic
ROMA (ITALPRESS) – Si è chiuso con l’intervento del professor Gianfranco Gualdi, luminare della medicina e Direttore Scientifico del servizio di “Diagnostica per immagini” dell’Istituto di Medicina e Scienze dello Sport del Coni, il 126° Congresso Nazionale della SIC-Società Italiana di Chirurgia, che si è tenuto a Roma tra il 13 e il 16 ottobre ed è stato dedicato alla “Colecistectomia laparoscopica: skills, prevenzione e trattamento multidisciplinare”.
L’intervento del professor Gualdi si è concentrato proprio sulle complicanze, i rischi e la loro possibile prevenzione tipici degli interventi di colecistectomia laparoscopica, l’intervento chirurgico mininvasivo per l’asportazione della cistifellea che è sempre più diffuso.
Nella sua presentazione, il professor Gualdi ha approfondito le possibili complicanze della colecistectomia laparoscopica con immagini dimostrative delle raccolte fluide, degli ascessi e dei sanguinamenti che possono verificarsi durante o a distanza dell’intervento. Oltre a questo sono state analizzate le possibili resezioni delle vie biliari e le lesioni vascolari che possono complicare gli interventi.
Nella sua relazione il professore ha rilevato le complicanze che possono verificarsi dopo una colecistectomia laparoscopica, complicanze che possono riguardare le vie biliari con lo sviluppo di una lesione delle vie biliari di un biloma, ossia di una raccolta di bile, o con un’ostruzione acuta delle vie biliari o una vera e propria stenosi biliare. Altre complicanze sono la calcolosi che può verificarsi nel dotto cistico o la dispersione di un calcolo in sede intra peritoneale, o ancora una recidiva della calcolosi.
Le lesioni iatrogene interessano le vie biliari e possono comportare emorragie o pseudo aneurismi cioè sfiancamento delle pareti vasali con emorragie, o ancora ischemie per legatura dei vasi o lesioni duodenali con migrazioni di clips chirurgiche. Allo stesso modo, possono verificarsi recidiva di colecistite e a distanza può svilupparsi un tumore della colecisti qualora venga effettuata una colecistectomia subtotale.
Alla luce di queste complicanze è quindi essenziale il ricorso a tecniche ad immagini per la prevenzione e l’eventuale trattamento delle complicanze stesse. Oltre a questo è importante ricorrere alla tac e alla risonanza magnetica, preziose per studiare con grande accuratezza la causa della complicanza.
– Foto: Agenzia Fotogramma –
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