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Lo sport fa bene a tutte le età, parola di Marzorati

MILANO (ITALPRESS) – Lo sport fa bene a tutte le età, ma ancor di più con il passare degli anni: muoversi aiuta infatti a contrastare il logoramento a cui l’organismo va incontro invecchiando. Come se fosse un farmaco, dopo una certa età l’attività fisica va prescritta e dosata con attenzione, una buona regola che diventa un imperativo ai livelli sportivi più alti. Il campione che continua a vincere quando gli altri hanno appeso le scarpette al chiodo è sicuramente un atleta dotato, disciplinato e motivato, ma sicuramente anche sostenuto da un team di medici esperti e dedicati, un vero e proprio gioco di squadra, in campo e fuori. Sono alcuni dei temi trattati da Pierluigi Marzorati, uno dei più famosi giocatori di basket italiani, iconica leggenda della Pallacanestro Cantù, già presidente per cinque anni del comitato regionale lombardo del Coni e oggi direttore generale della Legends International Basket Association – LIBA, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Spesso qualche infortunio fa bene – ha esordito – Io a 24 anni, prima di fare la seconda Olimpiade, ho avuto un problema di sciatalgia, ho fatto la radiografia, come si usava fare nel 1976. La diagnosi: un problema al nervo interstiziale della schiena, dovevo smettere di giocare. Allora tornai in società abbastanza abbacchiato, a quel punto ci fu la proposta di un chiropratico che esercitava a Como e poteva fare al caso mio – ha ricordato Marzorati – Con tre trattamenti ho avuto un beneficio incredibile”. “Quelli che mi hanno seguito non erano solo medici, ma cercavano di non spremermi dal punto di vista sportivo, ma di seguirmi sulla condizione migliore per me – ha spiegato l’ex cestista – Spesso nello sport si usa sfruttare nel modo più esasperato possibile l’atleta, io ho avuto la fortuna di aver avuto medici che volevano sì recuperarmi, ma con una visione futura”.
Con Marzorati, che durante la sua carriera si è laureato in ingegneria e che dopo il ritiro esercita la professione come progettista di impianti civili e sportivi, è impossibile non affrontare i temi prettamente sportivi, tra cui la più grande delusione in una carriera strepitosa: “A Cantù abbiamo vinto quando avevo compagni di squadra in gamba e perso quando erano scarsi, io contavo poco – ha precisato – La sconfitta in semifinale con la Jugoslavia alle Olimpiadi di Montreal è stata un grande rimpianto, eravamo avanti di 13 punti e siamo stati rimontati”. Per i 70 anni di Cantù, Marzorati è tornato a giocare all’età di 54 anni: “All’inizio l’ho presa seriamente, mi ero allenato abbastanza, poi negli ultimi giorni erano iniziate le interviste, le foto – ha raccontato l’ex giocatore, che con quella apparizione dell’8 ottobre 2006 in campionato contro Treviso è diventato il più anziano mai sceso in campo in un incontro ufficiale di Serie A – In ogni caso, l’avevo presa in modo goliardico, anche perchè era da 16 anni che non frequentavo più il campo”.
Infine, sul progetto dedicato agli atleti over 55: “Con LIBA Italia, associazione di veterani del basket, abbiamo tra gli obiettivi quello di promuovere iniziative di carattere sportivo, ma allo stesso tempo educative e formative nelle scuole – ha rivendicato – Inoltre, vogliamo fare anche qualcosa per giocatori e dirigenti del basket, impostare una sorta di screening sanitario per controllare lo stato di salute”, ha concluso.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Stefano Collatina nuovo presidente di Egualia

MILANO (ITALPRESS) – Si è svolta a Milano l’Assemblea di Egualia, l’associazione dei produttori di farmaci equivalenti, biosimilari e Value Added Medicines, chiamata a rinnovare i propri organi istituzionali per il biennio 2024 – 2025.
Il Consiglio Direttivo scelto dall’Assemblea di Egualia ha eletto alla guida dell’associazione Stefano Collatina, Presidente e Amministratore Delegato di Baxter SpA, affiliata italiana di Baxter Healthcare: il neo-eletto, è anche responsabile della Business Unit Pharmaceutical Central&South Europe per i principali mercati europei, Presidente del CdA di Baxter srl che gestisce l’impianto di Compounding di Sesto Fiorentino. In oltre 20 anni ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità a livello nazionale ed internazionale. Prima di diventare Presidente in Egualia ha ricoperto il ruolo di Vice Presidente e Coordinatore del Gruppo Italiano Biosimilari.
Collatina subentra ad Enrique Hausermann – ininterrottamente alla guida dell’associazione, prima denominata Assogenerici, dal 2013 – che resta past president.
«Sono onorato di assumere l’incarico di Presidente di Egualia e – certo di interpretare il sentimento di tutti i nostri associati – mi sento particolarmente grato ad Enrique Hàusermann per l’incredibile impegno di questi 11 anni che hanno trasformato l’industria dei farmaci equivalenti e biosimilari in Italia. Un’industria strategica per il ruolo centrale che ha assunto nel garantire accesso al farmaco ed equilibrio economico alla spesa pubblica e che in 20 anni è arrivata a garantire oltre il 30 % del fabbisogno farmaceutico nazionale – ha dichiarato il neopresidente Stefano Collatina – . Il nostro comparto si prepara ad affrontare delle sfide importanti a partire da tre principali priorità – ha proseguito – rendere compatibili gli interessi di salute pubblica con la sostenibilità industriale, rafforzare la competitività del settore dei farmaci maturi e fuori brevetto quale perno nell’accesso alle terapie croniche e guidare al meglio l’implementazione di dossier europei cruciali sul fronte regolatorio e ambientale. Sono fiducioso che il dialogo avviato con questo Governo possa portare a programmare le migliori soluzioni per queste sfide».
In apertura dei lavori l’intervento del sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che ha auspicato il mantenimento del clima di dialogo e confronto instaurato dal Governo con i vertici di Egualia. «Dall’inizio del mandato abbiamo cercato di affrontare passo passo alcuni dei nodi principali del settore, a partire dall’insediamento del tavolo delle carenze: un fenomeno che abbiamo visto essere sovrastimato ed abbiamo fatto uno sforzo comune per interpretare questo momento», ha ricordato. «E’ stata affrontata con una norma già all’esame del Parlamento la richiesta delle aziende di riduzione del preavviso per la segnalazione delle carenze e siamo impegnati ad affrontare il tema della sostenibilità dei farmaci con un prezzo inferiore ai 5 euro», ha proseguito Gemmato, ricordando anche infine il tema cruciale della governance, da declinare attraverso lo spostamento di categorie dalla distribuzione diretta alla convenzionata, possibile secondo quanto previsto dalla norma della Legge di Bilancio 2024. «E’ un tema su cui il ministero sta lavorando anche su sollecitazione delle associazioni dei pazienti e che riteniamo particolarmente importante – ha concluso – perchè rendere il farmaco accessibile serve ai pazienti ma serve anche a migliorare le performance del SSN».
Ad affiancare Collatina nel Consiglio di Presidenza, nel ruolo di Vicepresidenti, Umberto Comberiati (Teva Italia), Cinzia Falasco Volpin (Zentiva Italia) Davide Businelli (Lab. Farmacologico Milanese), Paolo Angeletti (S.A.L.F.), Massimiliano Rocchi (Accord Healthcare Italia), Salvatore Butti (EG – Stada), Fabio Torriglia (Viatris Italia), Marco Forestiere (Sandoz) e Riccardo Zagaria (DOC Generici).
Confermato Giovanni Sala (Medac Pharma) in qualità tesoriere dell’associazione.
Fanno anche parte del Consiglio Direttivo: Marco Pianta (Fresenius Kabi Italia), Fabio Scaccia (Farmitalia), Giorgio Oberrauch (Doppel Farmaceutici), Andrea Rottura (Towa Pharmaceutical).

– Foto ufficio stampa Egualia –

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Ad aprile tornano Exposanità e Cosmofarma

MILANO (ITALPRESS) – Si è svolta oggi a Milano, nella Torre PwC, la conferenza stampa di presentazione di Exposanità, in programma a Bologna Fiere dal 17 al 19 aprile e di Cosmofarma Exhibition dal 19 al 21 aprile.
Ad aprire l’illustrazione dei due appuntamenti il CEO di BolognaFiere Group, Antonio Bruzzone. “Cosmofarma ed Exposanità sono eventi molto importanti per il Gruppo BolognaFiere e abbiamo la leadership nazionale negli eventi espositivi dedicati al mondo della Sanità a 360 gradi. L’industria di dispositivi medici, prodotti e tecnologie a servizio di Ospedali, Rsa e cure domiciliari è in continuo sviluppo perchè dopo la pandemia abbiamo capito bene quanto importante e preziosa sia non solo la prevenzione, ma anche il sostegno alle fragilità, ai grandi anziani, alle persone con disabilità’.
A riassumere l’importanza e la forte partecipazione ad entrambe le manifestazioni è Francesca Ferilli, direttore generale BOS Srl.
‘La filosofia 2024 di Exposanità e Cosmofarma è la volontà di mettere al centro il valore umano e le persone che ogni giorno si prendono cura di noi. In entrambe le manifestazioni, mettiamo al centro la parola cura. Non solo con un claim legato alla comunicazione ma nell’attenzione di promuovere contenuti e divulgare un messaggio che possa essere all’interno di convegni – ha spiegato – le due manifestazioni raccolgono nell’insieme circa un migliaio di espositori, declinati per i mondi della farmacia e della sanità a 360 gradi. Immaginiamo di poter coinvolgere oltre 45-50mila professionisti del settore, con oltre 250 convegni con più di 400 relatori coinvolti”.
Nel claim “Ci sta a cuore chi cura”, scelto da Exposanità per l’edizione 2024, è racchiuso l’impegno per la sanità italiana che da oltre 40 anni caratterizza la manifestazione e tutto il senso dell’urgenza di tutelare i professionisti che lavorano nella sanità italiana.
Tra i temi che Exposanità tratterà ci sono tra gli altri riforme dei servizi sanitari, potenziamento della rete di assistenza, processo di digitalizzazione e innovazione tecnologica, personale sanitario e socio sanitario, ospedale a impatto zero, disabilità e soluzioni per una vita indipendente, riforma dei servizi di pronto soccorso.
Proprio su Exposanità, l’amministratore delegato di BOS Srl Ivo Nardella ha dichiarato che ‘la manifestazione nasce da un rapporto quotidiano che abbiamo con i professionisti del settore socio-sanitario, con i quali cerchiamo di raccontare sulle testate del Gruppo l’evoluzione delle professioni e del comparto. Lo raccontiamo fisicamente in fiera, sui social, nelle nostre pubblicazioni e incontri: è una connessione costante quello che vogliamo fare, mantenere il contatto tra tutte queste figure”.
L’edizione 2024 di Exposanità si aprirà trattando il tema della grande crisi del capitale umano in sanità, per medici, infermieri e personale sociosanitario. Secondo un sondaggio di Anaao- Assomed l’87% dei medici e dirigenti sanitari la propria vita è insoddisfacente, il 96,5% avverte un eccessivo carico di lavoro e il 72% ha pensato di lasciare il lavoro nel Servizio sanitario nazionale per trasferirsi all’estero. Il 17 aprile, alle ore 10, si svolgerà il convegno inaugurale “Investire sui professionisti per la tenuta del SSN”, moderato dal giornalista de Il Sole24Ore, Marzio Bartoloni e con la partecipazione di Nino Cartabellotta, Fondazione Gimbe.
Ampio spazio sarà dedicato alla riabilitazione con un ciclo di incontri per affrontare tematiche su cui lavorare per ricostruire un progetto di vita indipendente. Di estrema attualità è il Focus Pronto Soccorso: un’area dimostrativa mirata a mettere in luce soluzioni tecnologiche e organizzative per la gestione delle emergenze. Il 18 aprile si svolgerà il convegno “Le nuove sfide dell’Ospedale 4.0. Ripensare il Pronto Soccorso” organizzato da CNETO, Centro nazionale per l’edilizia e la tecnica ospedaliera: la progettazione di strutture sanitarie richiede un approccio sensibile volto a minimizzare la percezione di alienazione e offrire uno spazio terapeutico accogliente e confortevole per gli utenti. L’attenzione a temi come sicurezza, sostenibilità ambientale, comfort e benessere, richiede una riorganizzazione complessiva del processo progettuale.
A Exposanità 2024 si affronteranno anche i temi della digitalizzazione e della ridefinizione del setting di cura, approfondendo come il digitale, attraverso l’intelligenza artificiale, l’utilizzo dei big data e la robotica possano contribuire ad una vera territorializzazione delle cure.
Torna anche quest’anno l’iniziativa Sanità Digitale, per offrire nuovi servizi tecnologici e promuovere le apparecchiature più all’avanguardia ed è confermata l’area destinata alle discipline sportive, in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico – Comitato Regionale Emilia-Romagna. Durante le tre giornate di manifestazione i visitatori potranno assistere ad un ciclo di tornei e gare animate da protagonisti del mondo dello sport, atleti e campioni paralimpici.
Per quanto riguarda Cosmofarma 2024, giunta alla sua 27esima edizione, il focus centrale è il valore umano. Da questo punto di vista, sono tre i concetti chiave che la caratterizzano: cura, ispirazione ed evoluzione. Prendersi cura, che è ciò che sono chiamati a fare ogni giorno i professionisti della sanità; l’ispirazione come scintilla perchè attorno a un’idea abbozzata si lavori per costruire un buon progetto. E infine l’evoluzione come messa in discussione e motore di confronto verso la crescita personale e professionale.
“Il claim dell’edizione di quest’anno racchiude tre concetti chiave che esprimono il valore del ruolo svolto dai farmacisti all’interno del SSN: partecipazione attiva al percorso di cura, at-tenzione ai bisogni delle persone per dare risposte concrete alle loro esigenze di salute e ca-pacità di evolversi a beneficio della collettività”, ha affermato Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI). “La tre giorni di Cosmofarma si annuncia viva e ricca di stimoli: sarà un’importante occasione per ritrovarci e ragionare, insieme anche agli altri professionisti della salute, sulle sfide che ci attendono per consolidare la centralità del nostro ruolo sul territorio e rafforzare le sinergie interprofessionali, con l’obiettivo di offrire ai cittadini la migliore assistenza possibile – ha aggiunto -. La pandemia ha cambiato il ruolo del farmacista e ne ha dimostrato la sua flessibilità e la sua capacità di mantenere sempre all’altezza la sua preparazione. Quindi la nostra professione ne esce molto rafforzata. Rimettere al centro il professionista è molto importante, come è da sempre la filosofia della nostra professione”.
Secondo il segretario nazionale Federfarma Roberto Tobia ‘l’esperienza del Covid ha dimostrato l’importanza delle farmacie come presidio territoriale insostituibile. Un presidio che potrà essere ancora più importante per i cittadini grazie a tutti i servizi che il mondo della farmacia sta mettendo a disposizione”. ‘La farmacia diventa un punto di accesso sul territorio per i cittadini dove poter trovare un professionista che eroghi servizi di alta specializzazione, facendo un servizio alla comunità soprattutto nelle aree rurali – ha aggiunto – Occasione come Cosmofarma sono importanti momenti di confronto con la categoria che servono anche a comunicare il valore di un nuovo sistema che non dobbiamo dimenticare”.
‘Come Gruppo seguiamo circa 19 mila farmacie, cerchiamo di avere un rapporto con i farmacisti, di aiutarli, di dare una visione più olistica del primo punto di riferimento per il cittadino sul territorio che oggi quando ha qualcosa “va dal dottore in farmacia”. Cerchiamo di raccontare che ci sono tecniche ed evoluzioni per la propria salute e benessere che trovano nella farmacia un punto di atterraggio – ha aggiunto Nardella – Lo raccontiamo fisicamente in fiera, sui social, nelle nostre pubblicazioni e incontri: è una connessione co-stante quello che vogliamo fare, mantenere il contatto tra tutte queste figure”.
Nell’ambito del Cosmetic Summit, in calendario sabato 20 aprile (ore 14:30) interverrà in apertura Luigi Corvi, presidente del Gruppo Cosmetici in Farmacia di Cosmetica Italia – Associazione nazionale imprese cosmetiche, presentando le più recenti rilevazioni sull’andamento del settore con particolare attenzione ai consumi nel canale farmacia. Tra i diversi contenuti, il focus del Cosmetic Summit è dedicato ai Giovani in farmacia, davanti e dietro il banco: si analizzerà il rapporto della generazione Z con la farmacia, quanto incida la sostenibilità sulle loro scelte d’acquisto, la coerenza e la trasparenza del linguaggio nella dermocosmesi.
In questo ambito, saranno presentati i risultati di una ricerca a cura di Maurizio Tucci, presidente Laboratorio Adolescenza, secondo la quale il 68,2% di ragazzi nella fascia d’età 13-19 anni considera il farmacista un professionista competente a cui potersi rivolgere per un consiglio, il 14% un dispensatore di medicine, il 13,8% un professionista che però non può dare consigli medici.
Anche quest’anno la manifestazione presenta un calendario molto ricco di appuntamenti e convegni. A partire dalla tradizionale Business Conference, in programma nel pomeriggio del 19 aprile quando Guido Stratta, manager, founder e presidente dell’associazione Accademia della Gentilezza, specializzato nei processi di trasformazione culturale e gestione delle persone, condurrà una tavola rotonda sulla leadership gentile e su come estendere in tutti i settori della società l’approccio gentile, nella cultura, nello sport, nelle istituzioni, ovviamente nella sanità e all’interno della farmacia.
Alle donne vittime di violenza sarà dedicato il convegno “Violenza di genere: come approcciarla in farmacia” in programma sabato 20 aprile alle ore 14.30. Bisogna ricordare infatti che l’80% delle persone che entra in farmacia è rappresentato da donne e concordano nel percepirla come luogo di fiducia e sicuro. La capillarità e l’accessibilità delle farmacie sul territorio fa sì che possano essere un punto di riferimento per condividere eventuali richieste di aiuto di fronte a casi di violenza. Si condivideranno diverse esperienze, anche grazie a progetti “Il farmacista informato sui fatti” e “Mimosa” promosso dall’associazione Farmaciste Insieme. Dalla loro collaborazione con Cosmofarma Exhibition nasce un’iniziativa in ambito socio-educativo, rivolta alle classi terze e quarte delle scuole superiori di diverse regioni del Paese, per diffondere tra i ragazzi e le ragazze maggiore consapevolezza sui tipi di violenza e discriminazione e costruire insieme una cultura basata sul rispetto nella relazione con gli altri.
Venerdì’ 19 aprile con “La nutraceutica: il suo regno in farmacia” si affronterà l’approccio nutraceutico in differenti ambiti (sindromi fibromialgiche, colesterolo, colon irritabile, cosmeceutica). La seconda sessione, in programma sabato 20 aprile, si concentrerà su Nutraceutica e sport, a partire dalle opportunità e dagli accorgimenti da seguire nell’integrazione per l’attività motoria; previsto anche un approfondimento tecnico con i farmacisti specializzati nel reparto sportivo.

– Foto xh7/Italpress –

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Nasce l’alleanza per un’infanzia libera dall’RSV

ROMA (ITALPRESS) – Prevenire l’RSV e le sue complicanze nei primi mesi di vita dei bambini è una priorità di sanità pubblica che impatta sul nostro Sistema Sanitario Nazionale. A metterlo in evidenza sono i dati. E’ stato stimato che ogni anno in Italia la stagione epidemica di virus respiratorio sinciziale (RSV) comporti, nella sola coorte di bambini nel primo anno di vita (400.000 nati), oltre 230.000 eventi sanitari che richiedono l’attenzione medica, tra cui più di 15.000 ricoveri e circa 16 decessi ogni anno. A livello globale, l’RSV è la principale causa di assistenza medica, ambulatoriale e ospedaliera per infezione respiratoria nei bambini di età inferiore ad un anno.
Oggi, grazie alla ricerca si può contare anche in Italia, sulla forma di immunoprofilassi passiva offerta dagli anticorpi monoclonali di nuova generazione la cui sicurezza ed efficacia e il cui impiego come nuovo strumento di prevenzione dell’RSV a disposizione della sanità pubblica sono stati ampiamente riconosciuti dalla comunità scientifica.
Nella stagione RSV tutt’ora in corso non mancano in Europa esempi di implementazione di successo di questa nuova strategia di immunoprofilassi passiva per tutti i neonati e bambini alla loro prima stagione RSV. In molti paesi europei sono stati già emanati dalle autorità sanitarie centrali dei documenti di indirizzo in tal senso. Non sono mancate, negli scorsi mesi, le prese di posizione e gli appelli da parte del mondo scientifico affinchè anche in Italia si possa implementare, con gli strumenti oggi disponibili e con un indirizzo comune ed uniforme sul territorio, un bisogno di sanità pubblica ancora insoddisfatto come l’RSV, riducendo gli impatti per il nostro SSN e le disparità a livello regionale.
Eppure, perchè questo sia possibile dalla prossima stagione 2024/2025 anche in Italia, sono necessarie delle azioni concrete e urgenti che la nuova Alleanza, composta da Società scientifiche, Associazioni di pazienti, Federazioni, economisti e Istituzioni, ha voluto delineare e illustrare nel Manifesto dal titolo “Respirare per crescere – Alleati per un’Infanzia libera dall’RSV”, frutto di un lavoro multidisciplinare svolto negli scorsi mesi e sostenuto da Sanofi.
Oggi, a Roma, su invito e iniziativa del senatore Ignazio Zullo, i soggetti che hanno afferito all’Alleanza hanno presentato il Manifesto alla stampa.
Ignazio Zullo, membro X Commissione del Senato della Repubblica, promotore dell’iniziativa, afferma: “L’integrazione degli anticorpi monoclonali destinati all’intera coorte di bambini, strumento innovativo e indispensabile per prevenire le bronchioliti da RSV, può ridurre, non solo il numero di accessi nelle strutture e, quindi, il numero di infezioni medio-gravi, ma anche i costi associati ai ricoveri ospedalieri e alle terapie adottate. Per tutte queste motivazioni, mi sono reso disponibile ad elevare la questione a livello parlamentare e ad utilizzare gli strumenti legislativi messi a disposizione dei decisori politici quanto della cittadinanza, per far sì che, ben presto, l’immunizzazione passiva sia resa disponibile a tutti i nuovi nati nel nostro Paese”.
L’Alleanza, tramite le esperienze combinate di figure istituzionali, clinici, pazienti, economisti ha dato vita a un percorso di confronto che ha inquadrato lo scenario nella prevenzione dell’RSV sulla scorta di evidenze clinico-epidemiologiche ed economico-sanitarie e anche di impatto sociale.
In termini di impatto economico sul Servizio Sanitario Nazionale, la spesa associata alla gestione delle forme medicalmente assistite di RSV, nonchè alla gestione delle sue complicazioni risulta essere pari a circa 64 milioni di euro/annui di costi diretti. Inoltre, vanno considerati i costi indiretti determinati dalla perdita di produttività per morte prematura (16 decessi correlati al RSV), che risultano pari a circa 3 milioni di euro, nonchè i costi aggiuntivi dell’attuale profilassi effettuata ai soggetti ad alto rischio (circa 13.000 bambini, 4,4% della corte di nascita), pari a circa 43 milioni di euro (nella stagione 2022/2023).
Ecco le cinque azioni che è necessario implementare quanto prima per affrontare con le armi oggi disponibili quello che è un bisogno di sanità pubblica ancora insoddisfatto: Informare immediatamente le Regioni e tutti gli operatori sanitari, a livello nazionale, sulla disponibilità di nuovi strumenti preventivi che permettano di proteggere tutti i bambini nel primo anno di vita; Aggiornare il Calendario Vaccinale ed evolverlo, con l’introduzione dell’anticorpo monoclonale, ad un Calendario Nazionale di Immunizzazione, in tempo per implementare in modo efficace la strategia di immunizzazione da RSV nella stagione 2024/2025; Organizzare campagne di informazione e sensibilizzazione, rivolte a genitori e operatori sanitari, sull’importanza di ridurre i rischi di un’infezione da RSV;
Garantire la tutela del diritto alla salute a tutti i bambini grazie all’immunoprofilassi passiva da RSV in modo uniforme, su tutto il territorio nazionale; Assicurare l’impegno congiunto tra Istituzioni nazionali e regionali, operatori sanitari e Associazioni per l’implementazione di campagne di immunizzazione per la prevenzione dell’RSV nei bambini nella stagione 2024/2025.
La disponibilità di questa forma di immunizzazione andrebbe per altro a beneficio delle famiglie che devono affrontare insieme ai loro figli l’impatto dell’RSV.
L’Alleanza e la redazione del Manifesto ha visto la partecipazione di: Senatrice Ylenia Zambito, Membro X Commissione del Senato della Repubblica, Senatore Ignazio Zullo, Membro X Commissione del Senato della Repubblica, Onorevole Luciano Ciocchetti, Vicepresidente XII Commissione della Camera dei Deputati, Luigi Orfeo, Presidente Società Italiana di Neonatologia (SIN), Giovanni Gabutti, Coordinatore del Gruppo di Lavoro “Vaccini e Politiche vaccinali” della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI), Rino Agostiniani, Vicepresidente Società Italiana di Pediatria (SIP), Fabio Midulla, Past President Società Italiana di Malattie respiratorie infantili (SIMRI), Paolo Sciattella, membro CTS della Società Italiana di HTA, Antonio D’Avino, Presidente Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP), Pietro Scanzano, Direttore Sanitario Istituto INMI “Lazzaro Spallanzani”, Roma – delegato Federsanità, Valeria Fava, Responsabile politiche sanitarie Cittadinanzattiva, Mario Picozza, Presidente FederASMA, Adriano Bordignon, Presidente Forum delle Associazioni Familiari, Martina Bruscagnin, Presidente Vivere Onlus.
Mario Merlo, General Manager Sanofi Vaccini Italia, sottolinea:
“Siamo orgogliosi di aver favorito un dialogo tanto importante tra Istituzioni, Associazioni dei pazienti, Federazioni e rappresentanze della società civile perchè rappresenta un ulteriore passo avanti nell’implementazione di una strategia di immunizzazione universale dall’RSV nel primo anno di vita dei bambini. Garantire l’equità di accesso in modo uniforme sul territorio è un aspetto fondamentale. Auspichiamo che il Ministero della Salute possa dare un indirizzo comune a tutte le Regioni. Come Sanofi, il nostro impegno costante è rivolto al ricercare e sviluppare soluzioni che possano cambiare l’approccio anche alla prevenzione e rispondere a bisogni non soddisfatti di salute”.
-foto ufficio stampa Apco –
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Al San Raffaele di Milano nasce il Neurotech Hub

MILANO (ITALPRESS) – L’IRCCS Ospedale San Raffaele e l’Università Vita-Salute San Raffaele annunciano l’avvio della partnership con il Nicolelis Institute for Advanced Brain Studies, dell’Associazione brasiliana Alberto Santos Dumont for Research Support (AASDAP, www.aasdap.org.br), per la creazione del nuovo San Raffaele Neurotech Hub. Risultato di due anni di lavoro, il nuovo San Raffaele Neurotech Hub sarà la prima iniziativa di questo genere in Europa, incentrata sulla implementazione su larga scala di moderne neurotecnologie e protocolli di neuroriabilitazione, basati sull’impiego di un nuovo e generico approccio di interfaccia cervello-macchina non invasiva (nBMI). Questo nBMI sarà la base per molteplici protocolli e terapie di neuroriabilitazione, rivolti ai pazienti affetti da patologie neurologiche, come lesioni al midollo spinale, malattia di Parkinson, sclerosi multipla e ictus.
Si stima che oltre 1 miliardo di persone nel mondo soffra di un disturbo cerebrale di qualche tipo, includendo malattie neurologiche e psichiatriche. Entro il 2030, il costo globale per trattare questi pazienti potrebbe avvicinarsi a circa 6 mila miliardi di dollari. Pertanto, sono necessarie nuove terapie sicure, clinicamente efficienti ed economicamente accessibili, accanto a tecnologie di neuroriabilitazione, per affrontare le esigenze a lungo termine di tali pazienti. Negli ultimi 20 anni, la ripetuta evidenza che è possibile collegare in modo fluido il cervello a dispositivi robotici, elettronici o virtuali, attraverso le cosiddette interfacce cervello-macchina (BMIs), è emersa come un potente nuovo approccio terapeutico e di neuroriabilitazione per affrontare questa importante sfida sanitaria a livello mondiale. Valutare e sfruttare il potenziale clinico dei nBMIs sarà la principale missione del nuovo San Raffaele Neurotech Hub.
L’Hub prenderà il via istituendo un Centro di Neuroriabilitazione, con la missione principale di fornire a pazienti provenienti da tutta Europa pieno accesso a moderni protocolli di neuroriabilitazione e neurotecnologie sviluppate originariamente da un team di ricerca brasiliano multidisciplinare, guidato dal professor Miguel Nicolelis, neuroscienziato e Professore Emerito presso il Duke University Medical Center negli Stati Uniti. Alla fine degli anni ’90, insieme al dottor John Chapin, Miguel Nicolelis, ha inventato un nuovo approccio neurofisiologico, definito interfacce cervello-macchina (BMIs).
Negli ultimi 25 anni, il professor Nicolelis e i suoi gruppi di ricerca negli Stati Uniti e in Brasile hanno sviluppato molteplici applicazioni cliniche basate su diverse architetture di BMIs, combinate con molteplici strumenti derivati dai campi della realtà virtuale e della robotica. Oltre a essere autore del Master Plan del progetto del nuovo hub, insieme al dottor Alan Rudolph, il professor Nicolelis sarà visiting professor presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e co-direttore di questa collaborazione italo-brasiliana. Sviluppati originariamente per la dimostrazione del primo esoscheletro per arti inferiori controllato dal cervello, che ha permesso a un paziente paraplegico brasiliano di effettuare il calcio d’inizio della Coppa del Mondo di Calcio FIFA 2014, i protocolli di neuroriabilitazione che saranno implementati nel Centro di Neuroriabilitazione del San Raffaele Neurotech Hub, sono tutti basati sulla combinazione di nBMIs, realtà virtuale, robotica e, più recentemente, tecniche neuromodulanti non invasive (Donati et al, 2016; Shokur et al, 2018; Selfslagh et 2019; Nicolelis et al 2022).
“Siamo entusiasti di lanciare questo programma per aiutare i pazienti affetti da patologie neurologiche e ampliare la nostra ricerca sulle innovative tecniche di riabilitazione che utilizzano nuove conoscenze e protocolli per aiutare coloro che ne hanno bisogno e formare la prossima generazione di specialisti”, ha detto il dottor Alan Rudolph, riguardo a questa collaborazione clinica e scientifica, sicuramente unica nello scenario internazionale.
“Questa collaborazione con uno degli ospedali più prestigiosi al mondo è un sogno diventato realtà – ha aggiunto il professor Miguel Nicolelis -. La nostra partnership permetterà, infatti, ai pazienti affetti da alcune devastanti patologie cerebrali, di accedere a tecnologie all’avanguardia, sicure, accessibili ed efficaci basate sulle interfacce cervello-macchina (BMIs). Sono sicuro che il mio caro amico John Chapin, con il quale ho inventato questa tecnologia, sarebbe orgoglioso di questo annuncio. Speriamo di raggiungere un gran numero di pazienti nei prossimi anni e dimostrare categoricamente che le BMIs non invasive, combinate ad altre moderne tecnologie e strumenti di dati, diventeranno l’approccio principale nel trattamento delle malattie neurologiche e psichiatriche nel prossimo futuro”.
“Siamo molto lieti di annunciare l’inizio del progetto strategico Neurotech Hub, che è il risultato dalla partnership che abbiamo stretto con il professor Nicolelis e il suo team – ha commentato il professor Enrico Gherlone, Rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele -. Dopo l’implementazione di un masterplan biennale, il Neurotech Hub è pronto per entrare nella fase operativa, che ci assicurerà nei prossimi anni di poter perseguire la nostra visione strategica: le neurotecnologie come una nuova e obbligatoria medicina avanzata di cui si intravede già un potenziale utilizzo nell’uomo per migliorare la nostra salute, sia motoria che cognitiva, sia nei disturbi neurologici che psichiatrici. Tutto ciò rappresenta indubbiamente un’opportunità di importanza cruciale anche per i nostri specializzandi, dando loro la possibilità di confrontarsi con una tecnologia all’avanguardia, unica in Europa”.
“Il nuovo Neurotech Hub rappresenta uno dei principali progetti strategici del nostro Istituto – ha evidenziato l’ingegner Marco Centenari, Amministratore Delegato dell’IRCCS Ospedale San Raffaele -. La collaborazione con il professor Nicolelis è la prova tangibile della nostra volontà di sostenere uno sforzo a lungo termine nell’ottica di sviluppare una medicina sempre più traslazionale. Il gruppo di Nicolelis sarà affiancato da un team di eccellenti neurologi del nostro Ospedale guidati dal professor Massimo Filippi, che ha un’esperienza riconosciuta a livello internazionale nel testare nuove terapie nelle malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative, nonchè nello sviluppo di nuovi biomarcatori per prevenire e trattare in modo più efficace tali malattie. Siamo convinti che nel prossimo futuro potremo contribuire a far progredire ulteriormente un campo trans-disciplinare come quello che sostiene lo sviluppo neuro tecnologico, valido aiuto per un neuro invecchiamento più sano”.

– foto ufficio stampa Gruppo San Donato –
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Medicina legale, un aiuto per accertare la verità

MILANO (ITALPRESS) – Condizioni di vita, età, ma anche malattie, traumi e addirittura torture. Il corpo umano, anche quando è un corpo inanimato, racconta molto delle vicende vissute. L’incarico di studiarlo, allo scopo di individuare il crimine, è affidato ai medici legali. E’ un incarico che non conosce limiti temporali, dagli scheletri preistorici alle salme dei migranti, ai corpi viventi dei minori non accompagnati. Sono questi alcuni dei temi trattati da Cristina Cattaneo, professore ordinario di medicina legale e delle assicurazioni presso la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano e responsabile del laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università di Milano, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress: “Il mestiere di medico legale è completamente diverso rispetto a quello dell’anatomopatologo, che è sì colui che fa le autopsie, ma finalizzate a scoprire la patologia naturale, non la violenza”, ha esordito.
“Il medico legale – ha aggiunto – fa l’autopsia per ricostruire il crimine o cercare l’intervento di una terza persona su quella morte. Il medico legale affronta con uno spirito di grande afflato verso l’aiuto per gli altri. Noi siamo medici, dobbiamo tutelare la salute degli altri, anche quando lavoriamo sui morti, il fatto di restituire la verità, e non soltanto la giustizia, ai familiari e alla società attraverso la medicina e la scienza è fondamentale”. “Lavoro con molti giovani che hanno professionalità diverse – ha spiegato – Il mio lavoro è quello di insegnare e leggere scene di crimine su morti e vivi, quindi anche nei pronto soccorso”. Se da un lato si assiste a una grande evoluzione della medicina legale, al contempo vi è una vera e propria ‘crisi di vocazionè nelle nuove generazioni: “La medicina legale si è evoluta. Ma c’è un paradosso: abbiamo nuove tecnologie, ma le applichiamo sempre di meno, questo scollamento va sanato – ha sottolineato Cattaneo – Stiamo vivendo una crisi molto importante come medicina legale. L’autopsia è fondamentale per fare anche prevenzione, è fondamentale che ci sia un medico legale nei pronto soccorso. La violenza è una malattia, quindi questo è un messaggio importante per i politici”.
E sul suo incarico nell’ambito del riconoscimento delle salme dei migranti: “Dal 1994-1995 abbiamo iniziato la missione con Marco Grandi, perchè il problema dei morti senza identità non è solo dei migranti, ma anche degli italiani – ha aggiunto – Ma da quando sono iniziate queste enormi tragedie nel Mediterraneo con le traversate, abbiamo cominciato a capire perchè questi morti non li identifica nessuno. E’ fondamentale identificare tutti: è un diritto di tutti, un diritto soprattutto di chi cerca quel morto, e così torniamo alla salute mentale – ha ribadito la professoressa – Chi non sa se il figlio è vivo o morto, non riesce a rielaborare il lutto ed entra in loop di patologia psichiatrica. Identificare i morti è quasi un diritto alla salute di chi cerca quei morti”. A questo proposito, c’è l’esempio del grosso naufragio nel Mediterraneo dell’aprile del 2015: “Abbiamo fatto quel che nessuno ha mai fatto sui migranti, siamo stati tre mesi in Sicilia a fare le autopsie – ha ricordato – Ciò che è successo intorno a questo barcone rappresenta la potenza della scienza e della medicina nel ricucire i diritti umani quando vuole. In questo caso il dna è molto importante, ma a volte non funziona perchè non si trovano i parenti giusti, si passa allora ad altre tecniche di confronto d’immagine che funzionano molto bene”, ha raccontato.
“Stiamo scoprendo sempre più quanto sia fondamentale identificare i morti per i vivi, abbiamo identificato genitori morti con i figli ancora vivi, ma senza il certificato di orfani questi non potevano andare avanti nella loro vita”. Infine, sulla medicina legale applicata agli scavi archeologici: “Noi studiamo anche gli scheletri del passato, ne abbiamo diecimila in laboratorio a Milano, lo facciamo per capire l’evoluzione della violenza – ha concluso – E’ importante avere consapevolezza di cosa eravamo per capire cosa correggere”.

– foto tratta da video Medicina Top –
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Protesi del ginocchio, in Italia 80 mila interventi all’anno

MILANO (ITALPRESS) – Si stima che in Italia vengano eseguiti circa 80.000 interventi di protesi del ginocchio all’anno, interventi che consistono nella sostituzione dell’articolazione naturale con componenti in metallo e materiali plastici, allo scopo di alleviare il dolore e migliorare la mobilità. La condizione patologica che più frequentemente porta a questo intervento è l’artrosi, cioè la progressiva perdita della cartilagine di rivestimento che determina la scomparsa dello spazio tra tibia, femore e rotula, la deformazione delle superfici articolari e lo sviluppo di irregolarità ossee, i cosiddetti osteofiti. La protesi è concepita in modo da creare una nuova articolazione funzionale, che impedisce il contatto doloroso tra osso e osso. Sulla base del singolo caso, il chirurgo decide se protesizzare tutto il ginocchio, cioè se fare un intervento di protesi totale, o solo una parte, con la protesi monocompartimentale. Sono questi alcuni dei temi trattati da Pietro Randelli, professore ordinario di ortopedia e traumatologia presso l’Università degli Studi di Milano, direttore della prima clinica ortopedica dell’istituto ortopedico Gaetano Pini e della clinica ortopedica del CTO di Milano, nonchè vicepresidente della società italiana di ortopedia e traumatologia, Siot, intervistato da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“I fattori predisponenti dell’artrosi vedono età, peso corporeo e il tipo di utilizzo dell’articolazione – ha esordito – Esistono artrosi post-traumatiche che possono intervenire in pazienti che hanno avuto traumi, incidenti, anche traumi sportivi, che nel tempo portano a degenerazioni articolari”. Ed è in questi casi che si procede con l’intervento chirurgico e la protesi: “Negli ultimi anni stiamo lavorando tantissimo per far in modo che l’intervento sia il meno invasivo possibile – ha assicurato il professore – La chirurgia si è affinata molto, rimane certo una grande chirurgia, perchè andiamo a sostituire una articolazione. Già dal giorno dopo il paziente può camminare caricando totalmente sull’articolazione, questo è il grande passo avanti. Se arriva con una buona forma fisica all’intervento e ha un buon fisioterapista, già dal giorno dopo torna a vivere”.
La tecnologia applicata alle protesi ha fatto sì che negli ultimi anni gli impianti siano molto spesso su misura: “Oggi riusciamo a inviare la Tac alle aziende produttrici in Nord America e in Europa, che con la stampa in 3D forniranno al paziente una protesi su misura esattamente per quel ginocchio, tanto che molti pazienti ci dicono che hanno un ginocchio estremamente naturale, tornato come quello di trent’anni prima – ha spiegato Randelli, parlando poi delle protesi monocompartimentali – Ci sono comunque tuttora delle protesi monocompartimentali che nell’80% dei casi ci danno pazienti soddisfatti, ma per aumentare la percentuale cerchiamo di personalizzare gli impianti protesici”. Sui casi in cui bisogna prendere concretamente in considerazione la possibilità di sottoporsi a un intervento: “Quando la nostra qualità della vita è condizionata. Se io tutti i giorni cammino per vari motivi e non posso più farlo perchè l’articolazione mi condiziona, allora è il momento di protesizzare, indipendentemente dall’età – ha sottolineato – Con una protesti possiamo fare tutto, ma se si pensa a un possibile danneggiamento, il clinico sconsiglia il correre e il saltare, perchè eccediamo nella resistenza meccanica del polietilene – ha precisato il professore – Con le tecnologie che abbiamo, oggi assistiamo a pazienti con una longevità degli impianti che pensiamo possa essere superiore a 20-25 anni, ma abbiamo sempre la chirurgia di revisione che ci permette di dare nuova vita a quelle articolazioni”.
“Il risultato – ha evidenziato – è leggermente inferiore rispetto alla protesi di primo impianto, ma si può comunque protesizzare un’altra volta”.
E sulla chirurgia robotica: “Per l’ortopedia, che il robot sia meglio dell’uomo non è stato ancora dimostrato, il robot paga pegno sulla lunghezza degli interventi, allunga i tempi chirurgici – ha raccontato – Noi ormai abbiamo accorciato i tempi delle protesi, in un’ora-un’ora e venti si conclude l’intervento, coi robot in letteratura si riportano tempi doppi”. Infine, sulla prevenzione per evitare di dover ricorrere a una protesi al ginocchio: “Innanzitutto avere un peso corporeo ottimale, ogni kg che perdiamo di peso sono 4 kg in meno sul ginocchio. Poi, per mantenere una buona attività fisica, l’OMS ci dice che bisogna camminare mezz’ora al giorno a passo svelto cinque volte a settimana – ha concluso – Da evitare, però, le scale in discesa e le lunghe discese in montagna”.

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HPV, Unfer “Il vero ostacolo è la persistenza del virus”

ROMA (ITALPRESS) – L’HPV è la più frequente infezione sessualmente trasmissibile e il secondo agente patogeno responsabile di cancro nel mondo. Nel corso della vita colpisce 4 persone su 5, con un picco di prevalenza nelle giovani donne fino a 25 anni d’età. Nel Report “I numeri del cancro in Italia 2022” AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) emerge che in Italia sono oltre 6.000 i casi di tumore che ogni anno sono riconducibili al Papilloma Virus: si stima infatti che sia responsabile di circa il 97% dei tumori della cervice uterina. La diffusione dell’HPV è quindi un problema rilevante che richiede attenzione immediata.
“Attualmente, i test di screening e la vaccinazione, che protegge dai ceppi a maggiore aggressività, rappresentano le uniche strategie nella prevenzione dell’HPV. In Italia, la somministrazione del vaccino è fortemente consigliata e offerta gratuitamente a ragazze e ragazzi dagli 11 anni di età, sebbene la percentuale di persone vaccinate rimanga ancora notevolmente bassa”, ha spiegato il professor Vittorio Unfer, ginecologo e docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università UniCamillus di Roma, in occasione della Giornata Internazionale del Papilloma Virus (HPV) che ricorre il 4 marzo e che si propone di favorire la consapevolezza, l’educazione e la prevenzione dei tumori HPV-correlati.
Dai dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità risulta che, sebbene nell’80% circa delle infezioni si vada incontro a una risoluzione spontanea, nel 20% si assiste a una persistenza che può determinare lo sviluppo di lesioni benigne e maligne. “Il principale ostacolo è rappresentato dalla persistenza del virus, una fase dell’infezione in cui l’HPV si è ormai integrato nel DNA dell’ospite e rimane presente per diversi anni, potenzialmente favorendo lo sviluppo di lesioni precancerose. Questo sottolinea l’importanza cruciale di individuare tempestivamente le alterazioni causate dal virus attraverso esami regolari, come il Pap test”, ha spiegato Unfer.
Negli ultimi anni, sono stati identificati dei nuovi approcci terapeutici che non solo mirano a debellare l’infezione, ma anche a contrastare la sua persistenza nel tempo. “Da un punto di vista terapeutico non esistono cure contro il papilloma virus. Tuttavia, recenti ricerche scientifiche hanno evidenziato che l’effetto sinergico di sostanze di origine botanica come l’Epigallocatechina Gallato (EGCG) e di micronutrienti quali Acido Folico, Vitamina B12 in associazione all’Acido Ialuronico a bassissimo peso molecolare può essere un valido aiuto nel ridurre la persistenza del virus”, conclude il professore.

– foto xi2/Italpress –
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