ROMA (ITALPRESS) – Ancora in leggero calo i contagi da coronavirus in Italia. I nuovi casi, riportati dal bollettino del Ministero della Salute sono 17.533 (ieri erano stati 18.020) a fronte di un numero maggiore di tamponi eseguiti: 140.267 (121.275 quelli effettuati ieri). Il rapporto tamponi/positivi cala quindi al 12,4%. Tornano però a crescere i decessi a 620.
In flessione gli attualmente positivi di 666 unità a 570.389. I guariti nelle ultime 24 ore sono 17.575. Si alleggerisce la pressione sugli ospedali: 78 i guariti con 23.313 ricoverati nei reparti. Stabile a 2.587 il numero dei degenti nelle terapie intensive con 187 nuovi ingressi. Sono 544.489 coloro che si trovano in isolamento domiciliare. Per quanto riguarda il contagio nelle regioni, quella dove l’incremento è maggiore risulta essere anche oggi il Veneto (3.388), seguita Emilia Romagna (2.026) e Lombardia (1.963). Le uniche regioni dove non si registrano ingressi nelle terapie intensive sono Basilicata e Valle d’Aosta.
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Coronavirus, 17.533 nuovi casi e 620 decessi in 24 ore
Mulino Bianco, 2 milioni di euro per gli infermieri
ROMA (ITALPRESS) – In questo lungo periodo trascorso “distanziati”, quanto ci è mancato un abbraccio? Se un abbraccio può fare la differenza, cosa possono fare milioni di Abbracci? Parte da questa considerazione l’adesione di Mulino Bianco a #NoiConGliInfermieri (https://www.noicongliinfermieri.org/), il Fondo di solidarietà creato da FNOPI – la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche che rappresenta oltre 450mila infermieri in Italia – per assistere le famiglie degli infermieri che hanno perso la vita, si sono ammalati o hanno subito gravi stress durante l’emergenza Covid.
Mulino Bianco lega simbolicamente il suo sostegno alla campagna di FNOPI ai suoi Abbracci, frollini nati nel 1987 (lo stesso anno in cui si è iniziata a celebrare la “Giornata degli Abbracci”), che, per supportare l’iniziativa, si vestono di una confezione speciale. Il ricavato di Barilla dalla vendita di ogni confezione speciale di Abbracci sarà donato al Fondo solidarietà FNOPI, fino al raggiungimento di 2 milioni di euro. Questa operazione di solidarietà si aggiunge a quelle precedenti a sostegno del personale sanitario degli ospedali, dei banchi alimentari, delle associazioni locali e scuole.
Il formato speciale sarà sugli scaffali da gennaio in confezioni da 350 e 700 grammi: il tradizionale giallo diventa celeste, sul fronte della confezione compare uno stetoscopio e il nome del prodotto diventa un messaggio di sensibilizzazione e vicinanza (“questi Abbracci sono per loro”), con in evidenza l’hashtag della campagna FNOPI #NoiConGliInfermieri.
“Fin dall’inizio dell’emergenza, il Gruppo Barilla ha espresso la sua vicinanza agli italiani e ai territori colpiti dalla pandemia con gesti di solidarietà e donazioni. I nostri stabilimenti non si sono mai fermati per garantire a tutti, attraverso i nostri prodotti, un pizzico di normalità in un momento difficile – spiega Julia Schwoerer, Vice President Mulino Bianco -. Abbiamo scelto di compiere questo nuovo passo attraverso Mulino Bianco, che, da sempre, porta alle persone la felicità fatta di piccole cose, cariche di significato ed emozioni, proprio come un abbraccio. Gli ‘Abbracci per gli Infermierì non sono solo biscotti, ma un modo per far sentire a tutti gli infermieri d’Italia che siamo con loro. I dipendenti dei nostri stabilimenti ci hanno aiutato in modo cruciale a realizzare per tempo le confezioni speciali, lavorando anche durante il periodo natalizio per sostenere la campagna di FNOPI”.
#NoiConGliInfermieri di FNOPI ha raccolto, in 7 mesi, 4 milioni di euro.
“Entrare nelle case degli italiani grazie alla sensibilità mostrata da Barilla consentirà di sostenere, in un momento cruciale, attraverso i contributi al Fondo di Solidarietà #NoiConGliInfermieri, gli infermieri colpiti da Covid-19 e le loro famiglie – afferma Barbara Mangiacavalli, presidente di FNOPI -. Da 10 mesi lavoriamo intensamente negli ospedali, nelle Rsa come sul territorio, pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane e di personale infermieristico contagiato. Si tratta quindi di un importante riconoscimento verso chi si è esposto in prima linea per combattere il nemico invisibile”.
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Covid, in Italia 326 mila vaccinati
ROMA (ITALPRESS) – L’Italia continua a correre sul fronte dei vaccini. Sono 326.649 le vaccinazioni anti Covid-19 somministrate (dato fermo alle 14 di oggi). Le donne vaccinate sono 199.048, gli uomini 127.601. Il maggiore numero di vaccinati è rappresentato da operatori sanitari (276.925), a seguire personale non sanitario (31.630) e ospiti delle strutture residenziali (18.094). La regione con la maggiore percentuale di di vaccini somministrati rispetto alla dotazione è il Veneto (84,4%), l’ultima la Calabria (15,7%). Ma ecco nel dettaglio il dato delle singole regioni: Abruzzo (49,3%), Basilicata (39,1%), Calabria (15,7%), Campania (54,6%), Emilia-Romagna (58,7), Friuli Venezia- Giulia (36,9), Lazio (67,2), Liguria (33,5), Lombardia (21,6%), Marche (44,5), Molise (30,2), Provincia autonoma di Bolzano (34%), Provincia Autonoma di Trento (62,9), Piemonte (41,9), Puglia (60,5), Sardegna (18,5), Sicilia (44,9%), Toscana (79,9), Umbria (38,2), Valle d’Aosta (20,4), Veneto (84,4%).(ITALPRESS).
Covid, dall’Aifa via libera al vaccino Moderna
ROMA (ITALPRESS) – L’Agenzia Italiana del Farmaco ha autorizzato il Covid 19 Vaccine Moderna per la prevenzione della malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nei soggetti di età pari o superiore a 18 anni.
Molto soddisfatto il direttore generale, Nicola Magrini: “Salutiamo con entusiasmo la possibilità di mettere a disposizione un secondo strumento per questa campagna vaccinale che sta raggiungendo ottimi risultati in Italia. Si tratta di un vaccino sostanzialmente equivalente rispetto al primo, con dati molto convincenti rispetto a tutte le popolazioni a rischio”.
“La scienza ci ha fornito in pochissimo tempo un’altra arma potentissima ed efficace che sicuramente potrà incidere da subito sulla salute dei soggetti più a rischio, ma anche limitare la circolazione del virus se, come è auspicabile e come sta in affetti accadendo, l’adesione alla campagna vaccinale sarà convinta e sostenuta”, ha affermato il presidente dell’AIFA, Giorgio Palù.
Nella riunione del 7 gennaio 2021 la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA ha dato il parere positivo al dossier, sottolineando il rapporto rischio/beneficio del vaccino particolarmente favorevole nella popolazione a maggiore rischio, e ha stabilito il regime di fornitura per l’immissione in commercio.
Si tratta del secondo vaccino COVID-19 a cui l’Agenzia ha dato il via libera, dopo quello Comirnaty, sviluppato da BioNTech e Pfizer e autorizzato il 22 dicembre 2020.
Rispetto al vaccino Comirnaty, sulla base dei dati attualmente disponibili, il profilo di sicurezza e di efficacia del vaccino Moderna appare sostanzialmente sovrapponibile.
L’Aifa rileva alcune differenti caratteristiche: il vaccino Moderna è indicato a partire dai 18 anni di età, anzichè dai 16 anni; la schedula vaccinale prevede due somministrazioni a distanza di 28 giorni, invece che di almeno 21 giorni; l’immunità si considera pienamente acquisita a partire da 2 settimane dopo la seconda somministrazione, anzichè una; il vaccino viene conservato a temperature comprese tra i -15° e -25°, ma è stabile tra +2° e +8° per 30 giorni se in confezione integra; il flaconcino multidose contiene 6,3 ml e non richiede diluizione, è quindi già pronto all’uso.
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Coronavirus, 18.020 nuovi casi e 414 decessi in 24 ore
ROMA (ITALPRESS) – Lieve calo dei contagi in Italia nelle ultime 24 ore. I nuovi casi, secondo i dati del Ministero della Salute, sono 18.020 (ieri erano stati 20.331). Calo dovuto anche al minore numero di tamponi eseguiti: 121.275 (contro i 178.596 di ieri). Impennata del rapporto tamponi/positivi al 14,8%. Si riduce il numero dei morti giornalieri a 414.
Crescita significativa per gli attualmente positivi di 2.343 unità attestandosi su un totale di 571.055. Torna ad aumentare la pressione negli ospedali. I ricoverati con sintomi sono 23.291 (+117), crescono anche le terapie intensive di 16 unità toccando quota 2.587 con 156 nuovi ingressi. In 545.177 si trovano in isolamento domiciliare. Mentre sono 15.659 i guariti nelle ultime 24 ore. La Regione dove l’incremento è maggiore si conferma il Veneto (3.596), seguita da Lombardia (2.799) ed Emilia Romagna (2.228). Le uniche regioni dove non si registrano ingressi nelle terapie intensive sono Marche, Provincia di Bolzano, Basilicata e Valle d’Aosta.
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Nuovi studi sulla lattoferrina, può contenere gli effetti del Covid
ROMA (ITALPRESS) – La lattoferrina è una molecola naturale presente in tutte le secrezioni umane, compreso il latte materno, i cui effetti benefici sono stati testati nella lotta contro l’infezione da Covid-19. Si tratta di una proteina multifunzionale in grado di accrescere le difese immunitarie dell’organismo e di svolgere anche un’azione anti-infiammatoria. Dopo lo studio condotto da un team di ricercatori delle Università di Roma La Sapienza e Tor Vergata che ha dimostrato in vitro ed in vivo l’efficacia della molecola nel trattamento del virus, a dicembre 2020 si è tenuto un convegno interamente dedicato al Covid-19 dal titolo “Covid-19 vs Codogno 20”, organizzato dal primario di Pneumologia dell’Ospedale di Codogno, il dottor Francesco Tursi, in collaborazione con l’Accademia di Ecografia Toracica (AdET).
Per l’occasione sono anche stati presentati i risultati della esperienza di due medici di medicina generale di Firenze che avevano trattato 25 pazienti positivi a SARS-CoV-2 (ora divenuti circa 40) asintomatici, paucisintomatici e moderatamente sintomatici con la lattoferrina, nello specifico con il Mosiac.
La lattoferrina bovina è stata riconosciuta priva di effetti avversi dalla Food and Drug Administration (FDA, USA); ha identiche funzioni rispetto a quella umana, ed è stata ed è la più utilizzata sia negli studi in vitro che in vivo. Mosiac è un prodotto che contiene solo lattoferrina bovina pura ed è in commercio già da diversi anni.
In accordo con quanto ipotizzato in letteratura si è valutato se in pazienti affetti da Covid-19 asintomatici, paucisintomatici e moderatamente sintomatici, la somministrazione di lattoferrina potesse ridurre la sintomatologia prevenendo l’aggravamento della malattia e il conseguente ricovero ospedaliero. Tutti i pazienti, di età compresa fra i 17 e gli 84 anni, sia asintomatici che con sintomi da lievi a moderati (febbre, tosse, astenia, mialgia etc), sono stati trattati con lattoferrina (Mosiac capsule da 200 mg) a un dosaggio da 3 a 5 capsule al giorno per una durata compresa tra 7 giorni e 20 giorni.
Dall’esperienza clinica si è concluso che la lattoferrina si è dimostrata un trattamento privo di effetti avversi ed efficace in pazienti Covid-19 sia da sola che associata alle altre terapie utilizzate per il trattamento del virus. Tutti i pazienti hanno avuto remissione della sintomatologia e nessuno di essi ha necessitato di ospedalizzazione.
“La lattoferrina è stata utilizzata nel trattamento di pazienti positivi a SARS-CoV-2 per contrastare la malattia da Covid-19 al suo esordio. Infatti, grazie alla sua documentata attività immunomodulante costituisce una naturale difesa dell’organismo verso le infezioni. E’ stato dimostrato in diverse ricerche in vitro che la lattoferrina impedisce l’ingresso del virus nella cellula e quindi può essere in grado di contenere il peggioramento dell’infezione da Covid-19. In sintesi, grazie alle sue molteplici funzioni e per le sue riconosciute proprietà antivirali, ed essendo priva di effetti collaterali, è stata utile per contrastare e contenere l’aggravamento della sintomatologia da Covid-19 nei pazienti positivi”, spiega il dottor Enrico Naldi, medico di medicina generale che ha utilizzato la lattoferrina nei suoi pazienti.
Lo studio nasce da una ricerca condotta dalle Università di Roma La Sapienza e Tor Vergata in cui è emerso che la molecola diminuisce l’entrata del virus nelle cellule e svolge un’azione anti-infiammatoria, così come evidenziato da Piera Valenti, professore ordinario di Microbiologia dell’Università di Roma La Sapienza e membro del Comitato internazionale di Esperti sulla lattoferrina: “SARS-CoV-2 provoca ‘una tempesta infiammatorià. Durante i processi infiammatori il metabolismo della cellula cambia anche in riferimento alla localizzazione del ferro. Infatti, il ferro resta sequestrato nelle cellule e non può essere riversato nel circolo da parte di proteine specifiche che vengono inibite dall’infiammazione. La lattoferrina risolve questo disordine metabolico sia perchè sequestra il ferro in eccesso, sia perchè diminuisce l’infiammazione permettendo al ferro la sua fisiologica collocazione nel circolo e non nell’interno delle cellule. Inoltre, la lattoferrina grazie alla sua carica positiva è anche in grado di legarsi ai componenti superficiali negativi delle cellule e dei virus, svolgendo così un’attività antivirale. In sintesi, la lattoferrina legandosi ai virus e alle cellule impedisce l’entrata del virus nelle cellule, svolgendo così un’azione di contrasto all’infezione virale e di protezione cellulare dall’ingiuria del virus”.
Per la professoressa Valenti si sono ottenuti oltre ai risultati positivi in vitro sopra riportati “risultati incoraggianti in uno studio pilota prima su 32 pazienti, divenuti ora 92, positivi a SARS-CoV-2, in cui la lattoferrina liposomiale veniva somministrata per via intranasale e orale. Su tutti i pazienti trattati con la lattoferrina abbiamo osservato una diminuzione dei fenomeni infiammatori e tempi di negativizzazione dei tamponi molecolari più brevi rispetto a quelli osservati in pazienti non trattati o trattati con la classica terapia senza lattoferrina”.
Sono attualmente in corso altri trial clinici in Italia, Spagna, Perù ed Egitto. Si attendono, quindi, i nuovi risultati che saranno utili ad ampliare il numero dei pazienti trattati e forniranno ulteriori elementi sull’azione della lattoferrina nei confronti del Covid-19.
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Controlli dei Nas in 1848 Rsa, irregolari 281 strutture
ROMA (ITALPRESS) – In concomitanza con il periodo delle Festività natalizie e fino al 6 gennaio, il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ha realizzato, in stretta intesa con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, una campagna di verifiche condotta dai 38 Nas nell’intero territorio nazionale che ha portato all’ispezione di 1.848 strutture sanitarie e socio-assistenziali, quali Residenze Sanitarie Assistite e di lungodegenza, case di riposo, comunità alloggio, rilevando irregolarità presso 281 di esse, pari al 15% degli obiettivi ispezionati.
L’intensificazione dei controlli da parte dei Carabinieri del Nas è stata finalizzata ad assicurare la corretta erogazione dei servizi di cura ed assistenza a tutela delle persone indifese.
Complessivamente, le verifiche hanno portato alla contestazione di 109 violazioni penali e 373 amministrative, con l’applicazione di sanzioni per un valore di 111 mila euro. I militari hanno denunciato 83 persone, segnalandone ulteriori 287 alle autorità amministrative.
Le irregolarità più gravi emerse nel corso dei controlli sono rappresentate da condotte riconducibili all’assenza o carente attuazione di protocolli interni per la prevenzione anti-Covid e alla mancata gestione e comunicazione all’Autorità sanitaria dei casi di positività, confluite anche in contestazione del reato di diffusione colposa di epidemia in situazioni nelle quali la maggioranza di ospiti e operatori delle strutture è risultata positiva al virus SARS-Co-2; episodi di maltrattamento e di abbandono di persone impossibilitate ad accudirsi autonomamente.
Ulteriori frequenti irregolarità hanno interessato carenze strutturali ed igieniche dei locali, a volte associate a strutture totalmente abusive; inadeguato livello di assistenza fornito agli ospiti, per presenza di operatori privi di qualifica professionale e in numero insufficiente, nonchè mancanza di programmi riabilitativi e di mantenimento motorio; sovraffollamento di anziani rispetto ai posti previsti ed al personale presente; carenze nella somministrazione dei pasti e dei farmaci, mal conservati e/o scaduti di validità.
In particolare, 143 violazioni hanno riguardato le misure di contenimento alla diffusione da Covid-19, pari al 38% delle irregolarità complessivamente riscontrate, come il mancato uso di dispositivi di protezione da parte degli operatori e la loro corretta formazione alla mancata individuazione di percorsi e aree dedicati, la programmazione delle fasi di pulizia e sanificazione.
Sono state 18 le strutture che, a causa di criticità particolarmente gravi o per lo stato di abusivismo in cui operavano, sono state oggetto di provvedimenti di sospensione o chiusura dell’attività assistenziale, il cui valore economico ammonta ad oltre 11 milioni di euro. Gli interventi di cessazione delle attività irregolari hanno determinato il conseguente ricollocamento degli anziani ospiti presso le abitazioni dei propri familiari o il trasferimento in altre strutture idonee.
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Covid, in Italia 272 mila vaccinati
ROMA (ITALPRESS) – Sono 272.307 i vaccini somministrati in Italia ad oggi. Il dato – reso noto dal governo – è aggiornato alle 17,50. Il maggiore numero delle persone vaccinate è composto da operatori del settore sanitario (233.283), a seguire il personale non sanitario (24.438) e gli ospiti delle strutture residenziali (14.586). Del totale dei vaccinati 165.676 sono donne e 106.631 uomini. La regione con il numero maggiore di vaccinazione è la Toscana (65,9%), fanalino di coda la Calabria (11,4%). Ma ecco nel dettaglio le regioni con la relativa percentuale: Abruzzo (43,8%), Basilicata (36,3%), Calabria (11,4%), Campania (41,3), Emilia-Romagna (47,1), Friuli Venezia Giulia (33,3%), Lazio (61,8%), Liguria (29,3%), Lombardia (17,8), Marche (32,1%), Molise (16,4), provincia di Bolzano (33,6%), Trento (62,3%), Piemonte (37), Puglia (52,6%), Sardegna (11,5%), Sicilia (37,2), Toscana (65,9), Umbria (38,2), Valle d’Aosta (17,1), Veneto (65,6%).
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