ROMA (ITALPRESS) – “Oggi l’Italia si risveglia. E’ il Vaccine Day. Questa data ci rimarrà per sempre impressa. Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus”. Così su Twitter il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
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Conte “Oggi l’Italia si risveglia”
Speranza “Oggi luce del giorno ma ancora cautela”
ROMA (ITALPRESS) – “Oggi è un giorno bello, è giusto che arrivi un messaggio bello a tutte le persone. Vediamo arrivare la luce del giorno ma abbiamo bisogno di resistere per alcuni mesi, serve ancora cautela e prudenza”. Queste le parole di Roberto Speranza, ministro della Salute, dallo Spallanzani, a Roma, rispondendo ai giornalisti a margine del vaccino-day. “A partire dalla prossima settimana abbiamo 470 mila dosi da Pfizer in arrivo – prosegue – la scelta è di dare priorità al personale sanitario per noi fondamentale perchè in prima linea contro la battaglia al covid e poi le persone più anziane. L’auspicio è che in un tempo congruo possano arrivare dosi sufficienti per dare a tutti una risposta. Il vaccino è gratuito e volontario ma l’invito a tutti i cittadini è di usare questa opportunità che viene dato dal governo”.
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Vaccino-day, somministrate prime dosi allo Spallanzani
ROMA (ITALPRESS) – La professoressa Maria Capobianchi, l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sociosanitario Omar Altobelli sono i primi vaccinati d’Italia. Hanno ricevuto la dose stamattina all’istituto Spallanzani di Roma.
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Ismett, trapianto di polmoni per giovane donna. Equipe tutta femminile
PALERMO (ITALPRESS) – Ha potuto trascorrere il giorno di Natale a casa una giovane paziente siciliana trapiantata di entrambi i polmoni nelle scorse settimane. La donna era stata sottoposta ad un trapianto presso l’IRCCS ISMETT di Palermo a causa di un’insufficienza respiratoria terminale. Un intervento particolarmente complesso, soprattutto in questo periodo di pandemia, che nasconde al suo interno un’altra storia: il complesso intervento è stato eseguito in tutte le fasi da una èquipe chirurgica interamente femminile.
Gli organi sono stati prelevati dalla dottoressa Giorgia Tancredi che al termine di un intervento di circa 3 ore e una missione di circa 12 ore fuori regione ha trasportato i polmoni all’Ismett in sala operatoria. Qui, le dottoresse Lavinia De Monte e Domenica Giunta, che avevano già iniziato la preparazione del ricevente in perfetta sincronia con l’equipe di prelievo, hanno portato a termine il doppio trapianto di polmone, un intervento della durata complessiva di più di 8 ore.
Complessivamente l’equipe di chirurghe è stata impegnata 24 ore insieme a circa altre 30 operatori sanitari che normalmente vengono coinvolti nel delicato processo di preparazione e completamento dell’intervento
“Il successo dell’intervento e la composizione tutta femminile dell’equipe sono un importante risultato e anche un significativo riconoscimento della attività di chirurgia di alta complessità portata avanti da specialiste chirurghe donne – sottolinea Alessandro Bertani, responsabile della divisione di chirurgia toracica e di trapianto di polmone di ISMETT – Il trapianto di polmone è un intervento di lunga durata ed elevata complessità tecnica. Può essere portato a termine solo grazie a grande dedizione, competenza e tenacia. I medici di sesso femminile che si dedicano a questa attività chirurgica sono sempre di più in Italia e dimostrano ottime capacità teoriche, tecniche e di applicazione”.
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Trapianto di cuore nella notte di Natale al Niguarda Milano
MILANO (ITALPRESS) – Trapianto di cuore nella notte di Natale all’Ospedale Niguarda di Milano. Ad eseguirlo Claudio Russo e lo staff del Cardicenter, sostenuto dalla fondazione De Gasperis. «E’ stata una giornata difficile – commenta il primario – iniziata con un intervento su un quarantenne al quale si era infettata una protesi cardiaca e terminata, appunto, con questo trapianto, che è il ventiquattresimo che eseguiamo quest’anno». La sera del 24 dicembre, mentre il Paese si apprestava a celebrare la ricorrenza che è simbolo di speranza e di rinascita, nell’ospedale meneghino, da molti chiamato “la casa dei trapianti”, l’equipe di cardiochirurghi effettuava un trapianto di cuore d’urgenza su un giovane di 28 anni, non dimissibile. Affetto da una severa cardiopatia a rischio di gravi aritmie potenzialmente mortali, ricoverato da tempo a Niguarda, è stato operato durante questa notte così speciale grazie alla disponibilità di un cuore compatibile, proveniente da una donatrice fuori Regione. «E’ un duplice messaggio di speranza – commenta il presidente della fondazione De Gasperis, Benito Benedini – perchè dimostra che le eccellenze di Niguarda restano tali anche in piena emergenza Covid».
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Screening e vaccinazioni, per i farmacisti si apre una nuova fase
ROMA (ITALPRESS) – “La Legge di Bilancio oggi approvata alla Camera contiene una serie di norme che tagliano di netto tutti gli alibi all’esclusione dei farmacisti italiani da servizi e prestazioni che in decine di altri paesi costituiscono da anni la base dell’attività professionale sul territorio: a cominciare dalla partecipazione alle campagne di screening e vaccinali”. Lo dice il presidente della FOFI, Andrea Mandelli, primo firmatario degli emendamenti che prevedono la possibilità per il farmacista di eseguire direttamente il prelievo di sangue capillare, indispensabile per l’esecuzione dei test di prima istanza; l’esecuzione di test sierologici e tamponi rapidi su tutto il territorio nazionale; la possibilità di praticare vaccinazioni in farmacia, con la supervisione del medico.
“Si superano così disposizioni di legge anacronistiche, che in alcuni casi fanno rifermento addirittura a decreti del Regno d’Italia. E questo innanzitutto a vantaggio dei cittadini, come dimostra l’esperienza delle Regioni, come il Lazio e l’Emilia Romagna, che già hanno attivato alcune di queste prestazioni nel loro territorio. Non era pensabile” prosegue il presidente della FOFI ” che il nostro paese potesse affrontare un’impresa titanica, come vaccinare contro il nuovo coronavirus decine di milioni di abitanti, senza nemmeno darsi la possibilità di mobilitare tutte le risorse del servizio sanitario. A cominciare dai 60.000 farmacisti di comunità, che anche durante il lockdown hanno garantito al meglio l’assistenza senza interruzioni, senza indietreggiare mai”.
A questi risultati fondamentali tanto per la professione quanto per la tutela della salute, “deve affiancarsi ora un serio investimento sulla farmacia italiana, per mettere a regime la “farmacia dei servizi”, ora in sperimentazione, e dare il via a un nuovo modello di remunerazione. Un investimento che è fondamentale anche per le decine di migliaia di colleghi collaboratori che attendono da anni il rinnovo di un contratto per il quale ora non ci sono risorse. E torniamo a chiedere al Ministro della Salute e al Governo provvedimenti significativi in tempi brevi” conclude Andrea Mandelli.
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Sondaggio Euromedia per Italpress. 50,7% italiani dice sì al vaccino
La quasi totalità degli italiani, pari al 92,6%, rispetterà le restrizioni imposte dal governo per le festività natalizie. E’ quanto emerge da una rilevazione effettuata per l’agenzia di stampa Italpress da Euromedia Research, diretta da Alessandra Ghisleri, dalla quale emerge che solo quattro italiani su cento non rispetterà le regole, con punte del 5,7% nel Nord Est.
Mano a mano che si avvicina il cosiddetto Vaccine Day, intanto, aumenta la quota di chi dichiara di volersi vaccinare contro il Covid-19. Il 50,7% degli italiani, infatti, ha intenzione di fare il vaccino. Una quota in netto aumento rispetto al 49,8% di fine novembre e al 50,4% del 14 dicembre. Diminuiscono quanti sono ancora contrari al vaccino (erano il 25,8% a novembre, mentre ora sono il 23,9%), mentre gli indecisi (che sono il 25,4%) sono meno di due settimane fa (quando erano il 26,4%), ma di più rispetto al 24,4% del mese di novembre.
I più convinti di fare il vaccino sono i cittadini del Centro Italia (56.5%), seguiti da quelli del Sud, mentre i meno ottimisti sono quelli delle Isole, visto che solo il 40,5% degli intervistati dichiara di volersi vaccinare.
I più decisi nel non volersi vaccinare sono i residenti nel Nord Est, con il 34,9% degli intervistati che non si fida del vaccino, mentre i più indecisi sono quelli delle Isole (28,9%) e del Nord Ovest (28,1%).
La maggior parte degli italiani è convinta che il vaccino non debba essere obbligatorio (46,7%), mentre è per un precetto il 40,1% (in calo del 2% rispetto all’ultimo rilevamento).
Contrari all’obbligo dei vaccini sono soprattutto gli elettori di centrodestra (il 67,3% degli elettori di Forza Italia e il 68,9% di quelli della Lega) e un elettore su due del Movimento 5 Stelle. Favorevoli all’obbligo, invece, gran parte degli elettori del Pd (60,4%) e di Italia Viva (72%). Le poche informazioni in circolazione a proposito della cosiddetta “variante inglese” del virus, fanno sì gran parte degli italiani (37%) si dichiarino indecisi sull’esprimere un giudizio sull’efficacia del vaccino nei confronti di questa variante del Covid.

Il 34,8% degli intervistati, soprattutto quelli del Sud e delle Isole, teme che la variante inglese possa pregiudicare l’efficacia dei vaccini. Il 70,2% degli italiani, infatti, è preoccupato per questo “nuovo” Covid (soprattutto nel Sud e nelle Isole), mentre i meno preoccupati sono i cittadini del Nord Est. Per il 69% degli intervistati, soprattutto quelli del Sud, la nuova variante aumenta il rischio di una terza ondata. Gran parte della popolazione (46,7%), inoltre, ha poca fiducia nella campagna vaccinale messa in campo dal ministro Speranza e dal Commissario Arcuri. I più pessimisti sono gli elettori di centrodestra (con punte del 74,1% tra gli elettori di Fratelli d’Italia), mentre i più ottimisti sono gli elettori del Pd.
FONTE: EUROMEDIA RESEARCH – 21 dicembre 2020 (Rilevazione scientifica-statistica basata su dichiarazioni anonime)
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Manovra, Egualia “Su tetti farmaci obiettivo giusto, dubbi su soluzione”
ROMA (ITALPRESS) – «Come aziende del comparto degli equivalenti ci siamo sempre battuti per il riequilibrio dei tetti della farmaceutica pubblica, alla luce del costante disavanzo della spesa ospedaliera, tradizionalmente sottostimata. Un emendamento approvato in commissione Bilancio alla Camera al Disegno di Legge di Bilancio per il 2021 – che si poneva questo giusto obiettivo di riequilibrio – introduce però un percorso recante importanti criticità e profili di illegittimità, che rischiano di far proseguire una stagione di contenziosi che speravamo di poter considerare chiusa per sempre». Questo il commento di Enrique Hausermann (presidente Egualia, già Assogenerici) al contenuto dell’emendamento Lorenzin che dal 2021 blocca il tetto della convenzionata al 7% (contro il 7,3% della rimodulazione inizialmente proposta) a vantaggio degli acquisti diretti (ex ospedaliera) che salgono all’7,85% (contro il 7,55%).
La modifica interviene anche sul meccanismo del payback a carico delle aziende per il ripiano della spesa per acquisti diretti 2018, fissando nuovi termini per il pagamento della parte ancora non versata dalle aziende farmaceutiche, individuando una soglia minima di 895 milioni di euro – raggiunta la quale si determinerebbe la modifica dei tetti a partire dal 2021 – e introducendo un meccanismo sanzionatorio aggiuntivo.
Allo stesso modo l’eventuale riequilibrio del tetto per il 2022 è subordinato all’integrale pagamento da parte delle aziende del ripiano del tetto degli acquisti diretti per il 2019 entro il 30 giugno.
«La soluzione proposta – afferma Hausermann – è ben lungi dall’essere “risolutiva”, ma rischia di dare adito ad ulteriori contenziosi in relazione all’interpretazione di un testo di legge poco chiaro nella sua formulazione. Ci saremmo invece aspettati, al pari di quanto accaduto per il 2013-2017, una soluzione che puntasse da un lato, a risolvere il contenzioso che grava sul payback 2018 – che ricordo essere oggetto ancora di giudizi pendenti innanzi al TAR – e dall’altro, a programmare i nuovi tetti di spesa in funzione delle reali dinamiche evolutive della spesa farmaceutica. Se interpretato in maniera letterale – prosegue Hàusermann – l’articolo così formulato rischia di stravolgere l’iniziale intento espresso dal Governo durante il dialogo avviato in questi ultimi mesi con l’industria. Si è persa l’opportunità di introdurre una norma che avrebbe potuto, invece, meglio bilanciare le esigenze del bilancio pubblico con il legittimo diritto costituzionale alla difesa da parte dell’industria».
«Chiediamo anche che venga posta particolare attenzione all’attività programmatoria in materia di spesa farmaceutica espressa da questa misura – aggiunge il presidente di Egualia – . Questo perchè, se si dovesse generare in futuro uno sforamento della spesa convenzionata a seguito della rimodulazione dei tetti, scatterebbe un meccanismo di ripiano inattuabile, del tutto simile a quello della spesa per acquisti diretti in vigore fino al 2018 che, come noto, ha generato l’attuale contenzioso. Credo che nessuno se lo auguri».
«Inoltre – conclude Hausermann – l’abbassamento del tetto della convenzionata si dovrà conciliare con l’opportunità di programmare il progressivo passaggio in farmacia di importanti categorie terapeutiche i cui brevetti sono in scadenza. Un tetto troppo basso potrebbe rischiare di non consentire un più ampio accesso a queste categorie di farmaci una volta scadute di brevetto. Un quadro, quest’ultimo, che sarebbe in evidente contraddizione con le istanze di rafforzamento del rapporto tra pazienti e servizi territoriali spesso annunciate dal Governo in questi mesi di pandemia. Chiediamo che si possa aprire quanto prima un confronto su questi temi».
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