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Coronavirus, 14.522 nuovi casi e 553 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 14.522 i nuovi casi di coronavirus in Italia, 1,204 in più rispetto ai 13.318 di ieri. I tamponi effettuati sono stati 175.364, 9.159 in più rispetto a ieri quando furono 166,205. Le vittime nelle ultime 24 ore sono state ben 553, con il totale dei deceduti a causa del Covid da inizio pandemia che supera i 70 mila casi, raggiungendo quota 70.395. E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino sull’emergenza Coronavirus in Italia, pubblicato dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore della Sanità. Gli attualmente positivi 598.816, 7.139 in meno rispetto ai 605.955 di 24 ore fa. Di questi 571.646 sono in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale passano a 24.546, 402 in meno rispetto a ieri, quando furono 24.948. I pazienti in terapia intensiva sono 2.624, 63 in meno di ieri.
Gli ingressi del giorno sono stati 216, 15 in più di ieri. A livello regionale, il Veneto rimane il più colpito dalle nuove positività con 3.357 casi, seguita da Lombardia ed Emilia Romagna. Veneto, Campania e Lazio sono le regioni con il maggior numero di positivi, mentre Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sono le regioni con il maggior numero di ricoverati. La Puglia è la regione con il maggior numero di ingressi in terapia intensiva nelle ultime 24 ore con 59 casi. La Valle D’Aosta è la regione con il minor numero di nuovi postivi (11) e di ricoverati in terapia intensiva (4), mentre il Molise ha il minor numero di posti letto occupati in ospedale (53). Nelle ultime 24 ore nessun ricoverato in terapia intensiva in Valle D’Aosta, Molise e nella provincia autonoma di Bolzano.
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Vaccini, Assindatcolf “Nessuna indicazione per badanti e baby sitter”

ROMA (ITALPRESS) – “Il Governo chiarisca con urgenza in quale fase della distribuzione è prevista la vaccinazione del personale che assiste in casa anziani, malati e disabili. Il Piano approvato non fa esplicito riferimento alla figura delle ‘badantì che, al contrario, sia per tipologia di mansioni che per fattore di rischio dovrebbero essere equiparate agli operatori delle Rsa o a quelli socio sanitari tra le categorie che riceveranno il vaccino anti Covid in via prioritaria”. E’ quanto afferma in una nota Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, Associazione Nazionale dei Datori di Lavoro Domestico.
“Parliamo di circa 1 milione di lavoratori – prosegue – che ogni giorno operano a strettissimo contatto con le persone più vulnerabili e a rischio di contagio: gli anziani ed i malati, ovvero coloro che giustamente saranno vaccinati in via prioritaria, così come a nostro avviso dovrebbe essere previsto per chi li assiste. Stesso ragionamento per le baby sitter: il Piano strategico non le cita direttamente seppur nella quotidianità svolgano un lavoro assimilabile a quello degli insegnanti e del personale scolastico”.
“In assenza di indicazioni precise – conclude il presidente di Assindatcolf – riteniamo che i domestici possano rientrare al massimo tra le categorie previste nella Fase 2. Relegarli oltre, ad esempio tra gli addetti dei ‘servizi essenzialì (commessi di negozi alimentari, ecc.) e dei settori a rischio previsti nella Fase 3 della campagna, significherebbe farli accedere al vaccino tra luglio e settembre, veramente troppo tardi! Al nostro appello, lanciato già nel mese di novembre, si è aggiunto anche quello delle organizzazioni europee del settore, tra cui la Federazione Europea dei Datori di Lavoro Domestico, Effe, che lo scorso 14 dicembre hanno inviato un’analoga richiesta alla Commissione Europea chiedendo un accesso prioritario al vaccino per il personale impegnato nell’assistenza a domicilio”.
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Coronavirus, 13.318 nuovi casi e 628 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS)- In aumento rispetto alle 24 ore precedenti i casi di coronavirus in Italia. Oggi sono 13.318, in crescita rispetto ai 10.872 di ieri. E’ vero però che sono stati eseguiti il doppio dei tamponi, 166.205 contro gli 87.889 processati il lunedì. Cala drasticamente il rapporto positivi/tamponi all’8%. In forte crescita il numero dei decessi, 628 (erano stati 415 ieri). E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino sull’emergenza Coronavirus diffuso dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore della Sanità. Gli attualmente positivi scendono a 605.955 (-7.627). I guariti in 24 ore sono 20.315.
Prosegue intanto il calo dei ricoveri, sono 197 in meno e questo porta il dato complessivo a 24.948, di questi 2.687 si trovano in terapia intensiva, con un saldo negativo di 44, anche se si registrano 201 nuovi ingressi. Infine sono 585.706 le persone in isolamento. Per quanto riguarda il dato su singole regioni, la più colpita- almeno sul fronte dei nuovi contagi- si conferma il Veneto (3.082), seguita da Lombardia (2.278) e da Emilia-Romagna (1.662).
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Covid, dall’Aifa via libera al vaccino Pfizer

ROMA (ITALPRESS) – Via libera da parte dell’Aifa all’immissione in commercio del vaccino Pfizer-BioNtech contro il Covid-19. L’annuncio è arrivato da Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, in una conferenza stampa assieme al presidente Giorgio Palù.
“Abbiamo disponibile un vaccino con un margine di sicurezza elevatissimo, parliamo del 95% e si tratta una efficacia molto elevata che troviamo solo nei vaccini contro la rosolia o morbillo, avessimo vaccini con questa efficacia… il 100% non esiste”, ha detto Palù, mentre Magrini ha spiegato: “In questa prima fase il vaccino sarà coordinato e somministrato attraverso la struttura commissariale e le Regioni, successivamente con il coinvolgimento dei medici di famiglia si vedrà. In questi primi mesi non ci sarà un meccanismo di prenotazione ma di chiamata”.
“L’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, ha appena dato l’ok al vaccino Pfizer Biontech dopo l’approvazione di Ema a livello europeo. Il 27 Dicembre, in tutte le regioni italiane, inizieranno le prime vaccinazioni al personale sanitario e agli anziani delle Rsa. E’ ancora dura, ma ora abbiamo un’arma in più. Forza”, scrive su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza.
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Coronavirus, un’infermiera e 4 sanitari primi vaccinati allo Spallanzani

ROMA (ITALPRESS) – “La Direzione dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani comunica che nella giornata di domenica 27 dicembre, giornata del V-Day, saranno somministrati i primi cinque vaccini anti-COVID a altrettanti dipendenti dell’Istituto e precisamente: una infermiera, un operatore socio sanitario (OSS), una ricercatrice e due medici”. E’ quanto sottolinea una nota della Direzione dell’INMI Lazzaro Spallanzani.
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Sanità, SalutEquità “Liste d’attesa ancora al palo”

ROMA (ITALPRESS) – Lo scorso 17 dicembre la Conferenza Stato Regioni ha raggiunto l’Intesa sull’integrazione della proposta di riparto del fondo sanitario 2020 alla luce degli ulteriori 2,5 miliardi di euro che sono stati destinati al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) attraverso le molteplici misure emergenziali adottate nel corso dell’anno (Decreto Rilancio e Decreto Agosto).
Tra le risorse assegnate alle Regioni vi sono anche i 478,2 milioni di euro stanziati con decreto-legge 104/2020 e vincolati a interventi straordinari per il recupero in tempi brevi delle richieste di prestazioni ambulatoriali, screening e di ricovero ospedaliero non erogate durante il lockdown e per la riduzione delle liste di attesa, mediante il finanziamento di una serie di misure volte al potenziamento del personale sanitario, in vigore sino al 31 dicembre 2020. L’accesso da parte delle Regioni alle risorse stanziate secondo la norma è subordinato alla presentazione, entro il 15 settembre, ai Ministeri competenti (Salute ed Economia) di un Piano Operativo regionale per il recupero delle liste di attesa con la specificazione dei modelli organizzativi prescelti, dei tempi di realizzazione e della destinazione delle risorse.
“Proprio per questo però i conti non sembrano tornare molto – dichiara Tonino Aceti Presidente di SALUTEQUITA’, Organizzazione indipendente per la valutazione della qualità delle politiche pubbliche – stando infatti ai dati diffusi a novembre dalla Corte dei Conti, secondo i quali a fine ottobre solo 12 Regioni avevano presentato ai Ministeri i propri piani operativi recupero delle liste di attesa e considerando inoltre che le altre Regioni hanno presentato i propri Piani operativi solo tra novembre e dicembre, l’aspetto che non risulta chiaro è come sia stato possibile per buona parte delle regioni utilizzare in pochissimo tempo tutti i 478 milioni di euro stanziati dal governo. Ad aumentare i dubbi sull’utilizzo di queste risorse – continua Aceti – vi sono anche i nuovi rallentamenti e in alcuni casi le sospensioni dell’attività ordinaria in seguito alla seconda ondata del virus, proprio il periodo nel quale le Regioni si apprestavano a mandare i Piani operativi ai Ministeri”.
E’ infatti sempre la Corte dei Conti, a fine novembre, a ricordare come dato l’andamento dei contagi fosse difficile compiere effettivamente il recupero delle prestazioni mancate nei mesi del primo lockdown.
“Per garantire il massimo livello di trasparenza sarebbe utile conoscere quanti di questi 478 milioni di euro sono stati effettivamente utilizzati per azioni mirate a recuperare le liste di attesa, quante prestazioni sono state effettivamente recuperate e quante siano ancora quelle da recuperare – sottolinea Aceti – e qualora fosse confermato solo un parziale utilizzo di queste risorse perchè non si è scelto di riallocare sul 2021 quelle non utilizzate? Una domanda legittima visto che nella Legge di Bilancio 2021 è praticamente scomparso dai radar il tema della previsione e del finanziamento di un “Piano di rientro nel Ssn dei pazienti non Covid”, legato a un sistema di sorveglianza sullo stato dell’accesso alle cure e sulla presa in carico dei pazienti non Covid, a partire da quelli cronici”.
La pandemia finora ha registrato la caduta libera di ricoveri (-40%), ricette per prestazioni di specialistica ambulatoriale (-58%) e screening oncologici (-50/55%) oltre che una drastica contrazione della spesa per farmaci innovativi non oncologici che, in alcune Regioni, ha riguardato anche quelli oncologici; 13,3 milioni di accertamenti diagnostici e 9,6 milioni di visite specialistiche in meno. E va a picco anche la prevenzione: come mostra il caso degli screening oncologici mammografico (-54%), colorettale (-55%) e cervicale (-55%). Nel complesso non sono state diagnosticate circa 4.300 neoplasie e 4.000 adenomi, come ha messo in evidenza il primo Rapporto di SALUTEQUITA’, presentato il 3 dicembre (su www.salutequita.it).
Nella stessa direzione i recenti dati diffusi dalla Fadoi secondo i quali “nel 2020 sono stati assistiti circa 696.950 pazienti no Covid in meno a causa della pandemia. Di questi, inoltre, il 56% sono malati cronici, che soffrono ad esempio di insufficienza cardiaca o renale o respiratoria”.
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Coronavirus, al Celio sequenziata stessa variante della Gran Bretagna

ROMA (ITALPRESS) – Il Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare di Roma Celio ha sequenziato il genoma del virus Sars Cov2 proveniente da un soggetto risultato positivo con la variante riscontrata nelle ultime settimane in Gran Bretagna.
Il paziente, il cui convivente è rientrato negli ultimi giorni dal Regno Unito con un volo atterrato presso l’aeroporto di Fiumicino è in isolamento fiduciario e ha seguito, insieme agli altri familiari, tutte le procedure stabilite dal Ministero della Salute.
Il Dipartimento scientifico del Policlinico Militare di Roma Celio sta lavorando dall’inizio dell’emergenza in stretta sinergia con l’Istituto superiore di sanità e insieme hanno sequenziato, alla fine del mese di febbraio, gli interi genomi del virus SarS-Cov-2 isolati dal paziente cinese e dal paziente uno di Codogno.
L’Iss, in particolare, ha isolato in laboratorio il coronavirus e poi il dipartimento scientifico del Celio lo ha sequenziato e analizzato. Lo studio del Sars-Cov-2, pubblicato su ‘Eurosurvelliancè insieme a una serie di altri autori da varie istituzioni sanitarie italiane, è avvenuto attraverso l’analisi di tamponi positivi dai quali si estrae l’Rna e si sequenzia. Il sequenziamento ha ha implicazioni importanti: permette di conoscere l’intero codice genetico del virus e di seguirne i cambiamenti nel tempo e nello spazio. Ciò è utile per conoscere e seguire i focolai e per investigare la struttura del virus stesso.
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Tumore al seno, nel 2021 anche in Italia test genomici gratuiti

MILANO (ITALPRESS) – Il 2020 si conclude con una buona notizia per le donne con tumore al seno ormono-responsivo in stadio precoce: la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, infatti, ha approvato un emendamento al Disegno di Legge di Bilancio 2021 che istituisce un fondo di 20 milioni annui per il rimborso diretto delle spese sostenute dagli ospedali per l’acquisto dei test genomici per questo tumore al seno.
“Dopo anni di impegno a fianco della comunità scientifica, il provvedimento allinea finalmente il nostro Paese al resto d’Europa”, commenta Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia: “Il nostro Movimento, fin dal 2015 ha intrapreso un’azione di informazione e sensibilizzazione delle donne su questa importante conquista della ricerca che, oltre a risparmiare alle pazienti cure aggressive e invalidanti e a permettere loro di reinserirsi più rapidamente nella vita sociale e lavorativa, consente al nostro Sistema Sanitario di liberare risorse preziose da convogliare ad altre aree della senologia e dell’assistenza alle pazienti”.
La modifica approvata dalla Commissione Bilancio dovrà superare i passaggi successivi dell’esame del Parlamento, prima di diventare Legge, entro il 31 dicembre, dopodichè un decreto del Ministro della Salute stabilirà le modalità di accesso e i requisiti per accedere al fondo. “Ci auguriamo che l’iter normativo per usufruire delle risorse stanziate dal Governo si concluda al più presto – conclude D’Antona – e che i test siano rapidamente messi a disposizione di tutte le pazienti che possono beneficiarne. Europa Donna Italia non cesserà di monitorare la situazione affinchè equità e qualità della cura siano assicurate a tutte le donne, da Nord a Sud del nostro Paese”.
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