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Telemedicina a Catania, pazienti Covid assistiti a domicilio

CATANIA (ITALPRESS) – L’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania ha attivato un programma pilota di telemedicina per l’assistenza a domicilio dei pazienti Covid-19, mediante ventilazione non invasiva e monitoraggio dei parametri vitali. L’iniziativa, tra le prime in Italia, presenta numerosi vantaggi per il Servizio sanitario: decongestione ospedaliera, risparmio di posti letto, reinserimento dei pazienti in ambiente familiare con benefici psicosociali, nonchè ridotto rischio di contagio per gli operatori sanitari.
Lo studio è stato promosso da Sandro Distefano, responsabile dell’UTIR – Unità di Terapia Intensiva Respiratoria e di uno dei reparti Covid dell’Ospedale Cannizzaro, e realizzato dall’Azienda in armonia con le indicazioni fornite dall’Assessorato della Salute della Regione Siciliana.
I primi malati (dei 50 che il progetto inizialmente coinvolge) sono già in cura nella propria abitazione, con ottimi risultati clinici, fanno sapere dall’Azienda Ospedaliera. Il percorso prevede che il paziente, dopo che al Pronto Soccorso sia stata accertata la presenza del virus Sars-CoV-2, esegua una serie di esami (Tac torace, emogasanalisi arteriosa, saturimetria, esami ematochimici di routine), sulla scorta dei quali può essere reclutato nello studio. Il paziente con determinati parametri, infatti, inizierà la ventilazione non invasiva scegliendo il device più confortevole: maschera oro-nasale, total-face mask, casco da ventilazione. A 12 ore dall’inizio della terapia, in caso di buona risposta, può essere inviato al domicilio e incluso nel programma con monitoraggio in telemedicina.
Lo studio può essere applicato anche ai soggetti ricoverati in area Covid, consentendo la deospedalizzazione di un certo numero di pazienti e dunque la riduzione dei tempi di ricovero.
L’Azienda Cannizzaro assegna al paziente anche il primo ciclo di terapia di antibiotico, cortisone ed eparina, fornita dalla farmacia ospedaliera; l’eventuale prescrizione di ossigeno segue le indicazioni già fornite dall’Assessorato alla Salute.
Il paziente può quindi andare a casa con il suo ventilatore domiciliare, monitorato h24 dall’operatore di centrale situata in reparto. In caso di allarme, sarà avvertito il medico di guardia il quale valuterà la gravità dei parametri: se il quadro clinico sarà giudicato severo, il medico avvertirà la Centrale Operativa 118 che accompagnerà il paziente in Pronto Soccorso per approfonditi accertamenti.
Ogni ventilatore è dotato di un dispositivo di trasmissione dati che si interfaccia con la centrale, sotto garanzia di assistenza, manutenzione e riparazione da parte della ditta fornitrice.
“Abbiamo attivato un programma – spiega Salvatore Giuffrida, direttore generale dell’Azienda Cannizzaro – che recepisce ed attua le direttive dell’Assessore alla Salute, Ruggero Razza, per l’ottimale gestione di casi di infezione da Covid-19 e la razionalizzazione dei reparti impegnati da pazienti positivi. Il modello messo a punto da Sandro Distefano offre infatti la possibilità di evitare il ricovero a pazienti dopo il triage infettivologico in Pronto Soccorso, nonchè di ridurre la degenza in ospedale e proseguire la terapia a domicilio, con garanzia di elevato grado di assistenza a distanza”.
“In virtù dei primi risultati assolutamente ottimali, sono certo – aggiunge Distefano – che questo progetto potrà essere esteso non solo alle altre Aziende Ospedaliere, ma anche alle strutture territoriali”.
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Coronavirus, diminuisce la pressione sui diversi settori assistenziali

ROMA (ITALPRESS) – Cala il peso dei pazienti Covid-19 sui diversi settori dell’assistenza sanitaria: infatti, nel complesso in Italia si registra una diminuzione della pressione esercitata dai pazienti con SARS-CoV-2 nell’ultima settimana su ospedali e altri servizi assistenziali. Nella settimana appena trascorsa la maggiore parte della pressione ha riguardato l’assistenza ai nuovi casi isolati a domicilio. In ogni caso mediamente c’è stata una decrescita dei casi isolati a domicilio (-35 ogni 100.000 abitanti), dei ricoveri ordinari (-4 ogni 100.000 abitanti) e di quelli in terapia intensiva (-0,45 ogni 100.000 abitanti).
E’ quanto emerso dalla 32ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica (Unicatt) di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.
L’analisi riguarda tutte le 21 regioni e province autonome con un focus dedicato alle Regioni in cui è stato maggiore il contagio (Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Lazio). Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica, è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del Professor Gianfranco Damiani e della Dottoressa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene). A partire dal Report #4 la collaborazione si è estesa al Centro di Ricerca e Studi in Management Sanitario dell’Università Cattolica (Professor Eugenio Anessi Pessina) e al Gruppo di Organizzazione dell’Università Magna Græcia di Catanzaro (Professor Rocco Reina). La finalità è comprendere le implicazioni delle diverse strategie adottate dalle Regioni per fronteggiare la diffusione del virus e le conseguenze del Covid19 in contesti diversi per trarne indicazioni per il futuro prossimo e per acquisire insegnamenti derivanti da questa drammatica esperienza. “All’8 dicembre 2020 – afferma Cicchetti – appare ridotto il numero di Regioni che hanno esaurito la capacità di posti letto aggiuntivi di terapia intensiva: sono, infatti, 10 le Regioni che, seppure con percentuali diverse, stanno attingendo al momento alla dotazione strutturale di questi posti letto. Il tasso di saturazione dei posti letto di terapia intensiva – aggiunge il professor Cicchetti – continua a decrescere: rispetto a 7 giorni fa il tasso di saturazione delle terapie intensive è diminuito di 6,2 punti percentuali”. “In una lettura complessiva della ‘pressionè prodotta dalla pandemia in questa settimana sul sistema sanitario – afferma Americo Cicchetti – vediamo come il ‘caricò sia ancora in aumento in Veneto, Puglia, Sardegna, Lazio, Friuli Venezia Giulia e Basilicata soprattutto per effetto dell’aumento significativo del numero di persone isolate a domicilio. In tutte le altre Regioni i sistemi sanitari regionali prendono fiato. Pressione in forte calo in Toscana, Marche, Umbria e Valle d’Aosta”.
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Coronavirus, 16.999 nuovi casi e 887 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Ricrescono i contagi ma ancora di più aumentano notevolmente i morti da coronavirus. E’ quanto si evince dal bollettino del Ministero della Salute che monitora la pandemia. I nuovi positivi sono 16.999, in crescita rispetto ai 12.756 di ieri. Ancora più significativo l’aumento dei decessi: 887 (ieri erano stati 499). Sono invece 30.099 i guariti mentre gli attualmente positivi sono in flessione di 13.998 toccando quota 696.527.
Il numero dei tamponi effettuati è pari a 171.586, con un rapporto tamponi/positivi che torna sotto il 10%, esattamente a 9,9. Se da un lato aumentano i decessi dall’altro prosegue la frenata dei ricoveri: i pazienti nei reparti ordinari sono 29.088, con un calo di 565, mentre le terapie intensive si riducono di 29 unità toccando il numero complessivo di 3.291 anche se si registrano 251 nuovi ingressi (in controtendenza rispetto ai giorni precedenti). Le persone in isolamento domiciliare sono 664.148. Sul fronte delle regioni il Veneto si conferma la regione con più contagi (4.197), seguita da Lombardia (2.093) e Lazio (1.488).
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Da Axa un portale per servizi integrati dedicati alla salute

ROMA (ITALPRESS) – Arriva da Axa Italia un portale, accessibile dal sito www.axa.it e dall’app MyAxa che consente di accedere, sempre e ovunque, a un ampio ventaglio di servizi di valore dedicati alla salute. Grazie alla funzione di valutazione dei sintomi, basata su intelligenza artificiale, è possibile avere in pochi minuti una prima ipotesi di diagnosi e suggerimenti utili personalizzati rispondendo a una serie di domande tramite chat dedicata. Il servizio, aperto a tutti, non solo clienti, è un’opportunità che Axa Italia mette a disposizione per dare un contributo fattuale in un momento di sovraccarico del Servizio Sanitario Nazionale. Per i clienti si aggiungono ulteriori servizi particolarmente utili soprattutto in questa fase di limitazione degli spostamenti, come la possibilità di richiedere una consulenza medica telefonica o in videochiamata all’orario preferito, per condividere il report della valutazione dei sintomi. Oltre a questo, servizi esclusivi come l’invio della ricetta medica in farmacia, il recapito a domicilio del farmaco e specifici servizi di assistenza a domicilio come fisioterapista, infermiere, baby-sitter, dog-sitter. Tra le ulteriori possibilità a disposizione, l’accesso a una lista di strutture convenzionate e il supporto telefonico dedicato di un medical concierge per prenotare prestazioni, richiedendo anche un codice sconto per accedere a tariffe agevolate.
“Con la piattaforma Salute facciamo un nuovo passaggio chiave per diventare orchestratori del percorso sanitario delle persone, mettendo a disposizione dei clienti, ma non solo, un intero ecosistema di servizi di valore accessibili sempre e ovunque, che vanno dalla valutazione del sintomo, all’orientamento medico, fino alla cura, sfruttando l’intelligenza artificiale”, ha dichiarato Patrick Cohen, Ceo del Gruppo assicurativo Axa Italia.
“Su un fronte particolarmente importante in questo momento storico come la salute – ha aggiunto – , continuiamo a essere più che mai innovatori a supporto dell’intera società con azioni concrete, in linea con la nostra missione di protezione e con la nostra strategia di passare da payer a partner”.
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In Sicilia 753 nuovi casi di Covid e 34 decessi

ROMA (ITALPRESS) – Drastico calo dei casi di coronavirus in Sicilia. Oggi, secondo i dati del consueto bollettino del Ministero della Salute, sono 753 i positivi (contro 1.148 nuovi contagi registrati ieri). Flessione da attribuire ad un calo dei tamponi effettuati: 7.013 contro i 9.966 processati nelle 24 ore precedenti. In leggero calo i decessi, 34 (-2), dato che porta il numero totale delle vittime del coronavirus da inizio pandemia a 1.863. Il numero degli attualmente positivi cala a 38.647. Invariato il numero dei ricoverati con sintomi 1.374 (-13), 198 (-1) sono ricoverati in terapia intensiva con 18 nuovi ingressi. In isolamento domiciliare ci sono 37.075 persone, il numero totale dei guariti dimessi sale a 33.798 32.171 (+1.627). (ITALPRESS).

Coronavirus, 12.756 nuovi casi e 499 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Calano a 12.756 i nuovi contagiati da coronavirus in Italia. Un numero in flessione rispetto ai 14.482 registrati ieri. Bisogna però considerare la riduzione dei tamponi, 118.457 (24 ore prima ne erano stati processati 149.232.) E’ quanto riporta il bollettino del Ministero della Salute. I decessi sono stati 499, in flessione rispetto ai 634 di ieri. Intanto è boom di guariti, 39.266, mentre si registra un forte calo degli attualmente positivi, -27.010, che porta il totale a 710.515. Il rapporto tra nuovi casi e positivi risale sopra il 10%, attestandosi esattamente al 10,7%.
Sul fronte ospedaliero, cala ancora la pressione, con il numero dei ricoverati che scende sotto quota 30 mila: sono esattamente 29.653 (-428), di questi 3.320 (-25) si trovano nelle terapie intensive. Terapie intensive che vedono 152 nuovi ingressi in 24 ore. Le persone in isolamento domiciliare sono invece 677.542. La regione che registra il maggiore incremento di casi è il Veneto (2.427), seguita da Campania (1.361) e Lazio (1.297). Le due regioni dove l’incremento è minore sono Molise (14) e Valle d’Aosta (17).
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Come emergono mente e spirito dalla materia cerebrale?

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Un viaggio nel cuore della scienza. La natura dell’impresa scientifica, con riferimento solo alla buona scienza, è sempre il risultato di una integrazione di osservazione e ingerenza, superando la tradizione plurisecolare che si limitava a citare testi classici latini e greci.

La scienza continua dunque ad essere, all’inizio del terzo millennio dell’era cristiana e all’interno di società che si dicono liberali, un’avventura intellettuale che suscita timori e inquietudini, perché mette in gioco, anche quando i ricercatori non ne sono pienamente consapevoli, fedi religiose, credenze consolidate e abitudini di vita; si scontra o si incontra con interessi diffusi e potenti, varca limiti oltre i quali si prospetta un radicale cambiamento non solo delle nostre concezioni morali ma della stessa natura umana, come è stata tradizionalmente intesa da religioni e filosofie.

L’interscambio tra pensiero filosofico e scientifico è potente. Anche nel mondo contemporaneo le grandi conquiste di matematica, fisica, biologia hanno determinato vere e proprie svolte di tutta la cultura.

Da migliaia di anni l’uomo tenta di comprendere il cervello. Gli antichi greci, compreso Aristotele, lo ritenevano una specie di radiatore per raffreddare il sangue. Ippocrate considera quest’organo una ghiandola friabile e spugnosa, destinata ad assorbire gli umori superflui del corpo. Per Erasistrato l’encefalo dà origine allo pneuma, allo spirito animale. Galeno lo fece assurgere a “principe dei visceri”, sede dell’egemonico e dello spirito vitale, contro le teorie cardiocentriche. Avicenna vi localizza la sede elettiva delle passioni. Fu comunque Vesalio a rilevare che prima della terza decade del XVI secolo non esisteva alcuna nozione del cervello desunta dalla dissezione o dall’osservazione anatomica. Cartesio vede nel cervello una macchina che dipende da un’anima immateriale. Dal secolo scorso a oggi – in relazione alle evoluzioni tecnologiche – è stato via via equiparato a un centralino telefonico o a un supercomputer. Le nuove tecniche diagnostiche aprono nuovi sentieri che destano quasi timore reverenziale.

Siamo all’inizio di un nuovo Rinascimento. Questa affermazione viene ripetuta da numerosi esponenti della comunità scientifica, specie nel campo delle neuroscienze. Il neuroscienziato sembra quasi elevarsi al grado di teologo.

Dopo la mappa genetica dell’uomo, si ipotizza la decrittazione dell’assetto funzionale cerebrale. Dal genoma all’ “ideoma”. Le scoperte scientifiche tentano di forzare i penetrali del tempio laico della mente, individuando – attraverso neuroimmagini e grafiche – il substrato anatomo-funzionale delle attività più nobili dell’uomo. Per arrivare allo studio e all’analisi delle emozioni collettive, alle radici dei conflitti sociali, alla gestione dei flussi sensoriali nelle comunità.

Si è scoperto che il cervello è un organo dinamico e plastico che cambia in continuazione: tutt’altro che stabile, come prima si riteneva, capace di ricostruire connessioni perdute e che si rimodella con l’apprendimento.

Nel nostro corpo ci sono 25.000 geni, 100.000 proteine, cento miliardi di neuroni, 100 trilioni di connessioni cellulari nervose, cioè le sinapsi, infinitesimi spazi intercellulari, canali di comunicazione, attraverso cui passano sostanze chimiche e impulsi elettrici: vero e proprio sistema informatico del nostro cervello. Iniziamo a intravedere e a leggere in questa misteriosa foresta, la realtà anatomica e I processi biologici, molecolari ed elettrochimici. Una macchina complessa, misteriosa, ancora parzialmente inesplorata. Ma meravigliosa.

Non siamo ancora certi di come sia nata la vita sulla terra – elementi organici surriscaldati, bolle di fosfolipidi, frammenti di asteroidi – ma sappiamo che la comparsa della vita è precoce: il pianeta conta 4,5 miliardi di anni, la vita è comparsa 3,95 miliardi di anni fa. La scimmia antropomorfa da quadrupede divenne bipede 6-7 milioni di anni addietro.

La posta delle neuroscienze è sempre più alta. Non solo sofisticati metodi di prevenzione, diagnosi e terapia di malattie, ma espansione generalista con forti e gravi implicazioni etiche, legali, sociali e di libertà civili e privacy. I fautori di questo comparto scientifico prevedono saperi nuovi: neuroetica, neuroteologia, neuroetologia, neuroeconomia. Attraverso l’embricarsi di neuroscienze, biologia, logica, informatica, filosofia, i “cognitivisti” ritengono di approdare – attraverso una rappresentazione del cervello come base fisica della mente – alla produzione dell’io e dei meccanismi del pensiero.

Da ricerche e studi dell’Università della Pennsylvania e di Berkley in California emerge un innovativo settore disciplinare: “neuroscienza delle reti”, network neuroscience. Questa materia nasce dalla crescente visibilità delle varie aree celebrali attivate da moderne tecnologie – RM, PET, SPECT – che interagiscono per far scaturire la natura di ogni uomo, nonché dalla constatazione che le reti pervadono l’universo: reti materiali, reti biologiche, reti galattiche, nelle quali la “nostra” Via Lattea è un mondo infinitesimo.

Gli scienziati hanno sintetizzato il cervello in una planimetria di circa 300 nodi, collegati da connessioni e fasci tubolari di materia bianca. Tale impostazione ha permesso una concezione più chiara del funzionamento cognitivo. Ogni regione del cervello è inclusa in una rete più ampia, e si può determinare una carta geografica delle connessioni. Il cervello del vivente può essere equiparato a una gigantesca orchestra di neuroni che si attivano insieme, secondo una connettività funzionale molto specifica, con alcuni nodi-aree più attive di altre. Ogni millisecondo si attivano milioni di neuroni. In questo contesto le reti cerebrali si possono separare in insieme di nodi, definiti moduli. Come nei grandi aeroporti (reti aeree) l’attività di molteplici moduli viene coordinata dal cervello mediante gli hub, dove convergono le connessioni provenienti da differenti moduli cerebrali.

Il tipo e gli schemi della connettività sono personali per ciascun individuo, come impronte digitali: pertanto, i moduli sincronizzati del cervello formano la nostra identità. Inoltre le connessioni si modificano nel corso dell’età e in presenza di patologie. Studiosi della Stanford University hanno rilevato che la presenza di connettività aberranti sono detettori precoci di depressione, schizofrenia, autismo, demenza, epilessia.

Pur avendo compreso la configurazione e l’architettura di quell’universo misterioso di trilioni di cellule e connessioni che si trova dentro la scatola cranica, siamo ancora all’inizio di una strada impervia, in quanto è ostico pensare di risolvere il mistero ultimo della natura, perché noi stessi facciamo parte del mistero che si tenta di risolvere con la scienza.

Il nodo del problema è riconducibile a diversi quesiti: le funzioni mentali sono funzioni cerebrali? La mente è un fenomeno spiegabile con le sole risorse ed evidenze della neurobiologia? Una risposta meccanica, indotta e registrata su base neuro-endocrino-immunologica, vuol dire vita, fabbrica del pensiero? Interrogativi che travalicano il ristretto perimetro dell’esperimento. La presunta “fotografia” dello spirito umano porta diversi esponenti della comunità scientifica a credere che la caccia plurimillenaria alla dimostrazione dell’anima si è conclusa. Ma non è così.

La ricerca scientifica non è né vizio né virtù in sé: è la curiosità dell’uomo, vero e proprio propellente dell’intelletto, che spinge a navigare in mari sconosciuti, producendo una vertiginosa trasformazione del mondo e dell’uomo. “Non so cosa il mondo penserà di me; a me sembra di essere stato solo un fanciullo che gioca sulla riva del mare, e si diverte a trovare, ogni tanto, un sassolino un po’ più levigato o una conchiglia un po’ più graziosa, mentre il grande oceano della verità si stende inesplorato dinnanzi a me…”. Con queste significative espressioni Isaac Newton sintetizza la sua vita, tra studio e folgorazioni intellettuali.

Adelfio Elio Cardinale

Valvola mitrale innovativa, premiato scienziato palermitano di Ri.Med

PALERMO (ITALPRESS) – Il Consiglio europeo della ricerca ha annunciato oggi i vincitori dell’edizione 2020 del “Consolidator Grant”, considerato il premio più competitivo e prestigioso dell’Ue. Antonio D’Amore ce l’ha fatta: il suo innovativo progetto “Biomitral” ha convinto i revisori, che hanno considerato valida l’idea progettuale e solide le competenze e i risultati scientifici già all’attivo, tra cui 14 brevetti e il recente avvio della start-up Neoolife, di cui è fondatore e chief technology officer.
Il CER seleziona e premia progetti di frontiera, potenzialmente in grado di rivoluzionare il mercato di riferimento, visioni innovative proposte da ricercatori di qualsiasi nazionalità, purchè impegnati a sviluppare il proprio progetto in un paese europeo o associato.
L’obiettivo è riconoscere le migliori idee e conferire status ai migliori cervelli d’Europa, attirando al contempo talenti dall’estero. Tra questi c’è Antonio D’Amore, Group Leader in Ingegneria Tissutale per la Fondazione Ri.MED.
Il progetto “Biomitral” approccia in modo innovativo un argomento di grande rilevanza nella cardiochirurgia: la valvola mitrale rappresenta infatti una sfida particolarmente complessa, poichè deve sopportare il carico di pressione più elevato. “L’idea chiave – spiega D’Amore – è affrontare il rigurgito mitralico funzionale ingegnerizzando l’apparato cordale e ricollegando il ventricolo sinistro con i lembi della valvola”.
Si tratta di una terapia innovativa basata sulla creazione di un tessuto polimerico che presenta tutti i vantaggi delle valvole ingegnerizzate, ma senza stent. “Il mio prototipo di valvola mitrale è totalmente ispirato a ciò che si osserva in natura, per questo ha una sola cuspide a doppia apertura e non presenta la configurazione rigida ad anello delle valvole ingegnerizzate tradizionali a tre cuspidi”, spiega.
D’Amore ha eletto la Fondazione Ri.MED quale host institution per il suo progetto, ritagliando una parte anche per il McGowan Institute di Pittsburgh, dove è professore e lavora da anni in virtù della partnership che Ri.MED può vantare con UPMC e l’Università di Pittsburgh. Si tratta di un successo straordinario, oltre che per D’Amore, anche per Ri.MED e per la partnership con Pittsburgh e con l’IRCCS ISMETT, anch’esso presente nel progetto, insieme all’Università di Palermo.
Un ulteriore motivo di orgoglio riguarda il luogo scelto per lo sviluppo del prototipo: il premio del CER viene assegnato al ricercatore, affinchè sia libero di decidere liberamente l’istituto più adatto per portare a termine la propria ricerca. D’Amore ha indicato la Fondazione Ri.MED, con sede a Palermo: si tratta del primo consolidator grant con host institution del Sud Italia mai assegnato nella storia del programma ERC, dal 2007 ad oggi.
“Il successo odierno del dottor D’Amore ci rende doppiamente felici – spiega Paolo Aquilanti, presidente della Fondazione Ri.MED – perchè oltre a premiare la brillante carriera di uno scienziato di grande talento, afferma la possibilità concreta di portare sviluppo in Sud Italia attraverso la ricerca biomedica, obiettivo strategico che il Governo Italiano ha posto tra quelli alla base della nascita stessa di Ri.MED”.
Alessandro Padova, direttore generale di Ri.MED, commenta: “La selezione dei migliori ricercatori, la loro formazione e crescita professionale è una delle mission statutarie di Ri.MED: siamo davvero orgogliosi di poter contare su una risorsa di riconosciuta qualità come Antonio. Dal suo percorso si intuisce il vantaggio competitivo di cui beneficia Ri.MED: da un lato il partner americano per la formazione ad altissimo livello, dall’altra il partner ospedaliero ISMETT IRCCS, per favorire la rapida traslazione dei risultati della ricerca in applicazioni cliniche”.
D’Amore, affiliato da 10 anni alla Fondazione Ri.MED, ha sviluppato un bagaglio di competenze unico nell’ambito dell’Ingegneria dei tessuti, nonchè numerose piattaforme tecnologiche innovative, evidenti anche dal numero e dalla qualità delle sue pubblicazioni scientifiche e dei brevetti già depositati. L’obiettivo del suo lavoro è sviluppare una tecnologia innovativa che permetta di annullare la dipendenza dalle attuali terapie anticoagulanti richieste dalle valvole meccaniche e che garantisca maggiore durabilità di una bioprotesi. Ha già testato l’impiego di strutture temporanee di supporto, combinate con cellule del paziente: tale supporto è pensato per degradarsi ed essere rimpiazzato dal tessuto prodotto dal paziente stesso. Questo sensazionale filone di ricerca è stato funzionale allo sviluppo di tecnologie innovative di lavorazione dei polimeri, applicabili anche in altri contesti, quale appunto il prototipo di valvola mitrale, che insieme alla biofabbricazione di corde tendinee ha permesso a D’Amore di vincere oggi.
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