Home Salute Pagina 416

Salute

Cimo-Fesmed “Dal Recovery Plan italiano zero visione sulla sanità”

ROMA (ITALPRESS) – “Sostenere che il Covid-19 ha reso evidente il valore universale della salute e la sua natura di bene pubblico fondamentale e poi elaborare un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza assegnando alla sanità solo il 4,8% delle risorse, pari a 9 miliardi, è un atto offensivo verso cittadini e operatori sanitari”. E’ questo il primo commento della Federazione dei medici CIMO-FESMED, per cui “colpisce il fatto che nel PNRR del Governo regni l’assoluta mancanza di un atto di programmazione serio che convinca che l’utilizzo di queste risorse possa dare una vera svolta al nostro SSN”.
“Il Piano è privo di una vision – dichiara Guido Quici, presidente della Federazione CIMO-FESMED – e soprattutto manca la volontà di voler modificare la governance del nostro Servizio Sanitario Nazionale, di voler rivisitare i LEA garantendo una maggiore offerta sanitaria, di voler rivedere le modalità di costituzione e ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale; manca la capacità di introdurre modelli di assistenza distrettuale innovative e, non ultimo, manca il coraggio di mettere fine al “trend” degli ultimi decenni nelle gestione della sanità, secondo cui è sufficiente cambiare l’ordine dei fattori affinchè il risultato non cambi. Ancora una volta – aggiunge Quici – il lupo perde il pelo ma non il vizio”.
Inoltre per Quici “la pandemia da Covid ci offre, pur nella tragedia e nell’emergenza, l’irripetibile opportunità di rivedere davvero il SSN, già da tempo in crisi, a partire da una profonda rivisitazione del processo di aziendalizzazione delle strutture sanitarie proprio nella loro governance e nelle loro finalità. Questo vuol dire tramutare profondamente gli obiettivi di economicità, efficienza ed efficacia in sicurezza, efficienza clinica ed efficacia delle cure”.
Secondo CIMO-FESMED “può anche avere senso, quindi, destinare 4,8 miliardi di euro per l’assistenza di prossimità e la telemedicina, ma con quali modelli e con quali standard? La Federazione esprime forte preoccupazione per la volontà di potenziare la medicina del territorio modificandone l’architettura in sola chiave di digitalizzazione che, a cascata, determinerà l’organizzazione ed i processi di cura e di assistenza, senza tener conto preliminarmente dei bisogni assistenziali dei cittadini, dell’offerta sanitaria e dei tempi di attesa, delle risorse umane”.
Nel merito, CIMO-FESMED “non condivide l’intero impianto proprio nella sua metodologia che non tiene in alcuna considerazione gli elementi di base, ovvero sostenibilità, equità ed accesso alle cure – prosegue la nota -. Naturalmente questo vale anche per i capitoli che riguardano gli obiettivi di riforma del rapporto tra Salute e Ricerca e, soprattutto, per ulteriori obiettivi quali il rafforzamento del sistema emergenza-urgenza che non parte da una riforma strutturale – ruolo e della rete unica dell’emergenza – ma è vista solo in un’ottica tecnologica e digitale. La Federazione si aspettava dunque investimenti sulla sicurezza delle strutture e degli operatori della sanità, sulla prevenzione nei luoghi di lavoro, sull’igiene degli alimenti, invece si è preferita la strada di delineare un astratto contenitore denominato “Salute-Ambiente-Clima”, il che vuol dire tutto e al tempo stesso nulla”.
“Un Piano Nazionale così importante deve dare certezze – conclude Quici – e deve essere in grado di enunciare i principi, gli obiettivi di medio e lungo termine, i processi e gli standard, tutti possibilmente misurabili. Tutto questo non è visibile nè al cittadino, nè a chi lavora da anni in sanità, qualunque piano o somma stanziata, senza una visione rischia di essere solo dispersione di risorse e aggravio. L’unica certezza che vediamo con un piano così delineato, è un aumento del debito senza un vero rilancio del SSN”.
(ITALPRESS).

Covid, Papa loda medici e infermieri. Fnomceo: “Grati e commossi”

ROMA (ITALPRESS) – Papa Francesco nella Lettera Apostolica PATRIS CORDE, pubblicata oggi sul sito del Vaticano, in occasione del 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa universale paragona medici e infermieri, con il loro lavoro silenzioso e senza clamori, a San Giuseppe, e dice: stanno scrivendo la storia”
“Grati e commossi per le parole del Santo Padre”, “nel giorno in cui salgono a 237 i medici caduti per il Covid, 58 nella seconda ondata”, commenta Filippo Anelli, il Presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici.
“Possiamo sperimentare, in mezzo alla crisi che ci sta colpendo, che le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni – solitamente dimenticate – che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste nè nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo. Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità” scrive il Pontefice. Che continua: “Tutti possono trovare in San Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine”.
“Non abbiamo mai amato l’appellativo di ‘eroì, con il quale eravamo definiti nei primi mesi della pandemia – spiega Anelli -. Noi siamo semplicemente medici, fedeli ai doveri che ci siamo autoimposti con il Giuramento, con il Codice. Il dovere di curare, certo, e di farlo un pò nell’ombra, con discrezione, senza rivendicare i propri meriti, senza rinfacciare i sacrifici, neppure quelli più ingiusti ed estremi. Il dovere di accogliere, con discrezione e responsabilità, chi ha bisogno di noi. Il dovere di ascoltare, di sostenere, di incoraggiare”.
“Quante storie ascoltiamo nel silenzio della malattia – continua il Presidente dei medici italiani -. Storie raccontate con le parole, a volte solo con gli occhi, con un gesto. I medici, gli infermieri, entrano nella vita intima delle persone, ne diventano parte, ma sempre con discrezione, con amore e con la giusta distanza di chi non abbandona mai il paziente ma non si sostituisce a lui, pur condividendone il peso, nelle decisioni che riguardano la sua salute”.
“Quante speranze stanno dietro un trattamento, quante paure che, con delicatezza, i medici consolano. E, in quel momento, diventano anche le loro speranze, i loro timori – conclude Anelli -. I pazienti percorrono insieme ai medici un pezzo della loro vita, e viceversa. E con questa alleanza, con questa vicinanza, con questo lavoro discreto scrivono davvero, insieme, la storia della società”.
(ITALPRESS).

Coronavirus, 13.720 nuovi casi e 528 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 13.720 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri 18.887), su un totale di 111.217 tamponi realizzati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 163.550). E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino sull’emergenza Coronavirus, diffuso dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore della Sanità. I morti, nelle ultime 24 ore, sono stati 528, per un totale di 60.606 vittime da inizio emergenza. Con quelle di oggi diventano 1.742.557 le persone che hanno contratto il Covid da inizio pandemia, e 23.236.88 i tamponi complessivi effettuati.
Attualmente i positivi in Italia sono 748.819 (-6.487), 714.913 le persone in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 30.524 (+133), 3.382 (-72) in terapia intensiva. I dimessi/guariti sono 933.132, con un incremento di 19.638 unità nelle ultime 24 ore. La regione con il maggior numero di nuovi casi è il Veneto (2.550) seguito Emilia Romagna (1.891) e Lombardia (1.562). Le regioni con l’incremento inferiore di contagiati sono Valle d’Aosta (22) e Molise (52).
(ITALPRESS).

Coronavirus, 18.887 nuovi casi e 564 vittime in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 18.887 i nuovi casi di coronavirus in Italia (ieri 21.052), su un totale di 163.550 tamponi realizzati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 194.984). E’ quanto emerge dal quotidiano bollettino sull’emergenza Coronavirus, diffuso dal ministero della Salute e dall’Istituto Superiore della Sanità. I morti, nelle ultime 24 ore, sono stati 564, per un totale di 60.078 vittime da inizio emergenza. Con quelle di oggi diventano 1.728.878 le persone che hanno contratto il Covid da inizio pandemia, e 23.125.664 i tamponi complessivi effettuati. Attualmente i positivi in Italia sono 755.306 (+1.137), 721.461 le persone in isolamento domiciliare.
I ricoverati in ospedale con sintomi sono 30.391 (+233), 3.454 (-63) in terapia intensiva. I dimessi/guariti sono 913.494, con un incremento di 17.186 unità nelle ultime 24 ore. La regione con il maggior numero di nuovi casi è il Veneto (3.444) seguito da Lombardia (2.413), Puglia (1.789), Emilia-Romagna (1.788) e Lazio (1.632).
(ITALPRESS).

Paziente morto a Palermo, Ismett “Team cardiochirurgia erano impegnati”

PALERMO (ITALPRESS) – “Siamo addolorati e vicini alla famiglia del paziente giunto all’osservazione dell’Ospedale Ingrassia di cui riferisce la stampa e che necessitava di un intervento di cardiochirurgia urgente”. Lo afferma in una nota l’IRCCS ISMETT di Palermo.
“L’Istituto è stato allertato mentre tutti i Team di Cardiochirurgia della struttura erano impegnati in delicati interventi su pazienti sia Covid che non. In particolare dei tre team operativi: uno era impegnato presso la Sala Operatoria dell’istituto per un bypass aorto-coronarico – prosegue la nota -; il secondo ed il terzo si trovavano rispettivamente presso ARNAS Civico di Palermo e l’Ospedale Cannizzaro di Catania per sottoporre ad ECMO (un sistema di circolazione extracorporea che sostituisce la funzione polmonare danneggiata) due pazienti in gravi condizioni da stabilizzare e poi trasferire presso la nostra struttura”.
“Il posizionamento dell’ECMO richiede l’intervento di un team altamente specializzato di medici e tecnici di circolazione extracorporea. Si tratta di un intervento altamente complesso, in particolare quando deve essere eseguito presso un altro Ospedale a cui segue il trasporto del paziente, in circolazione extracorporea, in ambulanza o elicottero – spiega ancora l’ospedale -. Si precisa che, benchè ISMETT stia dando un contributo determinante nella gestione dei casi più gravi dei pazienti affetti da Covid-19, l’Istituto non ha mai smesso di farsi carico dei trapianti e delle terapie ad alta specializzazione. Al momento, sono 24 i pazienti ricoverati presso il reparto di Terapia Intensiva Covid di ISMETT, di cui 13 sottoposti ad ECMO; 8 pazienti hanno un’età inferiore ai 50 anni”.
“Quest’anno, nonostante l’emergenza legata alla pandemia da Sars Cov-19, saranno 160 i trapianti d’organo eseguiti, di cui 26 da vivente e 14 eseguiti nel mese di novembre di cui ben 5 da vivente, l’ultimo trapianto è stato eseguito nella notte fra il 3 ed il 4 dicembre. Il dato è in linea con l’anno precedente ottenuto in assenza di pandemia ed è il risultato dell’impegno dell’Istituto di implementare i programmi da donatore vivente e recuperare organi generati e non utilizzati in altre regioni. Siamo, come sempre, disponibili a fornire tutta la documentazione necessaria alle autorità competenti. L’istituto ringrazia tutti gli operatori sanitari che in questi mesi stanno facendo un lavoro straordinario sacrificando non solo la vita personale ma quella delle loro famiglie”.
(ITALPRESS).

Covid, in Sicilia la Regione si prepara ai controlli negli aeroporti

PALERMO (ITALPRESS) – Una ricognizione nei principali scali aeroportuali siciliani in vista delle misure speciali, che saranno adottate con l’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci, dedicata ai rientri nell’Isola per le festività di fine anno.
E’ quanto messo in atto dalle strutture commissariali per l’emergenza Coronavirus di Palermo e Catania che hanno effettuato una verifica presso le aerostazioni delle due città in cui si concentra la maggior parte del traffico aereo da e per la Sicilia.
Al “Falcone-Borsellino” è stata verificata l’area dello scalo palermitano dedicata ai test per i viaggiatori in arrivo, uno spazio che potrà essere eventualmente implementato con altre postazioni.
La stessa ricognizione è stata effettuata a Catania, presso il terminal C del ‘Vincenzo Bellinì, dove già durante la fase 2 della pandemia è stata attrezzata per le verifiche anti Covid.
E’ probabile che oltre ai punti di verifica allestiti negli aeroporti, nelle città siciliane e in tutto il territorio possano essere organizzati ulteriori drive-in dedicati, proprio per consentire a quanti faranno ingresso in Sicilia, con altri vettori, di poter effettuare il tampone rapido.
I sopralluoghi effettuati oggi negli aeroporti di Catania e Palermo sono solo alcuni degli aspetti organizzativi e di profilassi promossi dall’assessorato regionale alla Salute che è già al lavoro, dopo un confronto con gli esperti, per predisporre ogni iniziativa utile di prevenzione in vista delle festività natalizie.
(ITALPRESS).

Coronavirus, in Lombardia 2413 nuovi casi e 140 decessi

ROMA (ITALPRESS) – Sono 2.413 i nuovi positivi in Lombardia, nelle ultime 24 ore, a fronte di 26.026 tamponi effettuati, su un totale di 4.279.332 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del ministero della Salute e della Protezione Civile. Il totale delle persone attualmente positive in regione arriva a 116.379 (+623) e, nelle ultime 24 ore, ci sono stati 140 decessi che portano il numero delle vittime complessive 23.024. I casi totali da inizio pandemia, invece, salgono a 429.109. Le persone ricoverate con sintomi, in Lombardia, sono 6.372 (-182), 807 (+2) in terapia intensiva, mentre sono 109.200 i soggetti in isolamento domiciliare. I guariti/dimessi dall’inizio dell’emergenza sono 289.706 (+1.650).
(ITALPRESS).

In Sicilia 1022 nuovi casi di coronavirus e 36 decessi

ROMA (ITALPRESS) – Sono 1.022 i nuovi casi di Coronavirus in Sicilia, a fronte di 8.132 tamponi effettuati, su un totale di 1.021.846 da inizio emergenza. Nelle ultime 24 ore sono stati anche registrati 36 decessi che portano il totale delle vittime, in regione, a 1.759. E’ quanto si legge nel bollettino di oggi del ministero della Salute e della Protezione Civile. Il numero degli attualmente positivi raggiunge quota 39.746 (+206) mentre le persone ricoverate con sintomi sono 1.367 (-33), 213 (-2) in terapia intensiva. In isolamento domiciliare ci sono 38.166 persone. I guariti/dimessi dall’inizio dell’emergenza sono ad oggi 29.984 (+780).
(ITALPRESS).