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Salute

In Sicilia 1024 nuovi casi di coronavirus e 45 decessi

ROMA (ITALPRESS) – Sono 1.024 i nuovi casi di Coronavirus in Sicilia, a fronte di 8.965 tamponi effettuati, su un totale di 951.321 da inizio emergenza. Nelle ultime 24 ore sono stati anche registrati 45 decessi che portano il totale delle vittime, in regione, a 1.506. E’ quanto si legge nel bollettino di oggi del ministero della Salute e della Protezione Civile. Il numero degli attualmente positivi raggiunge quota 40.484 (+602) mentre le persone ricoverate con sintomi sono 1.522 (+3), 241 (-6) in terapia intensiva. In isolamento domiciliare ci sono 38.721 persone. I guariti/dimessi dall’inizio dell’emergenza sono ad oggi 20.558 (+377).
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Coronavirus, in Lombardia 3203 nuovi casi e 135 decessi

ROMA (ITALPRESS) – Sono 3.203 i nuovi positivi in Lombardia, nelle ultime 24 ore, a fronte di 28.434 tamponi effettuati, su un totale di 4.055.691 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del ministero della Salute e della Protezione Civile. Il totale delle persone attualmente positive in regione arriva a 132.627 (+2.312) e, nelle ultime 24 ore, ci sono stati 135 decessi che portano il numero delle vittime complessive 21.647. I casi totali da inizio pandemia, invece, salgono a 405.862. Le persone ricoverate con sintomi, in Lombardia, sono 7.400 (-216), 907 (-12) in terapia intensiva, mentre sono 124.320 i soggetti in isolamento domiciliare. I guariti/dimessi dall’inizio dell’emergenza sono 251.588 (+756).
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La Medicina Generale ai tempi del Covid “no a bulimia di informazioni”

ROMA (ITALPRESS) – Dai disturbi del sonno agli effetti sulla vita quotidiana, passando per tematiche come anedonia, stress e depressione prima di concludere con un talk show incentrato sull’informazione spesso imprecisa e confusionaria ai tempi del coronavirus. Sono stati i temi al centro della prima parte dell’ultima giornata del ’37° Congresso Nazionale SIMG – La settimana della Medicina Generalè, che ha visto il susseguirsi di professori e specialisti che hanno esposto relazioni e studi. Poi, una ‘tavola rotondà virtuale. Ed infine il confronto tra medici e giornalisti per far luce sulle strategie comunicative nell’epoca della pandemia, condotto da Daniel Della Seta.
“Ci siamo accorti solo ora della funzione cruciale dei medici di famiglia – apre Michele Mirabella -, la medicina è un’arte, permette di governare discipline scientifiche e filosofiche per il mantenimento della vita: la salute è un diritto ma anche un dovere”. “I medici di famiglia sono stati un pò maltrattati, vi dovreste ribellare perchè siete i primi nostri interlocutori – fa eco Emanuela Falcetti -. Dovreste uscire da questo congresso con un documento forte o incatenarvi a Piazza Mazzini”.
Tra i problemi affrontati c’è la cosiddetta ‘bulimià di informazioni. “La Rai ha dato vita a una task force di 150 colleghi per contrastare le fake news, ciò ci ha aiutato a limitare la confusione generata dall’affrontare una situazione completamente nuova”, spiega Piero Damosso mentre Luca Borghi pone l’accento sul web. “E’ un universo incontrollato e incontrollabile, ricalca e assorbe buona parte di ciò che viene utilizzato da altri mezzi di informazione. E’ in costante evoluzione e ha questa pecca di non saper filtrare le notizie. Occorre ripartire da alfabetizzazione sanitaria”, la sua chiosa.
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Dalla pandemia stimolo per la medicina generale del futuro

ROMA (ITALPRESS) – Lo scenario della pandemia in Italia mostra i primi segnali incoraggianti, ma la lotta al virus è ancora lontana dal potersi considerare conclusa. Proprio per questo il ministro della Salute, Roberto Speranza, indica la medicina generale come “la risposta più forte alla domanda di prossimità. Oggi dobbiamo combattere il Covid con gli strumenti che abbiamo, come il vaccino e le cure adeguate, e mentre lo facciamo dobbiamo programmare la sanità del futuro. Dobbiamo avere un servizio sanitario più vicino alle persone”, ha detto nel corso del 37° congresso nazionale SIMG, la società italiana di medicina generale e delle cure primarie, indicando proprio la prossimità come uno strumento importante per fronteggiare non solo l’epidemia, ma anche per riprogrammare la medicina generale del futuro. La pandemia, quindi, può rappresentare uno stimolo per il rilancio della medicina generale. E’ quello che si augura anche Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19, che sottolinea l’importanza di dare una scossa. “Negli ultimi 12 anni il mondo è cambiato in modo drammatico. La pandemia è un evento epocale che ci deve dare una scossa. Il servizio sanitario nazionale corre il rischio di naufragare. Penso a una rivoluzione pacifica rafforzando la sanità con i fondi europei che consentirebbero di cambiare radicalmente il servizio sanitario nazionale”.
La questione dei tagli alla sanità degli ultimi anni è centrale, tanto che anche Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, ha evidenziato la necessità di investire. “Noi abbiamo vissuto in questi 20 anni una cultura dei tagli, dei costi, che sicuramente confligge con l’esercizio della professione. Scontiamo 20 anni di assenza della politica per interventi sul territorio”. Per uscire da questa situazione fondamentale sarà, come sottolineato dallo stesso Anelli, “il Recovery Fund perchè lì ci sono le risorse” portando così, “di fronte allo scenario dei licenziamenti e di un debito sovrano così alto che metterà in crisi il servizio sanitario nazionale”, la medicina generale a essere una grande risorsa sia nell’immediato che nel prossimo futuro.
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Iss, curva si appiattisce ma a Natale no spostamenti

ROMA (ITALPRESS) – “La curva sta decrescendo sia per quanto riguarda i casi sintomatici che i positivi. Ed anche la curva dell’occupazione di posti letto nell’area medica e terapia intensiva si sta appiattendo. La situazione in Italia è a metà, regioni dove l’incidenza mostra una decrescita e alcune regioni che mostrano una crescita. In questa fase ci aspettiamo una riduzione progressiva dei casi. Ma la realtà italiana è diversificata”. Dopo settimane di cattive notizie, sul fronte della pandemia qualcosa comincia a cambiare, almeno a sentire in conferenza stampa Silvio Brusaferro e Franco Locatelli, rispettivamente presidente dell’Istituto superiore della sanità e del Consiglio superiore della sanità. Ma guai pensare ad un “liberi tutti”. “Dieci regioni sono a rischio alto da diverse settimane, dobbiamo fare in modo che rapidamente decrescono. Dobbiamo ridurre le interazioni, rispettare le distanze e limitare al massimo nelle proprie abitazioni gli assembramenti. L’unico modo per ridurre i casi è di avere un rt sotto l’1” ha avvertito Brusaferro.
Numeri buoni sì, che offrono speranze, ma che non giustificano l’ipotesi di un Natale normale, fatto di cenoni, ricongiungimenti familiari e abbracci. Ed anche la Messa dovrà rispettare condizioni nuove. “La celebrazione del Natale – è il parere di Franco Locatelli – dovrà essere resa compatibile con le misure concordate con la Cei per evitare che possa tradursi in una generazione di possibili focolai di trasmissione”. Sugli spostamenti sotto le feste Brusaferro è ancora più perentorio: “Con questi numeri è difficile immaginare qualsiasi tipo di spostamento di massa o forme di aggregazione e raduni sopratutto da persone che vengono da quadri epidemiologici diversi”.
Inconcepibile anche il classico veglione di Capodanno o il concerto in piazza. “Tutto quello che eravamo abituati a vedere per celebrare la fine dell’anno e l’inizio del successivo – annota Locatelli – è incompatibile con la situazione attuale, è inimmaginabile avere assembramenti nelle piazze”.
Brusaferro e Locatelli osservano con preoccupazione l’apertura degli impianti sciistici. “Movimenti che portano verso luoghi in cui ci si aggrega, che si faccia in Italia o altrove vanno evitati, vanno scoraggiati”, è il giudizio del presidente dell’Iss.
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Aids, diagnosi di Hiv in calo ma cresce il contagio tra i giovani

ROMA (ITALPRESS) – Diminuiscono progressivamente in Italia dal 2012 le nuove diagnosi di infezione da HIV, soprattutto nell’ultimo biennio, con un’incidenza che è lievemente inferiore a quella delle altre nazioni dell’Unione europea. Ma il numero più frequente di nuove diagnosi si registra nella fascia d’età 25-29 anni, l’età mediana invece è 39 anni per le femmine e 40 anni per i maschi. Rispetto agli anni precedenti, inoltre, cambia la modalità di trasmissione: nel 2019 per la prima volta la quota di nuove diagnosi HIV riferibili a maschi che fanno sesso con maschi (MSM) ha raggiunto quella attribuibile a rapporti eterosessuali (42%), che invece è stata da sempre la modalità più frequente. Il 60% delle persone diagnosticate con infezione da HIV nel 2019 erano già in fase avanzata di malattia e ignoravano di essere HIV positive già da molto tempo.
Sono questi i dati più recenti raccolti ed elaborati dal Centro Operativo AIDS dell’ISS e diffusi in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS che ricorre il 1° dicembre.
Secondo il rapporto del COA (https://www.iss.it/documents/20126/0/COA.pdf/83256a61-57a2-9abc- cd4e-5bfdbdbf9afd?t=1606490648406) nel 2019 sono state segnalate 2.531 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 4,2 nuovi casi per 100.000 residenti; dal 2016 si osserva una diminuzione del numero di nuove diagnosi HIV in stranieri; dal 2017 aumenta la quota di persone a cui viene diagnosticata tardivamente l’infezione da HIV, nel 2019: 2/3 dei maschi eterosessuali e oltre la metà delle femmine con nuova diagnosi HIV sono stati diagnosticati in fase avanzata di malattia.
Inoltre, un terzo delle persone con nuova diagnosi HIV nel 2019 scopre di essere HIV positivo a causa della presenza di sintomi o patologie correlate con HIV. Il numero di decessi in persone con AIDS negli ultimi anni è rimasto stabile intorno a 500 casi per anno. Nel 2019 diminuisce la proporzione di persone con nuova diagnosi di AIDS che scopre di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi di AIDS. Nel 2019, le incidenze più alte sono state registrate in Lombardia e Lazio. Le persone che hanno scoperto di essere HIV positive nel 2019 erano maschi nell’80% dei casi. L’età mediana era di 40 anni per i maschi e di 39 anni per le femmine. L’incidenza più alta è stata osservata tra le persone di 25-29 anni (10,4 nuovi casi ogni 100.000 residenti) e di 30-39 (9,8 nuovi casi ogni 100.000 residenti); in queste fasce di età l’incidenza nei maschi era 4 volte superiore a quelle delle femmine.
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Resta esitazione vaccinale, i medici chiedono responsabilità

MILANO (ITALPRESS) – Vaccinazioni e problematiche cardiovascolari sono i temi su cui si è concentrata la sessione pomeridiana della giornata odierna della trentasettesima edizione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale, in corso di svolgimento via web. Di particolare attualità, in questo periodo di piena emergenza coronavirus, è la questione delle vaccinazioni antinfluenzali, raccomandate quest’anno in molte regioni agli ultrasessantenni, anzichè agli over 65 come al solito. La Simg ha presentato ai propri iscritti il documento “Porgi l’altra spalla”, il quale intende dare ai medici indicazioni pratiche su come abbinare le co-somministrazioni dei vaccini nell’adulto e anziano. Tecla Mastronuzzi, gastroenterologa e membro della SIMG, ha sottolineato l’importanza del ruolo dei medici di base nel cercare di superare la cosiddetta “esitazione vaccinale”. “Ci auspicavamo tutti che la tempesta pandemica legata al Coronavirus avesse spazzato via anche questa esitazione nei confronti delle vaccinazioni – ha spiegato -, invece purtroppo l’esitazione vaccinale continua a persistere. Si tratta di una battaglia che noi medici di base dovremo combattere in modo ancor più deciso, facendo capire che la vaccinazione è un atto di responsabilità, una cosa buona per noi stessi e per gli altri”.
Aurelio Sessa, specialista in Medicina Interna ed Endocrinologia, ha sottolineato invece i benefici delle vaccinazioni, al di fuori dei loro classici compiti: “La vaccinazione può avere un ruolo importante anche nella diminuzione degli antibiotici – ha commentato – e questo è importante soprattutto da noi perchè l’Italia è uno dei paesi con il più alto numero di decessi per antibiotico-resistenza. Bisogna poi aggiungere che le vaccinazioni riducono le infezioni virali e che attraverso di esse sarà più facilmente distinguibile altre patologie come il Covid”. Caterina Pastori, specialista in Medicina Interna, ha infine ricordato quali siano i tempi e le modalità di somministrazione dei vaccini: “Una volta fatta la vaccinazione, il paziente dovrebbe rimanere nel laboratorio per almeno 15 minuti, a meno che non sia un allergico, in quel caso dovrebbe rimanere per una quarantina di minuti – ha spiegato -. E’ poi consigliabile rimanere nelle vicinanze del laboratorio (non necessariamente nello studio) per almeno 30 minuti (60 minuti per gli allergici). Dal punto di vista delle problematiche cardiovascolari, si è confermata l’importanza del tenere un livello di colesterolo il più basso possibile, si è fatto il punto della situazione sui nuovi fattori di rischio cardiovascolare, i target da raggiungere per l’ipertensione alla luce delle nuove linee guida e il problema dell’aderenza terapeutica da parte dei pazienti.
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In Sicilia 1566 nuovi casi di Coronavirus e 47 decessi

ROMA (ITALPRESS) – In flessione in Sicilia i nuovi contagi da coronavirus. Sono 1.566 i nuovi positivi (ieri erano stati 1.768). C’è però da dire che si riducono i tamponi processati: 10.635, quasi 1.000 in meno rispetto alle 24 ore precedenti. E’ quanto riporta il bollettino del Ministero della Salute. Lieve flessione anche per i decessi: 47 i morti (-2). Il numero degli attualmente positivi tocca quota 39.083 (+575). Si conferma il trend di riduzione dei ricoveri:i degenti con sintomi sono 1.539 (-6) dei quali 250 (-3) in terapia intensiva. In isolamento domiciliare si trovano al momento 37.295 persone.
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