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Coronavirus, in Italia 36.176 nuovi casi e 653 morti

ROMA (ITALPRESS) – Ancora in aumento, anche se di poco, i nuovi casi di coronavirus in Italia. Sono infatti 36.176 nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 34.283) e ciò a fronte di un incremento dei tamponi effettuati, più di 250 mila. Calano i decessi: i morti nelle ultime 24 ore sono 653 (eri erano stati 753). Crescono di 18.303 gli attualmente positivi, portando il dato a 761.671, mentre i guariti sono in 24 ore sono 17.020. E’ quanto riporta il bollettino del Ministero della Salute. Sul versante ospedaliero, si evidenzia un lieve incremento dei dati: oggi infatti si registra un aumento di 106 ricoverati portando il totale a 33.610, di questi 3.712 (+42) si trovano nelle terapie intensive. Coloro che sono in isolamento domiciliare sono invece 724.349. La regione più colpita anche oggi si conferma essere la Lombardia con 7.453 nuovi contagiati, seguita da Piemonte (5.349), Veneto (3.753).
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Il Covid non ferma l’Ismett, eseguiti due trapianti di fegato da vivente

PALERMO (ITALPRESS) – L’attività di trapianto di Ismett non si ferma. Sono due i trapianti di fegato da vivente su paziente adulto eseguiti nelle scorse settimane presso il centro palermitano. Lo rende noto l’Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad alta specializzazione, sottolineando in una nota che attualmente Ismett è la sola struttura in Italia ad avere mantenuto il programma attivo ed adesso, il centro palermitano è in procinto di potenziare il programma trapianto da vivente così da poter supplire alla carenza di donazioni che si è ulteriormente aggravata a causa della pandemia in corso.
Il programma da vivente è stato mantenuto attivo grazie ad una vera e propria riorganizzazione dell’Ospedale. Ismett è, infatti, in prima linea nella lotta contro la pandemia da Sars Cov-19 ed ha già istituito al suo interno un intero reparto di Terapia intensiva esclusivamente dedicato ai pazienti affetti da coronavirus.
In questi ultimi due casi a donare una piccola parte del proprio fegato sono stati i figli che con il loro gesto hanno offerto una nuova possibilità ai loro genitori. Il trapianto da vivente è possibile grazie alla capacità del fegato di rigenerarsi e tornare in dimensioni normali, sia nel donatore che nel ricevente, nel giro di poche settimane. Entrambi i donatori sono stati dimessi dopo pochi giorni dall’intervento.
“Quanto eseguito all’Ismett di Palermo onora la sanità italiana nel suo momento più complesso – afferma Ruggero Razza, assessore Regionale alla Salute – E’ la dimostrazione che tra tantissime difficoltà il mondo della ricerca e dell’alta attività clinica vanno avanti. Il trapianto del fegato da vivente effettuato in questi giorni o quello di utero, primo in Italia, eseguito tre mesi fa a Catania, assumono ulteriore importanza proprio per la difficile convivenza con la pandemia. E’ giusto ricordare che il rapporto con Ismett ed Upmc continua ad essere strategico anche nella gestione dell’epidemia in Sicilia. Nella prima fase dell’emergenza, come si ricorderà, siamo riusciti ad ottenere un approvvigionamento autonomo di dpi, adesso Ismett è parte attiva nella recettività ospedaliera Covid”.
All’Ismett l’attività di trapianto da vivente è un’opzione terapeutica possibile sia per il rene che per il fegato, sia nel caso di paziente adulto che paziente pediatrico. In totale, dall’inizio del programma da vivente, sono stati eseguiti 277 trapianti di rene e 161 di fegato.
“Ismett – sottolinea Salvatore Gruttadauria, direttore della Chirurgia Addominale su pazienti adulti – sta proseguendo la propria attività anche in questo momento così difficile per tutto il sistema sanitario. I nostri sforzi sono concentrati a dare risposte ai tanti pazienti che a noi si rivolgono mettendo in campo tutte le opzioni medico-chirurgiche a nostra a disposizione. Considerata la straordinaria emergenza sanitaria, abbiamo deciso non solo di non sospendere il programma di trapianto da vivente ma anzi pensiamo adesso di potenziarlo ulteriormente così da poter dare risposte concrete ai tanti pazienti in lista di attesa”.
L’Istituto è in prima linea nella lotta al Covid-19. Sono già 24 i posti letto di terapia intensiva messi a disposizione per i pazienti, che diventeranno 30 entro la fine del mese e 40 se sarà necessario, fanno sapere dall’Istituto.
“Lo sforzo organizzativo di Ismett e Upmc e il grande impegno di tutto il personale – spiega Angelo Luca, direttore di Ismett – ha reso possibile continuare ad offrire cure di alta specialità ai tanti pazienti che si rivolgono all’Istituto per i trapianti, per la chirurgia oncologica e la cardiochirurgia e contemporaneamente curare i malati più gravi affetti da Sars Cov-19”.
“Sono attualmente 10 i pazienti con grave insufficienza respiratoria che vivono grazie all’Ecmo (polmone artificiale), 9 nella terapia intensiva Covid ed 1 in quella non Covid. Per fare questo l’Istituto è stato suddiviso in due aree indipendenti. Il modello di rete territoriale con la possibilità di trasferire i pazienti da un centro all’altro a seconda della intensità delle cure necessarie, e l’interazione continua tra tutti i professionisti del territorio a cominciare dagli anestesisti – continua Angelo Luca – consente di gestire al meglio i posti letto di una terapia intensiva di secondo livello che dispone dei più avanzati sistemi di cura per i pazienti Covid più gravi che infatti attualmente occupano solo 15 dei 30 posti letto disponibili”.
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Farmaci, Nomisma-Egualia “Difendere la biodiversità di produzione”

ROMA (ITALPRESS) – Hanno nomi impossibili – rocuronio, cisatracurio, midazolam, propofol – e una sorte in comune: a marzo 2020 hanno registrato un aumento della domanda tra il 128% e il 782% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Farmaci e principi attivi “dimenticati”, per lo più iniettivi, funzionali alle prestazioni erogate nelle terapie intensive, sono venuti improvvisamente alla ribalta dei fabbisogni farmaceutici regionali mettendo a dura prova la capacità di risposta delle imprese degli equivalenti e accendendo i riflettori su un’esigenza vitale per il settore sanitario: mantenere in vita una “biodiversità di produzione” indispensabile alla sostenibilità del SSN, non solo in casi straordinari come quello della pandemia.
Il focus sugli effetti dell’emergenza sanitaria sul comparto e le indicazioni di policy che ne derivano sono il cuore dell’edizione 2020 dell’Osservatorio sui farmaci generici, realizzato dalla Società di studi economici Nomisma per Egualia (già Assogenerici), presentato in un evento streaming.
Sotto la lente – in una survey che ha coinvolto direttamente le imprese associate a Egualia – le strategie utilizzate per gestire l’alto grado di complessità e l’urgenza produttiva registrata tra febbraio e aprile. Nella prima fase emergenziale, nel periodo di massima criticità, il 58% delle imprese ha visto aumentare la domanda di farmaci e di queste ben il 93% è riuscita a soddisfare completamente o parzialmente l’aumento della domanda;
inoltre, il 58% del totale ha riorientato la produzione verso le categorie di prodotti a maggior rischio di carenza.
Riguardo al grado di intensità con cui le aziende hanno messo in atto diverse strategie per incrementare la produzione il 71% ha indicato di aver fatto ricorso alle scorte di magazzino, il 57% di aver usufruito di deroghe emergenziali da parte delle autorità per velocizzare la disponibilità di prodotto sul mercato, il 57% di aver aumentato i turni di lavoro e previsto straordinari per il personale, il 21% di aver impegnato nuovo personale per la produzione, il 50% di aver utilizzato la leva dell’importazione, e il 14%, infine, di aver acquistato nuovi macchinari.
La survey mette anche chiaramente in evidenza i colli di bottiglia che hanno aggiunto criticità al percorso: oltre il 57% delle imprese ha indicato di essere stata ostacolata dalla penuria o assenza di elementi necessari alla produzione; il 73% di aver avuto problemi ad approvvigionarsi di principi attivi; il 54% ha avuto la stessa difficoltà con gli intermedi di sintesi; il 43% ha lamentato interruzioni anomale della supply chain.
“Questa ricerca è diventata una delle cose più importanti della vita di Nomisma. Il settore farmaceutico è tra quelli in cui la nostra imprenditoria ha avuto più successo”, ha detto il presidente di Nomisma, Piero Gnudi.
“In questi anni ci siamo avvicinati a Nomisma e dal 2015 abbiamo prodotto una serie di rapporti e osservatori sul nostro comparto industriale”, ha affermato il presidente di Egualia Enrique Hausermann. “Da questa mattinata emerge il riconoscimento di quello che il nostro comparto rappresenta nel mondo farmaceutico italiano – ha proseguito Hausermann – ai primi anni duemila, c’era scetticismo. Ora confidiamo nell’appoggio delle istituzioni”.
“La crisi che stiamo ancora vivendo ha messo in luce tutti problemi legati alla globalizzazione della produzione farmaceutica – ha sottolineato Hausermann -. L’intera Europa si è scoperta ancora troppo dipendente, soprattutto nei momenti critici, da paesi extra-europei per l’approvvigionamento degli sostanze intermedie per sintetizzare i principi attivi e quindi produrre i farmaci. Oggi abbiamo la possibilità di investire in progetti strategici per il Paese, attraverso le risorse che arriveranno con il Recovery Fund: possiamo finalmente investire sul futuro”.
Chiari gli obiettivi: “C’è da riflettere sul concetto di globalizzazione della produzione farmaceutica – ha concluso Hausermann – ma è necessario anche ripensare la struttura distributiva e individuare nuovi modelli di approvvigionamento pubblico dei farmaci perchè non può e non potrà esserci sostenibilità del SSN senza garantire sostenibilità alle
imprese che lo riforniscono dei prodotti essenziali alla prosecuzione delle sue attività”.
“Il ruolo delle agenzie regolatorie sta nel verificare i dati per ora lanciati dai media. I farmaci però non si approvano sui giornali. Le nuove registrazioni di farmaci e vaccini saranno registrazioni europee, ma potrebbero anche diventare scelte nazionali. C’è questa possibilità a causa di tendenze disgregatrici che costituiscono un problema. Le regole europee vanno invece rafforzate”, ha spiegato il direttore generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Nicola Magrini.
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Coronavirus, Aifa “Rafforzata la collaborazione con le Regioni”

ROMA (ITALPRESS) – Si è svolto presso la sede dell’Agenzia Italiana del Farmaco il Convegno web “La collaborazione tra Regioni, Province Autonome, AIFA e aziende farmaceutiche nella prevenzione e risoluzione di stati di carenza (accertati o potenziali) legati all’emergenza COVID-19”, trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube dell’AIFA. L’evento è stata un’occasione per fare il punto sulla tempestiva collaborazione inter-istituzionale attivata fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia, caratterizzata tra l’altro da nuovi bisogni terapeutici e da specifiche esigenze organizzative nell’erogazione delle cure.
“AIFA ha rafforzato il rapporto con le Regioni, con incontri periodici e collaborazione sempre più stretta a difesa del nostro Servizio Sanitario Nazionale, per garantire la qualità dei farmaci in Italia e contrastare possibili problemi legati alle carenze di medicinali durante l’emergenza COVID-19”, ha detto il direttore dell’Agenzia, Nicola Magrini in apertura del convegno.
“L’emergenza sanitaria ha portato l’Agenzia Italiana del Farmaco a predisporre veloci e puntuali risposte organizzative, come ad esempio la modalità operativa della comunità di esperti e la costituzione di un punto unico di contatto per la gestione delle carenze”, ha spiegato Domenico Di Giorgio, dirigente Aifa, “che hanno permesso di costruire un modello di collaborazione con i referenti per la farmaceutica delle Regioni e delle Province Autonome, via via esteso ad altri tipi di problematiche e in grado di individuare soluzioni a lungo termine per il nostro Paese”.
Tra le azioni discusse durante il convegno, lo sviluppo di una procedura per le donazioni di farmaci per l’emergenza COVID con il criterio di ripartizione tra le regioni in base ai dati forniti dalla Protezione Civile, interventi per sbloccare l’export di principi attivi di interesse rispetto alla pandemia e attività di supporto pratico alla programmazione della produzione e di eventuali importazioni di farmaci considerati a rischio di carenza.
Hanno partecipato alla discussione Patrizia Popoli della Commissione Tecnico Scientifica AIFA, Adriano Pietrosanto di Egualia, Luca Paoles di Farmindustria, Gianluigi Cremonesi di Assogastecnici, Fabio Candura del Centro Nazionale Sangue, Marcello Pani della SIFO e i rappresentanti di Regioni e Province autonome.
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Coronavirus, in 50 città siciliane drive-in per tamponi rapidi

PALERMO (ITALPRESS) – “Non si arresta la campagna attivata della Regione Siciliana per contrastare la diffusione del Coronavirus nell’Isola. A partire da oggi e fino al 23 novembre sarà infatti possibile fare i tamponi rapidi nei drive-in che sono stati allestiti in 50 Comuni dell’Isola. Ancora una volta il target individuato è la popolazione scolastica che potrà sottoporsi volontariamente e gratuitamente al test”. Lo rende noto la Presidenza della Regione siciliana, sottolineando in una nota che
la novità di queste settimane è la piattaforma on-line (www.siciliacoronavirus.it), attivata per semplificare la procedura. Infatti, una volta fatto l’accesso al portale sarà sufficiente cliccare sul bottone “tampone rapido Covid19” e compilare il modulo di registrazione scegliendo la data disponibile tra i drive-in proposti.
La piattaforma indicherà, dunque, la fascia oraria che verrà generata automaticamente in base al numero di prenotazioni già acquisite. Nel form di registrazione il cittadino dovrà indicare la “categoria di appartenenza” che riconduce al target dello screening (personale docente, non docente, studenti e propri nuclei familiari).
In caso di esito positivo al tampone, il cittadino verrà immediatamente sottoposto a quello molecolare per la necessaria conferma, così come previsto dai protocolli sanitari vigenti. L’iniziativa del governo Musumeci è realizzata in collaborazione con Anci Sicilia e le amministrazioni locali e con il supporto della Protezione civile regionale e dei volontari.
I drive-in saranno operativi nelle seguenti città: Licata e Grotte, in provincia di Agrigento; Caltanissetta, Gela, Niscemi, Delia, Mussomeli, Riesi, Mazzarino e Sommatino, nel Nisseno; Enna bassa e Nicosia, in provincia di Enna; Cefalù e Campofelice di Roccella, nel Palermitano; Ragusa, Comiso, Ispica, Modica, Pozzallo, Scicli, Vittoria, Acate, Chiaramonte Gulfi, Giarratana, Monterosso Almo e Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa; Siracusa, Rosolini, Carlentini, Noto, Avola, Pachino/Portopalo, Lentini e Francofonte, nel Siracusano; Trapani, Alcamo, Campobello di Mazara, Castelvetrano, Erice, Marsala, Mazara del Vallo, Partanna, Salemi, Paceco, Castellammare del Golfo, Custonaci e Valderice, in provincia di Trapani.
A Palermo e Catania proseguono, inoltre, i test eseguiti direttamente nelle scuole e in particolare nel capoluogo siciliano continuerà a essere attivo il drive-in. Seguiranno aggiornamenti, da parte delle Asp e dei Comuni, sui giorni, gli orari e i siti individuati per le operazioni di prelievo.
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Chiesi Group si aggiudica il “Diversity Leaders Award” 2021

PARMA (ITALPRESS) – Chiesi Farmaceutici, gruppo farmaceutico internazionale focalizzato sulla ricerca, ha ricevuto per il secondo anno consecutivo il “Diversity Leaders Award” posizionandosi al 10° posto tra le 850 aziende europee prese in esame (solo due le aziende italiane ad occupare le prime dieci posizioni) e al 1° posto tra i datori di lavoro più inclusivi nel settore Farmaceutico e delle Biotecnologie. Tra le aziende italiane, il Gruppo si classifica 2° sulle 35 rientrate nel ranking. Lo ha reso noto il “Financial Times”, promotore del premio, in un articolo dedicato.
L’obiettivo del riconoscimento è identificare e valorizzare le aziende leader in termini di politiche e azioni volte a sensibilizzare sul concetto di diversità come valore imprescindibile. Il “Financial Times” promotore dell’Award, grazie alla collaborazione di “Statista” – società tedesca leader a livello internazionale nel campo delle ricerche di mercato – da aprile ad agosto 2020 ha intervistato 100.000 persone di 15.000 aziende con un minimo di 250 dipendenti in 16 paesi europei (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito). Oltre alle dichiarazioni dei dipendenti, al fine di perfezionare l’analisi, sono stati coinvolti i referenti delle risorse umane di ogni azienda.
“Il Diversity Leaders Award rappresenta un’ulteriore dimostrazione del continuo impegno di Chiesi, come azienda B Corp, sui temi della Diversity & Inclusion – ha dichiarato Giacomo Mazzariello, Chief Human Resources Officer di Chiesi Group -. Rispettare l’unicità di ciascuno, valorizzare l’autenticità e le diverse prospettive, creare un ambiente positivo in cui le persone si sentano libere di esprimere sè stesse, sono i valori che guidano le azioni del Gruppo sui temi di Diversity & Inclusion”.
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Coronavirus, in Sicilia i morti superano quota 1000

ROMA (ITALPRESS) – Aumentano i nuovi casi di Coronavirus in Sicilia. Nelle ultime 24 ore si contano infatti 1.837 contagiati, contro 1.698 di ieri, nonostante minori tamponi processati, 9.479. Sul fronte dei decessi purtroppo la Sicilia sfonda quota 1.000. Il numero totale dei morti tocca oggi 1.015, questo a causa dei 44 decessi (+5 rispetto a ieri). E’ quanto si evince dalla lettura del bollettino del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore della Sanità. Il totale degli attualmente positivi in Sicilia è di 32.102 (+1.346), 30.334 sono al momento in isolamento domiciliare. Per quanto riguarda i ricoverati si registra un lieve incremento (+23), portando il numero a 1.528 dei quali 240 (+13)in terapia intensiva.
Dei nuovi positivi 96 si sono rilevati in provincia di Agrigento, 72 Caltanissetta, 426 Catania, 41 Enna, 324 Messina, 378 Palermo, 132 Ragusa, 77 Siracusa, 291 Trapani.
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Coronavirus, 34.283 nuovi casi e 753 decessi in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Ancora in aumento i nuovi casi di coronavirus in Italia. Sono 34.283 nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 32.191) i nuovi contagiati a fronte di un aumento dei tamponi a 234.864. Nuovo record per quanto riguarda i decessi: i morti nelle ultime 24 ore sono 753 (ieri erano stati 731 decessi). E’ quanto riporta il bollettino del Ministero della Salute.
Il totale degli attualmente positivi tocca oggi quota 743.168, con incremento giornaliero di 9.358. Significativo il numero dei guariti: 24.169. Sul fronte ospedaliero, il numero dei ricoverati sale ancora a 33.504 (+430), di questi 3.670 (+58) si trovano ricoverati in terapia intensiva. Coloro che sono in isolamento domiciliare sono invece705.994. La regione più colpita si conferma essere la Lombardia con 7.633 nuovi contagiati (ieri erano 8.448), seguita da Campania (3.657) e Piemonte (3.281).
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