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Coronavirus, in Campania 3166 casi positivi e 34 decessi

NAPOLI (ITALPRESS) – In Campania, secondo i dati dell’ultimo bollettino dell’Unità di Crisi della Regione, su 18.446 tamponi effettuati si sono registrati 3.166 positivi, di cui 2.815 asintomatici e 351 sintomatici. Complessivamente sono stati eseguiti 1.172.232 di tamponi ed i positivi sono 95.921. Sono 34 le persone decedute, numero che fa salire i decessi a 896. Mentre i guariti sono 690, per un totale di 18.355.
Per quanto riguarda i posti letto, quelli di terapia intensiva disponibili sono 590; quelli di terapia intensiva occupati 181; quelli di degenza disponibili sono 3.160, mentre quelli di degenza occupati sono 2.077.
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#ioindossolamascherina, al via campagna Cittadinanzattiva-Egualia

ROMA (ITALPRESS) – Prende il via #ioindossolamascherina: operazione social che parla 5 lingue, nata grazie alla sinergia tra Egualia (già Assogenerici) e Cittadinanzattiva.
Un progetto semplice ma con un obiettivo importante: arrivare nella maniera più diretta e coinvolgente possibile a tutte le persone sul territorio italiano per ribadire l’importanza del corretto uso della mascherina, come fondamentale arma di prevenzione contro la diffusione del Covid-19. A prescindere da età, sesso, paese di origine e cultura. Le attività saranno infatti realizzate oltre che in italiano anche in inglese, francese, spagnolo e arabo.
L’operazione – che prende il via mercoledì 11 novembre dai profili social di Cittadinanzattiva e di Equivalente.it, portale di informazione sui farmaci equivalenti curato da Egualia – vivrà in due momenti diversi: un primo video di sensibilizzazione, emozionale e coinvolgente che apre la campagna, con un carattere dichiaratamente emozionale, e due tutorial in infografica animata lanciati sui social nelle prossime settimane.
La campagna continuerà ogni mercoledì per le prossime tre settimane.
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Coronavirus, Cimo-Fesmed “Serve il lockdown subito”

ROMA (ITALPRESS) – “Bisogna decidere, presto: siamo in una situazione emergenziale che necessita di risposte certe ed immediate, di qualcuno che si faccia carico di scelte nette e non differibili. Il lockdown è inevitabile perchè occorre “raffreddare” il contagio e permettere alle strutture ospedaliere, ai medici e a tutto il personale di affrontare la pandemia con i tempi, gli strumenti e la necessaria forza per arginarne effetti che potrebbero scalare velocemente i numeri dei ricoveri e dei decessi, fino a compromettere la capacità di cure sia a pazienti Covid che non Covid”. Questo, in sintesi, l’allarme del sindacato dei medici CIMO-FESMED, alla luce delle testimonianze sul campo dei propri iscritti e delle cifre della nuova emergenza poste in prospettiva.
Il rischio è che gli ospedali “esplodano”, che il bilancio dei decessi e dei contagi, anche tra il personale sanitario, sia peggiore delle più oscure previsioni. Negli ultimi 2 mesi, calcola CIMO-FESMED, i nuovi casi sono aumentati del 251% (+712.283 nuovi positivi), con 26.797 ricoveri in più (+1.459%), con 2.807 ricoveri in terapia intensiva (+1.711%) e 6.743 nuovi decessi (+17,1%).
L’apparente minor incremento dei decessi non sconta ancora l’onda lunga delle degenze avvenute nelle ultime due settimane. Inoltre, nello stesso periodo di riferimento – settembre/novembre – il rapporto tra nuovi casi e pazienti guariti è salito da +1,3% a +2,74%; tanto è sufficiente a comprendere come difficilmente gli ospedali si svuoteranno per accoglierne altri e che l’ingestibilità della situazione per il sistema sanitario non permetta a breve di garantire le giuste cure.
“L’esplosione della seconda fase della pandemia – commenta Guido Quici, presidente di CIMO-FESMED – è vissuta dai cittadini in modo quasi “addomesticato” perchè legato esclusivamente a dati giornalieri che non danno l’esatta percezione del fenomeno, che assume tutta la sua drammaticità se si considera l’incremento percentuale distinto su base mensile che evidenzia l’andamento esponenziale”.
“Aumenta la confusione la disinformazione di alcuni Governatori con dati che condizionano il colore Covid della propria regione, che si somma alla politica del DPCM quotidiano che assume più una funzione “educativa” che decisionale – sottolinea Quici -. Occorre convincersi che sono saltati tutti gli schemi, che il virus è oramai diffuso in tutti gli ambiti sociali e, se il contagio appare “silente” nelle scuole o nelle famiglie, è sufficiente verificare cosa succede negli ospedali e nelle strutture sanitarie italiane dove, nell’ultimo mese, sono stati contagiati 17.042 operatori sanitari”.
Sono proprio gli ospedali, sottolinea la Federazione, che hanno assunto il ruolo di “parafulmine” “e che rischiano a trasformarsi in una vera polveriera sociale in cui covano le difficoltà e il malcontento di pazienti, medici ed infermieri. E’ sufficiente vedere le file di accesso ai pronto soccorso, i lunghi tempi di attesa per un posto letto ed aggiungere la grave carenza di medici e infermieri che rende fisicamente e psicologicamente insostenibile tamponare una condizione emergenziale come quella attuale”.
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Coronavirus, 35 mila casi e 580 vittime in 24 ore

ROMA (ITALPRESS) – Sono 35.098 nuovi casi di coronavirus in Italia a fronte però di più di 217 mila tamponi. Record di decessi, 580 morti in 24 ore che riporta ai numeri del momento più critico della prima ondata. Sono questi i dati contenuti nel bollettino del Ministero della Salute sull’emergenza Covid-19. I nuovi dimessi/guariti sono 17.734, mentre le persone attualmente positive nel Paese sono 590.110 con un incremento di 16.776.
I ricoverati con sintomi sono 28.633 (+997 rispetto al giorno precedente) dei quali 2.971 (+122) nelle terapie intensive. In isolamento domiciliare si trovano in 558.506. La regione con maggiore incremento è la Lombardia (10.955), seguita da Piemonte (3.659) e Veneto (2.763).
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La curva continua a salire ma l’indice RT è stabile

ROMA (ITALPRESS) – Il coronavirus corre, meno delle scorse settimane ma la curva della diffusione è ancora in crescita, l’indice Rt è fermo a 1.7 e la sanità rischia di andare in crisi in molte regioni, per questo non bisogna abbassare la guardia. Questo è quanto emerso dalla conferenza stampa di oggi del presidente del presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, Silvio Brusaferro, e del presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, che si è svolta al ministero della Salute, per illustrare l’andamento del virus. “La curva ci mostra una Europa sempre più omogenea con la circolazione del virus cresciuta in maniera significativa – ha detto inizialmente Brusaferro -. Nel dettaglio il valore a 14 giorni abbiamo un numero piuttosto alto in questo periodo di riferimento. Da punto di vista della differenza delle regioni ci sono differenze importanti. Come comuni abbiamo un’Italia molto ricca di casi ed è omogenea”.
“In tutto il paese – ha proseguito – la crescita di incidenza è molto significativa in alcuni casi abbiamo 1000 casi ogni 100mila abitanti. Anche la curva della resilienza, ossia l’incidenza sul sistema sanitario, è molto ripida e si avvicina alle soglie critiche di emergenza. Soglie definite critiche rispetto alla capacità di far fronte a tutto il bisogno di salute”. Una criticità dovuta all’avvicinarsi al 30% dei posti letto di terapia intensiva occupati e del 40% ordinari. Dato che “in due regioni del paese hanno occupazione dei posti letto sopra al 30% e altre molto vicino. Una di queste regioni è significativamente popolosa, dotata di terapie intensive, con alcune aree territoriali interne meno sotto pressione”, come ha sottolineato Locatelli, mentre Brusaferro ha ricordato che “allo scenario che abbiamo descritto la situazione si sta complicando e in alcune situazioni la soglia del 40% è stata superata, di fatto quasi tutte le regioni sono classificate verso un rischio alto e in tendenza verso l’alto, quindi oltre a misure individuali sono necessarie misure sociali per ridurre i contatti il più possibile”.
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Coronavirus, Sindaco Palermo annuncia ordinanza su divieto stazionamento

PALERMO (ITALPRESS) – “Firmerò un’ordinanza nei prossimi giorni con la quale si afferma il divieto di stazionamento, indicato in una precedente ordinanza, tutti i giorni dalle 16 alle 22 compresi sabato e domenica. Serve a far comprendere che il sindaco di questa città è veramente preoccupato”. Lo ha affermato, nel corso una videoconferenza sull’emergenza Covid-19, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che ha invitato i cittadini a restare a casa.

“L’ordinanza sul divieto di stazionamento entrerà in vigore a partire da venerdì, il tempo materiale di scriverla e firmarla”, ha aggiunto il sindaco Leoluca Orlando, che ha ringraziato le forze dell’ordine e gli operatori sanitari per l’attività svolta.

“L’obiettivo è quello di ridurre al minimo le possibilità di contagi”, ha sottolineato il primo cittadino, annunciando che “per quanto riguarda il divieto di stazionamento sabato e domenica sarà valido per l’intera giornata, comprese le zone costiere”.
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Le USCA, eccellenze italiane da potenziare

di Arturo Artom
ROMA (ITALPRESS) – Dopo i consensi ricevuti all’appello fatto insieme a Roberto Burioni per la creazione di un Covid Call Center nazionale, vengo contattato da parecchi medici ed inizio il confronto con molte realtà sul territorio. Scopro, come spesso succede in Italia, una serie di esperienze eccellenti che però non si parlano tra loro e che in molti casi non riescono a decollare perchè bloccate dalle pastoie della burocrazia.
Oggi desidero sottolineare una vera e propria eccellenza della sanità italiana incredibilmente ancora sconosciuta, la USCA.
Come la maggior parte di noi non avevo mai sentito parlare di questo acronimo, mai. Alla terza volta che esce in una delle svariate conference call mi permetto di chiedere ‘scusatemi ma cosa sono le Usca?’.
Bene, scopro che il 9 marzo, a sole 2 settimane dall’inizio dell’emergenza Covid, il Governo ha avuto un’eccellente intuizione istituendo col Dl 14 le Unità speciali di continuità assistenziali (USCA): unità fatte di giovani medici attrezzati di tutto punto che possano andare a casa dei pazienti soprattutto sintomatici fare i tamponi e fornire le cure necessarie in modo da non intasare gli ospedali.
Bisogna riconoscere come all’inizio dell’emergenza si sia capito esattamente, e ripeto esattamente, quelle che sarebbe stato in realtà necessario organizzare per affrontare una seconda ondata come quella che stiamo vivendo drammaticamente ora. Le Usca, quindi in estrema sintesi l’anello mancante tra gli ospedali ed i medici di base.
Copio la descrizione per evidenziarne la lucidità di progettazione: ‘sono composte da un medico e un infermiere e hanno lo specifico compito di valutare, su segnalazione del medico di famiglia o del pediatra, i pazienti Covid positivi o sospetti,  che sono a domicilio, nelle strutture territoriali, dimessi dal pronto soccorso o dal reparto. E’ sempre il medico del team USCA che decide, anche consultando i colleghi specialisti pneumologi, se il paziente ha la necessità di effettuare un tampone, in questo caso sarà eseguito immediatamente, oppure se necessità di ricovero, attivando il 118. Le USCA, che hanno sede negli ambulatori delle guardie mediche, verranno attivate prioritariamente tenendo conto della situazione epidemiologica dei diversi territori. I medici che fanno parte del progetto comprendono le guardie mediche o i loro sostituti, coloro che stanno frequentando il corso di formazione per medici di famiglia o i laureati che hanno superato l’esame di abilitazione alla professionè.
Bene a 8 mesi di distanza dove sono stati attivate rappresentano una vera eccellenza italiana: è una realtà a macchia di leopardo, soprattutto per iniziative di singoli dirigenti locali, che si coordina perfettamente con le guardie mediche ed i medici di base realizzandone in particolare nelle province una perfetta integrazione. Usca dovrebbe essere ormai un acronimo conosciuto da tutti gli italiani, orgogliosi di un’attività che risponde proprio alle esigenze della popolazione. Invece, al di fuori degli addetti ai lavori, nessuno le conosce.
Sono state attivate solo in un 15-20% del territorio italiano: è la soluzione giusta per affrontare al meglio questa drammatica seconda ondata. Potenziamole, facciamole arrivare capillarmente in ogni provincia e diventiamo tutti orgogliosi delle nostre USCA.
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Ospedale “Giglio” di Cefalù, nuovo portale per referti online

CEFALU’ (PALERMO) (ITALPRESS) – E’ stato presentato dalla Fondazione Istituto Giglio di Cefalù, nel corso di una video-conferenza con i sindaci delle Madonie, il nuovo portale per il ritiro online e la visualizzazione delle immagini degli esami di radiologia e di medicina nucleare.
“Un ulteriore passo avanti – ha detto il presidente della Fondazione Giglio, Giovanni Albano – verso la completa digitalizzazione dell’Istituto con l’offerta di servizi importanti e utili per il cittadino. Soprattutto – ha aggiunto Albano – in questo particolare momento in cui occorre limitare i contatti e gli spostamenti all’indispensabile”.
“Digitalizzare è una parola chiave del nostro lavoro – ha sottolineato il direttore amministrativo Gianluca Galati – che stiamo concretamente realizzando per agevolare la vita ai pazienti e ai familiari”.
Il funzionamento del nuovo portale è stato illustrato dalla responsabile dei sistemi informativi Daniela Salvaggio.
L’accesso agli esami avviene attraverso il sito web di Fondazione Giglio ospedalegiglio.it con identificazione in due step: il primo con l’inserimento del codice pin consegnato al paziente all’atto dell’accettazione dell’esame e il secondo con l’invio, all’email personale dell’utente, dell’altra parte del pin nel momento in cui il referto diventa disponibile online. A questo punto il paziente potrà scaricarlo, firmato digitalmente, accedere alle immagini radiologiche con il visualizzatore Dicom, senza dover installare alcun software, o inviare il link di accesso al proprio medico di famiglia o specialista che ha prescritto l’esame.
“Il portale – ha rilevato l’ingegnere Salvaggio – è semplice ed intuitivo. Siamo partiti dalla diagnostica per immagini dove la consegna dei referti non è contestuale alla prestazione ma nei prossimi giorni lo renderemo disponibile anche per le altre branche”. Salvaggio ha, infine, anticipato, i prossimi obiettivi del percorso di digitalizzazione dell’istituto: la cartella clinica online scaricabile sempre dal portale, la prenotazione diretta in agenda delle prestazioni ambulatoriali e il pagamento contestuale del ticket attraverso una convenzione attivata con Pago PA”.
Il presidente Albano ha, infine, evidenziato che “la Fondazione dal mese di luglio ha aumentato la propria offerta sanitaria aprendo gli ambulatori anche la domenica per dare una risposta ai cittadini in un momento di difficoltà nell’accesso alle cure”.
(ITALPRESS).