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A Milano il congresso sul futuro dell’Igienista Dentale

MILANO (ITALPRESS) – Autonomia professionale, contrasto all’abusivismo, formazione continua: sono i temi di stringente attualità sul tavolo del Congresso gratuito e accreditato ECM “Igienista Dentale: quale futuro per la professione”, organizzato dalla Commissione d’Albo Igienisti Dentali dell’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio. L’evento, che si terrà sabato 17 febbraio nella cornice della Sala Liberty “Il Treno” in via San Gregorio 46, a Milano, è un’occasione importante per guardare al futuro della Professione di Igienista Dentale in un panorama sanitario in costante evoluzione.
A fare gli onori di casa saranno Giuliana Bontà, Presidente della Commissione d’Albo Igienisti Dentali di Milano, e Diego Catania, Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano.
Ai saluti dell’Istituzione faranno seguito quelli di Laura Strohmenger, Ordinario in Odontoiatria di Comunità presso Università degli Studi di Milano, e di Caterina Di Marco, Presidente della Commissione di Albo nazionale degli Igienisti Dentali.
Al cuore della giornata formativa c’è la riflessione sull’autonomia professionale dell’Igienista, avvalorata da una significativa sentenza del Tribunale di Messina del 24 novembre 2022. Proprio questo importante precedente legislativo sarà al centro dell’intervento dell’Avvocato Fabrizio Mastro, dell’Ordine di Torino, che commenterà l’assoluzione di un Igienista Dentale dall’accusa del reato di esercizio abusivo della professione odontoiatrica, per aver svolto la propria attività in assenza del medico odontoiatra. A seguire, la relazione dell’Avvocato Marco Croce dell’Ordine di Roma focalizzerà lo sguardo sulle norme di riferimento in merito all’esercizio professionale, che fanno da cornice all’agire dell’Igienista Dentale e possono determinare, se non rispettate, il reato di abuso di professione.
“È utile sapere che ogni cittadino può facilmente verificare che il proprio Igienista Dentale sia in possesso dei titoli abilitanti alla Professione” osserva Bontà. “È sufficiente ricercare il nominativo dell’operatore sulla pagina https://albo.alboweb.net/registry/search, appurandone così l’iscrizione a uno degli Ordini TSRM e PSTRP d’Italia. Il contrasto all’abusivismo è una delle battaglie principali che stiamo portando avanti come Commissione d’Albo, con il pieno supporto dell’Ordine”.
“L’esercizio abusivo delle Professioni Sanitarie è un tema che tocca innanzitutto i cittadini, che rischiano di ritrovarsi nelle mani di lavoranti improvvisati, privi delle conoscenze acquisite nel percorso di studi e di cui l’Istituzione si fa garante” aggiunge Catania. “Per i Professionisti Sanitari in regola ne consegue un importante danno d’immagine a carico della categoria, oltre alla sottrazione di spazi professionali che dovrebbero essere riservati unicamente a chi ha le competenze e l’abilitazione specifica per lavorare”.
La formazione dell’Igienista, così come quella di ogni Professionista Sanitario, non si limita al solo percorso abilitante, ma deve essere continuamente aggiornata e approfondita alla luce della dirompente evoluzione tecnologica e dell’avanzamento della ricerca. Proprio in quest’ottica, la Vicepresidente Commissione dei Corsi di Laurea in Igiene Dentale, Michela Rossini, offrirà un’interessante panoramica delle opportunità di formazione post-laurea, lasciando infine spazio alla discussione aperta dei partecipanti.

– Foto: UFFICIO STAMPA Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio –
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Malattia di Pompe, in Italia ora disponibile nuova terapia domiciliare

MILANO (ITALPRESS) – E’ oggi disponibile in Italia avalglucosidasi alfa, terapia enzimatica sostitutiva per il trattamento della malattia di Pompe a insorgenza tardiva (LOPD) e infantile (IOPD), a seguito dell’autorizzazione alla rimborsabilità da parte di AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco, pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Il farmaco avrà la possibilità di essere somministrato tramite terapia domiciliare.
La malattia di Pompe è una patologia neuromuscolare degenerativa rara che può compromettere le capacità motorie e respiratorie di chi ne è affetto, e può avere insorgenza infantile (IOPD) o tardiva (LOPD). Se non trattata, la IOPD può portare a insufficienza cardiaca e morte entro il primo anno di vita, prevalentemente per insufficienza respiratoria. Per i pazienti affetti da LOPD, invece, potrebbe essere necessario, con il progredire della malattia, intervenire con l’ausilio di una sedia a rotelle per aiutare la mobilità e con la ventilazione meccanica per migliorare la funzionalità dell’apparato respiratorio.
Avalglucosidasi alfa è la seconda terapia enzimatica sostitutiva per la malattia di Pompe sviluppata da Sanofi. In Italia, questo nuovo trattamento segue l’autorizzazione e la commercializzazione di alglucosidasi alfa nel 2006, la prima terapia enzimatica sostitutiva a dimostrarsi efficace nel rallentare la progressione della malattia di Pompe.
L’approvazione europea di avalglucosidasi alfa e, conseguentemente, l’ammissione a rimborsabilità da parte di AIFA, è basata sui dati degli studi COMET e Mini-COMET. Nell’ambito di questo robusto programma di sviluppo clinico, avalglucosidasi alfa ha dimostrato differenze clinicamente significative rispetto ad alglucosidasi alfa relativamente al carico di malattia nei pazienti affetti da malattia di Pompe sia a esordio tardivo sia a esordio infantile.
“La malattia di Pompe è una patologia rara, multisistemica, molto grave, debilitante e spesso mortale, che danneggia prevalentemente muscoli, apparato respiratorio e cuore – afferma Antonio Toscano, Responsabile Centro ERN-NMD per le Malattie Neuromuscolari, A.O.U. “G. Martino” di Messina -. Le persone con questa malattia, e i loro caregiver, devono convivere con una condizione cronica che tende a peggiorare nel tempo e nella quale il disturbo respiratorio è considerato come principale causa di morte. L’approvazione di avalglucosidasi alfa rappresenta una nuova possibilità per i pazienti di vedere la propria condizione migliorata significativamente con un impatto notevole sulla qualità della vita. Per i pazienti con insorgenza tardiva la terapia ha dimostrato benefici su diversi aspetti tra cui la respirazione, la mobilità, il dolore e la fatica; per i pazienti invece con insorgenza infantile importanti benefici nella funzione motoria”.
I risultati dello studio COMET, di confronto tra avalglucosidasi alfa e alglucosidasi alfa nella LOPD, hanno dimostrato un miglioramento della capacità vitale forzata, una misura chiave della funzione respiratoria, e un miglioramento nel test del cammino, con con una distanza percorsa di 30 metri superiore rispetto ai pazienti trattati con alglucosidasi alfa.
I risultati dello studio Mini-COMET, che ha valutato avalglucosidasi alfa nei pazienti affetti da IOPD, hanno mostrato un miglioramento o una stabilizzazione a sei mesi nella scala di misurazione di motricità grossolana, nel test rapido della funzione motoria, nella valutazione pediatrica dell’indice di disabilità (Pompe-PEDI), nel punteggio z-score della massa ventricolare sinistra e nelle misure della posizione delle palpebre nei pazienti precedentemente in declino o non sufficientemente controllati con alglucosidasi alfa.
“A 18 anni dalla prima possibilità per tutti i pazienti con malattia di Pompe di potersi affidare ad una terapia in grado di rallentare l’insorgenza dei sintomi e credere così in un futuro diverso, siamo molto contenti di poter assistere all’arrivo di una nuova soluzione terapeutica fruibile da tutta la popolazione interessata e con possibilità di terapia domiciliare – afferma Elisabetta Conti, presidente dell’Associazione Italiana Glicogenosi -. Questo ci consente di mantenere viva la speranza sapendo che la ricerca non si ferma e che l’attenzione per i pazienti rimane costante. Troppo spesso i tempi di diagnosi sono ancora eccessivamente lunghi e, una volta ricevuta, la difficoltà di trovare un Centro di riferimento vicino al proprio domicilio e la sicurezza di una presa in carico multidisciplinare rendono la qualità della vita dei pazienti e dei loro caregiver estremamente complicata. Con questo nuovo farmaco la comunità dei pazienti, che rappresento, potrà beneficiare della possibilità di essere infusa a domicilio, consentendo una miglior gestione dei propri impegni personali. Il nostro prossimo obiettivo è ora l’aggiornamento del panel dello screening neonatale per avere diagnosi veramente tempestive”.
Sanofi è da più di 40 anni impegnata nel sostegno alle persone con patologie rare, spesso difficili da diagnosticare e curare. “Questo impegno – conclude la nota – comprende oltre 20 anni di ricerca sulla malattia di Pompe, a partire dallo sviluppo di alglucosidasi alfa, la prima opzione terapeutica che ha aperto la strada alla gestione di questa patologia. Nonostante questa terapia abbia dimostrato di avere un impatto positivo sull’evoluzione della malattia, Sanofi ha continuato ad ascoltare la comunità dei pazienti, proseguendo nella ricerca di nuove soluzioni terapeutiche che potessero dare risposte alle esigenze non soddisfatte e contribuire a migliorare la loro qualità di vita. Lo sviluppo di avalglucosidasi alfa è il risultato di questo impegno”.

– foto ufficio stampa Sanofi –
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Motore Sanità, a Cernobbio la 10^ edizione della Winter School

COMO (ITALPRESS) – Mancano pochi giorni per la decima edizione della Winter School 2024 organizzata da Motore Sanità, prevista per l’8 e il 9 di febbraio. Quest’anno l’evento di risonanza nel settore sanitario avrà luogo a Cernobbio, presso Villa Erba.
A spiegare il tema scelto per l’occasione, ‘L’innovazione cambia il futurò è Claudio Zanon, Direttore Scientifico Motore Sanità: ‘L’innovazione sta plasmando il presente e il futuro del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), che attualmente affronta sfide legate al sottofinanziamento accumulato, carenza di personale e burnout post-pandemia. Si necessitano nuovi modelli per un sistema misto, con la compartecipazione dei cittadini oltre i 40 miliardi, in parte intermediata da assicurazioni e fondi integrativi. La Winter School di Cernobbio offre un’opportunità straordinaria per affrontare queste sfide proponendo soluzioni concrete, come finanziamenti sostenibili, revisione della spesa pubblica e modelli organizzativi adatti per ridurre i tempi di attesa. Inoltre, l’evoluzione tecnologica influenzerà la governance del SSN, richiedendo nuovi modelli per un sistema più in linea con gli altri Paesi europeì.
Il primo cittadino di Cernobbio, Matteo Monti, si dice entusiasta riguardo alla realizzazione della Winter School 2024 di Motore Sanità sulle rive del Lago di Como, presso Villa Erba. ‘Da quando nel 2003 il comune di Cernobbio ha ospitato il Convegno sull’e-government di inaugurazione del Semestre Italiano di Presidenza Europea – ricorda il sindaco Monti -, ha intrapreso un processo per diventare sempre più smart e, grazie all’eccellenza di Villa Erba e del territorio, ha oggi l’onore di partecipare sempre di più ai grandi dibattiti intorno ai temi dell’innovazione. Sono convinto che le nuove tecnologie, messe a disposizione delle istituzioni, debbano contribuire al miglioramento dei servizi per i cittadini e alla creazione di nuovi modelli di governance più efficaci e convenienti. Il futuro è arrivato: la pubblica amministrazione deve essere pronta a coglierne le opportunità insieme al mondo privatò.
Esprime gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa anche Fiorenzo Bongiasca, Presidente della Provincia di Como: ‘Dai partner organizzativi ai relatori e agli sponsor che hanno creduto in questa visione. La nostra provincia, con il suo patrimonio di eccellenza e innovazione, è il luogo ideale per ospitare un evento così cruciale nel panorama sanitario. La Motore Sanità|Winter School 2024 è molto più di una conferenza: è un momento di condivisione e apprendimento, un’opportunità unica per riunire esperti del settore, professionisti sanitari, ricercatori e decision makers, al fine di discutere delle ultime innovazioni che stanno cambiando il volto della sanità moderna. Il tema centrale, ‘L’innovazione cambia il futurò, riflette l’urgenza di abbracciare le nuove tecnologie e le pratiche all’avanguardia per garantire un servizio sanitario sempre più efficiente, accessibile e orientato al paziente. La nostra comunità deve essere pronta a sfruttare appieno il potenziale delle soluzioni innovative per affrontare le sfide attuali e future nel campo della salute. La Winter School non solo offrirà un’ampia panoramica delle ultime tendenze e sviluppi, ma fornirà anche una piattaforma per lo scambio di idee e la creazione di collaborazioni. Dalle intelligenze artificiali alla telemedicina, dai dati sanitari digitali alla robotica applicata alla cura del paziente, esploreremo insieme il vasto panorama delle opportunità che ci si presenta. Come Presidente della Provincia di Como, mi impegno a sostenere iniziative come questa che promuovono l’innovazione, la formazione e la crescita della nostra comunità. Siamo pronti a consolidare la nostra posizione come centro di eccellenza nel settore sanitario, lavorando insieme per costruire un futuro in cui la salute e il benessere di tutti i cittadini siano garantiti dalle più moderne e avanzate pratiche mediche. Ringrazio ancora una volta tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa Winter School e auguro a tutti i partecipanti un’esperienza formativa ricca e stimolante. Siamo pronti a trarre ispirazione dalle innovazioni presentate e a trasformare queste idee in azioni concrete per migliorare la salute e il futuro di tutti noì.
Piero Bonasegale, Direttore Generale di Villa Erba, esprime grande soddisfazione riguardo a questa significativa opportunità per il Centro Congressi di Villa Erba. ‘L’evento – commenta Bonasegale – rappresenta un momento di grande rilevanza a livello nazionale, focalizzandosi su tematiche di rilevanza globale. Si tratta di un’occasione aperta al pubblico, favorendo un diretto confronto tra cittadini e professionisti del settore su argomenti legati all’innovazione e al progresso in ambito sanitario. Tali tematiche incidono profondamente sulla salute e sul benessere globale, rendendo l’evento non solo informativo, ma anche un punto di convergenza per idee e visioni che contribuiranno a promuovere un dibattito costruttivo e a stimolare soluzioni innovativè.
‘Confindustria Como e le imprese che rappresenta considerano da sempre la salute e, correlata ad essa, la sanità, come uno dei pilastri fondamentali della loro strategia aziendalè, chiosa Gianluca Brenna, Presidente Confindustria Como. ‘In un mondo sempre più complesso e in continua evoluzione, il successo delle imprese è, infatti, strettamente legato al benessere dei propri collaboratori. Investire nella sanità e nella salute, sposando l’innovazione, e adottare pratiche che promuovano il benessere generale dei nostri team è un passo essenziale per garantire un futuro prospero per le nostre imprese e la nostra comunità. Come per le aziende manifatturiere, anche per quelle del settore sanitario, sempre più numerose anche nella nostra associazione, l’innovazione è il motore che guida la loro trasformazione che si traduce in nuovi e sempre più sofisticati strumenti per migliorare la salute. L’iniziativa di Motore Sanità rappresenta un passo significativo nella promozione della consapevolezza sulla salute e nell’approfondimento delle tematiche legate al benessere nei contesti lavorativi. La scelta della formula Winter School nel nostro territorio, con il suo approccio formativo innovativo, offre un’opportunità unica per la condivisione di conoscenze e l’interazione tra esperti del settore e operatori aziendali. Eventi di questo genere sono fondamentali per promuovere la cultura della salute e dell’innovazione all’interno delle imprese, ma anche nella comunità locale. Partecipare a iniziative come Motore Sanità ci consente di rimanere aggiornati sulle ultime tendenze e best practice nel settore della salute aziendale, contribuendo così a plasmare strategie aziendali più consapevoli e orientate al futuro. Il mio auspicio è quello che vi siano sempre maggiori iniziative che favoriscano il dialogo e la condivisione di conoscenze nel settore della salute, della sanità e dell’innovazionè. Nel corso del suo intervento Gianluigi Spata, Presidente della FROMCeO (Federazione Regionale Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri della Lombardia), sottolinea che la missione 6 del PNRR prevede un finanziamento superiore a 15 miliardi di euro per il comparto sanitario. Di tale cifra, oltre 8 miliardi sono destinati all’innovazione, ricerca e digitalizzazione del SSN, mentre il rimanente sarà investito in strutture sanitarie, reti di prossimità e telemedicina. ‘L’uso delle nuove tecnologie sia in campo informatico che medico – prosegue Spata -, può modificare di molto l’impatto sulla salute globale, ma sicuramente potrà incidere non poco anche sull’attività degli operatori sanitari. Senza dubbio le nuove tecnologie forniranno un grosso contributo in termini di qualità e sicurezza delle cure e sarà interessante seguire la sessione che si occuperà di IA applicata nella pratica clinica. Non bisogna assolutamente sottovalutare, e lo dico come Presidente di un Ordine professionale, quale impatto e implicazioni possa avere l’IA dal punto di vista etico e medico-legale. E ancora mi chiedo come questo rapido sviluppo delle nuove tecnologie impatterà nel rapporto medico-paziente, rapporto per altro già in difficoltà per le ormai note situazioni in cui si trova il nostro SSN (carenza di personale sanitario, di posti letto negli ospedali, di risorse economiche, ecc.). La nuova tecnologia allontanerà o avvicinerà il medico al paziente? L’aspetto relazionale ne uscirà rafforzato o indebolito? Sono interrogativi che dovranno avere una risposta e che dovranno essere seguiti con molta attenzione nel tempo. Non è un atto di sfiducia verso il nuovo, tutt’altro, sono assolutamente favorevole all’innovazione purchè sia governata. Questa ‘due giornì sarà anche l’occasione di un confronto fra le varie professioni sanitarie e la classe politica su quali strategie mettere in atto per salvare un SSN in affanno, un SSN che deve essere considerato un investimento e non una spesa, un sistema sanitario che deve puntare a una governance diversa, dove i sanitari devono avere finalmente un peso nelle decisioni e dove pubblico e privato devono avere pari diritti e dignità. Bisogna pensare soprattutto ad un modello nuovo di medicina territoriale che sappia valorizzare la capillarità che la medicina e la pediatria di famiglia può garantire puntando alla presa in carico del paziente cronico e alle cure domiciliari. Una sanità che premi anche la professionalità dei sanitari e sia in grado di metterli nelle condizioni ideali di lavorare con la necessaria tranquillità e serenità, con una gestione più efficiente delle risorse sanitarie per garantire anche un accesso equo ai servizi per tutti i cittadinì.
– foto ufficio stampa Motore Sanità –
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Cardiochirurgia, Musumeci (Ismett) “La realtà aumentata è il futuro”

PALERMO (ITALPRESS) – Dopo aver girato il mondo ed essersi affermato come uno dei cardiochirurghi più importanti, il palermitano Francesco Musumeci è tornato nella sua città natale, per aiutare l’Ismett – di cui da settembre è il nuovo Senior Consultant in Cardiac Surgery – a proseguire il suo processo di crescita. “Voglio provare a dare un contributo alla realtà siciliana, mettendo a disposizione 40 anni di esperienza maturata – ha raccontato Musumeci in un’intervista all’Italpress -. L’Ismett è una realtà medica che si focalizza su trapianti e cuore ed è certamente uno dei principali centri in Italia, lo si è visto anche di recente con i dati pubblicati, dove l’Ismett per la cardiochirurgia si colloca tra i primi, certamente il primo centro in Sicilia e tra i primi centri in Italia, una realtà di grande qualità. Da una parte una componente affettiva sicuramente forse determinante, dall’altro un contesto che mi ha consentito, mi avrebbe consentito di poter continuare ad andare avanti in questa mia crescita professionale. Bisogna sempre avere obiettivi a cui guardare per mantenersi vivace e comunque dare un contributo per quello che si riesce a dare”.
Il ruolo di Musumeci ha una duplice veste: quella chirurgica e quella dell’innovazione, della formazione e dell’organizzazione di una rete integrata con i reparti di cardiologia (nota come Heart Team intraospedaliera). Una novità è quella della realtà aumentata. Anche in questo campo l’Ismett, con Musumeci e la sua equipe, si è dimostrato all’avanguardia, avendo effettuato per la prima volta in Italia un intervento mini-invasivo con l’ausilio dell’AR: la chiusura dell’auricola sinistra, una piccola estroflessione dell’atrio di sinistra. Questo tipo di procedura è indicata nei pazienti con fibrillazione atriale cronica che hanno controindicazione all’utilizzo della terapia anticoagulante, con l’obiettivo di evitare l’ictus dovuto a trombi che possono formarsi all’interno dell’auricola. Di solito la procedura viene effettuata mediante tecnica percutanea con l’inserimento, attraverso una vena della gamba, di un occlusore che si apre ad ombrellino all’imbocco dell’auricola, occludendola completamente.
“La realtà aumentata – ha sottolineato Musumeci – è un qualcosa che è già presente da diverso tempo in aree diverse, dall’ingegneria all’archeologia, quindi sicuramente non è un’assoluta novità, è novità l’utilizzo della realtà aumentata in campo medico. E’ una novità che si sta sviluppando già da alcuni anni e sicuramente ha un grande futuro davanti. L’idea mi è sorta perchè all’Ismett è presente un laboratorio di ricerca sulla realtà aumentata che è diretto dal professor Pasta, e quindi confrontandomi con lui, è venuta fuori questa iniziativa. Utilizzando queste immagini in realtà aumentata abbiamo ricostruito in immagine olografica il torace del paziente, che è possibile vedere attraverso il visore”.
“Abbiamo utilizzato questa tecnologia per definire con esattezza l’anatomia del cuore, quindi – ha aggiunto – sapere esattamente dove posizionare la clip che ci voleva appunto per chiudere l’auricola sinistra, ma soprattutto per identificare sul torace il punto esatto di ingresso per poter eseguire in modo preciso questo tipo di intervento. L’ologramma del torace della paziente con tutti gli organi all’interno è stato poggiato sul torace della paziente. Questo è l’utilizzo che oggi viene fatto in medicina della realtà aumentata, ma chiaramente questo apre a sviluppi importanti in futuro. Se noi pensiamo all’integrazione tra realtà aumentata, tecnologia robotica, intelligenza artificiale, tecnologia 5G, negli anni a venire vedremo una medicina totalmente stravolta”.
E poi, ha evidenziato, “l’altra cosa importante è che questa realtà aumentata ci consente di poter preparare l’intervento, conoscere l’anatomia, poter simulare l’intervento, quindi andare al tavolo con delle idee già abbastanza chiare, con informazioni chiare, quindi minimizzando rischi e potenziali complicanze, ma soprattutto avrà sempre di più un ruolo importante nella formazione dei giovani”, ha concluso Musumeci.

– foto Italpress –
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Covid, in una settimana nuovi casi in calo del 39,9%

ROMA (ITALPRESS) – Nella settimana compresa tra il 18 e il 24 gennaio 2024 si sono registrati 5.810 nuovi casi positivi al Covid-19, con un calo del 39,9% rispetto alla settimana precedente, quando erano stati 9.675. I morti sono stati 203, -21,3% rispetto alla settimana precedente (258).
160.219 i tamponi, con una variazione di -11,4% rispetto alla settimana precedente (180.932). Il tasso di positività si è attestato al 3,6% con un calo dell’1,7% rispetto alla settimana precedente (5,3%).
Il tasso di occupazione in area medica al 24/01/2024 è pari al 4,3% (2.691 ricoverati), rispetto al 6% (3.723 ricoverati) del 17/01/2024. Il tasso di occupazione in terapia intensiva al 24/01/2024 è pari all’1,4% (121 ricoverati), rispetto all’1,9% (167 ricoverati) del 17/01/2024.
“I dati di questa settimana rafforzano l’assoluta modestia dell’impatto del contagio sugli ospedali. Continuiamo a lavorare attraverso il monitoraggio e la sorveglianza per tenere sotto controllo la situazione epidemiologica”, afferma il direttore generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Vaia.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Salutequità “Regioni ancora indietro con le reti oncoematologiche”

ROMA (ITALPRESS) – Neoplasie ematologiche: sono il 10 per cento di tutti i tumori. Oggi oltre 300.000 persone vivono con diverse forme di leucemia o dopo una diagnosi di linfoma di hodgkin o non hodgkin e nel 2023 si sono registrate 24.000 nuove diagnosi solo per leucemie e linfoma non hodgkin (I numeri del cancro, 2023).
L’ultimo Piano oncologico nazionale (2023-2027) dichiara che “Il cancro è la patologia cronica potenzialmente più prevenibile e oggi anche più “curabile”, dedica un paragrafo ai tumori onco-ematologici sottolineando che rivestono un ruolo di primo piano nel SSN. In ambito onco-ematologico esistono neoplasie come la leucemia linfatica cronica o la leucemia mieloide cronica in cui il concetto di cronicità è già esplicitamente espresso con il “nome della patologia”. Sono anche tra le neoplasie ematologiche in cui i traguardi scientifici raggiunti, grazie alla ricerca, hanno modificato radicalmente i percorsi di cura, l’aspettativa di vita (che nella maggioranza dei casi può raggiungere quella della popolazione non malata) e le esigenze di presa in carico.
Prendendo ad esempio la Leucemia Linfatica Cronica, forma di leucemia più frequente negli adulti in occidente e tipica dell’età più avanzata, il 40% delle diagnosi è effettuato oltre i 75 anni. Ma l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea come possa ‘essere molto difficile affrontare una diagnosi di leucemia linfatica cronica, sia dal punto di vista pratico che emotivo e che la malattia generalmente ha una progressione molto lenta e può essere curata e mantenuta efficacemente sotto controllo molto a lungò.
Il Piano Oncologico Nazionale individua la risposta alla complessità nelle reti cliniche e come indicatore di monitoraggio specifico per l’oncoematologia la “Presenza formale di reti oncoematologiche regionali”.
Tuttavia, se in onco-ematologia si prospetta lo stesso percorso sviluppato per quelle oncologiche, tempi e risultati possono essere lunghi e non scontati ed è necessario tener conto che debbano essere progettate come nodi di un’unica rete (almeno) nazionale per assicurare l’omogeneità sia nell’approccio diagnostico che nell’erogazione delle terapie e nel monitoraggio della patologia, mantenendo basso l’impatto logistico ed il costo (attraverso, ad esempio, l’impiego di strutture di riferimento interregionali laddove non sia necessario replicarne oltre un certo numero per assicurare efficienza e qualità).
I servizi presenti, i costi e l’approccio multidisciplinare A prendersi cura delle persone con neoplasie ematologiche sono oltre 100 centri ematologici (la Fondazione GIMEMA – Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto che promuove, gestisce e coordina protocolli di ricerca clinica indipendente sulle malattie del sangue – ne annovera poco meno di 150), diffusi sul territorio nazionale con una lieve maggiore concentrazione in alcune regioni del nord insieme a Lazio e Sicilia. Il Piano Oncologico sottolinea che “eterogenea è la situazione relativa alle strutture e ai servizi con compiti di supporto diagnostico e terapeutico ai centri clinici ematologici sul piano della distribuzione territoriale, della dotazione strumentale e dei livelli qualitativi delle prestazioni, dei reparti di radiodiagnostica, radioterapia, laboratori di citometria, citogenetica e biologia molecolare”.
Un recente studio di Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sull’approccio multidisciplinare in alcune neoplasie ematologiche croniche come Macroglobulinemia di Waldenstrom e dalla Leucemia linfatica cronica ha dimostrato che il team multidisciplinare si è dimostrato cruciale per seguire il paziente in modo più completo durante il percorso di cura e per assistere l’ematologo nella gestione delle comorbidità.
Il peso economico totale stimato da EEHTA-CEIS, -Facoltà di Economia Università degli studi di Roma Tor Vergata, per le due patologie è pari ad oltre 317,5 milioni di euro annui, circa 256 milioni annui dovuti alla LLC e circa 62 alla Waldenstrom. In altre parole, una media per paziente di oltre 41mila euro. L’82% è riferito a costi diretti; il 18% a quelli indiretti (prestazioni previdenziali e assistenziali erogate ai pazienti, anche attraverso indennità di accompagno e invalidità o giorni di lavoro persi di paziente o caregiver).
La necessità di istituire le reti oncoematologiche è più recente rispetto a quelle oncologiche, previste in uno specifico documento del 2014 “Linee guida per l’implementazione delle reti oncologiche” e del più recente aggiornamento nel 2019 che spiega come la “Formazione di Rete rappresenta un obiettivo prioritario, con particolare riferimento alle modalità di lavoro multi-professionale e multidisciplinare, all’integrazione ospedale-territorio, alle azioni di supervisione e tutoraggio dei nuovi assunti e all’utilizzo di audit clinico e training strutturati”. E” opportuno sottolineare che da oltre 40 anni sono operative in Italia reti ematologiche nazionali, attraverso l’implementazione delle cosiddette “reti di professionisti”: GIMEMA, per tutte le leucemie acute e croniche dell’adulto (operante dal 1982), AIEOP (per tutte le neoplasie pediatriche), FIL (per tutti i linfomi dell’adulto), GITMO (per il trapianto di cellule staminali), per assicurare omogeneità di percorsi diagnostici e terapeutici in Italia, secondo gli approcci più innovativi su scala mondiale.
La situazione delle reti oncologiche e oncoematologiche nelle Regioni Stando però al monitoraggio Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ancora in sette Regioni nel 2022 non è stato formalizzato con atto regionale il coordinamento funzionale della rete tumori rari (tumori oncoematologici rari, pediatrici, solidi dell’adulto) con la Rete oncologica regionale: Basilicata, Calabria, Lazio, Lombardia, Molise, Sicilia, Umbria.
Secondo Agenas, le reti oncologiche regionali (ROR) possono contare su un piano economico-finanziario per assicurare la continuità operativa della rete in sole cinque regioni (Campania, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto); integra le sue attività con la rete territoriale come da DM 77 in sole 13 Regioni (manca in Basilicata, FVG, Marche, Molise, PA Bolzano, Puglia, Sicilia, Umbria); quota parte del tempo dei professionisti per le specifiche attività di rete è formalmente dedicata all’aggiornamento professionale e/o collaborazione con centri ad alta specializzazione solo in 9 Regioni (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto) e solo in 7 di queste partecipano alle attività di equipe itineranti (Campania e Lombardia non lo prevedono); in 13 regioni il coordinamento della ROR non ha definito indicatori e strumenti per misurare il raggiungimento degli obiettivi (monitoraggio).
A oggi lo stato dell’arte in Italia, ricostruito dall’Osservatorio Salutequità, mostra che le reti ematologiche/oncoematologiche formalizzate sono presenti in nove Regioni: Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia.
‘Tra i principali problemi da affrontare – spiega Tonino Aceti, presidente di Salutequità (nella foto) – c’è la gestione delle neoplasie ematologiche, soprattutto nell’anziano, e la presenza di comorbidità, fragilità e necessità di personalizzazione delle scelte terapeutiche che sono condizionate da valutazioni logistiche e che richiedono una forte collaborazione tra i diversi professionisti, non solo per specialità, ma anche ospedale-territorio, così come socio-sanitarià.
‘E’ necessario poi – aggiunge Marco Vignetti, Presidente Fondazione GIMEMA Franco Mandelli onlus – lavorare sulla necessità di garantire e mantenere un equo accesso ai centri di eccellenza nelle strutture e servizi con compiti di supporto diagnostico e terapeutico ai centri clinici ematologici, necessari per diagnosi e controllo di molte patologie, attraverso l’investimento e l’istituzionalizzatone delle reti ematologiche sia diagnostiche (quali Labnet, che permette da oltre 10 anni di offrire a tutti i pazienti lo stesso percorso di diagnosi e di monitoraggio molecolare) che terapeutiche, in coordinamento con l’attuazione delle reti ematologiche regionali, che non devono diventare un percorso destinato a cancellare l’eccellenza esistente, ma anzi devono rappresentare l’occasione per “sfruttarla” e per valorizzarlà.
‘Soprattutto però – conclude Aceti – il Piano Nazionale della Cronicità deve iniziare ad occuparsi anche di neoplasie ematologiche croniche, disegnando un modello di presa in carico della dimensione di cronicità che le caratterizza e descrivendo obiettivi e indicatori di misurazione. A oggi nè il Piano oncologico nazionale, nè quello delle cronicità prevedono indicatori specifici per la capacità di presa in carico di tali patologie, nonostante la cronicità in oncologia sia prioritaria e diversa dalla lungo sopravvivenza. E sappiamo già che ci troveremo a fare i conti con carenze specialistiche, se non si invertirà la tendenza registrata quest’anno con il 37% di non immatricolati nella scuola di specializzazione in ematologià.

– foto Ipa Agency –

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San Marino, 6-12 febbraio tornano le Giornate del Banco Farmaceutico

SAN MARINO (ITALPRESS) – Tornano, da martedì 6 a lunedì 12 febbraio, a San Marino, le Giornate di Raccolta del Farmaco, iniziativa di solidarietà per raccogliere medicinali da donare alle persone in condizioni di povertà sanitaria, organizzata in collaborazione con Banco Farmaceutico Onlus.
L’evento festeggerà quest’anno la 14^ edizione in Repubblica: promosso dall’Istituto per la Sicurezza Sociale, gode dell’Alto Patrocinio della Reggenza e del Patrocinio dell’intero Congresso di Stato.
Oggi il Segretario di Stato Mariella Mularoni, insieme al Direttore Generale dell’ISS Francesco Bevere, al Direttore del Dipartimento Socio-Sanitario Pierluigi Arcangeli, al Direttore della UOC Farmaceutica Rossano Riccardi, al Presidente del Banco Farmaceutico Sergio Daniotti e al delegato di zona per San Marino, Marina Corsi, sono stati ricevuti in udienza dai Capitani Reggenti Filippo Tamagnini e Gaetano Troina, presentando i lodevoli risultati raggiunti dalla raccolta del farmaco in territorio in questi ultimi anni.
Le farmacie sammarinesi si sono infatti attestate ai primi posti per raccolta di medicinali tra gli oltre 4.900 esercizi italiani aderenti all’iniziativa, a conferma della particolare sensibilità e generosità dei suoi cittadini.
Le farmacie coinvolte saranno anche per questa edizione quelle di Serravalle, Cailungo e Borgo Maggiore e i farmaci che si potranno donare – previo acquisto – sono quelli senza obbligo di ricetta e già predisposti negli espositori dedicati.
Durante tutta la giornata di sabato 10 febbraio, oltre al personale in turno nelle farmacie, si aggiungeranno circa 60 volontari che si alterneranno, in turni di un’ora ciascuno, per informare e supportare l’utenza nella scelta dei prodotti da donare. Tutte le confezioni di medicinali raccolte, come in passato, saranno destinate alla Caritas San Marino-Montefeltro.
L’ISS invita pertanto tutta la popolazione a recarsi in una delle 3 farmacie aderenti all’iniziativa per una donazione nei confronti di chi ne ha più bisogno.
“L’adesione del nostro Paese a questa giornata – afferma il Segretario di Stato per la Sanità Mariella Mularoni – ha portato negli anni importanti risultati e questo è motivo di grande soddisfazione perchè confermano l’attenzione e la solidarietà dei Sammarinesi nei confronti di chi è meno fortunato, un gesto che assume una valenza particolare per soddisfare un diritto primario di ogni cittadino, quello alla salute. La raccolta del farmaco diventa un segno tangibile di amore e di responsabilità nei confronti di chi ha bisogno che non può lasciarci indifferenti, e la Repubblica di San Marino, attraverso le politiche sanitarie messe in atto da questa Segreteria è particolarmente sensibile a questo tema”.
“Siamo orgogliosi di continuare a sostenere questa iniziativa di solidarietà, che dimostra il valore sociale delle farmacie e il loro ruolo di presidio sanitario sul territorio – afferma il Direttore Generale dell’ISS Francesco Bevere -. Sostenere il Banco Farmaceutico significa aiutare chi ha bisogno di cure e di assistenza, in linea con la più alta missione dell’Istituto Sicurezza Sociale, cioè quella di garantire la tutela della salute dei cittadini. Invitiamo tutti i cittadini a non perdere questa occasione per continuare a fare del bene”.
“Siamo grati alla Repubblica di San Marino per aver aderito ancora una volta al nostro progetto e per averci permesso di coinvolgere le farmacie di San Marino nella Giornata di Raccolta del Farmaco – commenta Sergio Daniotti, Presidente del Banco Farmaceutico Onlus -. Questa collaborazione è un segno di sensibilità e di responsabilità verso le persone più vulnerabili, che hanno diritto a una vita dignitosa e a una salute adeguata”.

– Foto ufficio stampa Iss San Marino –

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Nuovo laboratorio di Farmacotossicologia all’Asp di Trapani

TRAPANI (ITALPRESS) – L’Asp di Trapani ha inaugurato il nuovo Laboratorio di Farmacotossicologia, appartenente all’Unità Operativa Complessa di Sanità Pubblica. La struttura è stata progettata con l’obiettivo di garantire un elevato standard di qualità tecnico-analitica, con particolare attenzione agli aspetti medico-legali.
“Il Laboratorio di Farmacotossicologia dell’Asp di Trapani si posiziona al vertice tra i laboratori presenti in Sicilia, rappresentando un punto di riferimento a livello nazionale per diverse attività – ha dichiarato il commissario straordinario dell’Azienda sanitaria provinciale, Vincenzo Spera -. L’investimento di 513 mila euro con l’acquisto di uno spettrometro di massa altamente sofisticato, unitamente ad altre attrezzature di ultima generazione, conferisce al laboratorio la capacità di svolgere un ruolo importante in ambito medico-legale e chimico-analitico”.
Il primo spettrometro di massa è dedicato alle procedure medico-legali, offrendo supporto alle autorità giudiziarie nella verifica di sostanze stupefacenti o alcoliche nel sangue o nelle urine. Questo consente alle autorità di prendere decisioni importanti in base ai risultati ottenuti. Il secondo spettrometro di massa è utilizzato per la parte chimica, focalizzandosi sulla verifica di dosaggi farmacologici e medicinali somministrati agli utenti o pazienti.
Spera ha evidenziato che il laboratorio è unico in Italia per la sua specializzazione nella verifica e controllo del contenuto negli slime, le plastiline utilizzate dai bambini. Questo lo rende un punto di riferimento per l’intero Paese, poichè le aziende si rivolgono al laboratorio prima di commercializzare i loro prodotti per garantire la sicurezza e la conformità normativa.
“L’investimento e l’implementazione di tecnologie all’avanguardia – è stato sottolineato, nel corso della cerimonia di inaugurazione – dimostrano l’impegno dell’Asp di Trapani nel fornire servizi di alta qualità e contribuire al progresso nella medicina di precisione”. La collaborazione tra l’Unità di Sanità pubblica e l’Unità Dipendenze patologiche SER.D è stata sottolineata “come un passo significativo verso il raggiungimento degli obiettivi, consentendo la condivisione di risorse e competenze”.
Presente alla cerimonia di inaugurazione, tra gli altri, anche
Salvatore Requirez, direttore generale del dipartimento per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (Dasoe) della Regione Siciliana. “L’introduzione del moderno Laboratorio di Farmacotossicologia presso l’ASP di Trapani – ha evidenziato – rappresenta un significativo passo avanti nella qualità dei servizi offerti alla pubblica utenza. Questa struttura all’avanguardia è fondamentale nel contesto della medicina di precisione, poichè non solo affronta il rischio legato alla tossicologia e alla tolleranza dei farmaci, ma mira anche a garantire la massima qualità nei percorsi terapeutici”.
“Mettere a disposizione della pubblica utenza un laboratorio di questa levatura è un segno tangibile del nostro impegno per la sicurezza e la qualità del servizio pubblico. In questo momento di rafforzamento dell’ASP, stiamo perseguendo un percorso di eccellenza che ci posiziona ai massimi livelli del panorama regionale. La nostra attenzione continua verso i livelli di rischio a cui i pazienti possono essere esposti sottolinea il nostro impegno costante nel garantire la massima qualità nei servizi offerti”, ha sottolineato Requirez.
All’evento hanno partecipato anche diverse figure di spicco, tra cui il direttore amministrativo, Ornella Monasteri, il direttore del dipartimento di Prevenzione, Francesco Di Gregorio, la responsabile del Laboratorio di Sanità Pubblica, Anna Maria Messana, il dirigente delle Professioni Tecnico Sanitarie dell’Asp di Trapani, Francesco Regina, e una numerosa rappresentanza di medici e personale aziendale.
– foto xo2 Italpress –
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