ROMA (ITALPRESS) – A Roma la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Federfarma e Assofarm hanno incontrato i rappresentanti del ministero della Salute per discutere delle possibili criticità della prossima campagna vaccinale contro l’influenza. Le tre sigle avevano richiesto urgentemente questo incontro “a seguito dell’impossibilità, comunicata dalle aziende produttrici, di rifornire di vaccini le farmacie attraverso le quali viene dispensato annualmente circa un milione di dosi”.
“Questa possibile carenza è dovuta all’importante aumento delle richieste da parte delle Regioni, anche a seguito dell’ampliamento delle categorie a rischio (in particolare l’abbassamento dell’età da 65 a 60 anni)”, spiegano FOFI, Federfarma e Assofarm, che hanno rappresentato “la pericolosità di una situazione che, lasciando sprovvisto dei vaccini il canale delle farmacie, renderebbe oltremodo difficile il ricorso alla vaccinazione da parte delle persone che non rientrano nelle categorie a rischio e a coloro che intendono anticipare l’immunizzazione rispetto all’inizio della campagna, nonchè l’acquisto dei vaccini stessi da parte delle aziende che offrono questa prestazione ai propri collaboratori”.
“Resterebbe così esclusa una parte della popolazione che, trattandosi di persone in piena attività lavorativa, spesso a contatto con il pubblico, è strategico vaccinare anche ai fini della limitazione della circolazione del virus – aggiungono -. E’ stato, infine, richiamato l’ulteriore impulso alla copertura vaccinale che un intervento attivo del Farmacista favorirebbe, ponendo l’Italia in linea con quanto avviene nella maggior parte dei principali paesi europei”.
I rappresentanti del ministero hanno preso atto di queste osservazioni e dei dati presentati a supporto della necessità di impedire che le farmacie restino sguarnite, impegnandosi “a trovare in tempi brevi, una soluzione che verrà condivisa con le Organizzazioni di farmacisti in un incontro che si terrà la prossima settimana”. Fofi, Federfarma e Assofarm ringraziano il ministro della Salute, Roberto Speranza, “per l’attenzione rivolta al tema ed esprimono l’auspicio che si giunga a una rapida soluzione di questa criticità a vantaggio, innanzitutto, della tutela della salute dei cittadini”.
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Vaccini, Fofi-Federfarma-Assofarm “Positivo incontro al ministero”
Coronavirus, ancora in calo i nuovi positivi
MILANO (ITALPRESS) – Scende ancora il numero dei nuovi positivi al Coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia. Il numero dei nuovi contagiati è infatti di 978, contro i 996 di ieri. Aumenta, invece, il numero delle vittime, 8 rispetto alle 6 di ieri, per un numero complessivo di 35.491 morti. E’ quanto emerge dal quotidiano Bollettino del Ministero della Salute e della Protezione Civile. Il totale delle persone attualmente contagiate è di 26.754. I casi totali registrati da inizio pandemia passano quindi a 270.189. Sono 107 i pazienti con Coronavirus in terapia intensiva, 13 più di ieri, mentre i ricoverati con sintomi sono 1.380, quasi cento più di ieri. I pazienti in isolamento domiciliare sono ora 25.267. Il numero di tamponi effettuati risale a quota sono 81.050, circa 23 mila in più di ieri. Le Regioni più colpite dalla pandemia sono la Lombardia (242 nuovi casi), il Lazio (125) e la Campania (102). Solo la Valle D’Aosta non ha fatto registrare casi nell’ultima giornata.
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Al via la formazione Iss per i referenti Covid nelle scuole
ROMA (ITALPRESS) – Un percorso formativo per insegnanti, personale scolastico e professionisti sanitari per monitorare e gestire possibili casi di Covid-19 nelle scuole. E’ questa l’iniziativa organizzata grazie alla collaborazione fra Istituto Superiore di Sanità e il ministero dell’Istruzione che nasce per accompagnare gli Istituti scolastici nell’attuazione delle “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”. Il documento tecnico è stato messo a punto da Iss con Ministero della Salute, ministero dell’Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia Romagna, approvato in Conferenza Unificata Stato-Regioni. L’obiettivo del percorso formativo, che si svolgerà online, è fornire un supporto operativo ai decisori e agli operatori nel settore scolastico e nei Dipartimenti di Prevenzione che sono a pieno titolo coinvolti nel monitoraggio e nella risposta a casi sospetti e/o confermati di COVID-19, nonchè nell’attuare strategie di prevenzione a livello comunitario. La formazione è offerta attraverso due corsi gratuiti che saranno disponibili fino al 15 dicembre 2020, fruibili su piattaforma Eduiss e che potranno ospitare fino 70 mila partecipanti, con possibilità di estensione.
Il primo Corso per personale scolastico ed educativo è riservato alle figure professionali della scuola designate a svolgere il ruolo di referente scolastico Covid-19. Ai partecipanti che avranno completato tutte le attività previste e superato il test a scelta multipla di valutazione finale sarà rilasciato l’attestato di partecipazione. Il secondo Corso ECM per professionisti sanitari è riservato al personale dei Dipartimenti di Prevenzione (DdP) incaricato di svolgere la funzione di referente Covid-19 per l’ambito scolastico. Possono accedere al corso anche i Medici di Medicina Generale (MMG), i Pediatri di Libera Scelta (PLS) nonchè i componenti delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) che desiderano essere formati sulle indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia, considerato il loro ruolo strategico nei percorsi diagnostico-assistenziali. Il corso è accreditato per le seguenti figure professionali: Medico chirurgo (tutte le discipline ECM), assistente sanitario, biologo, psicologo, tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, infermiere, infermiere pediatrico.
Il metodo didattico utilizzato è attivo ed è basato sui principi dell’apprendimento per problemi, Problem-based Learning (PBL), in cui i singoli partecipanti si attivano attraverso la definizione di propri obiettivi di apprendimento e la soluzione di un problema, ispirato al proprio contesto professionale. La formazione sarà svolta interamente a distanza, in modalità asincrona. Al termine del corso i partecipanti saranno in grado di utilizzare gli elementi operativi per la preparazione, il monitoraggio e la risposta a potenziali casi o focolai di COVID-19 collegati all’ambito scolastico e dei servizi educativi per l’infanzia adottando modalità razionali, condivise e coerenti sul territorio nazionale. Il tempo previsto per la fruizione di ciascun corso è di 9 ore e prevede il rilascio di 11,7 crediti ECM: i partecipanti potranno accedere liberamente in piattaforma EDUISS nelle 24 ore, previa registrazione e iscrizione al corso. Per accedere al corso sarà necessario autodichiarare di appartenere ad una delle categorie a cui il corso è riservato. L’iscrizione avviene attraverso le seguenti fasi: creazione del proprio account in piattaforma all’indirizzo https://www.eduiss.it; iscrizione al corso selezionando tra i titoli “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di Sars-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia” (scegliendo l’edizione per professionisti sanitari oppure per personale scolastico ed educativo).
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Società Europea Cardiologia premia giovane medico del Gemelli
ROMA (ITALPRESS) – Assegnato al dottor Rocco Antonio Montone, giovane cardiologo della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, laureato e specializzato all’Università Cattolica, Campus di Roma, il prestigioso Young Investigator Award della Società Europea di Cardiologia – ESC. Il premio è stato conferito nel corso del congresso annuale Escardio.
Il riconoscimento ESC viene assegnato a un ricercatore under 40 per il miglior lavoro scientifico originale. La ricerca premiata, dal titolo “Macrophage infiltrates in coronary plaque erosion portend a worse cardiovascular outcome in patients with acute coronary syndrome”, è stata svolta in collaborazione tra Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e il Queen Elizabeth Hospital di Birmingham (UK) e ha avuto come supervisor i docenti dell’Università Cattolica e cardiologi del Policlinico Gemelli professor Filippo Crea e professor Giampaolo Niccoli.
L’erosione di placca è responsabile di almeno 1 caso su 3 di sindrome coronarica acuta. L’attivazione dell’infiammazione è considerata un meccanismo chiave nel rendere ‘instabilè la placca aterosclerotica e quindi nel provocarne l’erosione che potrebbe condurre alla trombosi ‘occludi-coronarià e all’infarto. Fino a oggi non era mai stato studiato il ruolo dei macrofagi nell’erosione di placca. Gli autori di questo studio hanno valutato la presenza di infiltrati di macrofagi all’interno della placca ‘colpevolè della sindrome coronarica acuta, attraverso l’OCT (Optical Coherence Tomography), una tecnica di imaging intracoronarico, che consente di osservare come al microscopio, ma in modalità ‘dal vivò, le caratteristiche della placca aterosclerotica.
Sono stati studiati in questo modo 153 pazienti; il 33,3% di loro presentava un’infiltrazione di macrofagi all’interno della placca ‘colpevolè (all’OCT la placca emette una sorta di bagliori luminosi) e questa caratteristica si associava a una maggiore ‘malignità’ della placca aterosclerotica (cappuccio fibroso più sottile, maggiore presenza di trombi, elevato contenuto lipidico della placca). I pazienti con le placche infiltrate dai macrofagi sono inoltre risultati a maggiore rischio di mortalità cardiovascolare e di dover ricorrere alla rivascolarizzazione (mediante angioplastica) del vaso con la placca infiltrata rispetto a quelli senza infiltrato (21,6% contro 5,9%). “La presenza di infiltrato macrofagico nella placca ‘colpevolè – commenta il dottor Montone, Dirigente medico UOC Cardiologia Intensiva, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS – rappresenta dunque un nuovo fattore di rischio indipendente per eventi cardiovascolari e si associa a una tipologia di sindrome coronarica acuta più aggressiva e a una prognosi a lungo termine peggiore. Nell’era della medicina di precisione, questa scoperta è di grande importanza perchè dimostra che la presenza di infiltrato macrofagico consente di individuare i pazienti a maggiore rischio cardiovascolare, che richiedono un approccio più aggressivo in prevenzione secondaria e un più attento follow up clinico”.
“I risultati di questo studio – commenta il professor Crea, ordinario di Cardiologia all’Università Cattolica e direttore UOC di Cardiologia al Gemelli – a livello di pratica clinica stimoleranno una maggiore diffusione delle metodiche di imaging coronarico per caratterizzare al meglio il profilo di rischio dei nostri pazienti e destinare l’utilizzo di terapie antinfiammatorie di secondo livello, come il canakinumab o la colchicina, nei soggetti a rischio più elevato e che ne potranno trarre i benefici maggiori. Siamo orgogliosi del premio ‘Young Investigator Award’ che la Società Europea di Cardiologia ha assegnato al dottor Montone, perchè valorizza il lavoro dei nostri giovani e la loro passione per la ricerca scientifica”.
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Apre a Roma nuovo pronto soccorso del Campus Bio-Medico
ROMA (ITALPRESS) – Apre il nuovo Pronto Soccorso del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma, che sarà già operativo dalle ore 18 di oggi. Presenti all’inaugurazione, tra gli altri, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il Vice Ministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e l’assessore Sanità e integrazione Socio-Sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato. Insieme a loro, anche, il questore Carmine Esposito e il prefetto Matteo Piantedosi. Oltre 2.100 metri quadrati di superficie, una sala operatoria e un servizio di diagnostica per immagini dedicato con una Tac 300 strati ad altissime prestazioni. Due i percorsi protetti (febbre e vittime di violenza) e servirà il quadrante sud ovest di Roma (Eur, Spinaceto, Mostacciano, Laurentino, Pontina) per un bacino di circa 300 mila residenti con una previsione di 45cmila accessi all’anno.
Il Pronto soccorso amplia la rete dell’Emergenza-urgenza di Roma mettendo a disposizione della collettività un nuovo DEA di I livello. E’ inserito nelle reti tempo-dipendenti della Regione Lazio per assicurare cure tempestive per tutte le patologie e, in particolare, per quelle cerebro-vascolari acute (ictus), vascolari acute (aneurismi), cardiopatie acute (infarti), oltre che per tutti i casi di traumatologia e di patologie chirurgiche acute. Con l’attivazione del nuovo DEA, il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico vede anche l’apertura di un nuovo reparto di medicina d’urgenza. La struttura del nuovo Pronto soccorso, dispone di una sala operatoria dedicata posta nelle immediate vicinanze dell’alta intensità così come la Radiologia interventistica e l’Emodinamica.
Il nuovo Dea del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico può contare inoltre su un servizio di Diagnostica per immagini dedicato dotato di una Tac 300 strati ad altissime prestazioni. Il flusso dei pazienti sarà organizzato per livelli di gravità ed è stata dedicata grande attenzione all privacy, al confort e al benessere dei pazienti con la predisposizione di aree OBI (Osservazione Breve Intensiva).
“In queste occasioni, con il sorriso sulle labbra e un pochino di soddisfazione, possiamo dire che ce l’abbiamo fatta”, ha spiegato il presidente Zingaretti. “Dal 2013 non c’è stato incontro formale o informale che non sia finito con un sospiro di sollievo e in cui si affermava della sfida del pronto soccorso nel grande progetto strategico del Campus Bio-Medico – ha proseguito -. Ringrazio tutti i rappresentanti del Policlinico non solo per la determinazione, ma anche per tutto ciò che avete rappresentato in questo periodo come Covid Hospital e come pilastro del sistema sanitario regionale e nazionale. La nostra ossessione è solo una, difendere le persone, Roma, la nostra regione e l’Italia, così come abbiano fatto aprendo per primi in porti e aeroporti i primi filtri per i tamponi per segnalare che anche tanti non residenti nella nostra regione, magari asintomatici, dovevano essere presi in cura. Dobbiamo essere consapevoli che nulla era scontato, l’apertura di questo pronto soccorso è figlia di una storia collettiva che ha cominciato cambiare quando abbiamo preso coscienza di essere in una regione con tante eccellenze ma con un sistema fragile. Tutti insieme abbiamo combattuto per l’equilibrio dei bilanci, la legalità, l’innovazione, l’assunzione di personale e gli investimenti, e questo ci ha permesso di cambiare: da oggi tutti noi dobbiamo essere gelosi custodi di questo insieme di principi, perchè le spese in sanità non sono spese ma investimenti che producono Pil e sicurezza nei confronti del futuro e della vita delle persone. Noi continueremo a investire e credere nel sistema sanitario regionale per avere una rete di cura ricca, plurale e diversa”.
La sindaca di Roma Virginia Raggi ha poi spiegato che “il Covid ha fatto scoprire a tutti la centralità del medico e l’importanza di un sistema sanitario che funzioni bene. Questo non solo ha salvato delle vite ma ha aperto gli occhi anche a tante istituzioni che si stavano concentrando su altri settori, e finalmente si è ricominciato a parlare di sanità, di buona sanità. Il Covid ha lasciato strascichi importanti ma ha rimesso al centro la persona e i settori fondamentali. Oggi è importante essere qui, perchè aprire un nuovo pronto soccorso in una periferia molto popolosa di Roma è un grande segnale di speranza e ripartenza, quindi celebriamo questo momento con molto entusiasmo. Cerchiamo di continuare lungo questa strada e continuiamo a trasformare il sentimento di gratitudine che proviamo nei confronti dei nostri medici in investimenti per una buona sanità”.
“Grazie a tutti gli operatori, e non solo per quest’ultimo periodo perchè da medico so quanto hanno lavorato anche prima del coronavirus: questo momento ha fatto conoscere il nostro lavoro e la resilienza ed elasticità del nostro sistema sanitario nazionale. Nel Lazio oggi un pronto soccorso in più nel quadrante Sud-Ovest significa essere più presenti e dare una risposta umana ai cittadini”, ha dichiarato poi il viceministro Sileri.
Per l’assessore D’Amato “oggi è una giornata particolarmente importante in cui si rafforza la rete dell’emergenza-urgenza del sistema sanitario regionale e dell’area metropolitana di Roma. Questa è la prima apertura di un Dea dopo l’uscita del Lazio dal commissariamento, lo evidenzio perchè nulla sarebbe stato possibile in condizione di default del sistema regionale, ed è la prima inaugurazione dell’epoca Covid, che ha cambiato le vite di tutti noi e di tutti gli operatori sanitari”.
“Siamo felici di poter dare questo ulteriore contributo al nostro Servizio Sanitario – ha detto Felice Barela, presidente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma. Siamo fieri di essere parte di questa squadra, come uno dei nodi di questa “rete di protezione” dei nostri concittadini. Nel caso delle Università si aggiunge anche la missione formativa delle nuove generazioni di medici, di infermieri, di tecnici e di altri operatori sanitari, competenti e motivati, di cui il Paese ha tanto bisogno. Abbiamo concentrato molti sforzi in questo progetto, che consentirà al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di offrire un’assistenza sanitaria ancora più ampia e pronta a rispondere alle esigenze di tutti, mettendo sempre in primo piano la centralità della persona, coerentemente con la mission che sin dalle origini abbiamo sempre cercato di portare avanti”.
“Dopo 26 anni dall’apertura, il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico entra nelle reti tempo dipendenti e può offrire i propri servizi ai numerosi cittadini che accorreranno alle nostre cure in condizioni di emergenza ed urgenza – ha detto Paolo Sormani, direttore generale del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico -. Il Pronto Soccorso che inauguriamo oggi vuole essere un Pronto Soccorso che accoglie, ascolta, comunica, si fa carico, assiste e cura. Accanto ai 2.100 metri quadrati del Pronto Soccorso Sicuro Covid Free, nel mese di luglio abbiamo costruito un Percorso Protetto Covid – totalmente separato – di 300 metri quadrati, con pretriage, valutazione, osservazione con 10 postazioni ed Holding Area Covid da 2 postazioni, per i pazienti che dovessero risultare positivi al tampone, da trasferire pertanto in un ospedale Covid”.
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In Basilicata 1 caso positivo al Covid su 462 tamponi
POTENZA (ITALPRESS) – La task force della Regione Basilicata comunica che sono stati processati 462 tamponi per la ricerca di contagio da Covid-19, di cui 1 è risultato positivo e riguarda una persona residente nel Comune di Sant’Angelo Le Fratte.
Inoltre la positività di un cittadino di Montescaglioso, che aveva effettuato il tampone in un centro privato, non è stata confermata in occasione della ripetizione del tampone in un laboratorio di riferimento. La persona in questione è stata sottratta dal totale dei positivi. Con questo aggiornamento i lucani positivi restano 29.
Attualmente sono 2 i ricoverati nelle strutture ospedaliere lucane: uno nel reparto di Malattie infettive dell’ospedale ‘San Carlò di Potenza e l’altro nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale ‘Madonna delle Graziè di Matera. Mentre i lucani in isolamento domiciliare sono 28.
Ai positivi vanno aggiunti nel complesso 28 persone decedute (9 di Potenza, 2 di Paterno, 1 di Spinoso, 2 di Moliterno, 1 di Villa d’Agri, 2 di Rapolla, 1 di Irsina, 1 di Montemurro, 1 di Pisticci, 2 di Matera, 1 di San Costantino Albanese, 2 di Avigliano, 1 di Tursi, 1 di Aliano, 1 di Bernalda); 376 guariti; 1 persona residente nella regione Lazio ed in isolamento in Basilicata; 1 cittadino residente in Umbria in isolamento in Basilicata; 5 persone residenti in comuni della Toscana e in isolamento in Basilicata; 1 cittadino residente in Emilia Romagna e in isolamento Basilicata; 1 cittadino residente in Puglia e ricoverato al ‘Madonna delle Graziè di Matera; 10 persone di nazionalità estera e provenienti da Stato estero in isolamento in Basilicata; 23 cittadini stranieri in isolamento in Basilicata in una struttura dedicata.
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria sono stati analizzati 56.739 tamponi, di cui 55.092 risultati negativi.
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Coronavirus, a Bergamo con ‘Panther’ fino a 1000 tamponi al giorno
BERGAMO (ITALPRESS) – Si chiama Panther ed è il più recente sistema di processazione di tamponi che da questo mese consente al Laboratorio di Microbiologia e virologia dell’Asst Papa Giovanni XXIII di gestire fino a 1.000 tamponi al giorno in modalità fortemente automatizzata ed efficiente. Una tecnologia di cui l’Ospedale di Bergamo è l’unico centro pubblico in Lombardia a essere dotato.
“E’ grazie alle donazioni raccolte durante l’emergenza Covid che abbiamo acquisito il Panther in formula ‘noleggiò – spiega Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. Questo sistema ha un duplice valore: arricchisce la capacità diagnostica del Papa Giovanni XXIII e ne incrementa l’applicazione immediata, perchè ci permette di salire dai 500 tamponi eseguiti fino ad ora a un totale di ben 1.000 tamponi al giorno. Un potenziamento tecnologico e una grande opportunità per il team della Microbiologia, che si arricchirà anche di due biologi recentemente assunti. Un’organizzazione che ci consente di garantire la gestione del boom dei test di questo periodo e la massima precisione e sicurezza ai nostri pazienti, contribuendo in modo sostanziale al programma di screening regionale”.
Il nuovo strumento va ad aggiungersi alle tre differenti piattaforme diagnostiche per l’attività di diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 che garantivano in media 400 tamponi al giorno, con picchi fino a 650.
“Grazie all’organizzazione del personale il Laboratorio di Microbiologia può svolgere attività diagnostica virologica su tampone nasofaringei 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana – spiega Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. Fin dall’inizio dell’emergenza abbiamo rafforzato e riorganizzato il personale e introdotto la telerefertazione che consente la gestione praticamente in tempo reale dei test molecolari, con esiti disponibili in media entro 24 ore, spesso anche meno”.
Tra fine aprile e maggio, per far fronte alle tante richieste di test in ambito epidemiologico sono stati validati dal Laboratorio di Microbiologia più di 4 mila test sierologici eseguiti nel Laboratorio di analisi chimico cliniche in modo da poter sfruttare l’automazione già presente in questo laboratorio e ridurre i tempi di gestione manuali. Con l’estate i test sono tornati alla gestione dal Laboratorio di microbiologia.
“Il Dipartimento di Medicina di Laboratorio – conferma Andrea Gianatti, Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio – ha affrontato l’emergenza COVID-19 da subito con grande disponibilità e collaborazione. Abbiamo coinvolto tutto il personale in modo coordinato, unendo esperienze e competenze acquisite trasversalmente nei laboratori e ridistribuendo le risorse umane al fine di ottimizzare i processi diagnostici”.
In totale, da marzo ad oggi nei laboratori del Papa Giovanni sono stati processati oltre 62 mila tamponi ed eseguiti più di 28 mila test sierologici.
Solo tra luglio e agosto gli operatori del Papa Giovanni hanno eseguito più di 20 mila test, tra prelievi ematici e tamponi, per l’attività ordinaria di sorveglianza sanitaria ai pazienti e agli operatori (più di 200 a settimana) e nell’ambito dei diversi progetti di screening (follow up dei pazienti dimessi o transitati dai PS del Papa Giovanni, indagine di sieroprevalenza promossa dal Ministero, progetto per la sorveglianza degli operatori del terzo settore della provincia di Bergamo che collaborano con AREU, campagna di Regione Lombardia per gli abitanti della Val Seriana, attività di sorveglianza di ATS Bergamo, screening preventivo per il personale scolastico del territorio bergamasco e indagini per chi rientra dall’estero).
“Il contributo che il Papa Giovanni XXIII sta dando alla sorveglianza sanitaria per il Covid-19 sul territorio provinciale è assolutamente decisivo – conclude Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII -. Un lavoro ingente per il quale è doveroso ringraziare tutto il personale medico e infermieristico, tecnico e amministrativo impegnato in queste settimane a garantire un’attività straordinaria che si affianca a quella clinica ordinaria”.
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Migrante positiva al Covid partorisce in volo da Lampedusa a Palermo
PALERMO (ITALPRESS) – Una migrante, risultata positiva al Covid, ha partorito in volo mentre si trovava a bordo di un elicottero del 118 della Regione che dall’hotspot di Lampedusa la conduceva in ospedale a Palermo. La donna è stata aiutata dai medici e personale del Servizio sanitario regionale. Lo rende noto l’assessore alla Salute della Regione siciliana, Ruggero Razza: “Per noi il diritto alla salute di tutti è la unica stella polare. Dalla quale non arretriamo e non arretreremo”.
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