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Coronavirus, 1.411 nuovi casi, aumentano positivi e ricoverati

MILANO (ITALPRESS) – Sono 1.411 i nuovi positivi al Coronavirus nelle ultime 24 ore. Una cinquantina in più rispetto alla giornata di ieri quando l’aumento era stato di 1.367 casi. Il totale delle persone attualmente contagiate è di 21.932, circa 1.200 più di ieri. E’ quanto emerge dal quotidiano Bollettino del Ministero della Salute e della Protezione Civile. I casi totali registrati da inizio pandemia passano quindi a 263.949. Il numero di decessi nelle ultime 24 ore sale di 5, arrivando ad un totale di 35.463. Le persone attualmente ricoverate con sintomi sono 1.131 (76 in più di ieri), dei quali 69 sono in terapia intensiva (due in meno di ieri) e 20.734 in isolamento domiciliare. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 94.024, circa 500 in più di ieri. Un solo nuovo caso di Covid nelle ultime 24 ore in Valle D’Aosta e Molise, mentre la regione che fa registrare il maggior numero di nuovi casi è la Lombardia con 286, seguita dall’Emilia Romagna con 171 e dal Lazio 152.
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Scuola, Cts “Riapertura necessaria nonostante i rischi”

ROMA (ITALPRESS) – “Aprire le scuole è un imperativo, tutti si rendono conto che ci sono dei rischi, ma il rischio è comunque valutato sul piatto della bilancia con i benefici che sono assoluti nella necessità e nell’urgenza di riaprire. Siamo consapevoli che questa aggregazione di milioni di studenti e insegnanti potrebbe produrre un lieve incremento dell’indice di trasmissione Rt. Ci aspettiamo, come sta avvenendo in alcune realtà internazionali, qualche lieve incremento”. Lo ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico in audizione presso la Commissione Cultura della Camera. “Il nostro obiettivo è aiutare il sistema scolastico ad aprire in sicurezza, ma ancora più importante è aiutare il sistema a mantenerla aperta in sicurezza”.
Il coordinatore del Cts ha ribadito i tre pilastri contro il Covid-19: distanziamento, igiene e utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. E proprio sulle mascherine ha aggiunto: “La Società italiana di pediatria conferma che non esiste un problema nel vestirle, a meno che non si tratti di bambini con patologie, ovviamente un bambino asmatico difficilmente può indossarla. Quindi la mascherina non è dannosa. Per i bambini dai 0-6 anni – ha proseguito – abbiamo condiviso la non necessità di portare la mascherina, gli educatori invece devono portarla. In questi giorni stiamo analizzando alcune mascherine che erano state proposte dalla comunità dei non udenti, le mascherine con la parte anteriore trasparente per gli educatori. Dai 6 ai 10 anni suggeriamo che nel movimento da casa a scuola devono indossare la mascherina, entrando a scuola la devono indossare, quando sono seduti ai banchi con distanziamento di un metro possono toglierla. Sopra i 10 anni, fino all’Università, c’è l’obbligo ma anche qui vale il principio del metro di distanza”.
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Infarto, novità da uno studio sulle placche aterosclerotiche

ROMA (ITALPRESS) – Che cos’è un infarto? Spesso lo si descrive attraverso i sintomi, le conseguenze o per i suoi fattori di rischio. Ma la conoscenza dei meccanismi che portano quell’improvviso dolore al torace è ancora oggetto di studio. Sono tante le conoscenze accumulate sull’argomento, ma ancora tanti sono gli aspetti da approfondire, nella speranza di arrivare così a nuove terapie o a nuove strategie di prevenzione. Il professor Filippo Crea, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari e Pneumologiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma e dell’UOC di Cardiologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, e il dottor Rocco Vergallo, contrattista in cardiologia, spiegano sul numero odierno del New England Journal of Medicine il motivo per cui molti pazienti non hanno infarto pur “albergando” nelle coronarie placche aterosclerotiche anche gravi.
L’aterosclerosi non viene da un giorno all’altro. Le placche che impediscono al sangue di scorrere nelle arterie impiegano infatti anni a formarsi. Ma l’infarto avviene in un attimo, spesso senza preavviso. E a fare la differenza tra il prima e il dopo è la formazione improvvisa di un trombo, un grumo di sangue che si forma sulla placca aterosclerotica e finisce col chiudere del tutto l’arteria. Ma questo è solo l’epilogo della storia. Le placche aterosclerotiche non sono un semplice ispessimento della parete interna dei vasi, sono strutture ‘vivè che attraversano fasi di ‘attivazionè, durante le quali diventano instabili e dunque a rischio di trombosi, e fasi di ‘guarigionè. Negli ultimi trent’anni la ricerca si è focalizzata soprattutto sui meccanismi che rendono instabile la placca, ma questi non hanno consentito di individuare dei biomarcatori in grado di anticipare il ‘big onè, cioè l’infarto o la morte improvvisa.
L’attenzione dei ricercatori si è dunque rivolta all’altro lato della medaglia, ovvero ai processi di ‘guarigionè della placca e la review appena pubblicata sul New England Journal of Medicine dai cardiologi dell’Università Cattolica e del Gemelli fa il punto della situazione sul loro ruolo nella comparsa delle sindromi coronariche acute e sulle possibili ricadute terapeutiche che queste scoperte potrebbero avere.
“Le coronarie, come tutte le arterie – spiega il professor Crea – sono tubi elastici che portano sangue agli organi. Le placche aterosclerotiche sono una sorta di montagne, che crescono e protrudono all’interno delle arterie. Se queste ‘montagnè crescono nelle coronarie (i vasi che portano ossigeno e nutrimento al muscolo cardiaco) e superano una certa altezza, limitano l’incremento del flusso di sangue di cui il cuore ha bisogno, quando si fa uno sforzo”. Questa è la causa dell’angina da sforzo. Un sintomo fastidioso ma non pericoloso.
Ma cosa succede invece quando si ha un infarto? “Succede che la montagna diventa un vulcano – afferma il professor Crea – emette cenere e lapilli (coaguli) che ostruiscono la coronaria all’improvviso, in poco tempo. Questo ‘vulcanò è molto più pericoloso delle montagne perchè può causare un infarto o la morte improvvisa”.
Non tutte le placche aterosclerotiche sono destinate però a provocare un infarto, cioè a diventare un ‘vulcanò. Riuscire a comprendere perchè alcune sono vocate all’infarto, mentre altre no è un nodo cruciale delle ricerche in corso. “Solo alcune placche diventano vulcani – rassicura Crea – Il controllo dei fattori di rischio e le terapie che facciamo ai pazienti che hanno le ‘montagnè nelle coronarie hanno proprio questo scopo: evitare che le montagne diventino vulcani. Purtroppo, nonostante gli straordinari progressi terapeutici fatti nell’arco degli ultimi decenni, l’infarto rimane il killer numero uno sia negli uomini che nelle donne. E’ necessario dunque fare di più”.
Ma più si va avanti con le ricerche, più le cose si complicano. “Abbiamo scoperto che le ‘eruzionì delle montagne-placche aterosclerotiche sono molto frequenti, ma fortunatamente molte di esse non danno sintomi perchè l’organismo reagisce ‘spegnendò il vulcano, cioè facendo guarire la placca e scongiurando così la formazione della trombosi. Alcuni pazienti sono ottimi guaritori di placche, mentre altri non lo sono affatto. Questa scoperta ci pone di fronte ad un nuovo obiettivo terapeutico: trasformare i cattivi guaritori di placca in buoni guaritori. Ma per arrivare ad ottenere questo risultato dobbiamo arrivare a capire meglio i meccanismi molecolari alla base della guarigione di placca. Questo ci consentirà di migliorare la prognosi delle persone con patologia aterosclerotica perchè, oltre a ridurre il rischio che si formino i vulcani, saremo in grado di ‘spegnerlì in maniera efficace, anche nei pazienti ‘cattivi guaritorì, quelli nei quali non riusciremo ad evitare la formazione dei ‘vulcanì”.
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Scuola, dalle Regioni via libera al documento Iss-Ministeri-Inail

ROMA (ITALPRESS) – Via libera della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome alle “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, predisposte da Istituto Superiore di Sanità, ministero della Salute, ministero dell’Istruzione e Inail.
“La Conferenza delle Regioni – ha spiegato il Presidente del Molise, Donato Toma, che oggi ha presieduto la riunione – prosegue con responsabilità istituzionale l’interlocuzione con il Governo in vista della riapertura della scuola ed oggi ha espresso un parere sostanzialmente favorevole al documento predisposto dai ministeri competenti e da ISS e INAIL. Un testo che è una sorta di guida operativa destinata agli istituti scolastici per la gestione dei casi di bambini con segni/sintomi Covid-19 correlati e per la preparazione, il monitoraggio e la risposta a potenziali focolai da Covid-19 collegati all’ambito scolastico e dei servizi educativi dell’infanzia attraverso modalità basate su evidenze e buone pratiche di sanità pubblica. Insomma indicazioni operative condivise per evitare – come è scritto nel documento – ‘frammentazione e disomogeneità'”.
“Abbiamo solo chiesto che nei servizi educativi per l’infanzia la didattica possa svolgersi a gruppi stabili, rimettendo ai singoli istituti la valutazione sulla loro dimensione. Ed abbiamo presentato anche – ha concluso Toma – una raccomandazione sulla didattica a distanza, per classi e per plesso nel caso, in cui si dovessero verificare cluster che ne impongano la riattivazione”.
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Coronavirus, in 7 giorni nuovi casi quasi raddoppiati

ROMA (ITALPRESS) – In soli sette giorni, nella settimana dal 19 al 25 agosto rispetto alla precedente, si è registrato “un incremento del 92,4% dei nuovi casi positivi al Covid-19 (6.538 vs 3.399), grazie anche all’aumento dei casi testati (309.127 vs 180.300)”. Relativamente ai dati ospedalieri, si conferma “il trend in crescita dei pazienti ricoverati con sintomi (1.058 vs 843) e di quelli in terapia intensiva (66 vs 58)”. Confermate, inoltre, le ampie variabilità regionali, ma solo 4 Regioni fanno registrare una riduzione di nuovi casi, peraltro piuttosto esigua (-55). Nelle altre 14 Regioni e 2 Province autonome si rileva “un aumento complessivo di 3.194 nuovi casi, con un range che varia dai 677 del Lazio ai 4 della Valle d’Aosta. Stabile il numero di nuovi casi in Basilicata (+14)”. E’ quanto emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe di Bologna che registra un balzo in avanti di numerosi indicatori della pandemia: +40 decessi (+0,1%), +8 i casi in terapia intensiva (+13,8%), +215 le persone ricoverati con sintomi (+25,5%), +6.538 nuovi casi totali (+2,6%) mentre +128.827 i casi testati (+71,5%), e +158.692 i tamponi totali (+48,8%).
“In soli 7 giorni – afferma in una nota Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – si sfiora il raddoppio dei nuovi casi totali, non solo per l’incremento dell’attività di testing, ma anche per l’aumento del rapporto positivi/casi testati.
Inoltre, si conferma il trend in crescita dei pazienti ospedalizzati con sintomi e, in misura minore, di quelli in terapia intensiva. Queste spie rosse, piuttosto che generare inutili allarmismi, devono infondere una comune consapevolezza sull’andamento dell’epidemia nel nostro paese al fine di mantenere alta la guardia, sia da parte delle Istituzioni che devono potenziare la sorveglianza epidemiologica, sia da parte dei cittadini chiamati ad attenersi a tutte le misure di sicurezza, senza minimizzazioni di sorta”. Nel quadro di una circolazione endemica del virus, si assiste anche a “un aumento progressivo dei focolai con crescita esponenziale dei nuovi casi, siano essi autoctoni, da rientro di italiani andati in vacanza all’estero, o di importazione da stranieri”. Infatti, da 1.408 nuovi casi riportati nella settimana 15-21 luglio si è passati a 6.538 nuovi casi della settimana 19-25 agosto, con un incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 2,1%. “Questa rapida ascesa nella curva dei contagi – precisa il presidente – inizia a riflettersi gradualmente sull’aumento dei pazienti ricoverati con sintomi e in terapia intensiva”.
Si è infatti invertita la tendenza che dai primi di aprile ha visto la progressiva e imponente riduzione dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva, che adesso iniziano lentamente a risalire. Dei 19.714 casi attivi al 25 agosto il 91,8% si concentra in 11 Regioni: 29,4% dei casi in Lombardia (5.
787); il 33,4% si distribuisce tra Lazio (2.284), Emilia-Romagna,
Piemonte (1.142), Toscana (1.039), Sicilia (947), Puglia (548), Sardegna (463) e Liguria (413). I rimanenti 1.619 casi (8,2%) si collocano nelle restanti 7 Regioni e 2 Province autonome con un range che varia dai 13 della Valle d’Aosta ai 342 dell’Abruzzo. “Tutti questi numeri – sottoliena Cartabellotta – non possono essere confrontati con quelli dei primi mesi dell’epidemia perchè le dinamiche epidemiologiche sono completamente diverse. Dello tsunami che si è abbattuto sul nostro Paese non abbiamo mai conosciuto la fase iniziale: il coronavirus circolava insidiosamente sottotraccia con migliaia di asintomatici che infettavano senza saperlo parenti, amici e colleghi di lavoro. Il lockdown rigoroso e prolungato ha ridotto la mortalità, gli accessi in ospedale e il numero dei nuovi casi, ma dal 3 giugno siamo di fatto “ripartiti dal via””.
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Coronavirus, 1.367 nuovi casi e 13 decessi in 24 ore

MILANO (ITALPRESS) – Sono 1.367 i nuovi positivi al Coronavirus nelle ultime 24 ore. Un numero nettamente superiore rispetto alla giornata di ieri quando l’aumento era stato di 878 casi. Il totale delle persone attualmente contagiate è di 20.753, quasi mille più di ieri. E’ quanto emerge dal quotidiano Bollettino del Ministero della Salute e della Protezione Civile. I casi totali registrati da inizio pandemia passano quindi a 262.540. Il numero di decessi nelle ultime 24 ore sale di 13, arrivando ad un totale di 35.458. Le persone attualmente ricoverate con sintomi sono 1.055 (3 in meno di ieri), dei quali 69 sono in terapia intensiva (tre in più di ieri) e 19.629 in isolamento domiciliare. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 93.539, quasi 20 mila in più di ieri, soprattutto a causa dei test al personale scolastico e ai rientri dai paesi a rischio. La Valle d’Aosta è l’unica regione che nelle ultime 24 ore non ha registrato nemmeno un positivo, mentre la regione che fa registrare il maggior numero di nuovi casi è la Lombardia con 269, seguita dal Lazio con 162 e dalla Toscana con 161.
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In Sicilia 33 nuovi casi di coronavirus, tre nell’hotspot di Lampedusa

MILANO (ITALPRESS) – Sono 33, tre dei quali ospiti dell’hotspot di Lampedusa, i nuovi positivi in Sicilia. Il totale di persone attualmente positive sull’Isola sale quindi a 980. E’ quanto emerge dal quotidiano Bollettino del Ministero della Salute e della Protezione Civile. I casi totali registrati da inizio pandemia passano a 4.124. Il numero di decessi rimane intatto a quota 286, visto che anche oggi non si sono registrati morti. Le persone attualmente ricoverate con sintomi sono 59 (sei in più di ieri), dei quali 10 continuano ad essere in terapia intensiva. 911 le persone in isolamento domiciliare. I tamponi effettuati nelle ultime 24 ore sono 3.353, per un totale di 333.802.
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Nel Lazio 162 nuovi casi di coronavirus e 1 decesso

ROMA (ITALPRESS) – “Oggi nel Lazio si registrano 162 casi e un decesso, di questi 121 sono a Roma. Si conferma una prevalenza dei casi di rientro ed in particolar modo con link dalla Sardegna (45%). L’indice RT decresce per la seconda settimana consecutiva con un valore pari a 0.42 dovuto ai casi importati e asintomatici”. Lo rende noto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, definendo “buona la capacità di monitoraggio e di indagine sui contatti. Quadruplicato nell’ultima settimana il numero dei tamponi effettuati ai drive-in. Al Porto di Civitavecchia potenziato il drive-in con i test rapidi. Si ringraziano tutti gli operatori sanitari nonchè la collaborazione di tutte le autorità interessate per lo straordinario lavoro”. “Per i test agli imbarchi verso l’isola siamo in attesa della firma dell’accordo di reciprocità con la Regione Sardegna e il Governo – aggiunge D’Amato -. Per quanto riguarda l’indagine di sieroprevalenza nelle scuole buona l’adesione e i primi risultati dei livelli di sieroprevalenza sono in linea con l’indagine Istat”.
“Nella Asl Roma 1 sono 37 i casi nelle ultime 24 ore – prosegue D’Amato – e di questi trentacinque sono di rientro, trentadue con link dalla Sardegna, uno dalla Grecia, uno dall’Olanda e uno dalla Spagna. Sono due i casi individuati in fase di pre-ospedalizzazione. Nella Asl Roma 2 sono 42 i casi nelle ultime 24h e tra questi ventidue sono di rientro, otto con link dalla Sardegna, tre dalla Sicilia, due dalla Croazia, due dalla Spagna, due dalla Grecia e cinque con indagine epidemiologica in corso. Nella Asl Roma 3 sono 42 i casi nelle ultime 24 ore e tra questi trentacinque sono casi di rientro, trentuno hanno link dalla Sardegna, due da Ibiza (Spagna), uno dalla Grecia e uno da Olanda. Sono cinque i casi che hanno link con il cluster della festa in spiaggia a ferragosto ad Ostia. Nella Asl Roma 4 sono 4 i casi nelle ultime 24 ore e tra questi un caso con link dalla Sardegna e due con link al cluster del locale ‘Malaspinà dove è in corso l’indagine epidemiologica. Nella Asl Roma 5 sono 5 i casi nelle ultime 24 ore e si tratta di un caso con link dalla Sardegna, un caso individuato in fase di pre-ospedalizzazione e un caso con link al cluster del CAS un Mondo Migliore di Rocca di Papa dove è in corso l’indagine epidemiologica. Nella Asl Roma 6 sono 16 i casi nelle ultime 24 ore e tra questi sette con link dalla Sardegna e nove sono contatti di casi già noti e isolati”.
“Nelle province si registrano 16 casi e zero decessi nelle ultime 24 ore. Nella Asl di Latina sono tre i casi e si tratta di contatti di casi già noti e isolati. Nella Asl di Frosinone si registrano dieci casi e di questi otto sono di rientro, cinque con link da Sardegna, uno da Puglia, uno da Emilia-Romagna e uno da Veneto. Nella Asl di Viterbo sono tre i casi e sono due con link dalla Sardegna e uno dalla Spagna”, conclude l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
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