NAPOLI (ITALPRESS) – Sessantotto nuovi casi di coronavirus, di cui 15 provenienti dall’estero o contatti di precedenti casi di rientro, e nessun decesso in Campania. E’ quanto emerge dal bollettino dell’Unità di crisi della Regione, secondo cui i tamponi del giorno sono stati 3.475. Il totale dei positivi è di 5.524 su 375.083 tamponi eseguiti. E resta fermo a 440 il numero delle persone decedute. I guariti del giorno sono 3, così il totale dei guariti sale a 4.348 di cui 4.338 completamente guariti e 10 clinicamente guariti.
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In Campania 68 nuovi casi di Covid e nessun decesso
Scuola, arrivano le misure per la riapertura “Ma non c’è rischio zero”
ROMA (ITALPRESS) – Identificare un referente scolastico per il Covid-19 adeguatamente formato, tenere un registro degli eventuali contatti tra alunni o tra personale di classi diverse, richiedere la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19. Sono alcune delle raccomandazioni contenute nel rapporto “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia” messo a punto da Istituto Superiore di Sanità, ministero della Salute, ministero dell’Istruzione, Inail, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna, che contiene anche i comportamenti da seguire e le precauzioni da adottare nel momento in cui un alunno o un operatore risultino casi sospetti o positivi.
Il documento descrive le azioni da intraprendere nel caso un alunno o un operatore scolastico abbia dei sintomi compatibili con il Covid-19, sia a scuola che a casa. Ad essere attivati saranno il referente scolastico, i genitori, il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale e il dipartimento di Prevenzione. Se ad esempio un alunno manifesta la sintomatologia a scuola, le raccomandazioni prevedono che questo vada isolato in un’area apposita assistito da un adulto che indossi una mascherina chirurgica e che i genitori vengano immediatamente allertati ed attivati.
Una volta riportato a casa i genitori devono contattare il pediatra di libera scelta o medico di famiglia, che dopo avere valutato la situazione, deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di prevenzione (DdP) per l’esecuzione del tampone. Se il test è positivo il DdP competente condurrà le consuete indagini sull’identificazione dei contatti e valuterà le misure più appropriate da adottare tra le quali, quando necessario, l’implementazione della quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che rientrano nella definizione di contatto stretto.
La scuola in ogni caso deve effettuare una sanificazione straordinaria. Fra i compiti degli istituti il documento prevede anche il monitoraggio delle assenze, per individuare ad esempio casi di classi con molti alunni mancanti che potrebbero essere indice di una diffusione del virus e che potrebbero necessitare di una indagine mirata da parte del DdP.
Le misure previste dal documento “possono ridurre il rischio di trasmissione in ambito scolastico, ma non possono azzerarlo – si legge inoltre nel testo -. Pertanto, in una prospettiva di probabile circolazione del virus a settembre, è necessario sviluppare una strategia nazionale di risposta a eventuali casi sospetti e confermati che ci si aspetta possano avvenire in ambito scolastico o che abbiano ripercussioni su di esso”.
“Anche la strategia di risposta a eventuali casi e focolai in ambito scolastico sarà strettamente correlata alla situazione epidemiologica – proseguono gli esperti -. Le attuali strategie di contenimento sono basate sulle conoscenze scientifiche disponibili. Per valutare il possibile impatto dell’epidemia in ambito scolastico è necessario fare alcune riflessioni preliminari”.
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Covid, Ricciardi “Prima ondata non finita, escludo nuovo lockdown duro”
RIMINI (ITALPRESS) – “In questo momento vedo che si parla di seconda ondata, ma non abbiamo neanche finito la prima”. Lo ha detto Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute nella gestione dell’emergenza coronavirus, nel corso di un incontro al Meeting di Rimini. “La prima ondata – ha spiegato – l’abbiamo appiattita, abbiamo ridotto questa curva epidemica e sapevamo che nel momento in cui avessimo allentato troppo presto o male i freni inibitori, per esempio aprendo alcune cose che non erano compatibili con l’epidemia, avremmo commesso un errore. Nel momento in cui il virus viaggia attraverso le persone, fino a quando non lo debelleremo o con un vaccino o con la terapia specifica, bisogna stare a distanza di sicurezza. Nel momento in cui non si può stare a questa distanza, soprattutto negli ambienti chiusi, bisogna indossare le mascherine”. Alla domanda se si possa escludere un nuovo lockdown duro, Ricciardi ha risposto: “Penso proprio di sì”. Oggi siamo in una “una situazione completamente differente per molti motivi. Innanzi tutto perchè i casi li intercettiamo molto prima, nel senso che questo sistema di testing e di tracciamento porta a identificare soggetti nella stragrande maggioranza asintomatici”, ha spiegato.
Oltre all’ampliamento dei test c’è anche il rafforzamento del servizio sanitario. “Quindi credo che non ci sarà quel tipo di immagini che noi abbiamo visto, ma questo non significa che non dovremo stare attenti per evitarlo”, ha chiosato.
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Allo Spallanzani 40 positivi al Covid, 3 in terapia intensiva
ROMA (ITALPRESS) – “In questo momento sono ricoverati presso il nostro istituto 54 pazienti. Di questi, 40 sono positivi al tampone per la ricerca Sars-CoV-2, 14 sono sottoposti ad indagini”. Così si legge nel bollettino odierno emesso dall’istituto di ricerca Lazzaro Spallanzani di Roma. In terapia intensiva restano 3 persone mentre i pazienti dimessi o trasferiti in altre strutture sono 607.
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Coronavirus, Iss “Casi in aumento, mantenere precauzioni”
ROMA (ITALPRESS) – In seguito alla riduzione nel numero di casi di infezione da Sars-CoV-2 grazie alle misure di lockdown, “l’Italia si trova in una fase epidemiologica di transizione con tendenza ad un progressivo peggioramento”. E’ quanto emerge dal Report settimanale delle Regioni, a cura della Cabina di Regia del ministero della Salute, che riporta anche l’indice di trasmissione nazionale (Rt) calcolato sui casi sintomatici e riferito al periodo 30 luglio – 12 agosto 2020, pari a 0.83 (0.67 – 1.06). Anche questa settimana, prosegue il report, si rileva che quando si verificano condizioni favorevoli, il virus “provoca focolai anche di dimensioni rilevanti, spesso associati all’importazione di casi da Stati esteri e successiva trasmissione locale,anche al rientro dopo periodi di vacanza in Paesi a più elevata circolazione virale”. Questo segnala che, al netto dei casi asintomatici identificati attraverso attività di screening-tracciamento dei contatti e dei casi importati da stato estero (categorie non mutuamente esclusive), “il numero di casi sintomatici diagnosticati nel nostro paese è stato sostanzialmente stazionario nelle scorse settimane”. Il numero di nuovi casi di infezione rimane, nel complesso, contenuto ma “con una tendenza all’aumento da tre settimane”.
E’ necessario, quindi, mantenere “elevata la resilienza dei servizi territoriali – sottolinea ancora lo studio -, continuare a rafforzare la consapevolezza e la compliance della popolazione, realizzare la ricerca attiva ed accertamento diagnostico di potenziali casi, l’isolamento dei casi, la quarantena dei loro contatti stretti” e pertanto, mantenere elevata “l’attenzione e continuare a rafforzare le attività di “contact tracing” (ricerca dei contatti) in modo da identificare precocemente tutti i potenziali focolai di trasmissione e continuare a controllare l’epidemia”. Per questo rimane fondamentale mantenere una elevata consapevolezza della popolazione generale sulla incertezza della situazione epidemiologica e sull’importanza di continuare a rispettare in modo rigoroso tutte le misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale, l’uso delle mascherine e il distanziamento fisico. Si ribadisce, nuovamente, “la necessità di rispettare i provvedimenti quarantenari, anche identificando strutture dedicate, sia per le persone che rientrano da paesi per i quali è prevista la quarantena, e sia a seguito di richiesta dell’autorità sanitaria essendo stati individuati come contatti stretti di un caso”. In caso contrario, nelle prossime settimane, “potremmo assistere ad un ulteriore aumento nel numero di casi a livello nazionale”.
Nella settimana di monitoraggio, “sono stati riportati complessivamente 1077 focolai attivi di cui 281 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede la individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la terza settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 925 focolai attivi di cui 225 nuovi)”. Questo comporta un forte impegno dei servizi territoriali nelle attività di ricerca dei contatti che si sta dimostrando efficace nel contenere la trasmissione locale del virus come dimostrato da valori di Rt inferiori a 1 nella maggior parte delle Regioni/PPAA. La situazione descritta in questo report, relativa prevalentemente ad infezioni contratte nella fine di luglio 2020, conferma la presenza di importanti segnali di allerta legati ad un aumento della trasmissione locale. Si raccomanda alla popolazione, infine, di “prestare particolare attenzione alla possibilità di contrarre l’infezione in situazioni di affollamento in cui si osserva un mancato rispetto delle misure raccomandate. Si raccomanda inoltre di prestare attenzione al rischio di infezione durante periodi di permanenza in paesi con una più alta circolazione virale”, conclude il report.
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In Lombardia contagi da Covid a quota 154, due i morti
MILANO (ITALPRESS) – Continuano ad aumentare i contagi da Coronavirus in Lombardia. Nelle ultime 24 ore sono infatti 154 (di cui 30 debolmente postivi e 5 a seguito di test sierologico), contro i 91 della giornata precedente. A rivelarlo sono i dati diffusi oggi dal consueto bollettino di Regione Lombardia. Aumentano i tamponi effettuati (13.757) contro i 9.000 di ieri, ma anche i guariti e dimessi (+51). In totale sono 155 i positivi ricoverati nelle strutture ospedaliere lombarde (+5 rispetto a ieri), dei quali 16 in terapia intensiva (+2). Due i decessi nelle ultime 24 ore. A livello provinciale spiccano i zero contagi a Pavia, mentre l’area più colpita è Milano (47, 26 dei quali nel capoluogo). 27 casi a Bergamo, 23 a Brescia, 12 a Como, 3 a Cremona, 2 a Lecco e a Lodi, 18 a Mantova, 7 nella provincia di Monza e Brianza, 3 a Sondrio e 6 a Varese.
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Fnopi “Negli organici delle scuole la figura sanitaria è l’infermiere”
ROMA (ITALPRESS) – L’Europa non ha dubbi: ferme restando tutte le misure sanitarie dei singoli Paesi, la Scuola, per la sua riapertura indicata anche dal Governo italiano tra le priorità assolute, deve avere un’organizzazione in grado di prevenire e assistere eventuali problemi degli alunni che riprenderanno le lezioni a settembre. Siano essi legati alla pandemia o no. E per farlo l’ECDC (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha già messo a punto un documento con precise indicazioni valide per tutti, con ciò che servirà che la scuola preveda al suo interno per far fronte alla problema.
Secondo il documento lo staff delle scuole deve includere ovviamente insegnanti, amministratori e dirigenti, custodi, personale delle pulizie e della cucina e altri adulti che lavorano in ambienti educativi e di assistenza all’infanzia e che siano opportunamente preparati.
E infermieri scolastici, che non servono solo alla prevenzione di COVID-19, ma anche al controllo dei bambini con problemi di cronicità, diabetici, asmatici, epilettici ecc., compito questo che fa già parte delle caratteristiche proprie della professione infermieristica a cui si aggiunge ora la indispensabile tutela della salute nella pandemia.
Come sottolinea ECDC, se una scuola è servita da un professionista sanitario (e fa l’esempio proprio dell’infermiere scolastico), questo dovrebbe avere accesso a dispositivi di protezione individuale (DPI) appropriati e aver ricevuto formazione per il loro uso rispetto a sintomi compatibili con COVID-19.
Sarebbe anche prudente che gli amministratori scolastici e gli operatori sanitari che operano nella scuola prendano accordi preventivi per inviare possibili casi di COVID-19 a una struttura sanitaria per i test e / o il trattamento.
“Il riorientamento dell’offerta assistenziale per garantire efficaci strategie preventive e pro-attive – spiega la presidente della Fnopi Barbara Mangiacavalli – deve garantire la ‘continuità assistenzialè. L’equilibrio si ottiene definendo nuove regole organizzative e delineando attitudini professionali, competenze trasversali degli attori del sistema. Significa mettere in campo una ‘sanità di iniziativà e dare il via in tutte le Regioni e in modo uniforme all’infermiere di famiglia e comunità, perchè la scuola è esempio evidente di comunità”.
“Per raggiungere l’obiettivo – prosegue – già l’OMS dal 1999 (documento “Health 21″) ha evidenziato il bisogno di maggiore integrazione nelle cure primarie introducendo la figura dell’infermiere di famiglia/comunità, previsto nel Patto per la Salute 2018-2021 e nel decreto Rilancio, come primo punto di contatto con la popolazione in collaborazione con il medico di medicina generale e il pediatra di libera scelta. Bisogna far presto e affrontare un cambiamento che altro non è se non la naturale crescita del Sistema sanitario”.
“Come Federazione – conclude Mangiacavalli che in questo senso ha scritto come presidente FNOPI una lettera al premier Conte, al ministro della Salute Speranza, Bonaccini e Icardi (Regioni), Azzolina (Scuola) e al CTS – siamo a disposizione di Governo e Regioni per disegnare nuovi modelli di assistenza che vadano in questo senso e che garantiscano, grazie all’uso appropriato di tutte le professionalità, la salute e la prevenzione ai cittadini”.
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In Calabria 10 nuovi casi positivi di coronavirus
CATANZARO (ITALPRESS) – Dieci nuovi casi di coronavirus in Calabria, dove ad oggi sono stati effettuati 139.012 tamponi. Le persone risultate positive al Covid 19 sono 1.377, dieci in più rispetto a ieri, mentre quelle negative sono 137.635. E’ quanto emerge dal bollettino della Regione.
Territorialmente, i casi positivi sono così distribuiti: Catanzaro 3 in reparto; 1 in rianimazione; 5 in isolamento domiciliare; 186 guariti; 33 deceduti. Cosenza: 3 in reparto; 26 in isolamento domiciliare; 437 guariti; 34 deceduti. Reggio Calabria: 3 in reparto; 50 in isolamento domiciliare; 274 guariti; 19 deceduti. Crotone: 1 in reparto; 4 in isolamento domiciliare; 116 guariti; 6 deceduti. Vibo Valentia: 4 in isolamento domiciliare; 82 guariti; 5 deceduti. Altra Regione o Stato Estero 85.
Il totale dei casi di Catanzaro comprende persone provenienti da altre strutture e province che nel tempo sono state dimesse.
Nei ricoveri segnalati presso l’Ospedale di Catanzaro, 3 sono nel reparto di Malattie Infettive; due provengono dalla provincia di Vibo Valentia, di cui una è ricoverata in malattie infettive, successivamente al parto cesareo; uno proviene da fuori regione, mentre un altro è stato trasferito al reparto di rianimazione dell’AOU. I quattro positivi rilevati dall’Asp di Reggio Calabria sono riconducibili alla “festa giovani”. Dei quattro casi rilevati a Cosenza, uno è riconducibile al focolaio “gita Corfù” e tre sono residenti fuori regione.
Dall’ultima rilevazione, le persone che si sono registrate sul portale della Regione Calabria per comunicare la loro presenza sul territorio regionale sono in totale 7.678.
Nel conteggio sono compresi anche i due pazienti di Bergamo trasferiti a Catanzaro, mentre non sono compresi i numeri del contagio pervenuti dopo la comunicazione dei dati alla Protezione Civile Nazionale.
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